sabato 15 settembre 2018

LA COPPIA



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ALESSANDRO ZARLATTI/IL BELLO DELL'AVANA
L'altro giorno stavo facendo una specie di gioco con un amico: stavo considerando questo... come chiamarlo, riavvicinamento degli Stati Uniti a Cuba cercando di umanizzare il rapporto, considerandolo come una dinamica di coppia. A volte parlare di Stati rende tutto più astratto e concetti come la “ragion di Stato” falsano rapporti che poi, in fin dei conti, riguardano persone e vite. Cioe', raccontiamo un po' di fatti. 
La situazione di coppia è la seguente: lei lo lascia e lui inizia a farle la guerra. Le toglie gli alimenti, le medicine, cerca di avvelenarla, manda gente a casa sua per ferirla, per ammazzarla, minaccia i suoi amici perché non le vadano in soccorso, non le portino beni essenziali di sopravvivenza e non le diano medicine; per essere più convincente le mette un po' di bombe dentro casa perché il messaggio arrivi forte e chiaro, poi la insulta pubblicamente e la calunnia delle peggiori nefandezze della terra. Un giorno le manda degli scagnozzi e prova a levarle casa con la forza. Lei quel giorno si difende, li respinge e lui rosica. Per metabolizzare il fallimento ci fa su un paio di film. Va detto che lui, abile film maker, ogni volta che fa una cazzata gira un film. Inutile dire che gira film a ripetizione sulle cazzate che fa. Molti la chiamano libertà e democrazia, a me sembra il comportamento di un coglione. Comunque, dopo sessant'anni di tentativi lui decide di cambiare strategia. Dice: "Me so sbajato... Alla fine semo tutti un po' regazzini... È che a me l'aria de mare me rende nervoso... Come stanno i pupi? Mamma? Famo pace?". Lei, che alla fine non l'ha considerato niente di più che un povero coglione, che avrebbe solo bisogno di un assegno e di un rapporto civile ed in linea non con il medioevo ma con l'età moderna, accetta di parlare. In mezzo c'è l'amico prete di lui. I preti, si sa, sono fogna, e quando c'è da acchiappà ce stanno sempre. Lei dice: "Vabbè, se sorbimo pure er prete basta che finisce 'sta storia...". Allora lui arriva, dice che alla fine sono sempre stati una famiglia e che certe scemenze si possono mettere alle spalle. Però le condizioni della dimenticanza sono le seguenti: tu me dai una stanza a casa tua; la stanza che ho occupato abusivamente per tutti questi anni non è oggetto di questa rappacificazione; non lo è per ora neanche la decisione che ho preso di toglierti il cibo, le medicine e neanche tolgo la minaccia a chiunque voglia darti una mano; ti metto il telefono e internet così facciamo contenti i bambini, tu lo paghi e io mi limito a non dire più che tu sei una zoccola cattiva e pericolosa; ah, c'è pure che me dai anche le stanze più belle de casa tua per fare bed & breakfast che te mando un po' d'amici miei. A posto così? Dai, lo vedi che tra persone civili ci si intende sempre?
Ecco, questa simpatica scenetta rappresenta in modo colorito e un po' cialtrone quello che succede in una coppia in cui l'uomo è un coglione, senza cervello e violento e lei è semplicemente una donna che vuole vivere la sua vita, fare le sue scelte, i suoi errori, e percorrere la sua strada. Uscendo da questa metafora già troppo lunga, devo dire che l'unica frase veramente sensata l'ho sentita dire da un vecchietto di 89 anni che dopo aver applaudito sommessamente ha detto: "Sì, tutto a posto. Hai detto tu che sessant'anni di embargo sono stati un errore. Adesso almeno mi paghi i danni". Quel vecchietto si chiama Fidel Castro.
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Zarlatti scrisse questo pezzo durante la fase di riavvicinamento fra i due paesi col Comandante en Jefe ancora in vita.
Divertente metafora di una coppia.
In Piemonte diciamo spesso che e' sempre bene parlare, fare considerazioni a bocce ferme.
Ora a distanza di un paio d'anni e con “l'effetto Obama” alle spalle possiamo provare a rileggere quel periodo in modo piu' obiettivo.
Avrete visto in questi giorni, il Trumpo firmare con tanto di foto sorridente il decreto che prolunga di un'altro anno il bloqueo, ora ci sara' il consueto voto all'Onu dove tutto il mondo, meno gli Usa e Israele, condanneranno quello che a tutti gli effetti e' un atto criminale.
Francamente, anche a me il fatto di “mettiamoci una pietra sopra e ripartiamo” risultava una bella presa par il culo.
Obama affermo': “se abbiamo cambiato 11 presidenti mentre i Castro sono ancora al loro posto vuol dire che abbiamo sbagliato qualcosa”.
Quel “qualcosa” non era ben definito.
Non e' stato mai chiaro se hanno sbagliato a mettere in piedi l'embargo oppure a non trovare un modo serio di fare fuori Fidel.
Non e' chiaro se gli Usa ritenevano che i migliaia di morti causati dal bloqueo fossero un incidente di percorso oppure avrebbero dovuto essere di piu'.
Non e' chiaro se la Baia dei Porci fu un errore metterla in piedi o si sarebbe dovuta fare una guerra a tutto campo.
Queste e molte altre cose non sono chiare.
E' facile, dopo 60 anni di guerre, invasioni, attentati, bloqueo, terrorismo dire “mettiamoci una pietra sopra”.
Chi paga?
Non a caso Fidel si tenne distante dalle celebrazioni durante la visita di Obama, non e' neanche chiaro se il presidente Usa volesse vederlo o se El Comandante en Jefe non abbia accettato l'incontro.
Capisco Raul e la ragione di stato ma non si puo' tirare una colpo di spugna come se tutto non fosse successo.
Ora, col Trumpo, che ha sempre fatto negocios con Cuba anche quando nessuno lo poteva fare, le cose sono tornate alla “normalita”.
A La Habana esiste un'ambasciata e non piu' un oficina di interessi ma non funziona, tutti i tramiti devono passare dalla Colombia (se non e' cambiata per l'ennesima volta la meta dei pellegrinaggi dei poveri cristi per ottenere la agognata visa), restano una dozzina di categorie di statunitensi che possono legalmente visitare l'isola, le navi da crociera attraccano e le compagnie aeree (sa hanno convenienza) posso atterrare.
Tutto qua'.
L'embargo resta, la gusaneria di Miami continua a riceve fondi, le ladrones en blanco anche se molto defilate, viste le ruberie e gli scandali interni, continuano a prendere il grano dal dipartimento di stato Usa.
Della bloggara a gettone si sono perse le tracce, ma nessuno la rimpiange.
Alla fine, come sempre aveva ragione Fidel.

17 commenti:

  1. La selección masculina de voleibol de Cuba cayó 3-1 ante su similar de Finlandia en su segunda presentación en el Campeonato Mundial de Voleibol masculino y vio alejarse las opciones de avanzar a la segunda ronda del torneo, con sede compartida entre Italia y Bulgaria.

    Luego de un inicio impetuoso en el set de apertura, el sexteto criollo no pudo mantener el ritmo y en definitiva cayó por discreto 25-19 en 26 minutos de juego. Los errores no forzados, el poco trabajo en la net y la falta de estabilidad en los momentos claves impidieron un mejor rendimiento de los antillanos.

    Para el segundo parcial, el técnico Nicolás Vives prescindió del auxiliar Marlon Yang y en su lugar colocó a Osniel Melgarejo, pero tampoco ese cambio solucionó el problema y el segundo parcial fue copia idéntica: los fineses repitieron tanto el marcador definitivo como el tiempo de juego necesario para llevarse el set.

    Sin embargo, Cuba dio muestras de vida en la tercera manga y la dominó 25-20, amparada sobre todo en la entrada de Liván Osoria como central y un mejor aprovechamiento de los contraataques. Ese repunte ofreció opciones de levantar el partido, pero otra vez la desconcentración, el mal recibo y la inestabilidad del equipo dieron al traste con ese propósito y el cuarto set concluyó con abultado 25-16 a favor de los europeos.

    Como en el primer partido contra Polonia, otra vez la selección criolla abrió con los centrales Javier Concepción y Roamy Alonso, mientras Marlon Yang y Miguel Ángel López se desempeñaron como atacadores auxiliares, Miguel David Gutiérrez estuvo de opuesto y Yonder García fue el líbero.

    En las estadísticas colectivas Finlandia fue mejor que los cubanos en la mayoría de los indicadores de juego, aunque gracias al trabajo de Roamy Alonso en la net los criollos superaron en bloqueo a sus rivales. Las mayores diferencias, sin embargo, estuvieron en la defensa de campo, el servicio y los puntos obtenidos por errores del contrario. Solo por ese último concepto la escuadra cubana entregó 28 puntos, mientras sus rivales tampoco mostraron fineza y fallaron en 22 ocasiones.

    Individualmente, los mejores por Cuba fueron Miguel David Gutiérrez y Osniel Melgarejo, con 17 y 11 puntos, respectivamente. Por Finlandia, Urpo Sivula, Markus Karuto, Antti Makinen se repartieron doce anotaciones per cápital.

    Esta es la tercera ocasión en que Cuba enfrenta a Finlandia en un Campeonato Mundial de Voleibol. La primera vez ocurrió hace 52 años en la edición de Praga y allí la Mayor de Las Antillas venció en sets corridos. Luego se vieron las caras en la versión mundialista de Polonia 2014, un choque donde los nórdicos remontaron los dos primeros sets en su contra y vencieron en tie break. En el balance global, esta es la derrota 51 de Cuba en torneos del orbe, mientras archiva 74 victorias en sus 16 participaciones.

    Cuando ya todos los equipos de la llave D cumplimentaron su segunda ronda, Cuba marcha en el quinto puesto del grupo, solo por delante de Puerto Rico gracias a un mejor balance de puntos a favor y en contra. Polonia e Irán marchan invictos con dos éxitos.

    Los próximos rivales de Cuba serán las selecciones de Irán, Bulgaria y Puerto Rico. De cara al objetivo de ubicarse entre los cuatro primeros que avanzarán a la siguiente ronda, los criollos están obligados a vencer a los boricuas —a todas luces el equipo más asequible— y aspirar a la hazaña con otra victoria ante los más complejos iraníes o balcánicos.

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  2. ARGENTINA...
    Con una multitudinaria concentración sobre la avenida 9 de Julio, los movimientos sociales reclamaron al Gobierno nacional que declare la emergencia alimentaria, con la advertencia de que los sectores populares “no dan más”. “Estamos al borde de la cornisa y los responsables de gobernar traen al FMI para que determine las políticas económicas. Todos sabemos que la situación va a empeorar; les advertimos que no puede empeorar, que en los barrios no lo resisten. Necesitamos que los pibes tengan garantizada la comida. En un país que produce alimentos para 400 millones de habitantes, ¿hay que ser tan inútil y tan cínico a la vez de tomar medidas que instalen el hambre?”, preguntó Daniel Menéndez, de Barrios de Pie, en el cierre de la concentración.
    La protesta fue acompañada por la instalación de mil ollas populares a lo largo de todo el país, organizadas por el grupo San Cayetano (CTEP, Barrios de Pie y la Corriente Clasista Combativa), el Frente Darío Santillán y el Frente de Organizaciones en Lucha. En la misma jornada, también se movilizaron la Asociación de Trabajadores de Estado, que convocó un paro de 24 horas contra los despidos, y la CTA Perón. A todos ellos se sumaron otras agrupaciones como Barrios Peronistas y Venceremos, cuyos dirigentes destacaron que la crisis económica saca a la calle cada vez a más personas, que promueven acciones colectivas.
    La declaración de la emergencia alimentaria contempla que el Estado triplique el envío de comida a los barrios, la misma proporción en que creció la demanda en los comedores.
    Tanto la enorme bandera del palco como los discursos apuntaron contra el FMI. Todos los oradores rechazaron el proyecto de presupuesto que enviará el Poder Ejecutivo al Congreso, que contempla un recorte de gastos de 400 mil millones de pesos, comprometido por Cambiemos con el organismo multilateral, y adelantaron que cuando los diputados y los senadores lo debatan habrá una movilización masiva frente al parlamento.
    “No somos mansos, no somos fáciles de domar. Si este gobierno no nos escucha, así como la ministra de Seguridad Patricia Bullrich dijo que se va a endurecer, nosotros les decimos que estamos dispuestos a dar la lucha porque queremos otro país”, agregó Juan Carlos Alderete. “Dicen que quieren diálogo… No nos den diálogo con lexotanil porque los tiempos se agotaron, si no nos atienden pronto vamos a bloquear en todo el país hasta que este gobierno nos atienda”, advirtió por último el dirigente.
    El grueso de las organizaciones sociales y gremiales ingresaron a la ciudad de Buenos Aires por el Puente Pueyrredón, que une Capital Federal con Avellaneda y donde hubo momentos de tensión con las policías Bonaerense y la Federal que custodiaban el acceso.
    El cierre estuvo a cargo de Esteban “Gringo” Castro, Secretario General de la CTEP, quien manifestó “queremos el triple de los recursos para comedores y merenderos, esos que están estallados, donde las compañeras con lágrimas en los ojos tienen que decir que no hay más para dar de comer”, y adelantó: “El 19 nos vamos a movilizar por la baja de tarifas, tienen que ponerlas acorde a lo que ganan nuestras compañeras y compañeros. No les vamos a permitir que haya cortes de luz para los trabajadores y las trabajadoras más humildes”.
    Recordó que el gobierno no cumplió muchas de sus promesas de campaña, como la Pobreza Cero y agregó “no veo a nadie del gobierno militando, caminando las calles de barro de nuestros barrios, ahí están los movimientos populares, las iglesias católicas y evangelistas, y del otro lado el narcotráfico, que está siendo utilizado por el capital financiero internacional como un ejército de ocupación para terminar con las organizaciones populares, que ni lo sueñen, esos barrios son nuestros”.

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  3. Bellissimo, non conoscevo il pezzo, rende perfettamente il rapporto di Coppia...
    Certo che gli amici di Lui sono proprio senza spina dorsale.

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    1. Ognuno ha gli amici che si e' guadagnato e che si merita...

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  4. Pare che ora la coppia abbia di nuovo divorziato.Giuseppe

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    1. Diciamo che il Trumpo deve la sua elezione anche a Rubio e alla gusaneria di Miami.
      I debiti si pagano...prima o poi.

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  5. hola! penso che alla fine la situazione storica creatasi fece e fa comodo ad entrambi i lati delle sponde che contano. chao Enrico

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    1. Al final El Caballo , ancora una volta , c'aveva azzeccato .
      I morsi della fame però sono peggio di quelli del lobo malo....

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  6. Vedremo come si evolveranno le situazioni.

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  7. Mondiali Volley
    Italia-Argentina 3-1
    Battuto il Maestro Velasco

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  8. UDINESE (4-1-4-1): Scuffet; Larsen, Nuytinck, Troost-Ekong, Samir; Behrami; Pussetto, Mandragora, Fofana, De Paul; Lasagna.

    TORINO (3-4-2-1): Sirigu; Izzo, Nkoulou, Moretti; De Silvestri, Meite, Baselli, Berenguer; Iago Falque, Soriano; Belotti.

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  9. Molto molto molto dicutibile arbitraggio....inspiegabili
    alcune decisioni (o non decisioni)...
    buona domenica a tutti
    Andrea M.

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  10. Mondiali Volley
    Italia-Dominicana 3-0
    Cuba-Bulgaria 0-3

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