La notizia e' oramai
vicina all'ufficialita'.
Obama a marzo dovrebbe
volare a Cuba.
E' a fine mandato e puo'
permettersi un gesto epocale come questo, un gesto che, si spera,
mettera' fine a quasi 60 anni di guerra fredda.
Ieri sera su Iris ho
rivisto thirteen days, un buon film con Kevin Kostner nei panni del
primo consigliere dei Kennedy durante la crisi dei missili a Cuba.
Siamo stati davvero ad un
passo dall'olocausto nucleare...lo scriba era appena nato.
Il maggiore dei Kennedy e'
stato il primo presidente americano ad avere a che fare coi Castro in
era postrivoluzionaria.
L'ultimo presidente Usa ad
avere visitato l'isola e' stato Calvin Coolidge nel 1928 ricevuto
dall'allora presidente cubano Machado.
Fidel annuncio' la
creazione dello stato “Marxista” ben prima dell'edificazione del
muro di Berlino.
Il primo presidente
americano che cerco' di scalzare il Comandante en Jefe fu, Ike che
si trovo' a gestire la caduta di Batista.
Poi venne Kennedy, da
molti visto come un paladino delle liberta', ma che si trovo'
invischiato nella disfatta di playa Giron e dopo nella tragedia
vietnamita.
Poi fu la volta di Lyndon
Johnson, subentrato a Kennedy dopo l'attentato commissionato, si
dice, dalla lobby cubano americana che rimproverava al presidente il
mancato appoggio durante l'invasione della baia dei porci.
Johnson si rtirovo' fra le
mani la patata bollente vietnamita, Cuba passo' in secondo piano.
Dopo venne Nixon, uno dei
piu' grandi criminali della storia, responsabile della morte di 52
mila soldati americani in Vietnam, poi saltato per aria col
Watergate.
La presidenza di Gerald
Ford, un'altro dei tanti miliardari approdato grazie al suo denaro
alla Casa Bianca, non fu particolarmente significativa.
Tocco poi' a Carter, forse
il presidente con cui Cuba ando' maggiormente daccordo, se non ricordo male
fu proprio sotto la sua presidenza che avvenne l'esodo del Mariel.
Fu ritenuto un presidente
debole, duro' solo una legislatura.
Dopo vennero gli 8 anni di
Reagan, il mondo fu di nuovo vicino alla tragedia nucleare, i paesi
latino americani furono ostaggio di dittautre sangiunose, Cuba tenne
duro ma non furono anni facili.
Con George Bush le cose
non andarono meglio, il bloqueo fu inasprito, brutto periodo.
Con Clinton le cose
andarono meglio, anche se il bloqueo divenne ancora piu' duro con la
legge Helms-Torricelli.
Ci fu la storia di Elian
che, probabilmente, con un repubblicano alla casa bianca avrebbe avuto
un'epilogo differente.
Dopo Clinton arrivo'
Dabliu Bush e i suoi badanti, non si puo' credere che un
decerebrato simile sia stato per 8 anni a capo della potenza maggiore
del pianeta.
Nessuno di questi presidenti e'
riuscito a tirare via una piuma a Fidel, questa e' storia, non
opinioni.
Nel frattempo e' crollata
l'Unione Sovietica al cui posto oggi c'e' la forte e orgogliosa
Russia di Putin.
Fidel nel corso di
mezzo secolo ha incontrato il maresciallo Tito, Salvador Allende,
Indira Ghandi, Nelson Mandela, Yasser Arafat, e un altro papa, Karol
Woityla, il primo pontefice a visitare Cuba e ad avere un colloquio
diretto con il leader rivoluzionario nella sua isola.
Almeno altri due primati
da Guinness sono stati messi a segno da Castro negli ultimi decenni.
Fidel ha fatto il discorso
politico più lungo del mondo nella storia della politica: 7 ore e 15
minuti di fronte al Parlamento cubano, il 24 febbraio del 1998.
L'altro record riguarda
gli attentati: per ucciderlo sono stati messi a punto 637 piani. Uno
anche con sigari-bomba (ordito dalla Cia). Tutti, chiaramente,
falliti.
Ora ci siamo, Obama arriva
a Cuba ricevuto da Raul (ma un salto a trovare Fidel lo fara' di
certo) da pari a pari.
Altro duro colpo per chi,
negli Usa ma anche da noi, auspicava il bagno di sangue.
M&S CASA PARTICULAR ha
aggiunto una casa;
Ho letto moto volentieri questo tuo articolo,anche perché di storia di Cuba molti della mia generazione non ne sanno tanto e ci hai chiarito i fatti accaduti.paolino.
RispondiEliminaE' uno dei pochi vantaggi dell'invecchiare; immagazzinare dati a volte utili.
Elimina«La candidatura di Roma ad ospitare i Giochi Olimpici e Paralimpici del 2024 è una sfida che sollecita le capacità progettuali del Paese, che ne mette alla prova visione, qualità e risorse». Sono le prime parole di una lettera del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al presidente del comitato promotore, Luca di Montezemolo, e al presidente del Coni, Giovanni Malagò, letta in apertura della presentazione del dossier della candidatura italiana. «Come le Olimpiadi del 1960 segnarono un passaggio importante nello sviluppo economico e sociale dell’Italia, il mio auspicio è che le Olimpiadi del 2024 possano diventare il crocevia di una nuova crescita contrassegnata da qualità e sostenibilità» ha concluso Mattarella.
RispondiEliminaMONTEZEMOLO: “SARA’ LA PIU’ GRANDE FESTA DI SPORT”
Sul palco dei Palazzo dei Congressi all’Eur è poi salito Luca Cordero di Montezemolo, presidente del comitato promotore: «Il progetto di Roma 2024 mette al centro il tema dell’arte italiana nell’accoglienza e la capacità di portare in giro per il mondo la qualità della vita del nostro paese. Vogliamo che rappresenti la più grande festa dello sport mai realizzata per qualità degli impianti, attenzione agli atleti, capacità organizzativa e raggiungimento dei risultati rispetto al budget». «Vogliamo togliere qualunque elemento che non metta lo sport al centro. Vogliamo mettere il nostro paese al centro del mondo come è stato con Expo, una grande vetrina per l’Italia nel mondo», ha aggiunto Montezemolo.
VEZZALI: “SAREMO AL CENTRO DEL MONDO”
Entusiasta il commento di Valentina Vezzali, pluricampionessa olimpica di scherma e ora parlamentare italiana: «E’ un progetto che ci metterà al centro del mondo. Il referendum? L’Assemblea Capitolina si è già espressa con l’85% dei consensi - ha sottolineato Vezzali, rispondendo a una domanda -, la Giunta Coni l’ha approvata, il Governo l’ha appoggiata e la candidatura è stata portata al Cio e comunque dobbiamo ricordare che le Olimpiadi non toccherebbero solo Roma ma anche 11 città coinvolte, dal mio punto di vista il Parlamento l’ha approvata e più di così non si può fare. Rimbocchiamoci le maniche».
LE RIVALI
Intanto le avversarie non stanno a guardare. Los Angeles ha presentato il logo ufficiale per la sua candidatura: un angelo a braccia aperte e il sole che lo illumina con lo slogan “segui il sole”. Los Angeles, che ha ospitato le Olimpiadi nel 1932 e nel 1984, è in lizza con Roma, Budapest e Parigi. La città che ospiterà i Giochi 2024 sarà designata nel settembre 2017 a Lima.
ANCORA MONTEZEMOLO....???!!!!
Resort, pontili e yacht non fanno parte di questo sogno. Nell’isola dei ragazzi non ci sarebbe mai spazio per il cemento. E neanche per i muretti che di solito delimitano la proprietà privata. «Sarebbe davvero bello se Budelli diventasse l’isola dei giovani. Pubblica, cioè patrimonio di tutti. Se i soldi non li ha lo Stato, allora li mettiamo noi. Con la nostra idea contageremo tutti gli studenti d’Italia». I ragazzi della II B della scuola media di Mosso hanno persino calcolato quanti soldi sarebbero necessari per far diventare «l’isola rosa» della Sardegna il rifugio dei giovani: 50 centesimi per ogni studente. L’idea nata nel piccolo paese della provincia di Biella farà presto il giro d’Italia. Per ora viaggia su un conto corrente postale con la causale che ha incuriosito il cassiere: «Contributo per l’acquisto dell’isola di Budelli». Gli studenti piemontesi hanno già versato 75 euro: «Sembrano pochi, ma è un primo passo. Noi abbiamo donato 5 centesimi per ciascuno dei 1500 abitanti del nostro paese. Il messaggio che vogliamo lanciare è questo: se tutti gli studenti italiani donassero 50 centesimi potremmo mettere insieme i tre milioni di euro necessari per vincere la prossima asta. Così eviteremo che questo patrimonio finisca nelle mani di un privato, di uno sconosciuto».
RispondiEliminaIL DIETROFRONT DEL MAGNATE
Per ora l’isola di Budelli rischia di essere messa di nuovo all’asta. Il magnate neozelandese che l’aveva acquistata ha rinunciato ai suoi progetti. Scoraggiato, evidentemente, dai troppi vincoli che non gli avrebbero consentito di realizzare il suo piano. Michael Harte aveva annunciato un progetto tutto incentrato sulla ricerca scientifica ma ben presto ne ha presentato uno fatto di ristrutturazioni (e ampliamenti) ma anche di pontili e ormeggi per maxi yacht. La vicenda di Budelli ha subito alimentato discussioni politiche e polemiche tra gli ambientalisti e chi sperava che i progetti del magnate potessero essere l’inizio di un grande rilancio turistico dell’Arcipelago.
SFIDA DA DIECI E LODE
La campagna «Non si sBudelli l’Italia» sbarca ora sui social network. Su Facebook i ragazzi della media di Mosso (da anni gemellati con una scuola del Nepal) sono pronti a lanciare il loro messaggio. Stanno preparando una pagina per coinvolgere gli studenti di tutta Italia. A partire dagli alunni delle scuole della Sardegna. «Mia mamma è di origine sarda e anche io in fondo mi sento un po’ isolana - dice Eleonora Cavagna -. Non ho mai avuto la possibilità di visitare Budelli ma ho a cuore il destino di quest’isola». Lorenzo Fiorito incoraggia i compagni: «I social network saranno per noi un’arma in più. Sono sicuro che tantissimi studenti aderiranno al nostro progetto. Noi, d’altronde, ci abbiamo messo pochissimo tempo a raccogliere i 75 euro per la causa. Sarebbe ancora più bello se riuscissimo a coinvolgere anche gli studenti degli altri Stati che si affacciano sul Mediterraneo». Per il sogno (e la tenacia) i ragazzi della II B hanno già meritato un dieci e lode. Il professor Paschetto sembra d’accordo: «Alla radice di questo progetto apparentemente ambizioso c’è la consapevolezza che se ci si impegna a qualcosa con determinazione nessun obiettivo è troppo alto. Una bella lezione per i giovani».
Barack Obama vola a Cuba. Lo storico viaggio sara' annunciato nelle prossime ore e - secondo fonti della Casa Bianca - si svolgera' entro la fine di marzo.
RispondiEliminaImmediata la reazione di Ted Cruz e Marco Rubio, i due candidati repubblicani alla Casa Bianca che sono entrambi di origini cubane. Per il senatore del Texas, ultraconservatore beniamino dei Tea Party e degli evangelici, nato nella citta' canadese di Calgary, andare a Cuba "finche' Castro e' al potere" e' un errore: "Sono rattristato ma non sorpreso. La cosa era nell'aria da tempo". Ancora piu' duro Rubio, giovane senatore della Florida i cui nonni emigrarono ai tempi della dittatura di Batista, dunque prima della rivoluzione di Fidel Castro. "La visita di Obama e' assurda. Se io fossi presidente - afferma Rubio - non prenderei in considerazione un viaggio del genere, se non in circostanze molto particolari. Non andrei mai finche' Cuba non e' libera. E un anno e due mesi dopo le aperture all'isola Cuba - denuncia Rubio - il governo cubano resta repressivo come sempre. Una dittatura".
Ma Obama sta per coronare il suo sogno. Lo storico viaggio che si appresta a fare e' frutto del disgelo avviato alla fine del 2014 col leader cubano Raul Castro, con la famosa stretta di mano alla cerimonia in memoria di Nelson Mandela, a Pretroria. I due decisero presto di lavorare per la normalizzazione dei rapporti tra i loro Paesi. Dopo la riapertura delle reciproche ambasciate la scorsa estate, pochi giorni fa l'accordo che ripristina i voli commerciali tra Usa e Cuba per la prima volta in 50 anni. Ora il viaggio che potrebbe costituire un passo fondamentale per arrivare all'ultimo obiettivo: la fine dell'embargo nei confronti dell'isola, in vigore da oltre mezzo secolo.
Intanto sul fronte elettorale si registra il sorpasso di Ted Cruz su Donald Trump a livello nazionale. E' la prima volta, almeno stando all'ultimo sondaggio di Nbc e Wall Street Journal.
Un segnale importante alla vigilia di due delicatissime tappe per le primarie repubblicane: quelle del South Carolina, sabato 20 febbraio, e quelle del Nevada, sabato 27 febbraio. In entrambe gli stati Trump e' in testa, ma Cruz, piu' di Rubio, e' l'avversario che in questo momento preoccupa maggiormente il tycoon newyorchese. Che continua ad attaccarlo accusandolo di essere 'un bugiardo". Cruz, partecipando a un incontro in diretta tv, ha risposto con una risata.
E DIRE CHE RUBIO E' PURE CUBANO. EL LOCO
Il politico per 20 centavos si venderebbe la madre....
Eliminahola! questa visita era nell'aria anche se ai fini pratici è solo un grande gesto simbolico, un gesto per ricordare il mandato di un presidente usa. comunque molto importante sotto il punto di vista storico. Per quanto riguarda el bloqueo penso quello che scrissi ieri a livello di investimenti verrà baipassato con fabbriche usa in zona speciale Mariel ( vedasi quella recente di trattori ) e poi sarà data via libera al turismo usa ( vedasi autorizzazione 110 vuelos diarios usa-cuba). Per ora ai poteri forti andrà bene così. despues vamos a ver que pasa. saludos Enrico
RispondiEliminaGrandi cambiamenti sono iniziati grazie a gesti simbolici.
EliminaSe lo incrocio il 30 marzo allo Jose Marti ve lo saluto.
RispondiEliminaSimone
Fingi di non conoscerlo...ahahaha
EliminaMoney...money...e ancora money...ciò significa Cuba in questo periodo storico per Usa e non solo...
RispondiEliminabasti ricordare il gota degli imprenditori che con Cuomo nel mese di aprile 2015 ha fatto un "giretto" per l' Isla...
ci si è infilato pure il vaticano nel business...
Freccia
Prima non andava bene però non c erano rapporti,adesso vanno solo per buisness,allora qual è la cosa giusta?anche noi però non va mai bene niente,non capisco.paolino.
EliminaI baciapile quanto sentono odore di pecunia sono sempre in prima fila caro Freccia
EliminaNon capisci cosa Paolino?
EliminaE' un momento storico, vedremo in futuro se ci saranno vantaggi e quali saranno.
Perdona Paul:
Eliminail "money e ancora money" è solo una costatazione di come il profitto determini la storia...questo mondo funziona così...
In questo momento storico agli Usa e non solo fa molto comodo il mercato dell' Isla...tutto qui.
Il vero paradosso è nell' essere partiti dal capitalismo per arrivare dopo 50 anni di socialismo solidale nuovamente al capitalismo...
Qualche lecito dubbio rimane...
Freccia
Qualcuno sano di mente pensa che il bloqueo sarà tolto per motivi politici?
EliminaIo penso che il mercato di Cuba faceva comodo agli Stati Uniti da sempre in questi 60 anni,qualsiasi cosa si fa per denaro è ovvio,non capisco questo essere negativi se gli incontri sono per motivi economici e prima eravamo negativi perché i rapporti proprio non c erano,poi tutto questo capitalismo vedremo se arriverà perché per ora poca roba vedo rispetto il nostro vero capitalismo,come dice il nostro comandante raul è una revisione del socialismo,sono cose molto diverse dal nostro mondo.paolino.
EliminaRevisione del socialismo...
Eliminaquesta mi è piaciuta...forte il vice comandante...
sia chiaro non si tratta di essere negativi, solo sano e consapevole realismo...infatti approvo chi nel suo piccolo, e troviamo qualche esempio anche nel blog, si è messo la tavola sotto i piedi per cavalcare la nuova onda cubana...
Freccia
Ma chi è negativo?
EliminaOpinione personale
EliminaNon fallisce storicamente il Socialismo ma il suo revisionismo...
Ma lasciamo stare...
infatti Milco...domanda seria:
Eliminapuò esistere una revisione del Socialismo?
Una revisione non implica forse necessariamente una correzione, a volte distruttiva, dell' identità e della prospettiva?
Qual' è il tuo pensiero sul processo in atto a Cuba?
Freccia
A Cuba il Socialismo ha fatto quello che ha potuto non quello che ha voluto.
EliminaCredo sempre in un sistema misto, inutilmente provato nella Jugoslavia di Tito.
Lo stato sociale Socialista insieme a un'imprenditoria non selvaggia potrebbe essere una soluzione.
Era ora , ma come disse il Trap : mai dire gatto....
RispondiEliminaCerto ma mi pare che oramai siano stati fatti troppi passi per tornare indietro.
EliminaMilco condivido tutto, ma il problema principale per il popolo cubano è il bloqueo, solo se tolgono il bloqueo il popolo forse avrà una vita migliore, e dico forse....l'allentamento delle briglie fatto da Obama non porta benefici al popolo della calle, che sono le fondamenta di Cuba, e su cui si regge Cuba, ma solo ai benestanti di Cuba, questo lo sanno anche i muri, e lo confermano anche i tanti cittadini cubani che ogni giorno vengono intervistati dai vari siti, oltre ai tanti coi quali parla ognuno di noi quando è dall'altro lato del bloqueo....e sapete come la penso in merito al bloqueo....spero e prego che lo tolgano, ma la vedo molto molto difficile, almeno fino a quando i repubblicani saranno maggioranza alla Camera....si, Obama un pò ha allentato le maglie, ma non serve a nessuno, o meglio, serve solo a pochi.
RispondiEliminaBeh....se arrivano piu' turisti ci guadagna sia chi ha 6 case de renta al Vedado che la vecchina che vende i santini a La Habana vieja.
EliminaIl problema è per chi non vende santini...
EliminaVenderà altro...
EliminaSanta Fè- Spero solo che una volta andato via Obama non si trovi una scusa per proseguire a tenere le distanze, con grande gioia delle lobby dei chivatones che fanno affari sulle spalle dei loro hermanos.
RispondiEliminaOnore comunque ad Obama che prova, inutilmente, a lottare contro le case d'armi, durante questi anni si è parlato molto di Guantanamo ma gli Usa quell'avamposto non lo restituiranno MAI.
Spero in Sanders!
Io preferirei Hilary
Eliminaio sono un po' critico nei confronti di Obama in generale e lo sono anche verso questa sua visita che arriva solo alla fine del suo ultimo mandato, dopo che in due mandati ha fatto meno di quanto avrebbe dovuto ed aveva promesso verso Cuba (leggasi Guantanamo ma non solo), è una cosa simbolica (visto che ormai lui iniziative importanti non può più prenderle) degna del personaggio , visita da aggiungersi al curriculum magari per prendere un altro immeritato nobel..io non lo considero un buon presidente e lo reputo nell'anima bianco quasi come Bush. .parere mio ovvio e riconosco forse severo..concordo con l'amico S.Fe con la speranza Sanders ma dubito ce la faccia. .fortunatamente non ce la faranno neanche i due reazionari di origine cubana, fosse eletto Trump (che pare in calo però) sarebbe bel disastro credo..fermo restando che il presidente Usa è molto sensibile alle lobbies che lo sostengono e se queste ritengono Cuba un buon business anche un Trump si adeguera'
RispondiEliminaciao Milco buona giornata
Stefano
Il Presidente americano visto i costi di un elezione è poi suddito dei suoi finanziatori che possono determinarne la politica.
RispondiEliminaMigliore risposta
RispondiElimina"non è che Nixon fosse un cattivo presidente, è che quando lasciava la casa bianca il servizio d'ordine contava l'argenteria"
questo è il mitico Woody. Nel "dormiglione"
stefano
Beh....aveva fatto piazzare più cimici che in un vecchuo armadio di montagna..
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