QUARANTENA

In vita mia non ricordo di avere mai avuto limitazioni alla mia liberta' personale, ci hanno provato a naja dopo la puntura sulla tetta che ci facevano a inizio servizio, me la fecero al mattino, al pomeriggio ero in cortile a giocare a pallone, ma ero in Nazionale Militare per il Judo e la cosa era abbastanza normale. Sono dovuto arrivare all'eta' del dattero, a Cuba, per chiudermi volontariamente in una casa per quasi dieci gironi, con qualche eccezione... Dall'aeroporto Jose' Marti' arriviamo in uno splendido appartamento in un doce planta sopra il servicentro Riviera, a pochi metri dal Malecon. Ci aveva pensato il mio socio all'alloggio visto che lui, normalmente, risiede nello stesso stabile ma al piano terra. Appartamento di uno spagnolo con un cubano che gestiva il negocio, 3 camere ma soltanto noi 2 ad occuparlo tutto, costo 20 Euro al giorno a testa, si trattava di un prezzo assolutamente stracciato per il tipo di appartamento con una vista pazzesca proprio sul Malecon. Avevamo fatto il primo tampone in aeroporto il sabato notte, in linea teorica mercoledi' avremo dovuto sapere qualcosa. Gia dal primo giorno inizia ad arrivare gente della salute alla faccia di chi scriveva che non c'erano controlli, prima un infermiere, poi alcune graditissime studentesse, quindi una amministrativa che ci spiega i nostri obblighi, poi un medico vero e proprio, giovane e simpatico come un gatto appeso con le unghie ai maroni. Iniziamo la nostra vita da reclusi volontari, il mio socio sara' ligio fino all'ultimo giorno, io sono sempre stato un ribelle quindi dalla domenica, intorno alle 17, orario al sicuro da visite, vado a farmi 40 minuti di corsa solitaria sul Malecon, tentazione assolutamente irresistibile. Per il mangiare a colazione caffe' e qualcosa che avevamo in valigia, a pranzo ordinavamo una baguette in un ristorante vicino, alla sera una cena seria con carne verdura e viandas. Quasi sempre ordinavamo da New George, un ristorante in una via adiacente al lungomare che il mio socio conosceva da tempo. Intanto il dueno della casa inizia a cambiarci euro alle cifre che vi ho gia' raccontato. Tenete conto che in 10 giorni in cibo spenderemo meno di 90 euro. Il mio compare ha un amico medico, in questo modo ci arriva la striscia del computer dove possiamo verificare la nostra negativita' al tampone, quindi eravamo pronti alla liberta'. Il mercoledi' arriva il medico e con lui la doccia fredda, in aereo con noi e' stato riscontrato un positivo, quindi tutti i passeggeri dovranno fare il secondo tampone. Pinga. Il giovedi' vengono in due a fare l'operazione, nel frattempo i contagi sull'isola salgono e i laboratori hanno un casino di lavoro, quindi i tempi si dilatano. Inizio alle 13 a farmi una passeggiata di un oretta nelle zone non lontane da casa oltre alla corsetta delle 17, il medico passava ogni mattina ed ogni mattina aspettavamo la buona novella che tardava ad arrivare. Il sesto giorno ci dobbiamo spostare al piano terra dove il mio compare soggiorna di solito, io sono in una camera adiacente, il costo scende a 16 euro al giorno, direi che in questo caso, almeno per quanto mi riguarda, sono troppi perche' anche se la camera ha tv, stereo, aire e ventilatore sono sullo strettino ma ogni giorno speriamo che sia l'ultimo da “presi”. Il via libera arrivera' il decimo giorno, speravo in un qualcosa di scritto da portarmi dietro in caso di controlli visto che pareva che spostarsi fuori provincia fosse complicato ma in realta' non ti danno nulla, solo la parola del medico. Quel giorno ho preso accordi col taxi di cui vi ho parlato per la mattina successiva e sono andato in giro per La Habana finalmente senza patemi di nessun tipo. Alla sera ci siamo concessi una cena di pesce per festeggiare la fine della quarantena. Nel frattempo Air France probabilmente perche' aveva tolto il volo mi aveva anticipato il rientro dal 9 al 7 febbraio, ho chiamato la sede Avanera chiedendo di spostare il tutto al 14, successivamente avrei richiamato per spostare al 19 che poi, come sapete e' diventato il 21, il tutto e' sempre bene sottolinearlo senza alcuna spesa aggiuntiva, con gli aerei vuoti mi sembra il minimo. Esperienza contraddittoria la quarantena, e' vero che eravamo all'Avana, a 30 gradi, in braghette e maglietta ma e' anche vero che quel bel caldo lo potevamo godere molto poco a causa del fatto che da casa si usciva poco o niente. Pero' lo sapevamo, era nel “pacchetto” che avevamo accettato nel momento in cui abbiamo deciso di partire. Al prossimo giro pero' gradirei evitarmela, se possibile.