IL GENERALE

Come aveva previsto (e deciso) lui stesso qualche anno fa, durante la sessione dell'ottavo congresso del Partido Comunista de Cuba, Raul Castro ha annunciato il ritiro da tutti gli incarichi pubblici che ancora ricopre. I media ufficiali hanno esaltato il significato dell'appuntamento del congresso, ricordando che coincide con i 60 anni della proclamazione del carattere socialista della rivoluzione cubana, e anche i 60 anni dallo smacco subito dagli Stati Uniti con il fallimento dell' 'Invasione della Baia dei Porci'. Come sapete bene qualche anno fa Raul consegno' le chiavi del paese a Diaz Canel mantenendo il ruolo di capo del Partido oltre a quello che detiene dal Triunfo de la Revuolucion di capo delle forze armate. Non e' chiaro se ora si limitera' a fare il nonno oppure se rivestira', come fece il fratello, il ruolo di “vecchio saggio” fino alla fine dei suoi gironi. Raul va per i 90 anni, eta' in cui il fratello giunse prima di andare a trovare il Che e Camilo. Vale quello che lui stesso disse quando Fidel lascio' gli incarichi; non serve alcun titolo onorifico, Raul e' Raul cosi' come Fidel era Fidel, inutile dire che avra' sempre una influenza importante su tutto cio' che accadra' sull'isola. Vi confesso che ho sempre avuto un debole per El General. Arrivai a Cuba nel 2000 chiaramente con una idea politica gia' ben delineata, negli ultimi anni di Fidel facevo la classica vita del turista con annessi e connessi, soltanto in un secondo momento ho davvero iniziato ad interessarmi alla vita sociale e politica del paese, ad integrarmi, per quanto possibile per uno straniero, con il tessuto sociale della mia citta'. Eravamo quindi nel 2007/2008, proprio quando Fidel, molto malvolentieri, cedette il governo del paese al fratello per i noti problemi di salute. Il mondo era sottosopra, non come oggi ma abbastanza. Negli Usa era scoppiata la bolla immobiliare con tutto cio' che questo aveva significato per l'intero mondo, Bernie Madoff, col suo schema Ponzi, aveva truffato decine di miliardi di dollari a tutti; ricconi e poveracci, per questa ragione si era beccato 150 anni di galera (e' morto fra l'altro, al gabbio, nei giorni scorsi). Cuba si trovo' ad affrontare l'ennesima crisi economica. Per prima cosa Raul fece fuori la Banda degli Ali Baba' e i 40 ladroni di cui il fratello si era corcondato sostituendolo con militari, poi inizio' a permettere ai cubani di essere proprietari di case e di auto (chi poteva permetterselo). Sembra nulla ma e' tantissimo se si pensa che, fino a quel momento i cittadini cubani non potevano entrare in molti hotel del paese. In realta' esisteva da anni una sorta di compravendita di alloggi ma il tutto si muoveva nel limaccioso mondo delle “donazioni” che tutto erano meno quello che il termine definisce. A distanza di poco tempo Raul diede vita ad una vera rivoluzione nel mondo del lavoro permettendo ai cubani di avere una attivita' propria staccata dallo stato. Anche questo in realta' gia esisteva ma in forma minima, in pratica riusci' a trasformare una parte della forza lavoro del paese da contribuita a contibuente. Una parte di popolazione di cui lo stato doveva occuparsi in tutto divenne autosufficiente nonche pagatrice di imposte. Dal punto di vista politico, a prescindere da quali erano le idee del fratello inizio' a preparare il terreno per il suo successore, credo che Fidel abbia dato il suo assenso ma e' fuor di dubbio che Diaz Canel sia uomo di Raul. Inizio' a preparare il terreno per il passaggio di poteri che avvenne il 10 ottobre del 2019, dopo un apprendistato di un anno come Presidente del consiglio di stato e dei ministri. Rafforzo' i legami con i paesi della regione stretti nell'alleanza dell' Alba, il suo capolavoro fu probabilmente, oltre ad un paio di visite papali, quello di ospitare il presidente statunitense Obama in una veloce ma storica visita all'Avana. La figlia, Mariela, attivista in discutibili battaglie, e' sposata con un italiano e ha vissuto a lungo a Palermo, per questa ragione parla benissimo la nostra lingua. Si dice che, per anni, Raul sia arrivato in “incognito” nel nostro paese per farle visita prima che lei tornasse in pianta stabile a vivere a Cuba. Probabilmente le maggiori riforme nel paese le ha fatte proprio il fratello meno illustre, il popolo lo considerava un militare con pochi scrupoli, ha saputo essere un buon Presidente che molti rimpiangono. Lascia le alte cariche in un momento particolarmente complicato per il covid e tutti i problemi che conosciamo ma 90 anni mi sembra una eta' piu' che plausibile per dedicarsi ad altro. In un altro pezzo cerchero' di delineare gli scenari futuri ma Cuba e' andata avanti senza Fidel, credo che potra' farlo anche senza Raul che ho apprezzato proprio per il suo essere “asciutto” in tutto. In un discorso di 15 minuti diceva quello che il fratello avrebbe detto in 4 ore di comizio, non e' poco.