giovedì 24 maggio 2018

LA FINE DI UN'EPOCA



Un anno e mezzo fa ci ha lasciati El Comandante en Jefe, dopo aver compiuto i suoi bravi 90 anni.
Ora, sempre a 90 anni, termina il suo percorso terreno Posada Carriles.
Ovviamente nessun parallelo, nessun paragone, nessuna comparazione e' fattibile fra un autentico Gigante della storia ed un assassino pezzo di merda.
Pero' e' evidente come la natura, col suo scorrere irrefrenabile, stia risolvendo un problema che gli uomini, con tutti i limiti che il genere umano si porta dietro, non hanno saputo risolvere.
Con ogni probabilita' proprio solo la dipartita fisica dei “vecchi”, da entrambi i lati del bloqueo, puo' aiutare a porre fine alla sanguinosa diaspora che ha diviso per decenni chi ha scelto di restare e chi di andarsene.
Voglio essere sincero fino in fondo.
Sono un piccolo imprenditore, un hombre de negocios, se domani mattina scoppiasse una Rivoluzione, (in questo misero paese, visto come siamo conciati, ci vorrebbe proprio) i rivoluzionari mi dicessero che la palestra, l'agenzia di animazione e quella che renta case a Cuba....dal giorno successivo passano di proprieta' dello stato...beh...e' possibile che non la prenderei proprio benissimo.
Se pero' fossi un operaio che lavora in tripli turni per 1200 euro al mese o una ragazza che per 600 euro si sbatte in un call center, sempre i rivoluzionari mi dicessero che con quei soldi con cui oggi arrivo a malapena alla terza settimana, sara' possibile vivere visto che non ci sara' piu' un affitto e che le utenze non costeranno un cazzo...beh...e' possibile che la reazione dell'operaio o della ragazza sarebbero differenti.
Quelli che se ne sono andati, indisturbati, dopo la fuga di Batista col forziere erano imprenditori, proprietari terrieri, mafiosi, tenutari di bordelli, gente al soldo della Cia, poliziotti assassini e via discorrendo.
Gente che, per ideologia e modi di vivere, sarebbe stata poco compatibile col regime nuovo.
I soldi li avevano portati via da Cuba prima che tutto crollasse, restavano le proprieta' che hanno continuato a rivendicare per decenni anche vivendo dall'altro lato del bloqueo.
Dall'altro canto i Barbudos, se volevano veramente cambiare le cose, dovevano fare tabula rasa di tutto cio' che era prima del loro arrivo, anche perche' francamente da salvare restava poco.
Quindi da un lato del bloqueo c'era chi sputava odio nei confronti di chi si era “impadronito” del loro habeo, mentre dall'altro c'era chi odiava quelli che se ne erano andati col bottino, lasciando il paese in brache di tela.
Non esisteva e non poteva esistere una via di compromesso fra posizioni cosi' distanti.
Ovviamente il terrorismo, gli attentati, la povera gente che ci ha lasciato la vita, Di Celmo...sono un'altra cosa.
Pero' e' chiaro che solo la fine del passaggio terreno dei protagonisti di questa epopea storica puo' chiudere il cerchio, non esiste un'altra soluzione.
La gusaneria di Miami ha esultato quando e' morto Fidel, oggi i milioni di fidelisti che vivono a Cuba...ma anche noi, esultiamo per la morte del pezzo di merda, anche se non avrebbe dovuto accadere in questo modo, ma molto prima ed in maniera differente.
Gli israeliani andarono a pinzare in giro per il mondo e a fare fuori, con tanto di sicari, tutte le menti che progettarono il massacro di Monaco alle olimpiadi, li eliminarono uno per uno.
Forse Cuba avrebbe dovuto fare lo stesso, anche se il contesto storico era completamente differente.
I vecchi personaggi uno dopo l'altro se ne stanno andando, oggi Cuba ha un Presidente, Diaz-Canel nato l'anno dopo la Rivoluzione, dall'altra parte c'e' Rubio, altro pezzo di merda ma di nuova generazione.
Per mettere una pietra sopra al passato e ripartire, nel rispetto della strada politica che un paese sovrano come Cuba ha scelto, occorre che il passato diventi davvero passato, per lasciare posto ad un futuro che, si spera, sia migliore.

12 commenti:

  1. Un bellissimo curriculum

    mattia feltri

    Siccome è possibile che il Torino venda il suo centravanti, Andrea Belotti, e siccome poi toccherà sostituirlo, mi sono candidato per un contratto da bomber con il presidente Urbano Cairo. Gli ho mandato il curriculum in cui si attesta che ho disputato 282 partite nel Flamengo, campionato carioca, realizzando 207 reti. Conto altresì 52 presenze e 35 gol nella Nazionale brasiliana. Ora ci sono due possibilità: che Cairo cestini la mia profferta, curandosi di trovare un attaccante le cui prodezze siano note e non autocertificate, oppure che si faccia ingolosire dalla mia strabiliante seppur ipotetica media realizzativa e mi offra un quadriennale.
    In questo secondo e altamente improbabile caso bisognerebbe contemplare l’eventualità che qualche giornalista verifichi che ormai ho gli anni del Cristo di Rio, e il Flamengo al massimo l’ho visto in differita alla tv via cavo. È però sicuro che fra i due a rimediare la figura del vero fesso sarebbe Cairo. E siccome fesso non è, i tifosi del Toro non corrono rischi. Non si sceglie per curriculum il numero nove, come non si sceglie per curriculum un conduttore di prima serata o un direttore d’orchestra, tantomeno se il curriculum lo ha controllato nessuno. Invece il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è stato scelto proprio per il curriculum e ora pare non sia mai stato alla Sorbona, alla New York University e a Cambridge né in altri tre o quattro siderali atenei, come dichiarato in autoesaltazione. Pensa che ci si è ridotti a scrivere: un premier si sceglie per quello che è, e soprattutto si sa, e non per quello che dice di essere.

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  2. MI RICORDA QUALCUNO...

    A 30 anni non voleva saperne di andarsene dalla casa dei genitori, dove era servito e riverito, e così la coppia, esasperata, ha deciso di rivolgersi alla magistratura. E un giudice della Corte Suprema ha ordinato a Michael Rotondo di andarsene dall'abitazione. Mark e Christina Rotondo erano furibondi per il giovane fannullone che non collaborava e non faceva nulla per trovarsi un lavoro. La vicenda, che sembra copiata dalla sceneggiatura del film francese Tanguy del 2001, è accaduta a Camillus, vicino Syracuse, nello Stato di New York. Secondo quanto riferisce il Guardian, il giovane era tornato a vivere nella casa di famiglia otto anni fa.
    Usa, come nel film "Tanguy": genitori fanno causa al figlio 30enne per mandarlo via da casa.
    "Ti voglio fuori da quella casa", ha tuonato il giudice, Donald Greenwood. Il ragazzo ha definito il provvedimento "oltraggioso" annunciando che farà ricorso contro la decisione: "Non vedo perché non possiamo semplicemente aspettare un po' prima che me ne vada", ha aggiunto il 'nostro' Tanguy, che in tribunale si è difeso da solo, sostenendo di avere diritto a restare nella sua cameretta per altri sei mesi. L'inflessibilità di Michael non è stata presa bene dal giudice che ha risposto con un mandato di sfratto esecutivo.
    Prima di passare alle 'carte bollate', i Rotondo avevano inviato cinque lettere di avvertimento al figlio, a partire dall'inizio di febbraio. "Dopo aver parlato con tua madre, abbiamo deciso che devi lasciare immediatamente questa casa. Hai due settimane e non ti sarà permesso di tornare", avevano scritto in una, assicurando poi che avrebbero intrapreso "tutte le azioni necessarie per far rispettare questa decisione".
    E infatti, poco dopo avevano assunto un avvocato, concedendo però diverse proroghe al ragazzo. E come aiuto a trovarsi un'abitazione gli avevano anche offerto 1.100 dollari, che lui aveva intascato, ma senza muoversi da casa. Poi gli avevano consigliato di vendere gli oggetti di valore che possedeva, se gli serviva più denaro, e soprattutto di trovarsi un lavoro. "Ci sono posti disponibili anche per chi come te ha una pessima storia lavorativa", avevano scritto. E la madre si era anche offerta di aiutarlo a trovare una nuova sistemazione.
    Lui, però, aveva ribattuto che essendo un membro della famiglia non poteva essere sfrattato, arrivando anche a sostenere che comunque gli sarebbe spettato un preavviso di sei mesi. Ma il giudice Greenwood non è stato d'accordo: "Sto concedendo lo sfratto", ha detto e ha aggiunto, "penso che l'avviso sia sufficiente". Sarà davvero così o la 'sceneggiatura' di Michael Rotondo-Tanguy riserverà altri colpi di scena?

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  3. Ho tradotto in italiano buona parte delle udienze del processo di El Paso nel quale , tra altri efferati delitti , Posada era accusato di essere la mente della tragedia aerea nella quale tutta la squadra di scherma cubana morì ( più di 70 morti ). Ricordo ancora la risposta data ad un giornalista che gli chiedeva se nel corso della sua vita aveva mai provato rimorso per i fatti commessi. La risposta fu agghiacciante: “La sera io dormo come un bambino”. Questo era Posada Carriles, un terrorista pericoloso libero per le strade Usa.

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    1. ...che bombardano altri paesi in cerca dei terroristi...

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    2. Con el Trumpo a schiacciar bottoni .....pauraaaaa ( alla Conte , il gobbo )

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    3. Se aveva 20 anni meno il Posada col Trumpo faceva il ministro

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  4. Non sempre il nuovo è meglio del vecchio. Giuseppe

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  5. (ANSA) - NEW YORK, 23 MAG - Il Dipartimento di Stato invita il suo staff in Cina a segnalare ogni eventuale problema acustico o visivo dopo che uno dei suoi dipendenti ha denunciato sintomi simili a quelli degli attacchi acustici a Cuba. L'avvertimento su possibili suoni inusuali arriva in un momento di alta tensione nelle relazioni fra Washington e Pechino, al lavoro per cercare di evitare una guerra commerciale. Gli Stati Uniti, per il momento, non accusano la Cina di essere dietro ai sintomi riportati da uno dei suoi diplomatici del consolato di Guangzhou. "Non sappiamo la causa dei sintomi e non siamo a conoscenza di situazioni simili in Cina, sia all'interno sia all'esterno della comunità diplomatica", ha affermato il Dipartimento di Stato. "Non possiamo al momento collegare l'accaduto a quanto successo a L'Avana ma stiamo indagando tutte le possibilità", ha aggiunto un funzionario dell'ambasciata americana a Pechino.

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  6. Il mio vecchio amico e socio Mirco Peiani e' entrato nel Livorno calcio appena approdato in B, come socio di Spinelli.
    Quando lasciai il Club Vacanze, dopo un breve passaggio in Grandi Viaggi, approdai nella sua agenzia di animazione, la Uappala di Livorno.
    4 anni bellissimi con le estati da Capo Villaggio in giro per l'Italia e gli inverni a Livorno lavorando spalla a spalla con lui.
    Imparai ad apprezzare lui, Livorno ed i livornesi, matti come cavalli ma leali e sinceri.
    Dopo 4 anni decisi di aprire la mia agenzia,si propose come socio, mi passo' alcune strutture e per 2 anni camminammo insieme.
    Poi com'era giusto che fosse, ognuno prese la sua strada.
    Negli ultimi 15 anni, uno dopo l'altro acquisi' alberghi fino a diventare il boss di una catena alberghiera, appunto la Uappala.
    Grande testa di grande imprenditore ed ora questa nuova avventura.
    Fra l'altro da ragazzino aveva giocato nella squadra dei portuali con Allegri.
    Nella foto siamo insieme in una spettacolo del 2001
    Auguri Fratello mio, anche questa volta andra' bene, come sempre e....nessuna bubbaia!!

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  7. Con profundo dolor el Ministerio de Salud Pública informa, que a la 1 y 45 horas de hoy, 25 de mayo, falleció la paciente Emiley Sánchez De la O, de 40 años de edad, natural de Holguín.

    Emiley se encontraba hospitalizada en la Unidad de Cuidados Intensivos del Hospital Universitario General Calixto García, a consecuencia de las severas lesiones traumáticas y las quemaduras sufridas en el accidente aéreo ocurrido el pasado viernes 18 de mayo.

    Como se había estado informando a nuestro pueblo su estado era crítico extremo con un pronóstico desfavorable, manteniendo un deterioro progresivo, el cual no fue posible revertir por la aparición de complicaciones, a pesar del esfuerzo del equipo multidisciplinario a cargo de su atención, durante los 6 días de tratamiento intensivo.

    Llegue a familiares y amigos las más sentidas condolencias.

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  8. R.I.P. anche per lei. Giuseppe

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