venerdì 19 aprile 2019

ANIMALISMO A CUBA



 

ALESSANDRO ZARLATTI/IL BELLO DELL'AVANA
Un paio di giorni fa c'è stata all'Avana una marcia contro il maltrattamento degli animali. Non ci sono andato per varie ragioni: la prima è che non lo sapevo. La seconda è perché non sono animalista. Cioè, cerco di non essere un torturatore di animali ma credo che finchè si è carnivori non si possa essere animalisti in modo credibile. Si entra immediatamente in una forma di schizofrenia tutta moderna per la quale ci si getta in un fiume gelato per salvare un barboncino e poi si festeggia il salvataggio con una bella cena a base di spuntature di maiale.
Meglio fare i conti quotidianamente con la propria cattiveria, con la propria radicale crudeltà, e magari fare passetti piccoli di consapevolezza in direzione del rispetto della vita invece di parcheggiarsi in questa lucida follia. Ci sono molti gironi attenuati di animalismo: dire, un conto è uccidere per nutrirsi, un conto è uccidere o maltrattare per gusto. Sono d'accordo, sono categorie diverse di crudeltà ma sempre di crudeltà si tratta. Invece di un maiale pensa se fosse un esemplare della tua specie, pensa se fosse la figlia della vicina: la uccido e la mangio perché devo sopravvivere e nutrirmi. Lei è più debole di me quindi posso farlo. Suona malino, no? Non sarà che dobbiamo fare conti millenari con una cattiveria del tutto amorale che ci costituisce radicalmente e ci ha fatto sopravvivere come specie? Non so, ma me lo domando spesso. Maltrattiamo gli animali intanto. Lo facciamo in mille modi. Sono nelle nostre mani e facciamo con loro quello che ci pare. Maltrattiamo in modi evidenti, brutalmente indecenti, maltrattiamo quando entriamo in quelle derive surrogatorie socialmente accettate e permesse. È maltrattamento ridicolizzare gli animali, ritenerli dei figli che non si hanno, dei mariti che non si trovano, degli uccelli (o delle fiche) che non ci vogliono. Maltrattiamo quando li ingozziamo di bisogni tutti nostri, tutti inventati. Vabbè, ma non era di questo che volevo parlare. Qui a Cuba mi sembra che il rapporto con i cani sia, in media, molto più sano di quello italiano. Meno fronzoli, meno succedanei, meno fiocchetti e meno tutto. Non so bene quali siano state le motivazioni della marcia. Non vedo un'emergenza maltrattamenti, onestamente. Si organizzano un po' di combattimenti tra cani, un po' tra galli, ma credo che i numeri siano ridicoli. La legge persegue questi atti che sono già considerati reati e quindi non mi sembra che sia per quello. Non posso pensare che la schizofrenia di cui parlavo colpisca anche a queste latitudini. Già, perché qui c'è un'emergenza maltrattamento animali di cui parlo da tempo e non mi sembra che fosse il tema centrale della manifestazione. Parlo dei sacrifici animali per motivi "religiosi". Tutti sanno che quotidianamente avvengono migliaia di uccisioni di capre, galline, tartarughe, piccioni, ecc. per quelli che qui comicamente chiamano "motivi religiosi". Gran parte della costa avanera è impraticabile per la puzza di animale morto, per i cadaveri, per lo schifo che ci si trova. Gran parte del Bosque sull'Almendares sembra il reparto di medicina legale del Forlanini. Non è raro, al tramonto, vedere crocchietti di poveracci, guidati da un ceffo vestito come un gelataio libico (la guida spirituale, il babalawo) sgozzare animali a caso per risolvere problemi di corna, e stronzate varie. Ripeto, non sono animalista, ma non conosco esempi di un vergognoso, schifoso, orrendo antropocentrismo più macroscopici di questi. Spiegatemi perché i tormenti sentimentali, le corna, ma anche le malattie, la povertà di un troione devono essere risolti dal sangue di un animale? Questa è la vera emergenza cubana che non rende merito ad un paese che sotto tutti gli altri punti di vista si trova ad un livello evolutivo di gran lunga superiore rispetto agli altri paesi del pianeta. Questa connivenza è pelosa e nauseante. Non se ne parla perché tutti sono, con diverse gradazioni, coinvolti e complici di questa barbarie. Vedevo foto della manifestazione e vedevo manifestanti con bracciali e collane simboli della santeria. Bene, fate una scelta: o gettate quella monnezza o ve ne andate dalla manifestazione. Oppure la proposta potrebbe andare in direzione della coerenza più radicale: soffrite perché vi hanno abbandonato o perché volete danneggiare il vicino antipatico? Bene, sacrificate vostro cugino. Sgozzatelo. Segate una gamba a vostro figlio. I vostri assurdi santi vogliono sangue? Beh, dategli il vostro.
In realtà la Rivoluzione ci ha provato. Per molti decenni ha dichiarato illegale ogni tipo di teismo. Scelta giusta che io riproporrei totalmente. Aumenterei le pene, ecco, ma l'impianto è impeccabile. Ci ha provato, ma tutti questi tipi di superstizione, la santeria, il cattolicesimo, i testimoni di Geova, sono coriacei come le peggiori erbacce. Attecchiscono, come sappiamo, nell'ignoranza, e la Rivoluzione non è riuscita a diffondere la luce della ragione e della cultura proprio in tutti gli angoli. Purtroppo si vedono in giro figuri ridicoli almeno quanto i santeri, si vedono preti, suore addirittura. L'altro giorno ero in un bar e ad una tavolata c'era un prete che si spizzava i culi delle cameriere come un playboy di Cesenatico. Avrei voluto dirgli che non era roba per lui, che era meglio se faceva il filo ai bambini com'è nella norma. Non l'ho fatto. Lo faccio adesso. Vabbè, sono arrivato qui, perché? Parlando di animali, già, e i sacerdoti sono, con uniformi diverse, qualcosa di più basso rispetto agli animali. Gli animali lasciamoli stare. Meditiamo quotidianamente su quella che De Andrè definiva "la nostra distanza dalle stelle", sulla nostra incapacità di non essere cattivi. Magari, se saremo persistenti, riusciremo a grattare un pezzettino, una scheggia soltanto, di divinità. Meglio di tanta spiritualità fasulla. Bisogna provarci. Provare ad intercettare quei raggi minuscoli di luce vera e pulita, praticando una radicale onestà con noi stessi, quella che si tiene ben distante dalle chiese, dai preti, dai sacrifici e, soprattutto, dagli animali a due zampe.
Dopo parecchio tempo il buon Zarlatti e' tornato a scrivere un pezzo, inutile dire che se scrivesse di piu' sarebbe un piacere per tutti, ma vive a La Habana...io forse nelle stesse situazioni avrei gia' chiuso il blog, forse.
Avevo letto dell'argomento in questione, la marcia degli animalisti nella capitale, su un sito della gusaneria, la marcia veniva fatta passare come la prima manifestazione aggregante non governativa, quasi come se si fosse trattato di un qualcosa della contra.
In realta' trattasi di cazzata in quanto, giusto per fare un esempio, i preti della parrocchia di Tunas situata in mezzo al parque Garcia, il principale della citta', piu' volte ogni anno organizzano processioni, sicuramente ce ne sara' una in vista della Pasqua in giro per il barrio centrale, cosa sono anche queste manifestazioni dei controrivoluzionari?
Credo di essere moderatamente animalista, ho un cane Beagle in Italia, una specie di pastore tedesco a Cuba e vedo con occhio benevolo una cockerina presente in casa a Cuba gia' prima del mio arrivo in familia.
Ma poi cosa vuol dire essere animalista?
Non bisogna mangiare la carne?
Devi essere vegano o vegetariano per forza?
Ma vaffanculo!
Si e' animalisti nei confronti dei cani, gatti, lupi, orsi, foche, panda e cose simili poi, come diceva il Zarlatti, ci si abbuffa di coratella, conigli, vitelli da latte, pecorelle e caprette.
Per non parlare di pesci e mariscos che, l'ultima volta che ho controllato, facevano ancora parte del mondo animale.
Ho amici cacciatori che hanno piu' senso civico e sono piu' animalisti di tanti radical chic che conosco...ma lasciamo stare.
La manifestazione verteva, suppongo, sopratutto sulla sacrosanta protezione dei cani.
Cuba e' piena di cani di ogni dimensione e discendenza, lascio fuori il discorso sulla razza perche' e' inutile farlo.
Chiunque ha un cane di razza e' improbabile che per farlo accoppiare possa trovare un altro cane della stessa razza, quindi la colonia dei bastardini e' infinita.
Il nostro pastore tedesco in realta' assomiglia ad un pastore tedesco, ho visto il padre che era un pastore tedesco...ma la madre?
Non mi sembra ci sia una emergenza dal punto di vista del trattamento dei cani a Cuba, certo c'e' molto randagismo ma chi ha un cane di solito lo tratta in modo decoroso.
Non ci sono tutte le smancerie che caratterizzano il nostro avere cani da questo lato del bloqueo, come diceva Zarlatti spesso viene data alla povera bestia una valenza affettiva che non le compete...e che sopratutto non merita.
I nostri cani a Cuba vengono su a boniato e arroz, ogni tanto un uovo, a volte (nelle famiglie un po' piu' benestanti) il picadillo de la libreta, rarissimamente un pezzettino di carne.
Eppure crescono grandi e grossi alla faccia dei costosissimi consigli dei nostri veterinari.
Sono totalmente d'accordo con l'autore sul discorso riguardante religione e sgozzamento di povere bestie.
Dico religione in generale perche' ben prima del cristianesimo, gia' ai tempi dei greci e dei romani e poi in Britannia, era uso sacrificare animali agli altari di misteriosi Dei che, probabilmente, continuavano a farsi i cazzi loro.
Sacrifici di animali quando non di giovani vergini vestali.
Col massimo rispetto per tutti credo che le religioni, tutte nessuna esclusa, siano il piu' grande inganno nella storia dell'umanita'.
Ora ditemi perche' per compiacere un troione che teme di essere tradito o di perdere la rimessa mensile si deve, tramite un idiota vestito di bianco, ammazzare una povera bestia come se questo potesse porre un freno alla sua stupidita'.
Mi dicevano che tutto il meccanismo sul farsi santo oggi superi i 2000 cuc, ma poi, come succede con Scientology, dipende da quali...servizi vuoi comprare.
Dietro un Dio, qualunque sia, da sempre si nascondono unicamente le miserie umane.

22 commenti:

  1. INTERVISTA AD ALESSANDRA RICCIO

    Norberto Fuentes

    Un altro esempio.

    Un giorno stavo ad una conferenza e un uomo seduto a fianco a me ad un certo punto mi fa: “ehi Alessandra non mi riconosci?”.

    Era Norberto Fuentes, uno scrittore cubano che in gioventù aveva scritto un libro molto bello, una serie di racconti eroici su episodi della guerra rivoluzionaria.

    Poi era stato coinvolto in una vicenda giudiziaria molto pesante riguardante alcuni alti ufficiali dell’esercito.

    Venne fuori che questi, non per arricchirsi personalmente ma per finanziare le truppe al loro comando, avevano organizzato il narcotraffico. Erano ufficiali che in precedenza erano stati insigniti di onorificenze dal Partito Comunista Cubano anche perché erano andati a sostenere la guerriglia in Angola. Questo processo sfociò in tre condanne a morte.

    Fuentes era stato coinvolto però non andò in prigione.

    Bene, quel giorno probabilmente si avvicinò a me perché se io avessi scritto un articolo su di lui, raccontando in Europa i pettegolezzi della vicenda, sarebbe diventato intoccabile. Ma io non lo feci, proprio perché sapevo che in quel caso i pettegolezzi sarebbero andati ad influenzare un piano ben più importante, riguardante Cuba in generale.

    Poi lui pensò bene di rivolgersi a García Márquez.

    Márquez diceva sempre al governo cubano: “non fate prigionieri politici, non fate condanne a morte”. Secondo me però non capiva che gli attacchi alla rivoluzione erano fortissimi.

    Ad esempio per quella vicenda di narcotraffico gli Stati Uniti processarono Raúl Castro, in contumacia, in Florida, perché essendo il capo dell’esercito secondo loro non poteva non sapere. Quando Raúl Castro invece non c’entrava niente. E allora tu che fai non ti difendi?

    Quel processo ai generali a Cuba, trasmesso tutto in televisione, non me lo scorderò mai. Fu un altro bello scoppolone dato a quei poveri cubani.

    Perché gli Stati Uniti avevano lanciato la guerra al narcotraffico per cui quello non era, come spesso fanno, un argomento di giustizia o umanitario, ma un argomento per invadere il Paese.

    Per questo quegli ufficiali furono giudicati a Cuba “Traditori della patria”, perché il rischio che fecero correre al Paese fu altissimo.

    Bene, per ritornare a quella frase, cosa ha scritto Fuentes da che, con l’aiuto di Garcia Márquez, se n’è andato negli USA? “La vita intima di Fidel Castro”, un libro di pettegolezzi. Ce l’ho qui ma non sono neppure riuscita a leggerlo, è una cosa insostenibile.

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  2. Garcia Márquez

    Ma tu Garcia Márquez lo hai mai incontrato?

    Sì, l’ho anche intervistato.

    Ovviamente per l’Unità?

    No, veramente lo intervistai per un giornale napoletano che si chiamava “L’Araba Fenice”.

    Quando finì la borsa di studio a Cuba andai in Messico col corrispondente dell’Unità e la sua famiglia perché il partito comunista messicano era stato dichiarato finalmente legale, ti sto parlando credo del 1978.

    Andammo e c’era tutta una delegazione cubana. Tornavo da quegli otto mesi a Cuba con le idee anche un po’ confuse, e visto che si sapeva che Garcia Márquez era a favore della rivoluzione cubana, gli dissi che mi sarebbe piaciuto intervistare questo Márquez, che non era ancora premio Nobel.

    Mi ricevette in un albergo a città del Messico e mi raccontò un sacco di cose che io pubblicai su quest’ “Araba Fenice”, il che ti dimostra che non ho mai saputo vendere la merce. E stavolta è proprio di se stessa che sorride.

    Pure a Maradona, appena arrivato a Napoli, per lo stesso giornale, feci un’intervista.

    Poi, sempre a proposito di artisti e rivoluzione, c’avevo tanti altri amici che magari sono dovuti stare zitti e buoni per un po’ di tempo, però poi hanno avuto tutti, poco a poco, il loro riscatto: un premio nazionale di letteratura o cose del genere. Scrittori che non hanno perso la loro rivoluzione.

    Ma mi spieghi un poco questa cosa del veto sull’omosessualità a Cuba?

    Riguardo alla questione dell’omosessualità ad un certo momento venne promulgata una disposizione contro alcune categorie: quelli che non volevano lavorare, chi aveva comportamenti antisociali, chi non voleva fare il servizio militare che era obbligatorio ecc. e tra questi c’erano pure gli omosessuali. Questa cosa, cioè metterli in campi di lavoro, è durata meno di due anni però lo stigma c’è stato sempre, come d’altronde c’è stato da noi, esattamente tale e quale, come negli Stati Uniti, ovunque.

    Però un sistema statale rigido, che diventa sempre più rigido per difendersi, poi commette errori.

    CONTINUA

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  3. Nel 2019 ancora ammazzare bestie per quelle fesserie? Giuseppe

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    1. Come ho scritto le religioni sono il piu' grande inganno della storia umana.

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    2. la santa verdad e non parliamo della cattolica che ha giustificato massacri anzi stermini di uomini e messo in competizione e distrutto varie culture . Enrico

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    3. Beh...i piu' grossi crimini contro l'umanita' nei secoli li ha compiuti la chiesa cattolica.
      Non lo dico io, lo dice la storia.

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  4. hola! mi sembra assurdo trattare las mascotas come fossero umani. a cuba occhio a los perros callejeros porque todos tiene rabia. chao Enrico

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    1. E' un problema che tocca la solitudine di molta gente sopratutto in Europa, a Cuba il cane solitamente e' trattato come si deve trattare un animale, nulla di piu'.

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  5. VI POSTO QUALCHE PEZZO CHE SCRISSI SUI CANI ANNI FA...TANTO E' PASQUA E AVRETE TEMPO PER LEGGERE...

    sabato 6 febbraio 2016
    CANI E PERROS
    Anteprima

    Non so quanto l'argomento odierno possa interessare i lettori del blog, ma questo non ha mai rappresentato un problema nella scelta delle cose che scrivo.
    Credo sia di pubblico dominio la mia passione per gli animali e per i cani in particolare.
    Ho un beagle di 9 mesi in Italia, mentre a Cuba abbiamo un grosso pastore tedesco che convive nella casa con 2 cockerine non particolarmente significative.
    Sono cagnoline da casa che danno poche soddisfazioni, legatissime alla duena, c'erano ben prima del mio arrivo.
    Avere un cane a Cuba smentisce molte delle cose che ascoltiamo quando andiamo in Italia dal veterinario.
    Intanto diciamo che a Cuba pedigree e' una parola sconosciuta, credo che Tifon sia un vero pastore alemanno ma non ne ho la certezza, anche se vedendo il padre quando l'abbiamo preso i dubbi dovrebbero essere pochi.
    Un cane a Cuba, anche in un contesto molto pulito come il nostro, e' esposto a tutta una serie di virus, batteri e possibili problemi che rendono la sua vita molto piu' a rischio rispetto a quello che succede in Italia.
    Ad ottobre Tifon aveva una specie di congiuntivite, curata con un collirio che ho portato dall'Italia.
    Il veterinario cubano per quanto bravo possa essere, almeno a Tunas, deve fare miracoli con il pochissimo che ha per le mani.
    Quando riesce a trovarti la vacuna pentavalente, a 10 cuc, ha gia' fatto un miracolo.
    Per il resto e' una sorta di spacciatore di prodotti che arrivano dall'exterior; cinghietti, guinzagli, liquidi per los bichos, medicine per la filaria e via discorrendo, prodotti che vende sottobanco a cifre simili rispetto a quelle che troviamo qua'.
    Il costo puro della sua visita e' una cazzata, sopratutto rispetto ai bagni di sangue che affronto ogni volta che porto Birillo dalla sua veterinaria.
    Esiste un'abisso fra i due mondi anche dal punto di vista alimentare.
    Birillo mangia crocchette o scatole di carne assolutamente sconosciute a Cuba, dove non esiste un mercato ne' negozi che vendano questi prodotti.
    Forse a La Habana ci sara' qualcosa, a oriente nada.
    Probabilmente la carne in scatola che mangiano i nostri cani, forse a Cuba farebbe un'altra fine....
    Mantenere i cani costa anche a Cuba, per questa ragione la duena compera il boniato quando lo trova barato.
    Il boniato non sarebbe proprio la cosa piu' indicata, ma rappresenta buana parte della loro alimentazione.
    Poi arroz, qualche vianda e, ogni tanto, qualche osso o pezzettini di carne rari e sparuti.
    Ad esempio, a casa nostra viene dato loro il picadillo di soia della libreta, che non riscuote molto successo fra i cristiani.
    Tenete conto che nelle loro macellerie, a differenza delle nostre, non esiste prodotto di scarto.
    Eppure, anche senza tutte le menate, che ci raccontano i nostri veterinari, i cani crescono forti anche a Cuba, Tifon e' venuto su benissimo.
    E' anche vero che la famiglia ha qualche possibilita' in piu' della media, ma diciamo anche che i cani cubani sintetizzano meglio il cibo rispetto ai grassi e viziati perros nostrani.
    Molta gente, a Cuba, li tiene legati tutto il giorno, non e' il modo migliore per gestire questi animali.
    E' anche vero che se ne patio si hanno galline, vista la scarsita' di carne che i cani vedono, il rischio che del volatile rimanga solo il piumaggio e' concreto.
    Ogni tanto il boss porta a casa uno o 2 guanajos, ma li mette in una grande voliera che abbiamo nel patio, altrimenti Tifon gli fa la festa in 5 minuti.
    Si iniziano a vedere anche cani che con quelle temperature da Cuba dovrebbero restare lontani, tipo i Siberian Husky o Huki come li chiamano loro.
    Ne vedo sempre un paio in una casa di un policia, dietro lo stadio piccolo della pelota.
    Sono bellissimi e pare, malgrado il gran caldo, si siano ambientati bene a quelle latitudini.

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  6. martedì 31 gennaio 2017
    LA MODA DEI CANI

    La passione per i cani, purtroppo va di pari passo con le mode.
    C’e’ stato il periodo dei cani nordici, la cazzata la feci pure io, giusto perche’ avevano gli occhi azzurri, ora c’e’ quella del bulldog francese che e’ una robina….lasciamo stare
    E' ufficialmente esplosa, a Cuba, la mania dei cani.
    Ci sono cani ovunque; randagi, acquattati nel patio di ogni casa, in ogni giardino, cortile, potrero.
    Li vedi pericolosamente sporgersi da una placa, mansueti accovacciati ai piedi della proprietaria che si rilassa su un balance.
    E' sempre piu' frequente vedere gente portare fuori il cane a passeggio come da noi.
    Lo avevo visto al Vedado che e' un po' la via Lagrange avanera, ora lo si vede anche a Tunas, almeno nel nostro reparto, Aurora, abitato fondamentalmente da medici, professionisti e sportivi.
    Oramai tutti hanno un cane e chi non ne e’ privo fa di tutto per avercelo.
    Anche da questo punto di vista la capitale e' avanti anni luce.
    Raccontava in nostro Valter che ci sono negozi di animali dove si vendono le crocchette a sacchi, un po' come avviene da noi.
    A oriente siamo un filino piu' rustici.
    Fino a poco tempo fa, ogni tanto appariva in centro un tizio con un cachorro in vendita in braccio.
    Ora, nella piazza adiacente al parque Garcia c'e' un tipo, praticamente ogni giorno, con una gabbia divisa in 2 scomparti.
    Sotto 6/7 fra cuccioli di salsiccia e pekino, sopra un piccolo Husky preso Dio solo sa dove.
    Ovviamente quel tipo di clima per dei cani da slitta e' ottimale....
    Voleva 20 per i salsiccia, 40 per i pekino e 120 per il povero nordico, ma se arrivavi anche con meno...lo portavi via.
    Sono stato fortemente tentato, piu' che altro per togliere quella povera bestia dalla canicola, ma se mi presento in casa con un'altro cane buttano fuori me.
    Na avevamo 3, 2 cocker precedenti al mio arrivo e Tifon.
    Ho usato il passato perche' qualche giorno fa una e' deceduta, la vecchia cockerina.
    L'avevo vista un po' sul mogio quando ero giu', ma essendo malmostosa ci relazionavo poco.
    Quella famiglia manda avanti 2 case di cui una de renta, non c'e' molto tempo per altro.
    In piu' l'altro cocker ha occasionali crisi epilettiche.....comunque quella deceduta aveva 8 anni, che per un cane a Cuba non sono pochi.
    Il suolo, mi spiegava Melchior il quotatissimo veterinario tunero, e' pieno di germi e batteri, l'assistenza veterinaria e' quella che e', quindi 8 anni per una cane da quelle parti e' gia' un bel vivere.
    L'alimentazione anche e' differente dalla nostra.
    Manca totalmente macelleria di scarto come avviene da noi, il cubano del puerco mangia pure le unghie....resta davvero poco.
    I cane non deve incidere dal punto di vista economico piu' di tanto, quindi boniato come se piovesse, arroz, ogni tanto un osso e il picadillo di soia della libreta che, a volte, manco mangiano dal buono che deve essere.
    Tifon e' a mio carico economicamente, quando parto lascio sempre del denaro per il suo mantenimento, pero' alla fine, anche con una alimentazione un po’…casereccia, e' cresciuto forte e sano.
    Il randagismo sta' diventando un problema, la calle e' piena di cani, delle forme piu' strane, sciolti.
    Il problema e' che Cuba non ha risorse per i cristiani, figuriamoci per i cani.
    Che io sappia non esistono canili, anche perche' sarebbero statali mentre da noi, sono i privati o le associazioni che si occupano di questo problema....e meno male che ci sono loro.
    Il cubano non ha per il proprio cane le carineria a cui siamo abituati dalle nostre parti, conosco gente che lo tiene sempre legato per salvaguardare la ghirba delle galline nel patio.
    D'altronde se la carne gliela fai vedere in fotografia, li lasci liberi di razzolare in mezzo alle galline...il patatrac e' quasi obbligatorio quando non doveroso.

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  7. lunedì 6 aprile 2015
    IL NOSTRO MIGLIORE AMICO

    Piu' si invecchia, si conosce la vita, si entra in contatto con gli esseri umani e le loro miserie e piu' si tende ad amare gli animali.
    Il mio amore per i cani nasce da quando ero un bimbo, mio padre si presento' a casa con un trovatello bastardino, piccolo e cattivello, che divenne il mio primo perrito.
    Ad un certo punto, una ventina di anni fa ne presi addirittura due; l'Akita e un Siberian Husky.
    Quest'ultimo, col senno di poi, fu un errore.
    Erano gli anni in cui questo tipo di animale era di moda, a causa dei suoi occhi azzurri.
    E' il classico tipo di cane nordico, poco propenso alla carineria, adatto a tirare la slitta nella neve e con una serie di controindicazioni notevole.
    Dopo aver disfatto l'orto della casa cittadina in cui vivevo all'epoca e, nella casa in campagna, a seguito dell'ennesima fuga, aver fatto fuori un discreto numero di galline nelle cascine vicine, decisi di regalarlo ad un amico, maestro di sci, che viveva sopra Bardonecchia e possedeva gia' altri cani simili.
    Una volta tornato nel suo ambiente naturale, che non e' certo la citta', non ha piu' dato alcun problema.
    Fra l'altro a Tunas un policia che vive dietro lo stadio piccolo de la pelota, ne ha uno.
    Il clima ideale per quel tipo di cane....
    L'Akita e' stato con me per tutta la sua vita, durata 14 anni.
    Mentre a Cuba ero indaffarato nella costruzione della mezza casa rimasta, a seguito del divorzio, alla mia ex moglie, comperai due cani.
    Uno splendido pastore belga e una femmina che avrebbe dovuto essere pastore tedesco ma...me estafaron....
    Quando sono cuccioli e' facile sbagliarsi, alla fine sembrava un pastore aleman ma era...un'altra cosa.
    Non ho mai capito bene cosa...
    Non importava, l'affetto viene naturale, questo a prescindere dalla razza del cane.
    Mi tengo alla larga dai canili, sono sicuro che se ci mettessi piede, difficilmente ne uscirei a mani vuote.
    Alla fine quando la boda se acabo, li tenne lei, io ero in Italia....conoscendola li avra' rifilati, seduta stante, a qualche vicino...spero.
    Esattamente un'anno fa ero a Cuba, la fanciulla, a casa, aveva gia' 2 cocker, cani che vivono in simbiosi con la suegra.....cani da casa....bestie da arredamento.
    CONTINUA

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  8. ....Credo che un cane, per definirsi tale. debba avere un certo tipo di dimensione, robine piccole vanno bene per la vecchina di turno a cui, dopo un po', tendono ad assomigliare, o viceversa.
    Visto che hanno un grande patio e visto che io....dopo me ne sarei andato e che sarebbe toccato a loro tirarlo su, chiesi se un cane serio avrebbe trovato posto in casa.
    Avuta risposta positiva andai da Melchior, il mio amico veterinario, per chiedergli se conosceva qualcuno che vendesse qualcosa di serio.
    Melchior, come ogni veterinario a Cuba, ha trasformato la sua attivita' in una sorta di suk arabo.
    Vende di tutto; vacunas, vitamine, guinzagli, cinghietti, ossi finti e tutto l'armamentario che troviamo nei nostri negozi.
    Anche lui deve campare...
    Mi indico' una casa, a lato del paladar storico di Tunas; la Bamba. Credo non sia piu' attivo, anche se sopravvive il cartello.
    Entriamo in un patio grande ma sporco, vedo un pastore tedesco enorme in un recinto troppo stretto, il padre di Tifon.
    La signora ci mostra un piccolo cosino puzzolente e sporco, ovviamente di pedigree neanche a parlarne, ma non me ne poteva fregare di meno.
    Guardo la fanciulla, certe decisioni bisogna farle prendere alle donne, mi fa segno che il perrito e' quello giusto, mi pare che quadrammo per 30/35 cuc.
    Quando prendemmo in braccio il cucciolo, dal recinto il padre inizio' a guaire....sembrava un pianto, come se si fosse accorto che gli avremo portato via il piccolo.
    La signora, in quel quel patio lurido mentre ci vendeva un cucciolo sporco, magrissimo e pieno di bichos si raccomando' che lo trattassimo bene.....i cubani sono fantastici a volte...
    Andammo subito, con lo scooter, dal veterinario per le prime vaccinazioni e per fargli mettere il liquido per matar los bichos, quindi lo portammo a casa.
    Il suegro appena apparve nel portal, vedendo il cachorro, disse subito “ahora......si!”, come per dire “ora si che in casa abbiamo un cane vero”.
    Tifon, il nome che gia' aveva quando lo comprammo, come potete vedere nelle due foto, e' cresciuto, circondato d'amore, diventando una bestia notevole...e ancora crescera'.
    Ha un bel carattere, (quando la cockerina piu' piccola va in calore tocca chiuderlo fuori.....), ma difende il territorio e credo che quel patio sia, oggi, una delle zone piu' sicure di Cuba
    In casa nessun lusso ma comida sempre pronta, vaccinazioni fatte in tempo e un grande patio tutto per lui.
    Un cane decisamente fortunato...

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  9. COCOLOCO-CUBA FACILE

    Situazione locali dove mangiare, bere o divertirsi

    Nessuna novità recente o degna di nota per quanto riguarda i locali statali. Quelli inaugurati alla fine dell'anno scorso versano già in condizioni pietose, sia per il degrado dei locali che per la scarsità e qualità dell'offerta

    Tra i privati, oltre a Da Mario e Bella Vita ancora chiusi, c'é da segnalare la chiusura del Toledo, la riapertura de Los hermanos con il nuovo nome Latino, e l'inaugurazione del nuovo ristorante dell'amico Piero
    Resistono EL Olimpic, el Rio Chico, el Classico e il Caché che funziona per quello che é, ossia un bar

    Su tutti gli altri posti stendo un velo pietoso, meglio non rischiare di passare parte della vacanza sulla tazza del cesso

    Parliamo di 3-4 ristoranti ed 1 bar. Poca roba per non rischiare l'aburrimiento. Se si ha voglia di uscire a cena o anche solo a bere qualcosa la scelta é moooolto limitata... poi una volta arrivati nel locale prescelto tocca mangiare le solite pochissime cose disponibili (carne di maiale, a volte pollo, raramente pesce,...tutto scongelato e ricongelato piú volte)

    Appena inaugurato ho provato il nuovo ristorante dell'amico Piero
    Un locale abbastanza bello e pulito, completamente chiuso e climatizzato in perfetto stile cubano

    Siamo in 4. Appena arrivati Piero ci fa servire un bel piatto di chorrizo e queso blanco cubano con del prosciutto serrano
    Ci portano i menú e facciamo l'ordinazione. Qesto non c'è, questo manca,... dopo un po' faccio la solita domanda alla cameriera: Dimmi cosa c'é che facciamo prima?!?

    Abbiamo solo carne de puerco e pescado

    Sapevo che quel giorno avevano venduto carne d'agnello nella tienda quindi prego la cameriera di chiedere al dueño se non potesse prepararci qualche piatto con quel tipo di carne

    Torna sorridente: Si, la carne d'agnello c'é

    Perfetto, 3 agnelli in salsa e 1 filetto di pesce

    La cameriera parte con la comanda e torna con il secondo giro di coppe di vino

    Dopo una ventina di minuti, terminato il piatto offerto all'inizio, ordiniamo il terzo giro di vino

    Dopo piú di mezz'ora arriva la cameriera e ci dice che era finita anche la carne di agnello
    Ma come finita? Quando é finita? Ce lo dici solo adesso?

    Il mio amico commensale, senza pensarci un'attimo, giustamente chiede il conto. Paghiamo ed usciamo dal locale accompagnati dal padrone al quale dico che è stato un disastro. Si scusa e ci saluta motificato
    La mattina dopo passerà a casa mia per scusarsi e giustificarsi. Bel gesto che peró nulla cambia a quanto successo

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  10. Ha chiuso il Toledo? Azz.....
    Dove vado se voglio mangiare fuori....?
    Piero chi?
    Dov'e' il ristorante?

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  11. La Lega Serie A, con il comunicato numero 206 del 19 aprile, ha reso ufficiale lo variazione della data del Derby della Mole, inizialmente fissata per il 4 maggio alle 15, che verrà anticipato anticipato al 3 maggio alle ore 20:30.

    La scelta di fissare inizialmente il derby il 4 maggio aveva creato malumori all’interno del tifo granata e della presidenza.

    Adesso, questa nuova decisione permetterà a tifosi e società di commemorare i caduti del Grande Torino, nel 70° anniversario della tragedia di Superga, avvenuta il 4 maggio del 1949.

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  12. Anche olimpic no va tanto bene, come si fa investire a las tunas, a las tunas no si mangia bene togli bodeguita il resto è merda

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  13. Per ricchi e poveri non credo e parlo per esperienza personale. Io non ce la facevo piu' a pagare le spese mensili...e ho dovuto dire addio a quel mondo. Emilianopaolobertelli@yahoo.it 

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  14. Ho spostato il commento odierno dal pezzo sulla massoneria.
    Se scrivete su pezzi di mesi o anni fa nessuno vi leggerà.

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  15. Genoa (3-5-2): Radu; Romero, Radovanovic, Zukanovic; Lazovic, Lerager, Veloso, Sturaro, Criscito; Lapadula, Sanabria;
    Torino (3-4-2-1): Sirigu; Izzo, N’Koulou, Moretti; Ola Aina, Rincon, Meité, Ansaldi; Berenguer, Baselli; Belotti;

    ULTIMA CHIAMATA...

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  16. Lazio e Doria perdono Milan pari....gran giornata per noi. Lasciamo stare il gioco...ora conta vincere. Servono 10 punti nelle prossime 5 partite.
    FORZA TORO!

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