martedì 28 febbraio 2017

SUSSIDI






Cuba si trova a dover affrontare i problemi dei...paesi benestanti, senza esserlo.
Nello specifico il paese deve affrontare un tasso di natalita' in forte calo, una popolazione che invecchia sempre piu' col conseguente calo di soggetti adatti per...lavorare.
Ho sempre pensato che Cuba fosse, sostanzialmente, un paese di giovani, invece scopro che il 20% della popolazione e' ultrasessantenne.
Da un lato decadono tutte le cazzate sulla presunta “hambre” che, secondo la gusaneria, i cubani stanno soffrendo (non si arriva a 12 lustri di vita se si fa la fame) ma dall'altra il paese deve fare i conti con una popolazione che invecchia e coi giovani, forza produttiva, che lo lasciano o sognano di farlo.
Sono problemi, fra cui la scarsa fiducia nel futuro, che noi italiani abbiamo imparato a conoscere bene.
Per questa ragione il governo ha emanato non uno ma quattro decreti legge a protezione della maternita', in modo da stimolare le donne cubane a figliare il piu' possibile.
La maggior parte di questi decreti legge sono operativi fino a quando l'infante compie il primo anno di vita.
Intanto assegni famigliari nel salario un po' piu' cospicui, poi il coinvolgimento dei nonni materni che ancora sono in ambito lavorativo con lo scopo di dare una maggiore cura al bimbo, coinvolgimento riconosciuto in salario.
Prima di questi decreti legge questo benefit lo poteva utilizzare solo il padre, probabilmente si sono resi conto che sono migliaia i padri che, semplicemente, se ne fottono dei figli che mettono al mondo.
Inoltre, cito testuale; “De la misma manera, el mencionado Decreto-Ley precisa que las cuantías de las referidas prestaciones mensuales no pueden ser inferiores al salario mínimo vigente en el país. En caso de que suceda así, serán elevadas a dicha cifra.
Además, si «la madre trabajadora percibe dos remuneraciones por tener más de un empleo, ya sea en su entidad o en otra distinta, tiene derecho a percibir la prestación económica y social por cada uno de los contratos de trabajo, en proporción al tiempo real trabajado”.
Inoltre la madre che abbia 2 figli in eta' di asilo si vedra' ridotto il “pago” dell’asilo stesso del 50%, mentre se i figli saranno 3....semplicemente non paghera' piu' nulla.
Anche le madre lavoratrici di aziende particular avranno i loro benefici. Benefici reali, uno sconto di ben il 50% sulle tasse che dovrebbero pagare come Impuestas Personales  tutte le lavoratrici che abbiano piu' di due figli al di sotto dei 17 anni.
Anche i cunetapropistas che, per mestiere, si occupano di assistere i bambini, (ricorderete che qualche settimana fa parlammo degli asili privati) avranno questi benefici, che saranno estesi anche a chi si occupa di gente malata e anziani, anche di questo avevamo parlato.
Si parla di una riduzione del 50% della quota minima che questi lavoratori per cuenta propria dovrebbero pagare. Cito ancora testuale; “Lo publicado hoy en la Gaceta Oficial forma parte del estudio y perfeccionamiento sistemático que sobre estos temas mantiene el Estado cubano con el propósito de atender los elevados niveles de envejecimiento de nuestra población y estimular la fecundidad en una perspectiva mediata. El desafío de incrementar la natalidad en Cuba continúa inaplazable.”
Mentre l'Italia e altri paesi del cosiddetto mondo civile effettuano pesanti tagli allo stato sociale, la piccola e povera Cuba investe quel poco che ha per la tutela delle madri, degli anziani e dei bambini.
Certo si obietterà che anche Mussolini favori', con procedimenti ad hoc, la crescita demografica ma si trattava di puri esercizi di propaganda politica fini a se stessi, mentre questo tipo di politiche Cuba le adotta da sempre.
Non lasciare nessuno indietro, camminare accanto a chi soffre e da solo non puo' farcela, anche questo e' Revolucion

M&S CASA PARTICULAR HA AGGIUNTO UNA CASA
CASA ROMA

18 commenti:

  1. Sono stati «due esemplari maschi di lupo appartenenti alla popolazione italiana» ad assalire nei boschi di Giaveno, poco più di un mese fa, una bassotta tedesca di 15 mesi e poi il suo padrone, che aveva cercato di difendere il piccolo animale dall’aggressione del branco. A certificare la natura dei predatori, sono le analisi del Dna compiute dall’Ispra, l’istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. «I profili genetici dei due lupi identificati risultano molto simili, denotando che potrebbe trattarsi di due individui strettamente imparentati». Quindi un branco. Questa volta si tratta di un’aggressione certificata, per quanto «singolare nel suo genere», che ha suscitato l’attenzione anche degli esperti. Da oltre cento anni non riguardava l'uomo, dicono.
    IL RACCONTO
    L’episodio era avvenuto in una zona isolata. Per difendere la sua cagnetta, aggredita lungo una strada sterrata in mezzo al bosco, Paolo Ferlanda, commerciante della zona, aveva afferrato un bastone. «Erano quattro lupi. Mentre tentavo di scacciarli e salvare la mia cagnetta, uno di loro mi ha azzannato la gamba». Il morso era andato a vuoto e i denti avevano forato i pantaloni. Il cane, ferito sul dorso, era stato curato dal veterinario. I lembi del pantalone e i peli del cane, prelevati dal veterinario, erano stati inviati all’Ispra da Federcaccia, da tempo in allarme per la presenza dei lupi in provincia di Torino, in particolare in Val di Susa e nel pinerolese. Preoccupazioni ingiustificate, invece, secondo gli animalisti.
    IL PARERE DELLO ZOOLOGO
    «Si è vero si tratta di un caso singolare, ma proprio per questo motivo impone delle riflessioni, al di là delle posizioni estreme tra chi considera il lupo il male assoluto, come il demone dagli occhi iniettati di sangue e chi lo vede come un bene assoluto, come se fosse un peluche» dice professore Marco Apollonio, zoologo dell’università di Sassari, tra i massimi esperti di lupi. E aggiunge: «Nel caso di Giaveno il lupo ha seguito l’istinto di predatore: essendo un carnivoro, mangia gli animali. In Italia sono piuttosto diffuse le aggressioni a cani e altri animali. I lupi vanno a caccia di prede. Per altro verso bisogna accertare il fatto che i grandi mammiferi, compreso il lupo, sono in crescita, come non accadeva da centinaia di anni. Perché le abitudini dell’uomo sono cambiate». Di certo è stata un’aggressione di «natura alimentare» verso l’altro animale, non all’uomo. «Il problema c’è e va affrontato con lucidità scientifica. Se si accetta la presenza di lupi in zone periurbane, lo Stato ne deve tenere conto e fare la sua parte. Ma con la consapevolezza che non è un peluche da accarezzare per una bella foto ricordo».
    I TIMORI DEI PASTORI
    Ma i pastori e i margari del Torinese sono in allarme per le continue sortite dei lupi. Nei giorni scorsi 120 di loro, hanno scritto una lettera aperta «alla politica piemontese», nella quale denunciano la sempre più difficile convivenza con il predatore delle Alpi. La vicenda di Giaveno è stata seguita da Federcaccia. «Come associazione - dice Alessandro Bassignana - ci siamo sempre interessati al problema del lupo, perché riteniamo che sia stato affrontato finora con eccessiva superficialità: i dati sulla sua presenza nel Torinese e altrove sono ampiamento sottostimati. Il caso di Giaveno ne è una conferma, malgrado altre segnalazioni arrivate in precedenza da quella zona siano state trattate con pregiudizio. I lupi ci sono e sono tanti. Il problema va gestito».

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  2. «Le mie giornate sono intrise di sofferenza e disperazione, non trovando più il senso della mia vita ora. Fermamente deciso, trovo più dignitoso e coerente, per la persona che sono, terminare questa mia agonia». È lo stesso Dj Fabo, in una lettera-testamento consegnata all’associazione Luca Coscioni prima dell’ultimo viaggio in Svizzera, a spiegare più chiaramente di mille dichiarazioni il senso e lo scopo della sua scelta drammatica. Per difendere, scrive, «il diritto sacrosanto di morire». Di lasciare una vita brillante e piena, quella di un artista, dj, motociclista per passione.
    LE MOTO E IL PRIMO INCIDENTE
    Nel congedarsi, Fabo parte dall’inizio: «Io, Fabiano Antoniani, Dj Fabo, nato a Milano 9 febbraio 1977, all’età di sette anni frequento la scuola di musica per imparare a suonare la chitarra. Da bambino spesso suonavo come primo chitarrista e partecipo a numerosi saggi. Visto il talento i miei genitori mi costringono a frequentare il Conservatorio di Milano, villa Simonetta, ma a causa del mio comportamento ribelle vengo espulso. Lascio il mondo della musica. Da sempre lavoratore, appena diplomato da geometra, inizio a lavorare per svariate aziende. Per otto anni lavoro con la mia seconda passione, il motocross, dove mi occupo del reparto commerciale del team supermotard Daverio (durante le competizioni più importanti: mondiale ed italiano) e contemporaneamente lo pratico come sport».
    LA VITA DA DJ
    «Nel 2009, a causa di un incidente durante una gara, sono costretto ad abbandonare il mondo del motocross. Contemporaneamente, in questi anni, mi trasferisco, nei periodi estivi, ad Ibiza per un periodo di studi dove ricomincio a lavorare con la musica più moderna. Forse a causa della magica influenza dell’isola, forse per vocazione, subito mi rendo conto che il mio unico e vero posto è dietro la consolle! È così che in un momento, ringraziando gli studi di musica del passato, la mia musicalità e le numerose conoscenze di dj set, in poco tempo inizio a suonare un po’ ovunque. Mi licenzio da un contratto a tempo indeterminato a Milano, ma ormai capisco che il mio posto è altrove. Per lavoro, passione e amore negli ultimi anni riesco a dividermi tra l’Italia e Goa, dove lavoro e vivo mantenendomi con la musica: scoperta per caso in uno dei viaggi più indimenticabili della mia vita (India), capisco che il mio posto e il mio futuro sarebbero stati in India. Mi trasferisco per otto mesi l’anno con la mia fidanzata e riconosco finalmente me stesso, dopo aver indossato numerosi abiti che mi andavano stretti».
    L’INCIDENTE E IL CALVARIO
    Il sogno di Dj Fabo sembra avverarsi, ma sta per trasformarsi in un incubo: «Purtroppo, in uno dei rientri in Italia, dopo aver suonato una sera in un locale di Milano, tornando a casa, un rovinoso incidente mi spezza i sogni e la mia vita». Diventa cieco e tetraplegico, immobilizzato su un letto. Ecco come si descrive, senza abbellire una realtà divenuta insopportabile: «Giovane adulto sempre vivace e vero amante della vita, non riesco a fare a meno degli amici per esserne al centro trascinandoli con me. Generoso, forse un po’ insicuro quando si tratta di scelte importanti da fare da solo. Vittima spesso della mia stessa vivacità, facilmente mi annoio, pronto a gettarmi per primo nelle situazioni più disparate. Un trascinatore. Incapace di sopportare il dolore sia fisico che mentale. Preferisco stare solo, ora, che non poter vivere come prima. Vivo oggi a casa di mia madre a Milano con una persona che ci aiuta e la mia fidanzata che passa più tempo possibile con me. Mi portano fuori ma spesso non ne ho voglia». Da qui il contatto con l’Associazione Luca Coscioni, e il viaggio con Marco Cappato verso la fine di un’agonia che non era più vita.

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    1. Sono nato con la musica dentro, è parte di me, come il mio cuore, le mie costole, il mio sangue...ne ho bisogno come l'acqua e il cibo... devi amare per suonare la musica, è il miglior mezzo per sopportare il tempo...la musica sconfigge la solitudine, la musica è l'unica promessa mantenuta, la musica è l'unica scommessa vinta, la musica è tutto, è la fine e l'inizio del viaggio...(JOE T VANNELLI)

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    2. La musica e' l'unica promessa mantenuta....VANGELO!

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  3. E' apprezzabile lo sforzo del governo, ma quanto viene elargito per mettere al mondo un figlio e mantenerlo non è direttamente proporzionale al costo reale per crescerlo...mantenere un figlio costa moooooolto di più di quanto il governo da, solo di culeros per un nino si spendono 8 cuc al pacco...senza contare zapatos, leche, andador, ropa, ecc ecc. purtroppo per realizzare la buona idea del governo cubano servirebbero molti più soldi.

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    1. Beh...fare un figlio e' una libera scelta, almeno dovrebbe esserlo, lo stato deve fare la sua parte ma il grosso, ovviamente, tocca alle famiglie

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  4. hola! sono misure che vanno nella direzione sperata ma cambieranno ben poco perchè l'unico sogno dei giovani cubani es irse para la yuma, non credono nel futuro del paese ed in questo sono come noi in questa latrina. Certo loro potenzialmente possono solo che migliorare, qui il miracilo c'è già stato ora il declino sarà lento ed inesorabile. chao Enrico

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    1. Il loro paese pero' ha tutte le potenzialita' per crescere, noi il meglio lo abbiamo gia' passato.
      Differenza non da poco.

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    2. Qui in Italia non siamo neppure più alla frutta , siamo al caffé ...amaro , e tra poco non avremo nemmeno più la tazzina per berlo.
      Abbiamo pagato i debiti dello stato , abbiamo pagato i debiti delle banche ,la voragine dei debiti altrui ci fagocita e che ci rimane ?
      La pensione non ci sarà più , nemmeno per quelli che già la prendono.
      Nemmeno più i ponti sotto i quali trovar riparo...è più nera di quanto si possa immaginare.
      Ormai siamo al punto del non ritorno :-(

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    3. Ma sai noi bene o male.....ma i giovani....

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    4. I gadani , come noi , con l'età del dattero sopravvivono ( ...é il termine appropriato ). Non c'é più futuro per tutti gli altri.

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  5. Fra poco o niente e' sempre meglio poco. Giuseppe

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    1. In fondo questo deve fare uno stato serio.
      Io ti pago le tasse e tu mi garantisci sanita', educazione, trasporti e Carabinieri....non credo sia troppo.

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  6. milco daccordissimo le tasse servono per questo ciccio simone il romagnolo

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  7. 1 marzo 2017 - TURKU (Fin)
    In isolamento. Nel braccio degli stupratori. Galeotti tenuti a distanza anche tra loro, a 230 chilometri: due nel più affollato carcere di Turku, tre in quello di Kylmakoski, vicino a Tampere, il luogo del delitto. I fatti: cinque titolari della nazionale cubana di volley, Osmany Uriarte (21 anni), Luis Sosa (21), Rolando Cepeda (27), Ricardo Calvo (20) e Abrahan A. Gavillan (21) sono stati condannati (ed un sesto, Dariel Miranda, assolto) in primo grado il 20 settembre scorso a 5 anni - uno solo a 4 - per violenza sessuale su una donna in un hotel di Tampere il 2 luglio 2016. Era la notte prima della partita di World League contro la Finlandia. Prove cruciali: il Dna e la testimonianza considerata credibile della donna, che secondo la ricostruzione della Polizia finlandese, è stata costretta ad avere rapporti sessuali con i cinque che l’avrebbero bloccata e tirata per i capelli mentre lei tentava di ribellarsi urlando. Le sevizie sarebbero durate un’ora e mezza (i video della sorveglianza coinciderebbero).
    Una veduta del carcere
    visite — I cubani hanno potuto ricevere, finora, le visite soltanto del loro ambasciatore e del presidente della federvolley nazionale. La Gazzetta non ha alcuna ragione di dubitare della sentenza emessa dal tribunale finlandese. E’ semplicemente andata a raccontare come vivono e cosa dicono i 5 giocatori di quella notte bollente finita in modo drammatico nella quale lo sport ha incrociato la cronaca nera. Un processo celere ha portato a una condanna pesantissima e il 16 maggio gli avvocati dei 5 proveranno ad attenuare se non a ribaltare la sentenza. E’ una brutta storia, dai risvolti sportivi, umani, politici (si lavora per l’estradizione). Una carriera lanciata verso l’Olimpiade, finita dietro le sbarre.
    ultima occasione — Ecco, dunque, la loro verità. Per il capitano Cepeda, i Giochi di Rio sarebbero stati l’approdo di una carriera che lo ha visto campione di club un anno fa in Grecia: "E’ terribile quanto stiamo vivendo. La qualificazione dopo 16 anni ci è costata, ma è tutto svanito per una leggerezza assurda. Sono stato orgoglioso di vedere i miei compagni comunque all’Olimpiade, al debutto contro la Russia, li spingevo da dentro una cella. Solo. Ci sono troppe strane coincidenze: hanno distrutto una squadra forte, cominciavamo a giocare all’estero. Il processo è stato svolto in un ambiente ostile: sarà perché siamo stranieri, giocatori e abbiamo la pelle scura, per aver detto parole cubane forse non traducibili, ma il giudice ha voluto credere solo a lei. Ogni vicenda che riguarda Cuba viene amplificata. Ho perso tutti i soldi guadagnati in Grecia. A Cuba non c’è Skype, mia moglie, mia mamma e i miei due figli devono andare a Mosca per collegarsi. Per una sola ora al mese. E’ già successo tre volte, lo rifaranno per il mio compleanno la prossima settimana. Il mio primo compleanno in carcere. Sono distrutto, ma comincio a reagire con i miei compagni: sono riuscito a fare pesi a -15° sotto la neve. Io cubano che non li facevo a più 20 gradi. La mia giornata vale una sola ora: dale 12 alle 13 quando posso cucinarmi alla cubana". Cepeda non si pente: "Siamo stati leggeri a fidarci, ho rovinato tutto in una notte. Noi cubani siamo troppo istintivi, le cose facili a volte costano carissimo".

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  8. da osmany a osmany — Tutto è cominciato con lo schiacciatore Uriarte: "Sono stato io a conoscere per primo questa donna, non pensavo ci avrebbe rovinato la vita e la carriera. Mi diceva 'mi piacciono quelli alti, di colore e sportivi'. Io non ho avuto il coraggio di guardare l’Olimpiade in Tv, è stata troppo dura per me. Ho visto il cielo solo dopo 7 mesi, non avevo la forza per uscire a prendere una boccata d’aria: non ho fatto altro che vedere film e film, e non posso ascoltare la musica salsa, perché in carcere non fanno entrare i Dvd non originali: ma a Cuba tutta la musica è pirata. Alle 16 il nostro giorno è finito, no non mi alzo alle 7 del mattino per andare in palestra".
    differenze — Da una parte la civilissima Finlandia con le sue rigidità e le sentenze esemplari alla luce di una legge contro la violenza sulle donne assai ferrea per troppi precedenti recenti causati da extra comunitari. Dall’altra un gruppo di cubani focosi tenuti lontani dagli altri detenuti per questioni di sicurezza. "C’è un atteggiamento ostile verso di noi" protesta Uriarte: "Considerati i peggiori criminali. Dobbiamo farci la doccia al freddo fuori, anche se abbiamo la porta aperta. Non ho soldi per telefonare, da un mese non ci riesco: neanche l’ambasciatore può darci nulla, c’è solo un conto ma entro un anno dobbiamo pagare 23.000 euro. E' un'esperienza orribile la mancanza di libertà. Mi manca troppo mia madre: mi sono tatuato 'l’amore di una madre è l’unico che dura per sempre'"
    macchia — Il timore di aver macchiato l’immagine della Rivoluzione non li sfiora: "Raul Castro non ci ha scritto, so che è morto Fidel, e dev’essere stato qualcosa di forte per l’isola. Non ho nulla di cui vergognarmi, solo mi sento pentito di aver conosciuto quella donna e coinvolto i miei compagni in questa brutta storia" saluta Uriarte: "Avrei voluto sfidare Juantorena ai Mondiali in Italia nel 2018, spero a Tokyo. Sul futuro non sappiamo nulla, siamo solo sospesi temporaneamente dalla federazione internazionale, io dopo Rio avrei dovuto giocare in Turchia". Stava cominciando un’altra storia per il volley caraibico ed invece, protesta Luis Sosa, "siamo sepolti, abbandonati, io salto anche la colazione. E’ tutta una funzione scenica quanto ci è successo, io non ho fatto sesso con quella donna. Speriamo che l’appello affronti il caso da un altro punto di vista. Ci ha scritto Pimienta, il nostro ex allenatore. Una grande storia di sport è stata rovinata. No, ho la forza di vedere pallavolo in Tv. Ora avrei dovuto essere in Argentina non in questa cella". Calvo ha appena compiuto 20 anni dentro, ha una fede santera "e tutti i giorni chiedo un aiuto per sopravvivere. Sarà che noi cubani ci siamo inalberati, parliamo troppo e velocemente e il giudice non ci voluto credere, ma c’è pregiudizio". Conferma Gavillan che in quei momenti cruciali del dibattimento "eravamo nervosi, forse abbiamo dato un’immagine di esuberanti e abbiamo sbagliato anche lì. Lei rideva di noi. E ci ha rovinato per sempre".

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  9. Mi ha molto sorpreso il dato sulla vecchiaia della popolazione ed ancor di più quello sul calo delle nascite, ad occhio avrei detto che sfornano bimbi a tutto spiano, mi sorprendono meno i provvedimenti a tutela dei più bisognosi, La Revolucion in questo non è assolutamente criticabile,
    ciao a tutti oggi a Milano è scoppiata la primavera
    Andrea M.

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  10. Anche in Piemonte gran giornata.
    Speriamo duri non ne potevo più di febbraio.

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