Il buon Obama, pur nel
rispetto del suo ruolo e dei sottili equilibri che le prossime
elezioni gli impongono, nei primi due giorni a Cuba, tutto sommato,
non se l'era cavata male.
Lo scivolone se lo e'
andato a cercare durante la sua “conferenza” tenuta al teatro
Alicia Alonso de La Habana.
Di fronte a una platea
formata da pochi cubani e molti diplomatici, con Raul e i suoi
appollaiati nel loggione, il presidente americano ha disquisito sui
massimi sistemi.
Ha iniziato affermando che
il bloqueo deve essere tolto perche'...non ha funzionato.
Badate bene, non perche'
e' un'atto criminale che ha fatto morire tanti cubani, una vergogna
per il genere umano, condannato da tutti i paesi al mondo.
No, nulla di tutto questo,
andrebbe tolto perche'...non ha funzionato.
Se funzionava allora non
saremo qua', oggi, a fare certi discorsi.
Altra affermazione che non
stava ne' in cielo ne' in terra e' stata quella riguardante il fatto
che “si sono commessi errori da entrambe le parti, ma oggi e' una
nuova era, un new deal, bisogna guardare avanti dimenticandosi del
passato”.
Cioe' zero a zero e palla
al centro.
Mettere sullo stesso piano
gli errori della Rivoluzione con i crimini commessi dagli Usa in
questi decenni vorrebbe dire azzerare tutto.
Un po' come mettere sullo
stesso piano i repubblichini di Salo' e i Partigiani, i Vietcong e i
burattini di Thieu, Berlinguer e Andreotti e via discorrendo.
La Rivoluzione ha
sicuramente commesso degli errori, ma vogliamo paragonarli con la
baia dei porci, Posada Carriles, le decine di attentati, i martiri di
Barbados, Di Celmo e tutte le centinaia di cubani uccisi in atti
terroristici pagati e organizzati dalla Cia e dal dipartimento di
stato americano?
Questi sono fatti e non
opinioni del Cantastorie.
Quindi va bene guardare
avanti, ma il valore della memoria non deve mai essere messo da
parte, tanto meno fare finta che certi fatti non siano mai accaduti.
Obama poi, a nome del suo
paese, si e' eretto a paladino della liberta' e della democrazia.
Allora a questo punto vale
tutto.
Se gli Usa sono un'esempio
di democrazia allora il nostro celestino e' uno statista, gli emiri
hanno il poster di Candreva in casa, Libidine il migliore allenatore
al mondo, gli arbitri danneggiano la seconda squadra di Torino e
Cicciolina e' vergine.
Ricordo che negli Usa vota
meno del 50% degli aventi diritto, questo vuol dire che Obama governa
col voto di poco piu' di un americano su 4.
Il presidente americano si
e' vantato che la democrazia americana ha consentito l'elezione di un
afroamericano e che, nel suo partito, la nomination e' contesa da una
donna e un “socialista”.
Si e' dimenticato di dire
che la donna e il socialista stanno spendendo centinaia di milioni di
dollari in campagna elettorale, soldi che qualcuno ha elargito e che
si aspetta di recuperare una volta che il proprio cavallo ha tagliato
per primo il traguardo.
Quindi prima di dire che
il futuro di Cuba deve essere in mano al popolo cubano, dovrebbe
chiedersi se davvero il futuro degli Stati Uniti sia in mano al
popolo americano.
Chi da decenni ricopre il
ruolo di gendarme nel mondo, non puo' dare lezioni di democrazia.
Alla fine del sermone ci
sono stati applausi per Obama ma anche e sopratutto per Raul,
presente in galleria ad ascoltare col suo stato maggiore.
Un discorso tutto sommato
deludente, nessuna critica sul passato esattamente come e' avvenuto
qualche giorno dopo in Argentina, che Macri sta' spingendo nel
baratro.
Obama non ha fatto
menzione dei 400 milioni di dollari che il dipartimento di stato Usa
ha elargito alla giunta militare fascista, durante gli anni di
dittatura.
Ha solo promesso
di...aprire gli archivi segreti, dove chissa quanti dossier
riguardanti 30 mila desaparecidos, molti dei quali di origine
italiana, sono stati ben nascorsi in questi decenni.
CONTINUA....