venerdì 25 agosto 2017

SE NE VANNO



Giambattista Vico parlava di corsi e ricorsi storici. Con questa formula il filosofo napoletano sintetizzava la capacità di certe situazioni di ripetersi nella vita degli essere umani. Il Dossier Statistico Immigrazione 2017 elaborato dal centro studi e ricerche Idos e Confronti registra una di queste situazioni: oggi gli emigrati italiani sono tanti quanti erano nell’immediato dopoguerra. In numero, oltre 250.000 l'anno. Corsi e ricorsi della storia, appunto.
Prima il calo poi la crisi del 2008 e l’inversione di tendenza
L’emigrazione degli italiani all'estero, dopo gli intensi movimenti degli anni '50 e '60, è andato ridimensionandosi negli anni '70 e fortemente riducendosi nei tre decenni successivi, fino a collocarsi al di sotto delle 40.000 unità annue. Invece, a partire dalla crisi del 2008 e specialmente nell’ultimo triennio, le partenze hanno ripreso vigore e hanno raggiunto gli elevati livelli postbellici, quando erano poco meno di 300.000 l'anno gli italiani in uscita.

Oltre 114mila persone sono andate all’estero nel 2015
Sotto l'impatto dell'ultima crisi economica, che l'Italia fa ancora fatica a superare, i trasferimenti all'estero hanno raggiunto le 102.000 unità nel 2015 e le 114.000 unità nel 2016, mentre i rientri si attestano sui 30.000 casi l'anno.

La fuga dei cervelli
A emigrare - sottolinea il report - sono sempre più persone giovani con un livello di istruzione superiore. Tra gli italiani con più di 25 anni, registrati nel 2002 in uscita per l'estero, il 51% aveva la licenza media, il 37,1% il diploma e l'11,9% la laurea ma già nel 2013 l'Istat ha riscontrato una modifica radicale dei livelli di istruzione tra le persone in uscita: il 34,6% con la licenza media, il 34,8% con il diploma e il 30,0% con la laurea, per cui si può stimare che nel 2016, su 114.000 italiani emigrati, siano 39.000 i diplomati e 34.000 i laureati.

Germania e Regno Unito le mete preferite
Le destinazioni europee più ricorrenti sono la Germania e la Gran Bretagna; quindi, a seguire, l'Austria, il Belgio, la Francia, il Lussemburgo, i Paesi Bassi e la Svizzera (in Europa dove si indirizzano circa i tre quarti delle uscite) mentre, oltreoceano, l'Argentina, il Brasile, il Canada, gli Stati Uniti e il Venezuela.

L’investimento (perso) da parte dello Stato
Ogni italiano che emigra rappresenta un investimento per il paese (oltre che per la famiglia): 90.000 euro un diplomato, 158.000 o 170.000 un laureato (rispettivamente laurea triennale o magistrale) e 228.000 un dottore di ricerca, come risulta da una ricerca congiunta condotta nel 2016 da Idos e dall'Istituto di Studi Politici “S. Pio V” sulla base di dati Ocse.

I flussi effettivi sono ancora più elevati
A rendere ancora più allarmante il quadro tratteggiato da questo dossier è un’uteriore considerazione: i flussi effettivi sono ben più elevati rispetto a quelli registrati dalle anagrafi comunali, come risulta dagli archivi statistici dei paesi di destinazione, specialmente della Germania e della Gran Bretagna (un passaggio obbligato per chi voglia inserirsi in loco e provvedere alla registrazioni di un contratto, alla copertura previdenziale, all'acquisizione della residenza e così via).

Il centro studi: i dati Istat vanno aumentati di 2,5 volte
Il centro studi spiega che rispetto ai dati dello Statistisches Bundesamt tedesco e del registro previdenziale britannico (National Insurance Number), le cancellazioni anagrafiche rilevate in Italia rappresentano appena un terzo degli italiani effettivamente iscritti. Pertanto, i dati dell'Istat sui trasferimenti all'estero dovrebbero essere aumentati almeno di 2,5 volte e di conseguenza nel 2016 si passerebbe da 114.000 cancellazioni a 285.000 trasferimenti all'estero, un livello pari ai flussi dell'immediato dopoguerra e a quelli di fine Ottocento. Peraltro, si legge ancora nel dossier statistico, non va dimenticato che nella stessa Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero il numero dei nuovi registrati nel 2016 (225.663) è più alto rispetto ai dati Istat. Naturalmente, andrebbe effettuata una maggiorazione anche del numero degli espatriati ufficialmente nel 2008-2016, senz'altro superiore ai casi registrati (624.000).

L’Ocse: Italia ottava in classifica
Il problema dei tanti italiani che abbandonano l’Italia è stato segnalato qualche giorno fa anche dall’Ocse. Nell’ultimo report sui migranti l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici ha fatto presente che l'Italia è tornata a essere ai primi posti mondiali come Paese d'origine degli immigrati. Secondo l'Ocse, la Penisola è ottava nella graduatoria mondiale dei Paesi di provenienza di nuovi immigrati. Al primo posto c'è la Cina, davanti a Siria, Romania, Polonia e India. L'Italia è subito dopo il Messico e davanti a Viet Nam e Afghanistan, con un aumento degli emigrati dalla media di 87mila nel decennio 2005-14 a 154mila nel 2014 e a 171mila nel 2015, pari al 2,5% degli afflussi nell'Ocse. In 10 anni l'Italia è “salita” di 5 posti nel ranking di quanti lasciano il proprio Paese per cercare migliori fortune altrove.
L'articolo e' del Sole 24 ore, altre statistiche raccontano che, in questi ultimi anni, hanno lasciato il bel paese ufficialmente o ufficiosamente 400 mila persone ogni 12 mesi. Un esodo. Dico ufficiosamente perche moltissimi, pur avendo ottenuto la residenza nel paese desiderato, non hanno abbandonato quella italiana senza iscriversi all'Aire, di conseguenza non risultano nelle statistiche ufficiali. Chi sono e quali fasce d'eta' e quali destinazioni comprendono questo esercito di fuggiaschi?
PENSIONATI
Occorre fare un distinguo fra chi ha ancora la dolce meta' in vita e chi, invece, si ritrova in situazione di vedovanza. Nel primo caso le mete prescelte, almeno in base alle statistiche, sono il nord Africa sopratutto Marocco e Tunisia, la Bulgaria, la Sapgna e il Portogallo. Tutti paesi dove la tassazione sulle pensioni e' piu' bassa, il costo della vita minore di conseguenza la pensione pesa di piu'.
Non a caso quei delinquenti dell'Inps stanno pensando a qualche mecanica per risolvere il problema. Se invece si e' soli allora anche Cuba puo' andare bene, a patto di avere una buona salute, se si e' cagionevoli meglio non allontanarsi troppo dal vecchio continente. Non e' neanche necessario mettere su casa e sposarsi; nella palestina, se stai per lunghi periodi, trovi anche a 250 cuc al mese, se non vuoi uscire dopo i 3 mesi canonici ti iscrivi all'universita', cosi' hai anche modo di passare un po' il tuo tempo.
IO
Con “Io” intendo gli ultracinquantenni, diciamola tutta....la generazione degli esodati. Gente che magari ha perso il lavoro, che avrebbe ancora davanti dai 6 ai 12 anni prima della agognata pensione. Quindi da un lato la voglia di andarsene, ma dall'altro la preoccupazione fondata per questi anni che ancora mancano. Molti sono separati, magari qualche soldo da parte sono riusciti a metterlo, sono anche consapevoli che hanno ancora armi e truppe per un'ultima battaglia, poi l'eta' e gli acciacchi renderebbero complicati nuovi progetti. Quindi, se decidono di andarsene, sono consapevoli dell'attenzione che devono mettere in ogni eventuale progetto, sostanzialmente e' gente che ha ancora voglia di lavorare quindi la scelta ricadrebbe su paesi che potrebbero, con un piccolo o medio invesimento, consentirglielo. Cuba potrebbe anche andare bene, a patto di conoscere come funzionano le cose in quel paese e saper trovare le soluzioni imprenditoriali e burocratiche piu' adeguate.
QUARANTENNI
Sono quelli rimasti piu' fregati dalla crisi economica che ha capovolto il mondo. Si sono affaccciati nel mondo del lavoro quando tutto andava bene o quasi. Hanno messo su famiglia, fatto mutui importanti (c'erano due buoni stipendi a fare da parafulmine) e fatto progetti abbastanza realistici per gli anni a venire. Poi e' arrivato il 2008 con tutto cio' che ha comportato. Ora si ritrovano pieni di debiti, magari con solo uno stipendio disponibile e la sensazione di avere la terra sotto i piedi molto friabile. Se partono lo fanno con la famiglia e con un progetto in testa, pochi soldi da spendere bene e la consapevolezza che andarsene non e' piu' soltanto un' opzione, ma e' diventata una scelta obbligata. Direi che a meno di non avere moglie cubana e casa disponibile, Cuba potrebbe non essere il posto giusto per ricominciare.
TRENTENNI
Questi i periodi di vacche grasse manco li hanno visti. Un decennio passato fra lavoretti da poco, interinali e contratti magari da firmare ogni settimana. Disponibili a viaggiare e a ricoprire anche mansioni piu' basse rispetto ai sogni di qualche anno prima. Sostanzialmente, se vanno, scelgono l'Europa, sopratutto la Germania dove le possibilita' di impiego sono piuttosto alte. Al limite l'Australia come hanno fatto un paio di ragazzi che venivano in palestra. Non sognano paradisi tropicali, sono soli e gia' poter mettere insieme il pranzo con la cena, senza dipendere piu' dalla famiglia sarebbe un successo. Per loro Cuba e' da lasciare perdere.
VENTENNI
Come dico spesso a ragazzi che vedo allenarsi in palestra “Il mondo e' vostro, imparate l'inglese e staccate il cordone ombellicale con la famiglia, partite e vivete la vostra vita, qua' per voi non c'e' piu' nulla” A 20 anni davvero hai tutte le prospettive che vuoi davanti, se la famiglia ti para il culo i primi mesi puoi davvero fare quello che vuoi. Magari inizi come cameriere, come hanno fatto in molti, in qualche parte d'Europa, per poter piano piano salire di livello e costruirti una vita decente. Hanno il tempo dalla loro parte, in un paese di mammoni devono invertire questa tendenza ed essere consapevoli che non e' piu' il lavoro a cercare loro, ma devono muoversi ad andare a scovarlo dove c'e'. Cuba? Anche no.
SUERTE PARA TODOS.

M&S CASA PARTICULAR HA AGGIUNTO UNA CASA
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52 commenti:

  1. DAL BLOG MINUTO SETTANTOTTO

    Mentre mi trovo nel museo della DDR di Berlino, nella sezione dedicata allo sport ai tempi della Repubblica Democratica Tedesca, colpisce la mia attenzione un pannello con una foto che ritrae un momento di gioco di una partita della DDR-Oberliga. Mi avvicino lasciando tutti gli altri turisti radunati difronte alla teca contenente la maglia blu della nazionale che disputò i Mondiali del 1974, quelli dove ci fu la storica partita Germania Ovest – Germania Est a Amburgo, vinta dai tedeschi orientali con il gol di Sparwasser. Leggo che la foto è stata scattata durante un derby negli anni ‘70 tra le due squadre simbolo di Berlino Est: l’Union e la Dynamo.
    Conosco la realtà della Union Berlin, mentre della Dynamo quasi niente. È il mio amico Valerio che indicando il calciatore in maglia bordeaux mi dice che era la squadra della Stasi e che oggi, nonostante sia caduta in disgrazia, la sua tifoseria è una delle più temibili della Germania. Ha ragione, scrivendo “Dynamo Berlin” su Google si trovano solo foto di scontri tra tifosi e immagini di un derby del 2015 con la Union, terminato con 175 arresti e 112 poliziotti feriti. La storia m’incuriosisce e decido di approfondire subito. Internet mi viene in soccorso e scopro che è stata la squadra più titolata della Germania Est ma anche la più odiata. Un’antipatia che non nasce naturale come quella che spesso si portano dietro i vincenti, bensì alimentata dal fatto di essere la squadra della temuta polizia politica della DDR e per questo “favorita” anche negli arbitraggi. La società nata nel 1953 come SV Dynamo, era stata rifondata nel 1966 con il nome attuale e controllata direttamente da Erich Mielke, il massimo dirigente della Stasi. Quello fu l’anno della riforma dei campionati calcistici e Mielke fece convergere sulla Dynamo alcuni dei più forti calciatori del paese “chiamati” a Berlino dal miglior club del paese, la Dynamo Dresda (in tutti paesi socialisti non esisteva il professionismo e quindi anche i calciatori erano dipendenti pubblici al pari degli altri lavoratori). Tra la fine degli anni ’70 e la riunificazione, la Dynamo vince consecutivamente dieci titoli, alcune coppe nazionali e riesce per due volte a raggiungere i quarti di finale della Coppa Campioni (nel 1984 è eliminata dalla Roma). Come per quasi tutti i club della DDR, la riunificazione con l’avvento del professionismo segnò l’inizio della fine. La Germania Federale inquadrò e distribuì i club della massima serie orientale nelle sue tre categorie professionistiche in base alla classifica dell’ultimo campionato di DDR-Oberliga organizzato. Per la Dynamo Berlin, che aveva perso i suoi migliori giocatori andati a giocare nell’Ovest, tra cui Thomas Doll, fu un’annata molto deludente quella 1990/91. Quindi, in base ai criteri prestabiliti, si trovò così a giocare la successiva stagione nella nuova Serie C unica tedesca. Il club più titolato della capitale, rinominatosi adesso F.C. Berlin per tagliare i ponti con l’ingombrante passato, non riesce più a emergere dalla terza serie e addirittura qualche anno dopo conosce il fallimento e l’onta di ripartire dalla quinta serie. I tifosi chiedono di tornare al vecchio nome e nel 1999 ecco di nuovo la denominazione tradizionale: Berliner Fussball Club Dynamo 1966. Solo lo stemma è cambiato, il nuovo logo prevede l’orso, il simbolo della città, al posto del vecchio emblema socialista con la D stilizzata e contornata dalle spighe di grano.
    Gli anni Novanta, a fronte del declino della squadra sul campo, hanno visto per contro i tifosi mettersi in mostra. Il piccolo Dynamo Sportforum nel quartiere di Lichtenberg, periferia nord-est di Berlino, è diventato il covo degli hooligans più temuti di Germania con una forte infiltrazione di elementi neonazisti.

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  2. Da alcune stagioni la Dynamo gioca le partite casalinghe al rinnovato stadio del centro sportivo di Mauerpark, nel centrale quartiere di Prenzlauer Berg, un paio di fermate di metro dal nostro alloggio. Non ci pensiamo due volte, decidiamo di andare a vedere la partita.
    L’indomani, appena entrati nel viale alberato che dal parco porta allo stadio, i tifosi locali alla biglietteria ci hanno subito squadrato. “Più di venti anni di frequentazioni degli stadi e qui da loro sembriamo agenti della Digos!“, osservano i miei amici. Intorno a noi energumeni rasati e pieni di tatuaggi. Tutti sulla quarantina, in maglietta bordeaux con scritte o simboli della squadra. Io e i miei amici non siamo degli sprovveduti, ci conosciamo dai primi anni Novanta, quando da ragazzini frequentavamo gli ultras dell’Empoli, allora si faceva il tifo dalla curva nord ed eravamo una tifoseria seria pure noi. Ma qui siamo evidentemente estranei e ci sentiamo a disagio. Anche la polizia sembra in tono e hanno facce più da ultras che da tutori dell’ordine. Però dentro lo stadio l’atmosfera cambia. Non ci sono solo figuri che sembrano usciti da un raduno neonazista. Anzi, guardandosi intorno vedo molti redskins, freaks, mods, ragazze e famiglie al completo. Ci sono padri e figli con la maglia della squadra, c’è il tizio vestito con la tuta da meccanico (oggi era un pomeriggio lavorativo), l’anziano signore con il cappellino e la spilla. Pochissimi teenagers, gli ultras sugli spalti sono per lo più nostri coetanei sulla quarantina. Credo che, a giudicare dall’età, abbiano visto la Dynamo vincere l’ultimo titolo della DDR-Oberliga nel 1988 e la Coppa Campioni, Tutti di evidente estrazione popolare, questa è in ogni caso una tifoseria chiaramente working class. Ci sono due grandi stand che vendono wurstel e salcicce arrostite su grandi bracieri e più in là un altro gazebo che serve fiumi di birra, così ci mescoliamo tra loro per capire meglio di chi siamo ospiti, in questo clima più da festa paesana che pre partita. Notiamo dalle magliette e tatuaggi che va per la maggiore il vecchio simbolo del club nell’era socialista. Anche quelli che sembrano elementi da movimento nazionalista sfoggiano un’araldica dal sapore di Ostalgie, la maglia vintage della Dynamo accomuna tutti. Sugli spalti arriva questa conferma di scelta identitaria, bandiere della DDR sventolano tra quelle bordeaux della squadra. Come mi è capitato di leggere, nonostante alcune proposte di parlamentari della CDU di mettere al bando i simboli della vecchia Repubblica Democratica Tedesca, oggi l’esposizione della bandiera della DDR rappresenta un segno di protesta antisistema ma anche richiesta di rispetto per la propria cultura tedesco-orientale. Di fronte al diffuso sentimento tedesco-occidentale di associare all’Est quello che è obsoleto, si esterna una rivendicazione di valori in contrapposizione al consumismo e capitalismo della nuova Germania modernista-ottimista incompatibile con l’identità della classe popolare.
    Ma della partita a me e ai miei amici interessava poco, volevamo solo vedere da vicino questa realtà che era descritta in termini negativi e invece si presenta piuttosto come pittoresca e nostalgica di un passato glorioso. Prima di andarcene diamo un’occhiata dall’alto della tribuna al sottostante Mauerpark, il cui nome letteralmente significa “parco del muro”, ai tempi della divisione della città quest’area era terra di nessuno, parte della striscia sorvegliata che separava l’Ovest dal settore Est della città. Con grande sorpresa ci accorgiamo che 300 metri di Muro di Berlino, sopravvissuti all’abbattimento e ricoperti da graffiti, oggi costituiscono parte del perimetro di recinzione tra lo stadio e il parco. Mentre ci incamminiamo all’uscita, ho la percezione che questa della Berliner F.C. Dynamo sia una di quelle realtà che si avvicina al mio ideale romantico di calcio e la lontananza dai riflettori della Bundesliga la rende per certi versi più vera e originale.

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    1. Eh già ....discorso anticipato in un recente post o sbaglio?stavano meglio prima e non solo a livello di calcio purtroppo ....non so Voi ma io ho sempre avuto due sogni nel cassetto :uno di questi è visitate l'ex Ddr (altro il Madagascar)non so perché sono luoghi che mi affascinano
      Andrea M.

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    2. Ci sono stato in DDR e in Ungheria quando c'era il muro, non si stava affatto male ma loro avevano il mito dell'occidente...ora se lo becchino tutto!

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  3. riepilogo di 10 giorni l'Avana con gita a giron : aereo 650 auto rent 850 casa 35 diarios a miramar camera cucina patio sala senza piscina. risto colazione pranzo rapido cena spessoin due 100 diario frandula variabile 300 in tutto, compagnia media 100 diario benzina 4 pieni 200 propine varie 100 rifornimenti casa cervesa refresco ecc100 opcional 250 totale dic 2016varie park aeroporto colazioen un profumo to 5000 euro è tanto che faccio conti a piu o meno siamo sempre la 

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  4. Andarsene è meno facile di quanto sembra. Giuseppe

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  5. hola! una situazione non facile anche perchè all'estero ( se non si hanno capitali) nessuno aspetta gli itagliani. Anche in lavori qualificati tipo dott medicina, pilota aereo ogni stato si è già attrezzato. Può capitare il colpo di fortuna ma non c'è domanda massiva, come poteva essere negli anni 60 in nord westfalia per esempio. Poi la fregatura della moneta forte euro quindi difficile vivere in uk/germania pensando di risparmiare qualcosa nella moneta locale che poi cambiata qui valga di più, insomma non c'è più l'effetto marco o dollaro usa. In ogni caso quello che le statistiche comandate non dicono mai è che in itaglia anche con un lavoto in apparenza decente non si arriva a fine o si fa molta fatica, certo l'asticella si è abbassata ma con il costo della vita da usa e stipendi quasi balcanici si può fare ben poco. chao Enrico

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    1. Diciamo anche che per anni si è vissuto al di sopra di quanto si poteva.
      Prima o poi il conto arriva.

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  6. Io faccio parte dei 40enni delusi. Laurea 110 e lode al Poli, galoppato negli anni giusti, sputtanato bei soldi fra ex moglie e viaggi. Ora ricomincio da Cuba.

    Simone M S

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    1. Simone tu 110 al Politecnico io Isef e laurea in scienze motorie....giusto per far capire chi è la mente e chi il braccio ahahah

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    2. Ahahahah.
      Mica vero...
      Simone M S

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    3. Qua'in Liguria fresco e cielo coperto.
      Prevedo che molti anticiperanno il rientro

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    4. Caro Simone io idem ,stessa categoria tua,40enni delusissimi,laurea all'Universita' degli studi Milano-Bicocca col massimo dei voti ,tantissimi sogni,soldi a palate buttati via tra ex moglie e viaggi,una realtà fatta a passare notti facendo guardie mediche,capita ....percorso simile a tanti che leggono credo,io devo però ancora trovare la forza o il coraggio o la scintilla chiamala come vuoi per ripartire da Cuba,vediamo tra due anni quando mia figlia sara' maggiorenne .....bah...
      Andrea M.

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    5. Ciao Andrea.
      Io lo faccio perché mia figlia ha 5 anni e dobbiamo decidere dove farla crescere. Altrimenti non so se avrei avuto il coraggio.
      In bocca al lupo.
      Simone M S

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    6. Ma caro Andrea,ma quale ripartire da Cuba,scusa riparti da qua va là che non ti manca niente altro che Cuba.paolino.

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  7. da livio:

    il mondo è cambito e l'italia non si è preparata, penso che il livello di vita è ancora troppo alto rispetto alle reali capacità e questo grazie ai genitori. Personalmente ho chiuso la p iva nel marzo 2001 e negli anni non mi è andata male ma se avessi continuato fino ad oggi forse avrei vanificato tutto quello di buono degli anni 80 e 90. Tra le altre cose non avrei potuto sposarmi, fare un figlio, convivere con amanti straniere e non avrei conosciuto il brasile. Il figlio e nipote che aiuto fattivamente sono l'unica ragione per cui non sto fisso nel nord est brasile, se fossi solo me ne sarei già andato nel 2002 ma con un una famiglia da aiutare non si può pensare di essere egoisti. In ogni caso mi è andata bene rispetto alle attuali e future generazioni

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  8. La curva della qualità della vita dopo gli attuali 50enni ha iniziato la sua fase calante caro Livio

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  9. Milco ora non per farti i complimenti ma questo post è un piccolo capolavoro :analisi delle prospettive generazione per generazione applicata a Cuba,grandissima idea chapeau,alla fine si evince (o io forse evinco ciò' leggendo il tuo scritto)che un futuro di vita nell'isola e' realistico al momento principalmente per una certa categoria di pensionati,concordo su tutto ,30enni e 20enni la isla la considerino solo fonte di svago,ti trovo solo francamente troppo ottimista quando dici che a 20anni hai tutte le prospettive aperte ,va beh ...spero tu abbia ragione,
    Ultima considerazione :avete notato anche Voi come le generazioni nate dall' 88 al 99 cioè la fascia d'età che va dai 18 ai 30 sente poco il mito di Cuba?mi sbaglio io?
    Saluti a tutti e buona giornata
    Andrea M.

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    1. Ha un senso se hai gia' fatto un po' di strada, hai qualche soldo e ancora voglia di sbatterti.
      A 20 anni se vuoi hai il mondo in mano; inpara l'inglese, studia da cuoco o inserisciti in qualche eccellenza italiana e vedi quali prospettive ti si aprono.
      Se poi scegli o decidi di essere carne da macello a un tanto al kg...amen.

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    2. Qui condivido con milco in pieno,un giovane non sposato si da una mossa,parlo della realtà che vivo qua in Emilia Romagna,e lavoro ce n'è da vendere,noi padri di famiglia cambia la faccenda perché siamo obbligati ad avere stipendio fisso e pretendere cifre buone per tirare avanti la baracca,ma un single uomo o donna sveglio ci sta da dio,non come noi con famiglia che abbiamo altre necessità insomma.paolino.

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    3. Il lavoro c'è ma a volte tocca adattarsi....non tutti possono essere medico o avvocato.
      Ogni tanto un bel calcio in cui da parte delle famiglie sarebbe sacrosanto

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  10. Fuori tema :una casa particular a Varadero (località che non amo )a 35 cuc ,opzione interessante,esperienza a metà tra l'all inclusive e la calle cubana ,si va in un luogo vacanziero ma in atmosfera meno soft dei villaggi...consigliata ai neofiti o timidi!!!...credo che in posti come Varadero o Guardalavaca non sia troppo facile trovare una casa particular tra hoteles che spuntano come funghi
    Andrea M.

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    1. Comunque casa Medina a La Habana che Simone ha inserito da pochi giorni, e' andata via 3 cuarti per dicembre, 3 giorni a 58 cuc al giorno a cuarto....giusto per capirci.

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  11. L Italia è il nostro paese e ci stiamo molto bene a viverci,detto ciò,si esce dall Italia per vivere all estero solo perché qua non si hanno più finanze per mantenersi,così insomma,quindi un piano B in caso di necessità e un po' di fieno in cascina ci vogliono,ma altrimenti Italia uno dei paesi migliori dove viverci,mio pensiero è così la faccenda,resto tutte balle.paolino.

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    1. Ti ricordo che non più tardi di un paio di anni fa anche tu progettati di andare...
      Se 400 mila italiani ogni anno fuggono forse non è più il paese dove si sta' così bene....
      O sono tutti impazziti?

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    2. Sempre parlato chiaro io,il progetto c è e ci sarà sempre perché ribadisco bisogna essere pronti da capo famiglia ad andarsene,ma solo in caso qui si tocchi il fondo e si perda il lavoro fisso,altrimenti mai dal mio paese me ne andrei,non scherziamo.le persone che vanno via solo per necessità economiche e non riescono a mantenersi,come ultima spiaggia si schizza insomma.cosi la faccenda.paolino.

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  12. Infatti la gente lascia l'Italia, e i cubani Cuba,unicamente per ragioni economiche che comunque non sono ragioni da poco.

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  13. Caro Paolino, parli guardando solo il tuo orticello e fai male. Il mio migliore amico dopo tre anni alla banca di Alba ne ha fatti altri tre al Unicredit di Milano. Ingegnere di option. Poi ora è 5 anni che è in Bloomberg nella city a Londra. 9000 sterline al mese rispetto ai 2500 euro in Italia. Di cosa stai parlando????

    Simone M S

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  14. Aggiungo alla mia precedente risposta. Io vado a Cuba per fare impresa, per migliorare la qualità della vita. Non per tirare a campare. Ringraziando il cielo io qui me la cavo ancora bene, ma preferisco trasferirmi perché ho un progetto. Se un 40enne va giù per vivere di rendita non credo duri molto...
    Lo scriba è già vecchio ma fa ancora l'imprenditore... :)

    Simone M S

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    1. Ogni idea la rispetto ma questa non la condivido assolutamente lo ribadisco,abbiamo punti di vista totalmente diversi,quando un padre di famiglia ha un lavoro con uno stipendio che permette di mantenersi la famiglia nel paese dove sono nato anche con un tenore di vita basso,la famiglia è felice cosa vado cercando sogni o favole?questo il mio concetto insomma,con serenità,c è chi sta bene con poco e chi non sta mai bene,così la faccenda.paolino.

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    2. Poi sarebbe interessante capire migliorare la qualità della vita cosa significa per ogniuno di noi perché se uno va a Cuba per migliorla rispetto l Italia,io,paolino,proprio non lo concepisco,ma certo sarò l unico a pensarlo o a dirlo.paolino.

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  15. Appartengo alla 3 fascia. Ho già fatto questa scelta da un po ma in maniera graduale e costruendo sempre in maniera graduale tutto ciò che ho a cuba. Ho cercato di costruirmi una piccola rendita in italia, mi sono licenziato e trasferito dopo aver fatto 6 mesi (italia) e 6 mesi (cuba ) per 4 anni circa. Sposato, una bimba e una casa particular che piano piano va concretizzandosi. Avevo messo su anche un almendron ma non stando a la habana ho deciso di fare marcia indietro. L Italia la lascio a malincuore solo per il cibo, che purtroppo ora consumo solo due mesi l'anno l'estate.
    In prospettiva secondo me l'italia è messa maluccio anche se ancora ci sono sacche di ricchezza che permette a molta gente di campare di rendita. Quando tra 20 anni finiranno le pensioni di molti papà e mamme saranno dolori.
    Vale

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  16. Ovviamente quando termini la Renta M&S è a tua disposizione.

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  17. Grazie mille, ti invierò senz'altro la mia richiesta. Ancora mi mancano vari dettagli e rifiniture varie e stando a Cuba è impossibile fare programmi precisi. Diciamo che ancora manca un po, forse 3 o 4 mesi a partire da fine settembre, poi licenze permettendo potrei partire.
    Vale

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  18. Fai le cose per bene oggi senza qualità la casa ti resta vuota.
    Guarda sul nostro sito le case che proponiamo....

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  19. Perfettamente d'accordo. Ci sto mettendo un po di tempo proprio perché voglio curare i particolari e offrire un buon servizio. Altrimenti avrei già iniziato perché tutto sommato la casa è pronta. Di casas particulares ce ne sono a bizeffe e penso sia necessario fare per quel che si può un minimo di diffrenza su molti altri. Complimenti per le case che proponete e per il vostro progetto e complimenti ai proprietari che hanno messo su progetti molto interessanti.
    Vale

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  20. Santiago centro a 100 metri da enramadas e 100 metri da plaza de marte. Ovviamente so che Santiago non è l'habana, però ho visto alcune case che proprio perché sono riuscite a fare la differenza lavorano discretamente. Non debbo arricchirmi né fare chissà ché, solo avere un'altra piccola entrata. Poi se si è in gamba, intorno alla casa a volte girano anche tutta una serie di servizi che se si è in grado di fornire sono già un bel da fare. Però per fornirli bisogna organizzarsi bene. Mi riferisco ad esempio al taxi, al mangiare come si deve in un contesto della casa non rabberciato, ai tour, alle guide. A Santiago ci sono un'infinità di case, ma la maggior parte sono case che l'unica cosa che hanno cambiato è l' insegna di fuori. Quelle poche che si sono mosse bene lavorano.
    Comunque in bocca al lupo a tutti. Ad inizio settembre riparto.
    Vale

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    1. Non lavoriamo tantissimo con Santiago ma lavoriamo.
      Seleziona bene la clientela....evita guai che il momento non è dei più facili...

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  21. Paolino vivi sereno che la vita è breve.
    Tu dici la tua e ognuno dice la sua.
    Tutti hanno ragione e nessuno torto.
    Il Blog funziona così dovresti oramai averlo capito.
    A questa età nessuno fa cambiare idea a nessuno.
    Si confrontano le idee.
    Tutto qua'...

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    1. Ribadisco la mia serenità l ho già fatta presente più volte,non so cosa ti faccia pensare il contrario,comunque se leggi a modo e una persona mi fa una domanda,e mi dice di cosa sto parlando,mi sembra corretto rispondere,cosi la faccenda,tutto qua se posso esprimere la mia idea lo faccio come sempre.paolino.

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  22. Paolino.....sarai anche sereno ma l'impressione che oggi dai è differente.
    Poi fai tu....

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  23. Ultima serata e ultimo spettacolo da fare qua' in Liguria.
    Domani si torna definitivamente a casa.
    Che bella estate è stata!

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  24. TORINO (4-2-3-1): Sirigu; De Silvestri, N’Koulou, Moretti, Barreca; Rincon, Obi; Falque, Ljajic, Berenguer; Belotti. All: Mihajlovic.

    SASSUOLO (4-3-3): Consigli; Lirola, Cannavaro, Acerbi, Gazzola; Missiroli , Magnanelli, Duncan; Berardi, Falcinelli, Politano. All: Bucchi.

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  25. E assist di De Silvestri !!!!!uno per me scarsissimo!!!! Mamma mia che gol fantastico il Gallo!
    Buona domenica a tutti
    Andrea M.

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  26. a meno di situazioni molto particolari Cuba é tutt'altro che un paese per giovani, concordo. Mat

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  27. 2-0 Lo Zingaro!

    Molto bene El General e Anal!

    Se arriva anche Niang ci divertiamo quest'anno.

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