Si e' cosi' concluso il
settimo congresso del Partito Comunista di Cuba.
Non ci sono state grosse
novita', nessuno se le aspettava, ci sono invece state alcune
conferme che non erano per nulla scontate.
Intanto e' ufficiale che
Raul nel 2018 terminera' il suo mandato, di conseguenza, come lui
stesso ha detto, questo e' stato l'ultimo congresso gestito dalla
“Generazione Historica”.
El Comandante en Jefe, a
differenza del sesto congresso, ha preso la parola per un
discorso...da grande vecchio.
Ha evitato nel suo breve
intervento, breve per uno che parlava 6 ore di fila, di entrare
troppo in considerazioni politiche che, oggi, toccano al fratello,
preferendo una disquisizione sullo stato del pianeta e su...altre
cose.
Ha elogiato, giustamente,
la Rivoluzione Sovietica, che ha rappresentato il primo atto pratico
di ribellione, andato a buon fine, delle classi meno abbienti e della
borghesia nei confronti di chi, per diritto divino, affamava il
popolo da secoli.
Ha poi, ancora una volta,
avvisato sui rischi che il pianeta corre a causa di tutto cio' che
stiamo combinando.
Sono assolutamente
daccordo.
Credo che questo pianeta,
cosi' com'e' ora, abbia i decenni contati.
Probabilmente finiro' a
guardare le margherite dalla parte della radice prima che tutto
accada, ma sono dell'idea che oramai troppi fattori concorrano per
portare l'umanita' verso la fine del suo percorso.
Siamo in troppi su questo
piccolo pianeta che non ha risorse per tutti, il 90% delle risorse
e' in mano al 10% della popolazione.
E' normale che, in
situazioni di disagio, create sempre da quel 10% il 90% disagiato
cerchi di raggiungere approdi migliori.
Non credo che sara' un
percorso lungo, non si tratta di essere pessimisti ma realisti.
Andremo incontro alla fine
del tipo di vita e di societa' come le conosciamo oggi.
Non so se sara' per una
guerra, una carestia o un virus ma accadra' e pare che non fotta
nulla a nessuno.
Significativo il
referendum sulle trivelle, situazione reale sulla salvaguardia del
nostro habitat naturale.
Ripeto, noi la sfangheremo
ma i nostri figli...non so...e questo Fidel lo dice da tempo.
Per il resto il Buro' del
Comitato Centrale ha mantenuto al vertice Raul e Machado Ventura, ma
ha fatto entrare alcune facce nuove.
Fino al 2018 le cose
resteranno come sono, poi tocchera' alle nuove generazioni politiche
cubane.
Se sara' Diaz Canel o
qualcun'altro non ci e' ancora dato di saperlo.
Si e' preferito, forse
saggiamente, in questo momento storico cosi' delicato, fare meno
cambiamenti possibili.
Cuba proseguirà nella
strada delle riforme, con ordine e disciplina, senza pericolosi
sbalzi in avanti che, storia insegna, non hanno mai portato a nulla
di buono.
Nessuno a Cuba si
aspettava qualcosa di differente, anche se rivedere ancora una volta,
per anni, le stesse facce potrebbe davvero non piacere a molti.
Col Venezuela messo come
e' messo, il Brasile nei casini, l'Argentina di nuovo in mano ai
banditi neoliberisti si e' scelto di mantenere le bocce ferme almeno
per altri 2 anni.
Sicuramente e' aperta la
successione alla Generazione Historica, gli interessi sono
tantissimi, dentro e fuori dal paese, assisteremo ( o forse non
sapremo nulla) a colpi bassi e a “guerre di successione”.
C'e' chi afferma che la
successione e' gia' avvenuta e che, oggi, Raul sia una figura
istituzionale da spendere all'exterior, ma senza grossi poteri
all'interno del paese.
E' una scuola di pensiero
che mi trova poco concorde, Raul e' a capo dei militari, dal suo
ingresso nella stanza dei bottoni, tutte le poltrone “giuste”
sono nelle mani delle divise verdognole.
Sicuramente e' l'ultima
volta che vedremo Fidel e Raul a dirigere un congresso, il tempo
passa per tutti.
El Comandante en Jefe e'
oggi un lucidissimo novantenne ma e' appunto un...novantenne.
Raul lo segue a ruota.
Vedremo cosa gli Orishas
decideranno per il futuro del grande Caimano.
M&S CASA PARTICULAR HA AGGIUNTO UNA NUOVA CASA
Non ci sarà ancora la targa, i tifosi non potranno fare selfie e foto ricordo davanti al nuovo nome dello stadio, che da troppi anni è atteso e fa correre un brivido di emozione lungo le schiene dei granata e di chiunque conosca la gloriosa storia dei campioni di capitan Mazzola.
RispondiEliminaLa cosa certa, però, è che da questa domenica il Toro giocherà nello stadio Grande Torino. Per la verità, «Olimpico Grande Torino». Il Consiglio comunale ha approvato il cambio di nome. Ieri lo ha fatto anche la Giunta guidata da Piero Fassino. Dunque, l’iter burocratico per l’intitolazione è di fatto concluso. E negli atti comunali lo stadio è già stato ribattezzato. Anche prima che la Prefettura abbia ratificato la decisione dell’amministrazione. Un atto dovuto, ma tutto burocratico, che richiederà qualche giorno, anzi qualcuno in Comune pensa qualche settimana. Ma poco importa. Si tratta solo di uno step formale.
Torino-Sassuolo, alle 15 di domenica, sarà in qualche modo una partita storica. Anche se resta da decidere dove verrà messa l’insegna di intitolazione del vecchio «comunale». L’ipotesi è la torre littoria di fianco allo stadio. Ma in quel caso dovrebbe essere interpellata la Soprintendenza. Il taglio del nastro, dunque, slitta ancora. A quando non si sa. Fassino spera prima delle elezioni.
I lavori per la ricostruzione del Filadelfia, lo stadio del Grande Torino, “stanno rispettando i tempi”. A dirlo è il presidente della Fondazione Filadelfia, Cesare Salvadori, che ha accompagnato in un sopralluogo i consiglieri della V commissione consiliare del Comune. «Per noi l’obiettivo, anche se ambizioso, è essere pronti il 17 ottobre - annuncia - o comunque per la fine dell’anno”.
RispondiEliminaLA SEMINA Nel cantiere sono visibili le prime opere di muratura e le basi delle gradinate. È in corso il drenaggio del campo, a maggio è prevista la semina del manto erboso. “Per la fine dell’estate dovremmo vedere il guscio completo”, dice Salvadori che annuncia la consegna, a breve, del progetto definitivo del museo che affiancherà il Fila. Continua intanto il crowdfunding, grazie al quale sono già stati raccolti 200 mila euro. “Dopo anni di attesa - dice il presidente della V Commissione Luca Cassiani - siamo all’atto finale che permetterà di restituire alla città un pezzo importante della sua storia”.
Forse la gente si aspettava cambiamenti. Giuseppe
RispondiEliminaSicuramente ma la carne al fuoco e' gia' troppa.
EliminaNon si e' ancora tolto el bloqueo, non si sa chi sara' il prossimo presidente americano e come si muovera' nei confronti di Cuba, l'America Latina e' un casino....non era il momento di colpi di testa.
Vedremo nel 2018
Attendere è , per ora , la miglior soluzione per Cuba.
RispondiEliminaVedremo il futuro cosa riserverà
RispondiEliminahola! sempre interessanti le considerazioni del caballo sulla situazione mondiale, le materie prime saranno ( come da sempre ) il motivo delle nuove destabilizzazioni e guerre fredde, basta vedere quello che sta accadendo sul prezzo del petrolio per paesi come Venezuela a Brasile ovvero los yanquis vogliono impiantare loro marionette ai governi per tornare a dirigere le statali petrolifere e riaffermare il potere assoluto sul continente americano.
RispondiEliminaSiamo in troppi su questio piccolo pianeta ma quelli che subiranno veramente sono i nuovi arrivati almeno in europa non preparati alla multirazziaità ed abituati a vivere ancora troppo oltre le proprie possibilità, ma chi ci pensa? meglio schiacciare un pò la tastiera dello smart phone.
D'altronde il mantra è solo uno consumare il più possibile, i potenti del mondo decisero così da yalta in avanti e nessun muro è riuscito a resistergli.
Riguardo il potere sulla isla tutto sarà deciso come avviene dal 1/1/1959 dall'esercito, i nomi e le azioni sono già scritte ma usciranno al momento che loro riterranno opportuno. Intanto il cubano fa quello che gli riesce meglio ossia aspettare ed inventare. Ai giovani non frega nulla del cambio politico vogliono solo più benessere consumistico oppure emigrare.
Vado off topic a quando le case su Guanabo o playa del este?
chao Enrico
Le prossime guerre saranno per l'acqua.
EliminaLe case di Guanabo....quando Simone avrà il tempo di inserirle.
Ricordo che ci dedichiamo a questo...quando faticosamente cresce un pò di tempo.
Nel weekend saranno tutte inserite.
EliminaPurtroppo non ne abbiamo ancora a Santa Maria. Enrico per caso riesci a girarmi l'indirizzo email di una delle tue?
Simone
eccola
Eliminargomez55@nauta.cu
chao Enrico
grazie
Elimina"Pronto seré ya como todos los demás, a todos nos llegará nuestro turno."
RispondiElimina'A livella, come diceva Totò.
Totò aveva sempre ragione.....a prescindere.
EliminaParole sante del nostro comandante,per il resto il 2018 dietro l angolo ormai.....
RispondiEliminaIn 2 anni possono succedere tante cose...
RispondiEliminaIo credo, assolutamente pensiero personale, vediamo se nei prossimi due anni saranno ancora gli stessi a decidere per Cuba. Le cose sono molto critiche e la gente non ha più molta pazienza.L' immigrazione ora mai è a livelli insostenibili. I problemi con Panama, Costa Rica, lo stesso Nicaragua, per la fortissima emigrazione cubana, si stanno facendo sentire. Un brutto campanello d' allarme. Beppe.
EliminaI problemi con quei paesi non dipendono da Cuba...
EliminaI problemi li stanno creando i migranti cubani. Arriviamo a numeri enormi oltre i 10.000 persone. Questi paesi non ne vogliono più. Cuba non li sta riportando a casa. I problemi sono enormi, e sia Mercosur che ALADI, stanno prendendo decisioni in merito. Cuba insiste che è colpa della Ley ajuste, ma questo funziona per la propaganda, ma nei fatti reali Cuba deve organizzare il rimpatrio, cosa che non sta facendo. Beppe.
EliminaMa da quanti anni è che i cubani vanno all estero per lasciare Cuba?tanti,ma tanti,non vedo il campanello d allarme qual è visto che sono 60 anni che emigrano,normale che si emigra da paesi poveri.
EliminaIl numero è esploso perché sanno che fra pochi mesi la fiesta se acaba.
EliminaTogli ley de ajuste e piè seco e vedi come il probla si risolve.
RispondiEliminaSolo ai cubani è concesso asilo appena mettono piede.
Sono d accordo in pieno con te milco,togliere quella stupida legge poi vedrai che si dimezzano gli emigranti,è una certezza.
EliminaHo letto che Raul ha dichiarato che il potere passerà a suo figlio, e non mi meraviglierei se accadesse...è troppo dura mollare l'o$$o caro Milco, facendo "beneficenza" in caso di passaggio di potere agli altri.
RispondiEliminaSuo figlio?
EliminaDove lo hai letto?
Su diversi siti intrernet
EliminaE' un po' generico....
EliminaComunque e' una cazzata, Cuba non e' la Corea del nord.
Nota a margine
RispondiEliminaOggi La regina Elisabetta ne fa 90
Mai fatto un cazzo tutta la vita eppure nessuno la etichetta come rincoglionita...
Mente lucida come il comandante.
Eliminain realtà raul castro uscirà di scena nel 2018 come presidente del consiglio di stato,l'organo legislativo che sostituisce l'assemblea popolare quando non è in carica. Come primo segretario del pcc, il partito che secondo l'art. 5 della costituzione cubana guida lo stato,lo farà solo nel 2021, sempre se, ovviamente, dovesse vivere fino ad allora, avendo oggi 85 anni.La notizia,infine, secondo cui il posto di raul castro sarà preso dal figlio, è destituita di ogni fondamento.
RispondiEliminaCredo che fra un paio di anni inizierà una nuova era.
RispondiElimina