Spesso mi capita, di
fronte a determinate notizie e situazioni, di ricordare, sopratutto a
me stesso, che se non ho colpe per essere nato nella parte “buona”
del pianeta, non ho neanche dei meriti.
Credendo, probabilmente
oggi piu' di ieri, nel sol dell'avvenire sarei anche un fautore della
ridistribuzione delle risorse fra le varie parti del pianeta stesso
che, come ricordo' Kennedy a Berlino, “e' anche il solo che ci e'
stato dato”.
Allargando il campo ci
sono situazioni che ci portano a riflettere sul cosa ognuno di noi,
singolarmente, puo' e deve fare nei confronti di chi, senza nessuna
colpa, e' nato in zone meno fortunate della nostra.
La solidarieta' va' fatta
in silenzio, senza sbandierare il poco o tanto che ognuno di noi e'
in grado di fare.
I benefattori “televisivi”
francamente mi fanno abbastanza schifo.
Dare una mano, puo' anche
voler dire, (ripeto, allargando il campo) essere fedele alle proprie
idee; penso a chi collabora con Emargency, che resta una delle
eccellenze del nostro paese.
Penso ai medici senza
frontiere senza i quali milioni di bambini morirebbero subito dopo la
nascita.
Penso a Greenpeace, di cui
non condivido gli estremismi, ma che si batte perche' il nostro
pianeta non si rovini ulteriormente.
Senza andare troppo
lontano penso ai tanti volontari della Croce Rossa, della protezione
civile, ai ragazzi che, vestiti da clown, aiutano i piccoli malati di
cancro (Dio...dove pinga sei...?) negli ospedali, e a tante altre
persone che dedicano un po' del loro tempo per gli altri.
In questo contesto
rientrano le Brigate di lavoro Volontario a Cuba.
Parliamo di persone, di
tutto il mondo, convinti che Cuba abbia intrapreso una strada al di
fuori delle regole che governano gli altri paesi, che questa strada
sia possibile, con l'aiuto di tutti.
In molti paesi, europei e
non, ci sono associazioni di cooperazione con Cuba, i cui
partecipanti si recano nell'isola, a loro spese, per trascorrere un
periodo di lavoro aiutando, in maniera fattiva e pratica, la
Rivoluzione a sopravvivere.
Solitamente si tratta di
progetti mirati; ristrutturare una scuola, dipingere un'ospedale,
aggiustare un teatro ecc.
La Brigata lascia il paese
d'origine con tutto l'occorrente per il progetto, a Cuba trova
soltanto l'alloggio e, a volte, il vitto.
Voglio accennare a una
Brigata italiana che si occupa di questi progetti a Las Tunas; la
Brigata Ardizzone.
Non si tratta di uno spot
pubblicitario, non conosco personalmente nessuno di loro, o meglio ne
conosco uno che, anni fa, ne fu allontanato che continua a
frequentare, in privato, la citta' con danni, sopratutto a se stesso,
inenarrabili.
Anni fa, una fanciulla,
un'attrice che oggi presenta un programma per bambini su tunavision,
mi porto' nel teatro dei bimbi.
Ebbi l'occasione di vedere
questi italiani che stavano pitturando il locale.
Li salutai in modo
abbastanza formale, fra i “brigatisti” e i turisti non c'e mai
stato molto contatto; i primi considerano i secondi puttanieri mentre
i secondi pensano che i primi siano semplicemente dei pazzi.
La Brigata Ardizzone nasce
in Lombardia nel 1998 da Italia-Cuba, collabora con Las Tunas tramite
l'ICAP
(Istituto
Cubano per l’Amicizia tra i Popoli),
l’organismo cubano che intrattiene i rapporti con le associazioni
di solidarietà di tutto il mondo.
La
Brigata e' intitolata a un giovane studente; Giovanni Ardizzone,
ucciso dalla nostra polizia durante una manifestazione, nel 1962, a
favore di Cuba nel pieno periodo della crisi dei missili.
Dal
2002 esiste una targa a suo nome all'entrata delle facolta' di
medicina della citta'.
L'associazione
si pone come obiettivi cito testuale; un momento concreto di
solidarietà, ma soprattutto rappresenta simbolicamente la
solidarietà italiana con Cuba, la solidarietà di tutti quelli che,
al di là delle diverse opinioni politiche, pensano che vada difeso e
sostenuto il tentativo del popolo cubano di portare avanti un
processo di emancipazione nella piena indipendenza.
Si
tratta di persone che credono in un'idea, che giusta o sbagliata che
sia, rappresenta una buona ragione per spingerli a fare qualcosa per
il prossimo.
In
un mondo in cui nessuno fa nulla per nessuno senza avere un
tornaconto...e' tanta roba.
A
volte e' piu' che quello che si riceve, in simili situazioni,
rispetto a quello che si da'.
Avete
conosciuto qualcuno di altre Brigate italiane e/o non, durante i
vostri viaggi a Cuba?
P.S.
Questa sera campionato....a Palermo, con meta' degli aiutini che
riceve la squadra dell'indonesiano nessun traguardo ci e'
precluso...Cairo permettendo.
SVIZZERA-CUBA
RispondiEliminaLa BRIGATA INTERNAZIONALE DI LAVORO VOLONTARIO, in seguito Brigata, organizzata in collaborazione con l’ICAP (Istituto Cubano di Amicizia con i Popoli), è un’ottima opportunità per conoscere in modo approfondito la complessa e affascinante realtà cubana.
Una Brigata è formata da persone di ogni tipo e ogni età, dagli adolescenti agli anziani, da persone che viaggiano a Cuba per la prima volta, a persone che frequentano l’Isola da anni, da persone che conoscono molto bene il panorama politico mondiale a persone che hanno appena iniziato ad accostarsi a temi come quelli che vengono sviluppati nel programma realizzato dall’ICAP.
È un’esperienza di vera condivisione, vera solidarietà, e vera conoscenza dell’organizzazione e del socialismo cubano. All’interno della brigata si ha la possibilità di discutere e analizzare, sulla base di documenti politici, normalmente redatti dal capobrigata, temi concernenti la solidarietà con Cuba e l’informazione corretta sulla situazione politica e socioeconomica dell’Isola ribelle.
La Brigata è internazionale. Essa raggruppa infatti numerose delegazioni provenienti da vari Paesi d’Europa (Brigada José Martí e Brigada Nórdica) e dal resto del mondo (tutte le altre Brigate). Ciò significa che dalla colazione al lavoro nei campi e/o negli edifici pubblici da ristrutturare, dai dibattiti alle serate di svago, tutto è una girandola di lingue, idee, usi, lineamenti, racconti diversi.
Grazie ad un’interessante combinazione di attività, la Brigata permette al partecipante di avere una visione globale della realtà cubana e di cogliere così tutta la complessità di un paese che, da oltre 50 anni, fa discutere per i suoi strabilianti successi, ma anche per i suoi, reali o supposti, difetti.
Conoscere Cuba è un processo forse difficile ma certamente arricchente e gratificante.
La Brigata permette di comprendere le difficoltà di un mondo diverso, lontano, vittima dell’ingiustizia e della disinformazione da parte dei nemici di Cuba, ma che è comunque capace di accogliere, comprendere, coinvolgere e farti sentire importante.La Brigata ha una durata che varia dalle due alle tre settimane. …
La Brigata di lavoro volontario “Giovanni Ardizzone”
RispondiEliminanasce nel 1998 come iniziativa dell'Associazione Nazionale di Amicizia Italia – Cuba della Lombardia. I circoli lombardi dell’ Associazione Nazionale di Amicizia Italia – Cuba sono gemellati con la provincia cubana di LAS TUNAS, che si trova nella parte orientale dell’isola, a circa 700 chilometri dalla capitale La Habana. In virtù di tale gemellaggio,l’Associazione Nazionale di Amicizia Italia – Cuba della Lombardia è in contatto diretto con Las Tunas tramite L’ICAP (Istituto Cubano per l’Amicizia tra i Popoli), l’organismo cubano che intrattiene i rapporti con le associazioni di solidarietà di tutto il mondo: a Las Tunas sono indirizzate le iniziative di solidarietà promosse dai circoli lombardi dell’Associazione e con Las Tunas si sviluppano iniziative di scambio culturale ed artistico.
La Brigata di lavoro volontario “Giovanni Ardizzone”
alloggia presso la “Casa dell’Amicizia” dell’ICAP, che si trova in avenida Camilo Cienfuegos n.197, nella città di Las Tunas, a pochi minuti di auto dal centro cittadino. La struttura che la ospita è di buon livello, considerato che si tratta di una brigata di lavoro; i servizi igienici sono assolutamente soddisfacenti, c’è un bel patio per il relax e un servizio di vigilanza 24 ore su 24, ma non è comunque un hotel e le camere vengono condivise con altri partecipanti. Presso la “Casa dell’Amicizia” si fa colazione, pranzo e cena: ovviamente la cucina è quella tipica cubana, ma il livello è buono anche per il difficile palato italiano.
Il programma della Brigata di lavoro volontario “Giovanni Ardizzone” è semplice ed elastico. Prevede il lavoro al mattino (tutti i giorni tranne la domenica) e attività di vario tipo al pomeriggio e alla sera: visite della città e ad altre località della provincia, gite alla spiaggia, incontri con diverse realtà sociali o culturali, feste serali presso l’ICAP o presso “Comitati di quartiere”. Numerosi sono i momenti liberi.
Il lavoro della Brigata di lavoro volontario “Giovanni Ardizzone” è semplice, e non richiede né particolari competenze né speciali qualità fisiche, ma solo buona volontà. Generalmente si tratta di tinteggiatura di pareti e di serramenti. Ciò che certo si richiede è consapevolezza che Cuba è un paese diverso dal nostro, sia per mentalità che per disponibilità di mezzi. Ovviamente è opportuno che i partecipanti si dotino di un abbigliamento adeguato (magliette e pantaloni “brutti”, scarpe leggere da lavoro, un cappellino, guanti da lavoro) tenendo conto del clima molto caldo.
El Loco Ho rispetto per loro anche se non lo farei.
RispondiEliminaSono scelte. . .
EliminaSe non hai ne' colpe ne' meriti, io intendo solo essere costruttivo e conseguente. Peche' censurare? - YUMA
RispondiEliminaAston ho sempre pensato come te che la solidarietà si debba fare in silenzio...direi estremo silenzio...
RispondiEliminanon ho esperienze di brigate di lavoro volontario, conosco solo alcuni individui della mia zona che con la scusa di queste "missioni", lasciando moglie e figli a casa, pennellano durante il viaggetto cubano non solo le scuole...con annessi tristi pavoneggiamenti di rito al rientro...siamo adulti, probabilmente fa parte dell' allegoria cubana e soprattutto, sia chiaro, non voglio generalizzare...
senza voler essere scontato, in questi giorni almeno un pensiero va anche alla popolazione del Nepal...paese che insieme al Tibet ho sempre amato nei miei viaggi sognanti e che vorrei poter visitare da randagio prima di lasciare questo mondo...
Freccia
Condivido in pieno ma non facciamo di tutta l'erba un fascio. In ogni istituzione sociale o altro, anche qua' sopra ci sono persone serie e poveracci con cui la natura non è stata particolarmente generosa. Per quanto vale questo blog è vicino alle popolazioni del Nepal
EliminaRibadisco "sia chiaro, non voglio generalizzare"...o come dici tu fare di tutta l' erba un fascio...
EliminaONORE e MERITO alla maggior parte delle persone che costituiscono le Brigate di Lavoro Volontario...
Freccia
Credo che come capita a molti. . . Sottoscritto compreso, a far qualcosa per gli altri sia davvero più quello che si riceve che quello che viene dato amico mio
EliminaYuma se vuoi che i tuoi scritti vedano la luce ricorda che devono essere nel contesto del blog senza riferimenti personali che interessano solo a te
RispondiEliminaSe la cosa non ti sta' bene ricorda che questo spazio non è inserito in nessun protocollo terapeutico e che il mondo è pieno di tanti altri bei posti.
Mi piace il tuo blog, pero' anche le libere discussioni con i diversi punti di vista che ognuno di noi dovrebbe avere il diritto di esporre. Di Renzi credo che ne basti uno nel panorama nostramo. (questa puoi anche non pubblicarla) - YUMA
RispondiEliminaPer una volta che ne dici mezza giusta perché non pubblicare?
RispondiEliminaConosco qualcuno a Roma dell'associazione La Villetta, nonché Emilio Lambiase, un architetto di Cava dei Tirreni che anni fa pedalo' senza soluzione di continuità dà Santiago a L'Avana per contribuire alla causa della rivoluzione, su un Internet c'è un post l'uomo CHE va a L'Avana e attualmente raccoglie fondi x gli aiuti umanitari. Recentemente gli ho fatto avere una grande quantità di sali minerali che lui ha caricato su un container diretto a Cuba x mandarli alla federazione ciclistica dall'altro lato del (ex) bloqueo.P68
RispondiEliminaAnche questo è bello. Dare una mano nel settore a noi più vicino e in cui ci sentiamo più coinvolti
EliminaHo la fede e' proprio cieca, o le brigate di lavoro sono del tutto controproducenti per lo scopo che si prefiggono; che a mio aviso non e' certo quello di produrre lavoro a favore di Cuba. No. Purtroppo, o non purtroppo, finisce solo a dimostrare quanto siano arrerati i mezzi disponibili e antiquate o inesistenti le attrezzature per svolgere un lavoro qualsiasi a Cuba, anche il piu' semplice: scavare con le mani nude! Serve anche per vedere quanto siano disorganizzati, quanta poca voglia abbiano di lavorare, quanto rubino sul posto di lavoro e via dicendo. No, non credo proprio che le brigate di lavoro in questa situazione siano una cosa positiva per nessuno. Sinceramente. - YUMA
RispondiEliminaLa tua è un opinione rispettabile o opinabile come quella di ognuno di noi
RispondiEliminase avessi letto bene spiegavo che la brigata si porta dal paese di partenza tutto ciò che serve per la realizzazione del progetto.
Certo, e avevo letto bene. Difatti il doversi portare tutto cio' che serve dal paese di partenza, dovrebbe bastare a inquadrare la situazione. Ma ci sono anche gli altri risvolti del tutto negativi. Inoltre pensa che uno non si puo' portare al seguito un trattore eficiente o una gru. Ripeto perche' sai che e' cosi': scavare a mani nude non lo facevano neanche Romolo e Remo. Parlo per esperienza. - YUMA
EliminaCiò non toglie il valore di chi, con mille difficoltà, cerca di dare una mano in modo reale e non. . . A chiacchiere.
RispondiEliminaVI SEGNALO UN BLOG CHE PARLA DI CUBA E DEL SUD AMERICA IN GENERALE
RispondiEliminahttp://www.mauriziocampisi.com/
Qualcuno sa se a santiago esiste una di queste brigate?
RispondiEliminaAltra cosa (se possibile), nel blog esiste una parte divisa per mesi dove poter rileggere i post molto vecchi, sono stato fuori per parecchio tempo e mi piacerebbe leggere i post dell'anno passato.
Vale
Ciao Vale
RispondiEliminaNon ho idea per santiago al limite manda una mail alla brigata Ardizzone, la trovi nel loro sito, e chiedi.
Si esiste un opzione simile, devo solo trovarla.....e inserirla.
Pedrooooooooooooooooo
RispondiEliminaOggi pomeriggio prima uscita in bike, una delle 6/7 ogni anno.......
Un paio d'ore fra Piossasco e Stupinigi su un'ottima pista.
Male alle gambe, zeru tituli ma che figata!
Rientrato con una fame che neanche Obelix.
Ho messo una fiorentina da mezza mucca sulla bistecchiera
Puff...pant...
Bravo, continua così: l'appetito vien mangiando !P68
Elimina1-0 per il Palermo.
RispondiEliminaMa Dio delle citta' e dell'immensita'....dico io...abbiamo gia' Gazzi e Miretti squalificati, era il caso di lasciare fuori Darmian, Maximovic, El Kaddouri e Maxi Lopez?
Pareggio di Bruno Perez!
RispondiElimina2-1 Palermo
RispondiEliminaFacciamo pena.
Traversa del Palermo...
RispondiEliminaPrimo tempo 2-1
RispondiEliminaPrestazione pessima, sopratutto in difesa, da sempre il nostro punto forte.
La testa e' rimasta a Torino....
Non ha veramente senso la formazione assurda.paolino.
RispondiEliminaEntra Maxi e si pareggia....2-2
RispondiEliminaRibadisco la fastidiosa sensazione del pareggio col Sassuolo....poca volonta', dall'alto, di andare in Europa.
Poca voglia di spendere e tanto di guadagnare.
Gol annullato a Maxi per una misteriosa spinta....
RispondiEliminaFinale 2-2 a Palermo
RispondiEliminaBel secondo tempo con Maxi, El Kaddouri e,dopo, Darmian in campo.
Siamo sempre a meno 2 dall'Europa, mancano 5 partite alla fine di cui 3 in casa e nessuna contro una grande.
Zitti e portare a casa...
Regolare il secondo gol di Maxi annullato. Tanto per cambiare. . .
RispondiEliminaUn fischio e il definitivo controsorpasso del Toro a Palermo svanisce. “L’arbitro aveva assegnato la rete, l’assistente di porta gli ha fatto cambiare idea: peccato - così Giampiero Ventura - perchè, adesso, saremmo al sesto posto e ad un punto dal quinto. Invece...”. Invece i granata non cambiano il verdetto della sfida del Renzo Barbera (2 a 2) e non lo fanno soltanto per colpa di una decisione degli ufficiali di gara che, fin da subito e senza moviole, è sembrata ingiusta.
RispondiEliminaLa partita del Toro racconta di un primo tempo vissuto sotto ritmo e senza idee e di una ripresa dove la squadra di Ventura ha dimostrato di avere ancora energie e voglia per inseguire l’Europa League.
Fra i protagonisti a Palermo sicuramente Maxi Lopez, in campo nella ripresa e autore di una prestazione sopra le righe. “La mia seconda rete era valida, è difficile non assegnare un gol così: io - spiega l’argentino - non ho spinto nessuno. Non vorrei che questa decisione arbitrale ci costasse la qualificazione alla prossima Europa League...”.
Il fischio, alla rovescia, di Gervasoni prende in ostaggio il dopo gara: Ventura è arrabbiato, ma riesce a non andare oltre. “L’anno scorso - continua il tecnico granata - abbiamo sopportato di peggio, molto peggio. Adesso mi auguro una maggiore attenzione nella gara di mercoledì contro l’Empoli...”. Niente sorpasso dopo essere andati per due volte in svantaggio: il Toro recrimina, Maxi Lopez cancella il suo futuro ancora per qualche settimana. “Perchè vado in panchina e non in campo da titolare con una certa continuità? Non lo so. Io so soltanto che mi sento al 100 per cento e sono pronto a giocare sempre. Cosa accadrà, per me, la prossima stagione? Con la società - spiega Maxi Lopez - c’è stato un incontro, siamo ancora distanti, ma io vorrei rimanere qua: i tifosi mi hanno accolto in maniera incredibile e fin da subito...”.
Il futuro dell’attaccante argentino, in scadenza di contratto fra due mesi, è in bilico: il Toro ha un’opzione sul suo cartellino, serve una stretta di mano con il patron Urbano Cairo.