lunedì 23 aprile 2018

DIAZ-CANEL




Diaz-Canel.
Alla fine, malgrado qualche sussurro su opzioni differenti, le cose sono andate come dovevano andare.
Non credo che il nuovo Presidente di Cuba abbia saputo l'altro giorno il futuro che gli sarebbe toccato.
In realta, probabilmente almeno da un paio d'anni i giochi erano fatti; 5 anni fa Raul aveva detto forte e chiaro che nel 2018, precisamente a febbraio, avrebbe passato la mano, poi i disastri provocati da Irma e las medidas da prendere hanno prolungato la precedente legislatura di un paio di mesi, ma si e' trattato di un dettaglio.
Era scritto che toccasse a Miguel, anche se di “delfini” nei decenni se ne sono bruciati parecchi.
Ultimi in ordine di tempo, a seguito delle epurazioni di Raul nei confronti dei puttanieri ladroni che circondavano il fratello, erano stati Lage e Perez Roque.
Sono anni che vorrei mettere le mani su un certo video di Lage, quello che poi lo ha inchiodato dove lui....ma lasciamo stare....vorrei ancora rientrare a Cuba, se possibile.
In realta' il punto di forza di Diaz-Canel e' stato quello di non farla mai fuori dal vaso, mantenendo sempre un profilo basso, venendo ogni volta uno o due passi indietro rispetto a Raul.
Perche' sia chiaro che il nuovo Presidente e' una creatura di Raul da cui, oltre alle idee, eredita pure un certo stile sobrio e misurato.
Difficilmente sentiremo lunghi discorsi, come il suo predecessore Diaz-Canel viene quasi subito al punto senza i mille giri attorno come faceva Fidel.
Ecco forse Fidel avrebbe fatto scelte differenti, magari si sarebbe indirizzato verso un personaggio con un bagaglio culturale piu' ricco e variegato.
Ho sentito parlare Diaz-Canel ad un atto a Las Tunas due o tre anni fa, un discorso di non piu' di 15 minuti.
Un tipo tosto, senza troppi fronzoli, severo senza essere un sepolcro imbiancato, insomma mi fece una buona impressione.
Ha fatto la sua brava gavetta all'interno del partido partendo da S.Clara, arrivando a La Habana.
Ancora una volta Cuba sara' guidata da un non habanero, dopo 2 della citta' invincibile ora tocca ad un villaclarense.
Ho letto alcuni commenti su Cubadebate dopo la sua elezione; i commentatori, gente comune, lo indicava come uomo del popolo raccontando aneddoti dove veniva ricordato come una persona alla buona, uno come loro.
Fidel e Raul erano....Fidel e Raul...Diaz-Canel dovra' per forza percorrere altre strade per riuscire ad entrare nel cuore dei cubani, potrebbe non essere cosi' semplice.
Intanto non e' un militare, quindi la divisa verdeoliva che abbiamo visto mille volte addosso ai 2 fratelli, dovrebbe finire in cantina.
Non solo non ha fatto la Rivoluzione, ma e' nato l'anno successivo della presa di potere da parte di Fidel ed i suoi.
Forse l'accostamento piu' azzeccato che ho letto e' quello a Camilo, anche se sono passati 60 anni e certi paragoni reggono poco, cambiato il mondo, cambiata la gente.
Ne ho parlato con alcuni amici durante l'ultimo viaggio, come ho gia' scritto la gente vede in Raul il puparo e in Diaz-Canel la marionetta.
Non ne sarei cosi' sicuro.
Certamente Raul, che restera' a capo del PCC fino al 2021, sara' sicuramente una sorta di tutor, dopo 60 anni di Castro mi sembra una cosa tutto sommato normale, ma piano piano vedrete che il buon Miguel imparera' a camminare con le proprie gambe.
Quando Fidel ha dovuto farsi da parte...lo ha fatto sul serio pur continuando a far sentire, in qualche modo, la propria voce, lo stesso fara' Raul.
Vedremo le future scelte che fara' il nuovo Presidente, iniziando da quella del suo staff di governo e dalla conferma o meno di Bruno Rodriguez come cancelliere, in pratica potente ministro degli esteri.
Non sono in grado di sapere quali forze si annidino nel Comitato Centrale del Partido ne di quali battaglie dovra' combattere il nuovo Presidente per conquistarsi il suo spazio di autonomia.
Solo il tempo ci raccontera' quale futuro attende Cuba.
Buon lavoro Compagno Presidente

20 commenti:

  1. In Molise, con 289 su 394 sezioni scrutinate, è ormai largamente in testa il centrodestra guidato da Donato Torna (45,07% dei voti), con un margine ampio sul Movimento 5 Stelle che è intorno al 37,12% (il candidato è Andrea Greco). Il Partito democratico è fermo al 10 per cento. Questi i risultati quando si è a più di due terzi dello spoglio: e se i dettagli si chiariranno in giornata è chiaro che al momento per Matteo Salvini il clima è più favorevole che per Luigi Di Maio. Intorno alle tre del mattino è stato proprio il candidato Dem Carlo Veneziale a commentare i risultati: “Ho perso, chiaramente, ma quello che resta è il percorso politico, quello di un centrosinistra che ha ritrovato l’unità dopo anni di divisioni, e questa è l’eredità positiva che resterà a chi verrà dopo di me”.



    Il risultato non è buono neppure per M5S, che nel Molise alle politiche si era attestato al 44%. I grillini si aspettavano che Campobasso fosse la prima regione conquistata dal Movimento, e si ritrovano con un candidato ben sotto il 40%. Anche se il candidato M5S Greco la pensa diversamente: «È un risultato storico a livello regionale. Forse il Movimento Cinque Stelle non aveva mai fatto così bene in un’elezione regionale. Siamo passati da due consiglieri a sei, sei persone che si batteranno per difendere le idee del Movimento e soprattutto per rendere onore ai cittadini che ci hanno votato. Io parlerei di risultato storico, non di fallimento».

    E le urne molisane si impegnano anche a scombussolare gli equilibri interni al centrodestra: Forza Italia primo partito, Lega seconda - con un dato stabile rispetto alle politiche - e qualche sorpresa tra le formazioni più piccole: l’Udc è passata dal 2 al 7 per cento, Fratelli d’Italia arriva a sfiorare il 5% (una crescita di due punti).



    Dalle urne insomma esce un centrodestra più frizzante del previsto (e anche più variegato dell’onda leghista dei primi di marzo. D’altra parte alle amministrative il peso dei big locali è sempre dirimenti: vale il caso dell’europarlamentare Aldo Patriciello, che cinque anni fa portò i suoi voti in dote al centrosinistra (gli accreditano un pacchetto di 14mila sostenitori fedelissimi) e questa volta è tornato con il centrodestra, sotterranea battaglia per portare i consensi a M5S, nuova forma di voto utile per fermare l’avanzata delle destre targate Lega. Sul fronte 5 stelle molto dipende da come andrà la battaglia per portare al Movimento gli 8mila voti di sinistra che il 4 marzo finirono divisi tra Leu e dintorni.



    In Molise ha votato il 52,16% degli aventi diritto. A Campobasso ha votato il 62,69%, a Isernia il 59,67%. Nel complesso i votanti sono stati 173 mila contro i 182 mila delle politiche. Alle politiche del 4 marzo il M5S ha raccolto il 44,79%, il centrodestra il 29,8%, il centrosinistra al 18,1%.

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  2. Si moltiplicano gli episodi di bullismo a scuola, sia nei confronti dei compagni che degli insegnanti.
    E' completamente saltato il patto scuola-famiglia per cercare di tirare su persone decenti.
    A Cuba questo patto tiene, scusate se e' poco.
    Forse i 4 schiaffoni o le cinghiate che abbiamo preso dai nostri genitori avevano un senso un valore.
    Certo, facile dirlo 40 anni dopo....pero' forse era davvero cosi'.

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  3. Ma Prieto, il capellone, ministro della cultura c'è ancora? P68

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  4. aston, il governo cubano non è da fare, è già pronto, è quello di raùl. Diaz canel farà come fece raul con quello di fidel:approvazione di quasi tutti i ministri e poi piano piano un cambio graduale.
    Il problema dell'opposizione, soprattutto di quella che sta fuori dall'isola, è che manca di lucidità. Pensare che diaz canel possa essere un nuovo gorbachov non è logico.Il partito sa quello che è accaduto in unione sovietica e qualsiasi soggetto, che voglia togliergli il potere, sarà destituito velocemente.
    Il nuovo presidente del consiglio di stato e di governo non ha scelta, sarà obbligato a seguire i lineamenti economici approvati dal partito nel 2011 e 2016.

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  5. Chiaro.
    Però Lage e Perez Roque durarono un amen...

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    1. durarono pochi mesi nel governo di raul, perchè si erano illusi di poter sostituire fidel castro, che ovviamente doveva essere sostituito da raul.Diaz canel vuole sostituire raul a tempo debito,solo quando lo dirà il partito, nè prima nè dopo.

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    2. I pieni poteri li avrà quando sarà anche a capo del partito.

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  6. Murillo che fine farà? Giuseppe

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  7. Roma, 20 aprile 2018 - Il presidente italiano, Sergio Mattarella, ha trasmesso fervidi auguri di successo al neoeletto presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri di Cuba, Miguel Díaz-Canel.
    In un messaggio datato il giorno prima e pubblicato sul sito del Palazzo del Quirinale, Mattarella sottolineò che “i legami storici e di forte amicizia tra i nostri paesi costituiscono la base di relazioni bilaterali particolarmente intense e dinamiche, come dimostra l'ampia gamma di progetti di cooperazione in corso”.
    Spero –ha indicato - che su queste basi, nei prossimi anni La Habana e Roma possano approfittare di tutte le opportunità che le iniziative in corso stanno generando ed estendere la fruttuosa collaborazione esistente a tutti i settori di reciproco interesse.
    In tale contesto, l'Italia continuerà a lavorare per rendere sempre più fluida e proficua la relazione tra Cuba e l'Unione Europea, sperando in un ulteriore rafforzamento, ha detto il presidente.
    “Con questi sentimenti, le porgo i più sinceri auguri di benessere per la sua persona e di prosperità per l’amico popolo cubano”.

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  8. hola! come tutti i governanti sarà l'espressione della casta che lo ha mandato al potere e che deve rappresentare, nel caso di Cuba las FAR. Cmq sembra pacato e serio nulla a che vedere con i buffoni della latrina. chao Enrico

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    1. Cambia l’estetica con Diaz Canel ma la sostanza é la stessa. Mat.

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    2. Enrico Raul ha scelto con molta cura...fidati.

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  9. Antonio Moscato

    Francamente è presto per commentare l’elezione del primo presidente nato dopo la vittoria della rivoluzione. Più volte, anche senza arrivare a una nomina formale, erano comparsi a fianco di Fidel giovani quadri di belle speranza che tutti i “cubanologi” indicavano come i delfini dei Castro: Carlos Aldana, Roberto Robaina, Carlos Lage Dávila, Felipe Pérez Roque, ed altri, che dopo qualche anno erano stati poi destituiti bruscamente con motivazioni generiche e poco convincenti. In un paio di casi si era detto che erano “attratti dal miele del potere”...
    La prima novità dunque è semplicemente quella che è arrivato in porto un progetto di ringiovanimento del gruppo dirigente che era stato pensato da tempo ma era stato finora bloccato da paure poco fondate e da metodi troppo bruschi.
    Miguel Diaz-Canel è stato alla fine eletto con un voto che lo stesso corrispondente dall’Avana del “manifesto” ha definito bulgaro (99,83%) e che la dice lunga sui criteri di selezione di un’assemblea di dubbia utilità e rappresentatività. Ma il basso profilo mantenuto da Diaz-Canel negli anni dell’attesa (e dell’apprendistato) consiglia di aspettare a parlare di cosa vorrà e potrà fare, in un sistema regolato da una costituzione che subordina formalmente il governo, il parlamento e la società al ruolo dirigente del partito comunista, il cui segretario generale è Raúl Castro e nel cui Ufficio politico siedono alcuni esponenti conservatori della vecchia generazione.
    Il linguaggio usato da Diaz-Canel per presentarsi è quanto mai rituale: “continuerà il perfezionamento del socialismo”, e manterrà come “priorità interne” i problemi socioeconomici già definiti dalla precedente amministrazione. D’altra parte, con parole di lode al ruolo storico del vecchio leader, Diaz-Canel ha annunciato che Raúl Castro sarà il “promotore delle decisioni più importanti per il presente e il futuro della nazione” in quanto primo segretario del PC di Cuba. E Raúl Castro in un discorso più articolato e meno freddo del consueto, ha precisato però che la singolare situazione che il nuovo presidente cubano non sia anche il primo segretario del PCC è solo temporanea, dal momento che si prevede che entro tre anni Diaz Canel assuma anche questo incarico. Un’altra lunga fase di apprendistato...
    La sorte della nuova presidenza dipende da molti fattori, in gran parte esterni. Aumentano le incertezze per il ruolo degli USA, appoggiati da molti governi dell’America Latina e anche dal Canada, che ha ridimensionato la sua rappresentanza diplomatica all’Avana accettando la motivazione di Trump, che aveva preso a pretesto un ipotetico avvelenamento ambientale doloso. Sono in gravi difficoltà i paesi sopravvissuti all’ondata di destra: persa da tempo l’Argentina, e lacerato il Brasile, ma con una mobilitazione insufficiente della parte di sinistra, è incerta la sorte dell’Ecuador, ma anche e soprattutto quella del Venezuela. Lo stesso corrispondente del Manifesto dall’Avana non ha nascosto che una delle maggiori preoccupazioni riguarda proprio la sopravvivenza di questo paese che in passato aveva fornito un aiuto prezioso e disinteressato a Cuba. Rimane poco altro: non considero neppure tra gli amici di Cuba la dinastia pseudosandinista di Ortega che guida il Nicaragua. Questo paese era diventato già un peso, ed è oggi un nuovo fattore di discredito, dato che spara senza esitare su chi protesta contro i tagli alle pensioni.
    Chi può aiutare Cuba a resistere ancora a una penetrazione statunitense divenuta più facile col gesto di Obama e oggi pericolosissima per l’asse tra Trump e la peggiore feccia revanscista di Miami? Non certo l’Europa, in cui il 90% di quel poco che rimane di sinistra non pensa neanche lontanamente di far qualcosa per spezzare l’assedio. Non la Russia e la Cina, che in continenti lontani hanno una lunga tradizione di scarso impegno a sostenere cause scomode quando aumentano il contenzioso con gli Stati Uniti.

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  10. in realtà in nicaragua è stato messo in campo lo stesso piano organizzato in venezuela l'anno scorso. Spari contro poliziotti, civili e giornalisti, saccheggi sistematici e attacchi contro istituzioni pubbliche, per accrescere il caos ed indurre una parte dell'esercito a fare un golpe militare.
    E' il famigerato piano sharp, quello dei golpes soavi, in salsa sudamericana.La mente del piano sta a waschington d.c, stati uniti d'america.

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  11. Mi sembrava che la faccenda delle pensioni fosse un pretesto...

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  12. fanno pari pari le stesse cose fatte in venezuela dall'aprile al luglio 2017. E' un caso? Solo gli ingenui possono pensare di si.Nel caso del venezuela abbiamo la prova del piano americano, intitolato venezuela freedom 2, perchè fu presentato ad una commissione senatoriale da un generale americano nel 2015.Conosciamo le violenze che ci sono state.
    Le stesse tecniche di violenza, guarimbas, saccheggi, attacchi, uso di armi artigianali, fanno dire che il medesimo piano venga utilizzato anche contro ortega.

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  13. Al momento la situazione pare sotto contrillo

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