martedì 17 gennaio 2017

PIE' SECO, PIE' MOJADO






Come cerco sempre di fare di fronte ad avvenimenti importanti, lascio passare qualche giorni prima di provare a dire la mia, tempo che uso, quando posso, anche per documentarmi.
Come avrete letto Obama, prima di levare le tende, ha eliminato alcuni dei privilegi che gli Usa garantivano unicamente ai cubani che riuscivano a mettere il piede sulla terra ferma statunitense.
“Pie' seco, pie' mojado”.
Iniltre e' finita anche quella possibilita', legale per gli Usa, di rubare i professionali cubani sparsi per il mondo in missioni internazionaliste.
Resta la ley de ajuste cubano, non e' poco.
Un'amica cubana, oggi cittadina italiana, su FB commentava scherzosamente (?) che se si recasse col passaporto italiano in Usa, fermandosi un anno e un giorno, nel momento in cui tirasse fuori il passaporto cubano potrebbe usufruire di tutti i vantaggi che questa porcheria di legge regala a chi la richiede.
La guaseria di Miami ha definito questa iniziativa di Obama come l'utlimo regalo a Raul Castro, in realta' mi pare che vada esattamente nella direzione della linea politica delineata dal suo successore, il tycoon Donald Trump.
Trump ha affermato a gran voce di volere alzare un muro al confine messicano per separare bene i due paesi.
Il presidente messicano Pena Nieto ha subito affermato che il suo paese non fornira' alcuna collaborazione, economica e strutturale, a questa impresa, che ricadrebbe interamente sulle spalle della nuova amministrazione americana.
Trump ha urlato ai 4 venti che vuole cacciare tutti i clandestini, Obama che gli mette su un piatto d'argento questa iniziativa, non puo' che essere ricordato in ogni sua preghiera.
Si tende spesso a pensare che fra democratici e repubblicani ci siano grandi differenze, classificando i primi come liberal e i secondi come conservatori, ma la storia racconta che le cose sono andate in modo differente.
I piu' grossi problemi a Cuba li hanno creati i presidenti democratici, iniziando da Kennedy con la baia dei porci e il bloqueo, proseguendo con Clinton, che per riparare dal casino fatto per Elian, inaspri la Helms-Burton aggiungendoci pure.....Torricelli.
Carter vedeva le cose in modo differente....infatti duro' un solo mandato, lo fecero fuori con la storia degli ostaggi americani nell'ambasciata in Iran.
Obama ha posto fine ad una autentica vergogna.
Migliaia di cubani hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere la terra promessa, sono morti che pesano sulla coscienza del dipartimento di stato americano.
Questi cubani non fuggivano da nessuna guerra, pulizia etnica o massacro, come avviene per i disgraziati che sbarcano sulle nostre coste.
La possibilita' di avere la residenza nel piu' importante paese del mondo, paese che per decenni, a chi arrivava, assicurava anche una casa, un lavoro e del cash per iniziare una nuova vita, possiblita' data solo ai cubani, ha spinto anche chi a Cuba aveva una vita tutto sommato discreta, a mettersi per mare con mezzi di fortuna oppure attraversare, via terra, anche 7 paesi, finendo nelle mani di sanguinari cojote, pur di ottenre la agognata visa.
Una provocazione; se gli Usa regalassero la green card, la possibilita' di avere regalata la residenza permanente, chissa' OGGI quanti italiani salirebbero su un'aereo o assalirebbero i nuovi Titanic per poter approfittare di un simile regalo......
Ora, con le cose messe bene in chiaro, l'emigrazione non si fermera' di certo, sara' pero' ordinata, legale, senza rischi per chi intraprende il viaggio e spese aggiuntive per l'erario statunitense che, in questi decenni, ha dovuto mantenere un'esercito di lavativi.
A Cuba finira' la locura di vendersi tutto per la prospettiva di un viaggio verso un'Eldorado che e' tale solo nella loro fantasia.
Chi avra' le carte in regola, chi potra' avvalersi del ricongiungimento famigliare, di un lavoro, di una ragione per viaggiare lo fara' in modo sicuro.
Los tiburones....se ne faranno una ragione.

12 commenti:

  1. Nel regalo ultimo di Obama vedo il ringraziamento ai floridensi che non hanno votato la Clinton. Si pone ora il problema di tutti quelli che erano in " quarantena " in Messico , Guatemala , ecc. e che erano in attesa di entrare nel paese del Bengodi. A meno di soluzioni tipo Scarface saranno rispediti al mittente appena cercano di entrare.

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    1. Infatti credo che il viaggio per loro sia di solo ritorno.

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  2. Obama ha fatto bene. La situazione precedente favoriva soprattutto i gusanos che pur non avendo i titoli approfittavano delle condizioni per trovare una soluzione americana ai loro problemi. Di contro molte persone pur soffrendo a causa della situazione a Cuba stringevano la cinta ed andavano avanti. P68

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    1. Piu' che altro favoriva tutti quelli che guadagnavano milioni speculando sulla pelle altrui.

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  3. La sola cosa importante e' che sia finita una grande ingiustizia. Giuseppe

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  4. Torno un paio di giorni dopo sulla partita di lunedi.
    Evito di entrare nel merito dell'ennesima occasione buttata via.
    Sinisa ha ragione nel dire che capita troppo spesso di smettere di giocare ma....l'allenatore e' lui, tocca a lui fare in modo che la squadra non giochi sempre a mille ma sappia, nei momenti difficili, anche gestire le partite.
    Poi certo, con un centrocampista e un difensore di esperienza e degni di questo nome avremo potuto fare un'altro campionato e puntare davvero all'Europa.
    Cairo ci ha portato fino a qua' ma oltre non ci fara' andare, i soldi ci sono ma restano nella sua tasca, dobbiamo farcene una ragione.

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  5. A Montorio al Vomano nella saletta del bar di Tittina il contatore elettrico è fermo dalle cinque del mattino. «Siamo senza luce, e siamo pure l’unico luogo aperto qui intorno e in tutta la zona». Fortunatamente c’è il gas. «Per questo riusciamo a servire qualche cliente…». Fuori dalle case ci sono cumuli di neve che «solo gli spazzaneve a turbina riescono a sciogliere». Ma il problema maggiore è la viabilità. Dai bordi della Majella a tutta la fascia adriatica che unisce l’Abruzzo, dal parco nazionale fino a Chieti passando per Teramo, «è tutta neve, una montagna di neve che poi diventerà ghiaccio – spiega l’assessore regionale alla Protezione civile dell’Abruzzo, Mario Mazzocca –. A Pietracamela ce ne sono due metri. Ma soprattutto la vera emergenza resta l’energia elettrica».
    Già, perché sono saltate diverse cabine primarie, ma soprattutto due grosse linee tra Penne e Teramo: una da centocinquanta Kilowatt e un’altra da ben 380. Risultato: «Allo stato attuale – spiega l’assessore – sono 159mila le utenze disalimentate, con più o meno 300mila persone senza corrente in casa o nelle attività commerciali». Si parla di un quarto degli abruzzesi senza luce.
    Tant’è che da Isola del Gran Sasso a Scafa fino a Caramanico Terme non c’è un locale aperto. «Siamo chiusi per neve…Qui tutti hanno chiuso per neve, anche le attività che normalmente sono aperte in questo periodo, non solo quelle ricettive», racconta Eriberto dell’hotel Cercone, «ma ad esser precisi, però, siamo ancora sotto rispetto ai 2 metri e mezzo del 1956. Del resto è inverno e ci sta che arrivi la neve, soprattutto dalle nostre parti». Già, ma non così. «Speriamo però si fermi, altrimenti restiamo chiusi murati dal gelo in casa». Per ora, però, continua a nevicare. E le previsioni tra oggi e domani sono ancora preoccupanti. «C’è poco da stare sereni – si preoccupano al Country club Le Terrazze – non si riesce nemmeno ad uscire dalle case, non facciamo in tempo a spalare la neve che davanti ai portoni riemergono muri gelati». Intanto fuori, arrivano i primi spazzaneve. Un sollievo quanto passa la prima turbina. «Fortunatamente – dice Rita – l’Anas sta lavorando bene, ci sono tanti mezzi in campo. Certo la zona è amplissima, non è semplice intervenire tempestivamente ovunque. Anche per la corrente aspettiamo da ore il ripristino. Abbiamo fatto molte segnalazioni, ma ancora nulla».
    A Pietracamela, insiste l’assessore regionale Mazzocca dalla centrale operativa della protezione civile di Pescara, «ci sono almeno due metri di neve. Mezzo Abruzzo è interessato alla violenta ondata di neve, freddo e gelo». Per ora si salva la zona della Marsica, la piana di Navelli e l’aquilano ma sul resto del territorio ci sono grossi problemi. Un’ondata di freddo gelido che ha scavalcato il Gran Sasso e preso di mira le Marche, parte del reatino e l’Umbria e in modo particolare le zone colpite dal terremoto. Nevica da Amatrice a Accumoli, da Arquata del Tronto a Norcia e in Val Topina e in parte del territorio umbro. E’ emergenza nazionale, al punto che su richiesta del presidente della giunta regionale abruzzese Luciano D’Alfonso gli uomini e i mezzi dell’esercito si stanno avviando sui luoghi più colpiti. Il via libera è arrivato dalla ministra Roberta Pinotti e nelle prossime ore saranno al lavoro per ridurre i disagi della neve soprattutto a Chieti - che nei fatti appare una città completamente isolata, vista anche la viabilità collinare - e nelle zone tra Atri e Cellino Attanasio dove stanno arrivando altri mezzi inviati dalla protezione civile di Bolzano.
    La macchina dei soccorsi, dunque, è operativa, «il vero nodo, però, sono i ritardi e i disagi elettrici – chiarisce l’assessore regionale – Pensavamo che con i guasti causati dal maltempo nei primi giorni di marzo del 2015 il tema della distribuzione di energia elettrica fosse risolto, invece, stiamo peggio di allora. Oggi 159mila utenze bloccate, nel 2015 120 mila: stiamo peggio di allora».

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  6. hola! come giustamente sottolinei il grande privilegio ovvero la ley de ajuste rimane e da europeo se potessi ne aprofitterei al volo. Ora aumenterà el negocio dei matrimoni di comodo, sponsor lavorativi etc insomma ci sarà un grande bordello ( in tutti i sensi) nella sede della nuova ambasciata ee.uu. en la habana. In ogni caso a livello migratorio è una scelta congrua con i proclami della nuova amministrazione che negli usa cerca sempre di compiere mas o menos il 50% delle promesse elettorali. In ogni caso i cubani sono ancora i migranti più fortunati a differenza di tutti noi. Sia mai torni di moda la madre Rusia ad oggi è usata come almacen dove rifornirsi e rivendere al ritorno ( come fu per l'ecuador) dato che non richiede visado. chao Enrico

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  7. Infatti la decisione della vecchia amministrazione è pienamente in sintonia con la nuova.

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  8. La terra trema ancora in Centro Italia. Alle 10.24, 11.14 e 11,25 si sono sentite tre forti scosse tutte sopra la magnitudo 5. Le zone colpite sono quelle già messe in ginocchio dai precedenti terremoti: L’Aquila, Rieti e Teramo, ancora vicino ad Amatrice. La prima, avvenuta a una profondità di 10 km e di magnitudo 5,3, è stata avvertita alle 10.25 e si è sentita anche nel Lazio, in Abruzzo e nelle Marche. Avvertita anche a Roma, Firenze e a Napoli, secondo le prime stime dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Dopo la prima scossa forte, ce ne sono state altre quattro di poco successive con magnitudo più alta del 3,2. Alle 11,14 la seconda forte botta, con magnitudo intorno a 5,5 e poco dopo, intorno alle 11,25, nuova botta prolungata (magnitudo 5,3), sempre con epicentro vicino allo stesso punto. Alle 12,07 nuova forte scossa di magnitudo 4.3 con epicentro nel Reatino, tra Amatrice, Cittareale e Accumoli, con una profondità di 10 chilometri.

    «Abbiamo attivato tutte le strutture, che erano prontamente attive - ha detto il capo della protezione civile Curcio - un po’ perché si sta lavorando dal 24 agosto un po’ perché stanno facendo dei punti specifici sulla parte meteo che sta aggravando questa zona».

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  9. IL TORO SIAMO NOI

    DUE PALI E UNA TRAVERSA

    Nel mio piccolo, ho cercato sempre di mediare tra le fazioni di granata una contro l’altra armate. Oggi mi sono ufficialmente stancato. Ho letto l’esegesi dell’intervista di Belotti, da parte di gente che non sa mettere in fila due pensieri con una grammatica degna delle elementari, figuriamoci se poi sa cos’è l’esegesi. Gente che cambierebbe posto di lavoro per un ticket restaurant, ma che fa la morale ad un giocatore che cambia casacca per guadagnare magari cinque volte di più e vincere qualche trofeo. Eh, si, capisco che sia difficile immaginare qualcuno ancora interessato a vincere coppe e scudetti e non solo a ritirare premi dell’associazione commercialisti ma, fidatevi, quel qualcuno esiste ancora. Quel qualcuno è sicuramente il Gallo, per il quale leggo già l’epiteto (cfr. vocabolario della lingua italiana) di “mercenario”, riservato a tanti suoi illustri predecessori. A parte Ogbonna, credo non valga la pena di odiare proprio nessuno, solo lui aveva il dovere di rimanere e di provare senso di appartenenza verso la maglia granata. Andrea è il più forte attaccante italiano e, forse, d’Europa, una bella persona, semplice figlio di gente semplice, uno che in un mondo ideale dovrebbe morire a cent'anni con la maglia del Toro addosso. Nel mondo ideale, però, uno stadio da meno di trentamila posti dovrebbe essere sempre pieno. A livello di bilanci tanto cari a qualcuno, non cambierebbe nulla, migliaio più migliaio meno, ma si eviterebbero scene pietose come quelle viste contro il Milan (e le cosiddette grandi), in cui gli ospiti vengono a sfotterci in casa nostra, nei distinti e, spero di aver visto male, anche in Primavera. Esonerato chi per motivi di salute, economici e logistici non può, esonerato chi Cairo proprio non lo può sopportare. Ma per tutti gli altri, cartellino rosso. Cartellino rosso, però, anche quando, nei big match, arrivano facce sconosciute in curva che ti chiedono di spostarti (o di sederti!) perché non riescono a farsi i selfie con le parate plastiche di Padelli. Cartellino rosso, infine, per gli spiccioli raccolti per la ricostruzione del Filadelfia. Va bene essere stati scottati dal mattone novelliano, ma non parlatemi più di azionariato popolare, per non cadere nel ridicolo. A questo punto, forse, è davvero meglio rimanere nascosti dietro un profilo social, a difendere il povero presidente con la pistola puntata alla testa, costretto a cedere sistematicamente tutti quelli che hanno mercato. Io mi auguro che abbiate un tornaconto nel farlo o che, almeno, siate degli sbarbatelli che hanno visto solo le macerie da metà anni novanta in avanti. In caso contrario, fossi in voi, mi preoccuperei, e non poco. Non ho la sfera di cristallo, ma Belotti, con un Toro fuori dall’Europa, non potrà rimanere. Con un Toro in Europa, rimarrà fino al Mondiale di Russia. Poi lo aspetteranno club con i quali l’Italia, non solo il Toro, non può più competere. Il problema, cara brigata commercialisti, è capire dove finiranno i soldini derivanti dalla sua cessione. Andrea perderebbe la mia stima solo se andasse in Cina a fare la foca in uno zoo, ma sono certo che sia un ragazzo troppo intelligente per farlo. Quello che rimarrà, almeno da parte mia, è il ricordo del giocatore più forte visto con la maglia granata dopo lo scudetto, giocatore che darà l’anima per quella maglia fino all’ultimo secondo dell'ultima partita. Solo questo possiamo pretendere da chi non è nato al Filadelfia, nulla più. “Lo porto io a spalle a Bellotti in Inghilterra”. Va bene, create un gruppo su Facebook e, quando sarà il momento, portatelo voi in Inghilterra, ma poi rimanete lì, per cortesia, perchè avete davvero rotto le palle con i vostri “Compralo tu il Toro!” e “Vuoi fallire?”

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