lunedì 6 novembre 2017

FARE I "CUBANI"

 ALESSANDRO ZARLATTI - IL BELLO DELL'AVANA
C'è poco da fare: è un concetto, uno steccato, un muro contro il quale un immigrato - perchè questo sono a Cuba - sbatte la testa in continuazione. L'essere straniero. Se non lo vivi sulla tua pelle non lo capisci. Oppure vai avanti ad ipotesi ed astrazioni. Se decidi di andare a vivere all'estero questo allegato te lo porti dentro come una malattia autoimmune. È una questione di abitudini diverse, di gusti diversi, di modi di decodificare gli altri e di essere decodificato, di modi di ridere, di modi di mangiare, di modi di amare.
Credo sia una distanza ineliminabile. Possono passare decenni ma esisterà sempre quella zona grigia e malinconica a segnare una prossimità ma mai un'identità. Molti stranieri scelgono la via della mutazione. La patetica via della mutazione. Acquisiscono modi e linguaggio del posto, tic, gusti, perfino religioni, fino a diventare caricature. Credono, in questo modo, di avvicinarsi a qualcosa, di essersi guadagnati il biglietto d'ingresso ad una festa da ballo. Invece per me restano ormeggiati in un'isola in mezzo all'oceano, come tutti. Perchè uno straniero resta sempre tra due mondi senza essere più né dell'uno né dell'altro. È una brutta sensazione: stai a Cuba, ti portano, fai conto, ad uno spettacolo di umoristi cubani (non andateci mai!) e ti cascano la palle, ti senti lontano come su una spiaggetta di Alfa Centauri. E poi, mesi dopo, stai a Roma, vai, che ne so, in un ristorante, e ti senti fuori posto, fuori ritmo, fuori mondo. Certo, la romanità, chi me la toglie, quell'impronta così forte che ho nei miei gusti, nelle mie parole, nella mia maniera di vedere gli altri. Però c'è un però. Una sfumatura forse. Qualcosa è cambiato. Qualcosa ti ha cambiato. Sei cubano? No. Sei italiano? Sì, certo, ma un italiano fuori ritmo, immediatamente invecchiato rispetto al suo ambiente, immediatamente passato, superato. Ovviamente l'essere stranieri ha il suo bello, se no si tratta di un confino. È bello conoscere altro. È bello affacciarsi sull'altro-da-sè e assaporare per un po' altre direzioni della vita possibili. Toccare con mano un altro modo di coesistere, di vedere l'oggi, il domani. Imparare. Allargare lo spettro delle opzioni possibili o, se non altro, relativizzare le proprie, contestualizzarle. È ancora tutto quello che mi sorprende a Cuba. Il fatalismo allegro della gente, il rapporto sereno con il denaro quando c'è, quando non c'è, la disinvoltura nelle relazioni, l'approccio alla vita, alla morte. Ma poi sei sempre là. Se sei onesto con te stesso, sei sempre là, a un passo da tutto ma mai dentro. E questa posizione mi piace. Sia chiaro. Non c'è nessuna amarezza. Il mondo che mi porto dentro mi piace. L'essenza italiana, se queste parole indicano davvero qualcosa di concreto e esprimibile, mi piace da matti. Anzi, la riscopro giorno dopo giorno. La pulisco dalla polvere della quotidianità che ci rende ciechi ed antiitaliani. La pulisco da un'attualità avvilente, dai Salvini e dai D'Alema, dai Renzi e dai Di Maio, dai Casapound e dai Moccia. Siamo dei fuoriclasse della vita. Noi italiani. Abbiamo l'oro dentro. Abbiamo generato millenni di cultura. Abbiamo detto tutto quello che c'era da dire di alto, di degno. Un paese piccolo così che ha fatto praticamente tutto. Ha dato l'alfabeto della bellezza al mondo intero. Parole di uno straniero. In mezzo al mare. Con poche speranze di toccare terra.
Il racconto di Alessandro colpisce nel segno, come sempre, dandomi lo spunto per un argomento interessante.
Un paio di settimane fa, il mio amico Pedro scriveva che un tempo facevamo a gara per chi riusciva a fare a Cuba il periodo piu' lungo mentre ora, come si evince dalla mia prossima partenza, se va bene ci si riesce a ritagliare giusto un paio di settimane.
Io non ricordo di aver mai partecipato a questa gara di...lunghezza di vacanza anche perche', tolta una volta, al massimo mi sono fermato sull'isola un mese.
Se devo dirla tutta la vacanza perfetta sono i 20 giorni, con gli ultimi 5 in cui inizia ad affiorare un po' di noia e di voglia di rientrare.
Dipende poi anche a cosa si rientra, se ci aspetta una vita di merda allora e' un conto se, come nel mio caso, una vita tutto sommato intensa, divertente e discretamente remunerativa tutto diventa accettabile.
Proprio perche' non ho mai fatto lunghi periodi a Cuba l'idea di passare per “cubano” non mi ha mai attraversato l'anticamera del cervello.
Perche' poi?
Perche' abdicare ai privilegi indubbi del turista per uniformarmi ad un mondo che preferisco godere essenzialmente per i suoi lati positivi evitandomi gli altri?
Li vedo i connazionali che vogliono fare i “cubani”.
Scegliessero di fare i cubani...che se la passano bene la cosa sarebbe anche accettabile, il problema e' che cercano di emulare quelli con le pezze al culo.
Li ho visti i paisa' che pranzano con la ciotolina di riso nel locale piu' povero della citta', a 70 centesimi di peso cubano.
Non avessero alternative potrei anche capirlo, a quel punto meglio stare a casa, ma quando la pitoccheria diventa una scelta di vita allora c'e' qualcosa che non va.
Dice saggiamente Alessandro che siamo comunque sempre stranieri, anche se abitassimo a Cuba per 100 anni e questo non vale solo per Cuba.
Sei sempre uno straniero, uno che “para ti no es nada...”.
Non sarai mai uno di loro (perche' poi...bisognerebbe esserlo?) non sei cresciuto la', non entri nel loro modo di pensare e di esprimersi.
A volte un cubano ti dice una cosa ma in realta' te ne vuole fare capire un'altra, se non sei nato li' questo non lo capisci.
Capisco la ricerca di italianita' di cui parla Zarlatti, ho lavorato anche 6/7 mesi all'estero.
Certo un bel lavoro, ottimo cibo, gnocca come se piovesse e ottima sistemazione.
I soldi non erano tantissimi ma ci sono eta' in cui i soldi contano fino ad un certo punto.
Erano anni in cui non c'erano internet ne' telfonini, una chiamata dall'Italia a settimana, in aeroporto mentre andavamo a prendere i nuovi arrivi e a portare i vecchi clienti chiedevamo i giornali a chi arrivava...un'altro mondo.
Le canzoni italiane, dopo mesi di spiagge tropicali, facevano da colonna sonora ai nostri giorni.
Alla fine sognavamo un'Italia infinitamente migliore rispetto a come era davvero, un po' come capita oggi a chi vive fuori.
Avrete letto le statistiche che parlano di 5 milioni di italiani che vivono oltreconfine.
Per un italiano vivere in giro per il mondo non e' mai facile, in teoria siamo un paese fantastico, ridotto pero' in cenere da una classe politica da terzo mondo.
Il mio ruolo di turista...pagante me lo godo tutto.
Mi piace parlare le lingue, capire cosa dice la gente attorno a me, e' bello vedere come vivono, il diverso rapporto che hanno con la vita rispetto a noi.
Maledico il nostro stile di vita ma credo che non potrei sopravvivere senza, almeno per ora, sicuramente non potrei vivere come fanno loro, come se non esistesse un domani.
Questo e tante altre cose fanno di me uno straniero, che magari 2/3 cose di quel luogo le ha capite, ma che deve ancora capirne davvero tante.
Ma non dispero...ho ancora tanto tempo...agli Orishas piacendo.

22 commenti:

  1. di José Miguel Menéndez - teleSUR

    Come risultato della guerra economica, noi venezuelani siamo stati costretti a cambiare i nostri modelli di consumo. Tempo addietro ricercavamo marche specifiche, oggi acquistiamo quello che troviamo disponibile e al prezzo più basso. Sono quei prodotti chiamati “marcas blancas” o “tapa amarilla” come li conosciamo qui.
    Questi cambiamenti nei nostri modelli di consumo così come sono serviti all'opposizione per portarci in situazioni estreme, dovrebbero servire allo Stato per rivedere e ripensare come affrontare il problema della produttività in Venezuela. A Come deve essere questo nuovo modello che si discosta dalla rendita petrolifera.
    Bisogna ricordare che fu il boom petrolifero a cambiare radicalmente le nostre abitudini di consumo e il modo di produrre. Rómulo Betancourt al suo arrivo al potere consegnò il paese su un piatto d’argento a Nelson Rockefeller, che oltre ad avere a disposizione importanti giacimenti petroliferi per la sua Standard Oil Company, riuscì a ottenere grandi estensioni di terra per sperimentare la nefasta “Rivoluzione Verde” basata sulla mono-produzione, la selezione genetica e l’uso massiccio di fertilizzanti, pesticidi ed erbicidi
    Questi accordi tra Betancourt e Rockefeller furono orientati a trasformare il cibo in un affare commerciale. Un progetto portato a compimento con la creazione di supermercati assortiti con una grande quantità di prodotti importati. E così furono costrette alla chiusura enoteche, chincaglierie e negozi alimentari. Il nostro modello di consumo divenne completamente dipendente dai disegni delle industrie transnazionali.
    Dobbiamo approfittare della congiuntura attuale per promuovere una nuova concezione dello sviluppo agro-industriale in accordo con quello che abbiamo chiamato il sito geografico e il luogo culturale.
    Un approccio olistico che rompa definitivamente con il paradigma industriale e introduca una sviluppo sistemico integrale. Un sistema che abbracci in maniera integrale la produzione di alimenti, lo sviluppo ambientale, l’uguaglianza sociale e la sostenibilità economica. Al fine di raggiungere sovranità e sicurezza agroalimentare.

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  2. Prima di rifilare qualche stoccata a Trump, scroscianti applausi hanno accolto ad Washington il ministro degli esteri di Cuba, Bruno Rodriguez.
    Nel corso di un incontro con la comunità cubana, ha dichiarato che ora – per figli e nipoti di cubani che vivono all’estero, non soltanto negli Stati Uniti, ma per ora cominciando proprio dagli Usa – sarà piu’ semplice ritornare a casa e visitare l’isola. Una vera e propria “rivoluzione cubana” dei visti.

    “E finalmente eliminando il requisito della residenza, ora anche i figli dei cubani residenti fuori dal paese potranno ottenere la cittadinanza cubana e anche il documento d’identità. Il governo degli Stati Uniti si chiude, Cuba apre”, ha dichiarato il ministero degli esteri cubano.

    Sul caso degli attacchi acustici all’ambasciata americana a L’Avana (22 diplomatici con danni all’udito, in diversi casi registrati tra la fine del 2016 e l’inizio di ottobre 2017), denunciati dallo stesso Trump, il ministro degli esteri cubano li ha definiti “totalmente falsi, una manipolazione politica”.

    La tensione Usa-Cuba rimane altissima.

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  3. Morto un ragazzo attaccato da uno squalo a Guardalavacca dopo un bagno notturno,zio è basta

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  4. Conosco bene quella playa.....tutto molto strano...

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  5. Un lamentable hecho ocurrió en la noche de este sábado en el área de la playa de Guardalavaca, del cual no hay precedentes en la historia de este famoso balneario holguinero: un tiburón embistió contra tres parejas que disfrutaban de un baño nocturno, causándole la muerte a un joven de 22 años y vecino de la ciudad de Holguín.
    El doctor Enrique Remedios Contis, especialista en Medicina General Integral (MGI), quien recibiera al joven en la Clínica Internacional de Salud y Turismo de Guardalavaca, informó que el paciente llegó en shock hipovolémico y ante su estado crítico se aplicó de inmediato el protocolo para estos casos y rápidamente llamó al Sistema Integrado de Urgencias Médicas, para su rápido traslado a un hospital, pero todo fue en vano.
    “Lamentablemente, el joven falleció a los pocos minutos, sin llegar a efectuarse su envío a una de nuestras instituciones hospitalarias, pues su condición era muy grave. Presentaba una amplia y profunda mordida de animal marino en su muslo izquierdo que debió afectarle la arteria femoral”.
    El doctor con más de 25 años de experiencia explicó: “Pasadas las 11 de la noche las muchachas y muchachos que condujeron al accidentado a la Clínica, aseguraron que el grupo se alarmó al escuchar al joven gritar repetidamente: “Sáquenme que me está mordiendo un tiburón”.
    “Ellos aseveraron que ante el llamado alcanzaron hasta darle con una botella al animal y lograron sacar a su compañero y pedir auxilio a viva voz para salir del lugar”.
    Así, con la ayuda de otras personas pudieron vencer los 300 o 400 metros que los separaba de la Clínica.
    Por su parte, el periodista Raúl Oliva, de la emisora Radio Banes, confirmó que el hecho sucedió a menos de tres metros de la orilla, en el área de baño de la playa, por la parte dónde está un ranchón del grupo extrahotelero Palmares. “Hablamos con muchas personas de allí hasta con pescadores y afirmaron que nunca antes habían escuchado nada parecido”.
    De acuerdo con fuentes consultadas los ataques de tiburones no son muy dados en nuestro archipiélago y se tiene como el primer incidente de este tipo el acaecido en enero de 1749, en la Bahía de La Habana. Se dice que en los mares que rodean el archipiélago moran más de 50 especies de escualos, cuya mayoría no representa peligro para el hombre; no obstante, no se recomienda el baño nocturno en el mar, pues generalmente estos animales depredadores marinos se alimentan en las tardes noches y al amanecer.
    A pesar de este lamentable hecho, playa Guardalavaca sigue siendo un balneario seguro y tranquilo, para el disfrute de su mar y demás bellezas naturales.
    Nota: Agradecemos a la doctora Rebeca Robles, funcionaria de la Dirección provincial de Salud Pública por su colaboración; así como al doctor Enrique Remedios y al colega Raúl Oliva, que no dudaron en interrumpir su descanso dominical, para ayudarnos a conformar esta información, que será ampliada en próximos días con criterios de especialistas del CITMA en Holguín



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    1. Mah.....
      Lavorando nei villaggi in giro per il mondo ho accompagnato, con lo snorkeling, gente in mare.
      Centinaia di volte anche a pochi metri da squali.
      Sono pochissime le razze pericolose e lo sono soltanto in determinate situazioni.
      Non escludo che, a causa dell'innalzamento della temperatura dell'acqua qualcosa sia cambiato ma mi sembra tutto molto strano.
      La sola volta che mi sono cagato addosso e' stato per lo squalo piu' innoquo al mondo.
      Il balena.
      Ma provate voi a ritrovarvi davanti all'improvviso quell'enorme pesce....

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  6. Hai messo molta carne al fuoco Milco.
    Secondo me cercare di fare i cubani e' da idioti.
    Giuseppe

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  7. Ho pochissimo tempo, scrivo meno e cerco di accorpare tutti i pensieri, a volte riesco altre no.

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  8. bravo veramente un bel pezzo. ivo

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  9. hola! la penso come te e come lo scrittore, mai tentare di scimmiottare quello che non si è soprattutto se lo si fa solo per fare gli "inseriti" ( classico da itagliano ). Godo del mio status di yuma per quello che necessito, non especulando e tentando di non rompere le palle a nessuno. Sul fatto della lunghezza de la estadia quando avevo la compagnia giusta ed il coche duravo 27/28 gg ora 17 max 19 stanziale ma direi che per quello che vado a fare sono sufficienti. Difficile che uno straniero abituato ad una vita decente nel proprio paese duri di più nel contesto cubano con scarsità prodotti basici, isolamento e quella sensazione di non passare mai inosservato. chao Enrico

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    1. Ma "inseriti" de che?
      In certi luoghi del mondo basta sapere quando mettere mano al borsillo e sei perfettamente inserito.

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  10. Citando un passo dal libro Carrambacaribe, ovvero il racconto della propria esperienza su l'isla di un carabiniere originario di Genova presso l'ambasciata italiana.In un passaggio diceva testualmente che quando prese servizio negli uffici di Miramar qualcuno gli disse: mi raccomando non si cubanizzi. P68

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  11. Forse la cosa era riferita ai ritmi di lavoro....cubani.

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  12. Santa Fè- Il pezzo di Zarlatti vale per tutti coloro che non sono indigeni e vivono per un breve o largo periodo lontani dalla terra natia, però consentitemi di obbiettare quando dice: ..uno spettacolo di umoristi cubani (non andateci mai!) personalmente posso solo dire che una delle più belle serate passate a La Maison nella capitale fù quando si esibiva Limay Blanco, uno spasso! lo slang cubano non è semplice ma stando attenti e con una traduttrice al lato tutto diventa più semplice, diverso discorso è che...vi troviate con quel rompiballe di Robertico e siete seduti nelle prime file, in quel caso o state al gioco o lo finite con il machete :)

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  13. Credo si riferisse che noi siamo abituati ad un umorismo con doppi e tripli sensi mentre il loro e' molto piu' terra terra...tipo quello americano giusto per intenderci.

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  14. Ciao Milco, vado fuori tema per chiederti un'informazione. Per la casa particular, sai se esiste un limite massimo di camere da affittare ai clienti? Mi spiego, una casa particular può avere anche 8 camere o dopo un certo numero non si tratta più di casa particular ma di un Hotel? Grazie, Alessio.

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  15. Quello che ti posso dire è che noi collaboriamo con case che hanno 6 camere....che tipo di legislazione ci sia in materia non saprei.

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  16. Ciao Milco parli per caso di Pedro l'italiano che vive a Tunas in modo stabile? Se parli di lui, è un mio ex collega in pensione, trasferitosi direttamente a Tunas da diversi anni....sai come conobbe Cuba? Andò con la moglie in vacanza, tornato in Italia la lasciò, faceva un mese al lavoro e uno a Cuba (convertendo a riposo tutte le ore di straordinario che faceva più usando le ferie), e andato in pensione si è trasferito stabilmente li...ha la RP, ha comprato casa, affitta ai turisti, ha comprato un carro, e se la diverte così...lui mira a fare il cubano, ma il vero cubano non è come lui, ha le pezze al culo come dici giustamente tu, invece lui non se la passa per niente male, 2300 euro di pensione netta, più liquidazione, tutto portato a Cuba...altro che fare i cubani...

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  17. Pedro è un amico....con una gran bella pensione.
    Ha avuto qualche rovescio ma ne è uscito discretamente

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  18. ma quale rovescio vuoi che abbia,uno che vive a cuba con 2300 euro di pensione ed inoltre affitta appartamenti ai turisti?..

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  19. Non a caso è uno dei pochi italiani che è sempre un piacere incontrare.

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