Finalmente Agosto
In settimana tornero' in
Veneto per il rush finale quindi, dopo ferragosto, rientrero'
definitivamente a casa lasciando i ragazzi a concludere fino a meta'
settembre, per preparare l'apertura della palestra il 31 agosto.
Ieri giornata di casting
per candidati istruttori, c'e' ancora molto da fare ma oramai il
traguardo, che rappresenta un punto di partenza, e' in vista.
Una delle notizie che ho
letto in questa settimana e che, a livello generale, mi fa piu'
incazzare e' il leggere che “verranno chiusi o ristrutturati gli
ospedali coi bilanci in rosso”.
Un paese che taglia la
sanita' e l'istruzione non e' degno del secolo che stiamo vivendo.
Ma poi perche' mai
un'ospedale deve produrre un utile?
Certo, vanno evitati gli
sprechi e le mafie delle baronie, ma un'ospedale deve fornire servizi
ai cittadini, possibilmente a titolo gratuito, in nessun modo deve
essere comparato ad un'azienda.
Il Video di Alessandro
Gasmann dove l'attore invitava i cittadini romani a prendersi cura,
in modo diretto, della loro citta' ha sollevato un vero e proprio
vespaio.
Personalmente sono
combattuto fra due scuole di pensiero.
Sono in parte d'accordo
con chi afferma che la pulizia della citta' e' un problema
dell'amministrazione comunale, la gente paga le tasse, le piu' altre
d'Europa, in cambio avrebbe diritto ad avere una serie di
servizi...ma questo e' un discorso lungo.
Dall'altro lato pero' non
sempre possiamo incolpare “lo stato” o “la societa” per tutto
il male che accade.
Anche perche' lo stato e
la societa' siamo noi, tutti noi.
Nel momento in cui chi di
dovere non svolge, per mille motivi, il compito per cui e' stato
eletto non e' che possiamo vivere in mezzo alla merda.
Non dico di diventare
tutti monnnezzari, ma almeno il marciapiede davanti a casa nostra
puliamolo.
Lo stesso discorso quando
nevica, invece di aspettare che arrivi l'aiuto dall'alto, almeno quel
piccolo spazio che ci spetta, teniamolo pulito.
Mi rendo conto che il
problema non si risolve ma almeno, con un modo di pensare tipico dei
paesi del nord, inizieremo a pensare alle nostre strade e le nostre
citta' come un qualcosa di realmente nostro e non come un entita' di
cui noi non siamo mai responsabili.
Torno sulla faccenda delle
dimissioni di Mauro Berruto dal ruolo di coach della nostra nazionale
di pallavolo.
La Fipav e' un covo di
serpi incapaci, questo l'ho potuto verificare un paio d'anni fa, ai
tempi del Giaveno femminile in A1.
Gli e' stato fatto capire
che la sola cosa che contava erano i risultati e che, anche se 4
pallavolisti fra cui il capitano rientrano alle 3 del mattino,
occorreva girare la testa dall'altra parte.
Le cose non funzionano
pero' in questo modo, perche' o hai Maradona oppure vinci sempre e
solo col gruppo.
Il gruppo si forma e vive
nel rispetto delle regole, qualunque gruppo, perfino i miei vecchi e
usurati Villans.
Se permetti a qualcuno di
infrangerle allora tutto salta per aria, un allenatore deve anche
avere il ruolo di educatore nei confronti sia dei giocatori che dei
giovani che seguono questo sport.
In realta' volevano fare
fuori Mauro.
Dopo 5 podi nelle maggiori
manifestazioni al mondo, con un bronzo olimpico, a inizio anno hanno
licenziato la sua equipe per sostituirla con un'altra, piu' gradita
agli alti papaveri federali.
Berruto ha scelto
un'istituzione pressoche' sconosciuta nel nostro paese; quella delle
dimissioni.
In un paese dove nessuno
lascia il proprio cadreghino rinunciando a un centesimo questo
piemontese, Granata e uomo vero, ha dato un'esempio a tutto lo sport
italiano.
Il video che vedete ritrae
la sedicenne (forse) nordcoreana Kim che piange e saluta militarmente
durante la cerimonia di premiazione della sua gara di tuffi.
La prima medaglia d'oro
per il suo paese in questo sport.
Da un lato le lacrime di
una ragazzina in un momento che segnera' per sempre la sua vita,
dall'altra il saluto militare alla bandiera come sempre fanno i
nordcoreani (suppongo tutti militari) quando vincono in una
competizione a livello mondiale.
massimo gramellini
RispondiEliminaIl responsabile di Tuttolibri è uomo di cultura sterminata come il numero di macchie che costellano le sue camicie, eppure in uno slancio di semplicità mi aveva chiesto di intitolare la rubrica di questo mese, dedicata ai consigli di lettura estivi, «Sotto l’ombrellone».
Gli ho obiettato che leggere sotto l’ombrellone è impresa riservata ai sordi e agli illuminati. Il vicino di sdraio si rivela spesso un chiacchierone compulsivo a digiuno di pettegolezzi dall’estate precedente e con una esigenza irrefrenabile di recuperare il tempo perduto attaccandoti un bottone terrificante sul caos di Fiumicino, il governo Renzi o qualsivoglia altra sciagura. Ma persino nel caso in cui si abbia la cura di piazzare il proprio lettino accanto a un maestro yogi, l’apparato dispersivo della spiaggia sembra allestito apposta per distrarre anche il lettore meglio predisposto.
Piccoli teppisti travestiti da bambini che strillano e movimentano la sabbia a mezzo metro dal tuo rifugio letterario. Gli altoparlanti del bar che a intervalli regolari annunciano la scomparsa, purtroppo solo momentanea, di uno dei teppisti. I loro fratelli maggiori che obbligano l’intero stabilimento e le spiagge adiacenti ad ascoltare le orribili hit spagnoleggianti dell’estate, ignari dell’esistenza di un ritrovato della modernità chiamato «cuffie». Le creme solari che lasciano ditate indelebili sulle copertine. E il venditore di foulard che ti spiattella la mercanzia davanti al naso proprio mentre il commissario sta arrivando sul luogo del delitto e vorresti tanto essere lì a pagina 18 con lui.
La situazione migliora verso sera, quando la spiaggia si svuota, la temperatura scende e tu e il tuo libro raggiungete la riva del mare, vi allungate su un seggiolino, respirate forte per immagazzinare lo iodio e... alle vostre spalle qualcuno comincia a giocare con i racchettoni. Ditemi come fa un povero lettore volenteroso a concentrarsi su una pagina mite e muta, se ogni cinque secondi viene interrotto da un colpo secco e dalla sensazione che una pallina irrequieta stia per colpirlo sul naso.
Oggi, a meno di improbabili sorprese, fallisce Porto Rico. O quanto meno comincia il processo del default relativo ai suoi 72 miliardi di dollari di debito, che ormai fanno descrivere l’isola caraibica come la Grecia degli Stati Uniti.
RispondiEliminaIn queste ore, infatti, scade il primo pagamento che Porto Rico non sarà in grado di onorare, cioé 58 milioni di dollari dovuti a chi aveva comprato i suoi bond. E’ il week end, in teoria la resa dei conti potrebbe essere rinviata a lunedì, e la cifra in discussione è ancora molto ridotta. La sostanza, però, non cambia: il governo dell’isola è insolvente, e senza un serio intervento di ristrutturazione provocherà guai seri anche a Washington.
Porto Rico non è uno stato americano, ma un territorio che appartiene agli Usa a tutti gli effetti. In teoria potrebbe avere un’economia florida, soprattutto grazie al turismo e ai servizi, ma nella pratica è in recessione ormai da nove anni. La crisi è stata provocata da una gestione scellerata delle finanze pubbliche, evasione fiscale, costi troppo alti di energia e trasporti, obbligo di garantire lo stesso livello di retribuzione minima degli Stati Uniti, cioé 7,25 dollari all’ora che sull’isola caraibica sono un’enormità insostenibile. La disoccupazione giovanile è schizzata sopra al 25% e, trattandosi di un territorio americano, chi ha potuto è emigrato negli Usa, riducendo ancora di più la forza lavoro e la base contributiva locale.
Il governo ha cercato di contenere gli effetti della crisi offrendo un’assistenza pubblica insostenibile, che ormai beneficia circa il 40% della popolazione. Nello stesso tempo ha emesso obbligazioni con enormi facilitazioni fiscali, che hanno attirato gli investimenti dei locali in cerca di soluzioni per le loro pensioni, ma naturalmente non hanno prodotto ricavi per l’amministrazione pubblica.
Così il debito si è gonfiato fino a 72 miliardi di dollari, e il mese scorso il governatore Alejandro Garcia Padilla è stato costretto ad ammettere che non ha i soldi per ripagarlo. Il problema è che la legge vieta al governo federale americano di andare in soccorso di Porto Rico, e quindi la soluzione deve essere interna: ristrutturazione del debito, aumento delle tasse e taglio dei servizi.
Tutti questi provvedimenti, però, ricadrebbero in larga parte sulle spalle degli stessi abitanti dell’isola, perché sono loro i principali sottoscrittori dei bond in scadenza. Quindi sarebbero loro che dovrebbero nello stesso tempo perdere buona parte dei propri investimenti, pagare più tasse e ricevere meno benefici e servizi.
Il segretario al Tesoro Lew ha chiesto al Congresso di cambiare le leggi, in modo da consentire il salvataggio di Porto Rico, ma intanto da oggi cominceranno a saltare i primi pagamenti.
Porto rico; la isla de l'encanto, ci andai una settimana anni e anni fa approfittando inaugurazione volo della defunta Livingstone che faceva Bogotà San Juan, ad uscita aeroporto campeggiava la scritta 'estado asociado libre de porto rico' mi sembro' una contraddizione in termini che poi si è rivelata pure nei fatti, enormi differenze sociali passi dal centro lussusissimo a fetidi barrios in un secondo, turismo poco sfruttato, delinquenza a go go ,generazioni che non hanno mai lavorato un secondo e che campano di assistenzialismo , non ci voleva molto a capire sarebbe finita a gambe all'aria..se sei un velocipede pure scassato e ti associ a una ferrari...., posto con un certo potenziale fascino ma improponibile
EliminaStefano
Curioso un territorio Usa dove però il congresso non può mettere becco....
RispondiEliminaIl cane come va? Ste1
RispondiEliminaUno spettacolo!
RispondiEliminaSugli ospedali e scuole vergogna infinita, devono evitare sprechi (e le baronie che vi regnano) ma mica essere in utile e distribuire dividendo. .ma scusa vecchia domanda ma le tasse dove finiscono? Ma no servono a pagare servizi? Boh..aeroporto Fiumicino altro schifo, altra immagine perfetta che diamo al mondo..il resto boh..della Grecia già non si parla più ; Gasmann non saprei; credo sia stata anche una sorte di provocazione per dire al mondo come Marino (non) amministri, la società siamo noi vero ma ci scontriamo contro un muro di gomma in questo paese, ciao milco, per me settimana ben lunga devo tirare carretta fino a lunedi x vedere un riposo
RispondiEliminaStefano
Dai che Cuba si avvicina....
RispondiEliminaMarsiglia-Gobbi 2-0
RispondiEliminaDopo Barzagli e Chiellini si rompe anche Khedira...
Posso dare al gufo un'anno di riposo....
Alla J. sono tutti nervosi...le amichevoli contano poco ma forse almeno in questo caso qualcosa dicono
EliminaStefano
Se uno come Khedira lo prendi gratis.....qualcosa vuole pur dire....
EliminaRennes-Toro 1-0
RispondiEliminaGol dei francesi segnato dopo che Ventura ne ha cambiati 9.
Rigore sbagliato da Bovo.
Meglio così.....leggevo troppo entusiasmo.