L'altra sera, rientrando
tardi dopo aver chiuso la palestra, mentre cenavo prima di svenire in
branda, ho ri-guardato la parte finale del film Thirteen days.
Parla della crisi dei
missili a Cuba nell'ottobre del 1962, l'umile scriba era su questa
valle di lacrime da poco.
Kevin Kostner nel ruolo
del primo consigliere di JFK, parte di un triumvirato che comprendeva
anche l'altro Kennedy; Bob.
I fatti sono noti ma ve li
riassumo brevemente; un aereo spia statunitense fotografo', a Cuba,
l'installazione di missili sovietici con possibili testate atomiche
nella parte centrale del paese.
Le grandi citta' americane
sarebbero state raggiunte e distrutte, in caso di lancio nucleare, in
meno di 20 minuti.
Per 13 lunghissimi giorni
il mondo fu davvero ad un passo dall'olocausto nucleare che,
probabilmente, avrebbe cancellato la specie umana dal pianeta.
I militari statunitensi
spingevano per l'attacco e l'invasione dell'isola, attacco che
avrebbe mietuto vittime sovietiche con l'inevitabile ritorsione, non
sugli Usa, a quel punto non piu' raggiungibili, ma su Berlino che,
ricordo, era in pieno territorio della DDR.
Dall'altra parte c'era
Kruscev, non esattamente un genio, anche lui circondato da militari
guerrafondai che non vedevano l'ora di trascinare il pianeta nella
terza guerra mondiale, l'ultima.
Ci siamo andati davvero
vicini.
Non sono ben chiare le
ragioni che portarono Fidel ad imbarcarsi in questa pericolosissima
avventura.
Probabilmente una sorta di
ringraziamento ai sovietici per l'aiuto ricevuto durante lo sbarco
dei gusanos nella baia dei porci, aiuto militare, logistico e di
intelligence.
I cubani sapevano, grazie
al KGB, come e quando la gusaneria sarebbe arrivata e sbarcata.
Probabilmente, in quel
preciso periodo storico era impossibile, per Fidel, dire di no a
Mosca che si era fatta carico della protezione e del mantenimento
dell'isola.
Leggende narrano che il
Che non fosse d'accordo col progetto, era notorio che fra i sovietici
ed il guerrigliero indomito non scorresse esattamente buon sangue.
Tenete conto che la linea
telefonica rossa, quella che da allora permette al presidente
americano e al premier sovietico ed oggi russo di comunicare
direttamente, ancora non esisteva.
Si misero in piedi serrate
trattative, ad un certo punto non era ben chiaro chi davvero
comandasse al Cremlino, pareva davvero che i sovietici volessero la
guerra, esattamente come la volevano i militari statunitensi.
I militari di tutto il
mondo servono se ci sono guerre, altrimenti sono solo voci passive a
bilancio.
Bob si reco'
all'ambasciata sovietica a parlare direttamente con l'ambasciatore e
con Gromiko, per un ultimo tentativo di evitare la sciagura.
Intanto le forze navali
americane avevano fatto un blocco tutto intorno all'isola, buona
parte delle navi da guerra sovietiche si fermarono, ma altre
continuarono ad avanzare verso Cuba.
I cubani o i sovietici
abbatterono un'altro aereo spia statunitense uccidendone il pilota.
Il mondo era col fiato
sospeso, bastava una sola mossa falsa ed era finita per tutti, umile
scriba in fasce compreso.
Alla fine prevalse la
saggezza...o la paura.
I sovietici smantellarono
le installazioni e riportarono i missili in Unione Sovietica.
Gli americani si
impegnarono a non attaccare l'isola e, pur non facendolo passare per
una conseguenza diretta di un negoziato, smantellarono a loro volta i
missili che avevano in Turchia e qualcuno anche in Italia.
Ognuno penso' di avere
vinto.
Gli Usa perche' i
sovietici, nel momento topico dello scontro, fecero un passo
indietro, i sovietici perche' ottennero di non vedere mai Cuba invasa
e dimostrarono che, volendo, le citta' statunitensi potevano essere
colpite senza problemi.
Storico il discorso che
fece JFK dopo l'accordo, “Abbiamo solo questo piccolo pianeta per
vivere e siamo tutti solo di passaggio”.
Riguardo alle infinite polemiche sull'intervento dei gendarmi francesi nei riguardi dei migranti nella saletta della stazione di Bardonecchia posso dire la mia, con cognizione di causa.
RispondiEliminaUn Villans gestisce un rifugio sopra la citta', pochi Km in territorio francese e un cliente della mia palestra, un finanziere che e' in servizio in aeroporto, ha lavorato per anni proprio al confine, a Bardonecchia.
Quest'ultimo mi spiegava che cio' che e' successo e' normale, la polizia e i finanzieri italiani e le gendarmerie francese possono passare il confine, per pochi km ed avvisando la controparte, nel caso di inseguimento di sospetti.
Il mio amico Villans mi dice che spesso Carabinieri e Guardie di Finanza vanno a mangiare in rifugio, in territorio francese, con armi ed in divisa senza che la cosa sia mai stato un problema.
Con l'Europa il confine reale non esiste, una curva sei in Italia, quella dopo in Francia.
Probabilmente e' mancata solo una adeguata comunicazione, gli accordi in materia sono chiari.
Santa Fe- Sono davvero stupito dei nostri politici e del loro attaccamento alla patria..davvero commoventi.Certe cose si risolvono tra ambasciate in pochi istanti, pensassero piuttosto a risollevare le nostre finanze.
EliminaLe persiane di questa villa plurifamiliare del Centro di Pavia, restano chiuse. Dentro resta una ragazza di 28 anni originaria di El Salvador, è i suoi due figli piccoli, di 4 anni e 4 mesi, e il suo dolore. da dieci giorni, suo marito Alberto Villani, 37 anni, originario di Valencia, da due trasferito in città, ha staccato il suo cellulare. Non ha dato più notizie di se. L’ultima comunicazione risale alla settimana scorsa. si trovava in aeroporto, a Città del Messico. il lavoro andava bene: stava ultimando l’apertura di un ufficio commerciale.
RispondiEliminaLa moglie, quando quattro giorni fa ha presentato la denuncia di scomparsa, ha garantito che Alberto non aveva alcuna preoccupazione, era sereno, proseguiva il suo lavoro. L’inchiesta italiana non ha mosso molti passi. Da Città del Messico, sono state due giorni fa le autorità locali a contattare la nostra ambasciata per comunicare il tragico epilogo della vita di Villani.Il suo corpo è stato ritrovato in un sacco di plastica, come ha anticipato la Provincia Pavese ieri. Si trovava a Tlaltizaplan, un centinaio di chilometri dalla capitale messicana. Due colpi di pistola alla testa e una scritta in spagnolo emblematica: “Sono morto perché ero un ladro”. Che interessi Villani abbia toccato, al momento è il principale mistero da risolvere. Le autorità messicane hanno fatto sapere che nel suo albergo sono sparite le valigie e gli effetti personali.La questura di Pavia sta raccogliendo materiale per focalizzare gli affari della vittima e i suoi contatti, soprattutto gli ultimi. Tutto il materiale investigativo verrà inviato alla procura di Roma, competente per reati commessi all’estero. La Farnesina ha comunicato di “seguire da vicino la vicenda”.
Restano molti i punti oscuri. Villani, dai social appare come un rampante manager con una particolare attrazione per il mondo latino. Ma a Pavia sembra essere stato un fantasma. In città, insieme alla moglie, ha lasciato un cognato salvadoregno, l’unico che riesce a entrare nella abitazione, che a stento risponde ai cronisti, spiegando che Alberto, “deve avere pestato i piedi sbagliati”.
Proprio negli anni del boom economico italiano. Giuseppe
RispondiEliminaChi c'era racconta di incetta di merce nei nostri supermercati
EliminaA San Marino nel 1999 se non ricordo male un finanziere mio amico passò la frontiera per mangiare con amici al castello del titano, fermato dai gendarmi si fece due gg di gattabuia è un processo in Italia perché era armato.
RispondiEliminaOggi non so che succede a San Marino ma le frontiere credo non possano essere violate armati, specie se appartenenti a corpi armati.
L’europol e l’interpol hanno particolari permessi per “Espatriare” armati.
L’unico corpo di polizia europea che fa quello che vuole e va dove vuole è Eurogendorf e forse pochi la conoscono ma ha un potere infinito.
Un mostro giuridico creato dal parlamento europeo che gli ha dato pieni poteri.
Probabile ma esistono protocolli particolari come quello del 1990 che permette sconfinamenti limitati e previa comunicazione alla controparte per casi fuori dal comune.
RispondiEliminaIl problema e' che l'Italia non conta un cazzo, avrei voluto vedere i 5 gendarmi sconfinare in Russia...
Santa Fe- Possiamo però aggiungere un'altra piccola nota..da noi sbarcano tranquillamente e poi li lasciamo sperando che oltrepassino le frontiere,forse i francesi piangono più morti per le stragi isis e sono più accorti??
EliminaRicordiamoci sempre che, fra i paesi dell'Europa che conta siamo il paese con meno migranti stanziali.
EliminaVero che arrivano qua'....siamo di fronte all'Africa, ma poi la maggior parte di loro va in Francia, Germania, Svezia ecc...
DA LA STAMPA
RispondiEliminaLa Farnesina deve infatti aver giudicato insufficiente la ricostruzione di quanto avvenuto al confine, fornita dal ministro per l’Azione e i Conti pubblici francese, Gerald Darmanin, con un comunicato: secondo Parigi, i doganieri francesi a Bardonecchia hanno agito legittimamente in territorio italiano, «in virtù di un accordo sugli uffici a controlli nazionali abbinati del 1990, nel rispetto della legge e delle persone».
Eppure abbiamo dei corpi speciali di élite con gli attributi, ma è politicamente che non contiamo una pinga,
RispondiEliminaFrequento e faccio corsi con loro è credetemi sulla parola i nostri Rambo hanno un cervello è un fisico eccellenti molto meglio degli europei, legion etrangere esclusa ovviamente, ma non contiamo nulla.
Che tristezza!
Anche se ben preparate, ammesso e non concesso che sia così, senza precise indicazioni dall'alto possono fare ben poco.
RispondiEliminaQuesto è vero, noi siamo i meno “usati” nei vari conflitti in giro per il mondo, non siamo American o Francesi, ma nelle varie esercitazioni NATO i nostri nono col moschin e il comsubin vincono quasi sempre.
RispondiEliminaBasta poi ricordare il nostro valore della Folgore a El Alamein....
Se devo dire mi basta il ricordo di Craxi a Sigonella con la Cia sulle scalette dell’aereo Americano, con i nostri CC con gli M12 spianati che facevano ri scendere ali agca’ per le nostre patrie galere.
Li è stata una delle poche volte che abbiamo dimostrato di avere le “balls” il resto è noia.
Andando in Vaticano spesso ho occasione di parlare con i gendarmi svizzeri, e sul fatto che il terrorismo non attacchi l’Italia cominciano a dire che forse....abbiamo i migliori corpi di polizia al mondo e udite udite anche dei servizi Aisi/Aise eccellenti....di fatto tale cosa è inspiegabile visto che i ns servizi sono considerati delle barzellette all’estero, eppure visto cosa è successo in Francia, in Belgio, e in Germania e in America, noi ne siamo stati immuni.
Devo cominciare a credere che forse gli Italiani siano meglio preparati grazie alle esperienze con le BR, mafia, camorra, sacra corona unita, Ndrangheta, stidda ecc,ecc.
Pensare che anni fa quando andavo a Londra, i bobbyes, erano disarmati! Così come il mossos de esquadra a Barcellona, che andava in giro con il tonfa.
Oggi entrambi hanno la glock e l’MP5 h&k sempre con loro.
Il nostro problema è di tipo politico, li siamo pessimi e con il toscano fiorentino abbiamo toccato il fondo, e mi toccherà, a meno che non molli tutto e me ne vada a Cuba a non fare una pinga, lavorare fino a 67 anni!! Mortacci Loro, mi hanno allungato di cinque anni l’anzianita Contributiva.
Ecco il nostro punto debole, la politica.
Punto.
Diciamo che abbiamo sempre voluto tenere i piedi in piu' scarpe.
RispondiEliminaLa Nato bombarda Belgrado partendo dalle basi italiane, il nostro governo di centro-sinistra (con 2 ministri Comunisti) nega ogni coinvolgimento.
Le nostre regole di ingaggio in giro per il mondo sono sempre piu'...soft rispetto a quelle di altri paesi coinvolti.
Poi capita Nassirya...
Gheddafi e' un amico ospitato ovunque e poi non facciamo nulla quando il nano francese lo fa fuori.
Come in molti altri campi anche fra le forze armate abbiano eccellenze ma chi sono stati gli ultimi ministri della difesa....?
Me pasa lo mismo...
RispondiEliminaNo anonimo. Grazie
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