domenica 25 giugno 2017

QUALE CAMBIO?

 Risultati immagini per CAMBIO A CUBA

Solitamente un regista, nella sua carriera che puo' essere piu' o meno lunga, riesce a produrre 3 buoni film.
Cosi' come una band, un cantante, in carriera raramente riesce ad andare oltre i 3 album decenti.
Per il resto della loro vita, sia il regista che il musicista vivono di rendita proprio su quelle 3 opere.
Gli esempi sarebbero talmente tanti che non e' neanche il caso di iniziare a citarli.
Gabriele Salvadores non deroga da questo assioma.
Turne', Marakesh Express e Mediterraneo, poi ha certamente fatto altre cose interessanti ma il livello di questi 3 film non e' piu' riuscito a raggiungerlo.
In Mediterraneo c'e' una scena che ritengo sia il manifesto di una generazione, quella uscita in qualche modo dalla guerra.
Abbatantuono, anni dopo la fine del conflitto, torna nell'isola greca a trovare Cederna che si era fermato li a fine guerra per vivere con Vassilissa, la puta.
Amareggiatissimo Abbatantuono racconta a Cederna che avrebbero voluto, lui e la sua generazione, fare tante cose, cambiare l'Italia, farne un paese decente ma...non glielo avevano permesso.
Immagine amarissima che possiamo tranquillamente mutuare per le generazioni che sono venute dopo.
Noi abbiamo fatto un po' di casino ma....non troppo seriamente, in fondo le cose ci andavano piu' che bene com'erano, al di la dei cortei, gli scioperi ed i casini.
Quando, a Cuba, fra poco tempo la generazione dei Barbudos, quella che ha fatto la Rivoluzione, lascera' lo scettro del comando a quelle che seguiranno, avra' la certezza che le nuove generazioni saranno in grado di mantenere l'isola indipendente e sovrana con tutto cio' che questo comporta?
Rivoluzione, diceva Fidel, e' anche cambiare tutto cio' che andra' cambiato.
A Cuba molte cose vanno cambiate, ma molte altre andranno mantenute a qualunque prezzo.
Da noi in questo ultimo decennio sono state cancellate, con un colpo di spugna, conquiste sociali che i nostri padri e anche noi abbiamo conquistato con sangre y fuego come direbbe Raul.
Cuba fara' lo stesso errore?
Per una voglia di modernismo sara' cancellato lo stato sociale che ha tenuto in piedi l'isola fino ad oggi, garantendo a tutti il minimo sindacale dalla culla alla tomba?
Sara' consentito a chi vorra' veramente cambiare le cose di farlo?
Il grande vicino del nord vorra' allungare le sue lunghe grinfie sull'isola che dista solo 90 miglia dalle sue coste e potra' farlo impunemente?
Sento molti cubani, specialmente quelli che non hanno mai fatto un cazzo per tutta la vita, fantasticare su eventuali cambiamenti e su una nuova Cuba, ma questi personaggi sono disposti a rinunciare a tutto cio' che ha permesso loro di fare la bella vita fino ad oggi?
Il pesciolino rosso che ha sempre vissuto nella sua bella boccia, nutrito e mantenuto e' pronto ad affrontare il mare aperto con tutti i pericoli che questo comporta?
Penso che i cambiamenti da fare siano davvero tanti, ma con l'acqua sporca sarebbe un delitto buttare via anche il bambino.
Cuba deve mantenere la sua unicita', senza trasformarsi in una S.Domingo qualunque, non dico questo per il bollo barato o per altre sciocchezze simili.
Ai cubani vanno dati gli strumenti per poter autonomamente migliorare le condizioni della loro vita, possibilita' di avere attivita' che pero' siano controllate da un potere centrale.
Chi vuole dall'exterior investire deve poterlo fare con regole precise, che non cambino ogni 5 minuti mettendo a rischio tutto cio' che si e' costruito.
Occorrera', permettere a chi e' preposto, di poter cambiare l'isola senza pero' farle perdere quell'unicita' che la rendono la piu' bella terra sulla quale occhio umano si sia mai posato.
Sara' possibile?
Lo scopriremo solo vivendo

M&S CASA PARTICULAR HA AGGIUNTO UNA CASA

10 commenti:

  1. Da questa settimana si inzia davvero a fare seriamente.
    Ho a lungo pensato se, questa estate, riprendere il discorso di animazione interrotto lo scorso anno per la palestra.
    Dovevo valutare opportunita', motivazioni, fattibilita', plata e tante altre cose.
    Insomma ci voleva l'occasione giusta.
    Si e' materializzata grazie ad un amico direttore di un bel Camping ad Albenga e referente di una beach, di un lido.
    Abbiamo parlato a lungo, ci siamo visti un paio di volte, sono andato giu' a vedere le strutture, ho parlato coi proprietari.
    Nel frattempo sono anche adato a vederne un paio sui laghi ma non mi hanno convinto molto e ho preferito lasciare perdere.
    A fine maggio, inzio giugno, oltre ogni tempo massimo....alla fine ci siamo accordati.
    Dal primo luglio al 31 agosto.
    Ho dovuto correre per trovare i ragazzi, le divise, la costumeria, i balli, l'impianto e tutto il resto.
    Mancava il Capo animazione.
    Ho finto di cercarlo, sopratutto con me stesso, consapevole che l'alternativa c'era.....e non era da poco.
    Dopo un anno col microfono appeso al chiodo, la voglia di rimettermi in pista, in gioco, era troppo grande.
    L'eta' e' quella del dattero ma l'aspetto no, di conseguenza credo di potermi ancora divertire per un'estate, forse l'ultima, forse....
    Pero' c'e' anche la Fly Gym a cui stare dietro anche se i mesi estivi sono meno intensi, sotto ogni punto di vista, con quelli invernali.
    Un socio c'e' alla sera, la socia cubana che sta' facendo animazione in una prestigiosa piscina ma ha 3 giorni free...abbiamo un buon instruttore di sala pesi...si poteva fare.
    Quindi da questa settimana dal lunedi al mercoledi saro' a Caselle praticamente a tempo pieno in palestra, il mercoledi sera parto per la Liguria dove mi fermero' fino alla domenica sera quando tornero' in Piemonte.
    Questo per 2 mesi.
    Quando saro' su mi occupero', come sempre delle richieste di M&S CASA PARTICULAR CUBA, quando saro' in riviera ci pensera' il mio socio, il buon Simone.
    Nei 3 giorni sabaudi mi allenero' di ghisa, in quelli liguri andro' a correre sulla battigia oltre che risveglio muscolare, acquagym ecc....
    Nei giorni scorsi ha iniziato ad affluire l'adrenalina che sempre ho sentito correre nelle vene a inzio di ogni stagione, anche perche' non andro', come in passato, a sopraintendere, ma bensi' proprio a lavorare...come ai bei tempi.
    Fuori tempo e fuori eta'?
    Forse...ma chi puo' dirlo?
    Lo zaino e' fatto, la macchina calda, la battigia mi aspetta.
    Che grande estate!

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  2. Non ci abbandonerai mica in estate vero? Giuseppe

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    1. Non so se riesco a stare dietro a tutto.
      Fra l'altro malgrado le visite aumentino non mi sembra un momento con molto interesse.
      Vedremo...

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  3. hola! certo Milco che sei sempre in canna però poi arrivi scarico a cuba jajaja Riguardo la situazione della isla dal 2018 il nome castro non sarà più ufficiale ma saranno sempre loro ( intendo la casta militare) a manovrare l'isola, nessuno vuole perdere i privilegi e poi come dicevamo l'altro giorno si sono creati degli equilibri nel vivere quotidiano che non si possono cambiare dall'oggi al domani vedasi los temas de las mulas, acaparamientos, robos, remesas che hanno segnato le nuove generazioni e che difficilmente possono sostituirsi ( è coma la situazione itagliana solo radendo al suolo il paese di potrebbe ricostruire qualcosa di sano). Insomma non mi aspetterei colossali novità anche sul piano piccoli investitori , magari sarà la volta dell'eliminazione del cuc. Sul fatto de la injerencia de usa sono scettico ( almeno per ora) in quanto Cuba non è strategica nella sua politica estera. Per i prezzi più alti di così non si può , ecco sarebbe bello migliori la pessima relazione qualità/prezzo da sempre presente. chao Enrico

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  4. Con l'estate che ho davanti Cuba e' molto molto lontana....lasciamola dov'e', verra' piu' avanti il suo momento.
    Dopo il 2018 il cambio e l'accellerata saranno d'obbligo e tocchera' farlo alle generazioni dopo la Rivoluzione.
    La gente ha seguito Fidel e Raul senza troppi se e ma perche' erano Fidel e Raul....con gli altri....vamos a veer lo que pasa.

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  5. Care italiane, cari italiani, cari connazionali,

    leggendo nei siti on line di gran parte dei quotidiani italiani ed ascoltando i report radiofonici e televisivi emessi dalla Rai e da altre catene, abbiamo purtroppo registrato che rispetto ai fatti venezuelani, vige una informazione a senso unico che rilancia esclusivamente le posizioni e le interpretazioni di una delle parti che si confrontano.
    Abbiamo anche letto e ascoltato spesso che l’attenzione prestata alla situazione venezuelana viene giustificata per la presenza in Venezuela di una “consistente comunità italiana o di origine italiana” in sofferenza e che sembrerebbe essere accomunata in modo unanime alle posizioni dell’opposizione.
    Noi sottoscrittori di questa lettera, siamo membri di questa comunità. Ma interpretiamo in modo assai diverso l’origine e le cause della grave situazione che attraversa il paese dove viviamo da tanti anni e dove abbiamo costruito la nostra vita e formato le nostre famiglie. Siamo in questo paese perché vi siamo arrivati direttamente o perché siamo figli e nipoti di emigrati italiani che raggiunsero il Venezuela nel dopoguerra per emanciparsi dalla situazione di povertà o di mancanza di opportunità e di lavoro in Italia.
    In tanti abbiamo condiviso e accompagnato il progetto di socialismo bolivariano proposto da Chavez e proseguito da Maduro, sia come militanti o elettori, sia partecipando direttamente il progetto di un Venezuela più giusto e solidale.
    Ciò che era ed è per noi inaccettabile è che in un paese così bello e ricco di risorse e di potenzialità, decine di milioni di persone vivessero da oltre un secolo in una situazione di oggettiva apartheid, al di fuori da ogni opportunità di emancipazione sociale e quindi senza i diritti essenziali che sono quelli di una vita dignitosa, cioè quello delle reali condizioni di vita, di lavoro, di educazione, di servizi sanitari pubblici, di pensioni per tutti.
    Questa situazione è durata in Venezuela per oltre 100 anni e bisogna chiedersi perché, soltanto all’inizio di questo secolo, con Hugo Chavez, per la prima volta nella storia di questo paese, questi problemi sono stati affrontati in modo deciso. E come mai, prima, questo non era accaduto. Chi oggi manifesta nelle strade dei quartieri ricchi delle città del nostro paese, gridando “libertà!” dove stava, cosa faceva, di cosa si occupava, prima che Chavez fosse eletto in libere elezioni democratiche ?
    In questi anni, diverse agenzie dell’Onu e l’Onu stessa, hanno certificato che il Venezuela è stato tra i primi paesi al mondo nella lotta alla povertà, all’analfabetismo, alla mortalità infantile, raggiungendo risultati che non hanno confronti per la loro entità, rapidità e qualità.
    Si citano la mancanza di prodotti di primo consumo e di farmaci, ma nessuno dice che è in atto una azione coordinata di accaparramento e di speculazione che ha fatto lievitare i prezzi e fatto crescere in modo esponenziale l’inflazione. Chi ha in mano il settore dell’importazione di questi prodotti ? Alcune grandi e medie imprese private per giunta sovvenzionate dallo Stato. La penuria di questi prodotti è in realtà l’effetto dell’inefficienza di questi gruppi privati nel migliore dei casi, o piuttosto dell’uso politico che essi stanno operando, analogamente a quanto avvenne in Cile, nel 1973 per abbattere il governo democratico di Allende.
    E’ evidente che l’obiettivo principale di questa specie di rivolta dei ricchi (perché dovete sapere che le rivolte sono situate solo nei quartieri ricchi delle nostre città) sia rimettere in discussione tutte le conquiste sociali raggiunte in questi anni, svendere la nostra impresa petrolifera e le altre imprese nascenti che operano in settori strategici, come il gas, l’oro, il coltan, il torio scoperti recentemente e in grandi quantità nel bacino del cosiddetto arco minero: l’obiettivo di questi settori sociali è tornare al loro mitico passato, un passato feudale in cui una piccola elite godeva di tanti privilegi e comandava sul paese, mentre decine di milioni languivano nell’indigenza.

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  6. Noi non abbiamo una verità da trasmettervi; abbiamo però tante cose che possiamo raccontare e far conoscere agli italiani in Italia. Che possiamo dire ai vostri giornalisti e ai vostri media. A partire dal fatto che la comunità italiana non è, come oggi si vuol dare ad intendere, schierata con i violenti e con i vandali che distruggono le infrastrutture del paese o con i criminali che hanno progettato e che guidano le cosiddette proteste che non hanno proprio nulla di pacifico.
    La comunità italiana in Venezuela è composta di circa 150 mila cittadini di passaporto e oltre 2 milioni di oriundi. Questi cittadini, che grazie alla Costituzione venezuelana approvata sotto il primo governo di Hugo Chavez possono avere o riacquisire la doppia cittadinanza, hanno vissuto e vivono insieme agli altri venezuelani i successi e le difficoltà di questi anni. Gran parte di loro hanno sostenuto e sostengono il processo di modernizzazione e democratizzazione del Venezuela. Molti di loro sono stati e sono sindaci, dirigenti sociali e politici, parlamentari della sinistra, imprenditori aderenti a “Clase media en positivo”, ad organizzazioni cristiane come Ecuvives ed hanno sostenuto e sostengono il processo bolivariano. Diversi di loro hanno partecipato alla stesura della Costituzione, che molto ha preso dalla Costituzione italiana. In gran parte hanno sostenuto Hugo Chavez e sostengono Maduro, opponendosi alle manifestazioni violente e vandaliche organizzate dai settori dell’ultra destra venezuelana.
    Un’altra parte, limitata, come è limitata l’elite venezuelana, è sulle posizioni dell’opposizione.
    Grazie a sostegni finanziari esterni svolgono una continua campagna di diffamazione del Venezuela bolivariano in molti paesi, compresa l’Italia.
    L’Ambasciata italiana censisce una ventina di associazioni italiane in Venezuela. Si tratta di associazioni costituite sulla base della provenienza regionale dei nostri emigrati, veneti, campani, pugliesi, abruzzesi, siciliane, ecc. che aggregano circa 7.000 soci e che intrattengono relazioni stabili con l’Italia e le proprie regioni. Solo alcune di queste associazioni, insieme a qualche giornale sovvenzionato con fondi pubblici italiani, hanno svolto in questi anni, in piena libertà, una campagna di informazione contro l’esperienza bolivariana; esse hanno costituito talvolta le uniche “fonti di informazione” privilegiate e accreditate da diversi organi di stampa italiani.
    Ma questa non è “la comunità italiana” in Venezuela. Ne è solo una parte limitata, le cui opinioni vengono amplificate da alcuni organi di informazione. Il resto della comunità italiana e il resto del mondo degli oriundi italo-venezuelani si organizza e si mobilità in questo paese nello stesso modo in cui si mobilita e si organizza il resto del paese. Vi è chi è contro e chi è a favore del processo bolivariano.
    Da questo punto di vista, non vi è alcun pericolo per la collettività italiana in Venezuela. Come in ogni paese latino americano, e come dovunque, si parteggia e si lotta con visioni politiche e sociali differenti.
    Strumentalizzare la presenza italiana in Venezuela è un gioco sbagliato, pericoloso e che non ha alcun fondamento se non l’obiettivo di alimentare lo scontro e la menzogna.”
    Caracas, Venezuela, 23 giugno 2017

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  7. Giulio Santosuosso – Caracas,
    Donatella Iacobelli – Caracas,
    Mario Cavani – Cumana,
    Cecilia Laya – Caracas,
    Angelo Iacobbi Por la Mar – Margarita,
    Michelangelo Tavaglione – Maracay,
    Giordano Bruno Venier – Caracas,
    Mario Neri – Caracas,
    Isa Carascon – Caracas,
    Franca Giacobbe – Valencia,
    Alfredo Amoroso, Caracas
    Evedia M. Ochoa – Caracas,
    Beda Sanchez – Caracas,
    Antonio Mobilia – Caracas,
    Ennio Di Marcantonio V. – Caracas,
    Fulvio Merlo – Caracas,
    Pietro Altilio – Caracas,
    Luca Spadageo – Caracas,
    Celestino Stasi – Maracay,
    Luigino Bracci – Caracas,
    Sandra Emanuela Neri – Caracas,
    Immacolata Diotaiuti – Caracas,
    Stella Coiro – Valencia,
    Nancy Guerra – Caracas,
    Marco Aurelio Venier – Caracas,
    Irving Francesco Sanchez – Caracas,
    Leo Zanelli – Caracas,
    Antonietta Zanelli – Caracas,
    Damaris Alcala – Barcelona,
    Giovannina De Vita – Caracas,
    Domenico Mosuca – Caracas,
    Vittorio Altilio – Caracas,
    Marina Yanes – Caracas,
    Elio Gallo – Caracas,
    Antonio Gerardo Di Santi – Caracas,
    Luisa Fabbro – Caracas,
    Vita Napoli – Caracas,
    Alfedo Tepedino – Caracas,
    Donato Jose Scudiero – Lecheria,
    Maria Bernieri – Valencia,
    Francesco Misticoni – Caracas,
    Gimar Patricia – Valencia,
    Escudiero – Puerto La Cruz,
    Margy Rosina Escudiero – El Tigre,
    Orietta Caponi – Caracas,
    Mario Gallo – Caracas,
    Mercedes de Cavani – Cumana,
    Maira Garcia – Caracas,
    Arcangelo Manganelli – Valencia,
    Franco Altilio – Caracas,
    Giuseppe Tramonte – Caracas,
    Antonieta Petroni – Guarico,
    Nelson Mendez – Puerto la Cruz,
    Ennio F. Di Marcantonio – Caracas,
    Monica Vistali – Caracas,
    Antonio Neri – Barcelona,
    Tramonte Andrea – Caracas,
    Biagio Scudiero – Lecheria,
    Giuliana Geremia – Valencia,
    Pasquale di Carlo – Maracay,
    Lira Millan – Caracas,
    Bruna Mijares – Caracas,
    Valeria D’Amico – Caracas,
    Maurizio Conforto – Barinas,
    Lucia Di Natale – Acarigua,
    Antonietta Rivoltella – Puerto la Cruz,
    Alessandro Carinelli – Caracas,
    Gianni Daverio – Morrocoy,
    Giacomo Altilio – Caracas,
    Mayira Leandro – Puerto la Cruz,
    Marta Trappiello – Valencia,
    Vincenzo Gallo – Caracas,
    Alfonso Bruni – Caracas,
    Claudio Manganelli – Valencia,
    Maria Eugenia Tepedino – Caracas,
    Luigi Puglia – Caracas,
    Mariaelena De Vita – Caracas,
    Rosanna Percepese – Caracas,
    Gabriela Merlo – Caracas,
    Vincenzo Policcello – Barquisimeto,
    Ada Martínez – Maracay,
    Barbara Meo Evoli – Caracas,
    Valeria D’Amico – Puerto la Cruz

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  8. Messaggio per il congresso del PC Venezuela
    22 giugno 2017 di csp

    Cari compagni,

    a nome del nostro Comitato Centrale e mio personale, voglio inviare un fraterno saluto e la massima solidarietà internazionalista al Vostro congresso. Il momento che sta vivendo oggi il Venezuela è, se ce ne fosse ancora bisogno, la prova dell’ingerenza dell’imperialismo degli Stati Uniti nel mondo e nel continente latino-americano in particolare. Il modello seguito è quello classico del fomentare malessere economico e sociale per poi costruire sopra artefatte proteste pseudopopolari, aventi come unico scopo quello di avviare un golpe restaurativo contro la Rivoluzione Bolivariana sullo stile di quello praticato contro il Cile di Allende. Tutto l’armamentario menzognero del mainstream internazionale viene messo in campo per “trasformare le vittime in carnefici e viceversa”. Proprio per questo motivo ha una ragione garantirvi il massimo livello di internazionalismo militante che si è’ già manifestato in numerose manifestazioni fatte in Italia. Non essendo, noi comunisti in Italia, riusciti a fare una rivoluzione nel nostro Paese, non possiamo percetterci in alcun modo di criticare la Rivoluzione Chavista, ma è del tutto evidente che l’avere cambiato solo in parte i rapporti di forza nella societa’ venezuelana nei confronti della grande borghesia si dimostra ogni giorno di più un problema. L’ingerenza specializzata dell’imperialismo ed i mezzi (mediatici e di potere) ancora in mano ai capitalisti venezuelani stanno cercando di colpire le conquiste sociali e politiche della Rivoluzione Bolivariana, a cui va tutta la nostra solidarietà politica e militante. Ai compagni e fratelli del Partito Comunista del Venezuela il nostro saluto per la coerenza politica intesa nel punto più alto della teoria e dell’azione rivoluzionaria: quella del marxismo-leninismo.

    Avanti compagni,

    Viva la Rivoluzione Bolivariana!

    Viva il Partito Comunista del Venezuela!

    Viva l’internazionalismo proletario!

    Roma 22 giugno 2017

    Marco Rizzo (Segretario Generale Partito Comunista)

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  9. El controvertido técnico italiano Lorenzo Mambrini condujo a Santiago de Cuba al primer lugar en el 102 Campeonato Nacional de Fútbol, 68 años después que un equipo de esa ciudad lo lograra por última vez.
    En 1949 conocidos como los “Diablos Rojos” – mote que retomaron los nuevos monarcas de 2017-, los futbolistas santiagueros ganaron la final nacional al club La Ceiba, de la barriada marianense del mismo nombre.
    Santiago se coronó al vencer a Ciego de Avila 2-1. Los indómitos llegaron a 21 puntos y el empate de Camagüey 2-2 con Cienfuegos les garantizó la corona de forma anticipada. Los agramontinos podrían alcanzar en puntos a los orientales pero a estos les favorecen los resultados de la serie particular con un triunfo y un empate.
    Como en las últimas temporadas, el conjunto de La Habana, que desde hace 16 años no gana un torneo, volvió a resultar un fiasco.
    El triunfo de Mambrini lo pudiera convertir en el segundo técnico italiano en dirigir a una selección nacional cubana luego de que en 1990 lo hiciera Giovanni Campari.
    Sin embargo, la posible designación del técnico europeo al frente de la escuadra tricolor podría reavivar las críticas de detractores que le recuerdan el escándalo de 2013 cuando dirigía un equipo de la sexta división en Italia y fue acusado de un presunto fraude por amañar partidos. En aquel momento, Mambrini apeló y un año después le fue retirada la sanción.
    “Eso es una parte negra de mi vida. Todos hemos tenido altas y bajas. Gracias a mi familia pude superar ese momento. En Italia, como en muchas partes del mundo, en los últimos partidos de cada liga existen personas que sugieren ganar por empate, porque esto no lesiona a nadie. Solo fue una conversación en una cafetería frente a todo el mundo y hubo una persona que me quiso hacer daño y me denunció. Nunca sucedió nada en concreto", dijo a la revista cubana Play Off.
    “Esto fue en 2013, después de un año de litigio ganamos la resolución mi abogado y yo. Gané pero todo el mundo recuerda esa sanción. Ahora Antonio Comte dirige el Chelsea y nadie recuerda que fue sancionado un año antes con la Juventus".
    ”Pienso que tenemos altas y bajas en la vida y para mí fue una baja, de la que me arrepiento hasta hoy. Ahora estoy comprometido con mi Santiago y con el fútbol. Ese año el directivo de Boloña confió en mí, no me puso en el banco sancionado y me permitió continuar dirigiendo el Sub-17. Esto no es como en Cuba, si estas sancionado estás fuera del equipo, allí me permitieron dirigir desde el terreno y solamente en la fase oficial estuve desde las gradas”, agregó.
    Mambrini llegó de Italia a Guanabacoa con su esposa cubana hace tres años y llevó al equipo del municipio a una gran faena en el campeonato habanero. Le hubiese gustado dirigir a la selección de la capital pero el puesto de entrenador ya estaba ocupado por Darién Díaz y las autoridades balompédicas le propusieron entonces la dirección del Santiago de Cuba.

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