mercoledì 9 gennaio 2019

RISPETTO PER IL BORSILLO



Durante l'ultimo viaggio ho rivisto in giro per Las Tunas un vecchio piemontese che non incontravo da un po'.
Ultra ottantenne, una pensione modesta, magari qualche soldino da parte, frequenta Cuba da molti anni.
Visto che el recurso economico e' quello che e' cerca sempre soluzioni poco dispendiose per il periodo che trascorre sull'isola.
Tre viaggi all'anno di una quarantina di giorni ciascuno, vorrebbe stare di piu' ma dopo un certo periodo comincia ad avere problemi di salute, suppongo per qualche sorellina blu di troppo.
Mi dice sempre; “Milco per me venire a Cuba e' diventato faticoso e dispendioso, ma alla mia eta' cosa faccio in Italia sopratutto quando fa freddo?”
Mi fermo sempre volentieri a fare 2 parole con lui (cosa rara visto che tendo a non fraternizzare troppo coi compatrioti), e' un tipo simpatico ed e' pure tifoso del Toro.
Mi diceva che, renta compresa, il suo budget mensile e' di 600 euro, al cambio di merda attuale circa 650 cuc.
Credo si porti dall'Italia qualche cineseria da vendere, ma non e' questo il punto.
Affrontiamo ancora una volta il discorso del budget, consapevoli che ognuno di noi e' l'assoluto dueno del proprio borsillo e non deve rendere conto a nessuno di quello che spende.
Di idioti che postano foto di cio' che mangiano in aereo o del carro che rentano Cuba e' piena, io parlo di gente differente, gente vera.
Ci sono tanti altri connazionali che, come il mio amico sabaudo, frequentano Cuba con budget limitati cercando di fare attenzione a cio' che spendono.
Un tempo pensavo che una vacanza, per essere considerata tale, doveva rispondere a certi requisiti, altrimenti era meglio restare a casa.
Oggi vuoi per la crisi economica che ha tagliato le gambe a tanti, vuoi per il livello di vita nell'ex bel paese sempre piu' miserando, vuoi per le tonnellate di rompimenti di coglioni di livello 10 che dobbiamo affrontare ogni giorno, vuoi perche' al final ognuno della propria vita e' giusto che faccia cio' che vuole, vuoi che invecchiando e' possibile che abbia messo su un po' di saggezza ho un po' modificato quel mio antico pensiero.
Preferisco mille volte chi vive i suoi giorni cubani con semplicita' e modestia a chi pensa di fare il figo solo perche' ha 4 soldi in tasca e sente il desiderio di esporli.
Ci sono molti pensionati o comunque gente abbastanza avanti con gli anni, che vivono nella mia citta' cubana o che comunque ci passano dai 6 mesi in su.
Quasi tutti in casa de renta, abbiamo gia' dimostrato che una visa familiar, se ottenuta per il posto sbagliato puo' essere un bagno di sangue senza fine.
Poi c'e' chi e' residente che per ottenere la RP ha, prima, dovuto fare determinate scelte.
Case de renta dicevo che magari hanno almeno 3 cuarti e ne affitano uno a 8/10 cuc al giorno allo straniero che si ferma 6 mesi.
Molti canadesi, ad esempio, si muovono in questo modo.
Quindi parliamo di una spesa di 250 cuc al mese per la casa.
Per il mangiare abbiamo visto come c'e' la possibilita' di sfangarla con 6/7 cuc al giorno fra ristoranti cubani e una duena che cucina bene e non e' troppo esosa.
Ogni tanto una fanciulla, magari sempre la stessa in modo da non creare problemi alla casa, come vedete i conti tornano.
Lasciamo stare chi come me e molti di voi passa a Cuba 15/20 giorni per volta, parlo di chi ha scelto di viverci in pianta stabile oppure per larghi periodi.
Se, come pare, non concedono piu' il terzo mese (a febbraio quando andro' in inmigration chiedero' di nuovo, giusto per una curiosita') allora dopo 2 mesi tocchera' uscire dal paese, tornando in Italia od optando per un costoso volo verso terre vicine per poi tornare subito a Cuba, il tutto incidera' ovviamente sul budget.
Vivere a Cuba, magari non all'Avana non vuol dire necessariamente dover spendere cifre importanti, molti lo fanno alle cifre che vi ho indicato e non mi pare che sa la passino poi cosi' male.
Quando hai una certa eta' e' possibile che la voglia di fare chissa' quale casino se ne sia andata; quando hai un posto sicuro, caldo, che conosci, dove hai i tuoi riferimenti hai risolto buona parte dei tuoi problemi.
Non fa per me, io sono un turista normale che spende cifre normali, ma ho imparato a rispettare chi col proprio borsillo magari non pienissimo riesce comunque a vivere nella piu' bella terra su cui occhio umano si sia mai posato. 

14 commenti:

  1. BBC Sport oggi dedica uno speciale servizio alla tragedia di Superga con tanto di richiamo sull’homepage del sito. “The plane crach that killed Serie A’s champions and their English coach”, riprende la storia del Grande Torino a partire dalle testimonianze di Bill Lievesley, figlio di Leslie, allenatore inglese che con Egri Erbstein permise al Torino del dopoguerra di non essere solo una squadra di calcio. “Era la voglia di vivere – nelle parole di Giorgio Bocca – di sentirsi di nuovo cittadini di una città viva e concorde che ci prendeva alla gola quando passavamo davanti alle macerie di piazza San Carlo, di fronte agli edifici sventrati”. L’articolo sottolinea proprio l’importanza sportiva e identitaria dei granata per la città, ricordando il mezzo milione di persone che il 6 maggio si riversarono in strada per l’ultimo saluto agli “immortali”.
    STORIE NELLA STORIA – Attraverso i ricordi di Bill Lievesley, che all’epoca dei fatti aveva 11 anni, il servizio, curato da Patrick Jennings, riprende episodi, aneddoti e record dei granata nel periodo del dopoguerra, con un riferimento particolare alla storia personale di Leslie Lievesley. Prima di perire sull’aereo che da Lisbona riportava a casa la squadra granata, il tecnico inglese era sopravvissuto ad altri tre incidenti aerei, due durante la Seconda Guerra Mondiale, mentre prestava servizio militare nella Royal Air Force, e uno con la squadra giovanile del Torino, di ritorno da un torneo internazionale in Inghilterra, nell’aprile del 1948. In quell’occasione, a causa di un guasto ai freni del velivolo, in fase di atterraggio l’aereo impattò con una delle ali contro un hangar, senza conseguenze serie per i passeggeri. Il servizio sottolinea inoltre il ruolo di alcuni personaggi chiave dei granata, dal presidente Ferruccio Novo, a Erbstein e Mazzola. L’articolo si spinge poi fino alla più stretta attualità, citando il destino di abbandono vissuto dallo stadio Filadelfia, chiuso nel 1963, fino alla rinascita, nel maggio del 2017.
    LA PROMESSA – Rientrato con la madre in Inghilterra dopo la morte del padre, Bill Lievesley, oggi ottantenne, è tornato per la prima volta a Torino per il 60° anniversario dell’incidente, nel 2009, dopo esserselo ripromesso a lungo. In quel primo viaggio di 10 anni fa è salito a Superga due volte in due giorni. Quest’anno, nel 70° anniversario, tornerà ancora a Torino, presente alla cerimonia che ogni anno richiama migliaia di tifosi, per salutare suo padre e il Grande Torino.

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  2. Corría el año 1896. A sus 17 años Evangelina Cossío era considerada como una de las mujeres más bellas de Cuba. Tan hermosa era la joven que el jefe militar de la Isla de Pinos, coronel José Bérriz, se enamoró perdidamente de ella. Como Evangelina no le hizo el menor caso, el militar, lleno de despecho, sentenció al padre de la muchacha, colaborador del Ejército Libertador cubano, a realizar trabajos forzados en un apartado rincón de la geografía pinera.
    Semejante abuso impulsó a un grupo de patriotas cubanos a preparar un atrevido plan de levantamiento y fuga. De acuerdo con Evangelina, esta atrajo al coronel Bérriz fingiendo ceder a sus requerimientos amorosos, pero el militar español pronto se vio rodeado de los conspiradores. A sus gritos de auxilio acudió la escolta a enfrentarse con los patriotas que, superados en número y armamento, tuvieron que huir y, perseguidos con saña, fueron asesinados o apresados.
    Evangelina vivió escondida en los montes de Isla de Pinos hasta que rendida por el hambre y el cansancio se entregó a las autoridades militares de Nueva Gerona. El iracundo coronel Bérriz decidió entonces enviarla presa a la Casa de Recogidas de La Habana. Como una criminal peligrosa, con las manos amarradas a la espalda, hizo el trayecto desde Batabanó a la capital. A lo largo del camino el elemento integrista se reunía para ofender a la joven y vejarla.
    Fue encerrada junto a las presas comunes y tuvo que dormir en el suelo, entre la inmundicia, pues no se le permitió siquiera tener cama. Con su familia en la lejana Isla de Pinos, comía sólo gracias a la caridad de las reclusas y de algunos habaneros que, sobornando carceleros y desafiando a las autoridades, le hacían llegar los alimentos. Juzgada con rigurosidad por un tribunal militar, los españoles la sentenciaron a 20 años de prisión en los presidios de Ceuta, en África.
    La injusticia de su caso y las circunstancias peculiares que le rodearon alcanzaron tintes épicos y hasta el mismo cónsul de los Estados Unidos, Fitzhugh Lee se interesó por ella. Fue el diplomático norteño quien hizo partícipes de la historia de Evangelina a dos periodistas norteamericanos del Journal de Nueva York, quienes publicaron las aventuras de la joven en Estados Unidos.
    Una gran campaña de prensa se desató entonces para exigir a España su liberación...

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  3. ...Diez mil damas norteamericanas dieron su firma para pedir la libertad de aquella que era casi una niña y a quien los rigores de la prisión le habían minando la salud. Hasta la reina Victoria de Inglaterra conoció del caso y censuró la crueldad de las autoridades españolas.
    Mientras los españoles ignoraban las demandas de humanidad que les llegaban de todas partes, cinco hombres decidieron tomar la justicia por su mano y liberar a Evangelina del cautiverio. Dos periodistas estadounidenses, un inglés y dos cubanos, alquilaron una casa cuyas paredes colindaban con la prisión y, en un par de noches, cruzaron los muros, cortaron los barrotes y el 9 de octubre de 1897, liberaron a la joven de sus captores.
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    Las autoridades españolas sintiéndose totalmente burladas establecieron un gran dispositivo de búsqueda y captura; pero La Habana entera protegió a Evangelina y nunca pudieron encontrarla.
    Sus liberadores la escondieron en una casa en las cercanías del puerto. Luego le compraron un pasaje a Nueva York y vestida de hombre la llevaron a esa ciudad a bordo del buque Séneca.
    El arribo de Evangelina Cossío a Estados Unidos fue todo un acontecimiento que acrecentó aún más la simpatía que ya sentían los norteamericanos por los patriotas de la Isla. Miles de personas acudieron al Madison Square Garden para escucharla. Ella les habló del sufrimiento de su pueblo y de las barbaries que cometían los españoles en Cuba. Al terminar el acto los asistentes habían depositado sobre el escenario medio millón de dólares que Evangelina entregó al Partido Revolucionario Cubano.
    Terminada la guerra se casó con Carlos Carbonell, uno de los jóvenes cubanos que participó en su rescate. En la República tuvo una vida larga y honorable, venerada por todos sus compatriotas que la consideran un símbolo de la mujer cubana.

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  4. PELOTA SEMIFINALI

    SSP-VCL 3-1 (1-3)

    LTU-CAV 3-4 (3-1)

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  5. Blogarama
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  6. A una certa età bisogna pensare solo a se stessi. Giuseppe

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    1. Anche perché se non hai grossi vincoli la tua famiglia è pure felice se la passi bene.

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  7. Una domanda...che entra poco nel contesto...qualcuno conosce uno spedizioniere per Cuba per spedizioni superiore a 25 kg ? Da Italia e da privato...Mario Firenze ( per un amico italiano di Genova sposato con cubana) si accetta indicazioni

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  8. hola! è tutta una questione di necessità differenti, certo che 80 anni ancora in giro sono dei leoni. chao Enrico

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  9. Meglio che bivaccare qua aspettando la signora con la grande falce.

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    1. Santa Fè - Se si arriva a 80 anni ancora innamorati di Cuba vuol dire che si è cubani al 100%.
      In questi giorni mi dicono che c'è un caldo terrificante, stamane l'auto registrava 2° ma nonostante tutto preferisco il freddo al caldo umido che ho patito nell'ultimo viaggio, ho patito sopratutto le cervezas Presidente fresche in ogni angolo al posto delle Cristal o Bucanero a cui ero abituato! acqua sporca..bleah

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    2. Per non parlare della Corona che si trova nell'isola. Una porcheria

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  10. PELOTA SEMIFINALI

    SSP-VCL 2-12(1-4)
    LTU-CAV 4-3 (4-1)

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  11. Leñadores y Azucareros se medirán en la gran final.
    Cortando leña y produciendo azúcar, los conjuntos de las Tunas y Villa Clara salieron airosos en sus respectivos encuentros de la jornada y consiguieron su pase a la gran final de la pelota cubana a comenzar el próximo sábado en el estadio Julio A. Mella de la ciudad de las Tunas.
    En otro choque típico de post-temporada, los leñadores supieron imponer su clase y vencieron por la mínima (4×3), a unos tigres que mostraron más deseos que opciones, y poco pudieron hacer ante una tropa oriental, empeñada en crear nuevas dinastías.
    No importó la gran fanaticada en contra, ni la de estirpe de los rivales. De nada valió la historia reciente,  ni la presencia de “San Lázaro” Blanco en la trinchera opuesta, el destino estaba escrito y nadie pudo cambiar su curso en esta jornada.
    El cuadrangular de tres carreras de Yosvany Alarcón en el mismo primer episodio fue un presagio, un toque de a degüello que paraliza contrarios y vacía graderíos hostiles. Sin embargo, los tigres jamás se escondieron en cuevas y no se movió nadie del estadio.
    Un triple de Yorbis Borroto con dos compañeros a bordo en la segunda entrada y otra anotación sucia en la tercera por error del antesalista Denis Peña, sirvieron para igualar las acciones en el marcador y darle vida a la multitud reunida en el José Ramón Cepero.
    Yoanny Yera, en la lomita verde y roja, no permitió más libertades, y aunque no estaba intratable y destructivo como otras veces, realizó una excelente labor a lo largo de los ocho capítulos que se mantuvo en el box.
    Oscar Luis Colas se convirtió en el villano de la jornada, cuando retuvo la pelota en una jugada infantil alardeando la potencia de su brazo, para luego errar el tiro, abriéndole las puertas del home-plate a Andrés Quiala con la que a la postre, sería la decisiva en el encuentro.
    Al final, más allá de análisis y estrategias, de decisiones arbitrales, de vaticinios y pronósticos, y de refuerzos o cambios de estructuras, el primer equipo clasificado para la gran final, es el que más lo merece de todos. Los leñadores de Pablo Civil, han demostrado que son, por mucho, el mejor equipo de la serie, el más combativo, el de más garra, y el que más colorido le ha dado a nuestro campeonato doméstico.

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