giovedì 21 giugno 2018

LE DUE PATRIE

 
..EXAMEN FINAL DE UN NIÑO AMERICANO DE ORIGEN CUBANO
En en examen de español, la maestra les pide a los niños que escriban un ensayo de tema libre y un niño escribe lo que sigue:
Cuba es una palabra SAGRADA, Es la palabra que más yo he oído
en mi vida. Creo que las primeras palabras que oí al salir del vientre
de mi madre fueron las de mi abuelo gritando: ¡Qué viva, llegó al mundo otro cubano!
Cuba es una palabra que, cuando el noticiero la menciona, yo sé que me tengo que quedar calladito, porque si no me callo, tengo que oír a toda la familia regañándome y diciéndome: ¡Cállese la boca, muchacho, que están hablando de Cuba!
Y si es en la televisión americana que mencionan la palabra 'QUIUBA', ya yo sé que tengo que atender y estar listo para traducir, porque el abuelo inmediatamente, como un resorte, me va a preguntar:
A ver, a ver, ¿qué están diciendo de Cuba, mijo?
.Pero a mi alrededor Cuba no es una palabra. Cuba es como un credo, como una religión. Tal parece que todos en mi casa tienen a Cuba en un altar. Cuba es una obsesión.
Yo me imagino que hasta el agua bendita de las iglesias debe de provenir de algún río de Cuba.
Con lo fuerte que es mi abuelo, y con lo mucho que me ha repetido en mi vida que 'los hombres no lloran', yo lo he visto llorar a él algunas veces mientras me hablaba de Cuba.
Cuba es como una sombra que me sigue a todas partes. Cuba está en las conversaciones, en las discusiones, en las fiestas, en los velorios, en los periódicos que lee mi abuelo, en la cadenita que me regaló mi abuelita en forma de islita, y hasta en los cuadros que cuelgan en la pared.
Tener la sangre cubana, esa que tanto mi abuelo me dice que yo tengo, es muy bueno, porque me permite ir a McDonald's y a Burger King, y después llegar a la casa y comerme unas croquetas y un batido de mamey, puedo disfrutar de la música de aquí y al mismo tiempo me encanta cuando oigo a Celia Cruz diciendo: ¡Azucaaaaaa!
Mis compañeros de colegio tienen una sola patria, yo tengo dos: la mía y la de mis abuelos.
Ellos tienen sus héroes nacionales, yo tengo los míos y los de mis abuelos. Es más, mis compañeros de colegio no tienen el privilegio de saber quiénes fueron José Martí, Antonio Maceo o Máximo Gómez. Y yo sí sé quiénes fueron porque mi abuelo me lo ha enseñado.
¿Qué dónde está Cuba ? Si alguien me lo pregunta, yo le señalaré con el dedo índice el pecho de mi abuelo. Olvídense del mapa mundial.
Ahí está Cuba ! en el corazón de mi abuelo! Pero mi abuelo y yo no siempre estamos de acuerdo en lo que es Cuba...
Para mí Cuba es José Canseco y para él es Orestes Miñoso; para mí Cuba es Andy García y para él es César Evora; para mí Cuba es Gloria Estefan y para él es Rosita Fornes; para mí Cuba es Willy Chirino y para él Barbarito Diez.
Para mí Cuba es la Salsa, para él Cuba es rumba y guaguancó. Cuba, según el mapa de este colegio, está en el Caribe, pero la verdad es que Cuba está en mi hogar..
Cuba está dentro del refrigerador de mi casa. Cuba está en el patio de mi casa,
en las matas de aguacate y de guayaba que sembró mi abuelo.
Cuba está en el almuerzo que me prepara mi mamá y en el café que cuela mi abuela.☕️
Y no sé la calificación que recibiré por esta composición, pero no me importa.✍️
..Yo estoy contento porque estoy seguro de que mi abuelito, con lágrimas en sus ojos, me dará una (A)..
Un americanito cubanito...
Vivere a cavallo di 2 culture non e' per nulla facile ma, ritengo, sia una cosa bellissima.
Forse perche' in me e' molto labile il concetto di patria, forse perche' mi ritengo, prima di essere italiano, un abitante di questo pianeta che, come ci ricorda Kennedy, e' il solo che abbiamo.
Credo che per un ragazzo crescere in mezzo a 2 differenti sistemi di vita, riferimenti culturali, cibo, idioma, amicizie differenti possa essere solo un arricchimento, un qualcosa che apra la mente verso nuove e piu' profonde prospettive.
Il cubano, come ben sappiamo, ha un senso di appartenenza al proprio paese e alla propria Patria che quasi nessun abitante di altri paesi possiede.
Cuba e' Cuba senza se e senza ma, dentro e fuori dal paese.
Pero' ci sono stati tempi in cui anche noi italiani eravamo fatti in questa maniera, lasciate perdere il fuggi fuggi generale di oggi di fronte alle miserie del nostro paese e della nostra classe politica.
Ci sono stati anni, a inizio secolo scorso e dopo la seconda guerra mondiale, dove milioni di italiani sono stati costretti (con la morte nel cuore, non come oggi con sollievo) a lasciare l'Italia per cercare fortuna altrove, spesso, esattamente come i cubani, negli Stati Uniti.
Il figlio del paisa' emigrato, di seconda generazione, quando era in giro per le strade di New York poteva anche essere John e mangiare Hot dog ma appena rientrava a casa tornava ad essere Giovanni Cacace che mangiava gli spaghetti con il sugo arrivato direttamente dal paese.
Barbarossa lo racconta splendidamente nella sua canzone.
Ho molto amici e conoscenti sposati con cubane, so le difficolta' che hanno dovuto affrontare per raggiungere i giusti compromessi fra culture cosi' lontane, vedo i loro figli crescere in Italia senza pero' mai staccare il cordone ombellicale che li lega a Cuba che resta, l'altra Patria.
Ci si puo' sentire a casa in ognuno dei 2 paesi o sentirsi fuori posto in entrambi i lati del bloqueo, dipende dalle circostanze.
Chiaro col passare delle generazioni e la morte dei vecchi capo famiglia il legame con la terra d'origine diventa piu' flebile, ma non finira' mai.
Un italiano, un cubano in ogni posto del mondo resteranno tali, succeda quello che succeda.

13 commenti:

  1. Alla fine i nodi vengono al pettine.
    Il ministro dell'economia, ricordando a tutti che la campagna elettorale e' finita, ha fatto presente che per fare certe scelte politiche....ci vogliono i soldi.
    Esattamente come una famiglia deve farsi 2 conti prima di cambiare il televisore, uno stato deve sapere se e' in grado economicamente di prendere certe decisioni.
    Il discorso dei 100 anni portera' parecchia gente ad andare in pensione prima....ci sono i soldi?
    Il reddito di cittadinanza e' stato un cavallo di battaglia del movimento....ci sono i soldi?
    Salvini vuole rottamare tutte le cartelle di equiladri fino a 100 mila euro....ce lo possiamo permettere?
    Finiti gli slogan...restano i numeri e con quelli non si scherza.

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  2. Come avevo scritto, gia' dal secondo turno dei mondiali i valori veri vengono a galla.
    La Spagna batte l'Iran, il Portogallo e la Russia fanno bottino pieno, ora vedremo le altre.
    Stasera partitona Argentina-Croazia che per i gauchos rischia di essere gia' un dentro o fuori.
    Niang che gioca una partitona ha rischiato di vedermi lanciare una scarpa contro la tv....visto la porcheria di stagione che ha fatto.
    Bruno Ceres vuole 2 milioni per tornare da noi...per me vada pure a cagare.

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  3. Alla fine dovranno scegliere un paese o l'altro. Giuseppe

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  4. Perche?
    Cuba non riconosce la doppia cittadinanza ma l'Italia si.

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  5. hola! personalmente, a causa dell'humus in cui viviamo, non ho sentimenti patriottistici però mi piace vedere popoli che sono orgogliosi ed i cubani grazie anche all'adottrinamento sono molto legati alle tradizioni. Certo che la zona de miami da quello che vedo e leggo deve essere un municipio in più de la provincia de la habana. chao Enrico

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  6. Non credo sia una questione di indottrinamento...il congri', il tamal, la musica, gli odori non glieli hanno inculcati i Castro.

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  7. Santa Fè- ...le piante del caffè a Santiago, l'odore delle foglie di tabacco a Vinales, mancano due mesi ma le valigie sono già in giro per casa :)

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  8. Santa Fè- no es facil..però tu hai appena disfatto la maleta!

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  9. In centro-Sud America in genere c’é molta più senso di appartenenza e amore dichiarato per la patria . Dico dichiarato in quanto poi a senso civico (tipo raccolta differenziata etc) siamo ancora agli albori. Per non parlare di cultura in generale.
    D’accordissimo sul poter vivere 2 realtà , io sto pianificando di poter passare un 15_20% annuo circa oltre oceano con un attivitá tra qui e là insieme alla mia compagna. Mat

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  10. Infatti va divisa la forma dalla sostanza.
    Durante questi mondiali Argentini, Colombiani, Peruviani, Panamensi urlano l'inno nazionale come se ne andasse della loro vita...
    Quanto poi tutto sia sincero...non saprei.

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  11. C’è ottimismo in casa Torino. Dopo avere pressoché chiuso e definito l’affare per riportare sotto la Mole Bruno Peres, ora è tempo di concentrarsi su Lucas Verissimo. “Se sarà un Torino Verissimo? Io spero di sì“, le parole del patron granata Urbano Cairo ai microfoni di Alanews.com. Un’ammissione d’intenti vera e propria, che fa capire quanto il Torino punti sul giocatore brasiliano.

    Il presidente del Toro poi allontana l’arrivo di Simone Zaza: “Belotti-Zaza insieme? Francamente non credo: giocheremo con il 3-5-2, quindi ci serviranno due titolari e due buone alternative. In questo momento abbiamo Belotti, Niang, Ljajic, Iago Falque, Berneger ed Edera, dobbiamo cercare di valorizzarli e puntare a far bene con loro. Non facciamo proclami, ma cerchiamo di fare le cose bene: puntiamo a fare un buon campionato“. Verità o pre tattica? La sensazione è che l’attacco granata attualmente sia un reparto davvero foltissimo, che per essere rinforzato dovrà necessariamente prima essere sfoltito. Cairo poi continua con una promessa: “Teniamo i migliori. L’anno scorso siamo andati vicinissimi all’Europa League, con un ottimo girone di ritorno dove abbiamo conquistato 29 punti contro i 25 dell’andata. Dopo un breve periodo di ambientamento. Mazzarri ha fatto vedere tutte le sue capacità. Ora pensiamo a rinforzarci senza fare proclami, tenendo ovviamente tutti i migliori“.

    Un occhio inevitabilmente guarda al Mondiale di Russia, dove diversi giocatori del Torino si stanno mettendo in mostra. Uno su tutti? M’Baye Niang: “Niang ha fatto un’ottima partenza, segnando una rete contro la Polonia che ha mostrato grande tempismo. La sua è stata una grande partita, come bene ha giocato Ljajic nella Serbia. I granata si stano facendo onore, purtroppo non ci sono anche tutti gli italiani…“.

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