Prima di entrare, nei prossimi
giorni, nei dettagli spendo ancora qualche parola sulla situazione generale.
Premetto che sono considerazioni a carattere generale che poco o nulla influenzano i miei giorni cubani, se continuo a tornarci e' perche' sempre ne vale la pena.
L'impressione, come avviene da
noi, e' che la fiducia nella classe politica, sia oramai ai minimi termini.
Hanno visto andare Fidel, poi
Raul, (che sia davvero andato...poi ne parleremo) ora vedono questo Diaz Canel
che va in giro per il mondo ma continuano a non vedere chiari e tangibili cambiamenti
nella vita di tutti i giorni, che e' poi quello che davvero interessa a tutti.
Da un lato tutte o quasi le
tiendas cittadine sono state rimesse a nuovo, in Casa Azul il cambio avveniva
nei giorni della mia partenza, ma dall'altro nelle tiendas popolari, quelle
dove trovi l'essenziale e non il superfluo, continuano ad esserci code de
madre.
Fra le altre cose le tiendas
ristrutturate, mi spiegavano, sono oramai compagnie miste con imprese straniere
ed e' la ragione per cui ci trovi di tutto.
La Epoca, trattasi sempre di notizia riportata, e' entrata a far
parte di una catena a capitale cileno, ora a Casa Azul ci trovi di tutto, dalle
bevande isotoniche ai tolloni di macedonia.
Pasta italiana quasi ovunque,
formaggio a quantita' pero' a prezzi che non tutti i cubani possono
permettersi.
Andarsene resta l'imperativo
categorico per i giovani (cosa che per altro sta' accadendo anche da noi) visto
che il futuro e' molto incerto.
Vi avevo parlato di un paio di
amiche che hanno buoni lavori, oggi i salari migliori li puoi trovare
all'Etecsa, al Cupet o nell' empresa eletrica.
Una di queste amiche esce di
casa alle 6.45 del mattino e ci rientra alle 6 di sera, il salario e' buono per
le cifre cubane, circa 1200 pesos al mese ma con 50 cuc come cazzo vivi a Cuba,
sopratutto se hai un infante da mantenere?
Ora hanno alzato le pensioni
piu' basse a 242 pesos al mese...meno di 10 dollari.
Come dicevo andarsene resta
l'obiettivo di molti anche se le carovane di disperati che attraversano il
Messico per cercare di entrare negli Usa spaventano tutti.
Parliamoci chiaro oggi un
cubano, finito pie' seco pie' mojado, vale come uno di quei poveri disgraziati
ne' piu' ne' meno.
Quindi si cerca di andare via
legalmente ma il Trumpo ha messo in piedi talmente tanti balzelli che la cosa
si e' fatta problematica.
Tocca fare tutti i tramiti in
Guyana.
Le foto che vedete le ho
scattate qualche giorno fa davanti all'ambasciata spagnola de La Habana, come
saprete e' l'unica situata nel cuore della citta'.
Vedete solo una minima parte
delle migliaia di persone accampate davanti ai cancelli in attesa del proprio
turno, ogni tanto usciva un poliziotto spagnolo a dare indicazioni sulle
tempistiche e le forche caudine che si sarebbero dovute percorrere.
Grande idea quella di Zapatero
di concedere la cittadinanza a chi aveva antecedenti spagnoli...
Fra l'altro quasi tutti dalla
Spagna vorrebbero poi recarsi nelle terre confederate per cercare fortuna.
Sulla nuova riforma
costituzionale da approvare tramite referendum stanno facendo ogni sorta di
riunione in ogni luogo di lavoro e nei CDR, in realta' la gente sostiene che
tutto sia gia' deciso e che il referendum servira' a poco.
Malgrado tutto il cubano
continua a fare la vita di sempre, ogni occasione e' buona per far fiesta, mi
sembra che il soldo giri con una certa facilita' visto le casse di birra che la
gente si porta via dalle tiendas e gli elettrodomestici piu' cari che,
letteralmente, volano.
Aspettano sempre Godot oppure,
affacciati al solito deserto, i famosi tartari che non arrivano mai.
Del pane che manca vi ho gia'
detto, manca pure la frutta che non sia guajaba o fruta bomba, questo a Tunas
(citta' agricola...) mentre a La Habana trovi tutto, basta pagare.
Questo in linea generale, poi
ci sono tante storie piccole e grandi da raccontare...per chi vuole ascoltare e
(come direbbe Guccini) a culo tutto il resto.
Dichiarazione del Ministero di Salute Pubblica
RispondiEliminaIl presidente eletto del Brasile, Jair Bolsonaro, riferendosi direttamente, sprezzantemente e minacciosamente alla presenza dei nostri medici, ha dichiarato e reiterato che modificherà i termini e le condizioni del Programma Más Médicos (Più Medici), mancando il rispetto all’Organizzazione Panamericana della Salute.
Il Ministero di Salute Pubblica della Repubblica di Cuba, impegnato con i principi solidali e umanisti che per ben 55 anni hanno guidato la cooperazione medica cubana, partecipa dagli inizi, nell’agosto 2013, al Programma Más Médicos para Brasil (Più Medici per il Brasile). L’iniziativa messa in atto da Dilma Rousseff, allora presidente della Repubblica Federativa del Brasile, aveva lo scopo di assicurare il servizio medico alla maggioranza della popolazione brasiliana, conformemente al principio di copertura sanitaria universale promosso dall’Organizzazione Mondiale della Salute.
Il suddetto programma prevede la presenza di medici brasiliani e stranieri per lavorare nelle zone povere ed isolate di questo Paese.
La partecipazione cubana nello stesso avviene tramite l’Organizzazione Panamericana della Salute e si è contraddistinta dal fatto di occupare posti non coperti né dai medici brasiliani né dai medici provenienti da altre nazioni.
Nell’arco di questi cinque anni di lavoro, all’incirca 20.000 collaboratori cubani hanno accudito 113.359.000 pazienti, in oltre 3.600 comuni, riuscendo a coprire un universo di 60.000.000 brasiliani nel momento in cui erano l’80% di tutti i medici partecipanti al programma. Per la prima volta nella storia più di 700 comuni hanno potuto usufruire dei servizi di un medico.
Il lavoro dei medici cubani nei luoghi di povertà estrema, nelle favela di Rio de Janeiro, Sao Paulo, Salvador de Bahia, nei 34 Distretti Speciali Indigeni, soprattutto nell’Amazzonia, è stato ampiamente lodato dai governi federali e comunali del sopraccitato Paese e dalla sua popolazione, che ha conferito loro un 95% di accettazione, da quanto resulta dallo studio incaricato dal Ministero di Salute del Brasile all’Università Federale di Minas Gerais.
Il 27 settembre 2016 il Ministero di Salute Pubblica, in una dichiarazione ufficiale, aveva informato, vicino alla data di scadenza dell’accordo ed in mezzo agli eventi succedutisi attorno al colpo di stato legislativo-giudiziario contro la presidente Dilma Rousseff, che Cuba “continuerà partecipando all’accordo con l’Organizzazione Panamericana della Salute per l’applicazione del Programma Más Médicos, fintantoché si manterranno le garanzie offerte dalle autorità locali”, ciò che è stato rispettato fino alla data odierna.
Il presidente eletto del Brasile, Jair Bolsonaro, riferendosi direttamente, sprezzantemente e minacciosamente alla presenza dei nostri medici, ha dichiarato e reiterato che modificherà i termini e le condizioni del Programma Más Médicos (Più Medici), mancando il rispetto all’Organizzazione Panamericana della Salute ed a quanto convenuto da essa con Cuba, mettendo in discussione la preparazione dei nostri medici e condizionando la loro permanenza nel programma alla convalida dei loro titoli ed alla contrattazione individuale come unica via.
Le modifiche annunciate impongono condizioni inaccettabili e contravvengono le garanzie convenute dall’inizio del Programma e ratificate nel 2016 con il nuovo negoziato del Termine di Cooperazione tra l’Organizzazione Panamericana della Salute ed il Ministero di Salute del Brasile e l’Accordo di Cooperazione tra l’Organizzazione Panamericana della Salute ed il Ministero di Salute Pubblica di Cuba. Queste inammissibili condizioni rendono impossibile la presenza dei professionisti cubani nel Programma.
RispondiEliminaDunque, di fronte a questa infelice realtà, il Ministero di Salute Pubblica di Cuba ha preso la decisione di smettere la sua partecipazione al Programma Más Médicos e così l’ha fatto sapere alla Direttrice dell’Organizzazione Panamericana della Salute ed ai leader politici brasiliani fondatori e difensori di questa iniziativa.
Non è accettabile che si metta in discussione la dignità, la professionalità e l’altruismo dei collaboratori cubani che, con l’appoggio dei loro parenti, prestano attualmente servizi in 67 Paesi. Per ben 55 anni sono state realizzate 600.000 missioni internazionaliste in 164 nazioni, partecipando più di 400.000 lavoratori della salute, che in non pochi casi hanno compiuto questo dignitoso compito più di una volta. Vanno segnalate le gesta della lotta contro l’ebola nell’Africa, la cecità nell’America Latina ed i Caraibi, il colera in Haiti e la partecipazione di 26 brigate del Contingente Internazionale di Medici Specializzati in Disastri e Grandi Epidemie “Henry Reeve” in Pachistano, Indonesia, Messico, Ecuador, Peru, Cile e Venezuela, tra altri Paesi.
Nella stragrande maggioranza delle missioni realizzate, le spese sono state coperte dal governo cubano. Ugualmente, a Cuba, sono stati formati gratuitamente 35.613 professionisti della salute provenienti da 138 Paesi, come espressione della nostra vocazione solidale ed internazionalista.
Ai collaboratori gli è stato preservato sempre il loro posto di lavoro ed il 100 % del loro salario a Cuba, con tutte le garanzie di lavoro e sociali, così come agli altri lavoratori del Sistema Nazionale della Salute.
L’esperienza del Programma Más Médicos para Brasil e la partecipazione cubana allo stesso mostra che è possibile articolare un programma di cooperazione Sud-Sud sotto gli auspici dell’Organizzazione Panamericana della Salute, per fomentare le sue mete nella nostra regione. Il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo e l’Organizzazione Mondiale della Salute lo definiscono come il principale esempio di buone pratiche in cooperazione triangolare e l’implementazione dell’Agenda 2030 con i suoi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
I popoli di Nuestra América (Nostra America) e del resto del mondo sappiano che potranno contare sempre sulla vocazione umanista e solidale dei nostri professionisti.
Il popolo brasiliano, che ha fatto del Programma Más Médicos una conquista sociale, che ha avuto fiducia sin dal primo momento nei medici cubani, apprezza le loro virtù e ringrazia per il rispetto, la sensibilità e la professionalità con cui è stato assistito e potrà capire su chi cade la responsabilità che i nostri medici non possono più continuare a dare il loro contributo solidale in quel Paese.
L’Avana, il 14 novembre 2018
RispondiEliminaMiguel Díaz-Canel Bermúdez
✔
@DiazCanelB
· 14 nov. 2018
#MaisMedicos Con dignidad, profunda sensibilidad, profesionalidad, entrega y altruismo, los colaboradores cubanos han prestado un valioso servicio al pueblo de #Brasil. Actitudes con tal dimensión humana deben ser respetadas y defendidas. #SomosCuba
Yanoski Urgelles @YanoskiUrgelles
Con la cabeza en alto regresaremos a la Patria, donde nos necesite la Revolución ahí estaremos.
Saranno contentissimi i medici cubani in Brasile di tornare a Cuba a far carriera. Mat.
EliminaTi dico solo che il figlio di una mia duena storica si e' fatto 2 missioni a Timor est, ora ha una casa su due piani che non finisce piu'.
EliminaStanno ( ....e stiamo ) come d'autunno sugli alberi le foglie .
RispondiElimina( G. Ungaretti )
SGRAT...
Eliminabeh, è vero che i medici cubani non potranno piu' aiutare i poveri del brasile,ma torneranno a casa con un bel gruzzolo, 76.550 dollari, cioè 1.713.750 pesos cubanos, che possono permetterti di vivere almeno 20 anni di rendita a 7140 cup al mese.
RispondiEliminaCredo se li siano guadagnati tutti, li hanno spediti nei buchi di culo amazzonici...
RispondiEliminacorreggo l'errore: non 76550, ma 29700 a 2800 cup al mese
RispondiEliminaUNA DISCRETA CASA...MAGARI NON NELLA CAPITALE
EliminaLas Tunas-Villa Clara 4-7
RispondiEliminaTerza sconfitta consecutiva ma restiamo primi.
Le prime 4 vanno in semifinale
hola! alla luce de la guerra fria che sta infiammando il continente americano penso che presto torneranno di moda los muñequitos rusos ed i nomi con la Y , anche la cina entrerà prepotentemente ma in silenzio come da stile orientale. Leggo ora che la ley de los nietos dovrebbe tornare in vigore nel 2019-2020 quindi la tremenda cola sarà per chidere info in merito. chao Enrico
RispondiEliminaTRE MILIONI DI CUBANI IN CODA
EliminaLa noticia fue publicada inicialmente en el portal Diario Crítico y su reciente exhumación en las redes sociales ha desatado las alarmas entre los colectivos de emigrantes en el exterior calificándola de “maniobra de grupos de presión afines al PSOE”. La verdad es que no se equivocan aquellos que se valen de las estadísticas para desmentir las cifras esgrimidas por el portal digital. En efecto, con la Ley 52/2007 solo se presentaron en Cuba 190.000 solicitudes. Mientras que en Buenos Aires por ese concepto se tramitaron 93.000. Le sigue México con 43.000.
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Los consulados de San Pablo, Miami, Córdoba, Caracas, Santiago de Chile y Montevideo tramitaron 21.000, 18.000, 20.000, 19.500, 13.000 y 12.000 solicitudes respectivamente. Sin embargo, estas cifras que son reales no toman en consideración las reales dificultades a las que tuvieron que enfrentarse los cubanos para acceder a los documentos probatorios, y a ser atendidos por el Consulado de La Habana, que es uno de los que más quejas recibe por maltratos y desidia en todo el mundo mundial, según las denuncias que se hacen cada año al Defensor del pueblo en España. Esta vez la gente está lista para presentar la documentación, sin olvidar que la situación económica de la isla no ha hecho más que degradarse en los últimos tiempos, lo que aumenta mecánicamente el número de los candidatos al pasaporte español.
En cualquier caso, Diario Crítico, calificaba de “berenjenal” la situación en la que se podía meter España con tres millones de españoles en Cuba y otro número inconmensurable de nuevos ciudadanos en Iberoamérica y citaba fuentes diplomáticas para afirmar que ell gobierno de Zapatero “no ha calculado los números, no ha hecho los deberes” como es debido.
Una lección que parece haber aprendido el nuevo ejecutivo pues su secretaria de Estado aseguró hoy que no apoyaría la reforma propuesta por sus socios de gobierno.
Esta es mi primera visita aquí y estoy verdaderamente impresionado de leer todo en un sitio.
RispondiElimina¡Volveré, puesto que he marcado esta página como preferida y lo he twitteado a mis seguidores!
Las Tunas-Villa Clara 4-2
RispondiEliminaLTU 21
SSP 18
CAV 18
VCL 17
IND 14
HOG 8
¡Oye! ¡Estoy en el trabajo navegando por tu blog desde mi nuevo iPhone!
RispondiEliminaSolo deseaba decir que me chifla leer su blog y espero con ansias todas
sus publicaciones. Prosigan con el excelente trabajo!
¡Volveré, puesto que he marcado esta página como preferida
y lo he twitteado a mis seguidores!
Visto che il proprietario ne ha annunciato la PROVVISORIA chiusura non dovuta a difficlta' commerciali posso subito smentire una gran cazzata.
RispondiEliminada FB
24 agosto ·
felicissimo abbiamo comprato la Bella Vita Las Tunas con Giovanni moncada inizia una nuova esperienza
Scritto da tal Giovanni Cagnarini...
TRATTASI DI CAZZATA!
DAL WEB
RispondiEliminaRe: ultime da tunas
Messaggioda tuccio » ieri, 22:18
i ristoranti italiani a Las Tunas stanno avendo qualche problema, si vocifera che i 2 hermano, ristorante e pizzeria a la cubana gestito da 2 italiani sia stato chiuso dalle autorità cubane per droga e i due italiani addirittura agli arresti per un certo periodo, dicono che verrà riaperto da altre persone, ripeto sono notizie ufficiose
NON E' VERO.
LA DROGA NON C'ENTRA NULLA,LE RAGIONI DELLA CHIUSURA SONO ALTRE E NON RIGUARDANO SOLO CUBA, NESSUNO E' STATO IN GALERA, AL MOMENTO NON VERRA' RIAPERTO DA NESSUNO.
mentre la cafeteria bella vita un piccolo bar nel bulevar del centro pare sia pure chiuso ma forse non per le autorità ma per un grosso litigio tra i due italiani che non andavano d'accordo, cosa molto strana tra italiani all'estero.
NON E' UN PICCOLO BAR MA IL MIGLIOR LOCALE CHE SI TROVA IN CITTA', POI SE A QUALCUNO RODE IL CULO SONO PROBLEMI SUOI.
GLI ITALIANI ALL'ESTERO NON FANNO ALTRO CHE LITIGARE ALTRO CHE COSA STRANA.
LA RAGIONE NON E' LEGATA AD EVENTUALI LITIGI MA NON TOCCA A ME RACCONTARLA AL MONDO.
CREDO RIAPRIRA' PRESTO. ANZI ME LO AUGURO.
il cachè è e rimane l'unico locale una spanna sopra tutti gli altri, efficienza, qualità e cortesia ne fanno il numero 1 in assoluto, e dispiace rendersi conto che i cubani insegnano a fare ristorazione e bar e noi italiani :-(
IL CACHE NON E' DI CUBANI...E' UN DISCRETO LOCALE MA NULLA DI STRAORDINARIO.
Non vale neanche la pena di commentare i "si vocifera, pare, forse,..." di chi sparla senza sapere quello che dice e senza rendersi conto che certe affermazioni dimostrano solo ignoranza e/o invidia
EliminaCARLO
Il tipo che parla di piccolo bar sembra godere dei problemi altrui. Giuseppe
EliminaGiuseppe questi sono (senza generalizzare) gli italiani che girano per la mia citta', ma direi per tutta Cuba.
EliminaGente che nella vita' non hai mai rischiato un brandello di culo che pontifica su chi invece ci ha messo la faccia creando dal nulla qualcosa di importante.
In questa ultima vacanza avro' parlato, in tutto, 40 minuti in italiano per il resto ALLA LARGA!
Ciao Milco bentornato
RispondiEliminaTi ringrazio per il commento sul BV ed immagino come hai sorriso leggendo le cazzate scritte dalla Tucciola
Ovviamente chi va a Tunas solo una volta ogni fine anno a fare il baby-sytter, puó scrivere solo cazzate riferite da fulano a mengano e da mengano ad altre 1000 persone prime che arrivino alle sue orecchie. Chismes di millesima mano che farebbero sorridere qualsiasi persona dotata di buon senso ma che il nostro eroe dispensa come notizie
...e se quella sulla "droga" de Los Hermanos fa solo sorridere... quella del "bella vita un piccolo bar" dimostra, oggettivamente, il suo "bruciore di bdc". Ma direi che é normale a forza di sparare CAGATE
Come ciliegina finale laddove si parla di chiusura di locali italiani é notevole anche la sua ultima sparata: "i cubani insegnano a fare ristorazione e bar e noi italiani"
FANTASTICO!
Carlo
Ciao Carlo
RispondiEliminaCome il nostro amico ce ne sono tanti, io ho fatto ua gran pulizia di conoscenze e "amicizie" sia reali che virtuali, se lo avessimo fatto tutti oggi il web cubano sarebbe molto piu' salubre e frequentato.
Quali notizie vuoi che dispensi...tu lo hai piu' visto in giro per la citta'?
Vive come Battisti...in Brasile con la differenza che a lui nessuno lo vuole riportare in Italia.
Alla fine un po' conosci la mia Cuba e io un po' conosco la tua, lascia che la gente parli...
Ricorda che se uno e' perennemente alla finestra e' perche' in casa non c'e' mai nessuno.
Vedete tu e Mario di riaprire che di sera altrimenti la citta' e' una merda.
Oltre a casa mia dove cazzo vado a mangiare e a bermi un buon mojito?
Grazie, querido Milco. Ogni volta mi dico: questo signore ha una forza, una carica, una verve, una capacità espressiva... ... mi ha appena scritto un amico umbro-napoletano, mi dice quando lo leggo mi sento a Cuba... ... grazie ancora, querido Mil...
RispondiEliminaLeonardo (Lugano)
TUCCIO
RispondiElimina"mi viene da ridere se penso che il biondo e lo svizzero sono diventati amici per la pelle, si spalleggiano a vicenda addirittura, ancora ricordo"
IO INVECE ANCORA RICORDO QUANDO IL BIONDO LO SVIZZERO E SEBA IMPEDIRONO LETTERALMENTE AD UN IMBUFALITO BRESCIANO DI FARGLI, AL TUCCIO, UNA FACCIA COME UN MELONE IN DISCOTECA.
TRATTENEMMO IL BRESCIANO IN 3 PER NON FARGLI CONCIARE QUESTA VIPERETTA COL CICLO PERENNE IN MODO TALE CHE NON LO AVREBBERO RICONOSCIUTO NEANCHE I FAMIGLIARI PIU' STRETTI.
LA CHIUDO QUA', SCOPERCHIARE IL VASO DI PANDORA SAREBBE ANCHE DIVERTENTE VISTO IL SOGGETTO IN QUESTIONE...MA NON E' IL CASO.