lunedì 22 agosto 2022

IDEOLOGIE DA VIAGGIO

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Un discreto numero di anni fa lessi un libro che parlava di Cuba, uno dei tanti che mi e' capitato fra le mani.
“A Est dell'Avana” di Roberto Goracci con prefazione di Luca Barbarossa.
Goracci faceva lo skipper a Guardalavaca, provincia di Holguin,
probabilmente per una compagnia privata, fino a quando gli organi
competenti in materia decisero di non avere piu' bisogno di lui, uno straniero, per mettere al suo posto dei cubani.

In quel libro, dove si raccontava lo stile di vita dell'epoca riferito
all'oriente cubano, ricordo un passaggio che mi trovo' e mi trova
assolutamente concorde, anche col passare degli anni.
Se tu vai a Cuba politicamente schierato da una parte torni a casa
ancora piu' schierato di quando eri partito.
Chi visita Cuba con idee di sinistra mettera' in risalto la sanita' e
l'istruzione gratuita, l'assistenza alle puerpere, la libreta ed altre cose che conosciamo bene.
Chi ci mette piede con idee destrose tornera' raccontando di code infinite, questuanti che lo fermavano per strada, poverta', l'immancabile ingegnere che faceva il taxista per vivere e via discorrendo.
Quindi alla fine difficilmente Cuba ti fa cambiare idea.

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Personalmente, pur essendo le mie idee politiche piuttosto note, gia' dal primo viaggio ho cercato di rendere il meno stretti possibile i laccioli ideologici.

C'era gia' stata mia madre prima di me per motivi legati alla politica, una in famiglia poteva ampiamente bastare.
Quindi andai a Cuba la prima volta su invito di un italiano residente, italiano barbaramente assassinato un paio di anni fa a Las Tunas.
Era la Cuba, anzi la Las Tunas di inizio secolo, siamo a dicembre del 2000, molte cose sono rimaste come allora ma moltissimo negli anni si e' modificato, ma questo lo sapete anche meglio di me.

Ho notato le disparita' sociali che gia' allora esistevano, anche se
decisamente meno di oggi.
Ero gia' stato nell'est Europa, sapevo benissimo che “l'uomo nuovo” che il Comunismo avrebbe dovuto creare era una pura utopia, a meno di non essere Pol Pot e di fare fuori chiunque con piu' di 30 anni o che avesse mai aperto un libro.
Quindi andai con la mente aperta, cercando di capire come funzionavano le cose.

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Mi imbattei in un popolo fiero, allegro e sorridente, che cercava di
sopravvivere in un paese strangolato dal bloqueo e dall'incapacita' dei suoi governanti, molto lontano dello stress e dalle menate in cui siamo immersi nell'opulento occidente.
Cercai, col denaro in saccoccia, di prendere il meglio, mettendo da
parte le cose che non andavano bene.
Al mio rientro raccontai esattamente le cose come stavano, sia il bello che il brutto senza nascondermi dietro a paraventi ideologici.
Cosa resta oggi nel 2022 di quelle idee?
Molto.

Tutto il continente o quasi intanto ha virato su posizioni progressite, Cuba resta una utopia realizzata solo in parte ma che continua il suo cammino.
Le cose si potevano fare meglio?
Sicuramente.
Tornai piu' Comunista o Socialista di quando ero partito?
Non saprei, sicuamente il mio essere di sinistra e' legato al fatto di non lasciarei indetro nessuno, di dare ad ognuno in funzione delle proprie capacita', di vivere in una societa' in cui un Gagarin figlio di contadini possa andare nello spazio, che il figlio di un tagliatore di canna da zucchero possa diventare chirurgo.
Questo e' stato realizzato poi
certo....non posso nascondere le
cazzate fatte, le ruberie, le meccaniche.

Ma chi siamo proprio noi
italiani per dare giudizi morali in materia ad altri popoli?
Quindi si, Goracci aveva ragione.

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