venerdì 4 agosto 2017

IL "MITO" DI MIAMI

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Di Igor Righetti
Come si nomina la Florida vengono subito in mente Miami e Miami Beach: quest’ultima è un’isola che ha saputo trasformarsi da “sala d’attesa di Dio” (come veniva chiamata tanti anni fa a causa del grande numero di anziani che ci vivevano) a città ricca di mondanità, locali di tendenza, ristoranti di alto livello, arte e cultura. Anzi, culture visto che oltre la metà della popolazione dell’area urbana di Miami è formata da ispanici. La forte migrazione cubana seguita da quella venezuelana ha portato lo spirito latino-americano e la lingua spagnola a essere quella più parlata in un’area così multietnica. Non mancano gli europei residenti, soprattutto francesi, ma anche tanti italiani. Pure la presenza dei russi è in forte aumento. Con tutte queste contaminazioni etniche sembra di vivere in più città contemporaneamente. Miami Beach è unita a Miami attraverso alcune strade sopraelevate. Ha tre quartieri principali: South Beach, Mid-Beach e North Beach. South Beach è il più amato dai turisti con centinaia di edifici Art déco (la maggior parte di quelli di Miami fu costruita negli Anni Trenta e Quaranta), la celebre Ocean Drive e alcune delle spiagge da cartolina più famose.
La celebre Ocean Drive, per esempio, è un susseguirsi di boutique hotel in stile Art déco mantenuto anche al loro interno. Un viale che si affaccia sull’Oceano Atlantico divenuto famoso grazie al cinema (vi sono state girate anche alcune scene del film Scarface) e alle serie televisive con file di palme, centinaia di ristoranti, hotel e caffetterie, bagnanti che prendono il sole sulla spiaggia bianca, ragazze in bikini, ragazzi a torso nudo con bicipiti scolpiti e tartarughe addominali intenti a mostrarsi mentre fanno jogging, corrono in bicicletta o sullo skateboard. Sia di giorno sia di notte è densamente animata dall’umanità più varia. Qui si trova anche l’elegante e leggendaria Villa Casuarina dove, sui gradini dell’ingresso, fu ucciso lo stilista Gianni Versace, all’epoca proprietario del palazzo.
Oggi è diventato un luxury hotel con ristorante italiano annesso: “Gianni’s”. In questo luogo lo stilista creò alcune delle sue collezioni più originali e vi ospitò alcuni dei suoi amici celebri come Madonna e Elton John.  Mette una certa tristezza leggere nel menu del ristorante “L’insalata Gianni” con pomodori e cetrioli.
All’interno della città ci si può spostare gratuitamente con il Trolley,  un servizio tram su gomma che collega diverse zone della città.

Perpendicolare a Ocean Drive e a Collins Avenue, tra la 14th e la 16th, c’è Española Way, una piccola via storica pedonale che ha celebrato la sua riapertura dopo il completamento del progetto di restauro di 2,5 milioni di dollari della City of Miami Beach per recuperare questo luogo pittoresco.  È un caratteristico villaggio spagnolo ispirato allo stile rinascimentale mediterraneo ricco di ristoranti (italiani, messicani, spagnoli, cubani e francesi) e qualche hotel.  Interessanti  visite guidate per conoscere la storia e gli aneddoti della via vengono organizzate da Paula Gomez 

Da Miami Beach vale la pena spostarsi a Miami.
Downtown, il centro finanziario, è dominato da alti grattacieli alcuni dei quali molto originali e spettacolari. Il modo migliore e più economico per visitare il quartiere è il Metromover, una monorotaia sopraelevata gratuita dalla quale si possono ammirare vedute suggestive della città e vivere le emozioni suscitate dall’altezza.

A Nord di Downtown c’è il quartiere più trendy e colorato di Miami: il Wynwood art district, ex area industriale oggi trasformata in un museo a cielo aperto con tante gallerie d’arte e locali di tendenza. Un esempio eccellente di come sia possibile riqualificare aree degradate.
A ovest di Downtown si trova, invece, Little Havana o, come lo chiamano gli ispanici, la Pequeña Habana, il quartiere cubano, oggi popolato da persone provenienti da tutta l’America Latina, soprattutto dal Salvador e dal Nicaragua. Il  cuore pulsante del quartiere è Calle Ocho tra la 13th e la 17th avenue. Qui non mancano i ristoranti di cucina cubana così come i negozi che vendono e realizzano sigari lavorati a mano a prezzi contenuti. Da vedere la Walkway of the stars (si ispira alla Walk of fame di Hollywood), un piccolo tratto di strada che celebra alcuni importanti personaggi latino-americani come Cecilia Cruz e Gloria Estefan; il Máximo Gómez park, meglio conosciuto come Domino park, dove gli anziani immigrati cubani si sfidano a domino; il Tower Theater, uno dei più antichi edifici di Miami; Il Cubaocho museum e performing arts center, un museo a ingresso gratuito con opere di artisti cubani dal 1800 al 1960, galleria d’arte, musica dal vivo e bar
Miami culinary tours propone un’ interessante quanto gustosa visita del quartiere con la degustazione delle delizie gastronomiche della cucina cubana: dal celebre sandwich fino al dolcissimo caffè (le visite con Mirka Roch Harris sono ideali per gli italiani in quanto l’appassionata signora ha il nonno marchigiano, ama l’Italia e le piace descrivere la cucina cubana con raffronti con quella italica).
A Watson Island, a Est  di Downtown, sorge il Jungle Island per gli amanti della natura o per coloro che viaggiano con bambini. Il parco unisce il suggestivo paesaggio tropicale di Miami a una grande varietà di animali esotici provenienti da tutto il mondo. L’intera struttura non fa uso di concimi chimici né di fitofarmaci. Nell’Everglades habitat si riproducono le condizioni ambientali delle Everglades con la sua fauna e la sua flora. Un’esperienza unica da fare è proprio quella dell’Everglades national park, dichiarato patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco, nella parte più meridionale della Florida, a circa due ore di auto da Miami: una palude immensa, una delle zone più selvagge e incontaminate d’America. Ci vivono, tra gli altri, alligatori, serpenti velenosi e tartarughe carnivore. La zona costiera, invece, è popolata da squali e barracuda.
A Miami Beach non manca di certo la cucina cubana che non si può non provare. “Havana 1957” è una catena di ristoranti cubani che coniuga la cucina tradizionale con  l’atmosfera e il fascino della Cuba degli Anni '50. Il ristorante al 405 di Española Way è un locale magico dove si può vivere questa esperienza con un servizio cordiale e una cucina autentica e varia. Dai sandwiches al pollo fritto alla cubana, dal pesce alle zuppe è un meraviglioso viaggio nei sapori cubani. Il mojito è strepitoso. Perfetto il rapporto qualità-prezzo.
Questo lungo articolo e' estrapolato da in infinito reportage su Miami apparso su un settimanale. 
 Vi devo confessare che non sono mai stato negli Stati Uniti, per lungo tempo ho sperato di fare parte di qualche contingente di invasione del Patto di Varsavia, ma poi le cose....sono andate come sono andate.
Mi piacerebbe pero' farci un salto, passarci un po' di tempo, vedere come vive quel giovane paese e se esiste o meno il famoso american dream.
Miami pero' proprio no.
Se c'e' un luogo in cui proprio non metterei piede e' questa sorta di succursale cubana e latina che e' Miami.
Sara' che non ho mai amato i surrogati; se devo mangiare una caramella cerco sempre quelle che abbiano lo zucchero al posto giusto, non il saccarosio, una cosa o la fai bene o meglio non farla.
Andare a Miami, dopo tanti anni di Cuba, lo troverei un tantino fuori luogo, magari mi sbaglio ma la penso cosi'.
Molti hanno questo mito di Miami come se fosse il posto piu' bello del mondo e il punto di arrivo di un'esistenza.
Per decenni e' circolata questa minchiata che le case costavano poco, conosco parecchia gente che c'e' stata e ci va regolarmente, mi conferma che costano relativamente poco in quartieri in cui devi uscire di casa conciato come Rambo per sperare di farci ritorno.
Parliamo di una delle citta' col piu' alto tasso di delinquenza di tutti gli Stati Uniti.
Prima sono arrivati i bandoleros cubani, ricorderete la scena di Scarface dove, a seguito del Mariel, i poliziotti yankee si lamentavano che Castro gli avesse rifilato tutta la merda che si ritrovava in casa, poi e' stata la volta di messicani, venezuelani, honduregni, nicaraguensi ecc....
Delinquenti veri, non macchiette.
Simone Piras, titolare di Cubacenter ci visse un anno intero.
Ricordo che mi annuncio' quella scelta a pranzo in un ristorante di Scansorosciate, era bello carico e gli augurai le migliore cose visto che si trattava comunque di un'esperienza importante.
Visse un anno in un bel condominio con piscina comune a pochi metri dalla spiaggia, location stupenda.
Cerco' di inserirsi nel meccanismo dei cubani che volavano fra i due paesi, ma si rese conto che il tutto era in mano a cubano americani coi quali non era troppo il caso di scherzare.
Dopo un anno, constatato anche che gestire un'attivita' troppo lontano dalla cassa, come accade in ogni situazione di questo mondo, era piuttosto complicato, decise di tornare in Italia definitivamente.
Se non ricordo male in un anno spese qualcosa come 6000 euro al mese fra affitto e vivere ad un discreto livello.
Mi racconto' che andare in un buon ristorante per mangiare buona carne o buon pesce era una sorta di bagno di sangue, che c'erano quartieri dove era meglio non mettere il naso neanche in pieno giorno e tante altre cose.
Perlomeno ci ha provato.
So gia' che la vista di Little Habana mi farebbe incazzare sopratutto dopo aver visto la gusaneria esultare alla morte del nostro Comandante en Jefe.
Molti italiani che vivono a Tunas senza RP, dopo 3 mesi, ora escono per andare a Miami, se non sbaglio da Holguin sono 180 cuc andata e ritorno, nulla se comparati con i 500 e passa sempre spesi per andare in dominicana o a Panama.
Tutti mi dicono che e' molto cara e che dopo 3-4 giorni non vedono l'ora di tornare a Cuba.
Certo col portafoglio a fisarmonica credo si possa fare una gran bella vita, ma con quel tipo di portafoglio la bella vita la fai in qualunque paese al mondo.
Andare fino la' per mangiare cubano poi....bah!
No....non sono particolarmente attratto da Miami.

M&S CASA PARTICULAR HA AGGIUNTO UNA CASA

apartamento-callejon-de-hamel 

24 commenti:

  1. Diciamo che dopo 3 mesi una capatina in usa ci sta. Non fosse che per far approvvigionamento di beni di uso comune e cose simili. Quando sarà probabilmente sceglierò Key west. Mi pare ci sia il volo diretto.

    Simone M&S

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    1. Dopo 3 mesi senza uscire anche un week end in Burkina Faso va bene..

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  2. hola! se fueron gusanos y regresaron mariposas......hai fatto bene a citare la mafia cubana de miami che esiste veramente e si occupa fattivamente di ogni attività/scambio con la isla madre dai voli, papeles, trapotraficantes, mulas di ogni tipo, negozi che alquilan oro etc. A questi "el bloqueo" fa comodo tanto come al regime, si sono ormai creati degli equilibri che nessuno ha convenienza di cambiare da ambas orillas. Per il cubano de a pie non ci possono essere altri miti che los ee.uu perchè passare dalla vita en la isla a qualche paese europeo tipo itaglia, spagna non vale la pena. chao Enrico

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    1. Io di mariposas ne ho viste poche.
      Tanta gente che all'exterior fa una vita di merda quella si...

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  3. Dai reportage che si vedono non sembra un brutto posto. Giuseppe

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    1. Non lo è ma sono più attirato da un coast To coast in camper....
      Al limite la California...

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  4. Dai che si recupera...
    http://www.lastampa.it/2017/08/04/economia/supereuro-chi-guadagna-e-chi-perde-j0alrS9CwlhjpQI6wkNLsL/pagina.html


    Simone M S

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  5. l più grande conoscitore dell'America Latina in Italia: "Io ce li ho questi dati e dicono che di morti ammazzati l’opposizione ne ha fatti molti più del governo. Intellettuali e combattenti come l’argentino Adolfo Pèrez Esquivel (premio Nobel per la Pace nel 1980) o il brasiliano Frei Beto hanno espresso solidarietà a Maduro: sono forse amici dei criminali? C’è un bel pezzo di propaganda".

    Chi oggi con il massacro mediatico in corso contro il Venezuela non vorrebbe intervistare l’indiscusso massimo conoscitore dell’America Latina in Italia? Tutti, chiaramente.

    Succede che il Corriere della Sera abbia lo scoop. E Fabrizio Caccia intervista Gianni Minà.

    Voi, a questo punto, direte: darà il Caccia il massimo risalto alle parole di chi come nessuno conosce quelle terre, la loro storia politica, le loro popolazioni?

    Non proprio. L’operazione è questa. Nel titolo e nel sottotitolo neanche si capisce che sia un’intervista a Minà e continua l’operazione di propaganda oltre la vergogna di questi giorni

    Invece di dare risalto alle parole di Gianni Minà e alla sua intervista, il Caccia preferisce dare massimo riferimento ad un appello. lanciato pensate da niente meno che…. Rossana Miranda. Vi domanderete chi è Rossana Miranda per finire citata nel Corriere della Sera? Non riusciamo neanche noi a sciogliervi questo dubbio amletico, possiamo solo segnalarvi che da mesi fa propaganda contro il governo venezuelano attraverso un portale italiano, Formiche, e un giornale della destra venezuelana, El Universal.

    Siamo arrivati al punto che il Corriere della Sera debba fare propaganda attraverso Formiche?

    Si, signori miei, siamo proprio arrivati a questo punto.

    Ma torniamo a Gianni Minà. Lo scoop di Caccia viene presentato senza un’introduzione, senza niente, addirittura si ha oggettiva difficoltà a capire che sia un’intervista sui fatti di adesso.

    Abbiamo ascoltato telefonicamente Minà che ci ha confermato che si tratta solo di una minima parte delle sue parole. Ma non importa tanto questo, quel che rileva è riportare per intero le parole riprese da Caccia: «Il problema non è Maduro, il problema è il petrolio del Venezuela, che gli Stati Uniti vogliono”. E ancora: «Bisogna avere in mano i dati dei morti, prima di parlare. Io ce li ho questi dati e dicono che di morti ammazzati l’opposizione ne ha fatti molti più del governo. Intellettuali e combattenti come l’argentino Adolfo Pèrez Esquivel (premio Nobel per la Pace nel 1980) o il brasiliano Frei Beto hanno espresso solidarietà a Maduro: sono forse amici dei criminali? C’è un bel pezzo di propaganda dietro alla storia che Maduro affami il popolo. Il chavismo ha vinto, altroché! Oggi l’esperienza bolivariana ha pure un canale televisivo (TeleSur) e una banca intercontinentale...».

    Parole che si perdono nel testo del Caccia tra l’appello di Rossanda, la solita propaganda interna e Paolo Cento. Si avete capito bene. Paolo Cento. Ora mettere nella stessa intervista sull’America Latina Gianni Minà e Paolo Cento, è come mettere nello stesso campo di calcio Diego Armando Maradona e Egidio Calloni o Van Basten e Luther Blissett.

    Miracoli della propaganda.

    E poi mentre Gianni Minà cita un Premio Nobel del calibro di Esquivel e un gigante come Frei Betto - torturati e arrestati dalle vere dittature dell’America Latina che piacevano tanto a quello stesso occidente che oggi non a caso combatte il governo venezuelano - Paolo Cento invita a fare chiarezza sui fatti di Caracas «già quest’estate nelle feste dell’Unità, di Sinistra Italiana, Articolo 1». Ora mettere insieme nella stessa intervista Esquivel e Betto con le attuali feste dell’Unità è più o meno come mettere sullo stesso palco i Pink Floyd con Giggione.


    P.s. Il Frei Beto citato dal Caccia in realtà è Frei Betto, Teologo della liberazione brasiliano, imprigionato e torturato nel 1969 dalla dittatura militare brasiliana per il suo impegno politico. Ma questo, probabilmente, il Caccia non lo sa.


    Alessandro Bianchi


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  6. L’Impero ordina e i bravi soldatini eseguono. Così anche sul Venezuela la politica italiana si è subito allineata alla
    posizioni di Washington con i vari Gentiloni, Renzi, Alfano, Casini e tutta una pletora di seconde linee in cerca d’autore a strepitare contro il ‘dittatore’ Maduro che oltre ad attuare una feroce repressione avrebbe ridotto il popolo venezuelano alla fame.
    In un video virale in rete alcune donne anziane sono costrette dalla fame ha rovistare tra la spazzatura per procurarsi del cibo. Una barbarie. Siamo nella Caracas del tanto vituperato Maduro? No, siamo in Italia. Un paese ridotto alla fame dalle scellerate e criminali politiche neoliberiste implementate da quegli stesso uomini politici che adesso strepitano indignati contro il Venezuela.
    Scrive ‘Con El Mazo Dando’: «Mentre il mondo intero afferma che in Venezuela il popolo mangia dalla spazzatura perché affamato dal Governo Bolivarianao, nessun paese si è pronunciato su questi cittadini italiani costretti a nutrirsi attraverso alimenti destinati alla discarica.
    Utenti Twitter hanno pubblicato questo video girato in Italia, dove quattro anziane cercando all’interno di un camion della spazzatura, qualcosa che le permetta di nutrirsi.
    L’immorale paese europeo osa intromettersi negli affari interni del Venezuela, mentre costringe gli anziani a cercare cibo tra i rifiuti per nutrirsi. Dovrebbero imparare dal paese che tanto criticano o quantomeno copiare la Gran Misión en Amor Mayor, destinata a compensare il lavoro svolto da chi giunto alla terza età non aveva raggiunto i requisiti per la pensione dell’Instituto Venezolano de los Seguros Sociales (Ivss).
    Nonostante tutti i blocchi economici e gli attacchi internazionali che ha ricevuto, lo stato bolivariano non ha mai cessato di servire il popolo attraverso diversi programmi sociali come la Misión Hijos de Venezuela, Hogares de la Patria, Madres del Barrio, Gran Misión Vivienda Venezuela, Barrio Nuevo Barrio Tricolor, creati per il benessere e la felicità dei boliviani».

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  7. TORINO-HUDDERSFIELD 2-2

    Reti: 23′ Edera (T), 36′ Kachunga (H), 54′ Obi (T), 58′ Mouniè (H)
    Ammoniti: 45′ Smith (H)
    Torino (4-2-3-1): Milinkovic-Savic (67′ Ichazo); De Silvestri (67′ Zappacosta), Rossettini (67′ Bonifazi), Avelar (67′ Moretti), Molinaro (67′ Barreca); Lukic (67′ Valdifiori), Obi (67′ Acquah); Edera (67′ Aramu), Benassi (61′ Gustafson), Berenguer (67′ Parigini); De Luca (67′ Boyè). A disposizione: Sirigu, Belotti, Ljajic, Falque. Allenatore: Mihajlovic
    Huddersfield: Lossl; Smith, Billing, Mooy, Lowe, Van la Parra, Ince, Mounié, Kachunga, Jorgensen, Schindler. A disposizione: Coleman, Schofield, Malone, Whitehead, Hudson, Scannell, Lolley, Williams, Depoitre, Quaner, Hefele, Palmer, Edmonds-Green. Allenatore: Wagner.
    Arbitro: sig. Brugger (Austria)

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  8. http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-venezuela_massiccia_mobilitazione_in_sostegno_allassemblea_costituente/5694_21112/

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  9. Torino Fc comunica l’acquisto del nuovo difensore centrale: “Il Torino Football Club è lieto di comunicare di aver acquisito a titolo temporaneo con diritto di riscatto dall’Olympique Lione il diritto alle prestazioni sportive del calciatore Nicolas N’Koulou

    Il Torino di Sinisa Mihajlovic per la stagione 2017/18 si va sempre più a definire ed oggi arriva un altro tassello fondamentale, ovvero, il tanto agognato difensore centrale. L’anno scorso i problemi in difesa sono stati diversi e così si è deciso di correre al riparo e, dopo gli arrivi dei giovani Lyanco e Bonifazi, era arrivato il momento di puntare su un profilo di esperienza: l’arrivo di N’Koulou sembra colmare questa lacuna. Il difensore classe 1990 ha molta esperienza interrnazionale avendo giocato in squadre come l’Olympique Lione e l’Olympique Marsiglia e potrà dare certamente un contribuito prezioso alla causa granata.

     

    Redazione Toro News

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  10. Silvio Colli ha detto...

    Buongiiorno...per Livio...sono Silvio..:anche a me piace alternare cuba con Maceió specialmente per il
    Clima..ma manco da molto..mi piacerebbe avere aggiornamenti..:grazie..mare70s@libero.it

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  11. Mira El Mar (mal), no miro El bien. Una frase che nelle storie dell'isola ricorreva spesso. P68

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  12. a Miami (e florida del sud) non si sta poi così male, servizi occidentali e atmosfera latina quando si vuole. certo ci vogliono i soldi o una professione in loco che abbia senso, non si può pretendere di svernare con 1500 euro di pensione come a cuba. Mat.

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  13. Sono convinto che non sia un postaccio ma i surrogati non mi piacciono potendomi godere l'originale.
    Piuttosto in Usa mi piacerebbe un coast to coast in auto.

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    1. Per un viaggio sicuramente si, e ci sono posti anche per me migliori per vivere, come la California

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  14. FRIBURGO: Gikiewicz; Ignjovski, Kubler, Haberer, Kempf; Sierro, Schuster, Kapustka; Stanko, Kleindienst, Kath

    TORINO (4-2-3-1): Sirigu; Zappacosta, Bonifazi, Moretti, Barreca; Acquah, Baselli; Iago Falque, Ljajic, Berenguer; Belotti.

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  15. Bella vittoria in Germania contro la settima delle Bundesliga piu' avanti di noi nella preparazione.

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  16. La Silva bronzo nell'asta ai mondiali di atletica

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