martedì 25 aprile 2017

SCELTE STRANE

 

Durante questo ultimo mio soggiorno a Cuba ho potuto notare alcuni cambiamenti, in parte gia' segnalati a novembre, di cui si vedranno i risultati soltanto fra qualche tempo.
Mentre i provvedimenti messi in campo per l'esigenza, legittima, di avere un turismo decente e non fatto di accattonaggio mi trovano abbastanza concorde, pur con alcuni distinguo sui quali abbiamo gia' disquisito, altre medidas mi lasciano abbastanza perplesso.
Poi magari sono io che non sono in grado di comprenderli, forse sono giusti e lungimiranti loro anche se, al momento, non riesco a coglierne il nesso logico.
Il potere cubano, storicamente, ha sempre manifestato una paura fottuta nei confronti di categorie di cittadini che, in qualche modo, siano riuscite ad arricchirsi.
Di conseguenza appena gruppi di persone, legati a una professione, riescono ad emergere, puntualmente, arriva la mannaia.
Accadde negli anni d'oro di Varadero...chi c'era ricordera'.
E' accaduto con le case de renta.
Fino a 3 anni fa l'impuesta mensile fissa era di 150 cuc, che ci fossero o non ci fossero clienti, ora e' di 35.
Pagando un'abominio simile mensile restava poco da gozare per los duenos che, nei mesi di vacche grasse, dovevano ahorrare e mettere fieno in cascina per i momenti di carestia.
Il turismo, numericamente non era certo quello di oggi.
Appena i paladar hanno messo il naso fuori dal guano sono arrivati i controlli nei frigoriferi, le multe salatissime appena appariva una coda di langosta imboscata fra un pernil e una chuleta alta due dita.
Potrei fare decine di esempi.
Ora, sotto il mirino delle autorita', sono finiti gli intermediari agricoli.
Parlo di quella categoria di cubani che, ritirando il prodotto dai contadini o da altri intermediari, contribuivano a far alzare il prezzo del prodotto stesso.
Nessuno, neanche a Cuba, fa nulla per nulla, sempre qualcosa deve restare attaccato alle unghie.
Il prodotto dal guajiro al banco del mercato vedeva salire che di 5 volte il proprio prezzo, un po' come accade da noi dove ai contadini non si da' un cazzo e poi i pomodori li trovi al negozio a 5 euro al kg.
A Cuba non vanno mai molto per il sottile, visto che tutti i mercati, i banchetti in giro per le strade e i punti fissi di vendita compravano quasi sempre i prodotti da questi intermediari, non si e' trovato niente di meglio da fare che chiudere tutto e lasciare che sia solo lo stato, nei suoi punti di vendita ufficiali, ad occuparsi di vendere questi prodotti.
Visto che questi punti di vendita, almeno a Tunas, sono in centro, la gente deve partire alle prime luci del giorno per prendere il posto nella interminabile fila che si andra' inevitabilmente a formare.
Il tutto per 4 carote e 2 platani...
Non so come siano organizzati i barrios di altre citta' ma, vista la penuria di trasporti, questi carretti che vendevano verdura erano la soluzione del problema.
La gente, chi poteva permetterselo, pagava un po' di piu' i prodotti ma li aveva direttamente sotto casa, senza perdere mezza giornata buona in coda sotto il sole.
Ora questa gente, a meno di non affrontare caldo e canicola rinuncia all'insalata, i pomodori, la cool, il pepino....tutti prodotti indispensabili per la loro salute e per un'alimentazione equilibrata, visto i problemi di colesterolo che il plato fuerte regala a causa delle tonnellate di carne grassa che ogni cubano ingurgita ogni anno.
Sono medidas che oggi non risolvono il problema ma che domani avranno un costo ingente sulla sanita' con l'aggravarsi, anche a causa di una cattiva alimentazione, di certe problematiche, tipo il diabete, gia' molto diffuse nell'isola.
Tempo fa vi raccontai di quel chioschetto abbattuto sotto gli occhi di 6 poliziotti, se vogliamo cogliere un qualcosa di positivo da quella non edificante storia, e' che al posto di quel chioschetto ora c'e' il parco giochi per bimbi che vedete nella foto.
Da noi, probabilmente, quello spazio verde sarebbe finito nelle grinfie di qualche palazzinaro.
Altro problema e' stato quello del pane.
In citta' i panifici non sono molti, quindi al mattino presto c'era tanta gente che comprava pane da riempire una scatolone per poi andarlo a rivendere, in bicicletta, nei barrios cittadini, ovviamente maggiorandolo un po' di prezzo.
Gente che lo faceva senza licenza.
Tutti li avremo sentiti gridare “pan soaveeeeeee”.
Mano dura della legge e questi, per un certo periodo, erano spariti dalla circolazione col risultato che ci si e' ritrovati con tutta una fascia di popolazione rimasta priva del pane.
Chi abitava fuori mano, gli anziani, i bimbi a scuola ecc....
Tutti quelli che, esattamente come nel caso della frutta e verdura, non era in grado di scarpinare km, pagarsi un coche e fare ore di coda.
Si e' trovata la soluzione istituzionalizzando questi venditori di pane por la calle; licenza, impuesta da pagare ogni mese e...liberta' di vendita.
Fra l'altro per almeno 3 giorni, durante il mio soggiorno, questi non sono passati perche' i panifici non avevano la farina per fare il prodotto.
Sono dovuto andare da Dona Neli o in calle Colon dal mio amico panate' che vende a un peso il panino, cifra che il cubano di classe media o mediobassa fatica a permettersi.
Non si trova piu' nulla in giro, ogni tanto passa un coche con qualcosa di frutta o verdura, ma credo lo faccia di straforo rischiando con la policia.
Ne e' passato uno sotto casa addirittura con la papa, che a Cuba oramai e' piu' rara della trifola da noi.
12 pesos la libbra, un euro al kg, le ho prese io perche' non so quante famiglie cubane normali possano permettersi una simile spesa.
Sto' parlando di famiglie, non di cio' che noi turisti troviamo nei paladar...lo specifico perche' c'e' sempre chi fatica a mettere in fila i congiuntivi.
Sui corredor che proponevano case iniziando a guadagnare bene e sulle poche agenzie immobiliari dell'isola e' arrivata la mazzata, ricorderete che ne parlammo prima della mia partenza.
Probabilmente la morte del Comandante en jefe ha fatto si che si volesse dare un segnale forte e chiaro che le cose non sarebbero cambiate e che tutto sarebbe proseguito come sempre.
A volte sembra che tutto cambi per non cambiare nulla.

44 commenti:

  1. Graziano Griffone

    Es cuba....

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  2. Vero...a volte manca un quadro generale.....

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  3. A los cobardes que en Venezuela queman la Bandera Cubana estos versos de Tomas Borge. MI VENGANZA PERSONAL SERÁ EL DERECHO/ DE TUS HIJOS A LA ESCUELA Y A LAS FLORES/ MI VENGANZA PERSONAL SERÁ ENTREGARTE ESTE CANTO FLORECIDO SIN TEMORES/ MI VENGANZA PERSONAL SERÁ MOSTRARTE/ LA BONDAD QUE HAY EN LOS OJOS DE MI PUEBLO/ IMPLACABLE EN EL COMBATE SIEMPRE HA SIDO/ Y EL MAS FIRME Y GENEROSO EN LA VICTORIA/ MI VENGANZA PERSONAL SERÁ DECIRTE: /BUENOS DIAS, SIN MENDIGOS EN LAS CALLES...

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    1. aston, in venezuela l'opposizione in questi 15 anni non ha perso la voglia del golpe militare per sbarazzarsi di un governo che non le piace.
      Se non ha problemi nel chiedere l'intervento dei militari, che ormai sono marcati a uomo dai cubani e quindi hanno poche chances di ribellarsi al potere legittimo, figurati se non bruciano la bandiera cubana, vista come espressione dello stato comunista, senza il quale i golpe militari contro maduro sarebbero giornalieri.

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    2. Un’altra notte di scontri violenti e saccheggi in Venezuela. Un altro giovane morto in quella che sta degenerando in rivolta sociale. Da settimane l’opposizione si sta mobilitando in manifestazioni di massa, come il sit in che ha bloccato ieri le principali arterie di traffico del Paese. Ma la protesta è sfociata più volte in violenze: finora il bilancio è di 26 vittime. L’ultima è un 19enne ucciso ieri notte a Moran, nello stato di Lara (centro-ovest del paese) durante scontri e saccheggi.
      Il governo e l’opposizione si accusano a vicenda di essere responsabili dell’uccisione di Martinez, raggiunto da uno sparo alla testa al termine del sit in nazionale. Il sindaco di Merida, Carlos Garcia, ha detto che Martinez - così come Jesus Sulbaran, un altro giovane morto ieri nella città - è stato ucciso da gruppi armati chavisti, i cosiddetti «colectivos», che hanno attaccato una concentrazione dell’opposizione per poi prendere d’assalto un palazzo dal quale i residenti gridavano slogan anti-governativi. Da parte sua, però, il governatore dello stato di Merida, Alexis Ramirez, ha detto che i due morti «erano giovani funzionari che sono stati massacrati durante quel sit in che hanno organizzato, per togliere il diritto alla libera circolazione della gente», aggiungendo che «questi fascisti mentono quando dicono alla comunità internazionale che sono loro le vittime»
      A Caracas, lo stesso copione dei giorni scorsi si è ripetuto dal quartiere di San Martin a quello di San Juan: barricate improvvisate di oppositori che bruciano spazzatura per bloccare le strade, duro intervento della Guardia nazionale bolivariana, appoggiata dai gruppi di civili armati pro governativi - i cosiddetti «colectivos» - e tentativi di saccheggio dei negozi della zona.
      Anche a Valencia, capitale dello stato di Carabobo e terza città più importante del paese, quattro negozi sono stati saccheggiati durante la notte scorsa, compresa una macelleria dove la polizia ha arrestato quattro persone mentre stavano rubando carne.
      I social network sono pieni di immagini e video di strade coperte dalle nuvole di fumo dei copertoni bruciati sulla via e dei gas lacrimogeni, denunce di sparatorie e tentativi di saccheggio e gruppi di civili armati che percorrono in moto le città venezuelane.
      Intanto le diplomazie cercano una via d’uscita alla crisi. Il Vaticano potrebbe essere al centro di un nuovo sforzo internazionale di mediazione, a condizione che il governo di Nicolas Maduro accetti le condizioni fissate nello scorso dicembre dal cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin. Nelle capitali latinoamericane la diplomazia sta lavorando ad un’ipotesi di uscita dall’impasse, che vedrebbe papa Francesco al centro dell’iniziativa. La ministra degli Esteri argentina, Susana Malcorra, che ha visto il Papa venerdì scorso, ha detto che ha parlato «a lungo» con lui della crisi a Caracas, e che Francesco le ha detto che è «disposto a dare qualche forma di appoggio» al dialogo fra opposizione e governo, ma per fare questo «Maduro deve adempiere agli impegni che gli ha chiesto la Chiesa, e ai quali non ha mai dato risposta».
      Lo scorso dicembre, in una lettera inviata a Maduro, Parolin aveva trasmesso quattro richieste al governo venezuelano: autorizzazione all’invio di assistenza umanitaria; un calendario elettorale chiaramente stabilito; restituzione delle prerogative al Parlamento e liberazione dei prigionieri politici. La missiva era stata accolta con sdegno dal governo - il numero due del chavismo, Diosdado Cabello, aveva accusato Parolin di essere un alleato della «oligarchia imperialista» - il che aveva portato al fallimento di quel primo tentativo di mediazione.
      Domenica scorsa Maduro ha accennato ai «quattro punti del documento che abbiamo firmato» senza però precisare quali fossero, limitandosi a dire che «se c’è qualcosa ancora da fare, allora lo faremo», e chiedendo ai mediatori dell’Unasud di «tornare quanto prima possibile» in Venezuela

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    3. Nino una certa propaganda in questi lustri ci ha fatto pensare che in quei paesi ci fossero solo piu' rivoluzionari in circolazione.
      In realta' e' sopravvissuta una potentissima lobby di banchieri, editori di giornali, proprietari di tv in grado di influenzare la gente.
      In piu' la vera middle class non ha mai amato vedere la povera gente proprietaria di case date gratuitamente dallo stato.
      I poveri devono sempre rimanere poveri e i ricchi ricchi.
      Non a caso Macri ha vinto pur se di un incollatura in Argentina, la stessa che ha premiato Lenin in Equador.
      Si parla di Venezuela ma nessuno racconta che in Paraguay il presidente per potersi far rieleggere in barba alla costituzione ha messo in piedi una trampa.
      In Brasile ora governa un burattino che verra' spazzato via da Lula nelle prossime elezioni.
      Maduro, gia' impedito di suo, paga anche le numerose cazzate di Chavez ma e' chiaro che il disegno di farlo cadere...arriva da fuori.

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    4. che arrivi dagli usa non ci sono dubbi.Infatti nel febbraio 2015 davanti ad una commissione del senato americano un generale o qualcosa del genere informava che era pronto il piano freedom 2 per il venezuela. Il piano sarebbe consistito nel promuovere azioni pacifiche e violente da parte della mud e avrebbe avuto l'ausilio di almagro, il segretario dell'oea, il quale avrebbe dovuto isolare il paese nell'organizzazione degli stati americani.
      Si prevedeva la caduta del presidente maduro per luglio 2016.Ovviamente gli americani pensano che ogni volta che organizzano un golpe militare questo si realizzi, mentre nella realtà venezuelana non c'è una probabilità che il golpe si realizzi, semplicemente perchè i cubani, a quanto si dice,hanno il compito di controllare l'esercito del paese per individuare eventuali golpisti.
      Maduro può essere sconfitto solo da elezioni presidenziali, che si terranno nel dicembre del 2018, e non da qualche golpe militare, che non ha speranza di riuscita.

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    5. Infatti Almagro, sotto la regia di Rubio si e' gia' messo in azione.
      Honduras a parte i golpes militari sono diventati complicati...non a caso la destra argentina, per la prima volta nella storia ha preso il potere senza i carri armanti.

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  4. Graziano Griffone
    Se va bene tra 8 anni circa forse mi mandano in pensione ed ho sempre desiderato trasferirmi e più che Tunas mi piacerebbe Puerto Padre ma da come ho visto a gennaio dopo 2 anni e mezzo che mancavo e da cosa correttamente racconti tu mi fanno passare la voglia. Io non sono uno di quelli che cercano i posti più improbabili per"risparmiare" sono un normale turista che se la prima chica che conosco oltre che piacermi ha anche personalità mi fermo volentieri con lei, i putan tour non è roba per me ma se passata questa regolata di usi e costumi si continuerà a tribulare anche per mettere qualcosa nel piatto l'isula perde molto del suo fascino.

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    1. Caro Graziano io scrivo quello che vedo...e mi pare che lo stia vedendo anche tu.
      Occorre pensare bene alle future scelte.

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    2. Dipende molto da quello che uno prende di pensione e dalla sua situazione qua in Italia,se prendi mille euro e paghi affitto,sicuramente a Cuba stai meglio,se prendi 2000 mila euro e hai casa tua è un altra faccenda e stai meglio in Italia certamente.paolino.

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    3. Guarda che la scelta di passare il tempo che resta in altri libi non e' per forza dettata dalla disperazione o dal conto in banca.
      Magari sei stufo della nebbia e del freddo e hai voglia di svegliarti con un bel culo accanto.
      Non sempre e' solo questione di soldi.

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    4. Certo ogniuno ha suo punto di vista,ma da vecio per me è molto meglio dare priorità ad alimentazione,sanità,una casa decente,qualità della vita in generale insomma,se si ha grano si vive bene qua,se si ha poco grano si vive meglio a Cuba,certo è il mio umile pensiero.paolino.

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  5. Certo che fare ore di coda per 4 carote o per il pane non e' facile. Giuseppe

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  6. Per il pane, se c'e' farina, il problema e' risolto ma trovare frutta e verdura e' diventato un problema a meno di non fare code su code.

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  7. Graziano Griffone
    Certo difatti non sono più così convinto per come stanno ora le cose e mi fa piacere e comodo ciò che pubblichi che so e vedo corrisponde al vero. Comunque prima che mi diano la pensione ne passa ancora di tempo purtroppo...

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    1. In effetti in 8 anni le cose possono cambiare ancora molto....non e' detto in meglio.

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  8. Graziano Griffone
    Già...vedremo.

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  9. hola! questi immensi problemi di abastecimiento ed estrema scarsità sono quelli che impediscono ad uno yuma abituato ad una vita decorosa di durare in quel di Cuba per più di un mese ( tolleranza personale ). Impossibile abituarsi ad una situazione simile e diventa ancora più frustante quando si ha il budget giusto. Visto che cupula vuole durare ancora sarà costretta ad aprire ad un "mercato più libero" regolarizzando molte cose de la economia sumergida che è quella che manda avanti il paese mettendo dei paletti sulla crescita dei nuovi attori economici per evitare che possano turbare il potere. Apro parentesi spero che Ecuador diventi presto il nuovo padrino ufficiale de la isla. chao Enrico

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    1. In Equador Lenin ha vinto con poco piu' del 51%....c'e' poco da scialare...
      Per il resto dico solo che dopo 15 giorni di pollopuercopuercopollo....mi sono sbattuto per trovare le pescado....e non e' stato facile

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  10. Allora tutti questi cambiamenti non ci sono mai stati,non cambia nulla a Cuba solita minestra insomma e quando mai cambierà,ma forse è meglio così vedendo in giro per il mondo.paolino.

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    1. Beh....se prima trovavano la verdura sotto casa e ora devono marciare e fare ore di coda vuol dire che....qualcosa e' cambiato.

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    2. Ok è cambiata in peggio,ma in concreto la minestra sempre quella,a Cuba il popolo è abituato da 60 anni in una maniera e prosegue così,meglio questi problemi che quello che succede in quasi mezzo mondo insomma,complimenti alla revolución che avanza senza nessun problema.paolino.

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    3. Forse dovrebbero essere loro a dirlo che sia meglio cosi', non noi.

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    4. Al giorno d oggi evitare fame,epidemie e guerra è già stare un gran bene per un popolo e per di più per un paese molto povero come Cuba è gian un gran risultato.paolino.

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  11. Santa Fè- Come sempre lo stato stringe la cinghia sulla popolazione, fino a quando durerà la pazienza del popolo cubano?
    Se fosse vivo Ernesto ripartirebbe dalla Sierra..

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    1. Perché il popolo dovrebbe cambiare la situazione e trovarsi come i paesi di mezzo pianeta messi peggio di Cuba?non capisco,ma chi pensa che Cuba possa diventare dopo un cambiamento come Europa o Stati Uniti?spero sempre avanti con questa Cuba tutta la vita,non so se ci rendiamo conto cosa sta succedendo nel mondo.paolino.

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    2. Santa Fe _ Paolino comprendo in parte quello che "speri" che sia realmente ma..ti garantisco che il popolo sta soffrendo, la famiglia di mia moglie è in contatto giornaliero e non è facile barcamenarsi nella realtà quotidiana. D'accordo con te rispetto al confronto tra questo mondo in guerra e la realtà ovattata dell'isola.

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    3. Siamo d accordo ed entrambi abbiamo e sentiamo nostre famiglie a Cuba quotidianamente,ma situazione di Cuba è più o meno così complicata da tantissimi anni ormai,per noi italiani sarebbe una tragedia viverci ma per chi ci è nato è la normalità,d altronde se ci aspettiamo un cambiamento pensi che Cuba diventi un paese al livello del nostro o degli Stati Uniti come qualità di vita?e' assurdo non sarà mai così,purtroppo,per questo dico meglio Cuba così che come il resto del sud America,Africa ecc ecc paolino.

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  12. Infatti non capisco l'utilita' di certi provvedimenti fatti allo scopo di acchiappare 4 ladroni ma che ricadono su milioni di persone.

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  13. Purtroppo in piccoli centri come Tunas i limiti sono questi, rispetto a grandi città dove si hanno mercati di frutta e verdura dietro casa, uno vicino l'altro...al Vedado dove rento io ho la fortuna di averne due a 100 metri da casa....Milco la situazione gasolina come l'hai trovata? Eri ancora giù quando è scoppiato l'ambaradan della mancanza di gasolina, o eri tornato?

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  14. Ero a La Habana al rientro e non c'era gasolina in tutta la citta'.

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  15. Vado Ot
    Mi manda un messaggio una ragazza che ha casa de renta a Varadero ma vive in Italia.
    Mi chiede se conosco qualche italiano interessato ad un MONOLOCALE a Varadero.
    Il prezzo?
    60 mila cuc....un Monolocale.

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    1. Neanche fosse ai Parioli. Giuseppe

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    2. Santa Fe _ Deve essere caduta in disgrazia per privarsi di una fortuna simile per 60mila dollari..
      Milco per curiosità ma la renta quanto la stima?? 300cuc diari?

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    3. Non c'entra con la renta e' un'altra casa che ha.

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    4. Santa Fe_ Volevo capire che prezzo da normalmente alla renta visto il prezzo richiesto per il monolocale in vendita..ognuno comunque può tentare di vendere al prezzo che vuole.

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    5. Sui 35 senza la nostra commissione

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  16. Un passo storico per la medicina a Cuba. A L’Havana, nella Clinica central ‘Cira Garcia’ è stato impiantato un dispositivo medico di ultima generazione: la protesi peniena idraulica tricomponente. La ‘firma’ sui primi interventi è tutta italiana: il chirurgo che ha effettuato due operazioni è il ricercatore Gabriele Antonini, dell’Università Sapienza di Roma. “Con i colleghi urologi cubani abbiamo creato un centro medico per il benessere sessuale maschile – spiega all’Adnkronos Salute Antonini – che crediamo possa diventare nel tempo un riferimento internazionale per tutti i problemi legati alla sessualità”.
    “Il governo ha sviluppato un servizio di ‘medicina turistica’ per tutti quei pazienti che provengono da altre nazioni, che vogliono avvalersi delle alte competenze e della perfetta organizzazione del sistema sanitario dell’isola – prosegue – Per me è un privilegio e un onore partecipare a questo progetto che trasformerà questo Paese nel centro di riferimento mondiale per la cura del benessere sessuale maschile”. A costi inferiori rispetto ai Paesi occidentali. “Cuba permette di poter mantenere calmierati i costi a tutto vantaggio dei pazienti – precisa il medico – Questa è una chirurgia fortemente risolutiva per i problemi di deficit erettile organici, come nel caso del diabete, o per i pazienti che hanno avuto una chirurgia della prostata o del colon retto post malattia oncologica”.
    “I medici cubani sono tra i più preparati al mondo – aggiunge Antonini – e Cuba da sempre ha sviluppato un servizio sanitario di altissimo livello. Sono uno dei pochi urologi al mondo a effettuare questa tecnica mininvasiva e questo mi ha dato grande visibilità in Sud America. Oggi con la globalizzazione e la possibilità di connettere tramite la rete milioni di persone, ho avvertito forte la necessità di capire se potevamo sviluppare una collaborazione dall’altra parte del globo. Volevo trovare la possibilità di creare un centro di riferimento vicino alla cultura latina”.
    Ma che tipo di protesi peniena è ‘sbarcata’ a Cuba? “È un dispositivo idraulico formato da tre componenti – illustra Antonini – due cilindri, un piccolo serbatoio e un meccanismo di attivazione totalmente invisibili perché sono impiantati all’interno dei corpi cavernosi del pene. Va a sostituire il meccanismo idraulico fisiologico dell’erezione utilizzando soluzione fisiologica al posto del sangue. Si utilizza un accesso chirurgico mini-invasivo di appena due centimetri alla base del pene, che permette di eseguire l’impianto”.
    L’obiettivo di Antonini va oltre la ‘fredda’ chirurgia, ma riguarda l’umanizzazione delle cure, la solidarietà e l’insegnamento. “La mia è una missione umanitaria – sottolinea l’urologo italiano – sarò impegnato a insegnare ed a formare chirurgicamente i colleghi sulla tecnica mininvasiva di impianto di protesi peniena. I pazienti arrivano da tutte le parti del mondo e vengono assistiti durante tutta la loro permanenza. Il problema viene inquadrato clinicamente e risolto con le terapie mediche più avanzate. Quando queste non trovano l’indicazione viene proposta la soluzione chirurgica che in circa 20 minuti con l’impianto di un dispositivo invisibile a occhio nudo permette a qualsiasi uomo, di qualsiasi età, di avere una nuova giovinezza sessuale“.

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  17. Quando si pensa a un progetto di così alta specializzazione e competenza, in grado di cambiare completamente e per sempre la qualità della vita di centinaia di migliaia di uomini provenienti da tutto il mondo, “si può solo pensare di realizzarlo a Cuba. Sono più di cinquant’anni che questo Paese – ricorda Antonini – mette a disposizione dei popoli in difficoltà, affetti da emergenze sanitarie, tutta la sua capacità medica, chirurgica, infermieristica, umana e tutta la sua tradizione medico-sanitaria di grande qualità. Lo fa e lo ha sempre fatto come nessun altro Paese al mondo”. Cuba è stata la prima a essere in prima linea contro Ebola, inviando il maggior contingente di medici ed infermieri, ed è rimasta in prima linea anche quando i media hanno smesso di parlarne. Dopo il terremoto di Haiti, l’Isola ha dato a tutto il mondo una “lezione d’amore, di preparazione medica e solidarietà, inviando il contingente medico e paramedico più numeroso che da solo ha curato più del 40% dei feriti – prosegue il medico italiano – Nel 2005 dopo il terremoto del Kashmir 2.400 medici e paramedici in Pakistan hanno curato il 70% dei feriti lasciando in dote 32 ospedali da campo e 1.000 borse di studio mediche”. Questo ‘internazionalismo medico’ cubano, iniziato nel 1963 con la prima spedizione medica in Algeria, basato su una grande competenza e una ‘filosofia di popolo’ rivolta al sostegno verso chi ha bisogno, ha permesso di salvare milioni di vite in 108 Paesi nel mondo, non solo curando ma insegnando ad i medici locali le tecniche di intervento. Attualmente circa 50 mila professionisti, preparati e motivati, sono presenti in 67 Paesi nel mondo contribuendo in modo determinante ad elevare gli standard qualitativi

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    1. Santa Fè- Sicuramente meriti e prestigi alla sanità cubana ma vantaggi per il popolo cubano non ne vedo, come al solito.
      Arriveranno da tutto il mondo, pagheranno profumatamente e poi adios.
      Attualmente la realtà negli ospedali è distante dall'eccellenza, medici specializzandi stranieri a Cuba, mentre gli strutturati cubani in missione per "una bicicletta e un plasma".
      Io ogni volta che vado a cuba porto pacchi di antidolorifici perchè li non se ne trovano e quello che c'è no sirve.
      Molta PROPAGANDA E BLA BLA BLA.
      Invece dei discorsi internazionali pensassero a farsi meno pubblicità e rendere dignitose le corsie degli ospedali che fanno pena...e se qualcuno di voi ha dei dubbi lo porto personalmente io nei reparti della capitale o a fare visita ai pronto(?) soccorso.
      Visitate le farmacie e ditemi cosa trovano i pensionati.
      L'ospedale per gli stranieri non fa testo, a proposito provate a farvi fare gli esami ematici da quelle parti..(accettano la card..)

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  18. S.Fe pero'....
    Come era prima non andava bene.
    Come ora non va bene...
    Come potrebbe diventare non va bene...
    In qualche modo questa isola dovra' pur campare.

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  19. Santa Fè-La mia non è un'opinione Milco, racconto solo la verdad.
    Il problema è che ieri oggi e domani è sempre uguale.

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    1. Hai ragione è tutto vero quello che dici,ma un paese povero del terzo mondo con la sanità ai nostri livelli qual è?e poi un paese povero terzo mondo africano o sud americano dov e che arriva al livello della sanità cubana?preferisco cubadeb tutta la vita,e i dati non sono propaganda ma fatti,nessun bambino muore di hambre e mortalità infantile bassissima,sono fatti questi,non penso sia poco per Cuba,se poi vogliamo sognare cubadeb come stati uniti o italia ok si può sognare.paolino.

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