Le ipotesi sul dopo Raul
sono diverse, anche perche' non si e' ancora sicuri che per Raul sia
giunto il momento del dopo.
Potrebbe restare a capo
del Partido, potrebbe rimanere come Jefe delle forze armate, tutti
sappiamo il valore che hanno queste istituzioni nella societa'
cubana.
Il nuovo Presidente
dovrebbe essere Diaz Canel.
Ci sono alcune correnti di
pensiero che indicano qualche Castro come successore dei Raul Castro,
a questa ipotesi credo poco.
Cuba non e' la Corea del
Nord, dopo Fidel in quel preciso momento storico era giusto che
toccasse a Raul, ma la dinastia dovrebbe interrompersi a questo
punto.
La gente non capirebbe, il
paese non capirebbe e vivrebbe la cosa come una sorta di tradimento.
Quindi l'ipotesi piu'
reale e' rappresentata da Diaz Canel, con dietro le quinte, ancora
Raul a tirare i fili.
Da qualunque parte la si
voglia vedere si tratta comunque di una svolta epocale, non ci sara'
piu' chi ha fatto la Rivoluzione alla giuda del paese.
Finisce la generazione dei
“duri e puri”, inizia quella dei politici....normali.
Non voglio attingere a
piene mani nella retorica fidelista, ma e' chiaro che i Barbudos non
erano gente che si poteva corrompere tanto facilmente.
Forbes avra' anche
indicato Fidel come uno degli uomini piu' ricchi al mondo (senza mai
pero' indicare la fonte di informazioni a cui ha attinto per arrivare
a questa conclusione) ma il Comandante e' morto a casa sua,
probabilmente con la sua tuta da ginnastica addosso, tuta il cui
modello e' in vendita in ogni negozio di articoli sportivi.
Nessun paradiso tropicale
o fiscale, dove siano questi soldi non e' dato di saperlo.
Raul fa una vita
abbastanza spartana, tutto casa e bottega, magari sara' milionario ma
non mi sembra uno che questi milioni se li stia godendo.
Finiti loro pero', i
successori non garantiscono la stessa tigna e lo stesso atteggiamento
verso eventuali tentazioni.
Trattasi di politici ed i
politici, in ogni paese al mondo, hanno attaccato al collo il
cartellino con scritto VENDESI.
Quando parlava Fidel o
parla Raul nessuno dei loro entourage aveva il prestigio, il valore
e los cojones per mettersi contro.
Sara' lo stesso con Diaz
Canel?
I Lazo, i Murillo e
compagnia cantante avranno nei confronti del nuovo leader lo stesso
timore reverenziale dimostrato nei confronti di chi combatté e'
vinse sulla Sierra Maesta?
Esiste il rischio che si
formino gruppi di potere legati a questo o a quel politico, gruppi
foraggiati dall'exterior con lo scopo di trarre vantaggi economici
derivati da scelte politiche specifiche.
I cubano non e' mai stato
Comunista, e' stato fidelista.....e se vogliamo anche raulista, sara'
ancora fedele alla linea quando i due leader che hanno fatto la
Rivoluzione saranno solo un ricordo?
La gente, chi e' rimasto,
ha sempre identificato Fidel ed ora Raul con Cuba, potevano magari
non essere d'accordo con quello che facevano ma i Castro erano
l'anima del paese, il cuore pulsante, le rocce, le certezze di una
eterna immutabilità.
Sara' lo stesso con chi
verra' dopo?
Cio' che accadde in Urss e
in DDR dimostra che, nel momento in cui.....abbassi la guardia,
tornare indietro e' impossibile.
Questo lo aveva capito
Fidel guardando la Cina ed il Vietnam dove le riforme economiche sono
avvenute all'interno dello stesso sistema politico.
Puo' Cuba cambiare
continuando ad essere Sovrana e Socialista con l'ingombrante vicino a
90 miglia verso nord?
Il Socialismo in salsa
caraibica e' sopravvissuto alle alluvioni del tempo perché ha
dimostrato di essere flessibile e riaggiustabile, sara' cosi' anche
in futuro?
Quante domande amici miei.
Siamo stati testimoni,
negli ultimi 20 anni, di molte trasformazioni che hanno riguardato
sia il mondo che la nostra isola, saremo ancora testimoni dei nostri
tempi continuando a viverla.
Forbes sulla difensiva. Le calunnie sulla fortuna di Fidel Castro
RispondiEliminaUn portavoce della rivista Forbes ha dichiarato a un giornalista della BBC che non esistono prove su conti correnti milionari o fortune nascoste a nome di Fidel Castro, ma che il leader cubano controlla comunque una fortuna e se volesse scappare dell’Isola portandola con sè, lo potrebbe fare.
Questa dichiarazione giunge dopo la denuncia di Fidel Castro di pochi giorni fa e sembrerebbe una sorta di ripiego dalle precedenti posizioni...
Gli editori di Forbes sono impantanati in una situazione assurda per cercare di difendere le loro accuse, al grido di: “Se suo nonno aveva le ruote era una bicicletta”!
L’accusa è cambiata: ora si basa su quello che Fidel Castro potrebbe fare
e somiglia davvero alla filosofia delle guerre preventive sostenuta da Bush e inoltre fa apparire sospettabili tutti i capi di governo che ipoteticamente potrebbero scappare dal loro paese con una parte dei fondi dello stato.
Forbes, ha intessuto una matassa incredibile che non risponde alla domanda chiave: di quanto si è appropriato il presidente Castro?”, ha chiesto il giornalista spagnolo Pascual Serrano.
La pubblicazione emblematica delle finanze imperiali afferma che in attesa di sapere la cifra precisa: “Abbiamo utilizzato un metodo per sommare le entrate in denaro liquido, valutando le compagnie, cioè le imprese statali e poi abbiamo accertato che una parte di questi di benefici appartengono a Fidel Castro”.
Come sostiene Serrano, direttore di Rebelión, invece di 900 milioni si poteva affermare che la fortuna di Fidel era del doppio, dato che si tenta di calcolare la parte quelle somme che Forbes ritiene opportuno dire che vengono rubate da Castro. Probabilmente lo diranno l'anno prossimo, dando la notizia che la sua ricchezza è raddoppiata.
Leggendo il metodo di calcolo, dice Serrano, si osserva che non esistono prove di conti bancari o di proprietà a nome di Fidel Castro.
Nel 2003 la rivista aveva stabilito che il patrimonio di Fidel Castro era di 110 milioni di dollari. Allora si segnalava che la stima di questa fortuna è un tema molto complicato, ma che avevano calcolato la ricchezza personale del presidente cubano considerando una percentuale del prodotto interno lordo (PIL) del paese come sua personale. È così semplice!
Mi sembra chi si presenta da un concessionario per l'acquisto di un carro con in mano, per pagamento, il biglietto di una lotteria che ancora deve avvenire.
EliminaCazzate.
Scusate la lunghezza, e' un vecchio articolo che riportava la retromarcia che aveva dovuto fare Forbes sulla dichiarazione di Fidel come uno degli uomini piu' ricchi del mondo
RispondiEliminaAveva un'isola tutta per se.....cosa pretendere di piu'?
EliminaE' possibile che nel breve non ci saranno grandi cambiamenti. Giuseppe
RispondiEliminaLo credo anche io ma con Cuba di mezzo non si puo' mai dire.
Eliminahola! domande giuste a cui però la casta avrà già dato delle risposte che vedremo nel tempo, un pò come l'acercamiento con los ee.uu tutto era già scritto da anni. In quel de la isla, è il paese con più militari ufficiali e non in base al numero di abitanti, comunque comandano le forze armate FAR includendo anche il MININT forse è li che continueremo a vedere un castro ufficiale. A ver que pasa Chao Enrico
RispondiEliminaI militari hanno oggi in mano tutto.
RispondiEliminaNon credo molleranno l'osso.
Questo é il vero punto cruciale. Poi possono mettere al governo chiunque vogliono. Mat.
EliminaNon si sono fatti trovare impreparati con la caida di Fidel che gli e' capitata addosso, non lo faranno ora che hanno avuto tempo per pianificare il tutto.
EliminaUrbano Cairo ha concesso un’intervista alla trasmissione di Radio 24 “Tutti convocati”, condotta da Pierluigi Pardo, Giovanni Capuano e Carlo Genta. Su Mihajlovic il presidente è sibillino, dimostrando di non avere affatto digerito la puntura dell’ex tecnico granata, che ricevendo il tapiro d’oro di Striscia La Notizia si era detto deluso del fatto di non avere ricevuto la comunicazione dell’esonero direttamente dal presidente. “Con lui c’era un buon rapporto personale, capisco che poteva avere il desiderio che lo chiamassi per comunicargli l’esonero” è la premessa di Cairo. “Però aveva un rapporto anche migliore con Petrachi ed è stato giusto che fosse il direttore sportivo a comunicare l’esonero. Secondo me Sinisa è una persona seria e per bene, e per questo penso che piuttosto che fare altri tipi di rimostranze avrebbe potuto dire che Cairo avrebbe potuto esonerarlo due mesi prima e non l’ha fatto”. Cairo, poi, rincara la dose: “La gestione di Miha non è stata soddisfacente. Se uno ha una squadra forte ed è stata riconosciuta migliore rispetto a quella della scorsa stagione, non può fare quattro punti in meno. Se un allenatore sa schierare la squadra, sicuramente non consegue questo tipo di risultati. L’ho difeso per un anno e mezzo di fila. Avrei potuto esonerarlo dopo la partita contro la Fiorentina e non l’ho fatto, credo debba ringraziarmi per questo”.
RispondiEliminaSulla situazione della Lega Serie A, il proprietario di La7 si esprime così: “Diciamo che sicuramente non si sono fatti passi in avanti. Per quel che riguarda la Lega, dovremmo nominare il presidente e l’amministratore delegato. Quest’ultimo dovrebbe essere colui che gestisce la Lega e che ci faccia fare il passo in avanti, anche in termini di fatturato. Abbiamo fatto un buon lavoro di commissione per la ricerca dell’ad, manca il nome del presidente perché l’altra commissione non l’ha dato. Se riuscissimo a fare queste nomine, ci sarà un’enorme passo in avanti per il futuro. Le decisioni si potrebbero prendere entro la fine del mese. Dalla conclusione nascono anche dei momenti di rinascita. Non bisogna mai disperarsi. La richiesta della mia nomina? Lasciamo stare le cose personali, che non sono importanti. Ci sono altre persone oltre a Cairo che possono fare bene. Dobbiamo trovare delle persone che riescano a rilanciare il nostro calcio. Io ci sono riuscito con le mie aziende. Spesso non serve neanche cambiare troppo dal punto di vista manageriale, basta solo saper gestire le persone. Noi abbiamo un calcio italiano che comunque non va ai Mondiali ma in ogni caso il nostro campionato, a mio parare, è il più divertente. Lotito? Non avrà il mio voto, secondo me non è in grado. E’ un bravissimo presidente della Lazio ma negli ultimi anni è stato fortemente coinvolto nella gestione della Lega. Io credo che gli ultimi anni siano stati fallimentari, negli ultimi cinque anni abbiamo perso dal punto di vista dei diritti tv. Una volta eravamo in testa adesso ci siamo fatti superare da molti campionati”.
Sulla presidenza della FIGC, invece: “Tommasi io l’ho incontrato come Gravina e Sibilia. Non credo che Tommasi possa essere il presidente della FIGC, anche se può dare il suo contributo. Secondo me prima di tutto bisogna votare qualcuno che abbia un ottima capacità manageriale. Un ex giocatore che abbia questa qualità lo voterei subito. Non credo che serva qualcuno che comandi a colpi di maggioranza ma qualcuno che sappia governare gestendo le persone. Fumata nera? Io di natura sono obbiettivo, penso che si possa riuscire a trovare qualcuno che riesca a presentare un programma di rilancio del calcio italiano”.
Dopo la vittoria contro il Bologna, oggi il Torino si è ritrovato al Filadelfia per la ripresa degli allenamenti. Prima di recarsi alla seduta, Walter Mazzarri ha deciso di salire sulla collina di Superga, per rendere omaggio al “Grande Torino”. Lo si evince dal profilo Twitter del tifoso Luca Masini, che ha postato una foto dove si vede l’allenatore di San Vincenzo davanti alla lapide di Mazzola e compagni.
RispondiEliminaL’omaggio alla squadra, perita nell’incidente aereo il 4 maggio 1949, che è ricordata con affetto ancora da tutta Italia, ma non solo, la fece anche Sinisa Mihajlovic nel giorno della sua presentazione. All’epoca l’allenatore serbo fu accompagnato dal presidente e la visita fu alla luce del sole con la presenza di tutta la stampa. L’ex Napoli e Watford, invece, si è recato sul colle in solitaria. E’ stata una visita personale e non certo preannunciata. Sembra che Mazzarri abbia già capito l’importanza, per tutto il mondo granata, che ricopre il passato di questo club. Dopo aver già respirato l’aria del Filadelfia, il tecnico ha voluto vedere con i propri occhi anche un altro luogo fondamentale, dove si è scritto una pagina tragica della storia del Toro.
per me milco va su diaz canel è chiaro che raul tessera i fili ancora un po finche sta bene non vedo cambiamenti epocali altra cosa raul sta facendo una casa super a vista alegre a santiago e in elicotero in un mese sarà venuto raul una decina di volte ciccio simone il romagnolo
RispondiEliminaSi ma non ce lo vedo a fare il giardiniere...
Eliminahihihihi questo è sicuro milco ciccio simone il romagnolo
RispondiEliminaScattano da oggi le nuove regole sulle valigie sui voli di Ryanair, la più grande low cost d’Europa con 128,8 milioni di passeggeri nel 2017. Si chiude l’era del doppio bagaglio a mano: una volta all’imbarco il più ingombrante dovrà essere lasciato agli addetti per essere caricato in stiva senza costi aggiuntivi. Restano uguali le dimensioni massime sia per il più grande (55 cm x 40 cm x 20 cm, non più di 10 chili), sia per il più piccolo (35 cm x 20 cm x 20 cm). Ma mentre chi acquista l’«imbarco prioritario» (il cui costo parte da 5 euro a viaggiatore) potrà portarsi ancora il doppio bagaglio a bordo, tutti gli altri, a meno che non paghino il sovrapprezzo (da 30 a 60 euro) delle formule Plus, dovranno portare a bordo solo la borsa piccola e lasciare l’altra ai check-in per l’imbarco in stiva. La nuova regola arriva dopo le parole Michael O’Leary al Corriere della Sera: l’ad della compagnia aerea aveva anticipato l’idea di cambiare la politica del doppio bagaglio a bordo perché troppi passeggeri si presentavano con entrambe le valigie in un velivolo da 189 posti e con cappelliere che possono tenere al massimo una novantina di bagagli. Questo allora provocava tensioni, rallentava i tempi d’imbarco e quindi la puntualità dei voli. In parallelo la low cost irlandese ha ridotto il costo di trasporto per le valigie in stiva – che si deposita ai nastri dei banconi dei check-in – che passa da 35 a 25 euro (fino a 20 chili di peso).
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