Forse ci siamo.
Dico forse perche' gia' un
paio di volte tutto faceva pensare che fossimo vicini alla
conclusione della faccenda, entrambe le volte la cosa era finita in
cavalleria.
Parlo della moneta unica a
Cuba.
Forse, e dico forse, per
fine anno dovremo esserci, il cuc passera' a miglior vita e ci
troveremo a combattere col cup, la loro moneda nacional.
Lo ha accennato Raul, ma
in tutta sincerita' ci credero' soltanto quando il provvedimento
sara' messo in campo.
Forse e' il caso di fare
un piccolo riassunto delle nostre avventure, e disavventure, con la
valuta a Cuba.
Quando, nel 2000, ho messo
per la prima volta il piede sull'isola c'era la Mn, ma sopratutto
tutto quanto ruotava attorno al dollaro americano.
Da noi avevamo la Lira,
oggi cosi' tanto rimpianta, ma la cui eliminazione, a noi italiani
viaggiatori, ha consentito di risparmiare un discreto numero di
quattrini.
Ricordo che per il primo
viaggio cambiai la Lira col dollaro a 2500 e rotti, un bel bagno di
sangue.
In pratica una notte in
casa de renta a Cuba costava 50 mila lire, i 26/27 cuc attuali, quasi
17 anni fa.....un discreto bagno di sangue.
A Cuba, come dicevo,
girava tutto attorno alla divisa statunitense, la compravo in banca
da noi, prenotandola giorni prima, arrivavo a Cuba che ero a posto
per tutta la vacanza.
Esisteva la MN, ma per noi
turisti era poco piu' che carta straccia.
Non ho una grande
nostalgia, economicamente parlando, di quei periodi.
Fidel decise che non era
dignitoso, per Cuba e la sua Rivoluzione, continuare a utilizzare la
divisa del grande nemico del nord, si invento' il peso convertibile,
il cuc.
Ricordo gli ultimi giorni
del dollaro in giro per Las Tunas, tutti cercavano di sbarazzarsene,
prima che finisse a 0,80, oppure di imboscarlo in attesa di tempi
migliori.
Molti pensavano che il cuc
non sarebbe durato, invece ce lo ritroviamo fra i piedi ancora oggi.
Piano piano, iniziando a
fare una vita diversa da quella del normale turista, ho iniziato a
prendere confidenza col cup, che oggi viene accettato in tutte le
tiendas esattamente come il cuc.
Ho iniziato a cambiare
sempre piu' spesso con questa divisa, che veniva accettata nei
mercati e dai venditori della calle meglio che quell'invento del cuc.
In fondo i salari sono
sempre stati corrisposti in cup, la divisa con la quale la gente
continua ad avere piu' dimestichezza....el “dinero cubano”.
Ora pare che il cuc
scompaia a fine 2016, cambieremo i nostri euro in cup, sono curioso
di vedere a che cambio certo come sono che riusciranno, in qualche
modo, a fotterci anche questa volta.
Pare che abbiano messo in
circolazione banconote di tagli maggiori ma saremo comunque
destinati, quando cambieremo 1000, 2000 euro ad andare in giro con la
borsa piena di banconote un po' come in Germania durante la
repubblica di Weimar.
Di eliminazione del cuc si
parla da oltre 2 anni, pare che ci siano state, e ancora ci sono,
difficolta' per tutte le aziende, le imprese, i negozi per modificare
la loro contabilita'.
Tutto un sistema, che si
basava sulla doppia moneta, dovra' riconvertirsi, finalmente, ad una
moneta unica.
Questa faccenda di girare
con la doppia moneta e' una cosa solo cubana, non mi risulta che
nessuna altra nazione al mondo abbia un problema simile.
Ripeto, chissa' che cambio
ci faranno?
Oggi in banca, ma anche
dai cambiavaluta por la calle, ti danno 24 pesos per un cuc, anche se
fra di loro il cambio e' a 25 ed e' su questa cifra che solitamente
si fanno i raffronti.
Alla fine, per noi, non
cambieranno molte cose, dovremo andare in giro col rigonfiamento
nella tasche, qualche fanciulla equivochera' pensando che siamo
contenti di vederla, ma i cambi si limiteranno a questo.
Chissa' quanti turisti al
primo viaggio sono stati inchiappettati con la doppia moneta, quanti
20 pesos sono stati rifilati in cambio dei 20 cuc....ci sarebbero da
scrivere altri libri amici miei.
M&S CASA PARTICULAR HA AGGIUNTO UNA CASA
I CINESI....DAL BLOG MINUTO 78.
RispondiElimina5 ottobre 2016, l’Associazione Calcio Pavia viene dichiarata fallita per la quarta volta nel corso della sua centenaria storia. Questa volta però è diverso. Sebbene le ragioni del fallimento siano le stesse del passato (assenza di risorse per l’iscrizione al campionato e pendenze nei confronti dei dipendenti e dei giocatori), il percorso che ha portato ad esso è senza dubbio un inedito.
Estate 2014, il Pavia è sull’orlo del fallimento. Il patron Pierlorenzo Zanchi decide di vendere il club all’imprenditore cinese Xiao Dong Zhu, proprietario del fondo d’investimento Pingy Shangai Investment operante nel Belpaese attraverso la società Agenzia per l’Italia, il quale salva la società accollandosi i debiti della precedente gestione per più di un milione di euro. L’iscrizione al campionato di Lega Pro – concluso in ultima posizione l’anno precedente senza tuttavia scendere di categoria per il blocco delle retrocessioni – viene effettuata. Il Pavia è ufficialmente salvo dal fallimento, almeno per questa stagione. La nuova proprietà si presenta ai tifosi e alla città nel migliore dei modi: promette una programmazione che preveda il doppio salto di categoria nel giro di qualche anno; la costruzione di un nuovo stadio da 20 mila posti e la creazione di una Accademy per formare allenatori e giocatori provenienti dalla Cina. Sulle sponde del Ticino anche i risultati iniziano ad intravedersi: la stagione si conclude contro il Matera al primo turno di playoff, dopo essersi classificati terzi nel corso del campionato. La nuova stagione (2015-2016), che per i tifosi e per la società avrebbe dovuto essere quella della promozione in Serie B, si trasforma invece in quella del fallimento. Ad aprile, la sconfitta con l’Alessandria sancisce il definitivo addio alla cadetteria ed il conseguente disimpegno di Zhu: gli stipendi ai calciatori e soprattutto ai dipendenti non vengono corrisposti, il presidente è sempre meno presente ed a fine giugno chiude per morosità anche “Casa Pavia”, aperta nel centro storico della città appena 38 giorni prima. Da questo momento in avanti è la fine per il Pavia: il vicepresidente Qiangming Wang latita, il presidente Zhu annuncia di voler vendere attraverso un video su Facebook. Il futuro della società assume contorni grotteschi: il club viene prima affidato all’interprete Luna Zheng, successivamente, dopo essere stato in procinto di essere venduto ad Abele Lanzanova, amministratore delegato di uno degli sponsor della società poi condannato per riciclaggio, viene comprato per un euro dall’imprenditore Alessandro Nucilli, noto alla cronaca per aver tentato di comprare il Siena sotto falso nome. La tifoseria, a ben vedere, è contraria alla nuova proprietà visti i precedenti del presidente. Nucilli, come prevedibile, non iscrive la squadra al campionato di Lega Pro sancendone il fallimento.
Per fortuna dei tifosi il Pavia, e la sua storia, non vengono lasciati scivolare nell’oblio. Il Comune per evitare che il calcio sparisca dalla città costituisce il Football Club Pavia 1911 società sportiva dilettantistica, ripartendo dal campionato di Eccellenza.
RispondiEliminaQual è la novità rispetto al passato? La proprietà, o meglio il fondo di investimento, è straniera, o meglio cinese. Per noi, per cui il padrone non ha nazione, il fatto che l’azionista di maggioranza provenga dall’estero non rappresenta un elemento di discussione in sé. L’elemento che invece stimola un’attenta riflessione sul fallimento del Pavia è l’immagine che il calcio veicola nel mondo, in particolare nei paesi dove ancora questo sport non è un fenomeno di massa. Ci spieghiamo meglio. Per quale motivo un fondo di investimento cinese dovrebbe investire in una società come il Pavia? La domanda potrebbe essere generale ed avere la stessa risposta: perché un fondo di investimento dovrebbe investire nel calcio? Semplice, per un ritorno economico maggiore rispetto ad altri investimenti, né più né meno. Il calcio, in particolar modo quello europeo, è divenuto uno spettacolo non nell’accezione positiva del termine, ma in quella negativa: una macchina da soldi. Le milionarie tournée dei club europei in giro per il mondo lo dimostrano. Se da un lato, aiutano la diffusione di questo fantastico sport, dall’altro facilitano la percezione del rettangolo da gioco come un mero prodotto commerciale.
Il caso del fallimento del Pavia è l’esempio innegabile di come una squadra di calcio possa considerarsi una semplice diversificazione degli investimenti, ed essere trattata come tale. Sulle sponde del Ticino la proprietà cinese approda con grandi obiettivi. Quelli sportivi, almeno dalle parole con le quali si presentano alla città e ai tifosi, sembrano sin da subito secondari, nonostante i proclami rituali ed i primi risultati positivi. Partiamo dalla collocazione geografica della città. Pavia come affermato dal vicepresidente Wang, è situata dal punto di vista economico-commerciale «in una zona strategica tra Milano e Genova», a pochi km dal capoluogo lombardo. Anche l’orizzonte temporale assume un significato in questa vicenda: siamo ad un anno dall’Expo, fonte di speculazione finanziaria ed edilizia. Al riguardo, sono emblematiche le parole dell’ex calciatore pavese Dario Biasi: «[abbiamo avuto] l’idea che fossero qui solo per Expo». Oltre al progetto di trasformare la città lombarda in una meta per centinaia di migliaia di turisti cinesi, durante la presentazione è stato più volte fatto riferimento a settori come quello sanitario ed enologico, nonché all’Università di Pavia, con la quale la società ha poi stipulato un accordo per l’apertura dell’Accademy. L’acquisto del Pavia non deve considerarsi soltanto come interesse per il know-how nei settori strategici sopraelencati, ma anche come apripista per le altre attività del fondo in Italia. Non a caso, il presidente Zhu è impegnato a Milano nella realizzazione del complesso edilizio “Giardini d’inverno”, un investimento da centinaia di milioni di euro in competizione con il più noto “Bosco verticale”. Dal quadro dipinto è facile trarre la conclusione che il calcio per Zhu e per il suo fondo di investimento è stato uno strumento per ampliare la piattaforma di affari e per allacciare le cosiddette pubblic relation, leggasi allacci politici.
Infine, si potrebbe aprire una parentesi sulle risorse impiegate nel Pavia, la cui origine, come denunciato anche dall’ex direttore Massimo Londrosi (poi rientrato in società dopo il fallimento), sembra essere di provenienza incerta, ma questo non è il luogo adatto per discuterne, né nostro interesse farlo.
RispondiEliminaUn discorso invece che necessariamente va affrontato è relativo alla gestione tecnica del Pavia. La nuova proprietà, sia per la mancanza di competenze in materia sia per le difficoltà di garantire una presenza costante, ha delegato la gestione tecnica ad una dirigenza completamente ‘made in Italy’. Il video con la quale il presidente Zhu abbandona il Pavia alla sua sorte rivela come questa sia stata un scelta sbagliata. La dirigenza è accusata di essersi approfittata delle risorse cinesi, voci non del tutto prive di fondamento poiché la squadra vedeva la presenza di contratti fuori categoria. In più, sono state prese decisioni tecniche rivedibili come la sostituzione alla penultima giornata dell’allenatore Riccardo Maspero, che aveva condotto la squadra ai playoff, con Giovanni Vavassori, assente da anni dal calcio giocato. A questo, si aggiunge la rimozione di Londrosi e il suo avvicendamento con Nicola Bignotti, il quale si è fatto notare non per il suo operato, ma per le dichiarazioni nei confronti di alcuni calciatori che, a suo modo di vedere, dovrebbero essere «sciolti nell’acido». Come si può notare, anche la parte italiana condivide delle responsabilità nella vicenda.
La narrazione del fallimento è stata incentrata seguendo alcune linee interpretative semplicistiche, per non dire populiste. In primo luogo, la luce dei riflettori si è accesa su una ‘provinciale’ poiché le due squadre meneghine di recente sono diventate, o diventeranno, di proprietà cinese, stimolando quindi facili ed impropri parallelismi. In secondo luogo, la ‘notizia’ non è il fallimento in sé, piuttosto il fatto che sia stata causato da una proprietà cinese. Come se per i tifosi, per la città e per i dipendenti il risultato sarebbe cambiato nel caso in cui la proprietà fosse stata italiana. Come se il mancato ritorno economico, in termini di abbonamenti, merchandising, sponsor, diritti televisivi, risultati sportivi non avesse avuto alcun peso. In realtà, si è preferito descrivere i cinesi come coloni, non dicendo che – seppur con qualche sporadica e ‘sceicca’ eccezione – investire nel calcio non avviene più per passione, ma soprattutto per fare esclusivamente soldi. In questo, i primi a rimetterci sono i tifosi, non più tali, ma divenuti clienti del grande spettacolo che corre verso l’istituzionalizzazione, più di quanto non lo facciano già la disponibilità di risorse, della divisione tra squadre e superclub. Metafora di quello che avviene nel nostro sistema capitalistico: poveri sempre più poveri, ricchi sempre più ricchi.
RispondiEliminaConcludendo, il fallimento del Pavia, e di converso, la rappresentazione che il calcio odierno dà di sé al mondo è oramai lontana dalle sue origini. Non più uno sport popolare, attaccato gelosamente al territorio e ai suoi valori, ma uno sport dove il singolo è elevato a divinità ed anteposto alla squadra, ormai assunta ad impresa. A far da padroni sono i soldi, pardon il business. E se l’investimento non è redditizio, le risorse vengono dirottate su settori più produttivi, a discapito di tutto ciò che gravita, in termini sociali, intorno ad esso.
Questa è la chiave di lettura del fallimento del Pavia: un investimento andato male.
Storia simile a quella di Hong Kong. Ci abitai per 9 mesi con i miei genitori nel lontano 1988. All'epoca c'era la doppia moneta Hong Kong dollar e Yuan cinese. Nei mercati compravi con la moneta povera. Nei centri commerciali e grandi hotel (dove i cinesi non entravano) in dollari. Nel 1997 tornarono ad essere sotto la sovranità cinese dopo anni di protettorato britannico e decisero di mantenere la loro moneta. Chiaramente il dollaro di Hong Kong vale un po' di più di Yuan e Peso Cubano...
RispondiEliminaSimone M&S
Simone riguardo tuoi commenti di ieri...sappi che ti capisco...per questo non ho MAI valutato seriamente di trasferirmi sulľ Isla Grande...
EliminaSoprattutto problema che definisco CUBANIA per me é insormontabile...ad oggi...
Sempre vigili ed attenti vediamo se ci saranno sviluppi...
Freccia
Interessante similitudine.
RispondiEliminaForse non tutti sanno che la colonia britannica voleva essere restituita ai cinesi gia' molti anni prima ma la Repubblica Popolare, come gia' accadde con Macao, si prese i suoi tempi e detto' lei l'agenda di restituzione.
Ne parla chiaramente Terzani nel suo libro "In Asia".
Copiato integralmente da Wikipedia ... leggere attentamente le ultime righe p.f. ....si stenta a crederci :-)
RispondiEliminaIl peso cubano convertibile (codice ISO 4217: CUC — talvolta si trova invece CUC$) (chiamato informalmente chavito), è una delle due valute ufficiali di Cuba; l'altra è il peso cubano. Questa valuta ha avuto un uso limitato fino agli anni 1990 quando era cambiato allo stesso valore del dollaro statunitense. L'8 novembre 2004 il dollaro cessò di essere accettato nei negozi cubani e di conseguenza il peso convertibile rimase l'unica moneta utilizzabile in molti affari cubani. Ufficialmente è cambiabile solo a Cuba ed ha un rapporto fisso con il dollaro statunitense di 1 CUC = 1.08 USD. Le monete in circolazione sono da 1, 5, 10, 25, e 50 centavos e da 1, e 5 peso. Le monete da un centavo sono state introdotte nel 2001 e la moneta da 5 pesos è rara. Le banconote in circolazione sono da 1, 3, 5, 10 20, 50 e 100 peso convertible. Il peso convertibile è, con il suo cambio fisso, la tredicesima moneta di maggior valore nel mondo, il peso di maggior valore e la seconda moneta come valore delle Americhe.
Ma che cazzo dicono.....?
RispondiEliminamilco per me la storia dell' eliminazione del cuc è una chiavica per il cubano e per lo yuma vamos a ver ciccio simone il romagnolo
RispondiEliminahola! si parla di cambio 1 cuc per 15 cup per tutelare la maggior parte della popolazione che non ha accesso alla divisa. Penso che negli anni questa doppia circolazione abbia creato solo casini sia a livello contabile che a livello di disparità tra la gente quelli che avevano il cuc erano quelli a contatto con il turista ora anche cuentapropistas che potevano comprare nelle tiendas en moneda dura mentre il resto statali. E' un passo per diventare un paese normale almeno di facciata. Già mi immagino il casino con la vuelta e se non vigiliano bene altro che iperinflazione stile rep weimar . Comunque un altro buon motivo per non avanzare nulla nella prossima vacanza ja ja ja chao Enrico
RispondiEliminaUn cambio a 15 è una bella inchiappettata...
EliminaOggi un euro vale circa 27 pesos cubani.....vediamo cosa si inventano...
RispondiEliminaPenso che, avendo il CUC un cambio fisso mentre le altre monete lo hanno variabile, ha un valore nominale molto alto.
RispondiEliminaPerò non così alto....
EliminaPer quale motivo tolgono il cuc? Anche se entrambe le monete no sirvono, non sarebbe meglio togliere la MN?
RispondiEliminaPerché no sirvono?
EliminaNelle tiendas con cosa paghi? Giuseppe
Giuseppe no sirvono perchè valgono solo a Cuba, e fuori Cuba sono carta straccia.
EliminaHo capito ma a te i cuc e i cup, quando non sei a Cuba a cosa servono? Giuseppe
EliminaIl peso è storicamwnte la loro moneta.
RispondiEliminaIl cuc un invento nato per rottamare il dollaro.
Un cambio così alto rispetto al dollaro dovrebbe rispecchiare un'economia tipo quella europea. Quella cubana è ben lontana!!! Per questo il CUC è un invento!!
RispondiEliminaIl cuc credo sia nato più per motivi politici che economici.
RispondiEliminaIl cuc nasce ad inizio anni 90 prima della rottamazione del dollaro per motivi finanziari ovvero sostenere il capitale straniero di cui Cuba aveva impellente bisogno tutelandone la forza...dopo che per decenni ľ economia era stata di tipo parassitario e fondata sui sussidi sovietici...
EliminaIn un secondo momento anche per motivi politici ma nuovamente per necessità il cuc sostituisce il dollaro per rastrellare moneta forte...applicando addirittura una tassazione di 10 punti.
Si genera così una situazione impari che accentua in modo ancor più evidente le differenze sociali...tra una ridotta cerchia di cubani ed il resto del popolo...
Maaa non é poi quello che senza la doppia moneta succede da noi...
La spending review e relative misure austerità dopo tutto potrebbero essere un periodo especial 2.0...
Vamos a ver que pasa...
Freccia
In effetti....
EliminaDiciamo anche che a Fidel non piaceva troppo veder girare il dollaro in casa.
il cuc ha sostituito il dollaro per questioni politiche, è ovvio, ma l'esigenza della doppia moneta, dollaro o cuc, è nata per abbattere l'inflazione che era arrivata al 200% nei primi anni 90.Grazie alle tiendas, in cui i prezzi sono occidentali, i dollari in gran parte non entravano nella società cubana, andavano direttamennte nelle casse dello stato, evitando di aumentare la massa monetaria in circolazione. La doppia moneta con cui si pagava nelle tiendas, inoltre, drenava la massa monetaria in cup e la riduceva. Anche grazie a questo espediente si è passati da 200% di inflazione a qualche punto l'anno.
EliminaAnche ora che i cubani possono acquistare nelle tiendas con i pesos, i prezzi dei beni sono alti, proprio per racimolare quanti piu' pesos possibili ed impedire che la inflazione possa aumentare al di fuori delle tiendas.
Insomma il governo cubano è esperto nel combattere la iperinflazione.Per questo motivo per anni i salari dei cubani sono stati molto bassi.
Ipotesi assolutamente attendibile
EliminaSalve! Spero di poter avere chiarimenti in merito all'abolizione del CUC. Torno ora da Cuba con quasi 120 CUC in tasca. A gennaio prossimo sarò di nuovo all'HAVANA. Mi sarà permesso cambiare il denaro fuori corso in MN??? Grazie
RispondiEliminaSuppongo che ci sarà un periodo di alcuni mesi in cui consentiranno il cambio a decorose condizioni
RispondiEliminaA prescindere dalla possibile riforma monetaria sarebbe opportuno ricordare da chi come me ha conosciuto Cuba da quasi 20 anni cosa ha sofferto la popolazione cubana quando fu deciso per ben due volte di mettere al bando il dollaro. Nei successivi 6/8 mesi furono incarcerati oltre 3500 persone solo perché ancora detenevano qualche dollaro nascosto in casa. Un passaggio molto brutto nella storia politico sociale del paese.
RispondiEliminaChi come te....chi?
RispondiEliminaNon anonimo grazie
Ciao Milco, prima di tutto grazie per aver inserito nel tuo Blog il link della mia pizzeria haha sei un grande!!! Seconda cosa, avete fatto bene ad inserire la Casa Colonial La Terrazza...la conosco, ho conosciuto i proprietari (sempre che siano gli stessi, parlo del 2014) purtoppo non ho dormito n quella casa perchè le camere erano già occupate ma ci ho cenato, un mio amico italiano occupava una camera con sua moglie cubana...mi trovarono una camera in una casa particular a 100 metri di distanza meno bella ma mi son trovato comunque bene. Se ricordo bene le camere per i turisti erano tre e non due come avete scritto sul sito ma magari hanno modificato la casa o si sono tenuti una camera in più per loro...Alessio
RispondiEliminaNoi riportiamo quello che i proprietari ci comunicano....
RispondiEliminaAuguroni por el negocio
stando così le cose sarà difficile dire alle fanciulle che si è a corto di dinero. P68
RispondiEliminaDipende da quanto prima si è pisciato fuori dal vaso.
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