venerdì 21 febbraio 2020

IL MANIFESTO


Lunghe code alle pompe di benzina come pure di fronte a negozi alimentari e a quelli che vendono prodotti per la casa, dai detersivi alla carta igienica. Le nuove misure di guerra economica adottate contro l’isola dall’amministrazione Trump colpiscono duro. E in una fase in cui Cuba si trova ad affrontare anche una drammatica crisi di liquidità.
Dallo scorso fine settimana vi è di nuovo scarsezza di carburante, specialmente diesel. In questo caso però, a differenza di quanto accaduto alla fine dell’anno scorso, il governo non ha emesso comunicati per spiegare se si tratta di una «crisi contingente» o se si adotteranno misure di razionamento. Molti abitanti dell’Avana si sono accorti della situazione dagli allarmi comparsi nelle reti sociali – WhatsApp o Telegram – da parte di gruppi che si scambiano informazioni su quali stazioni di servizio hanno ancora carburante o sul probabile arrivo di un camion cisterna.
Solo martedì il quotidiano del Pc Granma ha pubblicato un articolo (Los gringos cierran la llave para culparnos) per spiegare che la nuova crisi di carburante deriva dal blocco statunitense alle navi cisterna dirette all’isola. In generale la tesi è accettata dalla popolazione, ma certo con molta ansia e una crescente quota di malumore. A questa situazione si aggiunge infatti a una scarsezza di forniture alimentari basiche – pollo, riso, fagioli neri, latte – e di prodotti per la pulizia. E le nuove forniture comportano un preoccupante aumento dei prezzi – il riso da 4 a 7 pesos la libbra (poco più di un euro al chilo), la carne di maiale a poco più di tre euro al chilo. Prezzi alti per salari medi che non raggiungono i 30 euro al mese.
«In generale le misure che sta varando il governo sono valide: dare autonomia all’apparato produttivo per stimolare la produzione, soprattutto dei settori che possono sostituire le importazioni. Ma la grave crisi di liquidità rende assai difficili gli investimenti», sostiene l’economista Douglas Tamayo. Cuba importa prodotti – soprattutto alimentari – per quasi due miliardi di dollari, più o meno come gli investimenti esteri. «Negli anni scorsi -secondo le direttive dell’allora presidente Raúl Castro – il governo ha onorato le tranche del debito da pagare al Club di Parigi (dopo l’accordo del 2015 che riduceva il debito da 11 a 2,5 miliardi di dollari da pagare in tranche fino al 2033, ndr). Ma a causa delle tremende sanzioni del presidente Trump non sono state pagate le ultime tranche» continua Tamayo, citando l’agenzia Reuters.
Il vicepresidente Ricardo Cabrisa avrebbe fatto un viaggio lampo in Europa per affrontare questa crisi ed evitare che il Club di Parigi applichi alti interessi, sostiene una fonte diplomatica. Il governo ha infatti urgente bisogno di accedere a investimenti esteri e non facendo parte né del Fondo monetario internazionale né della Banca mondiale deve mantenere la sua credibilità nell’onorare i debiti.
Agli attacchi ripetuti dell’amministrazione Trump si aggiungono anche quelli dei falchi anticastristi. Il più insidioso è quello proposto da Alex Otaola, un influencer cubano di Miami che ha un programma quotidiano su You Tube seguito da più di 10 mila persone, che ha proposto una campagna contro le rimesse e invii di pacchetti dalla Florida a Cuba. Secondo il The Havana Consulting Group l’isola nel 2018 ha ricevuto circa 6,6 miliardi di dollari come rimesse e invii di mercanzie dall’estero, il 90% dagli Usa. Le rimesse costituiscono la seconda fonte di ingresso del governo cubano dopo l’export di servizi, soprattutto medici. Ma questa fonte di liquidità è in pericoloso calo a causa dei nuovi governi di destra (Bolsonaro in Brasile e la golpista Añez in Boliva, ma c’è anche il voltafaccia di Lenin Moreno in Ecuador) che hanno di fatto espulso i medici cubani. Così la ministra del Commercio interno Betsy Diaz Velás ha affermato che Cuba deve scegliere tra comprare prodotti per l’igiene (detergente, sapone ecc) o petrolio e alimenti.
Una scelta drammatica in una fase in cui l’amministrazione Trump «stringe la vite» con la tesi che Cuba sostiene «il dittatore Maduro» in Venezuela e nella quale si rifanno vivi – con l’appoggio della Casa bianca – i falchi di Miami. Anche
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Si tratta di un'articolo apparso sul Manifesto, giornale revisionista
di cui non ho alcuna stima e che avrebbe dovuto, da anni, togliere
la scritta “Quotidiano Comunista” sotto il titolo.
A parte il cabarettistico cambio Pesos-Euro, che dimostra una
volta di piu' che quasi tutti i giornalisti che parlano di Cuba
sappiano a malapena in quale continente si trova, direi che l'analisi di politica estera e' abbastanza conforme alla realta' attuale.
La situazione sull'isola e'complicata, non ve l'ho MAI negato raccontandovi fedelmente e senza schermi ideologici esattamente quello che vedevo.
Ho sempre cercato di rispettare tutti, intanto me stesso e la mia
onesta' intellettuale, poi voi che avete la compiacenza di seguirmi
in tutto cio' che faccio ed infine Cuba e i cubani che non meritano
di essere messi alla berlina dal solito idiota (fra l'altro ampiamente
recidivo) che si diverte a postare video di povera gente in coda
davanti ad un negozio nel tentativo di portare a casa qualcosa.
Fare il “figo” nel solo modo in cui si e' capaci, sputtanando e prendendo per il culo un intero popolo e' una delle cose piu' meschine e basse a cui un uomo possa arrivare.
L'articolo spiega decorosamente che i nuovi giri di vite dell'amministrazione Trumpo sono finalizzati a strangolare sempre di piu' l'economia cubana, rea di appoggiare il legittimo governo venezuelano...oltre che di tutto il resto.
Ora, come si puo' dare la colpa al governo cubano di tutto cio' che
sta' accadendo?
Cosa puo' fare Cuba di fronte all'arroganza del paese piu' poderoso del mondo che vorrebbe determinare quale forma di governo va bene per gli altri paesi?
Perche' la forma di governo cubana deve essere determinata 90
miglia a nord e non deve dipendere dal libero arbitrio della sua
gente?
“La tua forma di governo non mi piace, anche se non stai facendo
niente di male ne a me ne ad altri paesi, decido di strangolarti
l'economia”, questo e' cio' che sta' accadendo alla nostra amata isola.
Perche' non lasciare che Cuba segua la sua strada?
Se il Socialismo non funziona allora si cambi pure ma lasciamo
che siano i cubani a deciderlo e non i burocrati col culo al caldo nelle stanze del governo statunitense.
I cubani non sono stupidi, sono molto piu' intelligenti di quelli
che, da questa parte del bloqueo, parlano e straparlano di loro.
Hanno capito che il loro paese sta' facendo tutto il possibile, tanto
o poco che sia, per cercare di garantire quei servizi basici alla
popolazione che non sono mai venuti meno neanche nei periodi
piu' cupi della sua storia.
Certo...ore ed ore di coda per tutto non dispongono bene nessuno,
o il combustibile o l'aseo personale non e' un'alternativa adeguata
nel 2020 ma cosa devono fare?
Poi certo, tutto e' migliorabile, la corruzione esiste, gli sprechi
anche, i privilegi pure ma queste cose sono presenti praticamente
in ogni paese al mondo, non solo a Cuba.
Multipartitismo...come se fosse la panacea contro ogni
male...qualche elettore del Pd lo ha votato per fare un governo coi
5 stelle? Qualche elettore dei 5 stelle aveva in programma di fare
governi con Lega e Pd? Qualche elettore leghista voleva mettere la
lingua in bocca a Di Maio?
Queste sono le perle del multipartitismo, il volere popolare, cio' che scegliamo noi non conta piu' un cazzo, perche' non conta piu' nulla la politica, oramai decide solo l'economia.
Cuba, come e' scritto nell'articolo, stava pagando il suo debito col
gruppo di Parigi prima che accadesse tutto questo, stava
rispettando i suoi impegni internazionali.
E' un momento complicato ma Cuba ne ha passati e superati di
ben peggiori, passera' anche il Trumpo.


NUOVO VIDEO SUL TORO
CAIRO PARTE 2

25 commenti:

  1. "¡Gloria eterna a Fidel! Historia, ¡abre los portones! No pudieron detenerlo cuando era de carne y hueso. Ahora es invencible. Renacerá una y otra vez". Con estas palabras amanecía el muro de Facebook de la agrupación Buena Fe el pasado 26 de noviembre, tras conocer el fallecimiento de Fidel. Cubadebate conversa hoy con Israel Rojas, vocalista y líder de la popular agrupación, tras conocerse la cancelación de su gira en Estados Unidos.

    —Israel, ha muerto Fidel, pero no su legado ¿Qué nos ha dejado a los cubanos?

    —Yo creo que Fidel nos deja una arquitectura de pensamiento del optimismo: de ser capaces de convertir en "No" todos aquellos sí que nos convocan a la traición, a olvidarse del prójimo; que nos convocan al odio, a la derrota; pero también nos convoca a volver Sí a todo lo que hace mejor al ser humano, a superar las dificultades, a alcanzar los objetivos, a persistir en la justicia y a defender tus convicciones.

    Problemas tenemos muchos, pero no lo vamos a resolver con la obra del espíritu Santo. Nadie tiene una varita mágica para resolver las dificultades que sabemos que existen en nuestro país. Yo creo que la respuesta está en la misma contestación que le dimos a Daniel Ortega en la Plaza cuando preguntó dónde está Fidel, y todos dijimos “Yo soy Fidel” ; que es ponerse la casaca del Comandante para convertir cada No en sí, y cada sí en No, cuando estos representan la mediocridad, la ineficiencia, lo feo o lo cutre.

    Yo creo que es importante seguir defendiendo que nuestras calles sean seguras; que este país sea un país libre de drogas. Debemos seguir apuntando a una nación donde se les asegure a todos los niños poder ir cada mañana a la escuela y que con solo siete años sepan leer y escribir. Y todas esas cosas dependen de nuestro pueblo, de la gente buena que tiene nuestro pueblo.

    Conversando ese día con amigos en la Plaza, comentábamos que a veces uno piensa que el hombre nuevo no existe; pero yo creo que el hombre nuevo si está, pero a veces vive escondido de las mordidas de la mediocridad, de la dolorosa corrupción que a veces unos sienten que crece o de los papazos de la burocracia. Pero el hombre nuevo si está, estaba ahí en la Plaza.

    —Tenías planificado una serie de conciertos en Estados Unidos y sin embargo han decidido cancelarlos. ¿Qué ha sucedido?

    —Teníamos planificados cuatro conciertos en Estados Unidos, pero lamentablemente el concierto de Tampa se cayó porque los patrocinadores decidieron no llevarlo adelante.

    Nos quedaba Nueva York, Houston y Washington y aunque Blue Night Entertainment insistió para hacerlos, vimos que el ambiente siguió enrareciéndose y como se incrementaron los ataques contra nuestro propio público y los organizadores; nos pareció mejor no realizarlo para evitar cualquier problema.

    Aunque en nuestros conciertos no vamos a hablar de política, sino que lo que hacemos es cantarle a la vida, al amor; lo último que queríamos es que alguien fuera a salir herido, lastimado. Si ya muchos lo hacen en las redes sociales, cómo voy hacer un concierto donde ese daño puede hacerse efectivo.

    Nosotros hemos hecho cinco conciertos en Miami, y siempre hemos ido por el encuentro con nuestra gente, por ver a ese público que nos quiere y no para hacernos ricos como algunos piensan. ¿Acaso alguien se puede hacer rico con cinco conciertos en Miami? Eso me parece ridículo.

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  2. https://sicurezzainternazionale.luiss.it/2020/02/20/brasile-richiama-medici-cubani/

    Brasile richiama medici cubani

    Il governo brasiliano si prepara a assumere nuovamente parte dei 1.800 medici cubani che rimangono nel paese dopo la rottura dell’accordo di cooperazione con l’Avana nel novembre 2018 dopo gli attacchi del presidente, Jair Bolsonaro, che aveva accusato i professionisti antillani di formare “nuclei di guerriglia” e di non essere professionalmente preparati. Con la rottura dell’accordo, tuttavia, si sono creati 757 posti vacanti a causa dell’abbandono dei medici brasiliani assunti per sostituire i cubani nelle zone più vulnerabili del paese.

    Durante la campagna elettorale dell’autunno 2018, Bolsonaro aveva ribadito che i cubani arrivati nel Paese attraverso il programma Mais medicos, istituito dal governo di Dilma Rousseff, erano in Brasile per “formare nuclei di guerriglia” e aveva definito il modello contrattuale “una forma di schiavitù”. I medici cubani hanno lavorato in Brasile attraverso un accordo con Cuba in cui il governo dell’isola ha trattenuto il 70% dello stipendio. L’Avana ha accordi simili con altri paesi che generano entrate per circa 9 miliardi di euro all’anno.

    L’esecutivo cubano ha sospeso il programma in seguito alle critiche di Bolsonaro e ha rimpatriato parte dei professionisti. Tuttavia, circa 1.800 medici sono rimasti in Brasile e potrebbero ricongiungersi al sistema di assistenza primaria nelle prossime settimane. Il governo brasiliano prepara un annuncio ufficiale entro fine mese che preveda la loro riammissione con un contratto di permanenza di due anni. E non sarà necessario che abbiano superato la cosiddetta “rivalidazione”, prova che consente l’approvazione in Brasile di diplomi ottenuti all’estero.

    Secondo i dati del Ministero della Salute di Brasilia, ci sono 757 posti vacanti a causa del costante abbandono di medici brasiliani assunti per sostituire i cubani nei comuni più vulnerabili. Come previsto dal programma Mais medicos, il piano che i cubani occupino tali posti e rafforzino la rete di assistenza primaria nelle città più povere e difficili da raggiungere del Brasile, che storicamente hanno più difficoltà a mantenere i medici brasiliani.

    Il Ministero della salute sostiene che la decisione non è del governo, ma risultato di una legge approvata dal Parlamento. Dopo che l’accordo con i cubani fu annullato, il governo creò un nuovo programma, chiamato Medici per il Brasile, attraverso il Congresso Nazionale. Un emendamento parlamentare di un senatore includeva l’eventuale assunzione dei cubani che già appartenevano al programma precedente. Il presidente Bolsonaro ha approvato la legge.

    L’anno scorso, il governo aveva già segnalato l’intenzione di riassumere questi professionisti. La coordinatrice del programma, Mayra Pinheiro, si era messa in contatto con alcuni medici attraverso Telegram, anche durante il periodo di transizione del governo.

    Ora, con la riassunzione, i medici cubani riceveranno lo stipendio del programma nella sua interezza, che è di circa 12.000 reais (poco più di 2.500 euro). Il segretario delle cure primarie del ministero della Sanità, Erno Harzheim, spiega che la chiamata sarà specificamente rivolta ai professionisti cubani che lavoravano nelle cure primarie attraverso Mais medicos il 13 novembre 2018, quando Cuba ha annunciato l’abbandono dal programma.

    Un altro requisito è che siano rimasti in Brasile fino al 1 agosto 2019, a condizione di residenti naturalizzati, alcuni sposati in Brasile, o che abbiano presentato domanda di asilo. Quello è stato il giorno in cui è stato ufficialmente creato il nuovo programma governativo, Medici per il Brasile. “Non verrà convocato un concorso pubblico. Saranno convocati tutti i 1.800 medici cubani che soddisfano questi criteri” – afferma Harzheim.

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    1. Col cazzo che i medici brasiliani vanno nella selva amazzonica.
      Tornano utili i disertori che fanno la fame dopo essere stati presi per il culo dallo stesso Bolso.

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  3. Io sono del parere questo Diaz Canel no sirve, la gente a stanca no dire colpa del blocco e tutto falso, i soldi per militari ci sono sempre,

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    1. Allora Aleardo non andare più a Cuba... Se ne faranno tutti una ragione.

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  4. El gobierno de Estados Unidos reiteró sus amenazas con la negativa de entrada al país a empresarios de España que mantienen vínculos comerciales con Cuba, al amparo del Título III de la Ley Helms-Burton, difundió hoy la revista Preferente.

    Según la publicación, directivos de más de medio centenar de empresas con intereses en Cuba recibieron cartas firmadas por el Departamento norteamericano de Estado con la prohibición de acceso al territorio estadounidense, aún cuando alguno posea establecimientos aquí.

    La decisión de la administración de la Casa Blanca extiende a esos inversionistas el veto impuesto al CEO de la cadena Meliá Gabriel Escarrer, información difundida a principios de febrero y rubricada el 11 de octubre pasado.

    A la par de la decisión gubernamental otras acciones legales aquí mantuvieron su curso a inicios de año contra los inversores españoles en Cuba por reclamos de una familia sobre el uso de uno de los hoteles administrados por Meliá en la isla caribeña.

    Pese a la inédita presión de Estados Unidos contra los grandes hoteleros españoles, los inversionistas mantienen su firme apoyo al turismo de la mayor de las Antillas.

    Como parte de su creciente hostilidad hacia Cuba, la administración de Donald Trump activó el 2 de mayo de 2019 el Título III de la Ley Helms-Burton de 1996.

    Esa norma permite a los estadounidenses interponer demandas en las cortes norteamericanas contra personas y entidades, incluso de terceros países, que inviertan en el territorio cubano en propiedades nacionalizadas tras el triunfo de la Revolución el 1 de enero de 1959.

    En opinión de expertos, la aplicación del texto resulta una contradicción con el derecho internacional, ya que ese acápite otorga autoridad de reclamantes a cubanoamericanos, que eran ciudadanos cubanos en el momento de la nacionalización de las propiedades.

    En septiembre pasado, Meliá obtuvo un fallo a su favor en las cortes cuando la justicia española ordenó archivar en el país europeo una demanda planteada contra el grupo por la familia Sánchez-Hill, debido a la supuesta explotación ilegítima de unos hoteles en Cuba.

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  5. ARRIVATO ANCHE QUA'

    MILANO. La Regione Lombardia invita tutti i cittadini di Castiglione d'Adda e di Codogno (Lodi) a scopo precauzionale, a rimanere in ambito domiciliare e ad evitare contatti sociali, dopo i tre casi di coronavirus. Lo fa l'Assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera.
    “Teniamo monitorato il caso. Il sindaco Francesco Passerini è in contatto costante con le autorità locali e regionali. La situazione è sotto controllo", fanno sapere dall'amministrazione comunale di Codogno. "La situazione - spiegano - è monitorata sia a livello provinciale che regionale e siamo in contatto costante con le autorità. Sì sta cercando di capire la situazione e intervenire, nel caso, il prima possibile".
    L'assessore alla Sanità della Regione Lombardia, Giulio Gallera, ha spiegato che "sono stati già effettuati tutti gli accertamenti diagnostici necessari sui medici, gli infermieri e i pazienti dell'ospedale di Codogno dove si è presentato il paziente risultato positivo al Coronavirus. Abbiamo tutti i tamponi pronti. Sono già stati messi tutti in isolamento o chiamati a stare in isolamento al loro domicilio. La moglie, i genitori". Intanto, gli ingressi all'ospedale di Codogno sono completamente sbarrati al pubblico. Le persone che alla spicciolata arrivano perché tempo fa avevano fissato appuntamenti per eseguire visite o esami, non vengono fatte passare e le si invita a cancellare l'appuntamento per riprenderlo successivamente.
    Secondo quanto si apprende, dopo i 3 casi di nuovo coronavirus registrati nel Lodigiano, sarebbero stati individuati un centinaio di contatti, persone attualmente in “sorveglianza attiva”.

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  6. Guarda 1 agosto ho il volo Vietnam, sto aspetando il visto per entrare in Corea del nord, faró li una settimana se rientro vivo, hahahaha

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  7. Speriamo in Sanders. Giuseppe

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    1. Magari! Ma temo che, alla meglio, ci toccherà sperare in Bloomberg...

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  8. il manifesto, l'unico giornale cartaceo comunista che circola in italia,a parte qualche errore sul cambio euro/pesos, racconta bene una situazione difficile, per la riduzione del petrolio che arriva dal venezuela e dei dollari che arrivano dalla vendita dei servizi medici,ma che non può essere comparata al periodo speciale degli anni 90-93.
    Si tratta di tirare la cinghia, aspettando che il venezuela ricominci ad inviare petrolio sistematicamente e i servizi dei medici cubani vengano acquistati di nuovo come negli anni passati.Il motto resistere, resistere, resistere è l'unico in questo momento che debba essere preso in considerazione dall'isoletta dei caraibi.

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  9. E che magari a dicembre vinca un democratico alle presidenziali Usa...

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  10. io sono italiano vivo a cuba da 10 anni a holguin e posso dire che nel paese ce una dittatura con 11 milioni di schiavi ,fame,povertà e disperazione, i giovani si prostituiscono per 10 €, Fidel Castro e la famiglia hanno distrutto il paese,il comunismo e una vera merda in tutto il senso della parola ,mentre la gente ha fame i governanti sono sempre più ricchi, e di questa ipocrisia che vive a Cuba. Mostra al mondo l’immagine della solidarietà e della democrazia e la realtà è che i giovani fuggono in massa e le prigioni sono piene di prigionieri politici e brave persone che non vogliono più comunismo o più dolore. Questa è la verità, di un popolo che ha paura di essere minacciato da un governo omicida, difendere Fidel Castro, il comunismo o Che Guevara e una vergogna , nel 2019 cuba ha perso un milione di turisti , non ci sono medicine non ce assistenza sanitaria , ce stafilococco , scabbia , dengue e gonorrea mancano pane , pasta , pannolini , servizi , trasporto

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  11. Fra le cose che mancano c'è anche la tua firma il che rende molto meno credibile ciò che scrivi.
    Anche se un copia incolla lo puoi fare persino tu...

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  12. Milco ma pubblichi le cazzate di questo merdaiolo anonimo? Stefano

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  13. Ste...Ha fatto fatica a fare il copia incolla... Per questa volta passa... Ma poi GAME OVER

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  14. L'Italia scopre l'incubo coronavirus. È di ieri la prima vittima nel nostro Paese. Adriano Trevisan aveva 78 anni ed è deceduto poco dopo le 22.45. Il bilancio in Italia dell’epidemia di coronavirus è di 20 contagi ed un morto. I casi sono 16 in Lombardia, 1 in Veneto e 3 nel Lazio.
    Ricoverato da 15 giorni, Trevisan era uno dei due contagiati nel Padovano, dove è positivo anche un suo compaesano di 67 anni. Trevisan, padre di tre figli fra cui un ex sindaco del Paese, era stato subito giudicato in gravi condizioni dai medici. Il governatore del Veneto Luca Zaia ha disposto lo svuotamento del nosocomio di Schiavonia. In questo ospedale alcuni test sono risultati positivi tra i 600 tamponi già effettuati.

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    IL PREMIER CONTE — “Abbiamo preso tutte le misure e siamo disponibili a valutarne ulteriori, se necessarie”. Così il premier Giuseppe Conte al termine della riunione straordinaria alla Protezione Civile finita nella notte. “Rassicuriamo tutta la popolazione - ha aggiunto - al momento abbiamo messo in quarantena tutte le persone che sono venute in contatto con i casi certificati positivi”.
    PAZIENTE 1 — Non sono ancora stati individuati con certezza il portatore, o i portatori, del virus. Che, dunque, potrebbero aver contagiato tante altre persone in tutta Italia. È noto, invece, il paziente 1: Mattia, un 38enne di Codogno (attualmente in gravi condizioni) che martedì 18 si è presentato all’ospedale con sintomi influenzali ma che, al termine della visita, è stato rimandato a casa. Il giorno dopo l’uomo è tornato e questa volta è stato ricoverato fino a giovedì sera, quando i test hanno dato il responso della positività al coronavirus. Si ipotizza di un suo contagio durante una cena con un suo amico, un italiano che lavora per la “Mae” di Fiorenzuola d’Arda, in provincia di Piacenza, rientrato dalla Cina il 21 gennaio. Agli inizi di febbraio ha accusato sintomi influenzali e proprio in quei giorni ha incontrato il 38enne. L’uomo è però risultato negativo ai test, il che può significare solo due cose: o non è lui il portatore o ha avuto il virus, è guarito e ha sviluppato degli anticorpi. Lo diranno i risultati degli esami del sangue in corso allo Spallanzani.
    TRENI FERMI NELLE ZONE A RISCHIO — Intanto, si cercano di ridurre al minimo i rischi. Dando seguito all’ordinanza di Regione Lombardia che indica la “interdizione dei mezzi pubblici” i treni non effettueranno fermata nelle stazioni di Codogno, Maleo e Casalpusterlengo. Lo fa sapere Trenord. In particolare i treni della linea Milano-Piacenza non effettuano fermata a Codogno e Casalpusterlengo; i treni della Mantova-Cremona-Milano non fermeranno a Codogno. Il servizio è sospeso totalmente sulle linee Pavia-Codogno e Cremona-Codogno. A seguito dell’ordinanza inoltre sarà sospesa l’attività di biglietteria presso le stazioni di Codogno e Casalpusterlengo. Il provvedimento sarà in vigore fino a nuova comunicazione da parte dell’autorità.
    SCUOLE CHIUSE A CREMONA — Il Comune di Cremona in accordo con la Prefettura in via cautelativa e preventiva rispetto alla diffusione del Coronovaris ha disposto per oggi di chiudere le scuole di ogni ordine e grado della città. Lo comunica l’amministrazione cremonese, che sta valutando anche la sospensione degli eventi sportivi e delle manifestazioni legate al Carnevale. “Siamo in stretto contatto con le autorità sanitarie e ci adoperiamo al massimo per tutelare la salute dei cittadini, fanno sapere dal Comune.

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  15. hola! in effetti mi sembra il periodo più duro a livello di sanzioni ee uu da quando frequento la isla ossia dal 2004, ma penso che passerà anche questa perchè il regime non è mai stato impreparato e ha già soci molto importanti alle spalle. E' vero devono solo resistere ma situazioni imparagonabile al periodo especial. chao Enrico

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  16. PREMIER

    Southampton-Aston Villa 2-0

    Sempre più inguaiati....😭

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  17. MILANO. Alla fine, il coronavirus è arrivato nelle grandi città. Le prime a essere colpite sono Milano e Torino, 2,3 milioni di abitanti in tutto. A Torino il primo contagiato, ora in isolamento all'ospedale Amedeo di Savoia, è un 40 enne che il 2 febbraio aveva corso la maratona ligure con il 38 enne di Codogno, ed è collega di due uomini affetti da Covid19 e in osservazione all'ospedale Sacco di Milano: lavorano tutti e tre per una grande azienda di Cesano Boscone, hinterland milanese. E sarebbe questo, e non il contatto con il «paziente uno», il gancio che ha messo in isolamento il torinese, i suoi figli (8 e 10 anni) e la loro mamma.
    A Milano invece i contagiati sono due. Il primo è un 78 enne di Sesto San Giovanni, ricoverato da una settimana al San Raffaele, che ha sospeso le lezioni fino al 2 marzo. Ma cosa, e soprattutto chi, abbia passato al pensionato il virus, è ancora un mistero, dal momento si sta lavorando per ricostruire tutti i contatti del nuovo infetto, che è ora in terapia intensiva. E i primi a cui sono stati indirizzati i provvedimenti sono stati i medici e gli operatori sanitari dell'ospedale, che hanno avuto a che fare con lui in tutta la settimana del suo ricovero. «Che l'uomo fosse ricoverato già da una settimana consente di circoscrivere il cerchio delle persone con cui è entrato in contatto», ha spiegato il sindaco di Sesto Roberto Di Stefano. Il punto è capire se il 78 enne ha avuto contatti con qualcuno della provincia di Lodi o no. La zona del «focolaio», come l'ha definita l'assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera, che ha più volte sconfessato la parola «pandemia: non c'è alcuna pandemia – ha detto in conferenza stampa – c'è invece un focolaio nella zona del basso lodigiano. Ma a parte i comuni interessati non ci sono indicazioni che sul resto della Lombardia debbano essere adottate misure sanitarie di alcun tipo».
    Il secondo contagiato del milanese è un uomo di Mediglia, comune dell'hinterland di 12 mila abitanti. Anche in questo caso i dettagli scarseggiano e tutto il lavoro starà nel capire come ha contratto il Covid19. Intanto in Lombardia, nella serata di ieri, i contagi erano 54: oltre ai quindici del primo giorno, se ne sono aggiunti altri 39, alcuni dei quali frutto del risultato dei tamponi – fatti due volte – messi a punto su 149 persone. Poi ci sono: un caso a Cremona di una ragazza del 1982 entrata in contatto con un operatore sanitario dell'ospedale di Codogno – dove si è manifestato il primo caso di Coronavirus – e a sua volta amica di un secondo contagiato del cremonese, un uomo di Pizzighettone. Una coppia di medici – lei pediatra di 57 anni e lui 65 enne medico di base di Pieve Porto Morone, nella provincia pavese – sono stati ricoverati nel reparto di malattie infettive del San Matteo di Pavia e sono in «buone condizioni». Nello stesso reparto sono anche ricoverati una donna di 66 anni e una coppia di 29 e 27 di Castiglione d'Adda. Sempre al San Matteo sono stati accolti, ma nel reparto di rianimazione, un 75 enne e la ragazza di Cremona, e entrambi sono in «condizioni stabili». E nello stesso reparto è stato trasferito il 38 enne di Codogno, il «paziente uno», che fino a sabato mattina stava in terapia intensiva all'ospedale di Codogno.

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  18. L’Italia si scopre nell’occhio del ciclone. E il governo decide misure draconiane, mai viste prima. Con un decreto varato a notte, sentite le opposizioni che hanno dato il loro via libera, si è stabilito che sarà impossibile allontanarsi dai 10 Comuni del Lodigiano e dal comune in provincia di Padova dove si registrano i contagi. Ci saranno blocchi stradali. E chi li violerà, rischia fino a 3 mesi di arresto.

    Le fughe non sono un’ipotesi irrealistica. C’è già il caso di una famiglia meridionale che ha mollato tutto e si è rifugiata nel paesino in provincia di Avellino, dove il sindaco gli ha imposto a una quarantena in casa. Altri casi sono stati segnalati dalle forze di polizia. Di qui, come ha detto il premier Giuseppe Conte, la «necessità di tutelare la salute pubblica, che nella gerarchia dei valori costituzionali è la prima».

    A questo punto, forze armate e forze di polizia sono state mobilitate. Attorno alle zone delle aree del contagio ci sarà una «cintura sanitaria» invalicabile. E intanto si sospendono tutte le attività sportive in Veneto e Lombardia. Oggi non giocano Inter, Atalanta e Verona. Sospese poi le gite scolastiche in tutta Italia.

    Non era scontato che arrivasse un assenso delle opposizioni. Matteo Salvini aveva attaccato di petto Conte(«Lascia, se non sei in grado») e il Pd. Ma ha avuto un ruolo fondamentale un appello di Mattarella. C’era stato al mattino un palese richiamo all’unità da parte del Capo dello Stato, che esprimeva la sua «riconoscenza» a chi è in prima linea, mandava un pensiero alle prime vittime italiane, e teneva a tranquillizzare gli italiani che possono contare «su un sistema sanitario in grado di reagire con efficacia». Quando però diceva di confidare «nel senso di responsabilità» era soprattutto ai politici che si rivolgeva.

    È stata una giornata in cui davvero non si scherzava. Nel corso di una interminabile riunione nella sede della Protezione civile, con ministri, governatori delle regioni in videoconferenza e autorità varie, si è deciso che i comuni del Lodigiano dovranno essere isolati dal resto d’Italia. Come dice il governatore lombardo, Attilio Fontana: «Ci stiamo dando da fare per evitare che il coronavirus possa arrivare nelle città più grandi».

    Sotto il martellamento di notizie sempre più drammatiche, quando si è scoperto che il contagio ha raggiunto Milano e Torino, infatti, è stato evidente che non era più sufficiente la auto-quarantena su base volontaria. Bene allora la sospensione delle attività nelle università lombarde e delle sfilate del carnevale, o la chiusura delle discoteche, ma serviva soprattutto una «cintura sanitaria».

    Certo, una misura estrema. E se a Vò Euganeo, in provincia di Padova, sono 3500 abitanti che restano bloccati nelle loro case, con bar scuole e negozi chiusi, nel Lodigiano si impedisce la circolazione ad oltre 50mila persone.

    Per ore, i ministri hanno soppesato un decreto che dovrà limitare le libertà personali, impedire la circolazione, costringere migliaia di persone a una quarantena di massa. «Abbiamo valutato la proporzionalità», dice Conte. C’è poi un enorme problema economico, e da un prossimo consiglio dei ministri arriveranno misure economiche di ristoro per aziende privati e dipendenti con un secondo decreto.

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  19. 11:38 – Ora è ufficiale: il match tra Torino e Parma è rinviato. L’ufficialità è arrivata tramite un comunicato sul profilo del Torino

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  20. TORINO. Spuntano due nuovi casi di contagio da coronavirus a Torino. Si tratta dei genitori di una bambina visitata al Regina Margherita di Torino ieri mattina. I due pazienti hanno lamentato sintomi che hanno fatto ipotizzare ai medici un possibile contagio: i test successivi hanno confermato.
    La bambina, che in un primo momento pareva fosse negativa al test, è risultata invece positiva. Le informazioni arrivano, naturalmente, con il contagocce. Anche per la delicatezza della vicenda. La famiglia contagiata arriverebbe, secondo fonti mediche, da Cumiana e avrebbe avuto contatti, nei giorni scorsi, con una famiglia di Codogno. Dall’Amedeo di Savoia, però, sottolineano il fatto che per i tre, al momento, non sia necessario provvedere all’isolamento.

    Salgono dunque a quattro, dopo il 40enne, manager in una multinazionale di Cesano Boscone trovato positivo ai test, i casi di contagiati a Torino. Dall'ospedale Molinette è in corso una riunione per decidere quali altri misure prendere.

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  21. Scuole, università, ma anche musei, cinema e palestre resteranno chiusi in Piemonte fino a sabato 29 febbraio. È quanto disposto dall'ordinanza firmata dal presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e dal ministro della Salute per fronteggiare l'emergenza Coronavirus. Saranno regolarmente aperti gli uffici pubblici, negozi e centri commerciali. Sospesi, invece, i viaggi di istruzione in Italia e all'estero. Cirio ha poi ricordato che "Rfi e Gtt effettueranno una disinfezione giornaliera sui treni regionali e sui mezzi del trasporto pubblico locale, oltre che nelle stazioni del territorio".

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