Rientrato ieri sera, da
Parigi, dall'aeroporto sono andato direttamente in palestra, dove mi sono fatto
un paio d'ore per...riprendere la mano e vedere come eravamo messi.
Oggi turno lungo non prima di
essere passato a riprendermi Birillo dall'amico che me lo ha tenuto, l'unica
cosa che mi e' seriamente mancata dell'Italia.
Comunque il solito rientro
senza musi lunghi, dopo 3 settimane c'e' la voglia delle mie cose e di una vita
tutto sommato accettabile, poi oggi c'e' pure il sole...
Il blog riprende il suo
piacevole percorso, come avviene da un paio d'anni, completamente autoctono
visto che oltre ai pezzi anche le foto di copertina che raccontano Las Tunas e
La Habana sono scattate dal sempre vostro umile scriba.
Nei prossimi giorni entrero'
nello specifico su tante cose, o meglio lo faro' dove sara' opportuno farlo,
condividendo, come sempre qua' sopra il 10% della mia vita.
A volte saranno situazioni di
cui abbiamo piu' volte parlato, se vi annoio ricordate sempre che questo blog
non rientra in nessun protocollo terapeutico...
Dal punto di vista personale
e' stato un bel viaggio ma delle cose mie, tolti un paio di sfigati, non credo
freghi molto a nessuno, quindi meglio parlare a carattere generale.
Mancavo da 6 mesi, troppo poco
per vedere cambiamenti significativi ma abbastanza per accorgermi di alcune
cose.
Intanto ci sono grossi ma
grossi problemi col pane...non ho detto la fettina di vitello ma il pane...
Manca la farina, sono spariti
del tutto i venditori por la calle, quelli che compravano i filoni a 7 pesos
per poi in bicicletta rivenderli a 10, spariti forse anche per un problema di
licenze.
Davanti ai forni e alle
panetterie code mai viste, al massimo ti vendono 2 filoni a testa non di piu'.
Questo a Tunas, a La Habana va
un po' meglio ma anche qua' non piu' dei soliti 2 filoni a cranio anche se i
forni sono meno presi d'assalto.
Maria Antonietta direbbe
“Manca il pane? Date al popolo le brioches”.
Perfino da Dona Neli, dove 10
panetti dolci costano 21 pesos c'era la coda fino a meta' strada ed e' tutto
dire.
Poi pero' vado a mangiare il
gelato a La Habana (poi vi parlero' di questi locali) a 5 cuc alla coppetta, ed
e' pieno di cubani in coda aspettando il loro turno.
La Habana con tanto turismo,
il governo parla di 4 milioni in un anno, mi sembrano cifre gonfiate,
probabilmente conteranno anche i cubano americani di rientro e i croceristi che
si fermano sull'isola mezza giornata.
A Tunas molti meno turisti del
solito quando sono arrivato, mentre pero' partivo era in arrivo la solita
carovana di temba in aria di estrema unzione, proprio il tipo di turismo che la
municipalita' vorrebbe far fuori.
Mi ripeto, rispetto alla sera
la citta', tolto il sabato, e' morta, tutto buio, tutto spento...da stare a
casa.
Hanno chiuso tutti i
ristoranti e i locali italiani, vuoi per una ragione o per l'altra voui
temporaneamente o definitivamente.
I soliti rastraciacleta
nostrani piangevano miseria quando c'era da pagare 4 cuc per un piatto di pasta
ma adesso, se non ceni a casa, non sai letteralmente dove andare a mangiare in
modo decente cercando di tenersi alla larga da Montetzuma.
Diciamo quello che vogliamo ma
dove ci sono italiani dietro ai fornelli e' tutto un altro vivere.
Anche della sparizione dei
nostri locali in citta', parleremo in seguito, con la dovuta cautela ed il
rispetto nei confronti di chi ci ha provato, ci prova e ci provera' in futuro.
Si avvicina il referendum
costituzionale ma anche di questo parleremo.
Tunas in testa alla seconda
fase della serie nacional de pelota, in citta' non si parla d'altro,
specialmente dopo la sconfitta in finale dello scorso anno.
Dal prossimo pezzo scendero'
nei dettagli su tante cose. Concludendo dal punto di vista personale mi sono
davvero divertito, ma davvero, pero' oramai questo non rappresenta una novita.
Fra 80 giorni, lavoro
permettendo, si riparte.
RispondiEliminaRingrazio il sig. Luigi Di Maio (vice Presidente del Consiglio pro tempore) perché mi ha definitivamente risolto un dubbio.
È da molto tempo che ho tutte le caratteristiche per chiedere all’Ordine dei Giornalisti del Piemonte l’iscrizione all’elenco dei pubblicisti. Sono necessari (il Sig. Di Maio lo sa perché, in maniera diciamo creativa, lo ha fatto in passato) 60 articoli pubblicati da un testata negli ultimi due anni.
Ho pubblicato circa 200 articoli negli ultimi due anni: ho una rubrica settimanale dal dicembre 2015 sul quotidiano Avvenire, un’altra bisettimanale su Il Foglio e ho pubblicato qualche articolo per Il Corriere della Sera.
Certo, non ho avuto la fortuna di incrociare professionalmente Il Paese Futuro (123 follower su Twitter e un link a un sito dove si apre un menù così composto: Paese – Tarocchi – Futuro – Una – Mio (e peraltro all’interno di ciascuno di questi menù non c’è nulla), che è la testata che ha permesso al Sig. Di Maio di diventare giornalista pubblicista, però credo di essermi fatto un po’ di esperienza.
Ho sempre pensato di non chiedere l’iscrizione all’Ordine perché ritengo il lavoro del giornalista sacro e ho molto rispetto di chi arriva da quella “gavetta di redazione”, che io non ho certamente fatto.
Tuttavia ora il sig. Di Maio mi ha convinto, dicevo. Presenterò tutta la documentazione necessaria perché voglio fortemente far parte di quella schiera di puttane, infami sciacalli e pennivendoli per poterli chiamare colleghi. Così, da puttana, infame sciacallo e pennivendolo potrò continuare a scrivere, con tutte le qualifiche necessarie, delle gesta ignobili, inaudite e profondamente pericolose di questo governo pro tempore.
(Ah, sig. Di Maio, pro tempore significa che lei non è in missione per conto di Dio e che quella sedia che scalda non è garantita a vita)
MAURO BERRUTO
francesco manassero
RispondiEliminatorino
La doverosa, benché tardiva, celebrazione dell’allenatore dell’ultimo scudetto del Toro colma la pagina della storia granata che ancora mancava. “Gigi Radice, il calciatore, l’allenatore, l’uomo dagli occhi di ghiaccio”, libro scritto da Francesco Bramardo e Gino Strippoli, da domani sbarca in libreria grazie all’editore Priuli&Verlucca. Al costo di 11,90 ci si potrà imbarcare nel viaggio sulla vita del grande uomo lombardo, che ciò che non riuscì a raggiungere da calciatore con il Milan a causa di un brutto infortunio lo ottenne sulla panchina granata.
La cavalcata scudetto del Toro nella stagione 1975-’76 rappresenta ancora l’ultimo trionfo nel campionato di Serie A da parte del club. Un successo legato profondamente alle idee rivoluzionarie di un uomo che portò in Italia il calcio totale all’olandese, filosofia di gioco poi copiata da tutti. Sono passati 42 anni da quel giorno, ma le idee di Gigi Radice, che oggi ha 83 anni ma a causa dell’Alzheimer da tempo vive in un mondo differente, sono ancora molto attuali.
Las Tunas-Sancti Spiritus 3-4
RispondiEliminaRestiamo primi
E sempre bello leggerti.Giuseppe
RispondiEliminaGrazie e ringrazio Blograma che pubblica sempre i miei pezzi.
RispondiEliminaBen rientrato , sono molto interessato a sapere dei vari ristoranti gestiti da italiani ... per me coloro che ci provano a Cuba sono sempre encomiabili nei loro intenti, io non ci proverei mai. Al massimo una casa de renta come quella che hai tu con il giusto partner locale. Mat
RispondiEliminaNe parlero', per cio' che e' giusto farlo, non di piu' per il giusto rispetto per gli eroi civili che ci hanno provato.
Eliminahola! attendiamo tus nuevas , hai già trattato il tema de la escasez.....chao Enrico
RispondiEliminaAvremo molto di cui parlare su svariati argomenti.
RispondiEliminaBentornato,
RispondiEliminaPare ieri sei partito...il tempo è volato...sempre bello ritrovare il blog ,mi raccontavano più o meno le stesse cose di Holguin,Non tanto riguardo la scarsezza del pane ma sul mortorio che si vive durante la semana per poi accendersi il sabato(ma non più di tanto)..Ma ne parleremo a tempo debito .
Volato bene con Af?
Ciao Milco
Andrea M.
Se vogliamo la situazione fanciulle e case a Holguin è ancora peggiore.
RispondiEliminaAf discreta come sempre
Santa Fè- Bentornato Milco!
RispondiEliminaGrazie
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