lunedì 23 novembre 2020

CUBA E LA TECNOLOGIA

In questi miei 20 anni di frequentazione del'isola ho visto il mondo tecnologico fare passi da gigante. Io stesso, avendo passato quasi i primi 40 anni della mia vita nel “vecchio mondo” (senza internet, telefonini ecc) ho dovuto adeguarmi al nuovo modo di vivere, cercando di utilizzarlo in funzione dei miei desideri e bisogni senza mai pero' diventarne schiavo. Allo stesso modo anche Cuba, seppure in modo decisamente piu' lento, e' entrata in questa nuova era tecnologica, i ragazzi cubani avevano fame di cose nuove sono, in alcuni casi, stati piu' bravi di noi (sicuramente di me) ad impararle. Molti ricorderanno il mio pezzo LA TELEFONATA oramai datato molti anni, fece anche parte del mio primo libro, in cui descrivevo le difficolta' di oltre 15 anni fa nel riuscire dall'Italia a telefonare ad una fanciulla a Cuba. Dalle telefoniche si e' passati ai cellulari che lasciavamo con linea italiana, questo anche per cercare, qualche mente eletta, di avere una qualsivoglia forma di controllo sulle comunicazione della fanciulla in questione, un po' come fermare il mare con le mani...Poi Etecsa ha fatto il salto di qualita', sono apparse le prime linee cubane, i primi telefonini autoctoni, inizialmente pagava sia chi chiamava che chi riceveva, ho assistito ad alcune fra le piu' veloci telefonate della storia mondiale dalla telefonia da Meucci in poi. Pero' ancora non c'era internet sui movil, chi aveva un pc in casa si avventurava in quel nuovo mondo, ci volevano 5 minuti buoni perche' ti cambiasse la pagina, ricordo perche' ci sono passato. Noi stranieri andavamo al telepunto per connetterci, spesso la meta' delle postazioni non funzionava, se ne trovavi una giusta la connessione era comunque lentissima e ti mangiava quasi tutta la tajeta senza riuscire a risolvere i tuoi problemi con l'altro lato del bloqueo. Ad un certo punto hanno attivato alcune zone wi fi in punti nevralgici delle varie citta', piazze e luoghi molto frequentati. Ricordo a Las Tunas i primi giorni di questa locura, dove fino a ieri si rideva e si scherzava grazie anche ad una buona boccia di ron, oggi regnava il silenzio, decine di persone sedute una accanto all'altra tutte con gli sguardi rivolti allo schermo del movil, non e' stata una bella scena anche se era giusto che tutto cio' arrivasse anche da loro. Ora hanno tutti internet sul movil (tutti meno il sottoscritto che, quando e' a Cuba, non vuole scassamenti di cabbasisi quindi si connette 10 minuti al giorno e per il resto si gode la vita e la vacanza) ne fanno l'uso che vogliono. Su fb praticamente ogni giorno mi arrivano richieste di amicizia da assolute sconosciute che sono arrivate al mio nome, suppongo, grazie ad amici di amici di amici. Solitamente accetto la richiesta, segue spesso un contatto tramite messenger dove a quel punto succede davvero di tutto. Lo scopo e' arrivare ad ottenere una ricarica, di per se non e' un problema farla ma non certo a sconosciute, semmai ogni tanto, ad amiche di lunga data. Mi arrivano foto in abiti adamantini, proposte indecenti, culi, tette, patonze...il tutto con la promessa di...avere di piu' dopo l'agognata ricarica. Non giudico tutto questo, capisco la difficolta' e la situazione del paese ma davvero spesso mi si allarga un grande sorriso nel leggere alcuni messaggi che mi arrivano da, ripeto, perfette sconosciute. Anche le foto dei loro profili fb sono spesso simili a dei casting per qualche bordello della bassa Romagna, ai tempi di quello che faceva arrivare i treni in orario. Oramai hanno accesso a tutti i social esattamente come noi ed, esattamente come noi, ne fanno un uso pessimo anche dal punto di vista politico, basta vedere la merda che si e' scatenata in vista delle elezioni statunitensi. Un tempo conoscevano quello che accadeva fuori dal paese quasi unicamente grazie alle nostre parole ed ai nostri racconti, oggi hanno accesso, senza censura (ho una linea cubana quando sono sull'isola) a tutto cio a cui abbiamo accesso noi. Non e' mio compito giudicare se tutto questo sia un bene o un male, era comunque giusto che lo avessero, mi limito a dire che la stessa merda che ammanta buona parte dei nostri social ha oramai cosparso anche i loro, sotituendo per molti la vita reale. Spesso mi capita di imbattermi in fanciulle che postano una foto con scritte tutte rivolte alle rivali o a chi si prende la briga e di certo il gusto di criticarle, piccole guerre da parte di chi, evidentemente, ha molto tempo libero e poche cose per occuparlo.

Diario DI BORDO

24/11/2020

17 commenti:

  1. Roma, 17 de noviembre de 2020._ El Embajador de Cuba en Italia, José Carlos Rodríguez Ruiz, sostuvo en la tarde de hoy una reunión de trabajo con el Viceministro de Salud de Italia, Pierpaolo Sileri. El encuentro tuvo lugar en la sede de la Embajada cubana en Roma.

    El Viceministro y el diplomático cubano intercambiaron sobre la situación actual de la COVID-19 en Italia y Cuba. El Embajador explicó a sus interlocutores los resultados positivos registrados por su país en el control de la epidemia del nuevo coronavirus. En fechas recientes Cuba ha comenzado a reabrir sus fronteras, aunque bajo estrictos controles sanitarios.

    Sileri y Rodríguez intercambiaron asimismo sobre las mejores maneras de estructurar una cooperación estable y beneficiosa para ambos países en materia de salud. En tal sentido, el Embajador Rodríguez entregó al Viceministro Sileri un proyecto de Memorándum de Cooperación entre los ministerios de salud de ambos países, que comprende también el ámbito de las ciencias médicas.

    Acompañaron al Viceministro Sileri en este encuentro el Ministro Plenipotenciario Manuel Jacoangeli, Consejero Diplomático del Ministro de Salud italiano, y Chiara Cappelli, Asistente del Viceministro. Por la Embajada de Cuba participó también el Ministro Consejero, Jorge Luis Alfonzo. @EmbaCuba_Italia

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  2. Il ministro degli Esteri cubano Bruno Rodríguez Parrilla ha definito “una calunnia fondata sul nulla e false informazioni” le accuse di presunta interferenza di Cuba nelle elezioni presidenziali statunitensi, avanzate da avvocati legati al presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

    “I rappresentanti del presidente Trump mentono senza pudore, diffondendo false informazioni sulla presunta interferenza cubana nelle elezioni statunitensi. Pura calunnia. In contrasto con l’attuale politica del Dipartimento di Stato americano, Cuba non interferisce nel processo elettorale di altri paesi”, ha scritto il ministro degli Esteri cubano sul suo account di social network Twitter.

    Il 19 novembre, l’avvocato Sidney Powell del team legale della campagna elettorale del presidente Donald Trump ha chiesto al Dipartimento di Giustizia di avviare un’indagine sulla base delle accuse secondo cui per manipolare i risultati delle elezioni del 2020 sarebbero stati utilizzati meccanismi di voto aggiustati a favore del candidato democratico Joe Biden.

    Powell ha ribadito le accuse secondo cui lo sviluppo di sistemi di voto con capacità nascoste di modificare o scartare voti, così come aggirare le carenze di voto, era stato originariamente ordinato dal governo chavista del Venezuela, con la partecipazione di Cina e Cuba.

    “Credo che un’indagine penale su larga scala dovrebbe essere condotta immediatamente dal Dipartimento di Giustizia e dall’equivalente di ogni stato, dall’ufficio del procuratore generale o dall’unità investigativa”, ha detto Powell durante una conferenza stampa.

    Secondo l’avvocato del team elettorale di Trump, il “denaro comunista” è stato utilizzato per influenzare le elezioni e ha avvertito che il software elettorale è stato creato dal defunto ex presidente venezuelano Hugo Chávez (1999-2013).

    “Ogni giorno”, ha aggiunto Powell, “stiamo scoprendo prove della massiccia influenza del denaro comunista, attraverso il Venezuela, Cuba e forse la Cina, nell’interferenza delle nostre elezioni negli Stati Uniti. Dominion Voting Systems e altri software su altri computer erano stati creati in Venezuela, commissionati da Hugo Chávez per assicurarsi di non perdere mai le elezioni”.

    I produttori delle macchine per il voto, Dominion Voting Systems, hanno negato qualsiasi problema con il loro software e hardware, mentre la US Cybersecurity and Infrastructure Security Agency ha dichiarato che non ci sono prove che “nessun sistema di voto abbia eliminato, perso o cambiato voti o sia stato compromesso in alcun modo”.

    La vittoria di Biden alle presidenziali statunitensi dello scorso 3 novembre è vista a Cuba con sollievo. Le autorità dell’Avana, che devono fronteggiare una dura crisi economica, sperano che il nuovo presidente torni alla politica di apertura di Barack Obama, dopo le sanzioni e l’indurimento dell’embargo del quadriennio Trump. Tale politica ha fruttato al presidente uscente l’aperto sostegno delle organizzazioni anticastriste della Florida, e il voto della grande maggioranza dei cubano-americani. A differenza di altre comunità latinoamericane degli Stati Uniti, la comunità cubana è storicamente vicina ai repubblicani e sostiene i candidati che propongono le misure più dure contro il governo dell’Avana.

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  3. Anche se il paese è riuscito a prepararsi e applicare tutte le misure necessarie per evitare prima di tutto la perdita di vite umane, oltre ai danni materiali, la tormenta tropicale Eta ha danneggiato soprattutto l’agricoltura, le strade, le case e il rifornimento dell’acqua, ha informato ieri, mercoledì 18, Alejandro Gil Fernández, vice primo ministro e titolare di Economia e Pianificazione nel programma radio - televisivo quotidiano Mesa Redonda.

    Il ministro ha ricordato che l’8 novembre si era riunito l’Organo Economico e Sociale del Consiglio di Difesa Nazionale, con la guida del Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, e nella riunione erano state valutate le aree a maggior rischio, lo stato dei laghi artificiali e, partendo dall’esperienza dei cubani nello scontro a questi fenomeni, erano state adottate tutte le misure per minimizzare i danni.

    Cuba si era preparata, ha detto Gil Fernández, ed ha ricordato il sistema di lavoro stabilito dal Governo in contatto diretto con il territorio per portare avanti il recupero.

    Dopo il passaggio della tormenta, ha indicato, la massima direzione del paese ha percorso le province più colpite e sono stati constatati i danni e soprattutto l’appoggio alla popolazione per recuperare le perdite.

    Come parte delle misure, ha segnalato, sono state evacuate circa 89.000 persone in casa di familiari e amici e questo dimostra la vocazione solidale dei cubani. Altre 16,000 persone sono state inviate in centri d’evacuazione.

    «Si apprezzano danni per il paese e all’economia, ma il più importante è siamo coinvolti nella tappa di recupero alla quale il popolo ha partecipato in maniera disciplinata», ha detto.

    Durante il suo intervento ha riconosciuto la situazione tesa dell’economia e da lì l’importanza di lavorare con molto impegno per recuperarci nel minor tempo possibile, perchè i danni sono reali.

    Gil Fernández ha spiegato che rispetto alle proiezioni per il 2021 s’incrementano i livelli d’attività in determinati settori agricoli e le azioni di recupero ci metteranno in condizioni per affrontare il nuovo anno, perché in molti luoghi la soluzione ai danni è definitiva».

    Il recupero, ha sottolineato, non si realizza un giorno per l’altro; ma il paese dispone delle risorse di base fondamentali per assumere il ristabilimento dell’agricoltura e dell’area idraulica; a questo si sommano le riserve delle operazioni con le quali funziona l’economia.

    Tutto questo ci permette di rispondere prontamente di fronte ai danni nonostante i limiti.

    Il Ministro d’Economia e Pianificazione ha ricordato il pensiero del Comandante in Capo, Fidel Castro Ruz, che ci ha insegnato a lavorare con fermezza, dedizione, capacità di risposta, disciplina e soprattutto con l’unità del nostro popolo.

    «Dobbiamo guardare avanti, cercare riserve e potenzialità. Ci stiamo recuperando già in alcune attività e gli impegni più importanti della stategia avanzano e questo ci permette di lavorare non solo a favore del recupero, ma anche a favore dello sviluppo economico e sociale», ha concluso.

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  4. Giallo sulla spiaggia dorata di Varadero, sull’isola di Cuba. Una turista canadese di 52 anni, madre di 3 figli, è scomparsa poco dopo il suo arrivo nella famosa località turistica, ed è stata ritrovata cadavere, sepolta sotto un metro di sabbia, a pochi passi da uno dei resort che costellano l’arenile affacciato sull’Oceano Atlantico. Sul corpo, secondo quanto dichiarato dalle autorità locali, erano presenti segni di violenza.


    Antoinette Traboulsi lavorava come inserviente in un ospedale di Montreal, nel Québec, ma almeno due volte l’anno viaggiava a Cuba. «Era una persona solare, che amava la musica, il ballo e i social media», racconta dal Canada il cugino Sami Soussa. Così, anche quest’inverno, nonostante la pandemia che obbliga tutti i canadesi ad una quarantena al rientro dall’estero, ha fatto le valigie e il 13 novembre si è imbarcata su un volo charter diretto a Varadero (l’aeroporto dell’Avana ha riaperto soltanto il 15). Aveva prenotato una stanza a Casa Gladys, bed and breakfast a pochi passi dalla chilometrica «playa Azul».


    All’indomani ha postato sui social diverse foto dalla spiaggia e un ultimo video, alle 11,20 del mattino. Poi, più nulla. Alla sera non si è presentata all’appuntamento con un amico. È stato lui a dare l’allarme. La polizia ha aspettato 48 ore, quindi ha iniziato le ricerche. Soltanto martedì ha comunicato al consolato canadese il ritrovamento del cadavere, di cui i giornali locali non hanno dato alcuna notizia. «Sepolta sulla spiaggia, sotto un metro di sabbia e con segni di violenza», ha riferito il cugino alla Tv canadese. Insieme ai colleghi di lavoro della donna, sta raccogliendo i soldi per rimpatriare il cadavere e organizzare una seconda autopsia. «Voglio sapere cosa è successo, come è stata assassinata e come ha potuto essere sepolta in una spiaggia pubblica, vicino ad un resort turistico. C’è un sospetto? Qualcuno deve pagare».

    Un colpo durissimo per l’immagine di Varadero, la spiaggia «scoperta» negli anni Venti e Trenta del Novecento dalle star di Hollywood e dal gangster Al Capone, oggi diventata meta di frotte di stranieri, in cerca di sole e di musica. Il giallo di Antoinette è una minaccia soprattutto per l’industria turistica di Cuba, che negli ultimi decenni è stata un volano per la ripresa dell’economia dopo la grave crisi (il famigerato «periodo speciale») seguita alla fine dell’Unione Sovietica. E che negli ultimi otto mesi è stata bloccata dalla pandemia di Covid-19. Privato dagli introiti del turismo (2,645 miliardi di dollari nel 2019), il governo ha ridotto drasticamente le importazioni che coprono circa l’80 per cento del fabbisogno alimentare dell’isola, e ovunque sono ricomparse le file fuori dai supermercati e la penuria di caffè, latte, carta igienica, conferma l’agenzia Afp.

    In questi giorni, gli hotel e i ristoranti cominciavano timidamente a riaprire i battenti, come l’aeroporto dell’Avana, che garantisce i collegamenti di linea, chiuso dal 24 marzo scorso, sotto lo slogan «Destinazione sicura» (il tasso di contagio da Covid è il più basso del continente americano: 7.725 casi su 11,2 milioni di abitanti). E la catena di hotel di lusso Melia offre nei 10 dei 34 hotel rimasti aperti pacchetti per soggiorni a lungo termine (2-3 mesi) agli stranieri, in gran parte canadesi, che vogliono sfuggire alla clausura da inverno e da Covid per vivere e lavorare in «smart working» dalle spiagge di Cuba. Integrando i collegamenti internet locali, lenti e instabili, con una banda extra da un gigabyte.

    Tele-lavorare dalla spiaggia? Le grandi catene alberghiere si sono già organizzate in gran parte delle isole dei Caraibi e in Costa Rica. Cuba, finora, era considerata forse la destinazione più sicura di questa parte del mondo: il tasso di criminalità, ufficialmente, è bassissimo (prostituzione a parte). Ma l’omicidio di Antoinette - che si aggiunge a quello di un’altra canadese, la cinquantaduenne Nathalie Fraser, uccisa dal fidanzato cubano a febbraio - rischia di rovinare la buona fama conquistata in questo campo dalla Cuba post-rivoluzionaria.

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  5. Oramai sono come noi, tutti col cellulare in mano. Giuseppe

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    1. Come voi... 🤠
      Il cellulare lo tengo in tasca, a volte per ore.

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  6. Questo pezzo è stato pubblicato in INTOPIC CUBA
    Grazie ai gestori del sito.

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  7. Video sul Toro sul blog Guascone
    https://milcofasano.blogspot.com/2020/11/la-solita-menata.html?m=1

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  8. Dengue y Zika está acabando

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  9. hola! non sono nei social perchè so che mi darebbero dipendenza, uso molto il pc. Ecco se mi mettessi in fb impostando cuba finirei di vivere. Però che ricordi anche quando usavamo i telefoni attaccati ai muri oppure quando le tipe chiamavano a casa del dueño. Cuba fu unica anche per essere fuori dal mondo. chao Enrico

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  10. Ti danno dipendenza solo se glielo permetti. Io scrivo 100 e leggo 10.
    Fb su Cuba lascia perdere, nulla che valga la pena.
    Lascialo ai vecchi... 🤠

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  11. Mi ricordo la prima volta che provai a connettermi ad internet da Cuba, forse 20 anni fa, per controllare una email che mi doveva arrivare.
    Sapevo che era lento, me ne andai all'hotel Nacional perché sembrava che lì era un pochino meglio. Leeeeeento. Tra una pagina e l'altra più di 5 minuti! Me ne andavo a fumare o a prendere un caffé, tornavo e ancora era lì che caricava.
    Le risate.
    Poi cominciò tutta la mitologia del cavo sottomarino col Venezuela, per anni. Non finivano mai. Dal suo completamento è davvero arrivato internet a Cuba, con tutto il carico di rincoglionimento che si porta dietro.
    Purtroppo molti sono ancora convinti che LA DITTATURA non voleva che la gente si connettesse, quando invece sarebbe bastato tirare un cavo fino in Florida e farli uscire dal medioevo.
    Statunitensi del cazzo.

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  12. La vera dittatura l'ha portata Zuckerberg.
    Carlito siamo stati davvero dei pionieri... 🤠

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  13. Post sul blog Guascone
    https://milcofasano.blogspot.com/2020/11/pooh.html?m=1

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