martedì 19 marzo 2019

IL VALORE DI 30 DENARI




Ci sono due notizie che, ovviamente, nessuno nel nostro opulento occidente con la sua stampa a gettone pubblicherà mai.
La prima riguarda la sparuta percentuale di medici cubani che hanno deciso di fermarsi in Brasile dopo la fine del programma Mas Medico.
Ricorderete che a seguito delle provocazioni del Bolso il governo cubano decise di ritirare gli oltre 8000 medici presenti in Brasile aprendo una voragine nel servizio sanitario di quel paese, sopratutto in riferimento alle popolazioni piu' deboli che vivono nei meandri piu' lontani ed inesplorati di quel grande paese.
Per cercare di arginare il rientro dei cerusici caraibici il governo brasiliano promise a chi si fosse fermato un lavoro sicuro ed uno stipendio di oltre 3000 dollari al mese.
Secondo l'agenzia di stampa brasiliana EFE la situazione di questi medici e' disperata.
Intanto cominciamo col dire che non possono esercitare le loro professione in Brasile e hanno accettato lo status di “rifugiati” per non perdere la condizione di residenti e ottenere un permesso di lavoro.
Poi dovranno, per poter lavorare, mettersi alla fine di una lunga coda, dato che il concorso che il governo ha lanciato per coprire i posti ha dato priorita' ai medici brasiliani.
Ci sono 800 posti vacanti nelle zone piu' disagiate del paese, i medici cubani dovranno lottare per ottenere questi posti ma per poterlo fare devono accedere al concorso pubblico, possibilita' che si trascina da un mese all'altro.
Quindi ottenere ORA un lavoro per “qualsiasi cosa” diventa la sola opzione praticabile, sperando nel frattempo che si concretizzi una convocazione per gli esami di riabilitazione per irrompere nel mercato del lavoro con le stesse condizioni dei medici brasiliani.
La cattiva notizia e' che dal 2017 non si realizzano esami, con ogni probabilita' dovranno passare anni prima di una nuova convocazione.
Intanto il ministero di Salute Pubblica di Cuba ha confermato la sua disposizione ad accogliere i suoi medici rimasti in Brasile  dopo il termine del programma Mas Medicos.
I MINSAP ha dichiarato che non si sono realizzate le offerte di impiego fatte ai medici cubani che hanno scelto di non ritornare nel paese come ad altri che si sono sposati con cittadini brasiliani.
Ovviamente mentre quasi tutti i medici rientrati nel paese dal Brasile sono gia' stati inviati in nuove missioni, prima fra tutte quella in Messico, questi ultimi, probabilmente, sconteranno il loro...ritardo con un ampio periodo di servizio presso ospedali del paese visto che a forza di mandare fuori medici poi mancano per le esigenze interne.
La seconda notizia e' di questi giorni e riguarda i militari della forza armata bolivariana che hanno deciso di disertare, passando la frontiera con la Colombia.
E' palese come il tentativo di golpe messo in piedi dal Trumpo sia miseramente fallito, tanto che i confederati stanno pensando seriamente di mollare quel burattino autoproclamatosi presidente.
Questi militari che hanno disertato il 23 febbraio, ora si sentono abbandonati da tutti denunciando questa complicata situazione.
“Estamos a la deriva, no tenemo el apojo de nadie, queremo que se apersone Juan Guaido' a darnos la cara” ha detto l'ex sergente Luis Gonzales Hernandez in qualita' di portavoce del gruppo di disertori.
L'Alto Commissariato delle nazioni unite per i rifugiati ha dichiarato; “Deben irse. Salgan en 3 dias. Hai 350 mil pesos y una conchoneta para cada uno”.
Devono smontare il piccolo accampamento nella citta' di frontiera di Cucuta' e andarsene con mezzi propri.
Continua il sergente, “La mayoria de nosotros no tiene familiares en Colombia. Eramos sustento de hogar de nuestra familias en Venezuela y ahora estamos aqui sin generar nada”.
A volte i 30 denari non sono sufficienti, altre volte non arrivano neppure quelli.
Sui medici ricorderete che avevo ampiamente previsto questa situazione, mentre c'era chi si augurava che sempre piu' cerusici optassero per la diserzione.
E' impegnativo avere sempre ragione...

33 commenti:

  1. I medici non dovevano coprirli d'oro? Giuseppe

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  2. Terremoto giudiziario nel Movimento 5 Stelle romano. Marcello De Vito, presidente dell'assemblea capitolina è stato arrestato all'alba con l'accusa di corruzione. I carabinieri di Via In Selci hanno perquisito il suo appartamento. L'esponente grillino avrebbe incassato direttamente o indirettamente delle elargizioni, questa l'ipotesi dei pm Barbara Zuine Luigia Spinelli, dal costruttore Luca Parnasi. De Vito, in cambio, avrebbe promesso - all'interno dell'amministrazione pentastellata guidata dalla sindaca Virginia Raggi - di favorire il progetto collegato allo stadio della Roma.
    La misura cautelare emessa dal dip del tribunale di Roma riguarda in tutto 4 persone (per 2 indagati è stata disposta la custodia cautelare in carcere, per gli altri i domiciliari). Una misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriale riguarda invece due imprenditori. L’indagine "Congiunzione astrale" si concentra sulle condotte corruttive e il traffico di influenze illecite nell'iter per la realizzazione del nuovo stadio della Roma, la costruzione di un albergo presso la ex stazione ferroviaria di Roma Trastevere e la riqualificazione dell’area degli ex Mercati generali di Roma Ostiense. L’inchiesta ha fatto luce su una serie di operazioni corruttive realizzate dagli imprenditori attraverso l’intermediazione di un avvocato e un uomo d’affari, che secondo l'accusa avrebbero interagito con De Vito al fine di ottenere provvedimenti favorevoli alla realizzazione di importanti progetti immobiliari.
    Il nome di De Vito compariva spesso nell'ordinanza che aveva portato all'arresto di Parnasi e di Luca Lanzalone ex presidente di Acea lo scorso giugno. Da quella inchiesta sono finite a processo 18 persone, accusate di aver messo in piedi un sistema corruttivo per la costruzione dell'impianto del club giallorosso, progetto che dovrebbe sorgere a Tor di Valle. I pm avevano messo nel mirino nomi di spicco dell'imprenditoria e politica romana come il costruttore Parnasi e gli esponenti di Pd e Fi, Pier Michele Civita, Adriano Palozzi e Davide Bordoni.
    Il 10 dicembre, in un altro filone della stessa inchiesta, erano finiti alla sbarra altri personaggi di rilievo - sempre coinvolti nell'affaire del tempio giallorosso - tra cui l'avvocato genoveseLuca Lanzalone, voluto al vertice di Acea dalla nomenclatura pentastellata. Associazione a delinquere, finanziamento illecito e corruzione i reati contestati a seconda delle posizioni. Gli avvisi di garanzia erano stati notificati all'imprenditore Parnasi ritenuto dagli inquirenti "il capo e organizzatore" dell'associazione a delinquere che ha cercato di pilotare le procedure amministrative legate al masterplan, approvato, nell'ambito della conferenza dei servizi, nel febbraio del 2018.

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    1. Come scrivevo nel pezzo...avere sempre ragione è addirittura fastidioso...

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  3. hola! nemmeno i dottori in medicina cubani hanno ancora capito come funziona il mondo. chao Enrico

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    1. Prima di fare certe scelte hanno OBBLIGO di restituire al paese ciò che il paese ha fatto per loro.

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  4. Santa Fè- Perdonate il fuori tema ma vorrei dare risalto alle centinaia di giovani cubani che si danno da fare per ripulire l'isola dalla plastica, questa è la gioventù che amo e per cui faccio il tifo..https://www.facebook.com/JACdeAMA/?ref=search

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  5. Santa Fè- Avrei bisogno di indicazioni da chi ha visitato di recente l'Ambasciata Cubana a Roma, dovremmo rifare il passaporto cubano che scade a fine Gennaio 2020, ora è richiesta l'impronta digitale per cui mia moglie dovrà recarsi ovviamente di persona.
    Le domande sono queste:
    1)Di norma c'è molta affluenza all'Ambasciata cubana? arriviamo a Roma alle 8 del mattino per cui dovremmo essere all'Ambasciata verso le 9.30, aprono alle 8:30 e disbrigano le pratiche in ordine di arrivo.
    2) Se rifacciamo il passaporto 2 mesi prima della scadenza siamo in regola?
    Nel caso ci siano file già dalle prime ore dell'alba opteremo per soggiornare nei pressi arrivando la notte prima.
    Questa "buona notizia" si somma a quella del decreto retroattivo della richiesta di cittadinanza..addio Natale a Cuba!

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  6. Il nostro passaporto si rinnova ogni 10 anni. Quello cubano?

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  7. Mia moglie ha rinnovato il passaporto cubani un anno fa:
    1- Ti conviene essere all'ambasciata alle 7, massimo 7:30, cosi' sei tra i primi;
    2- Per il rinnovo del passaporto servono almeno 60 giorni, forse anche 70;
    3- Il rinnovo costa 180 €, la durata e' di 6 anni e ogni 2 anni va prorogato al costo di 90 €.

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    1. Santa Fe- Io arrivo in aereo la mattina alle 8 a Fiumicino per cui chiedevo se arrivando alle 9.30 (tempo Max tra sbarcare e Prendere un taxi) avessi chance di risolvere in mattinata, la funzionaria mi ha detto che normalmente non ci son file ma che è importante presentarsi ENTRO LE 12.
      Chiedevo poi entro quale tempo devo recarmi per il passaporto che scade a Gennaio, a due mesi della scadenza (Ottobre) saremmo in regola o vuole rifatto a 6 mesi dalla scadenza??

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  8. Proroga ogni 2 anni....non perdono un colpo...🙄

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  9. Il passaporto costa 180 + 90 prima proroga + 90 seconda proroga = 360 euro in 6 anni!!! Questo per chi come mia moglie ha il PRE e risiede all'estero, a Cuba costa di meno

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    1. Comunque il fatto che pur in presenza di altre cittadinanze a Cuba entrino sempre col passaporto cubano li obbliga a tenerlo sempre corrente con tasse e tutto.

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  10. Esatto, anche a chi ha la cittadinanza italiana serve ol passaporto cubano per entrare a Cuba. Per Santa Fè, servono anche le fotografie formato tessera e i dati anagrafici e di residenza del padre e della madre che abitano a Cuba.

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    1. Quanti cubani vivono fuori? 4/5 milioni. Business da paura...

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    2. Santa Fe- Ho chiamato l'ambasciata e mi ha chiesto di produrre oltre il vecchio passaporto anche due foto, certificato di nascita, anche datato, e pagamento di 185 euro non in contanti ma SOLO con carta.

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    3. Cazzo non si fidano...il cash e' un'attimo che sparisca, il pagamento con card...no.

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  11. Fino a un paio di anni fa i passaporti chiesti nelle ambasciate cubane in Europa erano stampati dalla'ambasciata di Madrid. Adesso il passaporto viene confezionato a L'Avana e poi spedito in Europa. Che burocrazia!!! Allo sportello c'e' una scritta a caratteri cubitali: NO SE ACEPTA EFECTIVO!!

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  12. Invece avevo letto che i nuovi carne' sono fatti in Italia ma non ho avuto conferme in materia.

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  13. Con mia moglie e i miei figli che stanno a cuba per l'estate cerchiamo sempre di rinnovare là che costa un terzo che in italia alberto

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  14. Il problema principale é che 50 dollari al mese é veramente troppo poco per un medico.Alzassero già a 200/250 rimarrebbe una miseria ma tutto sommato sopratutto fuori l’havana in tanti si adatterebbero . Oppure 50% del servizio statale obbligatorio ed il resto privato ed ognuno si organizza come vuole..Anche se la problematica, e non lo dico per commentare ogni volta le discussioni con le stesse argomentazioni, é la testa economica del paese.

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  15. " mentre c'era chi si augurava che sempre piu' cerusici optassero per la diserzione."

    Se ti riferisci a me sbagli...io non mi auguravo...avevo solo riportato le defezioni ...l'unica cosa che mi auguro che finiscano le privazioni del popolo cubano (indifferente la modalità di estinzione) e che possano vivere come il resto del mondo...magari comprandosi con il lavoro la loro utilitaria e riuscendo a vivere e prosperare con il proprio lavoro...non a sopravvivere come ora.

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  16. Parlavo in generale...
    Visto come vanno le cose nel resto del mondo non so sia un augurio auspicabile.😀

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  17. Santa Fe- Nessun medico cubano prende 50cuc al mese, quando il cubano viene visitato nelle strutture lascia sempre qualcosa, poi le visite private sono ugualmente ben ricompensate, la media minima è di 5/10 cuc, hanno belle case, carro, e vivono sopra la media. Il medico che si "accontenta" a Cuba è un Signore, così come un medico in qualsiasi parte del pianeta.

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  18. Noi nel Serengeti abbiamo un detto:
    "Ogni mattina un giovane studente cubano di medicina si sveglia e, col suo bel camice bianco si reca in facolta'"
    "Ogni mattina un guajiro si alza per andare a cortare la canna da zucchero sotto il sole, per permettere allo studente di medicina di andare in facolta' e diventare un bravo medico".

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  19. CIBERCUBA

    "Antiguamente nos veían como dioses, hoy en día nos ven como nada", aseguró a la BBC la doctora cubana Yulia Molina Hernández, quien llegó a Brasil hace cinco años como parte del programa internacional "Mais Medicos" y decidió quedarse en el país sudamericano luego de que el gobierno cubano regresara a sus profesionales a la Isla.
    Varios doctores dieron su testimonio al citado medio. A todos les une un mismo sentimiento de frustración luego de que el Gobierno de Jair Bolsonaro incumpliera su promesa de ofrecerles trabajo en Brasil después de pasar el examen de reválida.
    Joan Rodríguez, otro de los doctores entrevistados por el citado medio, expresó: "Fuimos médicos, sí, pero hoy en estos momentos no somos nada, somos como cualquiera, necesitando trabajo para poder subsistir".
    También aseguró que en Brasil "cuando caen en cuenta de que somos cubanos y que éramos integrantes del programa Más Médicos, ahí se nos cierran todas las puertas de trabajo".
    No obstante, muchos piensan que la decisión de no regresar a Cuba, en cualquier caso, vale la pena.
    "Realmente liberarme o romper con Cuba -soy de la opinión de que no soy desertora porque nunca me interesó ser militar y nunca lo fui- es algo que ya venía pensando hacía mucho tiempo", dijo Surizaday Fernández.
    "Uno se cansa de ser explotado, al final pierdes años de vida, pierdes tiempo de estar con tu familia, pierdes muchas cosas. Tenía la decisión tomada", asegura.
    El pasado mes de noviembre, el gobierno cubano decidió retirar a su personal del programa "Mais Medicos", luego de que Jair Bolsonaro dijera que solo podrían seguir si el Gobierno cubano les pagaba el salario, ya que se quedaban con el mayor por ciento de éste. También pidió que les permitieran llevar a sus familiares durante el tiempo de la misión y que pasaran un examen de reválida del título.
    La respuesta de Cuba fue retirarlos, sin llegar a ningún acuerdo y Bolsonaro les ofreció quedarse. Desde entonces, casi 2 mil médicos se encuentran en un limbo total, pues permanecen en Brasil sin poder ejercer la profesión y tampoco encuentran trabajo.
    Pese a esto, Fernández, de 31 años, quedó paralizada cuando se enteró de que Cuba se retiraba del programa Más Médicos.
    "Iba caminando y me quedé en shock, no sabía si ir para adelante o para atrás. Al ganar Bolsonaro sabía que Cuba nos iba a recoger, pero no imaginé que fuera así".
    Fernández vivía entonces en Cunha Porã, un pequeño municipio en el estado de Santa Catarina, en el sur del país, desde donde se trasladó a otros municipios para poder encontrar empleo.
    Ahí empezó su odisea, semejante a la de muchos de sus colegas.

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  20. Tras el anuncio de la retirada de Cuba del programa Más Médicos, Bolsonaro dijo que los doctores cubanos que quisieran quedarse en el país recibirían asilo y podrían trabajar como médicos si revalidaban su título.
    Sin embargo, la realidad está siendo mucho más complicada, como relata el médico Joan Rodríguez.
    "Llegué a Brasil en junio de 2017 y estuve trabajando normal hasta la cancelación del programa. Aguanté dos meses con los ahorros que tenía. A finales de diciembre pasado, el gobierno brasileño creó un edital, que es como una convocatoria pública, para cubrir las 8.500 plazas que el gobierno cubano había sacado.
    "Los cubanos pudimos inscribirnos, pero el día antes de poder optar a una plaza se nos eliminó el derecho. Se nos dijo que podíamos ir a las policías federales de cada estado para pedir refugio.
    "Nos dieron un papel, la solicitud de refugio, con el que pudimos ir al Ministerio de Trabajo y pedir una cartera de trabajo, que es como el permiso para poder trabajar en Brasil", explica.
    La cartera de trabajo no le ha servido de mucho hasta ahora.
    "Cuando caen en cuenta de que somos cubanos y que éramos integrantes del programa Más Médicos, ahí se nos cierran todas las puertas de trabajo", lamenta.
    "Muchas personas cuando se enteran de que somos médicos nos dicen que no nos pueden ofrecer trabajo porque nuestro nivel jerárquico es superior.
    BBC Mundo intentó conocer la posición del Ministerio de Salud de Brasil, pero hasta el momento de publicación de esta nota no obtuvo respuesta.
    Mala situación económica
    Otra doctora-Su historia es similar a la de sus colegas, aunque con matices. Ella no salió del programa cuando Cuba lo cerró, sino hace dos años porque estaba embarazada, con una amenaza de embarazo pretérmino, y Cuba le exigía regresar en ese estado.
    "Como no quise regresar para no poner en riesgo mi vida ni la de mi hijo, ellos me dieron como desertora. 'O te vas o te quedas'. Esa fue la opción que me dieron, y me quedé", le dice Molina a BBC Mundo.
    Esta médica de 34 años vive en el nordeste del país, donde la economía no atraviesa su mejor momento.
    "La entrada de dinero donde vivo es mucho más pobre porque las cosas son mucho más caras. Lo que compras en el sur por un precio, aquí te lo venden por el doble. Llevo dos años sin trabajar.
    "No encuentro trabajo porque soy doctora, me da igual, ¡yo solo quiero trabajar!, 'pero usted es una doctora', me dicen.
    "Son trabas que nos colocan, sin motivo ninguno. Lo que hay es una xenofobia con cualquier extranjero, no solo con los cubanos. Antiguamente nos veían como dioses, hoy en día nos ven como nada", expone.

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  21. Molina se considera afortunada porque al menos su esposo tiene trabajo. Dice conocer a muchos compatriotas que están pasando por situaciones muy delicadas.
    "Conozco casos de gente que viven 15 en una casa para poder pagar la renta, alimentándose de la forma menos saludable posible, colegas que están desesperados, muchos pensando en salir en caravanas".
    Objetivo Estados Unidos
    Los médicos cubanos con los que habló BBC Mundo coinciden en que la opción de la reválida del título es prácticamente inalcanzable. El principal obstáculo, cuentan, es que el gobierno cubano les retiene la documentación y sin estos papeles no hay nada que puedan hacer.
    Volver a Cuba está fuera de la ecuación. Al ser considerados desertores, estos médicos no pueden regresar a la isla hasta dentro de ocho años. Si el gobierno cubano decidiera hacer excepciones y permitirles el retorno, los doctores temen el trato que recibirían.
    Así, Yulia Molina, Joan Rodríguez, Surizaday Fernández y la mayoría de sus colegas paralizados en Brasil tienen la mirada puesta en Estados Unidos.
    "El futuro de nosotros es bien incierto. Nos hemos dado cuenta de que en este país no nos podemos quedar. A principios del mes de enero, el senador republicano Marco Rubio llevó la propuesta de reapertura en EE.UU. del parole que Obama cerró en enero de 2017", señala Rodríguez.
    El parole del que habla el médico es el Programa de Permisos para Profesionales Médicos Cubanos (CMPP, por sus siglas en inglés) que se puso en marcha en 2006 y por el que se le permitía al personal médico cubano que estaba en otros países (es decir, que no estaban en Cuba ni Estados Unidos) solicitar permiso de ingreso en una embajada o consulado estadounidense.
    El 12 de enero de 2017, EE.UU. y Cuba firmaron un acuerdo para normalizar su relación en políticas migratorias y el Departamento de Seguridad Nacional estadounidense dio por terminado el CMPP.
    "La única alternativa real sería la apertura del parole que es por lo que estamos luchando hoy en día. Esto no es una historia, no es que estemos fingiendo. Y no es que vaya a mejorar, no es que veamos un mejor futuro en Brasil".
    Por su parte, Fernández tiene claro que no se va a quedar de brazos cruzados.
    "Cuando decidí quedarme fuera de Cuba decidí tirar hacia adelante. Asumí que no ejercería la medicina por mucho tiempo, quizá nunca más", admite.
    "Yo no voy para atrás ni para coger impulso. Siempre con la esperanza de que el parole se abra y tener la oportunidad de, más adelante, hacer otra formación. En EE.UU. tienen programas de estudio, más posibilidades de empleo, de tener una vida normal, digna.
    "Estudié seis años que me costó mi sacrificio, mi esfuerzo y el de mi familia, de más nadie. No admito que una persona venga a tratarme como si yo fuera basura. Yo trabajo en lo que sea, en lo que me toque, pero que se me respete".

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  22. Da leggere:
    http://www.gennarocarotenuto.it/28451-a-futura-memoria-per-il-venezuela-e-per-lamerica-latina-il-posto-dei-militari-e-nelle-caserme/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+gc+%28GennaroCarotenuto.it%29
    Interessante questo passaggio:
    "A metà marzo ACNUR, l’agenzia ONU per i rifugiati, avrebbe dato loro pochi giorni per lasciare gli alberghi di Cúcuta dove erano stati alloggiati. Avrebbe consegnato loro un sacco a pelo, pochi soldi, e una cartina della zona. Arrangiatevi. Loro – celebrati come eroi solo pochi giorni prima dalla stampa mondiale – hanno provato a protestare, stavolta nel disinteresse dei più. Sostengono che Guaidó si neghi al telefono e che, dei 20.000 dollari a testa che avrebbe promesso loro il senatore statunitense Marco Rubio, non vi sia traccia. Colpa di Maduro?"

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