sabato 19 gennaio 2019

CIAO STEFANO


3 commenti:


  1. Un italiano è deceduto per annegamento nelle acque della baia della spiaggia di Sosua nel pomeriggio di ieri.

    Si tratta del palermitano 55enne Antonio Tabbita. Stava tracorrendo le sue vacanze in questa città. Era ospitato nella camera 01 dell’hotel New Garden situato nel quartiere Batey del centro turistico. 

    Secondo il medico legale, l’italiano è deceduto a seguito di asfissia per annegamento.

    Il connazionale era giunto nel paese il primo gennaio del corrente anno e sarebbe rientrato in Italia domani 18 gennaio.
    Oltre al medico legale si sono presentati sul posto le autorità della CESTUR, DICRIM della polizia nazionale e della Procura della Repubblica con il pubblico ministero Marcelino Tejada.
    Non c’è che dire, hanno ragione i dominicani quando al saluto: A domani! “Hasta manana” aggiungono: se Dio vuole, “si Dios quiere”.

    Le morti per annegamento sono in media 250 ogni anno, e il 39% delle vittime non raggiunge il 19esimo anno di età.

    Le spiagge della costa nord sono le più pericolose perché il moto ondoso è maggiore. Non bisognerebbe addentrarsi più di tanto al largo senza essere capaci di nuotare bene e senza aver indossato le pinne.

    Finita la vacanza per Antonio Tabbita. Ora inizia il "via crucis" dei suoi familiari per seppellirlo in Italia.



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  2. E non costa poco rimpatriare la salma. Buona settimana. P68

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  3. Qualche giorno fa il 55enne palermitano Antonio Tabbita, abitante a Torino, è deceduto per asfissia a seguito di annegamento nella spiaggia di Sosua. Stava trascorrendo le sue ferie da solo. Si sarebbe imbarcato per il viaggio di ritorno il giorno dopo. Aveva preso alloggio in un hotel della cittadina balneare.
    Cosa succede dopo una simile disgrazia. Come si regolano i familiari per ricevere in Italia la salma del loro congiunto?
    Il corpo del connazionale è stato trasferito subito all’INACIF (Istituto nazionale di scienze forensi), unità operativa presso l’ospedale Marcelino Velez di Santo Domingo Oeste a oltre 200 km di distanza. Questa è la prassi quando muore un turista straniero.
    I familiari: la sua vedova, Teresa Crisafulli, e le sue due figlie, sabato scorso sapevano già che il corpo di Antonio era stato sottoposto ad autopsia e che i risultati non erano ancora disponibili. Erano in contatto con l’ambasciata e attraverso i nostri gruppi di Facebook erano riusciti ad avere il numero di telefono del presidente del Comites Paolo Dussich come riferimento per i contatti con l’ambasciata e per qualunque eventualità.
    La famiglia Tabbita si era rivolta subito a un’impresa di pompe funebri di Torino che in collegamento con la locale “Funeraria Blandino” si manteneva informata sui diversi spostamenti del corpo del connazionale fino al suo arrivo all’INACIF.
    La vedova e le due figlie arriveranno in questi giorni a Santo Domingo. Vogliono vedere il loro congiunto prima della sua cremazione. Successivamente previo il disbrigo di alcune pratiche presso l’ambasciata ritorneranno in Italia con l’urna contenente le ceneri del loro caro.

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