sabato 13 maggio 2017

L'EMBARGO...C'E'!



Risultati immagini per NO BLOQUEO

L'embargo c'e'.
Esiste.
La vulgata che si beve ogni cazzata propinata dalla nostra stampa, (la stessa stampa che nei riguardi del Venezuela dimostra la propria ennesima vergogna professionale) e' convinta che il bloqueo sia stato tolto da Obama.
Molti conoscenti, sapendo che frequento quelle lande mi chiedono, sicuri e convinti, come sia la vita oggi dopo che col grande vicino del nord le cose sono tornate normali.
Normali una cippa.
Ci era gia' successo all'inizio della nostra esperienza di M&S CASA PARTICULAR CUBA.
I primi pagamenti di provvigioni ce li facevamo fare su pay pal, ogni volta che, nella causale di pagamento, appariva la parola Cuba...si bloccava tutto il meccanismo.
Infatti abbiamo abbandonato quel tipo di pagamento.
La scorsa settimana mi paga la dovuta e sacrosanta provvigione una fanciulla sfizzera, probabilmente del canton Ticino visto che scriveva perfettamente in italiano.
Due giorni dopo la comunicazione, con tanto di ricevuta inviata, dell'avvenuto pagamento del bonifico, mi contatta la fanciulla dicendomi che non era partito, tutto si era bloccato non appena nella causale era apparsa la parola CUBA.
Ovviamente le dico di rifarcelo senza usare quella parola, tutto torna nella normalita'.
Con le banche italiane non abbiamo avuto questo problema sul bonifico diretto, evidentemente gli sfizzeri sono piu' ligi alle direttive confederate.
Quindi, ripeto, embargo tolto una cippa.
Leggevo l'altro giorno come el bloqueo, secondo fonti cubane, sia costato all'isola oltre 120 miliardi di dollari e che ogni anno incida pesantemente sugli affari cubani, sopratutto per quanto riguarda situazioni con stati od enti terzi.
Non voglio reiterare i soliti discorsi sul quanto sia anacronistico questo provvedimento datato oramai 1960, non ho idea cosa Trump abbia in mente di fare dico solo che si tratta di uno degli ultimissimi retaggi di un altro secolo, un'altra epoca, un altro mondo.
Gli Usa hanno ottimi rapporti commerciali col Vietnam dove lasciarono le piume 52 mila giovani americani, mentre a Cuba, dove al final no paso' nada....sigue el bloqueo.
Vero e' che questo provvedimento iniquo e' stato funzionale anche al potere cubano, consentendogli di giustificare ogni provvedimento politico ed economico come una sorta di “provvedimento di guerra”, visto che a nord si faceva di tutto per ribaltare la Revolucion.
A questo punto lo scriba lascia il posto all'uomo della strada, ignorante e smanioso di sapere come funzionano le cose.
Mi sono sempre chiesto, se esiste un bloqueo, come sia possibile che nelle tiendas cubane si siano trovati prodotti reperibili anche in quelle statunitensi.
Non solo, addirittura ci sono sempre state tiendas con tanto di marchio Adidas ad esempio.
Il bloqueo dovrebbe prevedere che, se commerci col diavolo poi non puoi piu' poterlo fare con gli angeli...o qualcosa di simile.
La Coca Cola, la Barilla, gli elettrodomestici sud coreani, i mobili brasiliani e via discorrendo.
In linea teorica tutti questi prodotti violerebbero l'embargo, queste ditte non potrebbero poi commerciare con gli Usa, credo.
Certo, mi spiegavano che, ad esempio, la Coca cola (la Corona ecc...) vengono dal Messico o dal Canada quindi e' possibile che ci siano degli intermediari di mezzo, anzi e' praticamente sicuro.
Il governo statunitense non e' in grado di sapere che la Coca Cola venduta a quell'itermediario finira' poi a Cuba?
I negozi sono pieni di elettrodomestici Daewoo....come puo' poi questo colosso riempire anche i negozi statunitensi se commercia con Cuba, in barba all'embargo?
Obama ha alleggerito la questione permettendo alcune transazioni commerciali, leggevo ad esempio che alcuni prodotti agropequari cubani sono oggi venduti in California.
Trump, che in campagna elettorale evito', a differenza della Clinton, di tirare in ballo la menata dei diritti umani a Cuba, cambiera' questo stato di cose visto che, pare, una serie di nuovi provvedimenti sono al vaglio della sua amministrazione?
Ripeto questa faccenda dell'embargo mi e' sempre sembrata, da culo bianco, una qualcosa di tirato per la giacchetta a seconda delle convenienze reciproche.
Fra l'altro fra i danni dell'embargo, gli statisti cubani inseriscono anche i mancati introiti per la poca possibilita' data ai turisti yankee di visitare l'isola....anche questo conteggio, tutto sommato, mi pare un filino tirato per i capelli.
Visto e considerato che in quest'ultimo anno i turisti Usa come numero sono secondi solo ai soliti canadesi.
Che poi, al final, per noi turisti di vecchia e nuova frequentazione dell'isola, che el bloqueo ci sia o meno...non e' che poi ci cambia qualcosa nella nostra vacanza.
Figuratevi per chi, come me, ha combattuto sul delta del Mekong....ovviamente coi Viet....
Anche senza bloqueo dovremo comunque pasar trabajo per trovare o non trovare determinate cose.
Comunque l'embargo c'e' ancora, come abbiamo potuto constatare noi di M&S, anche solo per piccole transazioni di poche decine o centinaia di euro.

M&S CASA PARTICULAR HA AGGIUNTO AGGIORNAMENTI
CUBA 

27 commenti:

  1. DA CUBANOS GURU

    Camila (nombre que usaremos para proteger su identidad) fue siempre una niña hermosa. Desde pequeña su belleza admiraba a muchos y se ganaba piropos de gratis. Pero ella siempre tuvo un sueño. Tal vez en cuanto comenzó a ser conciente de su atractivo supo que podía sacarle provecho para lograr sus metas.
    No fue jinetera (mujeres cubanas que se prostituyen), al menos eso dice ella, “no vendí mi cuerpo ni tuve sexo por interés, solo aproveché mis cualidades físicas o mis atributos, como quieras llamarle niña, para hacer lo que yo quiero, pa´ vestirme bien y vivir mejor”.
    Pero esas fueron sus primeras ambiciones. Camila luego quiso mucho más. Ya se veía viviendo fuera de Cuba, en una casa enorme, con carro y con “bastante piticlini en el bolsillo (forma de nombrar al dinero en Cuba), eso es vida, lo demás es bobería”.
    Desde que le pasó por la mente esa idea se concentró en ello. No fue muy fácil al inicio, pero su perseverancia la llevó a ese día en el que por fin se montó en un avión rumbo a México, por supuesto, ese no era su destino final, pero si un buen paso para alcanzarlo.
    Después de deslumbrarse con lo desconocido, de mirar perpleja las grandes edificaciones y de comer lo que nunca había pensado que existía, llegó para Camila una etapa que ella no había planificado. “El gorrión me empezó a comer por una pata, ya no sabía que hacer para alegrarme y dejar de extrañar a mi familia, dejé mucha gente querida atrás, pero no me queda más remedio que seguir”.
    Una mañana se pudo marchar hacia Estados Unidos, entonces iniciaba la lucha por la residencia. Confiesa que fueron horas de desesperación y lágrimas, el sueño americano se le presentaba como una conquista a los sentimientos puros y una lucha por mantenerse en pie a pesar del dolor por la nostalgia y la lejanía.
    Cuando ya alcanzó sus primeras metas del american way of life y reunió algún dinero para regresar al rencuentro con los suyos, se sintió extraña en su propia casa. La tierra que la vio crecer, le parecía ajena, pero seguía oliendo a PATRIA, a MADRE.
    Camila tiene todo lo material que soñó. Pero sacrificó lo más importante. “Siempre perdemos algo en el camino de la vida, dejé a mi adorada familia, pero siento que volveremos a estar juntos para siempre en algún momento. Ojalá así sea”.

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  2. Ciao Milco, ricordo che, 5 anni fa , laCapital si riempì di ambulanti che vendevano mele (1 cuc l' una !!!). Guardando da vicino notai, sui cartoni che contenevano le mele, la scritta "made in usa" e il nome del prduttore con indirizzo e telefono di uno stato yanki che ora non ricordo. Era prima della "riapertura" e nessuno mi ha saputo (ovoluto) dire come fossero arrivate nelle strade de la habana.

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  3. Secondo la narrazione post-veritiera del circuito mainstream il Venezuela sarebbe una polveriera sul punto di esplodere. Con un popolo allo stremo in rivolta in ogni angolo del paese, dove il governo riesce a mantenere il controllo solo grazie al pugno di ferro e al decisivo appoggio dell’esercito.
    La realtà sul terreno è ovviamente ben diversa e confuta decisamente questa fallace descrizione che rispecchia una situazione desiderata e non concreta. In realtà le immagini che invadono il nostro etere, trasmesse in modo martellante e spesso mistificatorio, provengono da pochi e circoscritti punti della capitale Caracas. A cui vanno ad aggiungersi pochi altri luoghi del paese, come mostra con grande efficacia questa infografica.
    Infatti, quando vediamo strade chiuse, edifici pubblici dati alle fiamme, mezzi pubblici dati alle fiamme, assalti alla metropolitana, a scuole od ospedali, dobbiamo sapere che questi atti avvengono in zone ben precise della capitale Caracas. I quartieri ricchi per la precisione. Questi sono i luoghi dove l’opposizione monta i suoi show mediatici con maschere antigas e giubbotti antiproiettile. Dove le telecamere cercano di mostrare l’immagine di un paese in guerra devastato dall’inettitudine del governo socialista.
    Lo stesso scenario, come si evince dalla precedente infografica, che si ripete in pochi e selezionati punti in altri Stati del paese sudamericano. Di contro vi sono migliaia di quartieri, ‘barrios’, colline e settori popolari del paese che vivono la loro quotidianità normalmente.
    Uno di questi luoghi è il ‘barrios’ popolare 23 de Enero - come racconta MIsion Verdad - situato nella zona ovest di Caracas, dove circa 200mila abitanti continuano la propria routine quotidiana. Non vi sono giornate segnate da bombe incendiarie, gas lacrimogeni e guarimbas. I bimbi vanno a scuola con la classica divisa. La metropolitana viaggia senza problemi. I negozianti aprono i propri negozi senza il rischio di assalti o saccheggi.
    Insomma, la vita scorre normale, nessuno ha intenzione di replicare quanto avviene nella zona ricca della città dove le classi alte vorrebbero ricacciare i poveri nella condizione di povertà estrema dove languivano negli anni precedenti la Rivoluzione Bolivariana.
    Lo stesso accade in altri quartieri vicini: La Pastora, Catia, Lidice. Così come San Agustín, Mamera, Petare, El Cementerio e altre centinaia settori popolari. Oltre 6 milioni di persone solo a Caracas. I ricchi non sono riusciti a coinvolgere nella protesta contro il governo le classi popolari.
    A Caracas come nel resto del paese. Anzi, in molte località le persone si sono mobilitate per difendere varie installazioni minacciate dalla violenza dell’opposizione. Scuole, ospedali, palestre, non saranno distrutte dalla furia devastatrice dei militanti dell’opposizione e dalle squadre mercenarie ingaggiate per la destabilizzazione del paese.
    Mentre i ricchi reclamano ‘libertà’, i settori popolari difendono la Rivoluzione e le sue conquiste.
    I media mainstream continueranno a deformare la realtà per ingannare l’opinione pubblica internazionale.

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  4. In effetti molta gente pensa che il bloqueo sia stato tolto da Obama. Giuseppe

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    1. Obama non ha tolto una cippa, eliminarlo e' una prerogativa del Congresso, non del Presidente.

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  5. Riguardo l'embargo basterebbe leggere la legge emanata dal senato americano per capirne l'applicazione. Non è specificatamente sulle merci era un meccanismo molto differente e perverso che però il tempo ha permesso in parte di aggirare incluso i successivi aggiornamenti.

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    1. Riguardo il Blog basterebbe non essere.....anonimi...
      Grazie

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  6. L'embargo per me é una scusa. Se il governo allentasse un po' le briglie alla centralizzazione economica ed alla paura verso l'attività privata di successo tutto sarebbe più facile. tant'è che il governo stesso, per il turismo, importa coca cola e tante altre cose dal Messico, ad esempio. Basta volere.. mat.

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    1. Vero pero' le multe plurimilionarie inflitte dal dipartimento di stato statunitense ad alcune banche che hanno fatto transazioni economiche con Cuba sono state pesanti.

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    2. Ok ma non é comunque la causa dell'arretratezza attuale su molte cose, che é tutta causata dall'inefficienza governativa. Anzi, a volte l'embargo sembra una bella scusa dietro cui nascondersi mat.

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    3. Infatti, se leggi bene, ho riportato ANCHE questa situazione.

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  7. hola! el bloqueo es un gran negocio para ambos lados. Quelli di miami non potrebbero inviare mulas e creare società che scaricano container su la isla, il regime non avrebbe chi colpevolizzare. Mi sto informando in rete sulla situazione venezuelana e per l'ennesima volta questa latrina (itaglia) dimostra di fare schifo, una vergognosa informazione pilotata a senso unico e non capisco nemmeno il motivo poi i comici interventi della chiesa , una puta locura. chao Enrico

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    1. Se anche il bloqueo cade , siamo comunque lontani dallo scenario che evochi, ovvero che da Miami si possa fare e portare di tutto. Non dimenticare che l'iniziativa privata é limitata a piccole attività di cuentapropista. mat.

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    2. Enrico, infatti quasi ogni giorno cerco di postare notizie...dell'altra campana venezuelana....il problema e' trovarle nell'immensa basura che e' la nostra stampa.

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    3. Mat resta il fatto che di riffa e di raffa le mule da Miami, dal Peru', dall'Equador...portano di tutto.
      Ma proprio di tutto.

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  8. "No, non ci sarà nessun ricorso. Ho chiesto di non farlo. Anzi, avrei meritato anche qualche giornata in più. Io dico sempre quello che penso, ma sono leale e onesto con tutti. Non porto rancore, ma non sono nemmeno una persona ipocrita. Ho sbagliato e chiedo scusa, ma quando succede qualcosa ad altri non se ne parla così tanto. Anzi. Io, ripeto, sono orgoglioso di essere uno zingaro di merda e un serbo di merda. Non mi abbatto, reagisco. Io posso guardarmi allo specchio, altri dovrebbero sputare allo specchio vedendo la propria immagine.

    "Gli insulti razzisti nel derby? Mi chiedo come mai gli insulti che ci sono stati nei miei confronti dopo l’allontanamento, e anche quelli che ci sono stati martedì contro di me in J...-Monaco, non sono stati sentiti e sanzionati. Io invece che, voglio precisare, non ho insultato l’arbitro ma ho solo protestato, ho preso due giornate di squalifica e 10.000 euro di multa. Io ho sbagliato, ma mi chiedo perché nei confronti degli insulti nei miei confronti non si è fatto nulla".
    SINISA,UN GRANDE!

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  9. RICORDO PER LA MILLESIMA VOLTA CHE COMMENTI NON FIRMATI O FARLOCCHI NON SOLO NON VENGONO PUBBLICATI MA NEACHE LETTI, ALLA SECONDA PAROLA SONO GIA' NELLA RUMENTA.
    GRAZIE

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  10. Torino (4-2-3-1): Hart; Zappacosta, Rossettini, Carlão , Molinaro; Benassi, Baselli; Iago Falque, Ljajic, Boyè; Belotti. All: Mihajlovic

    Napoli (4-3-3): Reina; Hysaj, Albiol, Koulibaly, Ghoulam; Allan, Jorginho, Hamsik; Callejon, Mertens, Insigne. All: Sarri

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  11. StuWhiMa Rigorino no???

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  12. Pure?
    Stai bravo che, per ora, ci stiamo scansando...

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  13. 0-2 sono piu' forti, niente da dire...

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