giovedì 15 febbraio 2018

CUBANI NEGLI USA -1-



Ho trovato, fonte On Cuba, un'interessante statistica sul numero di cubani presenti negli Usa, oggi e nei decenni precedenti, ve la propongo sintetizzando alcune parti.

Non tutti sanno che, dal 1970, Cuba e' fra i primi dieci paesi che esporta migranti negli Stati Uniti. 
Fino al 2016, quando Obama elimino' lo status speciale, erano addirittura settimi. 
Nel 2016 vivevano nelle terre confederate quasi 1.3 milioni di cubani che rappresentano il 3% dei 44 milioni di emigranti che il Trumpo si ritrova fra i cabasisi. 
Subito dopo la presa di potere da parte dei Barbudos ci fu un forte incremento di popolazione cubana negli Usa, si passo' dai 79000 del 1960 ai 439.000 del 1970, quasi sei volte tanto. 
Le ragioni le conosciamo bene, l'espropriazione delle terre e dei beni non pubblici, la privatizzazione di tutto cio' che esisteva, la fine del commercio privato, le paghe bassissime ed altre medidas Rivoluzionarie furono decisive per far si che molta gente, sopratutto fra i ceti alti e medi, decidesse di prendere il mare, ovviamente in situazioni agevolate. 
Poi arrivo' l'estate del Mariel, quando el Comandante en Jefe decise di svuotarsi le prigioni (Scarface docet), arrivarono sulle coste della Florida ben 124.800 cubani. 
Nel 1984 i due paesi firmarono il primo trattato migratorio in cui Cuba accettava di riprendersi i migranti non....compatibili con le leggi nordamericane, mentre gli Usa permettevano un massimo di entrata di 20000 persone all'anno. 
Nel 1994 durante la “Crisi dei Balseros” si diede vita ad un nuovo accordo fra i due paesi; Gli Usa si impegnavano a rimandare a Cuba tutti i migranti prima che gli stessi toccassero la terra ferma (pie' seco pie' mojado), mentre Cuba si impegnava a stroncare il traffico illecito di esseri umani verso gli Stati Uniti. 
Queste medidas non servirono a limitare l'emigrazione illegale, dal 1995 al 2015 entrarono negli Usa, a diverso titolo, ben 650 mila cubani. 
Obama, ad 8 giorni dalla fine del suo mandato, decise di eliminare lo status speciale di cui il migrante cubano godeva, riportandolo al rango di un messicano qualunque. 
Negli ultimi periodi prima di questa decisione, fiutando che l'aria iniziava a farsi poco salubre, l'arrivo dei cubani raddoppio' passando dagli oltre 24 mila del 2014 ai 56400 del 2016.
Nel dicembre 2017 la guardia costiera statunitense ha informato che, dal 1 ottobre, inizio dell'anno fiscale ad oggi, solo 31 cubani hanno cercato di entrare illegalmente per via mare, mentre in tutto l'anno fiscale precedente furono 1934. 
Interessante notare che, nell'anno fiscale 2016, furono 7411 mentre nel 2015 ben 4474....gia' era nell'aria che il vento stava cambiando. Altre destinazioni “popolari” per i cubani nel mondo sono la Spagna (125.000), Italia (33.000), Messico (18.000), Germania e Canada (15 mila ciascuno), Puerto Rico (13 mila). 
In un prossimo pezzo vedremo la ripartizione geografica dei cubani negli Stati Uniti. 
Il dato che salta all'occhio e' la grande quantita' di cubani presenti in Spagna, ma il dato e' figlio di quel “genio” di Zapatero che decise di dare la cittadinanza spagnola a tutti coloro che avevano antecedenti iberici fino ad un paio di generazioni precedenti. 
Nel tentativo di dimostrare questi antecedenti, a Tunas, ho visto gente inventarsi mecaniche che voi umani non potete neanche immaginare. 
Stupisce il dato canadese, pensavo fossero molti di piu', c'e' pero' da dire che, dopo un periodo di maniche larghe, gli acerini hanno stretto di molto le maglie della concessione di visa.
Non mi stupisce il dato tedesco, quando vai a fare l'intervista nella loro ambasciata, ti danno un test da compilare....in tedesco, o lo sai o vai a casa. 
Un po' come accade in Australia, ho un paio di conoscenti che si sono trasferiti in questi ultimi anni, per prima cosa si sono dovuti fare, pagandolo di proprio borsillo, un bel corso di lingue. 
Se vuoi venire a casa mia, parli la mia lingua... 
Vi sembra poi cosi' sbagliato? 
Continua....

28 commenti:

  1. “Lo scriva chiaro, lei ce li vede Grasso e la Boldrini a distribuire volantini fuori da Mirafiori? Liberi e Uguali sono una fotocopia del PD”. Una frase questa che sintetizza in pieno il pensiero di Marco Rizzo, segretario generale del Partito Comunista.

    Una differenza di fondo quella tra chi si definisce di sinistra e chi invece è comunista che secondo Rizzo non può produrre intese programmatiche ed elettorali, con il Partito Comunista che quindi alle elezioni del 4 marzo andrà fieramente da solo.
    “L’obiettivo è la rivoluzione non le elezioni politiche”

    Mancano venti giorni a un voto dove non mancherà sulle schede la “falce e martello”, con il Partito Comunista che sarà presente in quindici regioni su venti il prossimo 4 marzo.

    Essendo entrati nella fase clou della campagna elettorale, abbiamo intervistato il segretario generale Marco Rizzo che ci ha spiegato quali sono gli obiettivi del suo partito in queste delicate elezioni politiche.

    Segretario, il 4 marzo oltre al Partito Comunista saranno in campo Sinistra Rivoluzionaria, Potere al Popolo, Liberi e Uguali e mettiamoci anche il PD. Anche questa volta la frammentazione è tanta a sinistra.

    Vede, Bersani e D’Alema non sono in conflitto con Renzi ma soltanto vorrebbero essere al loro posto. Questa è una sinistra che ha tradito. Poi c’è la cosiddetta “sinistra antagonista” dove in molti si dicono comunisti ma non nella simbologia. Perché una volta si deve ricorrere all’arcobaleno, una volta ed Ingroia e ora ad altri nomi e simboli? Noi siamo comunisti e abbiamo una precisa visione della società che mai come in questo momento è così attuale. Il simbolo è sostanza, non c’è motivo di mettersi assieme a chi non si riconosce in queste cose.


    Con un po’ più di unità però la soglia di sbarramento sarebbe alla portata.

    Per esserci in queste elezioni abbiamo compiuto uno sforzo inumano nel raccogliere le firme. Alla fine ci saremo in quindici regioni ma il nostro obiettivo non è quello di entrare in Parlamento ma di fare la rivoluzione. Noi a giugno abbiamo rivolto un appello all’unità comunista per presentarci con questo nome e questo simbolo. Nel 2008 eravamo forti con Rifondazione, Verdi, Partito dei Comunisti Italiani e Sinistra Democratica, che insieme potevano prendere anche il 12%. Poi si scelse di adottare come nome Sinistra Arcobaleno e alle urne fu un flop come tutti ricordiamo. Manca una soggettività comunista e noi per queste elezioni abbiamo fatto le liste in mezz’ora, chiamando i compagni più significativi senza bisogno di battaglie di posto.

    Liberi e Uguali rischia quindi di fare flop come accadde alla Sinistra Arcobaleno?

    Liberi e Uguali rischia molto. Puoi rappresentare la sinistra con la seconda e terza carica dello Stato? Ce li vede lei Grasso e la Boldrini a fare volantinaggio fuori da Mirafiori? Liberi e Uguali sono una fotocopia del Partito Democratico, noi siamo un’altra cosa perché io non sono di sinistra ma sono un comunista.

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  2. Però per esempio Renzi come voi propone il salario minimo, ci potevano essere dei punti di convergenza.

    Renzi lo ha proposto tre giorni dopo di noi e soltanto perché sà bene di perdere le elezioni. Solo per questo ha detto qualcosa di sinistra perché quando era al governo non ha fatto nulla. Loro puntano sui diritti civili mentre noi siamo per le battaglie sociali. Questa politica dei compromessi è quella che ha distrutto il Partito Comunista a partire dalle scelte di Occhetto. Il risultato ora è che le politiche del centrosinistra negli anni hanno fatto schifo e che il comunismo è scomparso dai programmi. Io non voglio fare alleanze politiche con questa gente, voglio invece alleanze sociali con il ceto medio che si sta sempre più “proletarizzando”.

    Ora in Italia si parla di un possibili ritorno del fascismo, c’è veramente questo rischio?

    C’è un mercato elettorale: se cresce CasaPound lo fa togliendo voti al centrodestra e quindi il PD con leggi come quella Fiano è ben lieta di dargli visibilità. La destra cresce perché il centrosinistra ha fallito nelle periferie e noi da qui vogliamo ripartire, perché l’unico modo per batterli è essere anticapitalisti.

    Su alcuni temi come banche ed Europa CasaPound ha posizioni vicine alle vostre.

    Loro hanno una visione contraria dell’Europa ma Di Stefano non parla mai della Nato. Parlano anche di sovranità nazionale ma a un lavoratore cosa cambia se è comandato da Zuckerberg o da Marchionne? Può essere felice se gli viene cambiato soltanto chi lo sfrutta?

    C’è anche Putin che sembrerebbe piacere sia a destra che a sinistra.

    La Siria era come la Libia eppure perchè all’epoca Putin non intervenne nel paese africano? Forse perché non c’era una base navale russa come in Siria? L’Unione Sovietica sarebbe intervenuta sia in Libia che in Siria, questa è la differenza tra l’URSS e quello che oggi è la politica di Putin.

    In conclusione, ma alla fine come finiranno queste elezioni?

    Il pallino è tutto in mano a Berlusconi. Se non andrà al governo con la Lega farà una grande coalizione con il Partito Democratico. Alla fine però a governare saranno sempre Francoforte e Bruxelles con il supporto militare della Nato. Solo la rivoluzione può cambiare le cose.

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  3. Ciao Milco, qui in Canada è diventato quasi impossibile anche solo invitare cittadini cubani. Ho letto di signore quebecchesi che hanno sposato il fidanzato cubano e non riescono a fargli ottenere il ricongiungimento...

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    1. Sono di Montreal.
      Come si fa ad acquistare una casa di descanso a cuba?

      Giulio

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  5. Sono sempre stato convinto del fatto che se uno va a vivere in un paese straniero, prima di tutto deve imparare la lingua. Poi gli usi ed i costumi.
    Mia moglie mi ha maledetto per molto tempo, ogni volta che tornavo da lei lo facevo con una pila di libri, pagine stampate di test, corsi su DVD. Repinga era l'esclamazione all'aprire il bolson con questa mercanzia.
    Dopo un certo periodo di tempo abbiamo cominciato a comunicare solo in italiano.
    Una volta arrivata qui, dopo un po' di tempo, ha capito anche lei quanto le sia servito studiare prima.

    Conosco gente, invece, che si trova negli USA da anni. E' radicata in una specie di piccola Cuba, circondata esclusivamente da cubani e latinos assortiti. In inglese non sa dire manco buongiorno ed ha le opportunità di vita e di lavoro davvero limitante.

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    1. Alla fine cercano di ricostruire il loro mondo a 90 miglia da casa

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  6. Vivere per anni in un paese senza parlarne la lingua è una mancanza di rispetto. Giuseppe

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  7. Tra i 33000 cubani in italia c'è anche mia moglie che 10 giorni fa mi ha dato Un altro stupendo niño italo cubano di nome Alessandro.
    Sono molto felice.
    Dado

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    1. Felicidades da parte di tutti noi.
      Vedo che nella scelta del nome non ha dato retta a Troisi...:-)
      https://youtu.be/rxUyOUP8Mt0
      Come procede la casa a Cuba?

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    2. La casa diciamo che è abitabile ci ho fatto la vacanza l'anno scorso mancano ancora dei lavori che piano piano faremo.
      Il barrio è tranquillo non lontanissimo dal centro ma neanche vicino diciamo 15 minuti di camminata andante.
      Vi ringrazio x gli auguri dicendo viva cuba e viva Alessandro.
      Dado

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  8. hola! riguardo a los ee.uu. c'è da dire che quelli che scappavano fino al 1970 lo facevano con le valigie piene di $$$ ed hanno contribuito attivamente allo sviluppo della florida in particolare. Strano che non sia citato l'ecuador, almeno fino a quando non chiedeva la visa era gettonato e non solo per fare la spola verso nord, lessi che el barrio la florida en quito era abbastanza popolato. chao Enrico

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    1. Si ma l'Equador per molti e' sempre stato una tappa di passaggio....verso altri lidi.

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  9. SNOWBOARD ORO!!!!!!

    "Non ho parole, è il giorno più bello della mia vita". Quattro anni dopo un'Olimpiade che poteva vincere, e invece la portò in sala operatoria, Michela Moioli conquista uno strepitoso oro. Il primo nella storia dello snowboard italiano, il secondo dell'Olimpiade coreana dopo i 500 di Arianna Fontana. Un'impresa, quella della 22enne bergamasca di Alzano Lombardo, ottenuta nel cross, quella specie di rodeo su gobbe di neve che porta spesso a contatti e cadute, come quella terribile di Sochi 2014 (crociato sinistro saltato). Ma nonostante quel ricordo, con la sicurezza della favorita dopo quattro vittorie in Coppa, con tutti i pronostici dalla sua parte che potevano anche schiacciarla, Michela ha preso in pugno la gara sin dall'inizio, trasformando quarti, semifinali e la finale in una discesa trionfale.

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  10. Settimana che porta al Derby, anche il granata da legare Massimo Gramellini è bello carico

    Ecco il consueto “Granata da legare” di Massimo Gramellini pubblicato nell’edizione odierna del Corriere di Torino. Come previsto anche per il Massimo Granata è iniziata la settimana di passione pre-Derby. E allora Massimo già in tensione come noi elenca una serie di punti per sopravvivere all’ansia di una partita che poi una semplice partita non è. E conclude facendo riferimento all’indimenticabile allenatore Nereo Rocco che interpellato prima di un Derby, alla domanda che vinca il migliore, lui rispose : «Sperem de no».

    Ecco il Granata da legare di questa settimana :

    Breve elenco di istruzioni inutili per sopravvivere alla settimana del derby.

    1. Appena svegli, ripetete davanti allo specchio: «Il derby è una partita come tutte le altre», sforzandovi di non ridere.

    2. Non siate troppo scaramantici. Se all’ultimo derby vinto indossavate delle mutande granata che nel frattempo si sono consumate, riducendosi a uno straccio, non è il caso di rimettervele, come farò io.

    3. Non esagerate con le scorpacciate nostalgiche su Youtube. Se proprio sentite il bisogno di ricordarvi che c’è stato un tempo in cui le suonavamo frequentemente ai pigiami, concentratevi su un’unica immagine in grado di portarvi in uno stato di estasi simile all’illuminazione divina. La mia preferita è il pallonetto di Pupi a Zoff da 35 (trentacinque) metri. Ma il gol in sforbiciata di Torrisi, o il colpo di testa di Serena all’ultimo secondo su corner chirurgico di Junior, vanno altrettanto bene. Per i cultori del sadomaso suggerisco il rigore sparato nell’iperspazio da Salas, dopo che Maspero ebbe scavato la rampa di lancio. Se invece preferite curare la tensione pre-derby con l’ipnosi, consiglio un Toro-Juve dell’era Ventura in cui ci furono trentadue passaggi laterali tra Glik, Maksimovic e Moretti in una sola azione. Li contano persino le pecore per addormentarsi.

    4. Quando vi prende un momento di panico, pensate che non abbiamo più Sbruffonovic in panchina. Non potrà mai succedere, nemmeno negli incubi, che Mazzarri ordini tre cambi in contemporanea, come capitò l’anno scorso al «Grande Torino» per la felicità di Higuain, che, mentre i nostri cercavano ancora di raccapezzarsi con le marcature, fu liberissimo di farci gol. Stavolta il problema non è chi marcherà Higuain. Semmai chi marcherà l’arbitro.

    5. Siate gentili con i pigiami. Non prendete esempio da me. Ieri una signora mi ha mostrato i suoi nuovi orecchini, uno bianco e l’altro nero, e mi ha chiesto: «Da che cosa capisci che sono della Juve?». Le ho risposto: «Sono rubati?»

    6. Difendete il sacro diritto allo sfottò dalle smanie del politicamente corretto e dalla follia degli invasati. La goduria di un derby è il piacere di prendere e prendersi in giro.

    7. Andate a dormire con lo slogan portafortuna dell’immenso Nereo Rocco, che allenò anche il Toro. Quando, alla vigilia di un derby, qualcuno gli augurò: «Che vinca il migliore», lui rispose: «Sperem de no».

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    1. Ma che cazzo di orario è stato scelto per un derby ?

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  11. Miami sono quando ci sono stato qualche mese fa sono rimasto stupito da quanti sud-americani ci siano, ci sono quasi più radio in spagnolo che inglese. La cosa non mi dispiace comunque: si hanno servizi e qualità di vita al top, ed una buona dose di latinitá! Mat.

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    1. Pero' la fiaba che gli immobili costino poco e' una leggenda metropolitana...

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    2. A Miami (intesa come zona e cittadine limitrofe) Ce ne sono per tutte le tasche ma ovviamente con 150.000-200.000 euro ci si deve accontentare e non si può avere l'appartamento fronte mare moderno. Impensabile ovviamente di trovare case da 10 o 20 mila euro come a cuba, o di poterci stare con 1000 euro al mese, ma é tutto un altro vivere in termini di scuole, servizi, supermercati etc; ed in caso L'Avana ci si va il weekend che é il modo migliore per viversela mi sa. Ti consiglio di farci un salto in uno dei tuoi viaggi , con Air france klm prendi andata su hav ritorno da Miami , con un volo interno, un auto qualche gg in loco ed un motel zona aeroporto (ce ne sono di discreti) ti giro 3-4gg la zona. Mat

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    3. Se mai mettero' piede negli Usa sara' come occupante, insieme ad un reparto dell'Armata Rossa....

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  12. Direi che essere costretti a parlare la lingua del paese in cui vogliamo andare è da fessi, perché è nel nostro primo interesse saper parlare quella lingua...spesso ci facciamo autogol pazzeschi

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    1. Sapessi quanti compatrioti, dopo anni ed anni di Cuba, hanno un vocabolario spagnolo al di sotto del basico...

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  13. Scomparsi in Messico. Dopo 18 giorni di silenzio i familiari di tre uomini originari di Napoli - il sessantenne Raffaele Russo, il figlio Antonio di 25 anni e il nipote Vincenzo Cimmino - hanno dato l’allarme sui social network con un appello. Secondo il racconto dei familiari a sparire per primo sarebbe stato Raffaele Russo. L’uomo che lavorava in Messico da diversi anni vendendo generatori elettrici dopo essere uscito dall’hotel in cui risiedeva a Tecaltitlan, città dello stato di Jalisco, non avrebbe fatto più ritorno. Era il 31 gennaio scorso. Il figlio e il nipote sarebbero scomparsi mettendosi sulle sue tracce. I due non riuscendo più a parlare al telefono con il sessantenne, sarebbero andati nel punto dove il gps dell’auto presa a noleggio segnalava la sua ultima posizione.
    I due giovani si sarebbero fermati a fare benzina e lì avvicinati da «diversi poliziotti a bordo di un auto e due moto, che gli hanno intimato di seguirli». Prima di sparire anche lui, Antonio sarebbe riuscito ad inviare un messaggio via WhatsApp all’altro fratello Daniele, che si trovava anche lui in Messico con un quarto fratello, Francesco. Poco dopo anche i telefoni dei due giovani avrebbero smesso di funzionare.
    «Abbiamo provato a contattare l’ufficio di polizia di Tecaltitlan - dicono ancora i familiari - e in un primo momento ci hanno detto che Antonio e Vincenzo erano stati arrestati e stavano andando all’ufficio, mentre di Raffaele non sapevano nulla. Ma durante una seconda telefonata questa versione è stata negata dalle autorità messicane». «Ad oggi - concludono i familiari - non sono pervenute richieste di riscatto» e, dunque, «si richiede la massima diffusione della notizia e delle foto segnaletiche».
    La Farnesina sta seguendo il caso con l’ambasciata a Città del Messico in stretto raccordo con le autorità locali e in costante contatto con la famiglia.

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