lunedì 15 maggio 2017

QUALITA'-PREZZO




Durante questo mio ultimo giro a Cuba, per la seconda volta consecutiva, non ho rentato lo scooter.
Le ragioni non sono economiche, ho sempre in un modo o nell'altro pagato una cazzata, ma bensì dovute alle condizioni miserande in cui versano i pochi scooter rimasti da rentare in citta'.
Chi renta gli scooter a Tunas e' un amico di vecchissima data, ma neanche lui puo' fare i miracoli.
Mi ha sempre messo da parte il miglior mezzo che aveva, questo non mi ha messo al riparo da rotture di cabasisi e Madonne tirate giu' ad ogni pie' sospinto.
L'ultima volta che ho rentato il mezzo e' stato tutto un golgota di guasti, problemi, aceite che mancava al taller e via discorrendo.
Con gli scooter ho sempre viaggiato molto per la provincia (qualcuno ricorderà il post “Diario dello scooter” parafrasando il diario di viaggio ben piu' importante del Che col suo compagno) sono andato spesso al mare senza grandi problemi.
Ultimamente pero', con quei mezzi obsoleti, non mi fidavo piu' di uscire dalla citta', anche perche' al mio amico rentador avevano requisito l'Ape con cui, eventualmente, sarebbe potuto venire a prendermi, se il mezzo si rompeva sperduto in culo ai lupi.
Sono 2 anni che mi narra del prossimo arrivo dei nuovi scooter fiammanti, cilindrata 125, perfetti, indistruttibili ecc...
Il problema e' che i tempi sono quelli cubani, di questi nuovi scooter ancora non si vede traccia.
Quindi ho camminato.
Mi e' sempre piaciuto camminare, la vita che facciamo in Italia ci vede traslocare il nostro culo dal sedile dell'auto a quello dell'ufficio, da quello dell'ufficio al divano di casa.
Abbiamo perso il piacere del camminare...per il gusto di farlo.
Certo vado a correre, ma non e' esattamente la stessa cosa quando ci sono tempi da rispettare e un cardiofrequenzimetro con cui combattere.
A Tunas ho riscoperto il piacere di camminare senza un cazzo da fare, per il piacere di farlo.
Senza un cazzo da fare e' una parola grossa....ho la fortuna di vivere in un barrio che si trova al massimo a 10 minuti a piedi da tutto.
La pista di atletica e' a 2 minuti, la palestra e il centro a 10, le case “ludiche” pure ecc...
Al mattino mi mettevo le cuffiette per la musica, con lo zainetto in spalla mi recavo in palestra sotto il sole del Caribe...una figata credetemi.
Poi rientravo per la doccia, tornavo in centro per un almuerzo veloce, poi il pomeriggio ludico, la chiacchierata con gli amici e si rientrava.
La sera ancora un giro.
Ho riscoperto il piacere di avere tempo da perdere contento di avercelo.
Se dovevo uscire dalla citta' ed era disponibile prendevo la Jeep aziendale, lo faccio da qualche vacanza e nessuno mi ha ancora rotto i coglioni.
Fra l'altro ora dovrebbe essere arrivata da La Habana la nuova carrozzeria del mezzo, verde scuro militare, giusto per capirci.
Quando abbiamo portato i cani dal veterinario per le varie vacunas abbiamo preso un coche tutto per noi, anche perche' Tifon e' piu' grosso dello scooter e il trasporto su questo mezzo non sarebbe stato possibile comunque.
Ovviamente mi e' stato proposto l'acquisto di ogni scooter elettrico possibile ed immaginabile.
In giro per la citta', parcheggiati in vari portal, ci sono decine di mezzi simili in vendita, mezzi che a La Habana si trovano a 1300/1500 cuc ma a Tunas, chissa' perche', vengono proposti a 2200/2500 cuc.
Tenete conto che portarli da Panama costa, per quelli piu' grandi 900 dollari.
Neanche se me li regalano.
Ho conoscenti con RP che li hanno, sono diventati matti a trovare nuove batterie quando quelle originali si sono consumate.
Non si ricaricano mai del tutto e cosi' dopo 35/40 km percorsi ai 30 all'ora e' di nuovo ora di ricaricare le batterie.
Rischio di non riuscire a tornare indietro da Callixto...non da Holguin...
A La Habana li ho visti ma a Tunas, gli scooter a miscela, che io sappia, non sono ancora consentiti.
Non se ne vedono in giro che non siano dello stato, in uso a dipendenti di varie imprese.
Ad esempio vedo delle vespe Piaggio usate da dipendenti dell'Etecsa o scooter Suzuki rossi usati da dipendenti di altre ditte, ma mezzi a miscela in mano a privati non se ne vedono.
Quando se ne vedranno in giro potrei considerare di acquistarne uno, con quello che ho speso in renta negli anni ne prendevo una mezza dozzina.
Certo fosse possibile portarli da qua' sarebbe una figata, anche perche' ci costerebbero meno della meta' rispetto ai valori assurdi che hanno le auto e le moto a Cuba.
Pensavo che mi sarebbe mancato un mezzo per muovermi invece ho scoperto che ne posso farne volentieri a meno, visto lo stato di quelli che stanno rentando.
In futuro vedremo, se arrivassero veramente i 125 potrei rentarli una volta per vedere se rappresentano davvero il salto di qualita' che tutti speriamo o se si tratta degli ennesimi chiodi.
Anche le auto che stanno rentando a Tunas sono sempre di peggior livello, sono andato con un amico al mare con un Geely.
Una merda di carro, rumoroso e con meno ammortizzatori di uno scooter cinquantino.
Il tutto per 65 cuc al giorno...mah...
Il solito discorso su Cuba; non esiste mai un rapporto qualita'-prezzo.
Rento uno scooter che mi molla ogni 2 per tre, affitto un'auto che fa schifo, vado in un hotel che dovrebbe essere un 4 stelle mentre a malapena, en vida real, sarebbe da 2.
Il tutto pagando piu' del dovuto.
Cuba e' anche questa; prendere o lasciare.

M&S CASA PARTICULAR HA AGGIUNTO DEGLI AGGIORNAMENTI

24 commenti:

  1. DA CUBANOS GURU

    Mabel siempre se consideró una luchadora de la vida, y así la veían sus amigos y vecinos del barrio. Desde niña se crió sola con su mamá y hermano menor. No tenía lujos obviamente, pero si mucho amor y cariño.
    Las carencias económicas nunca la detuvieron. Vendía lo mismo croqueticas, que ropa de segunda mano, cualquier cosa por ayudar en la casa.
    Con ese ímpetu se graduó de Filología en la universidad y al terminar la carrera comenzó a trabajar en el museo de bellas artes de su localidad.
    Claro que no le alcanzaba el salario como le sucede a la mayoría, pero ella se las ingeniaba para lograr una economía familiar aceptable, por lo menos tenían lo necesario.
    Allí en el museo conoció a Rafael, un joven que trabajaba cerca de allí. Hicieron amistad y rápidamente pasaron a una relación de pareja. Pronto Mabel salió embarazada. No estaba planificado, pero ya la situación estaba y había que enfrentarla. Se casaron y tuvieron a Melissa.
    Por desgracia al poco tiempo de nacer la bebé las cosas dejaron de funcionar. Rafael se volvió malhumorado, y no ayudaba en la casa que Mabel había construido de propio esfuerzo. En fin, la relación terminó.
    Poco se ocupaba Rafael de la nena, de vez cuando (muy de vez en cuando) la recogía unas horas para llevarla al parque y con la mantención, que tampoco cumplía a cabalidad, creía que el problema estaba solucionado.
    Tiempo después a Mabel se le presentó la oportunidad de irse del país a una maestría y ahí comenzaron los problemas. Aquel padre desnaturalizo decidió que ahora si quería a la hija, no para vivir con él, claro, pero si la quería cerca.
    Se empeñó en no darle el permiso de salida y Mabel tuvo que irse sin su hija, pero con la esperanza de que Rafael cambiara de opinión. Y no lo hizo. La joven pasó casi 2 años sin ver a la nena más que por fotos.
    Luego consiguió trabajo en el extranjero, pero sin la niña no había opción. Decidió regresar a estar con su hija, pues no había manera de llevarla consigo.
    Más tarde el padre cedió, pero ya no había contrato. Igual Mabel se fue de su tierra, pero ya sin las oportunidades de antes. Todo gracias a aquella frase que aún le taladra la mente “No te doy el permiso”.

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  2. Il Prof. Matías Bosch sul Venezuela: che curiosa che è questa 'dittatura'

    di Matías Bosch - Resumenlatinoamericano


    È davvero una cosa curiosa la "dittatura madurista" denunciata da Henrique Capriles, Henry Ramos e Julio Borges. Mentre tutti i paesi governati da dittature sono stati punti di partenza di emigrazioni di massa, il Venezuela risulta al primo posto come paese che riceve immigrazione di massa da un paese vicino. Si tratta dei colombiani. C’erano già 5,6 milioni di colombiani in Venezuela, ma lo scorso anno ne sono arrivati altri 100 mila, e nel 2017 ancora altri 30 mila.
    Il governo autoritario del Venezuela è così brutale, che la gente che critica il governo è sistematicamente convocata in piazza dai massimi dirigenti dei partiti di opposizione. Pare che non siano mai abbastanza soddisfatti, così hanno deciso di assaltare e bruciare l'Istituto Nazionale della Nutrizione, la metropolitana di Caracas, un ospedale pediatrico e sparare con armi da fuoco sulla polizia.
    Chissà se costoro hanno mai sentito parlare del coraggio mostrato dai Maya perseguitati nel Guatemala di Rios Montt?
    Si può pensare che le Madri e le Nonne di Plaza de Mayo brucerebbero anche un solo parco pubblico in Argentina? (…)
    È interessante notare che la giovane Paola Ramirez, uccisa da un colpo di arma da fuoco a Tàchira, non è stata vittima della polizia o dei "collettivi chavisti " (come riferiscono tutti insieme i media) ma da una pistola che ha sparato da uno degli edifici adiacenti, dove erano schierati i manifestanti dell’opposizione a Maduro.
    La tirannia di Maduro è così seria, così grave, che esiste l'opposizione; e che l’opposizione ha potuto vincere le elezioni legislative, ha preso la maggioranza nel parlamento, svolge liberamente le sue manifestazioni. È sostenuta da giornali, stazioni televisive, canali radio e tv etc. Gli oppositori viaggiano dovunque, vanno all’estero e sono ricevuti dall’Organizzazione degli Stati Americani.
    Data la crudeltà del governo del Venezuela, il Segretario Generale dell'OEA, Luis Almagro, è stato costretto ad intervenire denunciando la "rottura dell'ordine costituzionale". Chissà se si ricorderà dell’Honduras, dove c'è stato un colpo di stato nel 2009 e dove circa 120 attivisti ambientalisti sono stati uccisi?
    Maduro e Chavez sono stati due satrapi davvero feroci, che hanno stanziato il 60% del bilancio pubblico per la spesa sociale, e hanno creato la Missione Barrio Adentro, il programma che ha permesso alla popolazione dei quartieri e delle campagne venezuelane l’accesso alle cure sanitarie. Una istituzione che ha già realizzato più di 1300 milioni di visite mediche, tutte gratuite e garantite. Più o meno come nella Repubblica Dominicana, dove, fra gennaio e marzo 2017, più di 300 bambini sono morti a causa per lo più di infezioni contratte negli ospedali dove sono nati. (…) . E cosa ha detto Luis Almagro delle 300 mila donne peruviane indigene forzatamente sterilizzate all’epoca di Fujimori? (…)
    Sicuramente, molti venezuelani hanno motivi per essere critici e per non essere d'accordo con il loro governo. Ma quella "opposizione" messa in piedi dai Capriles, Borges, Tintori, Lopez, Ramos Allup, inganna la memoria storica del suo paese e quella dell'America Latina ogni volta che utilizza la parola “dittatura” per giustificare la sua ambizione, e la sua sete di potere.

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  3. Anche io preferisco, di gran lunga, camminare. Giuseppe

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    1. Las Tunas in scooter e' perfetta, ma con i mezzi rimasti ora e' davvero difficile godersela, non sai mai se ti parte al mattino o se ti molla in mezzo al nulla.

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  4. hola! quando eravamo in due con intenzioni simili rentavamo el tur, parlo dal 2005 al 2011 modelli dalla pegeout all audi ( especulando jajaja), necessario per viaggiare da una provincia all'altra solo così si conosce e vede Cuba poi da quando sono solo e stanziale sia per costo che per necessità non lo faccio più . Al max affitto un particular ( 25 cuc al dia) per tragitti brevi tipo tararà o santa maria ma mai oltre. Per il resto anche io ho tutto a portata di piedi e mi piace camminare , a proposito è veramente una libidine farsi dal avenida del puerto hasta el malecon (altezza rampa-hotel nacional) per poi risalire calle 23 oppure pasear entre la habana vieja y centtro habana. Ho fatto veramente tanti video in merito e non mi stufo mai. Anche per questo ho scelto il municipio de la habana del este. chao Enrico

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    1. Beh...camminare per centro, habana vieja e il Malecon...non ha prezzo.

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    2. Da quando hanno rifatto la zona del porto con i mercatini, le passerelle e la nuova cervezeria è davvero il massimo.
      Simone M&s

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    3. al respecto del malecon è piacevole anche vedere los "pescadores" vicino al cartello PROHIBO PESCAR, poi tutta la fauna che verso sera si riserva, i primi anni c'era molta movida anche di notte ora mi hanno detto che hanno limitato di molto il fenomeno, lasciano solo indisturbati i 4 travestidos che lavorano sulla rampa ( chissà perchè..........). Mi ricord che un paio di anni fa vicino all'hotel deauville montarono una piccola playa con arena palme artificiali y camitas, lo venni a sapere dal noticiero estelar e la vendevano come una gran cosa mentre dal vivo era piuttosto triste. Tirai un paio di foto e nulla più. Enrico

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    4. Enrico mar azul è bellissimo, però ci sono troppi yuma e troppe jineteras...io per andare alla playa prendo uno choffer con guaguita che per 50 cuc ida y vuelta me lleva a playa Baracoa, e poi mi viene a prendere, mezz'ora di carro, ma almeno li non c'è casino...capisco che tu vai per la fauna, ma non ce la farei a stare in quelle spiagge seppur belle...oppure opto molto spesso per le piscine degli hotel...la piscina del Copacabana ad esempio è stupenda...confina con l'oceano, è fantastica

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    5. 50 cuc.....e' un bel pagare Valter...

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    6. Si Milco, ma è lontanuccio...circa mezz'ora...e siamo circa 9 persone inclusi 2 bambini...serve per forza la guaguita...però se consideri che spendi 25 cuc, ossia la stessa cifra, con taxi, dall'aeroporto a centro habana...

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    7. 9 persone...azz svuoti un barrio...
      Non so i costi per quella tratta, da Tunas all'imbarco del barchino per la playa di Puerto Padre mi prende 35 cuc.
      E' un amico ma metti che normalmente prenda 40
      Sono quasi 100 km.

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    8. Valter, hai ragione ma sono per me le più vicine e poi anche se non sono a caza è bello stare in mezzo al cubaneo conversando y mirando. Ho capito la spiaggia che intendi è già in provincia de Artemisa, comunque anche dall'altro lato hai parecchie opzioni tipo le prime playas da la capital tipo bacuranao oppure residencial tarara ( con servizi ed intimità........) completa anche di piscina. A proposito anche io i primi anni en la habana ero solito frequentare le piscine tipo del habana libre, melia cohiba li si che era un buon punto de contacto jajaja ora piscina solo quando affitto casa a villa los pinos. Però se ci penso fare il bagno in piscina quando si è sulla costa non è il massimo ma vale la pena in certe condizioni o se risulta più comodo. Enrico

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    9. Sull'acqua della piscina di Tunas, volendo, ci si puo' anche camminare tanto e' succida....

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  5. segue
    a proposito rapporto qualità prezzo in quel di Cuba non si salva nulla se non el bollo. Riguardo alle auto è uno schifo, leggo sempre negli aeroporti i prezzi e condizioni delle compagnie vere come Hertz, Avis e noto l'abisso comprese le condizioni di assistenza. Ma come dici sempre e giustamente nessuno ci obbliga ad andarci. Enrico

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    1. Pagare 60/70 cuc al giorno un a baracchetta economica ci si riesce solo a Cuba.

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  6. L'unica volta che ho rentato uno scooter a dicembre, a Varadero con la novia, 25 cuc al giorno, scooter non messi male sinceramente, anche se usati molto dai turisti...all'Havana mi muovo sempre in taxi per spostamenti lunghi, altrimenti cammino, mi piace molto camminare quando el sol non mata...avevo intenzione di comprarmi una mountain bike adesso venerdi che vado a Cuba, soprattutto per far correre el cachorro, visto che la novia lo fa uscire poco a camminare...ne ho viste esposte a gennaio a 130 cuc circa in un negozio sul malecon vicino al Melia Cohiba, ma la paura è che quando parto quella bici farà una brutta fine, perchè la novia non è tipa da cuidarla, per questo sono dubbioso dal comprarla.

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    1. Il problema e' che non esiste manutenzione, o meglio viene fatta mentre tu stai pagando...quindi alla lunga quegli scooter si trasformano in carcassoni...

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    2. All'Havana ne vedo in giro tantissimi elettrici, anche un mio collega che ha il famillon a S.Clara ne ha comprato uno usato da un cubano, mille cuc, l'aveva preso a Panama, dice che vanno molto bene, lui addirittura ci carica moglie e nino per andare in spiaggia

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    3. Vanno molto bene se devi fare il giro dell'isolato o poco piu'...molti li hanno acquistati i medici di ritorno dalle missioni che non sono riusciti a farsi il carro.

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  7. scooter elettrico a Cuba mi sembra di cercarsela quelli che vedo a l'havana mi sembrano degli autentici rottami. Se poi si é in compagnia o là si vuol cercare... molto scomodo e un po' tragicomico :-) mat.

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  8. Esteticamente, se sono nuovi, sono anche carini da vedere, il problema e' che non camminano e vanno ricaricate le batterie ogni due per tre.

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  9. BEPPE SEVERGNINI

    NON AVEVO VOGLIA di andare a Cuba. Proprio nessuna. Temevo di trovarci canadesi in ciabatte, tedeschi in esplorazione e italiani in caccia di ragazze giovani e/o sogni rivoluzionari di gioventù: gente da evitare, per motivi diversi, almeno in vacanza. Ci sono andato con mia moglie Ortensia e tre coppie di amici, in febbraio. Nessuno di noi era mai stato a Cuba. Ma almeno gli altri sette erano di buon umore. Io no. La mattina della partenza avevo la sensazione che anche le modelle sui cartelloni pubblicitari, a Malpensa, evitassero il mio sguardo; e le capivo. Dopo otto ore di volo spartano, siamo arrivati all’Avana. La casa particular, nel quartiere Vedado, era effettivamente particolare: una fantasia architettonica anni Quaranta, piena di specchi, con vista sulle tubazioni delle abitazioni vicine; ma i gestori erano premurosi e ci hanno subito piazzato in mano un Cuba libre; a me due, vista la faccia. Poi siamo usciti sul lungomare del Malecón e c’era brutto tempo e faceva freddo e le onde sbattevano sulle vecchie auto americane e la luce era quella di queste fotografie. Allora ho capito che, forse, Cuba non mi dispiaceva. E avevo fatto bene a venire. L’ho scritto, al ritorno, sul Corriere. L’Avana è uno specchio magico, ognuno ci vede dentro quello che vuole. 170 km a nord c’è Key West, Florida, ma la distanza è molto superiore. La distanza è atlantica, la memoria più vicina e nessuna fotografia ci basterà (citazione, grazie Ivano). Nel mare davanti al Malecón corre, misterioso, il confine tra Stati Uniti d’America e America Latina. E la prima sta risalendo. Vedrete, datele tempo. Mi è sembrato, volando all’Avana, di accettare un passaggio e rientrare nel Novecento. È novecentesca l’evidenza del passato prossimo. Quasi dovunque, in Europa e negli Usa, è un passato sbiadito, complice la rivoluzione digitale. Ma Cuba è una nazione analogica. Non soltanto perché internet viene centellinato, tramite costose carte prepagate. È analogica perché ama cose sensuali: musica dal vivo, sole, alcol, cibo approssimativo, nudità entusiastiche. È novecentesca perché, come in tutte le società isolate, il tempo è trascorso lentamente. Entrare all’Hotel Nacional è come passeggiare in un film in bianco e nero, tra i fantasmi di Frank Sinatra e Lucky Luciano. Cercare una connessione wi-fi all’Hotel Capri vuol dire tornare indietro degli anni. Costruito nel 1957 con i soldi della mafia americana, apparso nel film Il nostro agente a L’Avana, fu di proprietà del gangster Santo Trafficante - Santo Trafficante! ogni malavitoso dopo di lui ha dovuto accontentarsi di nomi di ripiego - che usava l’attore americano George Raft come copertura.

    L’AVANA È NOVECENTESCA anche per la passione incrollabile con cui, almeno ufficialmente, ricorda i suoi miti. Nel Museo della Rivoluzione è in mostra Granma, il piccolo yacht da diporto con cui Fidel Castro, Ernesto “Che” Guevara e ottanta compagni partirono dal Messico il 25 novembre 1956. Leggo sulla guida Lonely Planet – il distintivo del turista a Cuba, com’era la guida verde del TCI nell’Italia

    anni 80 – che i rivoluzionari vomitarono l’anima, durante sette giorni di mare mosso (credevano fossero tre, non avevano calcolato bene le distanze).

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  10. E lo sbarco a Playa Las Coloradas, nell’oriente cubano, il 2 dicembre, fu disastroso. «Non fu uno sbarco: fu un naufragio», commenterà Che Guevara. Ritrovo i due – Fidel il cubano e Che l’argentino, con le loro barbe d’ordinanza – dentro un tiro a segno improvvisato in un cortile, dentro un palazzo a Habana Vieja, uno di quelli non ancora ristrutturati o ridipinti. Per due monete, invitano a colpire i “simboli dell’imperialismo americano”: lattine di Coca-Cola e Sprite, sostanzialmente. Prendo il fucile e scopro di non sbagliare un colpo. I miei amici italiani sospettano qualche trucco, i ragazzini cubani mi festeggiano e io penso che tutto è lievemente assurdo, e ho fatto bene a venire a L’Avana.

    I PAESI COMUNISTI IN LIQUIDAZIONE li ho conosciuti quasi tutti: Cuba è tra gli ultimi della lista, e va visto, prima che diventi il parco-divertimenti degli Usa. Questa, bisogna dire, è una liquidazione lenta e colorata, un ballo intorno alla storia e sotto il naso di Donald Trump. Cuba è l’isola della disorganizzione sorridente, dove l’orario d’arrivo di un volo interno – aerei Antonov, detti “le bari volanti” – è un’opinione. Se l’Italia è la scuola dell’arte d’arrangiarsi, Cuba è il corso di dottorato: un dipendente statale guadagna l’equivalente di 40 euro al mese, tutti integrano in qualche modo, trafficando con il peso convertible. Gli italiani residenti sono allegri fuggiaschi. Guidano vecchie automobili, aprono ristoranti con un prestanome locale, stanno con la figlia e sposano la suocera. Uno di loro mi riconosce davanti all’Hotel Inglaterra, l’albergo preferito di José Martí, grida il mio nome e offre un giro sulla sua Cadillac gialla del 1957. È simpatico. Porta un cappello da gringo, un’abbronzatura di caucciù e due orecchini. Dice d’essere stato un pilota dell’Alitalia. Visto come sta andando l’Alitalia, gli credo. L’Avana è un incrocio fra Chicago anni 40, Cracovia anni 80 e Castelvolturno com’è. Se avessero cercato di edificare il comunismo sul litorale domiziano, sarebbe uscito così. Le case sono un mix di vecchio cadente e nuovo irridente. Le strade offrono segnaletica approssimativa e voragini fantasiose. Uno arriva e si chiede: quando durerà tutto questo? Non molto, presumibilmente. Un motivo in più per venire e guardare: la spuma che sale dal mare, l’intonaco che cade dai palazzi, il tempo che scende su tutti noi.

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