Ci sono voluti 4 anni ma
alla fine la Libidine di Ventura siamo riusciti a vederla.
Sia chiaro non salgo su
nessun carro che non sia quello del Toro, l'uomo continua a non
piacermi.
Ancora prima della partita
di Bilbao, in conferenza stampa, invece di dire forte e chiaro “siamo
il Toro e ce la giochiamo” ha continuato la solita tiritera del
percorso di crescita e del fatto che arriviamo dalla B ecc ecc.
Non e' molto amato qua'
ma, anche per lui, vale il motto di sempre ; FATTI NON PUGNETTE.
I fatti sono che ieri sera
il Toro ha dato lustro al calcio italiano andando a giocare in una
bolgia sotto un diluvio con personalita' e coraggio.
Non ha fatto come le
italiane fanno di solito in trasferta, tutti indietro e contropiede.
Fra andata e ritorno
abbiamo creato il doppio di occasioni di loro e questi sono fatti.
Poi siamo, a questi
livelli, ancora dei polli perche' prendiamo gol evitabilissimi, ma e'
il prezzo da pagare per stare al tavolo di quelli bravi.
Che serata ragazzi!
Che bel Toro, che
coraggio, che grinta!
Questo vogliamo noi tifosi
del Toro; vedere la squadra dare tutto dal primo minuto all'ultimo.
Questo ci basta, poi vada
come vada.
La squadra ha difetti
evidenti; non abbiamo un portiere, dietro se becchiamo una punta
veloce si soffre, a centrocampo non abbiamo molta qualita' ma se
ognuno da' il 110% allora anche questi difetti passano in secondo
piano.
Cresce il rimpianto su
cio' che avremo potuto fare con Alessio e Ciro, ma e' andata cosi' e
non e' il tempo dei rimpianti.
E' il tempo della gioia.
Che bello vedere i 3000
della Maratona itinerante piangere di gioia, fantastico vedere
Caselle, di notte, piena di colori granata.
La gente ha tirato fuori
dai cassetti le sciarpe che stavano ammuffendo.
I bambini, nelle scuole
torinesi, non si vergognano piu' di essere del Toro ma lo gridano in
faccia ai piccoli, infelici, gobbetti.
Gramellini, il Fratello
Gramellini scrisse una cosa che e' incisa nelle tavole di marmo del
granatismo.
Il Toro non e' solo una
squadra di calcio, fosse solo quello ci saremo stufati da tempo,
visto tutto quello che abbiamo visto in questi 20 anni.
Il Toro e' un idea.
Un idea luminosa.
E' il sapere che potrai
anche cadere mille volte ma ti rialzerai 1001, e che lo farai sempre
e solo con le tue forze perche' nessuno mai ti aiutera'.
Mi piace, con un po' di
sana retorica, pensare che ieri sera, nella tribuna del cielo, gli
Invincibili e la Farfalla fossero tutti li' a tifare e a indirizzare
il pallone nelle giuste traettorie.
Ragazzi non sapete cosa vi
perdere a non essere del Toro!
Giampiero Ventura entra nella sala stampa del San Mamès, si siede sulla poltrona che gli tocca ma nemmeno in quel momento capisce che cosa ha combinato il Toro. «Ne parlavo con Quagliarella, dobbiamo aspettare qualche giorno per davvero elaborare questa impresa». Non ha visto i coccodrilli ma se per questo nemmeno i fantasmi, il Toro: l’Athletic è finito all’angolo, schiacciato da una superiorità tattica e tecnica a tratti quasi imbarazzante. «Lo sapevo, lo sapevamo. In questi giorni vedevo che la squadra assorbiva tutto quello che faceva, eravamo pronti ad affrontare ogni loro modulo». L’ha fatto il Toro, cancellando con una partita straordinaria ogni tipo di sudditanza, da quella psicologica a quella, meno evidente, tecnica: «Siamo entrati nella storia, qui non ha mai vinto nessuno».
RispondiEliminaE il gol della vittoria l’ha fatto Darmian, uno di quelli che c’era quando il Toro mangiava polvere in serie B, nel primo anno della gestione Ventura. «Ne ho parlato con Matteo, prima e dopo la partita, gli ho ricordato quel discorso che abbiamo fatto ad Ascoli il giorno del nostro esordio in serie B. Eravamo in uno sgabuzzino, c’erano 40 gradi e Darmian, Glik e Vives. Sono qui, sono passati attraverso qualsiasi cosa, ad ogni tipo di critica. Ecco, se stasera la squadra è contenta, loro tre credo siano i più contenti di tutti. Insieme, abbiano ricostruito qualcosa di importante».
Oggi il sorteggio, il derby con un’italiana è molto possibile, in cinque agli ottavi, schivare il sorteggio-derby è molto difficile. Ventura preferirebbe andare ancora all’estero: «Volevamo una squadra importante nei sedicesimi e l’abbiamo avuta. Continuiamo così, più è forte più ci esaltiamo».
Maxi lopez non fa rimpiangere immobile,è un ottimo attaccante che fa gol,lo avessimo noi un vero centravanti....Paolino.
RispondiEliminaE deve tirare ancora via un paio di kg
RispondiEliminaAspettiamo un toro-Roma.paolino.
RispondiEliminaInvece io non vorrei una italiana
RispondiEliminaVero caso mai più avanti.paolino.
RispondiEliminaBeccato lo Zenit. Ma un filino di culo mai?
RispondiEliminaFiorentina Roma
RispondiEliminaNapoli Dinamo Mosca
Inter Wolfsburg
A sto punto meglio i russi che una italiana :-)
RispondiEliminaQuesto sicuro
RispondiEliminaCondivido,vi è andata meglio che a noi.paolino.
RispondiEliminaVedremo
RispondiEliminaDasvidania Tovarish!
RispondiEliminaSimone
Leningrado. Non un passo indietro.
RispondiEliminaUn derby, due avversarie a cinque stelle e una decisamente più abbordabile. Dopo il giovedì trionfale sul campo, il venerdì dell’urna di Nyon non è stato altrettanto tenero con il quintetto di squadre italiane approdate agli ottavi di Europa League. Il sorteggio ha deciso che sulle strade di Torino e Inter ci saranno gli ostacoli più temuti, ovvero Zenit e Wolfsburg, e che Fiorentina e Roma se la dovranno vedere in uno scontro fratricida. L’unica che può sorridere, almeno sulla carta, è il Napoli, capitato con la Dinamo Mosca.
RispondiEliminaChi può recriminare la dea bendate dei sorteggi è il Toro: lo Zenit di Villas Boas era uno dei pericoli pubblici numero uno annunciati. Perché il club di San Pietroburgo, oltre a essere ricchissimo, sta ricominciando anche a fare paura dal punto di vista dei risultati: primo posto in Russian Premier League con 41 punti in 17 gare e un parco giocatori in cui spiccano stelle come il centrocampista belga Witsel, il difensore argentino Garay, il muscolare attaccante brasiliano Hulk e l’ex Juve e Genoa Criscito. Andata in Russia alle 18 (le 19 in Russia) il 12 marzo, ritorno a Torino sette giorni dopo alle 21,05.
Anche l’Inter, però, non ride. Il Wolfsburg, secondo in Bundesliga alle spalle del Bayern Monaco, rappresenta un osso durissimo. Società ricchissima (di proprietà della Volkswagen), squadra in crescita, pronosticata tra le favorite alla vittoria finale dell’Europa League e ricca di talento con elementi come l’attaccante Dost, Perisic (vecchio obiettivo del mercato interista), il terzino svizzero Rodriguez, l’ex Bayern Luiz Gustavo e gli ex Chelsea De Bruyne e Schurrle (pagato 36 milioni di euro nell’ultima finestra di mercato invernale).
L’incontro ravvicinato tra Fiorentina-Roma, invece, rappresenta la rivincita dell’ultimo quarto di finale di Coppa Italia, vinto dai viola. Derby italiano, sulla carta, alla pari e apertissimo: andata a Firenze il 12 marzo alle 21, ritorno all’Olimpico alle 19 del 19 marzo. Il Napoli, con il San Paolo a rischio a squalifica, tira un sospiro di sollievo, ma non deve sottovalutare la Dinamo Mosca con gente come Valbuena, Kokorin, Zhirkov e Kuranyi. Chiudono il quadro degli ottavi gli accoppiamenti Everton – Dinamo Kiev, Dnipro – Ajax, Bruges-Besiktas e il derby spagnolo Villarreal- Siviglia.
DA UN FRATELLO
RispondiEliminaCome pioveva, al San Mamès, tempio inviolato del calcio d'Iberia. Undici eroi dall'Italia venner per fare l'impresa . Il coraggio negli occhi, il fuoco nel cuore. E nulla poté il clamore possente del pubblico basco. Niente poteva fermare la freddezza del bomber che di Partenope ebbe i natali, né le sgroppate e i morbidi traversoni del fantasista che venne dal Levante. E come arginare le folate d'attacco del bomber pampero, le cui potenti testate, come maglio abbatterono la muraglia nemica. E chi poté nulla, quando calavano le fanterie dalle fasce laterali. Non c'era muro, né fossato pieno di fiere: i ragazzi del Toro, viso pulito di chi ha valori antichi, penetravano le linee nemiche senza che argine potesse fermarli. Il condottiero sottile, coperto da falde di cappello granata, ammirava e gustava ogni momento. Le urla dei baschi si tramutarono in lacrime . Come pioveva, al San Mamès
Libidine è un mito, come minimo per tutte le gioie che ti sta dando dovresti ospitarlo nella tua renta a Tunas :-)
RispondiEliminaPerche' no?
RispondiEliminaIo ospito tutti, se paga bene prendo pure Lapo....