lunedì 19 marzo 2018

PUTIN

 Risultati immagini per putin e renzi

Vladimir Putin e' stato, per la quarta volta, eletto alla guida della Federazione Russa, con una percentuale che definire bulgara e' irrisorio.
Sono un fan assoluto di Putin.
Intanto perche' e' un judoka, poi perche' uno cosi' lo vorrei SEMPRE come mio Presidente, purtroppo ogni paese ha i politici che si merita.
I Russi hanno Putin e Medvedev, noi Di Maio, Renzi, Salvini e il Berlusca che condivide col presidente russo la passione per la “Trifola”.
Quando Putin, 18 anni fa, prese il potere ereditandolo dall'ubriacone dopo che l'idiota con la macchia era riuscito a polverizzare l'Urss, contro il volere dei suoi cittadini, la situazione era disperata.
La Nato premeva da ogni direzione, la Cecenia era andata, il Daghestan quasi, i generali si vendevano i carri armati e le armi nucleari, la corruzione era ad un livello mai visto.
Oggi la Nato e' tenuta debita distanza, la Cecenia e' tornata a miti consigli, l'esercito e' di nuovo quello di una grande potenza, l'Isis e' stata presa a calci in culo in Siria, Assad e' tornato al comando del suo paese, la Crimea e' russa, il Dombass quasi, l'intervento in Ossezia ha portato i tank russi a 30 km da Tbilisi, l'economia malgrado inique sanzioni e' tornata a camminare spedita.
L'elenco potrebbe continuare a lungo, non entro nel dettaglio sulla vergognosa decisione del Cio di escludere la Russia dalle olimpiadi per doping di stato.
Come se gli altri non si bombassero come tacchini...
Non e' ben chiaro il ruolo svolto dagli haker russi nell'elezione del Trumpo, certo che se fosse vero il fatto di aver piazzato un decerebrato alla Casa Bianca, sarebbe davvero un gran colpo.
Quando ad un elezione prendi il 76% c'e' poco da fare discussioni, non hai vinto, hai dominato in lungo ed in largo.
In Russia non c'e' una vera democrazia?
Forse.
Ma se la democrazia e' questa merda che vediamo da noi, mi tengo Putin per tutta questa vita e per la prossima.
La Russia, sulla scia della gloriosa Unione Sovietica, e' sempre stata una grande amica di Cuba.
Il periodo especial nella maggiore delle Antille e' iniziato proprio quando l'ubriacone brizzolato diede l'ALT alle navi che, ogni giorno, salpavano dai porti Sovietici per sbarcare a La Habana piene di ogni ben di Dio.
Putin ha cancellato il 90% dell'enorme debito che Cuba aveva dilazionando a babbo morto e sepolto il restante 10%.
Sono stati firmati contratti commerciali importanti fra i ministri russi e i loro omologhi cubani, contratti che sono una boccata d'ossigeno per l'asfittica economia cubana.
Nella provincia di Pinar del Rio c'era una base militare russa, non e' ben chiaro se, nei periodi Eltziniani, avesse cessato di esistere per poi essere riattivata negli ultimi anni a seguito di accordi fra Putin e Raul.
Certo che una base militare proprio alle porte dell'ingombrante vicino del nord e' tanta roba.
Non si puo' dimenticare il grande contributo dato alla Rivoluzione dall'Unione Sovietica; senza l'Urss difficilmente i barbudos avrebbero governato 60 anni.
Si puo' anche dire pero' che senza gli yankee cosi' aggressivi, forse Fidel non avrebbe stretto un abbraccio cosi' forte col freddo orso del nord.
La Rivoluzione non fu Comunista, lo divenne dopo e' bene ricordarlo.
Nelle scuole cubane, per decenni, si e' insegnato il russo, decine di migliaia di cubani hanno visitato l'Unione Sovietica e i paesi satelliti dell'epoca, alcuni di loro li conosco bene, quando parliamo di quell'avventura tutti si ricordano un frio de pinga.
Il sovietico, in generale, era tollerato ma non amato, molti cubani non vedevano di buon occhio questi yuma che.....non avevano da spendere.
Diverso il discorso oggi, ho visto alcuni russi in vacanza a Cuba col portafoglio a fisarmonica, esattamente come avviene quando vengono in via Montenapoleone, col volo di ritorno in giornata, per fare shopping.
Esilarante la foto di Putin che guarda come fosse una merda Renzi mentre smanetta col movil.

24 commenti:

  1. MOSCA. Vladimir Putin viene incoronato per un quarto mandato presidenziale fino al 2024 con il miglior risultato di sempre: oltre il 76 percento dei voti. La percentuale del 76,6% si riferisce, secondo i principali media russi, al 99,63% delle schede scrutinate. “Grazie a tutti i nostri sostenitori per questo risultato: ora è importante essere uniti e includere nella nostra squadra anche chi ha votato altri candidati. Il successo è il nostro destino. Lavoreremo tutti duramente per il futuro della grande Russia”, ha detto il presidente. Un risultato che mostra "la fiducia e la speranza" del popolo russo, ha scandito parlando alla folla riunita in piazza del Maneggio, alle spalle della Piazza Rossa, per il concerto dedicato al quarto anniversario della ratifica dell’annessione della Crimea.
    "Penseremo al futuro della nostra grande patria, al futuro dei nostri figli e agendo così senza dubbio siamo condannati al successo", ha detto il presidente (che aveva votato intorno alle 10 nel suo seggio uscito in piazza a festeggiare subito dopo i primi exit poll come fece anche sei anni fa.
    "Se si fosse trattato di nervino di tipo militare Serghei Skripal sarebbe morto sul posto: noi abbiamo distrutto il nostro arsenale chimico mentre i nostri partner non lo hanno ancora fatto", ha aggiunto Putin più tardi in conferenza stampa, intervenendo per la prima volta sul caso del tentato omicidio con un gas nervino in Gran Bretagna dell'ex spia russa Serghej Skripal. Il presidente ha sottolineato che pensare che la Russia sia colpevole "è una sciocchezza".
    "Ritenere che potessimo fare una cosa del genere prima delle elezioni e dei campionati del mondo è davvero sciocco", ha aggiunto il presidente appena rieletto assicurando che Mosca è "pronta a cooperare con la Gran Bretagna".
    L'AFFLUENZA E IL FUTURO
    Il Cremlino puntava alla cosiddetta formula "70 a 70": 70 per cento di affluenza e 70 per cento di voti per Putin, la soglia necessaria a legittimare la scontata vittoria. I consensi hanno superato le aspettative: il dato sopra al 76% è il miglior risultato della sua storia politica. L’affluenza invece è intorno al 63,7% e resta sotto la soglia critica del 65 percento, la percentuale ottenuta alle precedenti presidenziali del 2012. Salvo sorprese, secondo la Costituzione, il prossimo sarà l'ultimo mandato di Vladimir Putin che aveva bisogno di una vasta partecipazione per poter rafforzare il suo potere mentre deciderà la prossima mossa: se liberarsi dei limiti costituzionali che gli impedirebbero di ricandidarsi nel 2024, ritagliarsi un'altra posizione di potere o scegliere un successore.
    "GRAZIE A THERESA MAY"
    Il portavoce della campagna elettorale di Vladimir Putin Andrej Kondrashov ha ringraziato la premier britannica Theresa May per aver aumentato l'affluenza alle urne. "L'affluenza risulta più alta del previsto dell'8-10 per cento e per questo dobbiamo ringraziare la Gran Bretagna perché ancora una volta non ha capito la mentalità della Russia: ogni volta che ci accusano di qualcosa in modo infondato, il popolo russo si unisce al centro della forza e il centro della forza oggi è senz'altro Putin", ha detto Kondrashov commentando a Interfax i dati parziali del pomeriggio e alludendo al caso Skripal.

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    1. aston, ci sono, su repubblica ed altri giornali web, video inquietanti di alcune sezioni elettorali russe.Si vedono chiaramente membri del seggio riempire con schede l'urna, senza che nessuno intervenga per impedire questa truffa.Spero che siano brogli limitati a poche sezioni, perchè se così non fosse,sarebbe una gigantesca truffa ai danni del popolo russo.

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    2. Si ho visto...
      Le elezioni in certi paesi sono sempre un tantino...problematiche.
      Bush davvero aveva vinto contro Al Gore...?

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  2. La pioggia e il freddo non illudano: per il Toro non c’è alcun mercato invernale alle porte per poter riparare una squadra in piena crisi di identità e risultati. Il fallimento del progetto di Cairo si materializza in un pomeriggio di marzo dove la beffa (vittoria della Fiorentina per 2-1 al 94’ grazie alla Var) va a braccetto con la rabbia. Quella dei 15mila tifosi granata che allo stadio scaricano tutta la delusione con insulti, striscioni e fischi: i giocatori e il presidente diventano così i bersagli di un Torino in caduta libera.
    Il mese nero del Toro, inaugurato con la sconfitta casalinga nel derby, si chiude nel peggiore dei modi. E il quarto ko consecutivo, come non accadeva dal marzo 2014, fa saltare anche il tappo della pazienza. Non solo quella popolare, con le curve in sciopero del tifo e poi protagoniste di cori duri, ma anche quella di una squadra che sembra subire il rigetto del trapianto Mazzarri. Non ci sono solo i gesti di Ljajic nei confronti del suo tecnico, dopo il momentaneo 1-1 di Belotti, o quello di Niang verso i tifosi arrabbiati, nel finale di partita, a testimoniare un certo nervosismo.
    Pochi giocatori hanno chiesto scusa al pubblico, mentre uno solo (Moretti) ci ha messo la faccia nel dopo partita. Qualcosa si è rotto, ma non solo nello spogliatoio. Il Toro ieri in campo non aveva idee, non correva e non aveva neanche una minima reazione d’orgoglio. «Se si cambia un allenatore vuol dire che c’erano problemi. Ora ho idee più chiare dopo 9 partite - analizza Mazzarri -: ne restano 10 e farò l’impossibile per far dare il massimo a tutti. Il cantiere è aperto, ma pensavo di essere più avanti con il lavoro: ci sono problemi tecnici e mentali, forse ora il gruppo è disforme a livello di personalità».
    Il summit al Grande Torino
    L’atto di accusa è pesante. Mazzarri ha parlato per 50 minuti con la squadra dopo la sconfitta casalinga, mentre altri 10 li ha trascorsi con Petrachi e Cairo per affrontare la crisi. Il nuovo tecnico ha una media leggermente più bassa di Mihajlovic (1,22 punti contro 1,32) e dopo un inizio promettente sta scontando un’involuzione evidente. «Lasciamo perdere l’Europa - lo difende il presidente -: quella era un obiettivo di Mihajlovic e la squadra l’abbiamo fatta per lui. Ora con Mazzarri valuteremo la rosa per il prossimo anno: chi ha voglia di rimanere si impegnerà talmente tanto da meritare la conferma».
    Il casting è aperto, ma per qualcuno potrebbe essere già chiuso. Gente come Ljajic, Niang, Sirigu, Nkoulou e Belotti ha mercato e difficilmente vorrà restare in una squadra che verrà nuovamente rivoluzionata in estate con un altro gioco di plusvalenze. «Pochi investimenti, tante parole: la realtà è un Toro di poco valore», è l’eloquente striscione apparso in curva Maratona, mentre per tutta la sfida con la Fiorentina è rimasto appeso quello del «Voi pensate solo ai soldi e in campo non lottate più! Noi nostalgici di un Toro che non esiste più». La sensazione è che il Torino abbia toccato il punto più basso dal ritorno in Serie A nel 2012: si può risalire, ma servono soldi e progetti. «La gente viene, paga il biglietto ed è giusto che dica quello che pensa», risponde Cairo. La sfida è aperta.

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  3. hola! rapporto molto stretto quello tra la madre rusia e la isla adesso è tornato di moda insieme a quello con la cina, segno che il regime non vuole stare con un piede in due scarpe ed ha gli alleati ideologici invece che gli usa. A loro fa comodo avere interessi alle porte della potenza americana visto che Cuba non può offrirgli nulla oltre alla posizione. Parecchi accordi commerciali sigliati nell'ultimo anno. Yumas rusos buscan negras jajjajaj chao Enrico

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    1. Mi ricordo che quando ero in Ungheria i sovietici erano odiati come nessuno....c'era stata un'invasione.
      In DDR invece, con il classico pragmatismo tedesco, erano visti come un fattore di protezione dall'occidente.

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  4. In confronto ai nostri politici questo è un gigante. Giuseppe

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    1. Leggevo oggi di un possibile governo 5 stelle-Lega....ne vedremo delle belle.

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    2. Santa Fè - A questo punto non possono far peggio dei "professionisti" che ci hanno guidati per decenni, l'importante è che Salvini si svincoli dalla destra e prosegua nel suo obbiettivo che a mio parere, era, è e sarà la secessione del nord da Roma "capitale".
      Garibaldi, che riposa qui da noi, ha fatto una scellerata azione..non puoi unire l'Italia prima di avere unito gli italiani, Sardinia Indipendente!
      L'idea di far fuori i vitalizi, immigrazione controllata, nuova legge lettorale , reddito di cittadinanza e legge fornero riveduta mi sembrano in ogni caso idee interessanti, vediamo se ci riescono.
      Proporrei l'addio alla nato e un'intesa con Putin, partner più serio rispetto al ciuffo.
      L'Europa? a questo punto non solo sforerei il 3% ma andrei oltre..non ce la facciamo più è lampante, chiediamo ai vari paesi creditori che ci vengano incontro e ci aboliscano il debito :)

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    3. Nei paesi occidentali inseriti nell'euro le seccessioni sono difficilissime, Barcellona insegna.
      Quindi Salvini questa idea l'ha abbandonata da tempo per sostituirla con un ampio federalismo alla tedesca....che detto fra noi non sarebbe poi cosi' male.
      Vedrai che delle cose che hai citato non se ne fara' una semplicemente perche'...bambole non c'e' una lira.
      Noi fuori dalla Nato?
      Magari!

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    4. Intanto....non so se l'avete letto...stiamo cedendo alla Francia ampi tratti di mare...con tanto di giacimenti di Gas.

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    5. Negli ultimi giorni di vita del governo Gentiloni, ecco che arriva silenzioso un ultimo colpo di coda che bastona il nostro Paese a favore dei vicini francesi: il governo di fatto il 25 marzo regalerà alla Francia parte delle nostre acque territoriali, e con queste alcuni i ricchissimi giacimenti di petrolio scoperti al largo della Sardegna. Sono in molti a non sapere di cosa stiamo parlando: nel marzo 2015 Italia e Francia firmarono il cosiddetto accordo di Caen, in cui venivano appunto revisionati i nostri confini marittimi. L'accordo, derivante da un negoziato cominciato nel 2006 e terminato sei anni più tardi, secondo il ministero degli Esteri sarebbe stato «necessario al fine di definire i confini marittimi alla luce delle norme della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982, che supera la Convenzione per la delimitazione delle zone di pesca nella baia di Mentone del 18 giugno 1892, convenzione che ha valore consuetudinario, in quanto applicata e mai ratificata, ai fini di colmare un vuoto giuridico». L'Italia avrebbe quindi rinunciato ad alcune porzioni di mare del mar Ligure ed al tratto compreso tra nord Sardegna ed arcipelago toscano.
      Cosa prevede l'accordo
      Come racocnta l'ammiraglio Giuseppe De Giorgi sul suo blog, l'accordo era passato piuttosto inosservato fino a quando nel gennaio 2016 il peschereccio italiano Mina era stato fermato dalla gendarmeria marittima francese e scortato fino al porto di Nizza, con l'accusa di praticare la pesca del gambero in acque francesi. Solo dopo il pagamento di una cauzione di 8300 euro era stato rilasciato. Dunque, quelle che sembravano essere acque italiane erano diventate francesi. L'episodio fece deflagrare la questione dei confini e di porzioni di mare cedute alla Francia.
      La zona della "Fossa del cimitero"
      Secondo i giornali della Corsica l'accordo di Caen prevedeva una sorta di scambio territoriale: l'Italia avrebbe ceduto la «Fossa del cimitero» nelle acque di Ospedaletti, in provincia di Imperia, ottenendo in cambio alcune secche tra Corsica, Capraia ed Elba. Proprio la Fossa del cimitero è un tratto di mare molto ricco dal punto di vista della pesca, con una vivace presenza proprio di gamberoni rossi. Mentre in Italia l'accordo non è stato mai ratificato, in Francia sembrava essere di dominio pubblico, tanto che la gendarmeria marittima era subito intervenuta pochi mesi dopo l'accordo fermando il peschereccio Mina. Due mesi dopo il fermo del peschereccio erano però arrivate le scuse: la dogana francese aveva contestato per errore il mancato rispetto del trattato del 21 marzo 2015, visto che non era mai stato ratificato dal Parlamento italiano.
      La Farnesina prova a calmare le acque
      La Farnesina, pressata da interrogazioni parlamentari e dagli allarmi lanciati sulla cessione di mare da parte dell'Italia, nel febbraio 2016 aveva provato a fare chiarezza: «Considerata la sua natura, l'accordo di Caen è sottoposto a ratifica parlamentare e, pertanto, non è ancora in vigore. Nel corso dei negoziati che hanno portato alla firma dell'accordo, la parte italiana ha ottenuto di mantenere immutata la definizione di linea retta di base per l'arcipelago toscano, già fissata dall’Italia per la delimitazione del mare territoriale nel 1977». Inoltre, per il mare territoriale tra Corsica e Sardegna, la Farmesina rassicurava sul fatto che fosse stato completamente salvaguardato l’accordo del 1986, inclusa la zona di pesca congiunta. Anche per quanto riguarda il confine del mare territoriale tra Italia e Francia nel Mar Ligure, in assenza di un precedente accordo di delimitazione, l’accordo di Caen seguiva duque, a parole, il principio dell’equidistanza come previsto dall’UNCLOS.
      Confini incerti
      Ad oggi, spigea l'ammiraglio De Giorgi, i confini tra acque italiane e francesi rimangono incerti. Una recente sentenza del tribunale di Imperia ha assolto un pescatore dall'accusa di avere sconfinato in acque francesi.

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    6. bisogna ragionare da mondo globalizzato, l'ue è un aborto come l'unione d'itaglia d'altronde ma ad oggi non si può fare a meno di appartenere ad un blocco politico ed economico. Qui non siamo la Russia non ci sono materie prime. Non possiamo essere indipendenti purtroppo però nel contesto il ruolo itagliano non è quello di chi decide ma dello schiavo che subisce le decisioni altrui, un pò come il rapporto tra datore di lavoro e dipendente. Enrico

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    7. Infatti le decisioni che contano nell'UE si prendono a Berlino e Parigi, non certo a Roma.

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    8. aston, un governo 5 stelle-lega durerebbe pochi mesi.Quelli necessari alla legge elettorale.Per pochi mesi la lega romperebbe l'alleanza con il centrodestra? Non credo.Molto meglio per la lega un governo di tutti, con pd,liberi e uguali, forza italia e fratelli d'italia.E' questa l'ipotesi piu' probabile.E' vero che salvini è molto restio, ma con questo governo salverebbe l'alleanza con il berlusca e fra un anno si candiderebbe, in teoria, a presidente del consiglio.Il governo del presidente, infine, ha molti supporters: il pd, d'alema e company e berlusca, che sta premendo fortemente su salvini e meloni.

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    9. Infatti questa legge elettorale e' una porcheria.
      Il popolo italiano si e' espresso chiaramente a favore dei 5 stelle, tocca a loro, o meglio toccherebbe se fossimo un paese normale e non una barzelletta.
      Il PD resta un grande partito di massa, deve solo trovare un leader decente, stare un po' all'opposizione e tornera' presto a quel 30% che e' nel suo dna storico.
      Queste elezioni gli hanno fatto un grande regalo rottamando i D'Alema i Bersani e quella gente che, con Renzi, rappresentava una era e propria zavorra.

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  5. Santa Fè - Il quotidiano cubano Granma onora il Santo Padre con una pagina intera a lui dedicata.
    Cinco momentos clave del primer Papa latinoamericano
    Sobresalen en sus cinco años como regente del Vaticano palabras llenas de sentido, encuentros inéditos. Granma les comparte una selección de cinco de esos momentos
    Ser el primer Sumo Pontífice latinoamericano no es lo que más identifica al argentino José Mario Bergoglio, el Papa Francisco de los católicos.
    Ahora que se cumplen cinco años de su papado, desde el reposo que permite el tiempo a las ideas, puede decirse que a Su Santidad lo caracterizan la espontaneidad y la intensa proyección hacia los más desposeídos. Lo notaron fuera y dentro de la comunidad religiosa cuando el 13 de marzo del 2013 se presentó por vez primera en la Plaza de San Pedro.
    Viajes por distintas latitudes de un mundo convulso por guerras, hambre, cambio climático e inequidades, le han asegurado a Francisco una cercanía con las personas.
    Sobresalen en sus cinco años como regente del Vaticano palabras llenas de sentido, encuentros inéditos. Granma les comparte una selección de cinco de esos momentos:

    1- 13 de marzo del 2013: El papa 266 inició su gestión seleccionanando un nombre de santo, y el que eligió fue Francisco, pobre entre los pobres. «Cómo me gustaría una Iglesia pobre y para los pobres», expresó durante su comparecencia inaugural. Sin tiempo que perder, el 11 de junio de ese mismo año aprobó, mediante motu proprio (documento pontificio), una reforma del código penal que amplía la definición de delitos contra menores.

    2- 18 de junio del 2015: El Pontífice publica la encíclica Laudato si, dedicada al medio ambiente –con especial atención al cambio climático– y la calidad de vida de las personas.

    3- 9 de julio del 2015: Ante los movimientos populares en Santa Cruz de la Sierra, en Bolivia, el Papa Francisco pidió «humildemente perdón», «no solo por las ofensas de la propia Iglesia, sino por los crímenes contra los pueblos originarios» durante el periodo de la colonización de América Latina.

    4- 13 de febrero del 2016: Muchas razones hacen de su segunda visita a Cuba un hecho histórico: aquí se encontraron el papa Francisco y el patriarca ruso Kiril. Se trata del primer y único encuentro cara a cara entre un jefe de la Iglesia católica romana y un patriarca de la Iglesia ortodoxa rusa, dos de las principales ramas del cristianismo desde que se separaran en el año 1054.

    5- 6 de septiembre del 2017: En una apretada agenda de cinco días en Colombia, el papa Francisco se presentó en las ciudades de Bogotá, Medellín, Villavicencio y Cartagena, donde dedicó espacios de reflexión a diferentes sectores de la sociedad colombiana: representantes de la sociedad civil, líderes y dirigentes políticos, empresarios, niños, jóvenes y víctimas de la violencia.

    Una de sus frases en ese país fue: «Todo esfuerzo de paz, sin un compromiso sincero de reconciliación, será un fracaso; reconciliarnos no significa desconocer las diferencias ni legitimar las injusticias; el odio no tiene la última palabra».
    Darcy Borrero Batista-darcy@granma.cu
    15 de marzo de 2018

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  6. Francesco e' il primo Papa latinoamericano, non guasta neanche il fatto che i rapporti fra la Santa Sede e l'inutile Macri siano parecchi tesi.

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  7. cada uno ha la propria opinione.....io preferisco sempre la democrazia....anche se ora ci sono politichetti domani arriveranno altri (se votati) e non c'è rischio che avvelenino a destra e a manca oppositori e spie varie....

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    1. Come vedi qua' sopra tutte le opinioni espresse in modo civile hanno il proprio spazio.
      Io credo che una sorta di dittatura....con angoli democratici sia la cosa migliore.
      Le spie vengono avvelenate da secoli,gli inglesi poi dovebbero tacere.
      Dai tempi di Philby hanno il dente avvelenato coi russi.

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  8. A Cuba El dia. De la madre è molto sentito, ho visto anche monumenti in suo onore. Però non sono altrettanto sicuro se c'è un giorno in cui si festeggiano i padri.P68

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  9. El presidente cubano, Raúl Castro, envió hoy un cálido mensaje de felicitación a Vladimir Putin, por su rotunda victoria en las elecciones presidenciales, donde contó con más del 75 por ciento de los votos.

    Putin consolidó su triunfo, tras el conteo de más del 99 por ciento de los votos (01:00 am., hora de Cuba), lo cual le da derecho a otro mandato de seis años, en los que se prepara para llevar al país a dar un salto tecnológico y blindar su seguridad con nuevas generaciones de armamentos.

    Al reunirse con su estado mayor, en el capitalino complejo Gastinni Dvor, Putin, quien se presentó como el único candidato independiente de un total de ocho participantes, llamó a todos los electores a unirse por el futuro del país, con independencia de su voto.

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