Cuba puo' essere tante
cose.
Per molti un luogo di
vacanza, per qualcuno il paradiso in terra, per altri una delusione,
per alcuni un incubo, per altri ancora come la volpe e l'uva.
Durante questi anni ho
avuto modo di conoscere, sul blog, in Italia di persona o in altri
posti del mondo, gente che per una ragione o per l'altra ha deciso di
abbandonare l'isola a vantaggio di altre destinazioni.
Ci sono quelli che hanno
preso bastonate, invece di metterci una pietra sopra ed andare
avanti, hanno preferito incolpare la maggiore delle Antille dei
propri fallimenti o comunque delle cose che non sono andate secondo
le aspettative.
Tipico di un certo tipo di
persone; chi guarda avanti cerca sempre soluzioni, chi rimane fermo
inventa scuse per giustificare la propria Waterloo.
Cuba diventa la madre di
tutte le porcherie del mondo, i cubani tutti gargagnani, le cubane
tutte zoccole e via discorrendo.
Film gia' visto che non
merita repliche.
Molti hanno deciso di
abbandonare l'isola a seguito di tutti i problemi sorti negli anni,
non risolti, riguardanti la facilita' nei rapporti con l'altro sesso.
Case de renta sempre piu'
rigorose, policia in divisa o in borghese che ferma por la calle e si
porta via la fanciulla, la calle stessa sempre piu' spopolata di bei
movimenti e via discorrendo.
Legittimo.
Se vai in un luogo per uno
scopo, solo per quello, e tutto si complica e' giusto provare
soluzioni differenti.
Ci sono i tanti che di
Cuba non vogliono piu' sentir parlare ne vederla in fotografia a
seguito di un matrimonio andato a male.
Ne conosco piu' di uno;
hanno conosciuto la fanciulla durante una vacanza, l'hanno portata
qua', sposata, ci hanno fatto dei figli, poi la cosa....come puo'
capitare anche con la ragazza della porta accanto, non ha piu'
funzionato e si e' dovuto affrontare il golgota (per l'uomo e' sempre
cosi') della separazione col consueto bagno di sangue che molti di
voi conoscono bene.
Non e' colpa di Cuba,
ovviamente, ma per la teoria dei vasi comunicanti....ci puo' stare,
e' comprensibile.
Ci sono poi i molti che,
per ragioni squisitamente economiche non possono piu' permettersi i
2500/3000 euro necessari per una vacanza di un certo tipo da quel
lato del bloqueo.
Non c'e' nulla di male,
nulla di cui vergognarsi la vita ti puo' regalare momenti complicati;
la perdita o la riduzione del lavoro, una grossa spesa, un sanguinoso
divorzio, le priorita' che cambiano.
Molti lo dicono
serenamente, meritando tutto il rispetto possibile.
Ci sono quelli che hanno
trovato una persona in Italia con cui mettere in piedi una relazione.
Come ho gia' avuto modo di
dire non si puo' avere la moglie ubriaca e la botte piena; ci sono
situazioni che comportano scelte ben definite senza margini di
manovra.
Mettiamoci dentro anche il
fatto che trovare in casa quello che si e' cercato lontano puo'
portare a non andarci piu', lontano.
Alcuni hanno abbandonato
l'isola per raggiunti limiti di eta'.
La salute incerta, le
lunghe ore di volo, il caldo soffocante, la stanchezza di una lunga
vita vissuta, la pillolina che non serve piu'.
Le cause possono essere
migliaia, solo un diamante e' per sempre, tutto il resto ha un inizio
ed una fine.
Abbiamo quelli che hanno
sposato la cubanita, portata in Italia, poi fatto venire la madre, la
tia, quindi la abuela....insomma pelati come un platano macho da
tutto il familion trasferitosi nel paese del sole.
Ci sono poi i rosiconi.
La categoria e' piuttosto
vasta e comprende tutti quelli che, quasi sempre per ragioni
economiche (molti di loro hanno poca confidenza col...lavoro), non
possono piu' andare, non dico a Cuba, ma neppure a Borghetto Santo
Spirito.
Probabilmente mamma' si e'
stufata di mantenere in casa il quarantenne foraggiando i suoi
divertimenti, invitando il nerd a diventare uomo nel piu' breve tempo
possibile.
Gente che risolve la
giornata leggendo tutto cio' che fanno quelli che possono permettersi
di viaggiare, di fare la vita a cui loro pensavano di avere diritto.
Sperano, quasi come
un'esigenza vitale, che le cose vadano male a tutti, vivono
perennemente alla finestra perche'...in casa non c'e' mai nessuno.
Ognuno di noi, nella vita,
deve scegliere da quale parte del buco della serratura vivere, da
quella scelta dipende la qualita' della vita stessa.
Molti hanno abbandonato
Cuba, quasi tutte le scelte meritano rispetto, alcune solo un sorriso
divertito.
Aereo di ritorno
RispondiEliminaScritto di Alessandro Zarlatti
Sono sull'aereo di ritorno. Sfiancato dalla sveglia e dal conto di energie che mi presenta lo spirito santo dopo due settimane così. Conto in rosso. Come sempre. Sono sul solito aereo della Blue Panorama e mi domando se abbia un senso su questo pianeta la Blue Panorama: personale sgarbato, facce che esprimono in coro lo stesso concetto: ti facciamo un favore, fosse per noi faremmo i becchini e comunque, crepa!
In ogni modo, l'ho scelta io questa splendida compagnia e quindi prego solo che arrivi dove deve arrivare e amen. Ho tempo. Penso al mio nuovo libro. Lo guardo. È la prima volta che lo faccio con attenzione. In queste due settimane in Italia l'ho dato per scontato. L'ho presentato. L'ho notato di sfuggita lì sul tavolo, ma l'ho toccato poco. È il mio terzo libro e sento di aver acquisito una certa automaticità, un approccio di routine, mi spiego? Una specie di perdita della sorpresa. So presentarlo. So rispondere alle domande. So mettere le firme e scegliere le dediche. So dare la mano. Ma penso al primo. Penso a quell'attesa. Penso a quel giro di boa che avevo aspettato una vita intera, la pubblicazione, quella parola che col desiderio frustrato che montava diventava, anno dopo anno, una parola più sconcia, più lontana, più astratta. Ricordo le prime presentazioni. Ricordo i primi sguardi. Quella parola ingombrante che tracimava dalla mia bocca come una patata rovente: scrittore. La sputavo lì, per terra, come un dente malato e scappavo lontano. Oggi ritorno a casa e mi domando cosa sia rimasto, in quale punto della mia mente io senta ancora quella vibrazione di fondo. Cosa la spegne. Cosa la riceve. Dove voglio fuggire. Da cosa. Ripasso il mio nuovo libro fra le mani e immediatamente mi accorgo di costruire nuovi scenari, strategie, mercato, efficacia, progetti. Sento di non essere là. Temo che tutto questo somigli terribilmente alla routine da cui fuggo, da questo mercanteggiare se stessi, il proprio doppio, quella specie di baraccone di me stesso che sa stringere mani, mettere firme. Mi dico che c'è di peggio. Che io almeno cerco sempre di non perdermi, di essere me stesso. Me stesso.
Mi sembra il concetto più assurdo del mondo visto da qui. C'è sempre quella lieve recita, quel recitare la persona-che-rimane-se-stessa che mi atterrisce. E allora cos'altro? Cosa cerchi ancora? Più vanità? Un applauso ancora? Un "bravo davvero"? Soldi? No, non mi sembra. Mi piacciono gli applausi ma non scrivo per quelli. Mi piacciono i soldi ma non riescono ad essere una motivazione. E allora? Ripasso fra le mani il libro. Osservo la copertina, l'immagine, mi piace. Guardo la mia foto sopra alla biografia e sorrido: un po' meno vecchio, congelato di profilo in chissà quale concetto. Congelato. Mi soffermo per secondi su questa idea. Certo, la scrittura, questa debole protesi della vita che fugge. Questo sopravvivenza imposta a se stessi ed al mondo. È quello? In parte. Quella è una delle radici dell'arte in generale. Quell'esisto, sono esistito, qualcuno può ricordarmi? Apro il libro. Ho tempo. Comincio a leggere. Penso di leggere una decina di righe. Massimo una paginetta. E invece mi sveglio dopo molti minuti. La mia scrittura. Ciò che mi piace di me. Beh, non solo, ma la mia scrittura è l'unico regalo che posso fare agli altri. È questo. Certi passaggi. Il frutto di un tormento di decenni. Identificazioni, cambi, virate, paralisi, delusioni, tentativi, migliaia di ore leggendo, pensando, traducendo in parole, parlando al vento, a donne inesistenti, a fantasmi, alla vita difficile, dando sul foglio le risposte che non so dare, le visioni che non so condividere, gli umori del mio universo intimo. La scrittura. Proprio lei. La ritrovo sempre là. Tornando a Cuba. Tornando con mia moglie alla nostra casa disordinata, al nostro cane con la gamba storta, alla mattonella staccata dell'ingresso, ai vicini, agli studenti. Mi sembra di tornare al mio strano laboratorio. In camera. Al riparo da quasi tutto. A leggere scrittori incredibili, a scrivere una parola dietro l'altra in mezzo al caos della cucina e dei piatti non lavati, alle visite a sorpresa, al flusso debole del rubinetto. Solo lei vale la pena. Solo lei. Non ci fossero queste parole, non ci fosse questa esistenza imperfetta in cui trovo nomi e storie da scrivere, niente varrebbe la pena. Neanche uno degli applausi, neanche una delle pause che so fare, neanche un euro dei libri venduti. La scrittura. Torno all'Avana con ogni mare, con qualunque durezza negli occhi del vicino di posto, con qualunque sgarbo della hostess, con qualunque brutto pensiero sugli anni che passano. Il senso delle mie cose mi aspetta sempre lontano da tutto. Al riparo da tutto. La mia nuova, splendida, pagina bianca. L'unica cosa che so fare: riempirla di parole.
RispondiEliminaSanta Fè - SASSARI. Nessun furto di mare sardo, la Francia ha pubblicato una cartina sbagliata
RispondiEliminaIl ministro francese dell'Ambiente fa mea culpa con un comunicato: «Pubblicazione sbagliata, va corretta subito». Due anni fa il sequestro di un peschereccio sardo da parte della gendarmeria.
Il mare sardo svenduto ai francesi non sarebbe altro che un errore su una cartina geografica. La miriade di dichiarazioni, post ed esposti, anche contro Gentiloni, vengono superati e smentiti da uno stringato comunicato del ministro francese dell'Ambiente, Nicolas Hulot. «Nella elaborazione di un documento strategico per il Mediterraneo il 26 gennaio abbiamo avviato una consultazione on line, che si concluderà il 25 marzo - scrive -. Ci siamo resi conto che le prime cartine pubblicate contengono errori sui confini marittimi con l'Italia: queste carte sbagliate saranno corrette quanto prima».
Insomma, nessun furto di mare, nessuna resa alle decisioni unilaterali di Parigi, ma solo un refuso grafico. Che però in Italia ha scatenato il putiferio. Con addirittura il premier Paolo Gentiloni sul banco degli imputati. Anzi, accusato da più parti di essere il vero colpevole di questa perdita di sovranità sulle acque tra la Sardegna e la Corsica. Tutto perché il 21 marzo 2015 Gentiloni era alla Farnesina e fu lui insieme all'allora ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, a sottoscrivere il trattato di Caen. L'accordo tra Italia e Francia all'origine del malinteso. O ai tempi di internet, della bufala o fake news.
Meglio cosi'.
EliminaAnche se reastano i problemi per i tratti di mare liguri e toscani.
Santa Fè - La meraviglia del saper raccontare di Alessandro Zarlatti mentre dice "Torno all'Avana con ogni mare, con qualunque durezza negli occhi del vicino di posto, con qualunque sgarbo della hostess, con qualunque brutto pensiero sugli anni che passano."
RispondiEliminaSapere di poter ritornare nell'isola rende l'esistenza meno pesante, il mal di Cuba.
Beh....Zarlatti si erge nel miserando panorama del web cubano come un autentico gigante.
EliminaPoi, come sempre, puo' piacere o meno.
Ci sono coppie miste in cui le mogli a Cuba non vogliono tornare. Si sono integrate. Giuseppe
RispondiEliminaPoche credo.
EliminaLa maggior parte delle fanciulle con una rendita di 200/300 euro al mese tornerebbe a Cuba in pianta stabile.
Cosi' dicono.
hola! come sapete vado a Cuba dal 7/2004 ho provato anche altre mete tipo rep dominicana, colombia ma per fare un certo tipo di vacanza torno sempre sulla isla, certo bisogna sapersi muovere, sopportare regole ma personalmente come mi trovo con le mie amcihe cubane non ce ne. Riguardo al budget se vai per el bollo e vuoi fare una vacanza monger la cosa sale cara o meglio cara per i soldi che girano e gireranno qui nella latrina. chao enrico
RispondiEliminaCosì come molti hanno fatto altre scelte altri come noi mantengono le antiche abitudini.
RispondiEliminaIo ho scoperto Cuba per lavoro dal 2012 (prima di Cuba a malapena conoscevo le sembianze di Fidel ) e questo sarà il mio ultimo anno con viaggi a l'avana, in quanto tra alcuni mesi cambierò per fare ulteriore carriera e crescita personale. 13-14 viaggi in 5 anni, spesso di 3-4gg, un paio di vacanze a capodanno, il divertimento facilissimo di chi 30enne va a l'avana da single senza problemi di dinero in tasca... ma a parte qualche posto da visitare a titolo turistico (mi mancano Trinidad e i cauos) e l'interesse di restare informato su come vadano le cose en la isla, non ho altre attrattive, anche sentimentalmente la vita mi ha portato altrove. Quindi dal 2019 rimarrò credo informato solo sul blog e le news varie... continuerò a viaggiare ma in altri paesi. Mat.
RispondiEliminaL'importante è il viaggio più che la meta ...
EliminaCondivido Milco, ma all'elenco manca una cosa, non di secondaria importanza: il fatto che Cuba, e sopratutto l'Havana, è diventata carissima...per chi come te, come me, e come altri, che hanno la fortuna di fare 3 viaggi l'anno, a volte anche 4, spendere 3000 euro a viaggio non è più sostenibile, per tanti motivi, soprattutto quello del lavoro, che in Italia è diventato un lusso per pochi fortunati...a parte questo, se non avessi il famillon da quel lato del bloqueo neanche io andrei più a Cuba, o meglio mi prenderei una pausa, per esplorare altri lidi, ma sempre ringraziando Cuba in ginocchio perchè mi ha dato tanto, come io ho dato a loro, ma come per tutte le cose, mangiare sempre la stessa minestra dopo un pò stanca...Martedi parto di nuovo, vado a farmi i soliti 20 giorni, ma ad essere sincero non ho più quella smania, quella voglia di partire, quella felicità, che ci contraddistingueva le prime volte che andavamo...ci vado perchè devo....questo è un altro sintomo che conferma la voglia di voler prendere un periodo sabbatico da Cuba, ma visto che ho veramente bisogno di andarmi a riposare, parto lo stesso, anche senza l'entusiasmo di una volta.
RispondiEliminaNormale dopo tanti anni non provare piu' quel brivido lungo la schiena.
Elimina3000 a La Habana, a oriente si spende decisamente meno.
Poi dipende sempre cosa uno vuol fare...
Milco da quando ho la compagna faccio vita molto tranquilla, e soprattutto vado per riposarmi e non per stressarmi ancora...mare, piscina, qualche giro per la capital, ristoranti, cene tra amici e in famiglia nel campo con puerco asado, spese per taxi ecc...senza strafare..ma alla fine di ogni vacanza la cifra è mao meno quella.
EliminaMah...dipende da quello che uno vuole in quel preciso momento.
Eliminaoggi non baratterei le amiche che mi aspettano con nessuna novia ma ci sono stati momenti in cui la pensavo diversamente.
Solo gli idioti non cambiano mai idea.
La formula per stare bene non è importante, l'importante è stare bene, in primis con se stessi e poi con gli altri....
EliminaQuello che conta ogni tot mesi è. ...staccare.
RispondiEliminaPrivilegio di pochi che difendo con le unghie e coi denti.
Anche io...infatti nonostante la mancanza di entusiasmo quei 15-20 giorni ci vado lo stesso, il minimo sindacale, ma il riposo è sacro.
EliminaIo 13 giorni e ci arrivo con la lingua letteralmente di fuori.
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