lunedì 26 marzo 2018

ORATORI



Qualche giorno fa Vittorio Feltri, direttore editoriale e fondatore del quotidiano “Libero”, ha vergato un interessante articolo sull’esperienza (in parte anche sua) e la storia degli oratori italiani. Feltri racconta di  un’Italia,   dal dopoguerra in poi e prima che diventasse eccessivamente “americana”,  che riconosceva negli oratori un necessario punto di aggregazione giovanile di estrazione cristiana e non(Feltri, per esempio, non è mai stato credente). Negli oratori  si praticavano sport(erroneamente si è portati a ritenere che l’unico sport praticato fosse il calcio), si avevano i primi approcci con il teatro, con il cinema, con la formazione professionale. Tutto, negli oratori, era svolto nel nome della gratuità, laddove per gratuità non si deve intendere solo in quello di mancanza di scambio di denaro, ma anche in quella gratuità quasi folle che determina ogni azione dell’infanzia e dell’adolescenza. Una gratuità in cui gli adolescenti vivono le cose con anarchia, sregolatezza e naturalità,  e che la modernità contemporanea tenta di imbrigliare e ridimensionare all’interno e in funzione di una cultura della norma. Negli oratori raccontati dal giornalista bergamasco, gli infanti e gli adolescenti potevano tranquillamente, e senza che su di loro si gravasse una qualche responsabilità, un giorno giocare portiere in una partita al campetto, e il giorno dopo dedicarsi a qualche tiro a canestro o ad una corsa di resistenza. Questo mentre si provava a mettere in piedi una pièce teatrale, immaginandosi per qualche ora attori o drammaturghi. E tutto questo avveniva in un contesto di libertà, che permetteva ad ognuno di scoprire il meglio di sé. Chi giocava a calcio, e non frequentava gli oratori, aveva a disposizione cortili e campetti di fortuna per divertirsi, e provare, e osare.
Ed è in questi momenti di pura gioia, che a qualcuno capitava di scoprirsi un talento così pronunciato e particolare da prefigurarsi un’ipotesi di “provino” presso il settore giovanile di qualche squadra importante. Oppure erano tifosi improvvisatisi osservatori, a segnalare il genio apparso improvvisamente in un cortile o in un oratorio. Fu Bob Bishop, di professione lattaio ma anche osservatore del Manchester United, a scoprire in un dettaglio della struttura urbana di Belfast il talento fuori dal tempo di George Best. “quando ero ragazzo avrei giocato sette giorni su sette”, ebbe modo di raccontare il fuoriclasse nordirlandese, in molti di quei momenti in cui un giovane uomo ama ricordare il suo recente passato. Il calcio, e molti altri sport, si sono alimentati per moltissimo tempo dell’anarchia, della libertà e della gratuità che faceva decidere al caso la scoperta di un campione. “Se non si è toccato un pallone a piedi nudi almeno una volta, non saprai mai veramente cosa sia”, recitava la battuta di un film. Ma la società del benessere e del passatempo organizzato ha da tempo dimenticato la conoscenza del camminare a piedi nudi, e sarebbe (giustamente) passibile di allarmismo o denuncia un genitore che facesse circolare per strada un figlio a piedi nudi. Non si può vivere guardandosi indietro, le cose cambiano e portano le persone verso nuovi scenari e nuove abitudini. Oggi gli infanti e gli adolescenti praticano sport in strutture organizzate e a pagamento, e non possono saltare da un sogno all’altro, come negli oratori.
Non ci sono tifosi che, casualmente, li vedono provare virtuosismi in qualche luogo improbabile, ma genitori che li controllano severamente da tribune improvvisate in palestre e campi in erba sintetica. Genitori  “controllori” con l’orologio in mano, ansiosi che finiscano quelle due ore bisettimanali (o settimanali) pagate in una retta mensile stabilita. Forse l’Italia non ha, da tempo immemorabile, atleti di livello nel fondo e mezzo fondo, perché non c’è nessuna palestra o società amatoriale che chieda a dei genitori una retta mensile, per vedere correre i propri figli verso un orizzonte infinito. O forse dei genitori troverebbero assurdo pagare per vedere degli adolescenti, semplicemente, correre. I bambini non giocano più a calcio fino al calar della sera, ma sono irreggimentati in scuole calcio. Se qualcuno bravo viene fuori, e prima o poi in un Paese come l’Italia viene fuori, non viene notato da un tifoso appassionato osservatore, ma da un procuratore.Ed ecco  il divertimento  trasformarsi immediatamente in commercio.
Anthony Weatherhill, originario di Manchester e nipote dello storico coach Matt Busby, si occupa da tempo di politica sportiva. E’ il vero ideatore della Tessera del Tifoso, poi arrivata in Italia sulla base di tutt’altri presupposti e intendimenti.
Le cose andavano proprio cosi' quando ero ragazzo. Avevo un oratorio proprio accanto a casa, pur essendo figlio di mangiabambini i miei non ci trovarono nulla di strano nel vedermi frequentare quel luogo, alternandolo alla via dietro casa. Era un posto sicuro, controllato, vivevamo in un quartiere che confinava con un altro che era forse il piu' problematico di Torino. Al prete, tipo in gamba, non sembrava vero di avere un'anima ribelle da domare. In oratorio c'era il campo di calcio a 7, la palestra col campo da basket e da volley, il campo da bocce per gli anziani, un cinema teatro dove avrei fatto i primi concerti con una band di amici (suonare uno strumento e' sempre stato un ottimo...acchiappo con le fanciulle), insomma c'era tutto. O giocavi in strada o c'erano gli oratori, se vivevi in una grande citta' negli anni 70'. Proprio vedendomi giocare in oratorio mi chiamo' una societa' di calcio rinomata in zona, il Madonna di Campagna. Due allenamenti alla settimana, il sabato pomeriggio il campionato, ricordo che a differenza di oggi il sabato si andava a scuola, alle medie. Uscivo alle 13.20, veniva il pulmino della societa' a prendermi davanti alla scuola, un panino, e si andava a giocare dove il campionato indicava. Anche agli allenamenti ci portavano loro, ci davano scarpe, borse, tuta, magliette, tutto gratis. Oggi, mi spiegano gli amici che hanno figli, paghi anche l'aria che respiri;dalla retta mensile a tutta l'attrezzatura. Credo che i miei genitori, ad andare larghi, siano venuti 2 volte a vedermi giocare, oggi e' una sorta di golgota, devono portarli ed andarli a prendere ad ogni allenamento ed ogni partita con tutto cio' che questo comporta. Ai miei non e' mai venuto in mente di mettersi a fare casino se un arbitro mi fischiava un fallo contro o un allenatore mi impiegasse in un ruolo non mio, avevano cose piu' serie a cui pensare. Dovevo divertirmi come eta' imponeva, non diventare una improbabile star. Ecco, Cuba da questo punto di vista, mi ricorda l'Italia, la bella Italia di quegli anni. Mi capita spesso di passare, in scooter, davanti a qualche spazio verde, a Tunas, oppure al vecchio campo de la pelota e vedere bande di ragazzini organizzare interminabili tornei di calcio che finiscono solo quando arriva l'oscurita'. Sono persino piu' organizzati di come eravamo noi; come porta usavamo spesso due maglioni messi per terra, loro si sono fatti costruite piccole porte in ferro, da utilizzare senza portiere, in questo sono piu' avanti di come eravamo noi. Quante volte mi e' venuta la tentazione di scendere dallo scooter, avvicinarmi, alzare il ditino e chiedere “Posso giocare?”. Come facevamo in quegli anni la... Questo modo di essere ragazzi da noi non esiste piu'. Quando avete visto l'ultima volta dei ragazzini giocare a pallone in strada? In quale strada oggi si puo' ancora giocare a pallone? Dove i milioni di macchine in circolazione consentono di farlo? Dove sono finiti i gruppi di ragazzini che, come facevamo noi, giravano in banda dal mattino alla sera? Mi dicono amici che vengono in palestra, che i loro figli bivaccano sul divano col cellulare in mano tutto il pomeriggio. Cazzo io a casa non c'ero mai, dopo la scuola tempo di mangiare e si scendeva per stare on the road fino a sera. A Cuba questo lo vedo ancora, vedo ragazzini uscire da scuola festanti, facendo casino, spingendosi, urlando mentre da noi tutto quello che accade e' di vederli smanettare col telefonino. Dove sono finite le grandi compagnie? Quelle dove alla fine si era talmente in tanti che non si riusciva a decidere dove andare la domenica pomeriggio, ma si stava tutti insieme ed era la sola cosa che aveva importanza. I ragazzini cubani di oggi non lo sanno, ma sono forse l'ultima generazione che si gode l'adolescenza come davvero andrebbe vissuta, stanno arrivando anche da loro tutte le menate che hanno reso i nostri ragazzi degli infelici, con mille amici virtuali e nessuno reale. Poi ci si lamenta se crescono nerd quarantenni che sbavano 20 ore al giorno dietro ad una tastiera, totalmente incapaci di relazionarsi col prossimo in modo decente.... A Cuba vedo ancora tutto questo, capisco che sono stato fortunato a vivere quegli anni in quel modo, senza quella fretta di crescere che porta a bruciare troppe tappe e a non godersi le piccole conquiste che, invece, sono e devono essere il sale della vita.

18 commenti:

  1. Ci ha lasciato Fabrizio Frizzi.
    Sapete bene che raramente mi occupo, sul blog, di queste cose ma oggi mi sento di fare un'eccezione.
    Occupandomi, nei villaggi turistici, anche di spettacolo visto che ogni sera c'era da salire su un palco, ho sempre pensato che Frizzi fosse un qualcuno senza qualita' arrivato al successo grazie ai soliti sistemi che in questo paese garantiscono notorieta'.
    Conoscenze, calci in culo, raccomandazioni politiche ecc...
    Puo' essere sia andata cosi'.
    L'ho pensato per molto tempo.
    Poi piano piano ho scoperto il bello e la qualita' della normalita'; ho scoperto che ci puo' essere un vulcano come Fiorello (che non a caso arriva dal mio mondo) ma anche una persona pacata, per bene, giusta che senza urlare, credersi sto cazzo riesce a mantenere la barra dritta per tutta una carriera.
    Puoi anche essere stato raccomandato, ma non stai 30 anni in video se non hai qualita'.
    Oggi ne vedo altri come lui, che magari non sono bravissimi in nulla ma sanno fare bene tante cose; Nicola Savino, Alessandro Greco, Carlo Conti giusto per fare qualche nome.
    Nulla...nel giorno della scomparsa di Frizzi mi andava di sottolineare queste cose.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Santa Fè - Frizzi era una bella persona, trasmetteva serenità e mai l'ho visto inalberarsi o dire frasi fuori luogo.
      Che riposi in pace.

      Elimina
    2. Infatti, oggi che se non urli o non tiri merda su tutti non funzioni, uno come lui era fuori luogo.

      Elimina
    3. Aston Buon Giorno e scusa se entro con questo blog, ti chiedo se posso contattarti con una mail? visto che ho bisogno di consigli sul viaggio a Las Tunas.

      Elimina
    4. Una Grandissima Persona Frizzi, un esempio, in tutti i sensi.
      R.I.P.

      Elimina
  2. Alla fine 5 Stelle e Lega hanno trovato la quadra.
    Il nuovo che avanza e Roma Ladrona hanno dato vita al piu' antico rito della politica nella Roma Ladrona.
    Il compromesso... o l'inciucio come volevasi dimostrare.
    Dopo una campagna elettorale in cui entrambi; "mai con quegli altri..." alla fine con quegli altri devi metterti in qualche modo d'accordo.
    Una legge elettorale fatta da chi e' arrivato terzo in combutta con chi e' arrivato quarto ha fatto si che il primo ed il secondo, che non hanno nulla in comune, abbiano capito che per spartirsi la torta occorre turarsi il naso.
    I leghisti ci sono abituati, anni di governo con Berlusconi e Bossi al potere li hanno temprati ma...i 5 stelle ed il nuovo che avanza?

    RispondiElimina
  3. Sono le ultime generazioni buone anche per loro. Giuseppe

    RispondiElimina
  4. Rispetto a quello di negativo che si legge sul web, a Cuba ci sono anche cose positive, la sicurezza, e l'educazione che viene data ai bambini...crescono sani, giocando in strada, e non come i nostri figli che già nella culla giocano col tablet e si rincoglioniscono...Cuba per queste cose è ancora la numero 1!
    Domattina si parte...20 giorni di relax e descanso...ne ho davvero bisogno, spero di trovare novità positive...un abbraccio a tutti!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I fattori positivi sono molti e giustificano la nostra permanenza.
      Buona Vacanza!

      Elimina
    2. Grazie! Riusciremo a tomar un trago o una cerveza juntos en la capital? :-)

      Elimina
  5. hola! luoghi che ho frequentato fino a 12-13 anni anche se non cattolico, penso che siano una esclusiva itagliota. A Cuba è bello vedere tutti i ragazzini del barrio jugando y chismeando anche per questo sembre di essere in un altra epoca. chao Enrico

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Purtroppo non so se questa eta' aurea durera' ancora a lungo.

      Elimina
    2. Già ora la gioventù cubana è attratta dalle chimere del consumismo e , senza per questo voler fare politica spicciola , si sta affossando nella mediocrità .

      Elimina
    3. Alla fine i ragazzi si assomigliano in tutto il mondo.
      Anche loro vogliono le Adidas, il Samsung ecc....non potrebbe essere altrimenti...in questi tempi.

      Elimina
  6. Saluto e ringrazio Pasquale per la lunga mail, per motivi di privacy ed...opportunita' non posso condividerla con voi.
    Questo blog ha parlato spesso di ordini religiosi e massoneria.
    https://unisolanelsole.blogspot.it/2015/04/massoneria.html#comment-form
    All'epoca arrivarono anche commenti di importanti personaggi legati a qualche loggia.
    Pubblico volentieri il sito del tuo ordine, se la mia modesta cultura non mi inganna, si tratta di un ordine che a volte e' stato in antitesi coi Templari ed altre ha collaborato con loro.
    http://www.omrcc.com/
    Il mio interesse, di conseguenza quello di questo blog, nei confronti di ordini come il tuo e' reale e sincero.

    RispondiElimina