domenica 30 aprile 2017

NON HO RISPOSTE



Il dibattito sulla Cuba di oggi e su quella che diventera' domani e' oramai aperto da tempo.
Anche il nostro piccolo blog se ne occupa, a tempo perso.
A tempo perso perche' l'umile scriba e' sempre stato abituato, prima nei villaggi e poi nelle palestre, ad occuparsi e a risolvere problemi reali, situazioni che richiedevano una soluzione in tempi brevissimi.
Se in doccia non hai acqua calda, e non risolvi, in 2 ore hai la gente che inizia a sacramentare, se in villaggio il musicista fa cagare e non lo cambi in 2 giorni, iniziano ad arrivare le lamentele.
Per questa ragione faccio, come abito mentale, una certa fatica a discutere su concetti astratti, sul tempo che verra'.
Spesso mi sembra di discutere di aria fritta.
Cuba si presta perfettamente a questo tipo di situazione.
Come era prima non andava bene.
Ogni tanto qualche genio, per dimostrare la propria tesi di una Cuba moderna prima della rivoluzione, posta foto dell' Avana con le madamine (rigorosamente di pelle bianca) che passeggiano in Paseo&Prado col vestitino della festa.
Peccato che il tasso di alfabetizzazione era uno dei piu' bassi al mondo, non esistevano ospedali, la gente moriva di fame, un km fuori dalla citta' esistevano solo baracche di legno e le camere di tortura lavoravano a tempo pieno.
Quindi lasciamo perdere Batista e le sue sciagure.
Come e' oggi....non va bene.
Mancano prodotti nei negozi, gli ospedali non sono all'altezza (secondo quale termine di paragone e' tutto da stabilire), i programmi scolastici non sono in linea coi tempi (idem come sopra), la gente deve fare code per la spesa, fa caldo, ci sono i mosquitos e Cuba nella pelota da un po di tempo fa schifo.
Come sarà domani?
Mah....il capitalismo non va bene, il comunismo manco a parlarne, il Socialismo e' poco realizzabile, il liberismo non e' una dottrina che tutela i piu' deboli ecc....ecc....
Quindi o arrivano gli alieni ad imporre una nuova dottrina, oppure questa povera isola non sapra' mai quale strada prendere.
Quindi quale futuro per Cuba?
Avessi risposte a problemi come questi....che vecchiaia che passerei!
Secondo me moltissime cose introdotte dalla Rivoluzione sono patrimonio di tutto il popolo e andrebbero difese con le unghie e con i denti.
Per decenni siamo stati convinti di essere l'impero del bene in contraddizione con quello del male, poi l'impero del male e' caduto e....quello del bene ha iniziato ad andare dal culo.
Convinti come eravamo che solo il nostro sistema politico ed economico fosse quello giusto non ci siamo accorti che, neanche troppo lentamente, stavamo letteralmente saltando in aria.
Quindi direi che un sistema come il nostro non e' particolarmente consigliabile per Cuba.
Per decenni i giornali e i film ci hanno raccontato del grande sogno americano, del paese delle grandi opportunita'.
Poi vai a vedere e vedi che gli Usa sono il paese con la piu' alta percentuale al mondo di homeless, gente che ha perso tutto e vive in strada.
Vuoi buone scuole? Paghi.
Vuoi un minimo di tutela medica? Paghi.
Vuoi che tuo figlio faccia sport? Paghi.
Se non puoi permettertelo allora sarai sempre e per sempre un cittadino di serie B o C.
Quindi anche questo sistema politico non mi sentirei di proporlo e consigliarlo per Cuba.
I paesi latini a guida democratica hanno cercato, continuando a farlo, di trovare un'altra via di sviluppo.
Alcuni di questi tentativi hanno avuto successo come l'Uruguay e la Bolivia dimostrano.
Altri come Venezuela ed Ecuador soffrono pesantemente il crollo del prezzo del petrolio con tutte le conseguenze che questo ha comportato.
Brasile e Argentina hanno avuto grossi problemi di corruzione, perche' dove c'e' tanta marmellata la tentazione di ficcarci le dita dentro e' sempre grande.
Poi c'e' l'oriente.
Cina e Vietnam sono paesi che hanno visto crescere il loro pil in modo esponenziale pur mantenendo invariato il sistema politico Comunista.
Montanelli diceva che i Comunisti amano cosi' tanto i poveri che appena possono....li moltiplicano.
Mi pare che questi 2 paesi asiatici smentiscano l'ex cadetto della repubblica sociale.
Pare che, addirittura, in questi paesi abbiano smesso di mangiare i bambini....per la Corea del Nord non ci metterei la mano sul fuoco.
Pero' i cittadini di questi paesi sono disposti a lavorare duro 18 ore al giorno....non mi sembra il caso dei cubani.
Quindi quale strada dovrebbe seguire Cuba?
Personalmente inizierei a farla tornare ad essere un paese normale, quindi via Bloqueo e totale sovranità su tutto il territorio nazionale.
Poi possiamo parlare di libere elezioni e di quello che volete voi.
Certo l'ingombrante vicino del nord rappresenta un problema anche se Trump, vecchio sodale di Fidel con cui faceva affari quando era strettamente vietato, pare in altre faccende affaccendato.
Lo dico solo qua', poi questo post si autodistruggera' cancellando questo scritto....probabilmente vista l'alternativa della Clinton....anche io avrei votato Trump.
Certo con Sanders in pista sarebbe stata tutta un'altra cosa, ma e' anche vero che se mia nonna avesse avuto le ruote io ora sarei un tram.
La diaspora cubano americana, tolti i vecchi gusanitos e qualche nipote a ruota, non pare piu' interessata a un cambio drastico di guida politica sull'isola.
Quello che le nuove generazioni di espatriati vogliono e' che i loro parenti vivano bene, che una casita per loro sia belle che pronta e che possano viaggiare avanti e indre' senza problemi.
Da questo punto di vista pare che il tycoon non abbia rimesso, per ora, vecchi paletti.
Gli investitori statunitensi viaggiano per l'isola, le navi da crociera stelle e strisce attraccano nei porti cubani e, dopo i canadesi, i turisti yankee e confederati sono i maggiori visitatori dell'isola.
Come vedete non ho saputo dare alcuna risposta alla domanda sulla Cuba di domani.
Forse ci riuscirete voi.
Credo che alla fine fara' la sua strada, le sue scelte, con la schiena dritta, come sempre.

M&S CASA PARTICULAR HA AGGIUNTO UNA CASA

venerdì 28 aprile 2017

LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI


A giugno i Villans festeggeranno i 35 anni di vita con un clamoroso week end in un rifugio sopra Bardonecchia.
I 30 li abbiamo festeggiati a Senigallia, dove tutto nacque nel 1982.
Ricordo bene quella storica vacanza, avevamo 18/20 anni, il mondo era praticamente nelle nostre mani.
Una sera andava bene fare una cosa, un'altra andava bene farne un'altra, l'importante era stare insieme, divertirsi e caricare qualche fanciulla da portare in tenda.
Da ragazzi funzionava cosi', non so se oggi coi social e tutte le menate sia ancora la stessa cosa.
Una vacanza condivisa con altri rappresentava veramente il piacere di stare insieme, poi, ovviamente, col passare degli anni e col cammino dell'eta' le cose sono cambiate.
Si e' cominciato a lavorare, e' arrivata qualcuna un po' impegnativa, sono cambiati i parametri e la vacanza e' diventata un bene prezioso e raro, da manipolare come una cristalliera di Capodimonte.
Sono iniziate le vacanze con le donne che, diciamocelo, sono un bel rompimento di coglioni....
Il fatto di aver lavorato, per lustri, in luoghi di vacanza, mi ha consentito di vederne di tutti i colori.
Le coppie non sono piu' abituate a stare insieme, si lavora in 2 e ci si vede, a malapena, di sera, giusto il tempo di litigare con e per i figli.
Non si e' piu' abituati a passare ore insieme, la vacanza diventa un'ottima occasione per litigare dal mattino alla sera, non parliamo se ci sono anche nel mezzo dei bambini...
Poi le famiglie sono andate a puttane, e si e' iniziato a fare le vacanze con qualche amico in Thai, Brazil o a Cuba.
Le vacanze fatte con amici, in eta' avanzata, sono rischiose e particolarmente impegnative.
Intanto devi trovare una persona che la pensi esattamente come te sul tipo di vacanza che si va ad affrontare e non solo su quella.
Occorre briglia sciolta, se uno vuole fare una cosa e l'altro un'altra e' bene che ognuno viaggi sulla sua caretera, per magari rivedersi dopo qualche giorno.
Se si affitta un'auto insieme gia' questo discorso va a farsi benedire.
Ho visto e vedo quotidianamente, a Cuba, amicizie datate 40 anni saltare per aria.
Gente che ha condiviso una vita di lavoro, che ha passato ogni sorta di esperienza appoggiandosi a vicenda litigare irrimediabilmente per una fanciulla di 20 anni.
Amici cresciuti insieme che, dopo 3 giorni, di vacanza si mandano sonoramente a fare in culo per non riavvicinarsi piu'.
Vale per italiani, stranieri e italiani che vivono fuori dal paese...
Questa e' una delle ragioni per cui, tolti un paio di casi, la vacanza a Cuba l'ho sempre fatta da solo.
Coi miei Villans siamo amici da 40 anni, ma non vorrei uno di loro fra i piedi a Cuba, dovergli fare da tutor, sempre insieme...brrrr...mi viene freddo solo al pensarci....e siamo amici sul serio da una vita.
Per quanto mi riguarda la vacanza perfetta e' quella fatta da solo, potrei concepire anche il condividere qualcosa con qualcuno, fatto in un certo modo, ma condividere qualcosa e' ben lontano dal condividere un'intera vacanza.
La vacanza vuol dire anche fare cose e assumere stili di vita completamente differenti rispetto alla vita normale.
Almeno per me la vacanza e' anche questo.
Vedo in giro per la mia citta' cubana italiani che, anche di sera, girano in braghette, infradito e canottiera, cosa piuttosto insolita per noi paisa'.
Ci parli insieme e scopri che lavorano in banca o fanno gli assicuratori, tutto il santo giorno e tutti i giorni in giacca e cravatta....almeno in vacanza e' un sacrosanto diritto di ognuno il poter andare in giro col belino di fuori.
Proprio per il fatto che in vacanza si deve fare una vita differente rispetto a quella normale, ho imparato ad apprezzare il silenzio e anche una sorta di solitudine.
La solitudine terrorizza tre quarti della popolazione mondiale, ma questo perche' non e' una scelta, ma ce la si ritrova addosso nostro malgrado.
In palestra vedo e parlo con 200/250 persone ogni giorno.
La gente mi resta di media in sala un ora, un ora e mezza, la chiacchierata e' parte del mio lavoro.
Arrivo a sera che ho la lingua secca, un leggero mal di testa dal tanto parlare e tanto ascoltare.
Lo faccio volentieri, mi piace e poi, nolente o dolente e' parte del mio lavoro.
In vacanza, se posso, taccio....
Mi piace chiacchierare in casa, fuori con le fanciulle, con gli amici, con pochissimi turisti, ma per il resto mi godo la possibilita' di lasciare riposare la laringe.
Mi piace andare in giro per i cazzi miei, non ho bisogno di nessuno, non voglio rompicoglioni fra i piedi o gente per la quale io dovrei adattarmi a qualcosa.
Viaggio in solitario e viaggio bene.
Non avere una morosa o novia fissa mi consente di poter intrattenere rapporti con chiunque voglio, se ne avessi una stanziale sarebbe un problema anche solo salutare qualcuna, come ben sapete.
La sera o esco con qualcuna o me ne vado in giro al cazzeggio piu' completo, a volte faccio un salto al Bella Vista, mi bevo qualcosa al banco, saluto chi conosco e poi porto via i maroni.
Altre volte la stessa cosa al Ranchon.
Ho piacere di passare qualche serata con le amiche, ma anche andarmene in giro per i cazzi miei senza rendere conto a nessuno e' una gran bella cosa, credetemi.
Quasi sempre arrivo a sera avendo gia' dato....non cerco nessuna, non ho bisogno di nessuno.
Con alcuni amici mi piace farmi una mezzora di chiacchiera, ma dopo ho gia' la nalga stanca di stare seduto ed e' il momento di muovermi.
La mia vacanza non e' condivisibile da nessuno nel bene come nel male.
Palestra, piscina (o mare), gnanga, giretto, corsa in pista, lettura di un libro sul balance nel portal, cena, giro serale...
Ognuno di noi ha il sacrosanto dovere, a questa eta', di fare il tipo di vacanza che vuole senza doversi adattare a stili di vita e ritmi di altri.
Non sono interessato alla comunella di italiani che passano ore ed ore hablando mierda del mondo, non e' la mia gente, non e' la mia vacanza.
Dovessi passare 5/6 mesi a Cuba, senza un lavoro, il rischio di finire in quel giro sarebbe concreto, in qualche modo bisogna tirare sera, ed e' una delle ragioni per cui dopo 20 giorni salgo su un aereo.
Le vacanze sono sacre, uniche, irripetibili, coi tempi che corrono nel nostro paese nessuno di noi ha la certezza che dopo questa, a cadenza regolare, ce ne possa essere un'altra.
Per questa ragione vivo la mia vacanza come mi pare senza rendere conto a nessuno di cio' che faccio, completamente padrone della mia giornata.
Anche perche' poi si torna qua'...a parlare..parlare...ascoltare..ascoltare e a farsi andare bene, per lavoro, quasi tutti.
In vacanza no.....poca e selezionata gente....che mi sembra sempre troppa. 

M&S CASA PARTICULAR HA AGGIUNTO UNA CASA
HOSTAL FAMIGLIA GALLO 

martedì 25 aprile 2017

SCELTE STRANE

 

Durante questo ultimo mio soggiorno a Cuba ho potuto notare alcuni cambiamenti, in parte gia' segnalati a novembre, di cui si vedranno i risultati soltanto fra qualche tempo.
Mentre i provvedimenti messi in campo per l'esigenza, legittima, di avere un turismo decente e non fatto di accattonaggio mi trovano abbastanza concorde, pur con alcuni distinguo sui quali abbiamo gia' disquisito, altre medidas mi lasciano abbastanza perplesso.
Poi magari sono io che non sono in grado di comprenderli, forse sono giusti e lungimiranti loro anche se, al momento, non riesco a coglierne il nesso logico.
Il potere cubano, storicamente, ha sempre manifestato una paura fottuta nei confronti di categorie di cittadini che, in qualche modo, siano riuscite ad arricchirsi.
Di conseguenza appena gruppi di persone, legati a una professione, riescono ad emergere, puntualmente, arriva la mannaia.
Accadde negli anni d'oro di Varadero...chi c'era ricordera'.
E' accaduto con le case de renta.
Fino a 3 anni fa l'impuesta mensile fissa era di 150 cuc, che ci fossero o non ci fossero clienti, ora e' di 35.
Pagando un'abominio simile mensile restava poco da gozare per los duenos che, nei mesi di vacche grasse, dovevano ahorrare e mettere fieno in cascina per i momenti di carestia.
Il turismo, numericamente non era certo quello di oggi.
Appena i paladar hanno messo il naso fuori dal guano sono arrivati i controlli nei frigoriferi, le multe salatissime appena appariva una coda di langosta imboscata fra un pernil e una chuleta alta due dita.
Potrei fare decine di esempi.
Ora, sotto il mirino delle autorita', sono finiti gli intermediari agricoli.
Parlo di quella categoria di cubani che, ritirando il prodotto dai contadini o da altri intermediari, contribuivano a far alzare il prezzo del prodotto stesso.
Nessuno, neanche a Cuba, fa nulla per nulla, sempre qualcosa deve restare attaccato alle unghie.
Il prodotto dal guajiro al banco del mercato vedeva salire che di 5 volte il proprio prezzo, un po' come accade da noi dove ai contadini non si da' un cazzo e poi i pomodori li trovi al negozio a 5 euro al kg.
A Cuba non vanno mai molto per il sottile, visto che tutti i mercati, i banchetti in giro per le strade e i punti fissi di vendita compravano quasi sempre i prodotti da questi intermediari, non si e' trovato niente di meglio da fare che chiudere tutto e lasciare che sia solo lo stato, nei suoi punti di vendita ufficiali, ad occuparsi di vendere questi prodotti.
Visto che questi punti di vendita, almeno a Tunas, sono in centro, la gente deve partire alle prime luci del giorno per prendere il posto nella interminabile fila che si andra' inevitabilmente a formare.
Il tutto per 4 carote e 2 platani...
Non so come siano organizzati i barrios di altre citta' ma, vista la penuria di trasporti, questi carretti che vendevano verdura erano la soluzione del problema.
La gente, chi poteva permetterselo, pagava un po' di piu' i prodotti ma li aveva direttamente sotto casa, senza perdere mezza giornata buona in coda sotto il sole.
Ora questa gente, a meno di non affrontare caldo e canicola rinuncia all'insalata, i pomodori, la cool, il pepino....tutti prodotti indispensabili per la loro salute e per un'alimentazione equilibrata, visto i problemi di colesterolo che il plato fuerte regala a causa delle tonnellate di carne grassa che ogni cubano ingurgita ogni anno.
Sono medidas che oggi non risolvono il problema ma che domani avranno un costo ingente sulla sanita' con l'aggravarsi, anche a causa di una cattiva alimentazione, di certe problematiche, tipo il diabete, gia' molto diffuse nell'isola.
Tempo fa vi raccontai di quel chioschetto abbattuto sotto gli occhi di 6 poliziotti, se vogliamo cogliere un qualcosa di positivo da quella non edificante storia, e' che al posto di quel chioschetto ora c'e' il parco giochi per bimbi che vedete nella foto.
Da noi, probabilmente, quello spazio verde sarebbe finito nelle grinfie di qualche palazzinaro.
Altro problema e' stato quello del pane.
In citta' i panifici non sono molti, quindi al mattino presto c'era tanta gente che comprava pane da riempire una scatolone per poi andarlo a rivendere, in bicicletta, nei barrios cittadini, ovviamente maggiorandolo un po' di prezzo.
Gente che lo faceva senza licenza.
Tutti li avremo sentiti gridare “pan soaveeeeeee”.
Mano dura della legge e questi, per un certo periodo, erano spariti dalla circolazione col risultato che ci si e' ritrovati con tutta una fascia di popolazione rimasta priva del pane.
Chi abitava fuori mano, gli anziani, i bimbi a scuola ecc....
Tutti quelli che, esattamente come nel caso della frutta e verdura, non era in grado di scarpinare km, pagarsi un coche e fare ore di coda.
Si e' trovata la soluzione istituzionalizzando questi venditori di pane por la calle; licenza, impuesta da pagare ogni mese e...liberta' di vendita.
Fra l'altro per almeno 3 giorni, durante il mio soggiorno, questi non sono passati perche' i panifici non avevano la farina per fare il prodotto.
Sono dovuto andare da Dona Neli o in calle Colon dal mio amico panate' che vende a un peso il panino, cifra che il cubano di classe media o mediobassa fatica a permettersi.
Non si trova piu' nulla in giro, ogni tanto passa un coche con qualcosa di frutta o verdura, ma credo lo faccia di straforo rischiando con la policia.
Ne e' passato uno sotto casa addirittura con la papa, che a Cuba oramai e' piu' rara della trifola da noi.
12 pesos la libbra, un euro al kg, le ho prese io perche' non so quante famiglie cubane normali possano permettersi una simile spesa.
Sto' parlando di famiglie, non di cio' che noi turisti troviamo nei paladar...lo specifico perche' c'e' sempre chi fatica a mettere in fila i congiuntivi.
Sui corredor che proponevano case iniziando a guadagnare bene e sulle poche agenzie immobiliari dell'isola e' arrivata la mazzata, ricorderete che ne parlammo prima della mia partenza.
Probabilmente la morte del Comandante en jefe ha fatto si che si volesse dare un segnale forte e chiaro che le cose non sarebbero cambiate e che tutto sarebbe proseguito come sempre.
A volte sembra che tutto cambi per non cambiare nulla.

domenica 23 aprile 2017

IL DECORO


Gli Orishas, se siamo molto fortunati, possono camminare al nostro fianco, ma fino ad un certo punto.
Vi ho raccontato di un viaggio di andata divertente e dove tutto e' filato liscio come l'olio, cosa non scontata se devi prendere la tua auto, poi un volo per Parigi, un altro per La Habana, un taxi per il terminal e poi un auto fino a Tunas.
Murphy nelle sue leggendarie 3 leggi ci racconta che se una cosa va troppo bene....non dura.
Infatti la fortuna avuta nei voli l'ho, in parte, scontata in inmigration.
Storicamente, da quanto mi ricordo, sia quando gli uffici erano in quel caravanserraglio di Buenavista, che ora a la linea, il massimo tempo di attesa prima di risolvere le mie pratiche e' stato di 30/40 minuti.
Questa volta ci sono volute 4 ore tonde tonde.
C'e' da premettere che con la sciura siamo ci siamo presentati tardi negli uffici.
Ero arrivato di notte a casa, avevo disfatto le valigie, mi ero buttato in branda per qualche ora di sonno, alzandomi dopo le nove del mattino.
Un salto al banco per cambiare (1.04 pensavo peggio) e per comprare la marca da bollo da 40 cuc, quindi ci e siamo recati negli uffici.
L'organizzazione non e' mai stato il forte degli uffici statali di Las Tunas, mentre in altre citta' c'e' un ufficio per noi stranieri, un altro per i cubani che viaggiano e un altro per le case de renta, da noi e' tutto dentro lo stessa stanzina.
Se va bene sono 2 funzionarie a stare dietro alle cose, altrimenti una sola.
Arriviamo quindi sul tardi, davanti a noi non e' che ci fosse tanta gente, ma c'era una cubana con alcuni parenti e un bimbo.
Al bimbo parlavano in italiano quindi suppongo fosse la moglie di un pasia'.
La ragazza aveva avuto un ischemia, era letteralmente sorretta dai parenti, non so quali papeles dovesse fare ma dentro l'ufficio c'e' stata un ora e mezza.
Siamo arrivati quindi allegramente a mezzogiorno.
Vuoi che le solerti dipendenti statali saltino l'almuerzo?
Vogliamo farle morire di fame?
Spariti tutti fino all'una.....e noi li' come pirla ad aspettare.
Passiamo intorno alle 14.30, entro in ufficio, colgo subito un aria di scazzo pesante, solitamente faccio un po' il piacione quando entro in quegli uffici, ma mi sono subito reso conto che, quella volta, non era il caso.
Una tipa si lamentava dell'eccesso di lavoro dicendo all'altra che pensava di chiedere la baja.
Andiamo bene....
Dovete sapere che, pur possedendo a Cuba 2 paia di bermuda al ginocchio, quasi sempre vado in giro con calzoncini a mezza coscia tanto che a volte c'e' chi mi chiede, per scherzare, a che ora inizia la partita.
Con un paio di quelle braghette mi sono presentato all'inmigration, le stesse le avevo addosso in banca e nessuno mi ha detto nulla.
La negra che c'era in inmigration mi squadra con occhio maligno e mi dice che, per questa volta, mi “attendeva” ma che la prossima volta se mi presentavo coi pantaloncini non mi avrebbe piu' fatto entrare in ufficio.
In 17 anni nessuno mi aveva mai rotto i coglioni per questa faccenda, so che ci sono un paio di locali in citta' dove occorrono i pantaloni lunghi per entrare, ma sono locali che non frequento perche' ci tengo al mio fegato.
Di sera ho sempre la braga lunga.
Comunque capisco che non era aria di fare discussioni, le dico che non ci avevo fatto caso e che la prossima volta sarei certamente arrivato almeno con le bermuda.
La negra mi ricorda che mi trovo in una installazione militare (!), che ero tenuto ad attenermi alle norme di decoro a cui si devono attenere i cubani.
Nulla da dire, paese che vai usanza che trovi, certo mi piacerebbe che anche nel mio paese gli stranieri si attenessero al nostro modo di vivere, ma mi rendo conto che non e' il caso di sollevare il coperchio al vaso di Pandora.
Ho chiuso la bocca aspettando che mi consegnasse la A2 senza ulteriori discussioni, onde evitare rappresaglie...cartacee.
Il decoro.
Bella questa....
Il cubano ha questa mania per la formalita' apparente, dico apparente perché le cose sono poi, nella realta' di tutti i giorni, un tantino differenti.
Se devo scendere in Italia al negozio sotto casa per comprare il latte lo posso fare anche in canottiera e braghette senza che nessuno si stupisca, invece il/la cubano/a anche se deve attraversare la strada, cerca di farlo vestito/a di tutto punto.
Il solito discorso del chisme, se vai in giro un po' trasandato, secondo i loro canoni, la gente puo' pensare che te la stai passando male e...critica...critica...
Io, che del giudizio della gente me ne fotto da decenni, mi sono comunque dovuto adeguare al loro modo di vedere le cose.
Ricordo che, anni fa, ero ai miei primi viaggi a Cuba, giravo per la casa de renta a dorso nudo e con un asciugamano messo a pareo.
Ero in vacanza e faceva un caldo boia, la duena mi fece gentilmente notare che da loro non si usava...e mi sono adeguato.
Pero' e' strano, in un paese dove tutti tirano a fottere tutti, dove chiunque cerca di passarti davanti in coda, dove non c'e' vergogna per niente e per nessuno, dove se possono metterti a pecora non si fanno nessun problema, che 10 centimetri di pelle della gamba scoperti possano urtare le altrui sensibilita'.
Ovviamente mi adeguero', e' giusto che se ai cubani e' impedito di entrare in certi locali senza un abbigliamento adeguato, le stesse regole debbano valere anche per noi.
Il bello e' che sono sempre andato in braghette all'inmigration e nessuno mi aveva mai rotto le palle.
Forse era il giorno sbagliato......puo' capitare.

venerdì 21 aprile 2017

RENTA, CASE, AGENZIE ECC...


Durante questo ultimo giro a Cuba ho notato alcune differenze rispetto al viaggio precedente, per quanto riguarda sia le case de renta che la compravendita di abitazioni.
Per quanto riguarda le case de renta si e' ulteriormente allargato il panico dovuto all'arresto, con relativa chiusura della casa, di alcune duenas piu' o meno storiche.
In particolare una che conosco bene.
Fui ospite di quella casa prima ancora che diventasse de renta, zona centralissima, un cuarto al piano terra e un bel appartamento al primo piano, dove soggiornai.
Lei e' sempre stata border line, c'e' sempre stato qualche casino da quelle parti, ora pare che sia stata arrestata per un “problema” fra un tedesco e una minore.
In piu' pare che avesse molti debiti, per pagarli dovesse chiudere non uno ma entrambi gli occhi pur di tenersi il cliente.
E' un'amica, alla fine non ha ammazzato nessuno, spero riesca in qualche modo a cavarsela.
Come dicevo la tolleranza nei confronti delle duenas che si “dimenticano” di puntare le fanciulle, in citta', e' giunta ai minimi termini.
In inmigration, mentre aspettavo il mio turno per la visa A2, c'erano alcuni duenos che parlavano proprio del fatto che i clienti, specificatamente italiani, non volevano la puntatura minacciando di andarsene.
Poi la fanciulla e' stata puntata e il cliente e' rimasto anche perche' la situazione e' simile ovunque.
Molti, durante le memorabili chiacchierate al parque, affermano che nella loro casa fanno quello che vogliono....balle.
Intanto se fosse vero occorrerebbe avere il neurone sano da non andarlo a raccontare in giro, poi i tizi non si limiterebbero a stare sempre con la stessa....ma cambierebbero, situazione che, oggi, pochi riescono a far diventare realta'.
Diciamo che in linea generale la fanciulla viene puntata in quasi tutte le case; ragazzi c'e' la galera, il ritiro della patente e, a volte, il sequestro della casa, non c'e' un cazzo da scherzare.....
Poi, una volta che una fanciulla e' puntata, volendo, possono esistere piccoli margini di....movimento.
Nel momento in cui, in inmigration o durante una visita ispettiva, nel registro sotto i dati del turista che, magari, si e' fermato 20 giorni, non c'e' nessun nome femminile e' normale che....non ci creda nessuno.
Se invece una e' puntata, esiste un piccolo margine di manovra....un margine che non deve andare oltre l'ora e in determinati momenti della giornata....non di piu'.
Ricordo che il turista puo' frequentare differenti fanciulle, a patto di annotarle sul registro che, ad ogni nuovo arrivo, deve essere portato in inmigration in modo che chi di dovere prenda atto...della situazione.
Situazione pesante....anche se esistono numerose case illegali dove e' possibile un certo tipo di movimento.
Le licenze delle renta vengono date molto facilmente, ma nessuno spiega a chi le gestisce quali gli atteggiamenti da adottare e le pene che si rischiano in caso che non si ottemperi a determinate normative.
Durante le ultime riunioni periodiche che vengono fatte coi duenos delle case de renta, si richiede di verificare se i turisti ospitati portano o fanno uso di droghe.
Il problema e' che, ammesso e non concesso che la droga riesca a passare l'aeroporto, nessuna duena ha il diritto di ficcare il naso nei bagagli del turista, quindi a meno che questo non si faccia le canne in casa risulta difficile sapere se il problema sussiste o meno.
Mi dicono che in altre citta' tipo Santiago la situazione delle puntature sia mas floha, ma l'attendibilita' di certi personaggi che riportano queste notizie e' tutta da verificare.
So per certo che a Camaguey nella zona centrale puntano anche los mosquitos.
Passando alla compravendita di case ho potuto notare una forte diminuzione dei cartelli “se vende” piazzati fuori dalle case, in attesa che qualcuno li prenda in considerazione.
Credo che la cosa sia da mettere in relazione con la fine della cuccagna “pie' seco, pie' mojado”.
Molti volevano vendersi il solo bene che possedevano per tentare la fortuna in terra confederata.
I parenti li avrebbero accolti per una settimana, un mese, ma poi “fuori dai coglioni e cammina con le tue gambe.”
Per questa ragione era imprescindibile avere un “fondo” a cui attingere durante il primo anno, giusto il tempo per sistemarsi o per capire che l'exterior era troppo impegnativo ed era meglio tornare a casa.
Infatti molti che hanno venduto una casa grande, coi proventi, hanno preso un appartamentino magari in un doce planta, giusto per lasciare l'uscio in filino aperto per un eventuale rientro nel caso che le cose non avessero funzionato a dovere all'estero.
Ora le case in vendita sono sempre tante ma meno di prima.
Fra le altre cose la Gazeta Oficial ha pubblicato le nuove norme impositive nei casi di compravendita.
Il tutto per bypassare il discorso del 4% dovuto allo stato da chi vende e chi compera, discorso che NESSUNO rispettava.
Si denunciava una vendita a cifre molto inferiori a quelle reali in modo che l'imposta fosse decisamente piu' bassa.
Ora, coi nuovi parametri, anche questa cuccagna e' finita, e' lo stato a stabilire una sorta di valore alla casa che si va a comprare, il pago sara' di conseguenza.
A Las Tunas ha aperto la prima agenzia immobiliare, ho visto casualmente l'insegna e l'ho fotografata.
In zona centrale, un ufficio con un tipo attempato dentro che pigiava i tasti di un pc portatile.
Esiste regolare licenza per questa attivita', avevamo parlato dei problemi che hanno avuto alcune agenzie a La Habana, come ho avuto gia' modo di dire e' un bel business.
Capitale investito poco o nulla, provvigione da chi vende e chi compera.
Chi vende ha una possibilita' in piu' di accedere a dei compratori, chi compera la possibilita' di vedersi proporre case funzionali alle proprie richieste senza fare 3000 giri inutili vedendo grotte o porcherie varie.
Ovviamente attivita' accessibile a cubani o stranieri in possesso di Residenza Permanente .
L'agenzia a Tunas e' stata una novita' che mi ha sorpreso....oramai le differenze fra la mia citta e' le altre dell'isola, tolta la capitale, sono oramai davvero minime.
Questo a volte e' un bene, altre un male, dipende dai punti di vista. 

 

mercoledì 19 aprile 2017

ANCORA TUTELATI?




Storicamente il turista, a Cuba, ha sempre goduto di una protezione che lo ha situato in una sorta di zona franca fra il come veniva trattato lui, e come vengono invece risolti i problemi quando di mezzo ci sono i cubani.
Sotto un certo punto di vista e' una cosa normale, ogni paese che vive di turismo ha l'obbligo morale ed...economico di salvaguardare chi rappresenta una sorta di bene assoluto.
Potrei citare casi che conosco personalmente.
Tempo fa, qualcuno ricordera' perche' postai il documento de la policia cubana, mi feci togliere una multa che un policia negron singao mi aveva rifilato.
Multa sacrosanta, ero in scooter in pieno contromano, avevo dietro sul sellino una quarta abbondante che si appoggiava sulla mia schiena...e' facile confondere la viabilita' in certi casi...
Il problema non fu la multa, ripeto giusta, ma l'atteggiamento sprezzante del policia, tanto che a un certo punto gli chiesi se avesse problemi coi turisti.
Il tipo compilo' la multa, 60 cuc, 30 se pagati entro 36 ore, con varie correzioni tanto che fu proprio l'amico che renta gli scooter a suggerirmi di fare un salto a la terzera.
Trovai 4 donne in uniforme in un ufficio, spiegai la cosa poi ci mettemmo a parlare dei loro figli, dell'universita' e di cose simili, dopo mezzora la multa era cancellata.
Non per i 30 cuc ma per l'atteggiamento da stronzo del policia, probabilmente ad un cubano non l'avrebbero tolta.
Una decina di anni fa ad un amico una fanciulla sfilo' la carta di credito, con la complicita' del cassiere del banco gli barbarono 800 dollari.
L'amico fece denuncia, la tipa pinzata, il cassiere preso e, anche se con parecchio ritardo il denaro torno' al mio amico, en moneda nacional.
Sono solo pochi esempi che pero' denotano il famoso occhio di riguardo nei nostri confronti che, da sempre, Cuba riesce a regalarci.
Ma e' ancora cosi?
Voglio dire, con la massa di idioti che ammorba l'isola, e' ancora giusto che le autorita' cubane ci favoriscano e facciano valere per noi regole che per i cubani non valgono?
Ultimamente, a Las Tunas, un paio di italiani sono stati accompagnati in aeroporto con foglio di via e un periodo di non rientro nell'isola non ben precisato...pare 2 anni, ma non ne sarei comunque sicuro.
Uno e' un nordico che, dopo un litigio con un albanil, lo minaccio' pesantemente.
Conosco il tipo, e' fatto a modo suo, pensa che coi soldi tutto sia lecito ma non e' affatto una cattiva persona, probabilmente gli e' partita la brocca...puo' capitare.
Sul secondo sono un po' piu' ferrato, al di la' della immani cazzate che si leggono in giro
Ometto il nome malgrado lui per primo, su un gruppo fb abbia raccontato la sua versione della storia, con tanto di nome e cognome.
Dico cio' che si puo' e si deve dire, ma la storia e' molto piu' larga.
Il tipo aveva un paladar, prima in un buco poi, in un locale piu' grande accanto al primo che aveva acquistato e, dopo alcuni lavori, adibito a nuovo paladar.
Quando operava nel buco, spinto incautamente dai racconti di alcuni paisa', andai a mangiare un piatto di pasta.
Credo che lo raccontai anche sul blog, diciamo con molta, molta, molta generosita' che non si trattava, dietro ai fornelli, di un seguace di Canavacciuolo....e qua' mi fermo.
Dopo il trasferimento nel nuovo locale la moglie decise che era il momento di camminare da sola, lo denuncio' per violenza domestica e ora il tipo, a suo dire, per almeno 2 anni non puo' rientrare nel paese.
Lo conobbi al tempo della mia non memorabile spaghettata, un romano, a occhio un bravo ragazzo ma a volte un occhiata e 2 parole non sono sufficienti per dare il prezzo ad una persona.
A suo dire spese oltre 30 mila cuc per acquistare e rimettere a posto il locale.
Non aveva la residenza permanente pue essendo sposato, quindi il tutto era a nome della signora che, se non ho capito male, arrivava da un campo fuori Tunas.
Era gia' stato sposato una volta, ma pare si fosse trattato di un matrimonio farlocco al solo scopo di ottenere la Residenza Permanente.
Queste cose, forse possono funzionare nella capitale, una grande citta' dove e' difficile tenere tutto sotto controllo, ma a Las Tunas e' ben difficile in questi casi portare a casa la ghirba.
Chi di dovere fa qualche domanda nel barrio e subito la verita' salta fuori.
Recentemente hanno negato la RP ad un amico che vive a Tunas da 15 anni, sposato ma non convivente sotto lo stesso tetto della di lui signora....piccola indagine e ciao RP.
Quindi, malgrado cio' che il tipo racconta, non gli fu mai data la residenza, ne' quella volta ne' ora con la nuova moglie.
Quindi tutto intestato a lei che, quando i lavori sono terminati, ha pensato bene che era il momento che il maritino mollasse il malloppo dopo aver svolto al meglio il suo compito.
Sulla denuncia per percosse non voglio dire nulla, non so nulla, non ho prove di nulla ne' e' mio interesse averne, verita' o menzogna e' sicuro che in inmigration hanno fatto 2 piu' due.
All'episodio del matrimonio per convenienza ci hanno aggiunto questa faccenda e cosi' il tipo si e' ritrovato, in bolletta, su un aereo con destino Italia.
Fra le altre cose senza la RP non e' possibile fare alcun lavoro a Cuba, non si possono chiedere licenze, pagare la seguridad sociales ed essere in regola con le leggi del paese.
Neanche cucinare....o quello che era.
Non oggi, non domani ma dopodomani l'avrebbero comunque sgamato...in un posto come Tunas poi....
Spero che abbia la forza di rialzarsi perche' la botta e' stata notevole, quando metti sul piatto tutto cio che hai e ti ritrovi fuori dai giochi, escluso dalla persona di cui ti fidavi ciecamente, non e' facile riuscire a metabolizzare tutto.
Ci vorra' del tempo, pazienza e magari qualche idea sul come rialzarsi in modo fattivo.
Alla fine sono solo soldi, si puo' e si deve andare oltre.
Quindi in questi 2 casi non si puo' certo dire che Cuba si sia accanita contro degli innocenti, semplicemente dai e dai alla fine si fa un conto unico.
A questo giro ho ritrovato a Tunas il torinese che nel viaggio precedente, all'aeroporto di Holguin, (ne avevo parlato) si era fottuto uno smartphone di un altro italiano, ricorderete che la policia lo aveva pinzato in pieno giorno in citta'.
Viaggia tranquillo pontificando su tutto e tutti come se nulla fosse successo.....beh sicuramente sul suo groppone pesa un grande cartellino giallo, alla prossima cazzata chao pescao.
Credo che una buona tutela da parte della policia nei nostri confronti esista ancora, e' finita sicuramente la quasi impunita' di un tempo, mi pare anche giusto.
C'e' anche da dire che siamo comunque sempre sotto la loro lente di ingrandimento.
Mario della spaghetteria, Carlo e Antonello del Bella Vita, gli amici de La Romana sanno che e' loro consentito di sgarrare poco o nulla, molto meno rispetto a locali simili gestiti da cubani.
A Grande Torino ogni 20 giorni passa un ispettore, non mi risulta succeda lo stesso in altre case de renta.
Il fatto che siamo stranieri, l'invidia, il chisme, il fatto che comunque nessuno ci ha invitati e tante altre cose fanno di noi dei soggetti interessanti.
Forse troppo.

M&S CASA PARTICULAR HA AGGIUNTO UNA CASA

domenica 16 aprile 2017

PIU' CHE LA META, IL VIAGGIO


Mercoledì, il giorno dopo il mio rientro, e' partito un mio istruttore per un mese a zonzo per la Spagna, ve ne avevo parlato.
Gli ho inviato un messaggio, “ricordati che per il vero viaggiatore piu' che la meta e' importante il viaggio”.
Viaggiare vuole dire tante cose.
Se tutti potessimo viaggiare e magari scopare di piu', non ci sarebbero tutte queste menate dei social, gli sfigati che bivaccano sul web e chi si prende l'anno sabbatico che poi diventano 2...3...
Il viaggio deve essere sopratutto un cammino al di fuori di noi stessi, la persona che parte deve lasciare a casa il se stesso che resta.
Il lavoro, le menate, le preoccupazioni, i conti da pagare, le scadenze e tutto cio' che rende la nostra vita un luogo complicato.
Poter viaggiare e' una fortuna, un privilegio, un qualcosa che ci cambia la vita che ci rende migliori.
Ognuno di noi ha il suo viaggio del cuore, anzi in realta' sono due; uno quello che si e' riusciti a fare e l'altro quello che si vorrebbe fare ma che spesso rimane nel dolce angolo dei desideri.
Per quello che mi riguarda in quest'ultimo angolo c'e' il Sud Africa.
Me ne fece innamorare Wilbur Smith coi suoi romanzi e racconti, chissa' se prima o poi faro' rotta da quelle parti.
Come dicevo sono stato fortunato a poter girare tanto mondo, per lavoro o per diletto.
Verso Cuba ci sono stati viaggi interminabili, altri conditi con ritardi vergognosi, ed altri in cui tutto e' filato per il verso giusto.
L'ultimo, che vi vado a raccontare, lo posso tranquillamente annoverare fra questi ultimi.
Sarebbe carino che ognuno raccontasse un proprio viaggio, bello o brutto che sia stato, condividere in un luogo sano come questo un esperienza importante puo' essere interessante.
Lunedì 20 marzo sono partito direttamente da Valgioie, con la mia macchina, con destino l'aeroporto di Caselle.
Avendo la palestra a poco piu' di un km dallo scalo, ho il piacere di avere 6/7 clienti che ci lavorano.
Qualche finanziere, qualche commessa dei negozi e il capo elettricista.
Ho trattato bene quest'ultimo quando ha sottoscritto da noi l'abbonamento annuale, cosi' il tipo mi dice di parcheggiare l'auto dentro lo scalo nel parcheggio destinato al personale, non ci sarebbero stati problemi.
Non solo, viene a prendermi all'ingresso, mi accompagna al check dove avevo davanti una persona, il metal lo faccio nella corsia a parte, cosi' come ho accesso alla sala vip dell'aeroporto....pasticcini e bevande a josa.
Un buon amico serve sempre.
Quel giorno c'era lo sciopero dell'Alitalia e di altre sigle, il volo per Parigi partiva con mezzora di ritardo.
Il Torino-Parigi del lunedì mattina e' essenzialmente un volo di lavoro, tutti vestiti di scuro, col tablet acceso fino alle soglie dell'imbarco.
Facce serie di chi deve affrontare una settimana di lavoro, una montagna da scalare.
Tutti meno il vostro umile scriba che, con la sua felpa rossa con cappuccio stile universita' americana e i suoi jeans grunge, era la sola nota di colore del volo.
Volo City Jet, credo sia una compagnia di low cost irlandese che lavora con Air France per il corto raggio.
Arriviamo al solito terminal periferico nello scalo parigino, ho un ora prima del volo per La Habana, tempo di prendere la navetta e di recarmi al gate.
Arrivo e c'e' una coda da paura.
BP e Neos per smaltire un simile guazzabuglio ci metterebbero minimo un ora, invece, grazie ai lettori su cui posizionare il biglietto prima di imbarcarsi, dopo poco piu' di 10 minuti sono seduto al mio posto.
Air France e' un bel volare.
Schermo nella parte posteriore del sedile avanti, solo per te, una ventina di film in italiano, centinaia in altri idiomi.
Ho passato il volo vedendo 2 film in italiano, uno in spagnolo e uno in inglese, il tutto intervallato dalla lettura di un libro preso in aeroporto sul comportamento dei caschi blu olandesi durante la strage di Srebrenica, nella guerra dei Balcani.
Roba leggera....
Il solo appunto, che gia' feci la volta scorsa, e' che al di fuori dei pasti il personale di bordo letteralmente sparisce, se vuoi qualcosa devi andare a chiederglielo.
Arriviamo a La Habana poco dopo le 19 in perfetto orario.
Ci sono state occasioni in cui ci ho messo anche un ora e mezza per uscire dallo scalo, magari arrivavano 4 aerei insieme e il tutto si trasformava in un girone dantesco.
Questa volta gli Orishas hanno camminato al mio fianco.
All'aduana ho beccato una fila di una sola persona...., al metal infilato in quella complicata location, ero il primo.
10/15 minuti di attesa per il bagaglio, nessuno mi ha rotto le palle mentre uscivo malgrado avessi in valigia la consueta Esselunga.
In meno di 20 minuti ero fuori.
Vedo un omino con un cartello col mio nome scritto.
Andrea di Casa Zule, con cui M&S collabora molto, mi aveva inviato il suo chauffeur per il transfert fino al terminal Viazul.
Fra l'altro ha....offerto Andrea, che ringrazio sentitamente.
Alle 20 ero davanti al terminal, c'erano i soliti ragazzi coi tur che fanno macchinate verso oriente, ma ci vuole fortuna.
Se non ci fosse stata gente che voleva viaggiare, avrei dovuto attendere qualche ora per l'ultimo Viazul.
Come dicevo, gli Orishas viaggiavano al mio fianco.
A questo punto la cosa potrebbe sembrare una di quelle barzellette “ ci sono un italiano, un francese, un tedesco e un inglese che...”.
Un equipaggio era praticamente fatto, mancava solo una persona e io cadevo a fagiolo.
Un giovane francese che lavora in una agenzia di viaggi in Colombia, andava a Santiago a trovare il padre che vive li'.
Tur nuovo di pacca, partiamo l'autista, io e il giovane francese per centro Havana a prendere una messicana.
Una ministra di qualche culto battista in giro per l'isola per una serie di appuntamenti di predicazione.
Andava a Bayamo da cui avrebbe raggiunto Manzanillo.
Equipaggio fatto; io e la ministra abbiamo pagato 50 mentre il francese 80.
Viaggio tranquillo, il tipo guidava senza esagerare, un paio di stop in qualche rapidito mi hanno destato dalla mia roncata abituale in queste situazioni.
A Camaguey e' cambiato il chauffeur, il nuovo autista era un tipo loquace, fin troppo.
Raccontava che ogni tanto, per mantenere l'ordine coniugale, qualche cartone alla moglie lo tirava.....meno male che la ministra battista dormiva altrimenti scoppiava una Cambogia...
Alle 3.30 mi hanno depositato davanti a casa dove la famiglia mi aspettava, fatico a sperare che un viaggio possa filare piu' liscio di cosi'.

Al ritorno Viazul preso alle 2 del mattino da Tunas, come sempre ho dormito fino a S.Clara poi mi sono goduto la Cuba che mi avvicinava alla Capitale.
Arrivato puntuale, ho pranzato in quel bel localino che c'e' a destra del terminal, alle 15 e' passato a prendermi lo stesso autista dell'andata, chiamato e foraggiato questa volta da me.
Abbiamo fatto il giro di mezza Havana per fare benzina, ma pare que la gasolina se acabo'...infatti ha messo nel serbatoio la gasolina motor.
Volo regolare, notturno, in gran parte passato dormendo.
A Parigi spostamento in un terminal molto periferico, il G.
Mezzora di ritardo anche questa volta, c'era una bella sala d'aspetto con locali, bar, pasticcerie....in un terminal perso nel nulla....non sembra proprio un nostro aeroporto....
Il volo mezzo pieno di catalani che andavano allo stadio, all'arrivo, dopo aver come sempre aperto la valigia davanti ai finanzieri, ho preso la mia auto e....sono andato direttamente in palestra a lavorare...fino a sera.
Per molti il viaggiare e' soltanto lo spostarsi da un luogo a un altro, non sanno cosa si perdono...

venerdì 14 aprile 2017

QUALE TURISMO?


La vita ricomincia come sempre esattamente dal dove l'avevamo lasciata, in fondo e' giusto cosi'.
Ho ricominciato a correre dietro alle lancette dell'orologio, godendo del bel tempo di questi giorni, ad ogni ritorno serve sempre qualche giorno per riorganizzarsi.
Volevo approfondire il concetto espresso l'altro giorno riguardante il tramonto di un certo modo di fare vacanza a Cuba.
Come ho scritto la situazione tunera (ma che probabilmente riguarda tutta l'isola) e' abbastanza in linea con quanto vi raccontai a novembre, pare che certe decisioni siano non piu' legate alla stagionalita' ma oramai parte del nuovo modo di vedere le cose da parte di chi amministra la citta'.
Ne ho parlato con alcuni italiani residenti, gente che per 12 mesi all'anno vive in citta', ha famiglia, una casa de renta o un paladar ed e' in contatto diretto periodico con l'inmigration o comunque con chi prende decisioni importanti.
Si e' scelto, irrevocabilmente, di non favorire in alcun modo, quando non di contrastare, un certo tipo di turismo che oramai non apporta nulla creando solo problemi.
Il turismo e' un meccanismo piuttosto semplice; un hotel, un villaggio, una citta', una nazione fornisce tutta una serie di servizi ed intrattenimenti che hanno un costo, compreso quello di mantenere inalterato il contesto naturale.
Chi vuole usufruire di questi servizi ed intrattenimenti paga, in questo modo chi fornisce il tutto ha il suo tornaconto mentre il turista si gode la sua meritata vacanza....pagando il dovuto.
Nel momento in cui il primo attore della scena fornisce il tutto ma il secondo vuole approfittarne senza pagare...a quel punto e' logico che i fattori si modifichino.
E brutto dirlo, chi segue il blog sa che non mi piace etichettare le persone, men che meno in funzione del luogo da dove provengono, ma certi provvedimenti sono stati presi proprio per la presenza di una folta comunita' italiana in citta'.
I canadesi, ad esempio, si fermano solitamente 6 mesi in citta', hanno una novia fissa che frequentano senza troppa costanza, svuotano le cantine, passano i fine settimana nei resort sulla playa e svolgono il loro ruolo di turisti a tempo pieno a tutto tondo.
Lo stesso si puo' dire di tedeschi e israeliani.
Il problema, ripeto, siamo noi italiani, lo dico, come sempre, senza generalizzare perche' c'e' gente che si gode la sua vacanza al meglio e questi non sono certo un problema.
Quale interesse puo' avere Cuba a tenersi un turismo fatto di gente che oramai non punta piu' soltanto ad ahorrare il cuc ma punta a farlo coi pesos cubani?
Che turismo e' quello che pranza e cena in garages, locali semisconosciuti anche ai cubani con un plato fuerte a 25 pesos?
Case de renta a 6/7 cuc al giorno, mai visti in un ristorante, mai visti in una tienda in divisa, mai visti con una lattina di refresco in mano.
Ognuno e' dueno del proprio borsillo e sa quello che puo' spendere, non e' mio compito dare giudizi di merito ma la citta' puo' fare a meno di chi stanzia budget mensili di 500 cuc compresa la casa de renta.
Per questa ragione si e' fatta terra bruciata attorno a questo tipo di turismo; di notte nessuna ragazza bazzica piu' nel parque cittadino, la policia le piomberebbe addosso seduta stante.
Ma chi frequentava ancora la citta' di notte in questi ultimi 2 anni?
Fanciulle che arrivano da fuori e si fermano un giorno e una notte, gente che di notte e' vestita come di giorno perche' non ha dove andare, disposta a tutto pur di tirare su qualcosa.
Queste le hanno fatte sparire.
Cosi' come il discorso di puntatura nelle case de renta; guadate che ci sono 4/5 duenas al gabbio....gente di 60 anni con famiglia, figli e nipoti....
Se una fanciulla non ha nulla da temere frequentando UN turista, dov'e' il problema nel farsi puntare?
Nessuno ha mai pensato di ostacolare i liberi “scambi” fra turisti e un certo tipo di fanciulle.
Nei ristoranti se ne vedono a decine di questo tipo di coppie; un turista e una fanciulla ben vestita e difficilmente visibile in contesti diversi durante la giornata.
Voi direte....e' uguale cambiano solo i vestiti ed il modus operandi...ed e' proprio questo il punto amici miei.
Nessuno impedisce a un turista di conoscere una cubana, portarla in un bel locale, magari poi in disco, magari poi a casa.....come ha sempre fatto chi ha sempre vissuto il turismo in modo normale.
Ma devi spendere.
Devi fare, appunto, il turista, non bivaccare ore e ore seduto al parque in attesa della trasfertista di turno.
L'altro giorno parlavo del Cadillac, prima era una porcheria.
10/15 persone che spostavano sedie per mettersi tutti attorno a un tavolino dove al massimo si trovavano una tazzina di caffe' e' una tucola....questo per 5/6 ore al giorno.
Ora 4 tavoli, ognuno con 4 sedie, nessuno sposta piu' un cazzo, se ti siedi consumi e poi ti togli dalle palle....come avviene in ogni locale del mondo.
Forse incassa meno di prima, ma la citta' se ne fotte perche' quel locale ora e' tornato ad essere quello che deve essere.
Quel tipo di turismo si lamenta perche' le cose non sono piu' come prima e perche' non c'e' piu' l'”ambiente” che per anni ha trovato.
E' vero che in settimana, di sera, c'e' poco o niente in giro e questo non e' un bene perche' con l'acqua sporca si rischia di buttare via anche il bambino, ma il sabato e la domenica c'e' la fiesta tunera.
Solo che quel tipo di turismo non la frequenta perche' e' “roba cubana”.
Cosa cazzo vuoi pretendere a Cuba se non “roba cubana”?
Io il sabato sera mi prendo una birretta e mi ci butto dentro la notte tunera, un mare di folla per strada, ogni 20 metri gente che suona e canta, mi fermo un po' ad ascoltare, se incontro gente che balla...ballo pure io.
Trovo amici che non vedevo da tempo, mi fermo a chiacchierare con loro...sono a Cuba...cosa c'e' di meglio che gettarsi nel mezzo della cubania?
Restare seduto nella semioscurità di un parque?
Quindi questa e' la Cuba di oggi, se vuoi fare il turista ci sono luoghi e spazi dove non e' un problema recitare questo ruolo, ma se vuoi fare il “cubano” atteggiandoti a turista allora gli spazi si sono immensamente ristretti.
Chi tira i fili sa esattamente come si comporta ognuno di noi, se da 3 anni mi danno la visa familiar senza che abbia uno straccio di donna, morosa o cose simili e' perche' SANNO che dietro Grande Torino ci sono io, un turista che si muove in un determinato modo da anni.
Molti paisa' affermano che in futuro faranno scelte diverse, ma se queste scelte riguarderanno altre citta' allora, tolta forse Guantanamo, per loro sara' ancora peggio.
Le spalle sono al muro, oltre il muro c'e' solo Port au Prince.