venerdì 3 agosto 2018

MATERIALI

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El Presidente de los Consejos de Estado y de Ministros, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, examinó el programa de la vivienda, que catalogó como uno de los más prioritarios por el alto impacto que tiene en la población.                                                                              
En el encuentro se ofreció una detallada información acerca de la producción local de materiales de la construcción, considerada soporte fundamental, pues acerca la solución constructiva a los territorios, permite la participación colectiva y fortalece el papel de los municipios para resolver sus propios problemas habitacionales.                                                                                   Tomás Vázquez Enrique, director de producción local de materiales del Ministerio de la Construcción, acotó que el 80 % de lo que se produce por esta vía se destina a la población, en tanto el 20% restante va dirigido a las obras sociales de los municipios.             
Al cierre del 2017 se habían fabricado en las minindustrias alrededor de 316 000 metros cúbicos de áridos, 13 millones de ladrillos, 40 millones de bloques de hormigón, 1 200 metros cuadrados de mosaicos y baldosas, y 37 000 tanques de hormigón, entre otros.                                                                            
En lo que va de año los niveles de las producciones locales se mantienen estables, aunque se enfatizó en la necesidad de velar porque se incremente la calidad de estos productos que son de probada resistencia, pero en ocasiones tienen problemas de estética.                                                                                           
Al respecto, el Presidente cubano consideró que el incentivo de la producción local es uno de los caminos fundamentales para ir resolviendo poco a poco los problemas de vivienda que se han ido acumulando, por lo cual resulta imprescindible chequear el asunto cada vez que se visiten los territorios.
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Uno dei primi settori dove il nuovo Presidente di Cuba ha voluto mettere il naso e' stato quello della vivienda.                                         
Scelta comprensibile visto che si tratta del settore in cui vige il maggiore caos da quando e' premesso ai cittadini cubani di essere legalmente proprietari di casa.                                                                   
Fra l'altro mi risulta che la proprieta' non sia eterna ma duri 99 anni, ma di questo dato non sono del tutto certo quindi prendetelo con beneficio d'inventario.                                                                      
I dati millantati dal direttore di produzione possono anche essere veri ma il problema e' che alla popolazione, in vendita regolare, arriva solo minima parte di tutto quel ben di Dio.                                   
Ad aprile a Tunas il cemento era introvabile, o meglio lo trovavi se cacciavi 10 cuc al sacco, il 40% in piu' di quanto normalmente viene venduto nelle tiendas.                                                                                   
La prima ruberia di materiale avviene, come in altri settori, direttamente alla fonte; chi lavora nelle fabbriche dove lo producono e' il primo a venderlo sottobanco in differenti modi.           
Poi c'e' chi trasporta il materiale di costruzione dalle fabbriche ai punti di vendita che, in qualche modo, riesce a farne sparire una discreta percentuale.                                                                                Infine c'e' la tienda dove il materiale che arriva...e' gia' praticamente venduto ad amici e amici degli amici di chi nella tienda ci lavora.                                                                                           
Il vero grosso problema e' il cemento, il resto del materiale e' abbastanza reperibile, per assurdo e' piu' economico costruire a La Habana che nelle    provincie.                                                                      
Nella capitale puoi trovare 10 rivenditori dello stesso tipo di materiale, quindi ci puo' essere una oscillazione di prezzo mantre a Las Tunas, per esempio, un materiale lo trovi solo da tal tizio che te lo vende al suo prezzo.                                                                      
Prendere o lasciare.                                                                              
Quindi la prima cosa da debellare e' questa sorta di mafia che fa arrivare il materiale solo dove fa piu' comodo lasciando la maggior parte della popolazione all'asciutto.                             
Anche durante la costruzione delle viviendas statali e' tutto un magna magna, dopo poco tempo dalla fine dei lavori i muri si scrostano, i colori sbiadiscono, i balconi crollano ecc...
Ovviamente la responsabilita' e' della brigada de albanil che, sottobanco, si vende il migliore prodotto destinando alla costruzione materiale di scarto e di basso livello.                               
 Diaz Canel ha un lungo cammino davanti a se...

10 commenti:

  1. Che si chiami «Azzurra» o «Italia» è questione di brand, del nome più suggestivo o di quello che il Comitato olimpico internazionale consentirà, ma poco importa ai fini della sostanza. Che è chiara: le Olimpiadi invernali del 2026, se saranno assegnate all’Italia, saranno le Olimpiadi della Lega, straripante vincitrice di una battaglia durata mesi e chiusa soltanto ieri pomeriggio con il voto unanime del Consiglio nazionale del Coni alla proposta del presidente Giovanni Malagò: unione a tre - Torino, Milano, Cortina - tagliando fuori, rispetto alle proposte originarie, le appendici in Svizzera e Alto Adige.
    Il peso delle Regioni
    L’attacco a tre punte è diventato una entità che va oltre le singole città che, non a caso, sono contrariate. La sindaca di Torino Appendino si dice «fortemente perplessa», giudica il lavoro del Coni frutto di «logiche in parte incomprensibili». Il sindaco di Milano Sala reclama la definizione di una governance chiara: «Non è un progetto e quindi non è giudicabile». Una regia ci sarà, ma la candidatura vasta impone una gestione altrettanto vasta, probabilmente in capo alle tre Regioni coinvolte: Piemonte, Lombardia, Veneto. Due sono già governate dalla Lega. Il Piemonte voterà la prossima primavera e tutti gli scenari portano nella stessa direzione.
    Quando, a settembre del prossimo anno, il Cio assegnerà i Giochi invernali del 2026, è dunque probabile che l’intero arco alpino sia un monocolore salviniano. E a quel livello verrà gestita l’eventuale Olimpiade italiana: del resto i governatori Fontana e Zaia da mesi stanno già giocando questa partita. Ecco spiegata la forte irritazione del sindaco di Milano, che ieri si è quasi chiamato fuori, lamentando il prevalere delle ragioni della politica su quelle dello sport e del territorio. Alla luce del progetto presentato dal Coni, Sala avrebbe poco di che lamentarsi.
    Milano si prende tutto: Cerimonia di apertura e chiusura, una Medals Plaza, un Villaggio olimpico che permetterà il recupero con fondi pubblici del deposito ferroviario di Porta Romana, più hockey e pattinaggio. Senza contare la Valtellina che agguanta biathlon, fondo, freestyle, snowboard. Tutto vero, il guaio è che non sarà Milano a gestire le operazioni, né Torino né Cortina; si lavorerà a livello superiore, quello delle Regioni a trazione leghista. Ed ecco spiegata la benedizione del sottosegretario Giancarlo Giorgetti alla candidatura delle Alpi: «Una proposta unitaria e credibile: il governo si riserva di valutarla», spiega lanciando un avvertimento alle città che alzano la voce o si sentono svilite. «C’è stata la decisione della sindaca di Torino, con una certa sorpresa, di tirarsi in qualche modo fuori, e pure il sindaco di Milano ha scritto che non ritiene di essere coinvolto. Noi sosteniamo la candidatura se le città interessate rinunciano a una parte significativa di ambizioni. La proposta del Coni indica la candidatura di un Paese. Qui il governo ci sta».

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  2. “Belotti al Napoli? Tutte falsità, è contento di restare“. Queste le parole con cui il diesse granata Gianluca Petrachi nella tarda serata di ieri ha smentito categoricamente la possibilità di un trasferimento sotto il Vesuvio da parte del capitano del Torino. La secca smentita è arrivata in diretta ai microfoni di SportItalia, dopo che qualche ora prima l’emittente sportiva aveva sganciato la bomba di mercato: “Belotti non mi ha chiamato per chiedermi la cessione – ha proseguito Petrachi -, se il Napoli avesse parlato prima con lui non sarebbe corretto. Mi dispiace smentire ma è così“.

    CONFERME – Dichiarazioni che non possono che tranquillizzare tutto l’ambiente granata. D’altronde Belotti nelle prime amichevoli stagionali è parso più in forma che mai, dimostrando di avere la giusta voglia: “E’ il capitano. E’ partito col piede giusto, in forma smagliante. Sa che deve recuperare quel che ha lasciato per strada l’anno scorso non solo per colpa sua. Il precampionato ha dimostrato che Belotti tira sempre il gruppo da capitano e poi fa spesso gol. E’ tornato l’Andrea dello scorso anno”. Le parole di Petrachi non lasciano spazio all’immaginazione: il Torino ripartirà da Belotti. Salvo clamorosi stravolgimenti di fronte: “Se resta al 100%? Non è corretto parlare del 100%. Per me non parte. Poi non si sa mai cosa può succedere nella vita. Magari domani io vado via e il nuovo diesse del Torino arriva e vende Belotti…”. Come a dire, salvo novità davvero eclatanti Belotti resterà.

    DUBBI – Destino completamente opposto invece quello che potrebbe attendere Mbaye Niang. Dopo una stagione i chiaroscuro, il nazionale senegalese ha attirato su di sè le attenzioni di diversi club europei. Il Mondiale è stata una vetrina importante e il futuro, dopo due mancate convocazioni (ufficialmente per scarsa condizione fisica) contro Nizza e Chapecoense, potrebbe essere lontano dal Torino. Ma solo a determinate condizioni: “Niang? – ha proseguito Petrachi – Ha fatto un ottimo mondiale. Ha degli estimatori. Conta anche la volontà del giocatore. Se uno mi dice che vuole andare via si fanno delle riflessioni. E arrivato da pochi giorni, si sta allenando, sicuramente se avrà voglia di confrontarsi da un’altra parte noi non glielo impediremo ma servono offerte eque. Il Toro ha pagato Niang e non è che lo presta, se qualcuno vuole Niang lo deve venire a comprare”. Insomma, se da una parte il Torino sembra essere sempre più convinto a puntare su Belotti, dall’altra parte il destino di Niang sembrerebbe essere sempre più in bilico. A patto che arrivino offerte vere.

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  3. Sai Milco che quando era governatore della provincia di Holguin fece abbattere una notevole quantità di case abusive ai piedi de la Loma de la Cruz?in seguito lo si vedeva in giro sempre scortato e la sua casa presidiata h24 ,nonostante quest'episodio non mi da l'idea di essere un cavaliere senza macchia pronto a combattere davvero la corruzione ...magari mi sbaglio..
    P.s.alcuni siti riportano di una offerta di 50 milioni del Napoli per Belotti e di un accordo già fatto col giocatore a 3,5 a stagione...De Laurentiis che paga quella cifra a Cairo non ce lo vedo
    Saluti a tutti
    Andrea M.

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  4. Con quei salari lo credo che rubano. Giuseppe

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    1. Però in questo modo rischia di non funzionare nulla

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  5. hola! come in ogni ambito della società è un acaparamiento descarado. Ho letto che nella nuova costituzione le compra vendite nelle zone storiche ( tipo habana vieja, centro habana) ed in quelle di interesse turistico dovranno essere prima autorizzate dal ministero del turismo. chao Enrico

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  6. La compravendita di case nelle zone turistiche è diventata un gran casino.

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  7. Sono ad Albenga ci ho messo meno delle altre volte. Altro che bollino nero...
    Alitalia per febbraio su Habana con scalo a Roma a 497 euro.
    Quasi quasi...

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  8. Un po' fuori tema - l'argomento vivienda molto interessante - ma qui in Svizzera, dove un 2 locali di 80 mq costa 1 milione di euro: ?

    https://www.immoscout24.ch/it/d/appartamento-acquistare-zuerich/5089767?s=1&t=2&l=4147&pt=125g&ct=20&ci=12&pn=1


    https://www.youtube.com/watch?v=ui8Nd6Gzuw4

    Commento: grandissima forza oratoria...


    Leonardo

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