sabato 24 marzo 2018

TECNOLOGIA

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I cubani hanno dovuto, in questi ultimi anni, fare un pieno di tecnologia, assorbendola ad una velocita' molto maggiore di quanto sia capitato a noi.
La mia generazione si e' ritrovata col mondo capovolto poco prima dei 40 anni, abbiamo fatto un po' di fatica, sopratutto se le nuove tecnologie non erano indispensabili per il nostro lavoro, ma in un modo o nell'altro siamo riusciti a venirne a capo.
Perlomeno per cio' che ci puo' servire.
A Cuba si e' passati in pochissimi anni, dalle telefoniche a Imo, dall'essere isolati da tutto e tutti ad essere in contatto, senza censure, col mondo.
Manca ancora loro l'ultimo passo; l'essere connessi 24 ore su 24 ovunque e poi....saranno rincoglioniti come noi.
Vi confesso che, per anni, ho trovato una cosa fantastica il poter “staccare” per qualche settimana da tutte le nostre menate, tornando ai tempi in cui se non c'era un telefono fisso in zona nessuno poteva romperti i coglioni.
Vi diro' che anche ora, con le zone wi fi, la cosa e' accettabile, anzi forse migliore, visto che in un modo o nell'altro devo comunque sempre mantenere i contatti lavorativi con tutto cio' che ho in Italia.
Disconnesso tutto il tempo, arrivo in una piazza col wi fi, 10 minuti di connessione e poi di nuovo libero come il vento.
La linea cubana per cio'...che serve e nulla piu'.
Quindi dipendesse da me andrebbe piu' che bene come funzionano le cose ora ma, giustamente, i cubani, come ogni popolo al mondo, vogliono qualcosa di piu'.
Ma che uso stanno facendo della tecnologia che hanno?
Pochi usano il pc per lavoro, anche se in ufficio c'e' un computer, quasi sempre dell'anno della bomba, l'accesso ad internet, in questo caso e sui luoghi di lavoro in generale e' controllato e blindato.
Molti entrano in rete dall'universita', non a caso le chat di un certo tipo sono piene di annunci di procaci studentesse cubane.
Qualcuno ha internet in casa ma sono in pochi, quasi tutti possessori di case de renta.
Per il resto la rete serve piu' che altro per cazzeggiare o per....situazioni questuanti.
Vi racconto due piccoli episodi che forse un tempo mi avrebbero sorpreso ma che, oggi, mi fanno allegramente sorridere.
Come ho detto altre volte il mio FB si riduce a condividere i miei pezzi su una pagina apposita, postare qualcosa di divertente, raramente, su una pagina personale ed integrare di informazioni quella del gruppo della palestra, ma quest'ultima cosa e' lavoro.
La settimana scorsa mi arriva una richiesta di amicizia, essendo pochissimo su quel social, e' un fatto non molto comune.
Una tunera, che vive in Dominicana, gran bel legno.
Accetto la richiesta e la tipa inizia a scrivermi su messenger; dopo due giorni che mi scrive racconta che e' sola, abbandonata dal tipo che e' volato a Miami, sola con un figlio piccolo, vorrebbe rientrare a Cuba ma...falta plata por el boleto.
Cioe' dopo 3 messaggi si batteva gia' cassa...
Praticamente tutte le buone amiche che ho a Cuba sono su whatsapp o Imo, l'altro giorno mi sono arrivate alcune foto che....una volta, se fossero state dei film, sarebbero uscite con la scritta VM 18.
Forse anni fa mi avrebbero fatto un certo effetto ma oggi, con l'eta' del dattero, mi fanno porre semplicemente la domanda se “davvero alla mia eta' ancora devo stare dietro a certe cose”.
La risposta 'e pronta e rapida; “per fortuna alla mia eta' ancora posso stare dietro a certe cose”.
Tutto questo per dire che, nella maggior parte dei casi, tutta la tecnologia che hanno appreso serve per...cazzate, probabilmente sara' sempre peggio in futuro.
Non che da noi non succeda, ma e' anche vero che buona parte di quel mondo noi lo dedichiamo al lavoro, che proprio grazie a quel mondo si e' notevolmente semplificato o complicato a seconda dei punti di vista.
I tempi cambiano, il futuro avanza, possiamo solo cercare di non restarne tagliati fuori.

18 commenti:

  1. Massimo Gramellini

    L’ondata d’indignazione sollevata in tutto il mondo dallo scandalo di Facebook rivela che i «social» vengono ancora percepiti da chi li frequenta come degli amici veri, non come aziende che lucrano su una pulsione irresistibile dell’uomo: mettersi in mostra, condividere, coinvolgere il maggior numero di persone nella propria vita. Tanti, forse troppi, sono rimasti sinceramente sorpresi alla scoperta che il gestore del loro trastullo preferito potrebbe avere concesso i dati di milioni di utenti a certi loschi figuri intenzionati a influenzare l’esito delle elezioni un po’ ovunque. Il fondatore di Facebook ha chiesto scusa per la mancata protezione, e meno male. Ma tra di noi ce lo possiamo dire: davvero pensavamo che Facebook fosse nostro «amico»?
    Se confido un segreto a un amico e lui va a spifferarlo in giro, è naturale che mi senta tradito. Ma le parole e le immagini che affidiamo ai «social» non sono paragonabili a un segreto. Nel momento stesso in cui le pubblichiamo, sappiamo di togliere loro ogni riservatezza per metterle dentro un calderone sul quale non esercitiamo alcun controllo. Chi affida i suoi pensieri e le sue passioni a Facebook non può fare finta di non conoscere i rischi a cui va incontro. Oltre a prendersela con il falso «amico» Zuckerberg, forse dovrebbe avercela anche con se stesso. Riflettere sulla sua ingenuità. Quando un mercante ci lascia fare gratis qualcosa che ci piace, la merce in vendita siamo noi.

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  2. Ora c'e' la corsa a cancellarsi da questo social, come se servisse a qualcosa.
    Questa faccenda della privacy e' una immensa puttanata, parlate con uno del settore, vi dira' che basta avere un movil o scaricare una app e siamo in...balia del mondo.
    Oltre 10 anni fa chiesi un piccolo prestito alla mia banca, firmai fogli su fogli per la tutela della privacy.
    Da quel giorno mi arrivano a cadenza regolare proposte di prestiti da chiunque, mai successo prima.
    Cerco voli su Cuba; qualunque pagina apro, fosse anche di scarpe, mi salta fuori una pubblicita' di voli su Cuba.
    Ma di quale privacy parliamo?

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  3. daccordo con te milco privacy mi fa ridere bombardamento quotidiano ciccio simone il romagnolo

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    1. Questa mattina apro la mia mail su Libero e tutto attorno e' pubblicita' sui voli per Cuba....

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  4. Da noi,dei social,non e' che se ne faccia un uso tanto saggio. Giuseppe

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    1. Vero ma nessuno ci punta una pistola in fronte.
      Io e' da tempo che "tolgo" inutili cose che avevo "messo".
      Pagine fb, gruppi, cazzi mazzi di cui posso tranquillamente fare a meno.
      Oramai il mio solo "social" e' questo blog.
      Per il resto ho poco tempo e troppa vita.

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  5. Bel articolo riflessivo .. bravo!
    Steno Stefano Torino

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  6. Santa Fe- Seguo il tuo blog ma é l'unico, per il resto, in tutta sincerità, spero di svegliarmi un bel giorno e scoprire che un BENEDETTO virus ha danneggiato inesorabilmente TUTTI i pc e smartphone..non morira nessuno e torneremo ad osservare questo pazzo mondo nelle sue piccole meravigliose sfaccettature.
    È l'unica maniera di rientrare dal truman show..

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  7. Mah....se riusciamo a stare al margine del tutto la cosa e' gestibile.

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  8. Santa Fe- Sono "loro" che gestiscono noi, sotto ogni punto di vista, affettivo, lavorativo, sociale e di svago.
    Hacker aiutateci..!

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  9. comunque anche io ti faccio i complimenti per questo post hai fatto un bel post la tecnologia è troppa dal mio punto di vista purtroppo ciccio simone il romagnolo

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    1. Come dicevo a Fernando ognuno di noi e' libero di essere figlio o meno del web.
      Chi passa 20 ore al giorno sbavando sui cazzi degli altri e' solo un povero cristo che merita tanta pieta'.

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  10. hola! personalmente non sono iscritto a nessun social, anche whatsapp lo tengo bloccato per tutti i contatti e lo uso solo all'occorrenza, la privacy non esiste e non è una teoria complottista. Riguardo alla isla mi diverte e sconforta allo stesso tempo guardare le zone wi fi dove si ammassano tutti in mezzo a connesione lenta, mancanza di spazio , rischio furti etc. Anche per questo Cuba è unica al mondo. chao Enrico

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    1. Come dicevo prima, dopo aver aggiunto tanto...e' il momento di togliere per campare meglio.

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  11. Si può installare WhatsApp su un numero cubano? P68

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