lunedì 21 ottobre 2019

AUTUNNO A LA HABANA


Anche al termine di questa mia vacanza autunnale ho trascorso 3 giorni nella capitale di tutti i cubani.
Oramai da oltre un paio d'anni e' un classico a cui non rinuncerei per nulla al mondo.
Intanto grazie a biglietti acquistati con arrivo a La Habana posso partire da Torino lasciando il carro in prossimita' dell'aeroporto, volare su la Habana rispetto ad Holguin vuol dire un risparmio del 30/40% sul costo del volo.
Aggiungerei anche che lasciare Tunas direttamente per l'Italia e' una cosa, metterci 3 giorni di cuscinetto nella capitale e' tutto un altro discorso.
La Habana si sta' preparando per le celebrazioni dei suoi 500 anni che, se non sbaglio, culmineranno fra qualche settimana, e' tutto un susseguirsi di cantieri, operai, trabattelli, magut, martelli pneumatici e gente col pennello in mano.
Sono arrivato nella capitale che avevo solo voglia di tirare il fiato visto che i giorni tuneri erano stati intensi sotto ogni punto di vista, ma oramai ho un mio piccolo giro anche da quelle parti quindi fra una cosa e' l'altra non e' che mi sia riposato molto.
Al mio arrivo ad inizio vacanza mentre il mio amico mi portava al terminal Viazul avevo visto lunghe cose ai distributori di gasolina, mentre in quei 3 ultimi giorni mi pare che il problema fosse diventato storia.
D'altro canto parliamo di una citta' di oltre 2 milioni di abitanti, molti dei quali in possesso di un auto quindi e' normale che la crisi nella capitale abbia avuto un impatto maggiore rispetto alle provincie.
Siamo verso il finale della baja temporada, c'era turismo ma sicuramente non il pienone, da novembre con l'arrivo del brutto tempo in Europa, anche in base a cio' che vediamo con M&S Casa Particular Cuba, credo che la capitale, per i festeggiamenti dei 500 anni andra' riempiendosi.
I negozi erano discretamente forniti di tutto, nessun problema per carne, aceite, arroz, azucar e tutta la canasta basica, poi magari capitava il giorno in cui non si trovava lo yoghurt ma non e' che questo rappresenti una tragedia.
Sono andato a mangiare in un paio di posti col mio amico Roberto, sul mangiare faro' un pezzo a parte, quello che vi posso dire e' che sui prezzi mi pare si siano dati una bella calmata, c'e' il rischio concreto che, a parita' di servizio, oggi costi piu' mangiare a Las Tunas rispetto che nella capitale.
Abbiamo trascorso un bel pomeriggio fra Obispo e Plaza Vieja che ritengo una delle location piu' belle che abbia mai visto.
Plaza Vieja e' un gioiellino totalmente ristrutturato ma che ha mantenuto le caratteristiche antiche, di quando i nobiluomini spagnoli ci trascorrevano le domeniche mattina dopo l'uscita da messa.
Ci sono alcuni locali, carini, suppongo statali, credo che se diventassero particular ne trarrebbe giovamento tutto il circondario, non e' concepibile sedersi in piena piazza e trovare una cameriera scazzata che sembra ti faccia un favore a servirti, ma questo e' un discorso antico.
Siamo stati anche a La Bodeguida del Medio, ci mancavo da anni, pieno di gente, il locale propone un pessimo mojito a 5 cuc, pero' e' normale, si tratta semplicemente di un mito venduto per un tanto al kilo.
A La Habana e' facile spostarsi, amo camminare ma se ti devi muovere celermente ci sono i taxi ruteros a tariffa di 5 pesos imposta dallo stato, che ti portano in giro a seconda della ruta che percorrono, in quelli grandi c'e' pure l'aire.
In alternativa ci sono gli almendron, vecchie auto americane, non sempre bene in arnese che per 20/25 pesos ti portano dove devi andare senza problemi.
Metti fuori il ditino e loro si fermano, non conta che sei un culo bianco, le tariffe sono quelle, poi ci sono i taxi che ti spostano dove vuoi per 5/7 cuc, ma se non hai fretta meglio le altre due soluzioni.
Vita notturna tanta anche se meno di un tempo, molti concerti in giro per locali e cosi' tanta gnagna che non sai letteralmente dove girarti.
Decidessi mai di farmi una settimana mi troverei come il Roberto una casa indipendente a 20 metri dal Malecon, vicino alla vita o comunque dove prende corpo la movida habanera, che magari non sara' piu' quella di un tempo ma che vale sempre la pena di frequentare.
La Habana 500 / Lo mas grande.

10 commenti:

  1. CUBA? NO,ITALIA

    Edifici poco sicuri, investimenti in istruzione che vanno a singhiozzo e abbandono scolastico alle stelle. Se in Italia quasi la metà degli studenti under 18 non legge neppure un libro che non sia stato "imposto" dalla professoressa, sono in costante crescita i numeri di chi è sempre connesso alla rete, in classe e fuori: solo il 5,3% dei minori non usa Internet quotidianamente. Molti giovani (almeno uno su sette) si perdono lungo il percorso e finiscono per lasciare gli studi, mentre chi continua ad andare a scuola è spesso costretto a farlo in strutture inadeguate (settemila sono da considerarsi "vetuste" e più di 21mila non hanno il certificato di agibilità).  È la fotografia che emerge da ll tempo dei bambini, il decimo "Atlante dell'infanzia a rischio" di Save the Children, l'organizzazione internazionale che da cento anni lotta per salvare i più piccoli e garantire loro un futuro: qui l'edizione 2018. Il report, a cura di Giulio Cederna, è suddiviso in più sezioni e traccia un bilancio della condizione dI bambini e adolescenti in Italia negli ultimi dieci anni. 
     

    Tra i bambini italiani 1,2 milioni di poveri
    La cifra dei minori che vivono in povertà assoluta, cioè senza i beni indispensabili per condurre una vita accettabile, è più che triplicata, passando dal 3,7% del 2008 al 12,5% del 2018 e arrivando a toccare quota 1,2 milioni. Difficili sono anche le condizioni abitative: in un Paese in cui circa due milioni di appartamenti rimangono sfitti, negli anni della crisi (2011-2014) il 14% dei minori ha patito condizioni di grave disagio.  

    Spesa sociale, resta il gap Nord-Sud
    L'Italia, secondo l'Atlante, continua inoltre a non avere un piano strategico per l'infanzia e l'adolescenza. Le risorse investite nel sociale sono insufficienti, con divari enormi tra le Regioni nell'accesso ai servizi per i bambini e le loro famiglie. Basti pensare che, a fronte di una spesa sociale media annua per l'area famiglia e minori di 172 euro pro capite da parte dei Comuni, la Calabria si attesta sui 26 euro mentre l'Emilia Romagna arriva a 316.

    Istruzione, Italia fanalino di coda
    Secondo i dati dell'Ocse, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, l'Italia spende per l'istruzione e l'università circa il 3,6% del Pil, quasi un punto e mezzo in meno rispetto alla media degli altri Paesi, pari al 5%. Ccon la riforma del 2008, in tre anni, sono stati tolti ben 8 miliardi. La spesa per l'istruzione è così crollata dal 4,6% del Pil del 2009 al 4,1% del 2011 fino al minimo storico del 3,6% del 2016.

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  2. Edifici poco sicuri, investimenti in istruzione che vanno a singhiozzo e abbandono scolastico alle stelle. Se in Italia quasi la metà degli studenti under 18 non legge neppure un libro che non sia stato "imposto" dalla professoressa, sono in costante crescita i numeri di chi è sempre connesso alla rete, in classe e fuori: solo il 5,3% dei minori non usa Internet quotidianamente. Molti giovani (almeno uno su sette) si perdono lungo il percorso e finiscono per lasciare gli studi, mentre chi continua ad andare a scuola è spesso costretto a farlo in strutture inadeguate (settemila sono da considerarsi "vetuste" e più di 21mila non hanno il certificato di agibilità).  È la fotografia che emerge da ll tempo dei bambini, il decimo "Atlante dell'infanzia a rischio" di Save the Children, l'organizzazione internazionale che da cento anni lotta per salvare i più piccoli e garantire loro un futuro: qui l'edizione 2018. Il report, a cura di Giulio Cederna, è suddiviso in più sezioni e traccia un bilancio della condizione dI bambini e adolescenti in Italia negli ultimi dieci anni. 

    Tra i bambini italiani 1,2 milioni di poveri
    La cifra dei minori che vivono in povertà assoluta, cioè senza i beni indispensabili per condurre una vita accettabile, è più che triplicata, passando dal 3,7% del 2008 al 12,5% del 2018 e arrivando a toccare quota 1,2 milioni. Difficili sono anche le condizioni abitative: in un Paese in cui circa due milioni di appartamenti rimangono sfitti, negli anni della crisi (2011-2014) il 14% dei minori ha patito condizioni di grave disagio.  

    Spesa sociale, resta il gap Nord-Sud
    L'Italia, secondo l'Atlante, continua inoltre a non avere un piano strategico per l'infanzia e l'adolescenza. Le risorse investite nel sociale sono insufficienti, con divari enormi tra le Regioni nell'accesso ai servizi per i bambini e le loro famiglie. Basti pensare che, a fronte di una spesa sociale media annua per l'area famiglia e minori di 172 euro pro capite da parte dei Comuni, la Calabria si attesta sui 26 euro mentre l'Emilia Romagna arriva a 316.

    Istruzione, Italia fanalino di coda
    Secondo i dati dell'Ocse, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, l'Italia spende per l'istruzione e l'università circa il 3,6% del Pil, quasi un punto e mezzo in meno rispetto alla media degli altri Paesi, pari al 5%. Ccon la riforma del 2008, in tre anni, sono stati tolti ben 8 miliardi. La spesa per l'istruzione è così crollata dal 4,6% del Pil del 2009 al 4,1% del 2011 fino al minimo storico del 3,6% del 2016.
     
    Il fantasma dell'abbandono
    La povertà economica si riflette sulla povertà educativa. Sebbene nell'ultimo decennio si siano fatti passi in avanti sul tema della dispersione scolastica, abbattendo del 5,1% la media nazionale dei cosiddetti early school leavers, le differenze tra Nord e Sud sono drammatiche. A fronte di Regioni che hanno già centrato l'obiettivo europeo (Trento, Umbria, Abruzzo e Friuli Venezia Giulia), ce ne sono altre dove il tasso di dispersione supera il del 20% (Calabria, Sicilia e Sardegna). Il dato complessivo nel 2018 si attesta al 14,5%, ma si registra per il secondo anno consecutivo un pericoloso trend di ripresa.

    I libri, questi sconosciuti
    Ma c'è di più. A preoccupare è anche il ritratto di coloro che, invece, le scuole continuano a frequentarle. Quasi un minore su due non legge un libro oltre a quelli scolastici durante l'anno, con picchi in Campania (64,1%), Calabria (65,9%) e Sicilia (68,7%). Se nel 2008 i "non lettori" erano il 44,7%, questa percentuale è salita dopo dieci anni al 47,3%. Anche lo sport resta per molti un privilegio: in Italia circa un minore su 5 (tra i 6 e i 17 anni) non lo pratica e il 15% svolge solo qualche attività fisica. Alcuni passi in avanti si sono però visti: se nel 2008 il 21,8% dei minori era sedentario, nel 2018 il dato scende a 17,9%. 

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  3. Però è cara. Giuseppe

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  4. Si e no...dipende. Ne parlo a giorni.

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  5. Sfatiamo il mito che a La Habana costa tutto di più....le case sicuro ed i trasporti forse , ma non si può andare in giro per il jardin de Cuba con coche e caballo scagazzante :-))).
    Tengo un componente del familion che , per lavoro (... eufemismo.. ) , settimanalmente fa in auto L'Avana-Santiago e ritorno a portar papeles por los pinchos grandes . Lui è il mio borsino prezzi nel senso che come principale sua attività fa scambio merce con " lo demas "....mi dice sempre che ciò che compra a L'Avana a 5 lo vende a Santiago a 10

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  6. Infatti...poi chiaro...se vuoi spendere e tanto...a La Habana ci riesci benissimo.

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  7. hola! mi sarebbe piaciuto passeggiarci a novembre per la fecha historica, sarà per la prossima. Una città per me unica che mi affascina tantissimo e non mi stufa mai. Rigardo ai prezzi alcune cose si alcune no tenendo conto che la isla è la habana centrica non c'è troppa differenza e se non trovi un articolo li non lo trovi e punto. chao Enrico

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  8. Le case poi dipendono dal barrio come costo.

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  9. È stato trucidato in un agguato Nicola Gerosa. L'imprenditore valtellinese che da anni viveva nella Repubblica Dominicana dove aveva diverse attività è stato bloccato mentre era in macchina con la moglie, Yenifer Clamont, da due altre auto in una delle vie turistiche di Boca Chica, a Santo Domingo. Auto da cui sono stati sparati diversi colpi di pistola che lo hanno ferito a morte, mentre la moglie è rimasta illesa. Il tutto è accaduto intorno alle 22. La polizia, spiegano i media locali, ha fermato per interrogarlo Cristian Besana, 42 anni, il socio di Gerosa. 
    La tragica notizia è rimbalzata oggi in Valtellina: la questura del capoluogo valtellinese, informata dell'omicidio dall'Ambasciata italiana, ha a sua volta informato i familiari che ancora vivono nella zona di Sondrio, la provincia più a Nord della Lombardia. Gerosa, 57 anni, era proprio originario di Sondrio, dove qualche anno fa ha lasciato l'ex moglie e la figlia Michela di 23 anni per trasferirsi ai Caraibi. «Con papà mi tenevo in contatto - ha raccontato in lacrime la ragazza -. L'ho sentito nei giorni scorsi perché mi ha contattato per farmi gli auguri per il mio compleanno. Era tranquillo, come tutte le altre volte. Mi ha detto un poco del lavoro e si è preoccupato di come stessi io. Anche con mamma era rimasto in buoni rapporti».

    Quando è stato bloccato, Gerosa si stava dirigendo presso uno dei suoi negozi in Calle Duarte, una delle vie più turistiche della cittadina sul mare. Dalle altre due vetture sono partiti diversi colpi di pistola calibro 9. L'imprenditore, raggiunto da diversi proiettili, è quindi morto per le ferite riportate, mentre gli assalitori si sono dileguati. La polizia ha fermato il socio dell'imprenditore, Cristian Besana, di 42 anni, a cui è stato chiesto di rispondere ad alcune domande. Gerosa è il secondo italiano ucciso in pochi giorni a Boca Chica. Il pensionato sardo Piero Testoni è stato trovato morto nella sua residenza nella località dominicana nudo sul letto con mani e piedi legati.

    Per l'omicidio di Testoni è stata arrestata una ventiquattrenne che ha confessato. «La zona di Boca Chica - spiega un altro imprenditore valtellinese con interessi economici in un'altra città della Repubblica Dominicana - non gode di buona fama. Il tasso di criminalità locale desta più di qualche allarme». Nicola aveva a Boca Chica anche un locale con piano-bar molto frequentato anche dai turisti che si recano nella Repubblica caraibica. Ancora non si sa quando la salma dell' imprenditore valtellinese verrà rimpatriata. Nessuna notizia in proposito è stata, al momento, comunicata alle autorità provinciali

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  10. Lunes, 21 Octubre 2019 07:44Presidente de Irlanda recibe a su homólogo de Cuba, Díaz-CanelEscrito por Tomado de Prensa-Latina

    Dublin.- El presidente de Irlanda, Michael Higgins, recibirá hoy a su homólogo de Cuba, Miguel Díaz-Canel, quien realiza la primera visita oficial de un jefe de Estado cubano a esta nación europea.

    La ceremonia de bienvenida tendrá lugar en la casa presidencial de Áras an Uachtaráin, un palacio ubicado al norte de Dublin, ciudad adonde llegó ayer Díaz-Canel como parte de una gira que lo llevará también a Belarús, Rusia y Azerbaiyán.

    Tras el protocolo de rigor, que incluye un pase de revista a las tropas formadas en honor del visitante, ambos dignatarios mantendrán conversaciones oficiales, y luego sembrarán un árbol en los jardines de la residencia, antes de compartir un almuerzo ofrecido por el anfitrión.

    La agenda del Presidente cubano para este lunes incluye una visita de cortesía al primer ministro, Leo Varadkar, un recorrido por la otrora cárcel de Kilmainham, y sendos encuentros con compatriotas residentes en Irlanda e irlandeses solidarios con el país caribeño.

    Díaz-Canel conoció ayer lugares emblemáticos de Dublin, entre ellos el parque St. Stephen´s Green, la biblioteca del Trinity College y la Catedral de San Patricio, y en estos dos últimos sitios plasmó en el libro de visitantes su convicción de que Cuba e Irlanda, además de su insularidad, comparten vínculos patrióticos e independentistas.

    Nuestros pueblos se distinguen por su patriotismo y ansias de independencia, escribió de su puño y letra el jefe de Estado en la iglesia del santo patrono de los irlandeses.

    En un mensaje que publicó en Twitter minutos después de su llegada a Dublin, Díaz-Canel aseguró que su visita, que sigue a una similar que hizo Higgins a Cuba en el 2017, contribuirá a fortalecer y ampliar las relaciones bilaterales iniciadas 20 años atrás.

    El Presidente cubano viaja acompañado de su esposa Lis Cuesta, el canciller Bruno Rodríguez, el ministro de Comercio Exterior, Rodrigo Malmierca, y la directora del departamento de Europa en el ministerio de Relaciones Exteriores, Alba Soto.

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