La scorsa settimana il
nostro ministro degli esteri, o cancelliere come chiamano questo
ruolo in alcuni paesi, Gentiloni accompagnato dal sottosegretario
Giro, si e' recato a La Habana per una serie di colloqui ad alto
livello con il governo cubano.
Prossimamente e' atteso
nella capitale il presidente francese Holland.
Con il consueto ritardo
l'Europa si e' resa conto che la situazione dal quel lato del bloqueo
si sta' rapidamente modificando.
L'impressione e' che il
vecchio continente si stia muovendo in ordine sparso, quando c'e' la
possibilita' di investire e portare a casa qualche quattrino la
comunita' europea e' un po' meno comunita'.
Non e' detto che questo
sia necessariamente un male.
L'Europa sta' abbandonando
la sciagurata “politica comune”, voluta da Aznar e dal governo
spagnolo dell'epoca.
Forse ci si e' accorti che
lasciare la polpetta unicamente agli americani non sarebbe la
migliore delle idee.
D'altro canto, anche gli
Usa si sono riavvicinati a Cuba non certo per motivi...umanitari.
Dopo aver visto i cinesi
entrare pesantemente nell'economia cubana e i brasiliani costruire il
porto di Mariel, gli imprenditori americani hanno alzato la voce.
“Perche' farci fregare
un mercato di 11 milioni di abitanti a 90 miglia dalle nostre coste?”
Gentiloni ha cercato di
riannodare antichi fili che, da sempre, legano l'Italia con Cuba.
Tolto il fatto che abbiamo
esportato sull'isola ogni sorta di mafioso e delinquente, e'
innegabile che esista un legame storico che ci lega ai caraibici.
Intanto, come ricordo
spesso nelle serate di festa con la famiglia a Tuans, se non era per
un italiano (Colon) loro girerebbero ancora per strada nudi e con la
faccia pitturata....
Innumerevoli sono i
segnali lasciati da italiani e dalla loro cultura in giro per
l'isola.
Molti palazzi avaneri sono
stati costruiti da nostri architetti, il barocco e' presente in molte
zone della capitale.
Un giavenese, Pogolotti, a
cui qua' hanno dedicato una inutile via in mezzo ai campi, a Cuba ha
fatto davvero tanto.
Il barrio Vedado e' stato
progettato da italiani.
Mantua e' stata fondata da
connazionali originari della provincia lombarda.
In generale ed in
prospettiva futura, possiamo fare molto a Cuba specialmente dal punto
di vista turistico e del terziario.
I cubani non sanno fare
turismo, questo e' accertato.
Abbiamo qua' fior di
imprenditori che potrebbero insegnare loro come sfruttare al meglio
la fantastica bellezza del territorio.
Abbiamo eccellenze che
potrebbero sbarcare nel paese, arricchendolo e rendendolo ancora
piu' interessante.
Siamo imprenditori accorti
e competenti che, malgrado un sistema politico che neanche in Uganda
e' simile, hanno portato il paese ad essere la settima potenza
mondiale.
Siamo l'Italia, anche in
braghe di tela, come siamo messi oggi, restiamo un paese speciale.
Abbiamo una lingua che e'
simile alla loro, sostanzialmente non siamo caratterialmente cosi'
differenti.
Come loro amiamo il cibo,
il sole, le belle donne, ma a differenza di loro ci conquistiamo
queste cose lavorando duramente.
I punti in comune sono
tantissimi, se riusciremo ad insediarci in modo intelligente e
proficuo, potremo aiutare l'isola a crescere sotto tanti punti di
vista.
Certo la nostra burocrazia
insieme alla loro sono roba da manicomio, ma un sistema per
collaborare si deve trovare.
Se, come pare, Cuba si
sta' aprendo al mondo, abbiamo la concreta possibilita' di essere in
prima fila con investitori accorti e competenti.
Gentiloni ha invitato Raul
in Italia, paese che Castro conosce benissimo per esserci stato, in
incognito, decine di volte quando Mariela viveva Palermo.
Mariela che, detto per
inciso, parla un'italiano assolutamente perfetto.
Anche questa potrebbe
essere una carta da giocarci bene.
Si sta' aprendo uno
spiraglio importante per le relazioni fra i due paesi, speriamo non
si chiuda subito.
Vedrai che come al solito arriviamo ultimi. Giuseppe
RispondiEliminaNon sarebbe una novità, purtroppo
RispondiEliminaNon capisco questa corsa all'oro in puro stile colonialimprenditoriale che si sta sviluppando nei confronti di Cuba,da chi poi si augurava che la isla non diventasse mai come la sua vicina Dominica.
RispondiEliminaPoi sinceramente dire che in Italia abbiamo fior di imprenditori turistici che potrebbero insegnare come sfruttare al meglio il territorio mi fa ridere,ma se non siamo capaci di farlo in casa nostra?
Certo,in confronto ai cubani noi siamo i geni del turismo ma per fare un esempio pratico,cioè parlando dell'EXPO a parte di appalti regalati ai calabresi o di mazzette nessuno ne ha mai accennato tanto che la maggior parte della gente non sa nemmeno cosa sia.
Io lavoro nel settore di prenotazioni alberghiere e parlando a un cliente americano che viene in Italia a maggio ho chiesto se fosse anche per l'EXPO e mi sono sentito rispondere,ma quale,quello di Dubai 2020? Questo per dire che negli Emirati stanno pubblicizzando un evento che avrà luogo tra cinque anni e di quello italiano di quest'anno nessuno ne ha notizia.
Scusa Milco ho dimenticato la firma puoi aggiungerla tu?
RispondiEliminapablo
Nessun problema
EliminaTu lavori nelle prenotazioni io con chi nel turismo fa impresa sul serio
RispondiEliminaHai una pallida idea del iter burocratico che occorre per mettere una piscina nella tua struttura?
Si che ho un'idea degli impedimenti burocratici,ma soprattutto del costo del lavoro inteso come dipendenti e del carico fiscale che c'è in Italia.
RispondiEliminaQuesti sono tutti bastoni nelle ruote che ci hanno fatto perdere il treno,come dici tu.
Purtroppo siamo indietro e le belle idee che agli italiani non mancano rimangono tali e non si sviluppano nella pratica anche per questi problemi.
Ma la realtà è questa e sappiamo tutti che il potere attrattivo che ha l'Italia sotto tutti i punti di vista,cultura,storia,arte,gastronomia,paesaggi e qualità della vita in generale rimane sottostimato alla grande.
Quando viaggi in certi posti all'estero e ti vendono come attrazione turistica una chiesa scarna che ha meno di cent'anni e ci vedi 200 turisti a fare foto quando in ogni nostro paesino in Italia abbiamo borghi medievali stupendi non valorizzati allora ti fai delle domande. Pablo
Vero
EliminaNei sotterranei del museo egizio di Torino ci sono materiali per altri 2 musei.
Capolavori che prendono muffa.
Il problema e' che non si riesce neanche a mentenre quello che c'e'.
Permettimi di citare anche il grandissimo ITALO CALVINO postando la minibiografia a cura di Gianfranco Ginestri
RispondiEliminaIl celebre scrittore italiano Italo Calvino (ufficialmente Italo Giovanni Calvino Mameli) nacque a Cuba (esattamente a Santiago de Las Vegas, in provincia dell'Avana) il 15 ottobre 1923, dentro a un grande bungalow del coloratissimo giardino botanico tropicale (che allora era diretto dai genitori scienziati: Mario Calvino ed Eva Mameli), il quale attualmente si chiama Istituto di ricerche di agricoltura tropicale Alejandro Humboldt, e ora è gestito dall'Accademia cubana delle scienze. Tale luogo è in Calle 1, nella prima strada a destra, arrivando dall'Avana, all'ingresso del paesino di Santiago de Las Vegas, a pochi chilometri dall'aeroporto internazionale avanero dedicato a Josè Martì... Dopo un uragano che nel 1925 semidistrusse la loro casona-bungalow, i coniugi Calvino-Mameli (dopo una sosta di lavoro a Santiago de Cuba) decisero di ritornare in Italia nel 1926 a Sanremo, in Liguria, dove avevano ereditato una villa con parco... Nel 1943 Italo Calvino andò a fare il partigiano adottando come nome di battaglia "Santiago", in omaggio al paesino cubano ove era nato 20 anni prima... (ricordate la sua bella canzone sulla Resistenza, intitolata "Avevamo 20 anni", musicata da Sergio Liberovici dei torinesi Cantacronache?) ... Nel 1964 lo scrittore tornò all’Avana per sposarsi con la sua compagna argentina-parigina Esther Judith Singer (detta “Chichita”) in un ufficio notarile di Calle Obispo, e con brindisi finale nel bar della piscina del loro "Hotel Avana Libre". In quella occasione egli fu chiamato a fare parte della giuria del Premio Casa Las Americas, e qui conobbe il comandante Ernesto Guevara, al quale poi dedicò due pagine dopo la sua morte in Bolivia, le quali furono pubblicate sul numero speciale dedicato al "Che" della rivista culturale avanera "Casa de Las Americas"...
segue...
Quando a fine 1964 Calvino tornò in Italia, a Torino e a Roma, dove lavorava presso la casa editrice Einaudi come addetto stampa, si attivò per cofondare la Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba. Poi nel 1965 nacque la figlia Giovanna Calvino, la quale 30 anni dopo, fu contattata dalle autorità cubane per dare l’ok ad una lapide che poi fu da lei inaugurata nel 1996 nella casona restaurata, nel giardino botanico di Santiago de Las Vegas, a cura dell’Ambasciata Italiana all’Avana, dell’Oficina de l’Historiador de La Habana e del Comune di Sanremo. Ora in questo bel parco caraibico c'è pure un alberghetto per ricercatori botanici e per giornalisti stranieri. Nel vicino museo municipale (dove vi è la "Sala Calvino" dedicata allo scrittore che qui considerano non solo italiano ma anche cubano) è possibile comperare un bel foto-libro a lui dedicato, stampato a Cuba nell’anno 2000. il cui titolo è “Las dos mitades de Calvino” (cioè: “il Calvino dimezzato”, parafrasando "il Visconte dimezzato"; cioè: metà italiano e metà cubano), di 100 pagine, scritto dal locale poeta-scrittore-musicista-musicologo Helio Orovio, per le Ediciones Union, Ciudad de LaHabana. In questo museo è possibile anche sapere dove sta circuitando a Cuba la bellissima mostra fotografica bilingue sulla vita e sull’opera di Calvino (che sarà presto in Italia) ... Italo Calvino, a causa di un ictus avvenuto a Castiglion della Pescaia, morì all'ospedale di Siena il 19 settembre 1985... Nel 1995, in occasione del decennale della sua morte, all'Avana sorse il comitato promotore (detto dei "calvinisti") Pro-Fondazione-Calvino, sponsorizzato dall'Arci Nazionale di Roma e dall'Ambasciata Italiana all'Avana. Tale Fondazione nel 1996 dette vita al Premio Letterario Biennale Italo Calvino, riservato a giovani talenti cubani, per teatro, poesia, narrativa e saggistica... Ora Italo Calvino riposa nel panoramico e grazioso cimitero-giardino di Castiglione della Pescaia, in Toscana, di fronte all’Isola d’Elba (a poca distanza dalla villetta dove egli abitava d'estate con la famiglia, prima di morire all'ospedale di Siena)... L'Ambasciata Cubana a Roma sta progettando di attivare due comitati promotori per realizzare un futuro gemellaggio culturale tra le cittadine di Santiago de Las Vegas (a Cuba) e di Castiglione della Pescaia (in Italia), in omaggio a Calvino "Italo", ma anche "Cubano".
RispondiEliminaUna bella storia d' altri tempi.....Freccia
A Torino conosciamo bene Calvino a cui andrebbero intitolate strade e monumenti.
EliminaBel contributo
Complimenti Freccia, hai fatto risaltare stupendamente la figura di un grande italiano (e cubano) ai piu' purtroppo sconosciuto. Hai tutta la mia amirazione. Mi piacerebbe che altri amici del blog di Milco scrivessero cose come hai fatto tu. Grazie. YUMA
RispondiEliminaCaro....yuma
EliminaPerche' non dai il buono esempio, invece di occuparti di cio' che scrivono altri, iniziando TU a scrivere qualcosa di interessante?
Giusto per una discontinita' col passato...e non parlo solo di questo blog.
Esageratooo...solo un piccolo contributo a questo blog che è già sempre interessante ed originale di suo...davvero!
EliminaVado a magnà.
Freccia
YUMA. Caro Milco, semplicemente mi e' piaciuto il contributo di Freccia e ho voluto manifestarlo, non ambisco ad essere scrittore e al di fuori di questo utile e interessante blog (non voglio ulteriormente tessere elogi) noi non ci conosciamo ancora.
EliminaMi fa piacere
EliminaMi auguro che ci siamo definitivamente capiti.
Coco-timba- Scusate, ma Yuma si puo' sapere che cavolo vuoi? Non ti sembra di essere un poco "ingombrante"?
EliminaLascia perdere. . .
EliminaL'ITALIA E' ANCHE QUESTO...
RispondiEliminamassimo gramellini
Noi non conosciamo i tecnocrati di Stato, questa casta segreta di dirigenti pubblici che le statistiche internazionali considerano la meno efficiente e la più pagata del mondo. Non li conosciamo perché si rifiutano scaltramente di andare in televisione: l’assenza di volto è per loro garanzia di impunità e di durata.
Chi di voi, fino a ieri, sapeva dell’esistenza di Ercole Incalza, da trent’anni burattinaio delle grandi opere, colui che decide cosa si fa e soprattutto chi lo fa? Proviene dalla Cassa del Mezzogiorno, la «cantera» dello spreco italico, e da lì è passato ai Lavori Pubblici, dove ha comandato da monarca assoluto con gli ultimi sette governi di destra, sinistra e centro.
Il processo ci dirà se l’ingegner Incalza è davvero il corruttore che lo accusano di essere. Di sicuro consentire a un uomo - fosse anche San Francesco - di imbullonarsi per decenni a una poltrona, maturando relazioni e segreti che potrà usare come arma di scambio e di ricatto, è lo specchio di un sistema marcio e imbelle. Perché noi non sapevamo di Incalza, ma la politica sì.
Arrivato al ministero, l’onorevole Lupi ha trovato il mandarino dei Lavori Pubblici ormai in pensione eppure ancora al vertice di una fantomatica «struttura tecnica di missione» che gli consentiva di continuare a dirigere, a settantuno anni, il traffico degli appalti.
Invece di accompagnarlo ai giardinetti, Lupi lo ha difeso in privato e nelle aule parlamentari, lodandone le qualità insostituibili quando i Cinquestelle ne chiesero la testa. E adesso si scopre che l’imprenditore Perotti, indagato perché in combutta con Incalza, regalò al figlio neolaureato del ministro un Rolex e un posto di lavoro nello studio del cognato. Corrotti, corruttori, figli e cognati: il selfie del nostro Paese.
La nausea è tanta, ma la soluzione sarebbe semplice. Limitare drasticamente la durata degli incarichi pubblici e considerare il ministro in carica responsabile degli atti firmati dai suoi burocrati. In tal caso, Lupi dovrebbe dimettersi in giornata.
Dicasi ZONA GRIGIA...
Eliminaovvero quell'area intermedia tra legale ed illegale, definita "grigia" perché è difficile vedere bene quel che effettivamente ci avviene dentro, a cominciare dalle pratiche e dai personaggi dominanti...
il grande problema che in Italia è molto estesa, pericolosa e soprattutto gode di ampi margini di libertà...
Sia chiaro esiste probabilmente in tutto il mondo, anche a Cuba...con la differenza che è prerogativa dei soli vertici della piramide.
Freccia
Il problema è che da noi quando arriva lo stato sparisce la meritocrazia
EliminaConcordo...
Eliminama dici che a Cuba è tanto differente?
Freccia
Certo che no
EliminaMa millenni di storia avrebbero dovuto portarci ben altrove
DAL BLOG DI LINUS
RispondiEliminaCuriosa coincidenza nella giornata di ieri. Prima gli amici di un sito dedicato alla corsa che nei giorni scorsi mi avevano dedicato una bella e lunga intervista si sentono in dovere di intervenire in mia difesa a causa di numerosi messaggi violenti. Uno su cento, intendiamoci. Un’inezia rispetto ai commenti pubblicati, ma comunque con toni così brutali e rozzi da sorprendere.
Sempre ieri, Facebook comunica che verrà alzata l’asticella della tolleranza, sia in chiave pornografica che verbale.
Mi piacerebbe dire che è merito mio, ma a parte le battute è una bella notizia.
Che non serve però a cancellare il dispiacere di sentirsi così gratuitamente odiati.
Vale per me come per chiunque abbia una visibilità pubblica, dal più potente al più innocente. Molti se lo fanno scivolare addosso, altri addirittura ci sguazzano, io non riesco invece a capacitarmene.
Perché uno dovrebbe odiarmi?
Posso essere antipatico, sgradevole, avere una faccia da pirla, ma perché odiarmi?
Non sono un grande Cristiano, proprio per nulla, ma ho un comandamento al quale non ho mai derogato. Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te.
E in funzione di quello mi sono comportato.
Chiunque ha lavorato con me può confermarlo.
E quindi per cosa odiarmi?
Perché se corro i giornali ne parlano, mentre a uno sconosciuto non dedicano sufficiente attenzione?
E’ la legge della comunicazione, e non è certo colpa mia.
Ho cancellato un programma che vi piaceva? E allora?
Sono pagato per questo, mica lo faccio per dispetto.
E posso sbagliare, come tutti.
In realtà lo so perché mi odiate. Perché ho avuto successo nella vita, e questo, agli occhi di voi meschini, accecati dall’invidia e dall’ignoranza, è un peccato imperdonabile.
Questo post di Linus, per cui mi alzo in standing ovation, sembra ot ma in realte' e' un manifesto su una certa Italia che esportiamo.
EliminaL'altro giorno, dopo 6 mesi tondi tondi di assenza ho fatto un giro sui forum.
L'ho fatto dalla porta principale loggandomi col mio nick storico.
Pensavo, visto cio' che sta' accadendo a Cuba, che ci fosse molto interesse per i cambiamenti che stanno avvenendo sull'isola, le prospettive le nuove possibilita'.
Invece....ban....controban, insulti, offese, vaffanculo...no vaffanculo tu...
E' bello sapere che certe cose non cambiano mai.
Ciao,parlando di Colon mi hai fatto ricordare una cosa.Hai mai provato a chiedere in giro di che nazionalità fosse?Per la maggioranza di loro Cristoforo era spagnolo......
RispondiEliminaA volte non sanno neanche che Colon e Colombo sono la stessa persona.
EliminaUna famiglia italiana ha avuto una partecipazione notevole allo sviluppo della capitale di Cuba all’inizio del XXº secolo: Dino Pogolotti, un piemontese emigrato in America è stato il costruttore del primo quartiere operaio di Cuba e di tutta l’America Centrale.
RispondiEliminaDa Giaveno, il paese di nascita in Piemonte, a Pogolotti, la strada di Dino è stata molto laboriosa e interessante. Dino Pogolotti, sposato con una nordamericana, Grace Joyce, venne a Cuba in un momento speciale, dopo la fine della guerra di indipendenza, dopo un’epidemia di febbre gialla e dopo la terribile e disumana politica di concentrazione di Valeriano Weiler, Capitano generale dell’Isola, che provocò la morte di migliaia di contadini allontanati a forza dalle loro case, cibo e infrastrutture generali. Le terre avevano prezzi molto bassi e Dino Pogolotti era un imprenditore nato, aveva un’eccellente cultura umanistica e una grande capacità tecnica. Comprò, grazie ai soldi della moglie, molte grandi tenute nella zona di Marianao e seppe realizzare grandi progetti di urbanizzazione in queste terre di sua proprietà e promosse la nascita di nuovi quartieri. Costruì il cinema, l’acquedotto, un negozio di alimentari che ancora esiste nel municipio di Marianao e Pogolotti, il quartiere che gli ha dato - e anche a tutti i suoi discendenti - una fama eterna. La Regione Piemonte attraverso la Direzione Promozione delle Attività culturali, istruzione e spettacoli, ha permesso di promuovere una ricerca sociologica con una raccolta bibliografica e fotografica sull’attività di Dino Pogolotti e del suo “barrio” dell’Avana.
“Il Comitato Unicuba, il punto di riferimento degli scambi tra il Piemonte e Cuba, nato su iniziativa del Rettore dell’Università degli Studi di Torino, Prof. Rinaldo Bertolino, è orgoglioso di aver potuto realizzare questa ricerca che deve molto all’attività di organizzazione e di coordinamento svolto dalle professoresse Mariangela Nasi Marengo e Acela Caner Román, ed è molto grato alla Regione Piemonte di aver promosso e sostenuto la ricerca e averne permessa la realizzazione” scrive il presidente del comitato Unicuba, Daniele Ciravegna.
Questa ricerca è nata da un’altra ricerca del 2002, che permise di esporre a Cuba, nel Museo delle Belle Arti, molti quadri del figlio di Dino, Marcello Pogolotti, notissimo pittore futurista che lavorò con i più grandi mastri del futurismo a Torino in particolare.
Il quartiere Pogolotti, come si legge nel libro, che presenta ancora alcune case originali, e venne fondato nel 1912 e inaugurato il 24 febbraio, giorno della presentazione del libro che è scritto in due lingue, italiano e spagnolo.
Il quartiere è molto importante storicamente per i cubani: in una casa vennero nascosti i resti di Antonio Guiteras e Carlos Aponte, fondatore e membro della Giovane Cuba rispettivamente, in Avenida 61, assassinati dal regime dittatoriale di Machado (Guiteras aveva promulgato ottime leggi a favore dei lavoratori), nel quartiere lavorò Carlos J. Finlay che scoperse il vettore della febbre gialla... Pogolotti aveva una squadra di baseball di ottimo livello e vari centri sportivi.
In Avenida 94 c’è sempre la Scuola Agramonte, costruita da Dino. Alla presentazione del libro, semplice ma molto interessante, che si è svolta a lato della Casa degli Anziani, hanno partecipato oltre a Graziella Pogolotti, nipote di Dino e figlia di Marcello, nota intellettuale e vice presidente della Unione degli artisti e degli scrittori, UNEAC, il sindaco del municipio Marianao, i professori universitari che hanno lavorato alla pubblicazione, autorità politiche della Regione Piemonte, funzionari e responsabili della cooperazione tra l’Italia e Cuba, diversi italiani e la popolazione di Pogolotti.
Sono come S. Tommaso, fin quando non vedo...si stanno creando troppe "illusioni" secondo me, quanto meno a breve periodo.
RispondiEliminaOcchio che S.Tommaso è defunto trafitto da centinaia di lance. . .
RispondiEliminaYUMA- Tenete conto anche che molti di loro sono abituati ai soldi che cadono dagli alberi come foglie. Non tutti per fortuna.
RispondiEliminaIl quartiere di Pogolotti è già campo. :)
RispondiEliminaCarlito parlavo del campo....di Giaveno
EliminaA PROPOSITO DEL CAMBIO....
RispondiEliminaQuesta mattina ho fatto la doppia ricarica verso Cuba, 20 euro come sempre....volete sapere come e' andata a finire?
Fui a cubacel y me llegaron 15cuc porque al hacer el cambio de Italia hacia Cuba con 20euro no da para la doble recarga porque el euro esta por el piso para que me llegara la doble tenia que ser con 25euro.
Ho fatto ora la ricarica da 25 euro che da 70 cuc.
EliminaDalla visa ne hanno scalati 33.5
Figli di buona donna...
Simone
X Cuba c'è passato anche Garibaldi.P68
RispondiEliminaQuesta non la sapevo
RispondiEliminaDove girata gnocca Peppino non mancava. . .
Ciao milco tornato da santiago appena lunedì sempre bella la mia seconda città, hanno aperto un sacco di paladar e ristoranti la casa che ho comprato è bellina un paio di lavori ed è perfetta vicino al centro come la volevo io,ieri ho fatto una ricarica prova a usare cuballama la prima ricarica metti 15 e arrivano 45 perché hai 5 di sconto sennò sarebbe 20 x 45 di carica ciao.
RispondiEliminaBentornato in questa valle di lacrime
RispondiElimina