L'altro giorno leggevo un
interessante ed inquietante articolo su La
Stampa, riguardante le disabilita' e tutto cio' che comporta nel nostro
paese.
In Italia, secondo l'Istat,
abbiamo 3 milioni e 200 mila disabili.
Mi sembrano troppi, cosi' come
trovo abnorme che in ogni via di ogni citta', fosse anche lunga 20 metri, ci
siano almeno 3 parcheggi per i disabili.
Il rischio concreto e' di
sprecare risorse per dei truffatori ciarlatani, lasciandone senza chi, davvero,
ne avrebbe bisogno.
Di questi 3 milioni e passa la
maggior parte sono anziani, le donne sono il doppio degli uomini.
Quasi 2 milioni sono le persone
con limitazioni nelle attività quotidiane, difficoltà nel vestirsi o
spogliarsi, lavarsi mani, viso, o corpo, tagliare il cibo e mangiare. 1 milione
500 mila ha limitazioni di tipo motorio, 900 mila difficoltà nella sfera della
comunicazione, nel vedere, sentire o parlare. La situazione peggiore riguarda
però, 1 milione 400 mila persone costrette a stare a letto, su una sedia o a
rimanere confinate nella propria abitazione, specie tra gli ultraottantenni e
le donne.
Nella metà dei casi i disabili
hanno risorse scarse o insufficienti. Inoltre un terzo dei laureati disabili è
confinato nella propria abitazione, contro la metà delle persone disabili con
al massimo la licenza media. Non c’è da meravigliarsi, i disabili sono
particolarmente svantaggiati da un punto di vista economico, per due motivi
fondamentali: da un lato perché le loro condizioni di salute rendono difficile
disporre di un reddito, o di un reddito adeguato, dall’altro perchè necessitano
di più reddito dei non disabili, per soddisfare i loro bisogni basilari o
comunque per raggiungere una analoga situazione di benessere. Il welfare, i
servizi di assistenza pubblica, dovrebbero contribuire a colmare questo gap tra
disabili e non disabili, ma generalmente è la famiglia la principale, se non
l’unica, risorsa sulla quale i disabili possono contare. Non sono poche le
famiglie in cui vive almeno un disabile, l’11,4% in maggioranza con persone che
possono farsi carico almeno in parte della cura. Ma nel 40% il disabile vive
solo e nel 6% con altre persone con limitazioni funzionali. In questi casi,
purtroppo, i servizi non riescono a sopperire.
Quindi o c'e' la famiglia che
si fa carico della cosa o e' un bel casino.
Frequento la pista di atletica
di Las Tunas, quasi ogni giorno vedo gruppi di disabili impegnati in attivita'
sportive, seguite da istruttori e allenatori qualificati.
In particolare ricordo, a novembre,
un'allenamento particolarmente intenso sul lancio del giavellotto, eseguito da
un gruppo di disabili con differenti problematiche.
Spesso incontro gruppi in
carrozzella che si allenano in qualche altra specialita' dei lanci.
Lo stato cubano si fa carico,
en toto, di queste persone, sotto ogni punto di vista.
Qualcuno affermava che, se
proprio devi nascere povero....beh e' meglio che questo accada a Cuba rispetto
a quasi ogni altro paese del mondo.
Aggiungerei anche che se nasci
o diventi disabile, tutto sommato e' meglio che accada nella maggiore del Caribe
piuttosto che altrove.
Certo se da noi hai una
famiglia danarosa, puoi avvalerti dei consulti dei migliori professoroni o puoi
salire su un aereo e andare, nel mondo ,dove ce ne sono di ancora piu' bravi.
Ma se nasci con risorse
economiche limitate oramai non c'e' piu' uno stato che si occupi di te.
A Cuba non accade, il
Socialismo, pur con tutti i suoi difetti e le sue deviazioni, continua a
garantire i servizi basici a tutta la popolazione, sopratutto quella parte di
popolazione che non e' stata particolarmente baciata dalla dea bendata come,
appunto, i disabili.
Uno stato degno di questo
nome, non abbandona i suoi figli piu' sfortunati, da noi sta' accadendo, a Cuba
no.
Gia' solo per questo e' valsa
la pena fare una Rivoluzione.
M&S CASA PARTICULAR HA AGGIUNTO UNA CASA
Erano le 8,30 del mattino di venerdì scorso e Yunieski Marcos fumava una sigaretta sotto il portico della casa di suo cugino a Westchester, un sobborgo di Miami, ondeggiando su una rustica sedia a dondolo. Roberto, il cugino, era andato a portare suo figlio a scuola. Yunieski indossava una camicia Calvin Klein nuova, jeans aderenti e un braccialetto di perline verdi e gialle fatto da un santero nella sua città natale di Cuba, Camagüey. "Io sono figlio di Eleguá, il dio che apre le strade", ha detto.
RispondiEliminaUna settimana prima, Yunieski Marcos, 33 anni, era stato benedetto da un miracolo statistico. Delle decine di migliaia di cubani arrivati nel corso degli anni alla dogana di Laredo, lui e suo figlio di sette anni, Kevin, sono stati gli ultimi a cui hanno permesso di entrare senza visto da quel luogo di ingresso negli Stati Uniti. Era il 12 gennaio, il giorno in cui è stato annunciata la fine della politica detta dei "piedi asciutti-piedi bagnati", che consentiva di accogliere i cubani irregolari.
Dopo pochi minuti, il cugino è tornato a bordo di una golf-car. Ha battuto sonoramente la mano su quella di Yunieski e ha esclamato: "L'ultimo dei Mohicani!".
Yunieski è nato a Cuba, ma fu concepito mesi prima a Ostrava, nella ex Cecoslovacchia comunista. I suoi genitori, cubani, erano stati mandati lì per un periodo di formazione. Al telefono da Camagüey, sua madre gli ha detto di avergli messo quel nome "perché mia sorella ha partorito per prima e ha chiamato i suoi Yoel e Yoandi, così mi sono inventata un nome che cominciasse con la ipsilon". Suo padre lavorava nell'acciaieria di Ostrava.
- Tesoro, è già venuto il tuo amico ad aggiustarmi la lavatrice - ha detto la madre a conclusione della telefonata.
- Perfetto, mamma - le ha risposto.
- Hai sentito? Mi ha già aggiustato la lavatrice, è venuto subito.
- Sì, mamma.
- Un bacio, amore mio.
- Un bacio, mamma. Ti voglio bene.
- Va bene, figlio mio. Va bene. Sono lontana da voi, ma sto bene.
Se Yunieski e Kevin fossero arrivati all'ufficio della dogana un'ora dopo, sarebbero rimasti sulla soglia degli Stati Uniti, come tantissimi cubani che da quel giorno sono bloccati al confine con il Messico, in Centroamerica, in Sudamerica o nella stessa Cuba: tutto era pronto per emigrare e la notizia del 12 li ha bloccati lì, pietrificati.
Nel suo paese, Yunieski faceva l'elettrotecnico. La madre di suo figlio, da cui si è separato, era emigrata negli Stati Uniti un anno prima. Dopo una fase dedicata a produrre i documenti necessari, che lui definisce "una sorta di olimpiade", ha ottenuto un visto per il Messico ed è volato lì con il figlio l'11 gennaio. Appena arrivati, hanno fatto i loro primi acquisti fuori da Cuba. Un telefono e un'asta per i selfie. Lo stesso giorno, si sono trasferiti in aereo a Nuevo Laredo e il giorno dopo hanno attraversato la frontiera grazie a quello che Yunieski ha definito "un intervento divino". L'agente che ha timbrato il suo passaporto gli ha detto in spagnolo: "Congratulazioni. Siete gli ultimi cubani che attraversano la frontiera senza visto". È uscito dalla dogana in stato di shock. "Non ero nemmeno capace di premere i tasti del telefono".
RispondiEliminaUn amico li aspettava a Laredo. È andato a prenderli. Prima di andare a casa, hanno comprato delle birre. La sera, Yunieski e il suo amico hanno bevuto. Il giorno dopo li hanno portati in un Wall-Mart. "Non immaginate che cosa voglia dire per uno che viene da Cuba. Non sapevo dove guardare", ricorda. Sono anche andati al cinema e si sono fatti delle foto con l'asta da selfie. "I sedili erano più comodi di un letto. Premi un bottone e si reclinano", dice. "Questo paese è un paradiso per noi che amiamo la tecnica".
Domenica 15, sono andati a Miami. Da venerdì scorso, Kevin ha già cominciato a andare a scuola e suo padre sta perfezionando i documenti. Yunieski Marcos è dovuto andare in un ufficio per l'immigrazione per correggere una data. "L'agente di Laredo si deve essere emozionato quanto me, perché mi ha scritto sul passaporto che il mio permesso di soggiorno scade l'11 gennaio 2017, un giorno prima che entrassi!". Poi è uscito con il documento corretto, si è messo gli occhiali da sole che gli ha regalato un amico appena arrivato a Miami e si è acceso un'altra sigaretta, pieno di gioia: "Non so, mi sembra addirittura che il sole, qui, bruci meno che a Cuba".
Forse lo Stao non gli da tutta l'assistenza che sarebbe necessaria, delegando spesso ai volontari e ai cittadini che sottoscrivono le offerte. Però non vorrei arrivare a pensare che sono soltanto quelli che dipongono di propri mezzi economici, oltre alle qualità, riescano ad emergere. P68
RispondiEliminaChe lo stato sociale, il welfare, lo si stia smontando giorno dopo giorno mi sembra un fatto che sia sotto gli occhi di tutti.
EliminaMilco non mi interessa parlare di politica cubana, nel bene e nel male, perchè ognuno è giusto che abbia le sue idee...giudico i fatti reali che vedo coi miei occhi e ascolto con le mie orecchie, e ti racconto una cosa...il figlio 33enne della duena di casa al Vedado dove vado io ha subìto l'amputazione di una pierna l'anno scorso per un male incurabile, preso per "tempo" per fortuna...adesso deve mettersi una protesi...se sua madre non aveva la casa de renta, dove entrano corposi denari, quel ragazzo (per me un fratello) la protesi se la sognerebbe...sua madre ogni volta che vado da lei, visto che con me è in confidenza, per me è come una madre, mi chiede se gli pago subito la renta di casa dell'intera vacanza, proprio per sopperire alle cure del figlio per pagare i medici e le cure all'Havana, e mi dice sempre che senza la renta suo figlio sarebbe rimasto invalido a vita a Cuba.
RispondiEliminaCome hai detto tu ognuno parla di cio' che vede.
EliminaIo vedo i disabili seguiti,a Cuba, da istruttori statali in strutture statali a carico dello stato.
Da noi, sempre per restare in ambito sportivo, una carrozzella per il basket, di quelle con le ruote divergenti, costa migliaia di euro....tutti a carico della famiglia del disabile.
Mai pensato che Cuba sia il paradino...ma nemmeno l'inferno.
Sul fatto del dinero adelantado alla duena....tutto puo' essere.
Lavoro ogni giorno con case al Vedado, un 2 cuarti porta a casa oltre 2000 cuc AL MESE.
Forse i soldi vanno davvero dove ti ha detto ma le cifre che mensilmente porta a casa sono queste...
Si certo a patto di avere sempre la casa rentata...altrimenti sono moooolti meno...Milco ti risulta ci siano falsi invalidi a Cuba come in Italia? Io non ne ho mai sentito parlare...
EliminaA Cuba se provi a fare il furbo ti fanno un mazzo cosi'.
EliminaLe case al Vedado, quelle buone sono quasi sempre piene....chiedi ad Andrea di casa Zule...3 cuarti.
Parlo con cognizione di causa essendo toccato in vivo dal problema .
RispondiEliminaCon i soldi che lo stato destina ai portatori di handicap potremmo a quel 40 % ( la vera percentuale di invalidi) dare servizi da Europa del Nord.
Il problema è il 60% di mascalzoni che fingono di esserlo e ai delinquenti che decretano le invalidità.
Infatti quando parlavo di 3 parcheggi per invalidi in una via di 20 metri mi riferivo anche a questo.
EliminaCredo che il governo Renzi abbia dato un taglio a sussidi e servizi per i disabili. Giuseppe
RispondiEliminaCome ogni governo precedente....
EliminaMio figlio ha problemi di linguaggio,è seguito dalla asl,ha necessità di fare sedute di logopedia,bene,nell arco di in anno ha fatto 4-5 mesi con asl,e gli altri mesi se vuoi farlo migliorare devi andare a pagamento,40 euro ogni seduta(2 a settimana),e parlo di emilia Romagna (e devo ritenermi fortunato),nel sud la situazione è molto peggiore leggendo vari forum di genitori col problema,se non paghi sei fritto,così la faccenda insomma.paolino.
RispondiElimina....a questo mi riferivo...
RispondiEliminaUno degli anni che ricordo con più piacere é stato quello del servizio civile in affiancamento alle assistenti domiciliari in un comune del milanese...
RispondiEliminaVi posso assicurare che il paese era piccolo...ma il numero di disabili era cospicuo...storie che da fuori non puoi conoscere o conosci marginalmente...finendo per minimizzare o peggio sottovalutare il problema...
Freccia
Vero per ragioni comprensibili loro e delle famiglie purtroppo tendono a isolarsi dal mondo
RispondiEliminaQuando tutti ti guardano strano se hai problemi è normale isolarsi .
EliminaE' una forma di protezione.
Chiaro.
EliminaIl problema e' che l'handicap e' visto come un qualcosa quasi di fastidioso, invece di una situazione che e' parte della razza umana.
hola! il problema è proprio quello ovvero la malversazione che è una naturale conseguenza della latrina in cui viviamo dove non c'è certezza della pena e tutto alla fine passa in cavalleria. Magari ci fosse il rigore di paesi seri e sotto questo punto di vista Cuba lo è alla grande. Vado ot certo che quando vedo le diare di buone casa in capital ( includendo habana del este), trinidad e varadero ossia le mete turistiche penso sempre più che sia un ottimo investimento peccato per il solito problema dell'intestazione e testaferro cubano se non si ha famiglia. In difetto se potessi lo farei al volo. chao Enrico
RispondiEliminaOggi un 3 cuarti a Varadero e' oro allo stato puro, credimi....
RispondiEliminaSecondo il rapporto di Transparency International, l’Indice di Corruzione Percepita in Italia è risultato nel 2016 il terzo più alto nella UE, dopo Grecia e Bulgaria. Per livello di trasparenza, infatti, il nostro paese si è posizionato alla 60-esima posizione, la stessa di Cuba, davanti solo alla 69-esima di Atene e alla 75-esima di Sofia. Una classifica, che ci vede molto lontani da altre economie europee, come la Danimarca che si piazza all’ultimo posto nel mondo per corruzione percepita, diventando così prima per trasparenza, seguita (sempre nella UE) dalla Finlandia (terzo posto assoluto) e da Svezia, Svizzera, Norvegia, Olanda, Germania, Lussemburgo e Regno Unito, tutti paesi rientranti nella top ten mondiale. La Francia si posiziona al 23-esimo posto, la Spagna al 41-esimo.
RispondiEliminaPer capire chi abbiamo come vicini di classifica, basti pensare che la Romania fa meglio di noi, collocandosi in posizione numero 57, mentre poco peggio di noi fanno Sao Tomè e Principe e Arabia Saudita al 62-esimo posto. Chiudono la classifica Corea del Nord, Sud Sudan e Somalia.
Rispetto allo scorso anno saliamo di una posizione in trasparenza, mentre la Spagna, ad esempio, ne scende cinque. Ma non cambia quasi nulla in rapporto alle altre economie europee, come evidenziano i dati risalenti al 1995. Anche in quell’anno, l’Italia risultò ultima per trasparenza tra le grandi economie del Vecchio Continente, ottenendo un punteggio pari a 2,99, che ci avvicinava più all’Indonesia, ultima in classifica con 1,94, che non alla Germania (8,14), alla Francia (7), al Regno Unito (8,57) e alla Spagna (4,35). Anche a metà anni Novanta, primeggiava in Europa la Danimarca (9,32), seconda al mondo, dietro solo alla Nuova Zelanda.
Attenzione, in teoria, la corruzione percepita potrebbe non corrispondere a quella reale. Io posso immaginare che il mio paese sia più corrotto di quello che è effettivamente, oppure lo suppongo molto più pulito della realtà. Non facciamoci illusioni, perché lo stesso report ci dice che le due cose tendono quasi perfettamente a coincidere, ovvero cittadini e imprese percepiscono come corrotto il sistema in cui vivono e agiscono, perché effettivamente lo è.
Nasce Torino Channel! Il canale tematico interamente dedicato al mondo Toro, che sarà visibile sul canale 234 del bouquet di Sky, sarà presentato mercoledì 1 febbraio alle ore 11 presso la sala Conferenze dello stadio Olimpico Grande Torino. All'evento saranno presenti il Presidente del Torino FC, dott. Urbano Cairo e il dott. Marco Durante, Presidente di LaPresse SpA, società produttrice del canale.
RispondiEliminaPer partecipare alla conferenza stampa in qualità di giornalista o fotografo è necessario accreditarsi inviando una mail entro e non oltre le ore 13 di domenica 29 gennaio all'indirizzo media.accreditation@torinofc.it