sabato 1 luglio 2017

LADRONES

 Risultati immagini per BANDA BASSOTTI

I furti sono oramai una costante di qualunque parte del mondo.
Furti negli appartamenti, nelle seconde case, furti di auto, moto, scooter, biciclette, furti di denaro e via discorrendo.
Da noi ovviamente questa attivita' e' stata elevata ad arte, da qualche anno, vista la crisi economica, sono tornate a sparire pure le biciclette, non si tratta di un buon segno.
Ladri di biciclette andava bene in una certa Italia povera e uscita dal dopoguerra, meno in questa Italia attuale che dovrebbe essere la settima o ottava potenza mondiale.
A Cuba, come e' noto, fottono di tutto.
Tutti noi siamo stati vittima, forse, di piccoli e grandi furti durante i nostri soggiorni sull'isola.
Le abitazioni, sopratutto ai piani bassi, hanno tutte una robusta e terribilmente antiestetica inferriata a protezione dei propri beni.
Inferriata con serratura e spesso con lucchettazzo annesso.
Detto questo, ovviamente, ti entrano in casa comunque.
Il cubano difficilmente lascia la casa incustodita, da noi lavorano o vanno a scuola tutti i componenti di un nucleo famigliare e quasi sempre la casa resta incustodita tutto il giorno, a Cuba si tende, per motivi di sicurezza, a lasciare sempre qualcuno in casa onde evitare spiacevoli sorprese.
Se la casa e' in costruzione, uno dei muratori o il proprietario stesso della casa, si sistemera' su una brandina e passera' la notte a guardia del materiale, il clima lo consente.
In Piemonte, a gennaio, sarebbe un filino meno proponibile.
Le case cubane, tolte quelle di grande livello nella capitale, non sono provviste di antifurti, almeno non a Las Tunas, per questa ragione oramai proliferano i cagnoni grandi e grossi a guardia della proprieta'.
Solitamente quando ci sono furti nelle case la complicita' di qualche vicino e' un dato acclarato.
Si ruba quando non c'e' nessuno, per poterlo fare occorre sapere bene quando la casa e' libera quindi si rende necessario che qualcuno faccia opera di sorveglianza per riuscire ad avere questa informazione.
Nelle case raramente il cubano lascia denaro, i furti riguardano televisori, dvd, piccoli elettrodomestici, biciclette, moto e cose simili.
La bicicletta e' una delle cose che si ruba piu' facilmente, basta lasciarla appoggiata 10 secondi ad un muro, senza amarrarla, che ti sparisce sotto gli occhi.
Sopratutto se parliamo di buone biciclette con un culo bianco sopra, meglio se arrivano dell'opulento exterior.
Se a Cuba vigesse la regola coranica del taglio della mano per chi ruba, saremo di fronte ad un popolo di monchi.
La prima cosa che una delle mie proprietaria di renta storica mi disse, fu quella di non lasciare mai il motorino fuori la notte, anche col seguro e parcheggiato davanti a casa.
Chi ha un'auto rentata, sempre per la notte deve trovare un garage o un posto dove metterla, piu' che per i furti per evitare che qualche borracho si diverta a rigartela tutta solo per il gusto di farlo o che qualche specchietto esterno campeggi, il giorno dopo, orgogliosamente, su qualche bicitaxi.
Ci sono poi situazioni che, se non facessero girare i cabasisi potrebbero fare sorridere.
Frequenti sono i furti di ropa appesa in qualche patio ad asciugare, non ci volevo credere ma sono cose che accadono con molta frequenza.
Se hai piante di frutta, sempre nel patio, che esondano verso l'esterno ci saranno sicuramente i ragazzini che....fanno merenda ma queste sono cose tutto sommato innocenti.
Ci sono poi i furti.....inventati.
Possono accadere quando si ha una novia fissa e....ovviamente non si e' presenti sull'isola.
Sicuramente le saranno entrati in casa rubando di tutto, sicuramente la bicicletta nuova fiammante che il culo bianco aveva regalato alla fanciulla, e' finita nelle mani dei “ladrones”.
Sono situazioni che ognuno deve affrontare come meglio crede, nessuno e' in grado di dare lezioni in materia.
Ogni testa, alla fine, e' sempre un piccolo mondo.

P.S Un saluto a tutti dalla ridente Albenga

17 commenti:

  1. Ricordo la prima volta in Oriente. Io e il mio amico avevamo tentato un carro e allora avendo con noi un "tutor" questi ci fece parcheggiare su una strada dove un uomo fu incaricato di controllare che nulla accadesse alla nostra auto e , infatti la persona seduta su una sdraio ci disse: no te preocupes io miro El coch. La mattina lo ritrovammo un po' indirizzito sulla sedia a fissare la nostra macchina in cambio di pochi pesos.P68

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ricordo a Santiago che una fanciulla mi porto' nel so barrio dove il piu' chiaro aveva il colore di Balotelli.
      "ti aspetto mentre ti cambi per la serata a patto che tu mi mandi tuo fratello a sorvegliare lo scooter...e me."

      Elimina
  2. hola! negli ultimi anni ho notato un aumento di inferiate y candados nelle case. Personalmente non ho mai subito furti importanti ma mi premunisco invitando sempre le solite amiche collaudate e sicure da anni ( con cui posso dormire mentre guardano la tele senza sorprese) . Per quanto riguarda i furti subiti nei primi anni ero molto farandulero ed in disco mi fottevano cell ( con la scusa del palpaggio) e per mie dimenticanze sul tavolo tipo cappelli, accendini. In casa ricordo una tipa in quel di Santiago molto performante ma con il vizio di rubarmi cibo, scatolette di tonno, galletas, zopas , lo notavo ogni volta ma la lasciavo fare se solo me lo avesse chiesto gliele avrei regalate. Quando alquilaba el coche mai avuto problemi de robos ma di danneggiamenti quello si che sommati ai soliti inventi dell'agencia quando riportavi il mezzo per trattenere parte de la fianza facevano girare parecchio le palle. Ma anche questa è Cuba. La morale è "ladron que roba a ladron tiene cien años de perdon "............. chao Enrico

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No
      Se invito una e questa inizia a mettere le mani in ogni anfratto prende subito la porta di casa...

      Elimina
  3. Anche io ho subito qualche piccolo furto. Roba da poco per cui non valeva la pena rovinarsi la vacanza. Giuseppe

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non e' una cattiva politica ma occorre sempre ricordare loro che se vogliono rispetto devono prima...darlo

      Elimina
  4. I piani golpisti dell’estrema destra venezuelana diretti a rovesciare il legittimo governo, sono rifiutati dalla maggioranza della popolazione venezuelana. Questo è quanto dichiarato dal presidente Nicolas Maduro.
    «C’è un ripudio a livello nazionale verso il colpo di Stato e la violenza, un ripudio totale da parte di tutto il Venezuela», ha dichiarato il presidente in occasione di un’attività tenutasi presso il parco Vinicio Adames, nello Stato Miranda.
    Maduro ha evidenziato che l’opposizione porta avanti i suoi propositi golpisti sin dal
    2014 - anno delle famigerate guarimbas e del piano ‘La Salida’ - che adesso sono stati rinnovati con nuove tattiche e l’utilizzo di gruppi d’assalto che operano in alcuni punti ben precisi del paese, causando decine di morti e feriti.
    «L’imperialismo e l’oligarchia vogliono il colpo di Stato, su questo non c’è dubbio», ha denunciato Maduro. Il quale ha poi aggiunto che di fronte a questi piani sovversivi il Governo venezuelano è pronto a rispondere anche attraverso dei programmi volti a forgiare il nuovo modello produttivo del paese.
    Negli ultimi mesi si sono susseguite manifestazioni violente organizzate dall’opposizione, spesso culminate con assalti a edifici pubblici come scuole e ospedali. Si sono registrati morti per odio, come nel caso di Orlando Figuera, accoltellato e bruciato vivo perché nero e chavista.
    Maduro ha però assicurato: «Non mi arrendo, continuo a lottare per il popolo oggi, domani e sempre».

    RispondiElimina
  5. «La doppiezza non è cristiana, essere fedeli missionari è portare Gesù non se stessi», raccomanda Francesco all’Angelus. Po l’appello per la fine delle violenze in Venezuela. «Il 5 luglio ricorrerà la festa dell’indipendenza del Venezuela - afferma il Papa - Assicuro la mia preghiera per questa cara nazione ed esprimo la mia vicinanza alle famiglie che hanno perso i loro figli nelle manifestazioni di piazza. Faccio appello affinché si ponga fine alla violenza e si trovi una soluzione pacifica e democratica alla crisi. Nostra Signora di Coromoto interceda per il Venezuela!».



    RispondiElimina
    Risposte
    1. La doppiezza non e' cristiana....
      France'...con tutti i casini che ha in piedi la chiesa andrei cauto con certe dichiarazioni...

      Elimina
  6. In Italia siamo messi mille volte peggio...l'unica cosa che mi hanno rubato a Cuba fu all'aeroporto Martì stavo andando col volo interno a Santiago, dalla mia ex novia, aprirono la maleta pequena e si fotterono un reggiseno e una collanina d'argento del valore di 10 euro...non è un caso se a Cuba vediamo spesso motorini parcheggiati in cucina la sera per chi abita al primer piso, ma la cosa che mi da molto fastidio dei cubani non è tanto questo, ma il rivendersi le cose, soprattutto i regali che ricevono, ne ho viste di ogni, anche per questo regalo sempre poche cose e soprattutto di poco valore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il riciclo dei regali e' anche un vizio italico...

      Elimina
    2. Vero, ma che tristezza...però in Italia li ri-regalano, non li vendono.

      Elimina
    3. Si ma questo non rende meno triste la cosa, un regalo e' comunque un pensiero che qualcuno ha avuto nei tuoi confronti.
      Se non ti piace lo metti in uno sgabuzzino e morta li'....non lo rifili a qualcun'altro.

      Elimina
  7. CIAO PAOLO R.I.P.

    L’anniversario non gli piace affatto. Anzi, ne farebbe felicemente a meno: «Lo vivo come un anticipo dei funerali, mi fa piacere essere ricordato, però, a 82 anni e mezzo, non posso scacciare la sgradevole sensazione di sapere che non potrò più fare né film né serate». E poi c’è l’avvicinarsi di quella «scadenza fastidiosa... il Padreterno non ha pensato alla paura della morte, cioè al momento in cui ci verrà tolta la cosa più bella che ci ha dato». Eppure, avvolto in una tunica bianca, nell’appartamento luminoso di Roma Nord dove continua a ricevere telefonate e inviti, Paolo Villaggio ha tutto tranne l’aria dell’anziano gravato dai rimpianti. La zampata è ancora feroce, lo sguardo sull’Italia lucido e impietoso.
    Quarant’anni fa, il 27 marzo, arrivava nelle sale il primo Fantozzi, diretto da Luciano Salce. Da allora per lei è cambiato tutto.
    «Sì, sono diventato un box-office vivente. Il film uscì dopo Pasqua e rimase in cartellone fino al Natale seguente... ne ho fatti 10, i primi 3 erano portentosi, la cosa più nuova era il linguaggio, completamente diverso da quello dei comici e degli imitatori che imperversavano all’epoca. Fantozzi e Filini non parlavano in dialetto, ma in un italiano che ne esprimeva la condizione esistenziale, una specie di sintesi di ignoranza endemica... me lo diceva anche Fellini, “Paolino, tu hai ampliato e modificato la lingua italiana”».
    Il mondo di Fantozzi ha generato aggettivi, avverbi, modi di dire.
    «È vero, e questo mi fa pensare che, alla fine, qualcosa di me rimarrà. Gli altri muoiono definitivamente, io forse no».
    Perché il pubblico amò subito, e così tanto, Fantozzi?
    «All’inizio la gente rideva e basta, ma si sentiva anche aggredita, poi subentrò la gratitudine. Fantozzi è un “subitore” perfetto, ha liberato tutti dalla spiacevole sensazione di sentirsi unici nel proprio essere sfigati. Era come una seduta terapeutica, gli spettatori seguivano le sue avventure e pensavano “forse è vero, siamo tutti così”».
    Ma lei un successo così enorme se lo sarebbe mai aspettato?
    «No, vivevo in una specie di trance, non mi rendevo conto, sapevo solo che, quando avevamo cominciato, sia io che De Andrè, eravamo certi che nella vita non ce l’avremmo fatta».
    Perché Fantozzi piace ancora oggi?
    «I film continuano ad andare in onda in tv, Fantozzi esprime malessere, disagio, e quindi è adatto anche ai giovani di adesso, spaventati da quel nulla che vedono nel loro futuro».

    RispondiElimina
  8. Però Fantozzi aveva il posto fisso. Una condizione che oggi sembra fantascienza.
    «... Ma che non serviva a migliorare le cose. I capi facevano parte di una cricca, gli impiegati, nella pausa caffè, beccavano l’applauso quando dichiaravano “sono 3 anni che non prendo in mano una pratica”. Venivano considerati guru del non far niente, il loro era un lavoro stupido e ripetitivo, guadagnavano poco, così farsi assumere in un’azienda e poi fare nulla dalla mattina alla sera diventava un atto eroico».
    E se a un Fantozzi di oggi offrissero una tangente?
    «Qualunque Fantozzi l’afferrerebbe mugolando di piacere, l’Italia è diventato un Paese brutto, triste, dove si parla solo di calcio e di donne. Se si va a una cena dell’upper class romana gli argomenti trattati sono questi. Prima l’orrore per l’aereo caduto, poi di chi è la colpa, poi il cordoglio, in cui tutti sono bravissimi, soprattutto se notabili e indagati... infine, divisi in due gruppi, gli uomini si mettono a discutere di calcio e le donne rispondono con i telefonini ai cinguettii degli amanti».
    Una volta ha deciso di darsi alla politica.
    «Sì, una sola volta, mi aveva convinto un mio amico, uno a sinistra del Pci cinese... mi sono candidato con Democrazia Proletaria, sono stato eletto, ma poi seppi che avevano messo le crocette sul loro capolista che invece non era stato votato, sono stati dei poveretti...».
    Come spiega il successo di Beppe Grillo?
    «Succede quando si comincia a parlare male dei politici, ma continuare a ripetere che sono disonesti è insopportabile, come continuare a dire che in Italia si mangia e si vive bene».
    Che cos’altro non le piace del nostro Paese?
    «Il fatto che abbiamo preso dall’America la mania dei numeri, il fatto che non ci si dica più “come va?” ma “quanto guadagni?”. I soldi sono l’unico tipo di felicità noto alla cultura europea. L’Italia, oggi, è un Paese povero e noioso».
    Noioso. Come la «Corazzata Potemkin»?
    «Quella era la punizione più severa che sia stata mai immaginata, ma ci sono tante altre cose noiose. Per esempio anche Leopardi è una terribile rottura, come Manzoni, che abbiamo studiato tutti a bastonate, come “i cipressi che a Bolgheri”... quando sono caduti nessuno ne ha parlato, erano diventati noiosi anche loro».
    Una cosa che a Fantozzi non è ancora successa.
    «No, adesso è diventato importante, piace agli snob, ma l’obiettivo è che diventi noioso. La mia speranza è che, tra altri 40 anni, tutti dicano basta, Fantozzi ci hai rotto le scatole».
    C’è stato un momento in cui lo ha odiato?
    «No, perché oltre a quei film, ho fatto tante altre cose, ho lavorato con Fellini, Olmi, Strehler, Wertmüller... però, sinceramente, quando ho girato l’ultimo della serie mi sono sentito come liberato da un incubo».

    RispondiElimina
  9. Ricordo una volta, nel campo, ero in casa di mia cognata. Nel tardo pomeriggio stavamo boccheggiando sotto un ventilatore quando dalle inferriate della finestra del patio de atras spunta una mano che, piano piano, cerca di arraffare un telefono poggiato su un mobiletto poco più sotto.
    Le donne hanno cacciato uno strillo che era un mix di pinga/conojes/mi madre!
    Ancora rido solo al pensarci.

    A me personalmente non hanno mai rubato niente. A parte l'anima.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se gli pinzavano la mano il tipo faceva la fine di Muzio Scevola....:-)

      Elimina