venerdì 27 luglio 2018

LOS QUINCE


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ALESSANDRO ZARLATTI 
Fra un anno mia figlia compie 15 anni. La risposta naturale potrebbe essere "e sticazzi?", e invece ne parlo perchè 15 anni qui a Cuba non sono, per una ragazza, un compleanno come un altro. Los quince sono un evento che un'intera famiglia aspetta trepidante per i quindici anni precedenti, sono il destino finale di collette e risparmi colati per un decennio come il caffè di ceci che non vuole colare.
Molte famiglie non parlano d'altro come fosse la finale di Champions dell'Avellino. Quince vuol dire molte cose: noleggio di un vestito da principessa (?), sessioni mostruose di foto scattate da presunti artisti del genere; organizzazione di festa con ballo annesso; video sapiente dei momenti più toccanti della festa; torta a torre in stile Dubai; liquori, cibo, macchine, alcol, alcol, alcol. Bene, questo non succederà per mia figlia. Ne abbiamo già parlato in varie riunioni ed ho ottenuto un armistizio ragionevole: festicciola con amici o, meglio ancora: affitto di una casetta a Varadero per andare con gli amici - voi no, ok? Voi vecchi rimanete all'Avana, promesso? - e forse, (ancora è in dubbio), un album di foto per triturare le palle agli ospiti dei prossimi dieci anni. Vuoi vedere le foto dei quindici di Nina? Dai sono solo due album... Ok, invece volevo parlarne perché mi andava di soffermarmi un minuto in più sul fatto in sè. Sui quince. Sulla tradizione. È un rituale che affonda le proprie unghie nella fogna profonda della borghesia. L'ingresso in società della figlia femmina, il baile de debutante in Brasile, la fiera del prodotto familiare da esibire, il buon partito, la ragazza perbene, in cerca dell'altro buon partito, del buon matrimonio. Appena la racconti, appena scoperchi l'anima di questo rituale, esce fuori immediatamente quella puzza di chiuso, di marcio, che solo l'aria viziata degli interni borghesi sa sprigionare. Mi domando quanto sia forte questo retaggio, quali misteriose vene di seduzione sappia far penetrare a chilometri, a decenni di distanza l'aria fritta borghese che non riusciamo a scrollarci di dosso. Sessant'anni di rivoluzione e stiamo ancora con l'ingresso in società e la principessina da presentare come un sacco di patate novelle. In società? Ma scherziamo?  Certo, molto del portato reale delle origini del rito si è attenuato ma non bisogna mai sottovalutare i rituali borghesi che crediamo svuotati. L'impianto è sempre lo stesso, i valori che più o meno superficialmente si fanno propri e si rattizzano sono gli stessi di qualche stronza celebrazione di debuttanti in Austria, che ne so, o in Inghilterra, nel ventre purulento della nostra anima borghese. Una cosa che mi ha sempre sorpreso sgradevolmente frequentando la “Avana bene", quella di Miramar e di Vedado, è la distanza dell'impianto ideologico di certe famiglie dalla Rivoluzione. Entri in certe case ed è tutta una storia di buone marche, di fidanzati dello stesso livello, di viaggi di esplorazione ideologica in Europa, di non sbilanciarsi mai, di buoni studi, di buone compagnie, di buoni locali, di buoni circoli. Non so, una puzza che conosco, le quattro certezze delle enclavi di Roma-Prati, i ristoranti giusti, i negozi giusti, i locali giusti, le macchine giuste, l'orologio giusto, il circolo giusto, i cognomi giusti. Addirittura più permeabile la fognetta di Roma-Prati rispetto agli ambienti di Miramar. Quanto può essere forte questa merda qui? Me lo domandavo con mia moglie proprio oggi. Le dicevo che 60 anni di rivoluzione non ce l'hanno fatta a sradicare le erbe più cattive di questo paese: la religione (il cancro del cattolicesimo e le altre superstizioni locali) e la mentalità borghese. Ovviamente sono due ballerini che lavorano in coppia se pagati bene. Ma sono ballerini che non vogliono morire. Sono come le cucarachas, le schiacci, sembrano morte, e dopo dieci minuti le vedi pimpanti che corrono per la casa. Quei due ballerini professionisti si assopiscono anche per molti anni. Aspettano che te ne dimentichi. Che li sottovaluti. Che li trascuri. Aspettano che tu muoia e che tuo figlio non studi la storia. Mettono su un vestito inoffensivo e tornano a ballare. Non sono morti. Sono tra noi, vivi e vegeti. I preti, neanche a dirlo, stanno ora, qui a Cuba, nella fase del basso profilo. Quello, per intenderci, del prete buono che non fa male a nessuno e che aiuta i poveri. Passeranno alla fase due e ve ne accorgerete. La mentalità borghese è accucciata proprio dietro le dichiarazioni di facciata di taluni, dietro la prudenza, ecco, la prudenza, quella virtù tanto cara a preti, mafiosi e puttane, perché di quello si tratta, poi, in fondo. Non so, forse il comunismo non è riuscito ad offrire una valida alternativa sociale alla meschinità borghese. O forse non è riuscito ad offrirla a tutti. La paura che ho è che non sia un valore radicato soltanto nell'alta borghesia. Loro, gli alto-borghesi bianchi, sono quelli che hanno sviluppato la malattia e l’hanno resa endemica, ma temo che qualunque rappresentante del sottoproletariato cubano, nero, contadino, quello che sia, folgorato da una qualche entrata di denaro e salendo, quindi, nella scala sociale, faccia suoi, acriticamente, anzi no, felicemente, tutti i topos dell'identità borghese. Già lo fanno. Già lo sono. Il coatto che cantando alza due soldi e raggiunge riconoscibilità e visibilità si compra immediatamente la macchina giusta, l'orologio giusto, va nel ristorante giusto dove si spende e ci si mostra, celebra i quindici anni di sua figlia facendo un festone allucinante per dire: ehi, sono approdato anch'io nel vostro Walhalla, sono come voi, accettatemi. Non ce l'ha fatta. Il comunismo fino ad oggi non ce l'ha fatta. Le speranze non muoiono mai, ma io invecchio. Non ha trovato un'alternativa per contrastare gli argomenti gretti e puzzolenti della borghesia. E quindi continuiamo a celebrare i quince. Tanto sono innocui. Tanto hanno perso il loro valore. Fa piacere alla ragazza. Fa piacere alla mamma. Ai parenti. Un album di foto, che vuoi che sia. Il ballo è un momento tanto toccante... Se poi la festa non la facciamo la gente pensa che non abbiamo un soldo, mi spiego? Magari invitiamo anche il prete la prossima volta. È tanto una brava persona. Che male vuoi che faccia una festa? Che male vuoi che faccia un prete?
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Anche questa volta Zarlatti mette sul piatto molti argomenti, provo a dare una mia opinione, questo deve fare un blog, che non deve necessariamente combaciare in tutto e per tutto con la sua.
Los quince, a Cuba, e' un'istituzione.
Appena entriamo in una casa cubana ci imbattiamo immediatamente nella foto appesa al muro della figlia della proprietaria o in quella, piu' datata, della proprietaria stessa scattata durante il fatidico giorno, oppure durante uno degli infiniti set fotografici che anticipano l'evento.
Sicuramente si tratta di un retaggio borghese che, un tempo, rappresentava l'ingresso della fanciulla in societa', ma non la farei cosi' drammatica.
Cosi' come quelli della mia generazione hanno avuto una vita prima e una dopo il servizio militare, le fanciulle cubane hanno una vita prima e una dopo il quince.
Ci tiene da morire la fanciulla che ritiene quel giorno una tappa di passaggio fondamentale della sua crescita, ricordo che a Cuba si vota a 16 anni, ci tiene la famiglia sia per far contenta la figlia che per dimostrare al mondo le sue possibilita' economiche.
Che poi esistano veramente queste possibilita' e' tutto da dimostrare visto che molte famiglie, per sostenere le ingenti spese di quel giorno, finiscono nelle mani dei garrotas.
Un quince puo' arrivare a costare migliaia di cuc, dipende sempre cosa si decide di fare.
Tempo fa un'amico mi invito' a quello della sorella, avevano affittato la discoteca Luanda solo per loro con tanto di dj, ballerine, libagioni e perfino un'agenzia specializzata che si occupava dell'organizzazione dell'evento.
Rispetto ad Alessandro ho una visione piu' buonista della faccenda, alla fine si tratta di una fiesta, una bella giornata.
Capita spesso di vedere queste fanciulle al parque tunero mentre fanno il servizio fotografico, capisco quello col vestito lungo similnozze che rappresenta davvero il passaggio dall'adolescenza a qualcosa di piu' importante, capisco meno quella parte di foto dove una ragazzina di 15 anni si veste e si trucca peggio di una zoccola di Via Ormea ma forse sono io di visioni limitate.
Anche negli anni in cui le religioni non erano ben viste dal potere a Cuba una forma di cattolicesimo e' sempre sopravvissuta, neanche tanto sotterranea.
Anche nella Santeria il cattolicesimo fa capolino, se andate al Cobre ve ne potrete rendere conto.
60 anni di Comunismo, pur quello un po' attenuato in salsa caraibica, non potevano sovvertire secoli di storia e di spagnoli, il cui solo contributo alla storia dell'umanita' e' stato quello di costruire gran chiese ovunque abbiano fatto danni.
Oggi vige una sorta di compromesso, la chiesa non si occupa di affari politici, almeno alla luce del sole, lo stato consente una certa liberta' di manovra ai baciapile.
La storia della chiesa in America latina e' sempre stata ambivalente, da un lato i baciapile collusi con le dittature sanguinarie e, notizia recente, le decine di preti pedofili cileni, dall'altra i sacerdoti della Teologia della Liberazione e Monsignor Romero per cui, mi pare Papa Francisco ha avviato la procedura di beatificazione.
Tutto sommato nel quince ci ho sempre visto poca religione, molta voglia di fare fiesta e di especular, alla fine si tratta di un giorno che la fanciulla ricordera' per tutta la vita.
Lasciamoglielo vivere in pace.

20 commenti:

  1. Lo zoo di Buenos Aires, che alle sue origini nel 1875 fu pioniere in America latina e che ebbe una stagione di splendore all’inizio del secolo scorso grazie al naturalista romano Clemente Onelli, è attualmente in stato di abbandono e di allarme per l’improvvisa morte di una giraffa ed un rinoceronte femmina.
    Gli ambientalisti argentini sono sul piede di guerra per il degrado di quello che oggi si chiama eufemisticamente “Ecoparque”, ma che è al centro di una invasione di topi e scarafaggi che letteralmente assediano i pochi animali rimasti.
    In una denuncia penale presentata da Claudio Bertonatti, un ex direttore dello zoo, contro il governatore della capitale, Horacio Rodriguez Larreta, si sottolinea che la riduzione del personale specializzato e la scarsezza di alimentazione hanno trasformato quello che era un gioiello in inferno per la sua residua popolazione animale.
    Bertonatti ha rivelato ai media argentini che «poco tempo fa il recinto dei rinoceronti ha subito una inondazione. Di conseguenza una femmina, di nome Ruth, ha contratto una infezione che l’ha portata alla morte il 14 luglio». Pochi giorni prima, ha ancora detto, Shaki, una delle tre giraffe di cui dispone l’Ecoparque e che era nata là nel 2000, ha sofferto uno scompenso generalizzato che l’ha uccisa.
    Ma negli anni scorsi erano già deceduti vari altri animali a causa di disfunzioni nelle infrastrutture e nell’assistenza, fra cui un orso polare (Winner), una giraffa nata da pochi giorni, un leone marino e undici carpe.
    Per anni gli argentini hanno visitato questo zoo, che si trova in una zona centrale di Buenos Aires su un’area di 18 ettari con un arredamento tipico delle ville romane. All’epoca del suo massimo splendore, fra il 1904 ed il 1920, il romano Onelli riunì il meglio dell’esperienza europea, ed aveva triplicato i visitatori, portandoli dagli originari 140.000, a mezzo milione l’anno.

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  2. Sulla scrivania di Giuseppe Conte, c’è un dossier che il premier ha letto e riletto negli ultimi giorni, prima di caricarsi anche pubblicamente una decisione che ormai è presa: la Tav non si farà più.

    È una scelta quasi obbligata per il M5S che vive con disagio le proteste degli attivisti locali che fino alle elezioni del 4 marzo erano l’avanguardia territoriale dei grillini contro le grandi opere e che ora si sentono traditi, travolti dalle voci di un ripensamento nel M5S di governo. E siccome nulla succede a caso, secondo un sondaggio piovuto sul tavolo dei vertici e degli strateghi del M5S, l’Ilva, il Tav e la Tap potrebbero costare una buona fetta di consenso. Così, l’alta velocità Torino-Lione verrebbe sacrificata anche per indorare l’ok al Tap, il gasdotto che dovrebbe adagiarsi sulle spiagge pugliesi che è già costato dolenti ferite alla ministra del Sud, la grillina Barbara Lezzi per le forti contestazioni subite. Anche dalla Val di Susa si è alzata la protesta che ha investito il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, appena ha solo accennato alla volontà di «migliorare» la Tav invece di confermare la chiusura del tunnel promesso alle valli diventate bacino di voti del M5S.
    Luigi Di Maio non può permettersi di liquidare entrambe le promesse elettorali, figlie di campagne identitarie per i grillini. Il post in cui tre giorni fa Toninelli annunciava un veto su qualsiasi ulteriore firma «ai fini dell’avanzamento dell’opera» è stato un avvertimento e un primo segnale. Rivolto anche all’alleato di governo, la Lega, che invece è una grande sostenitrice della Tav e che sembra all’oscuro delle intenzioni dei ministri grillini maturate nel corso di colloqui con il presidente del Consiglio. Conte è pronto ad abbracciare il piano di Di Maio e Toninelli che ha un obiettivo chiaro, la chiusura della tratta piemontese dell’alta velocità, nascosto dietro a una dichiarazione di intenti più fumosa che parla di «ridiscutere integralmente l’infrastruttura», esattamente quello che c’è scritto nel contratto di governo, e che per i grillini può essere interpretato anche in maniera radicale.
    L’accordo con la Francia

    La Tav invece è protetta da un accordo con la Francia ratificato dal Parlamento che, secondo Palazzo Chigi e il ministero dei Trasporti, può essere stracciato attraverso una legge e un altro voto alle Camere, sempre che la maggioranza regga e la Lega non si sfili. L’uscita improvvisa di Toninelli era stata interpretata dal Carroccio solo come la volontà di alzare la posta con i francesi e strappare un maggiore risparmio sul fronte italiano. A oggi i finanziamenti sono così divisi: 40% dall’Europa, 35% a carico dell’Italia e 25% dalla Francia, nonostante il grosso della tratta internazionale sia sul loro territorio dove i lavori sono più avanzati. Dalla parte italiana siamo ancora fermi al foro pilota e secondo i ministri grillini si tratterebbe “solo” di restituire i fondi all’Europa (800 milioni di euro) senza penali. I contatti con i francesi sono continui, ma la parte grillina del governo è decisa ad andare avanti anche a costo di scontri diplomatici con Parigi con conseguente richiesta di risarcimenti. Il no definitivo è previsto per il prossimo autunno, tra ottobre e novembre, quando si concluderà l’analisi costi-benefici, inclusi quelli ambientali. Ma il destino dell’Alta velocità piemontese si incrocia anche con la partita delle nomine in corso in queste ore. Telt, la società responsabile della realizzazione della Torino-Lione, è per il 50% in mano allo Stato francese e per il restante 50% controllata da Ferrovie, i cui vertici sono stati azzerati da Toninelli l’altro ieri.

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    1. Pare che Salvini abbia tuonato che "Deve andare avanti",posso permettermi umilmente un ' osservazione lavorando nel settore?in Italia la merce viaggia quasi esclusivamente via camion e questo ha sui prezzi al dettaglio un impatto devastante(oltre che sull'ambiente essendo il camion più inquinante del trasporto ferroviario)io credo che bisogna cambiare e la Tav potrebbe e dovrebbe essere l'inizio ...magari sto dicendo eresie ma personalmente vedo la realizzazione della tav come progresso per il nostro paese...
      Andrea M.

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    2. .....che poi a voler essere onesti anche il Tap mi pare utile ,finanziamenti pubblici zero,apporta solo benefici e risparmi ai paesi attraversati(sempre che la politica questi benefici li faccia poi arrivare diciamo così anche a noi ....),progetto studiato e realizzato da società serie e che mi pare sia nel tratto sottomarino che in quello terrestre abbia in programma di impattare al minimo indispensabile l'ambiente ..ripeto magari sbaglio ma mi pare restare nel Medioevo non realizzare questi progetti
      Boh.....
      Andrea M.

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    3. La TAV è un'inutile cagata.
      Pero ci sono accordi seri presi coi francesi che hanno fatto la loro parte.
      Detto questo se non la fanno è un bene per tutta la valle.

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  3. L'entrata in societa' e' una roba di altri tempi. Giuseppe

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    1. Ma si...si tratta di un bel giorno che le ragazzine ricorderanno per tutta la vita.

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  4. hola! anche io lo vedo solo come folklore, se ci facciamo troppe pajas mentales su tutto non ne usciamo più. Eliminare la religione cattolica purtroppo utopia in europa e centro-sud america ma possiamo essere sicuri che il futuro non sarà loro visto che il peso dell'ordine mondiale si sta spostando. chao Enrico

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  5. Probabilmente era partita come una cosa elitaria ma,oggi, e' una situazione oramai molto popolare.

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  6. Ribadisco che quando leggo Zarlatti ho sempre una mano sui coglioni.
    Sempre a criticare tutto, a pontificare, tutto negativo... 'na tristezza.
    E' una festa. Goditela, cazzo.

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  7. Però scrive davvero bene....poi mica si deve condividere tutto.
    Se vivessi in pianta stabile a Cuba forse anche io avrei una visione delle cose simile alla sua.
    Non ne conosco uno che viva la e non sia incattivito col mondo.

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  8. Per carità, scrive benissimo ed è davvero bravo.

    Non lo so e ti conosco per quello che scrivi, ma sinceramente non ti ci vedo a filosofeggiare sulla gente che si ubriaca quando cucina il puerco asado e poi non sale mai ben cotto.
    E' una festa, ma sti cazzi.

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  9. Secondo me passa troppo tempo a Cuba...

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  10. Comunque (e parlo per esperienza personale)se la 15enne ha una sorella all'estero per il povero marito /compagno straniero diventa un bagno di sangue economico ....e se non si elargisce giù tragedie greche e musi ,
    Ciao a tutti un abbraccio
    Andrea M.

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  11. Credo che i quindici anni nello scritto di Zarlatti siano solo il pretesto per approfondire il discorso della borghesia cubana (sulla chiesa non mi esprimo).
    Ho avuto modo di conoscerne alcuni componenti quando curavo la comunicazione di alcuni locali di vedado e miramar e devo dire che Zarlatti ci ha visto giusto. Si tratta della medesima merda dei cabinotti torinesi, sancarlini milanesi, pariolini romani...
    Si tratta delle famiglie bene che vivono all'europea, si vestono con abbigliamento griffato italiano, mangiano in locali esclusivi e che della rivoluzione se ne sono sciacquati le palle. Gente che non ha nulla a che vedere con i gusanos di Miami, che non vive di rimesse, gente ricca che i cui figli vanno in scuole da 600 euro al mese, gente che i turisti del bolo li schifa profondamente.

    I quindici anni non c'entrano nulla.

    Simone M&S

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    1. Gente che non ha alcun interesse che il sistema politico cambi...

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  12. ORINO-NIZZA 1-0

    Reti: 10′ Belotti

    TORINO (3-5-2): Sirigu (35′ st Ichazo); Izzo (13′ st Bremer), Nkoulou, Moretti (35′ st Obi); De Silvestri (22′ st Ansaldi), Meite (35′ st Edera), Rincon (22′ st Valdifiori), Baselli (13′ st Acquah), Berenguer (1′ st Parigini); Falque (22′ st Ljajic), Belotti (43′ st Butic). A disp. Rosati, Fiordaliso, Bianchi, Ferigra. All. Mazzarri.

    NIZZA (4-3-3): Benitez; Atal, Hérelle, Dante (19′ st Lloris), Boscagli; Tameze (42′ st Le Bihan), Danilo, Cyprien (42′ st Makengo); Lees-Melou (29′ st Burner), Srarfi (19′ st Saint-Maximin), Perraud (19′ st Sacko). A disp. Cardinale, Pelmard. All. Vieira.

    ESPULSI: 25′ st Atal (doppio giallo)

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  13. Santa Fè- Ieri a Valledoria (SS) abbiamo assistito ad una magica serata regalata dall'artista DESCEMER BUENO..personaggio di spessore,humilde y buenissima persona.
    Mojtos e bailes fino alle 4 del mattino, tappa di avvicinamento alla nostra partenza prevista per Settembre!

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  14. Valledoria.....quanti ricordi di splendide stagioni estive...

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