mercoledì 15 maggio 2019

THE AMERICANS

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Come ho scritto diverse volte non sono un grande fruitore del mezzo televisivo, quando sono a casa spesso lascio acceso l’elettrodomestico su canali dove danno musica mentre faccio le mie cose. Quando rientravo dalla palestra, mentre cenavo guardavo sport, film o qualche rara serie televisiva decente. Una di queste, almeno per i miei gusti, e' The Americans oramai giunta a chissà quale episodio.
Ambientata negli anni 80' parla di una coppia americana, normale, con lavori normali, con due figli adolescenti e amicizie normali che in realta' si trattava di una coppia di agenti sovietici nel paese da oltre 20 anni, coppia che svolgeva una serie di operazioni a favore del loro paese. Si basa, almeno nell'idea originale, su una storia vera di una coppia che viveva in Canada arrestata dal FBI dopo oltre 20 anni di "servizio", ancora oggi i figli ignari di tutto all'epoca tentano di riavere la cittadinanza canadese che fu tolta loro dopo l'arresto dei genitori. Genitori che erano poi stati rilasciati a seguito di scambi di spie e che oggi vivono sereni e felici a Mosca.
Non e' leggenda il fatto che l'Unione Sovietica mandava in giro per il mondo giovani agenti addestrati che diventavano cittadini dei paesi ospitanti, restandoci per decenni, a volte come agenti dormienti, altre volte come operativi, chissa' quanti ce ne sono ancora oggi piu' o meno attivi in circolazione. Se il blocco Socialista ha perso la guerra economica con l'occidente (ammesso e non concesso che quest'ultimo l'abbia davvero vinta) ha sicuramente stravinto quella delle spie. Sono un discreto appassionato dell'argomento, non so se avete mai sentito parlare di Phil Kilby, inglese, venne con altri 3 giovani studenti reclutato quando questi ancora questi erano universitari fra Cambridge, Oxford ed Eton, parliamo dei maggiori e piu' ricercati atenei inglesi, dove si forma la classe dirigente di quel paese. Kilby arrivo' ad essere uno degli uomini piu' importanti del M16, il servizio segreto di Sua Maesta', lo fece da spia Sovietica passando al Kgb tesori di informazioni che non avevano un prezzo. Non lo fecero per motivi economici ma per ideologia, perche' erano convinti di fare la cosa giusta, tutti e 4 riuscirono a riparare in Urss prima che, dopo quasi 30 anni di attivita', fossero arrestati.
Kilby fu nominato Eroe dell'Unione Sovietica...come Gagarin giusto per capirne l'importanza.
Anche la Stasi, il servizio segreto della gloriosa DDR, riusci' a piazzare agenti ai livelli altissimi della politica della Germania Federale, per loro il compito almeno all'apparenza era piu' semplice, sempre di tedeschi si trattava. Per un sovietico andare a vivere 20/30 anni in Usa mescolandosi fra la popolazione era facile, molto meno per un'americano farlo in Urss...probabilmente anche molto meno piacevole, non a caso Cia e Fbi puntavano molto su Sovietici che volevano disertare promettendo loro mari e monti. Anche la nostra Cuba fece la sua parte in quel mondo di spie, conosco personalmente un cubano che visse per molto tempo in DDR facendo non si sa bene cosa, l'Urss addestrava cubani per poi inviarli come agenti in giro per il Sud America. Ma non occorre tornare troppo indietro, fino agli anni della guerra fredda, non e' ancora ben chiaro il ruolo che ebbero, non molto tempo fa, i 5 "eroi" liberati dopo anni di gabbio in terra confederata, scambianti con un prigioniero Usa da Obama.
Eroi o spie?
La cosa non e' mai stata chiarita..
Sicuramente i sovietici usarono i cubani anche per l'Africa visti gli ottimi rapporti che Fidel aveva con la maggior parte dei capi di stato di quel continente, attivo fu il lavoro di agenti cubani a favore del crollo del regime schiavista sudafricano. Oggi sicuramente agenti cubani sono presenti in Venezuela a diverso titolo, sicuramente in Nicaragua e in altri paesi dell'America latina, questo pero' possiamo solo intuirlo perche' di loro non sappiamo nulla.
In fondo vengono tutti dalla scuola sovietica, di gran lunga, la migliore al mondo.

16 commenti:

  1. Domenica scorsa Laurentino "Nito" Cortizo, sostenuto dal partito di centro-sinistra "Uniendo Fuerzas", ha vinto le elezioni presidenziali con oltre il 33% dei voti totali.
    Un breve profilo scritto dalla BBC segnala che "Cortizo, 66 anni, ha iniziato la sua carriera come imprenditore nel campo dell’edilizia e del bestiame prima di entrare in politica come deputato nel 1994. Lo ha fatto come membro dell’ormai defunto Partido Solidaridad, ma dal 2004 milita nel Partito Democratico Rivoluzionario (PRD), che si definisce socialdemocratico”.
    Questa organizzazione è stata fondata, la BBC continua, "da Omar Torrijos, la formazione è considerata la più grande forza politica del paese, ma non conquista la presidenza da 10 anni".
    La vittoria di Cortizo potrebbe segnare un cambiamento nella politica panamense, caratterizzata negli ultimi anni da un cieco sostegno alla strategia degli Stati Uniti, soprattutto sul Venezuela, dove sono gli "alleati" del continente sono stati spinti ad adottare misure che violano il diritto internazionale come il riconoscimento del governo artificiale di Juan Guaidó.
    Su questa particolare questione Cortizo ha preso posizione durante la campagna elettorale. Il 14 aprile, come riporta l'agenzia di stampa spagnola EFE, Cortizo ha affermato che “sottometterà a revisione le azioni di Panama nel Gruppo di Lima, tra cui il riconoscimento di Juan Guaidó come presidente”.
    Los resultados de las elecciones presidenciales panameñas dan como ganador al candidato Laurentino Cortizo, quién el 14 de abril declaró que "someterá a revisión las actuaciones de Panamá en el Grupo de Lima, incluyendo el reconocimiento de Juan Guaidó como presidente" pic.twitter.com/eAaBS2kEVA

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  2. Il fallimento della sollevazione militare tentata da Juan Guaidó e dall’opposizione venezuelana lo scorso 30 aprile ha causato un intensificarsi dei contatti diplomatici tra i paesi americani alla ricerca di una soluzione alla crisi di Caracas. Dal Canada all’Argentina, quasi tutte le principali potenze regionali vogliono che Nicolás Maduro abbandoni il potere, ma evitare spargimenti di sangue è fondamentale, in particolare per i paesi del Gruppo di Lima, che riunisce 14 nazioni latinoamericane e il Canada. Per questo motivo, diversi paesi hanno fatto appello a Cuba, il più antico alleato del governo chavista, per intercedere presso Maduro e cercare una via d’uscita accettabile sia per il chavismo che per le forze di opposizione.
    Justin Trudeau, primo ministro del Canada, ha chiesto al presidente di Cuba Miguel Díaz-Canel, di lavorare insieme per risolvere la crisi che il Venezuela sta attraversando, e offrire una nuova strada al popolo venezuelano.
    Secondo una dichiarazione rilasciata dal governo di Ottawa, Trudeau e Díaz-Canel hanno conversato telefonicamente la scorsa settimana e il primo ministro canadese ha espresso il desiderio di rispettare la Costituzione nel paese sudamericano, un punto che Cuba considera inamovibile e non negoziabile prima di intercedere presso Maduro.
    In questo modo, il leader liberale canadese si è unito a un gruppo di 14 paesi dell’America Latina che hanno chiesto la “mediazione” di Cuba per trovare una soluzione pacifica a un conflitto in cui anche la Russia, altro grande alleato del governo dell’Avana, è ormai coinvolta direttamente.
    Tuttavia, nonostante l’appello di Trudeau per elezioni libere nel paese sudamericano, il governo cubano ha affermato che continuerà a riconoscere la presidenza di Nicolás Maduro. “Ho sottolineato la necessità di un dialogo con il presidente Maduro basato sul rispetto della sovranità venezuelana e della legge internazionale senza minacce o interventi stranieri” – ha scritto il presidente cubano su Twitter.
    Díaz-Canel ha anche ringraziato Trudeau per la sua opposizione alla Legge Helms-Burton, il cui titolo III è entrato in vigore il 2 maggio scorso e consente alle società statunitensi o ai cittadini che sono stati espropriati dopo la rivoluzione di Fidel Castro del 1959 di citare in giudizio società di paesi terzi o persone giuridiche (essenzialmente europee e canadesi) che traggono profitto dal commercio di beni prodotti in proprietà espropriate nei tribunali americani.
    Il dialogo tra Trudeau e Díaz-Canel arriva in un momento in cui gli Stati Uniti accusano Cuba di svolgere operazioni di intelligence e di mantenere truppe in Venezuela con lo scopo di sostenere il governo di Nicolás Maduro.

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  3. Io non capisco: il fronte chavista vince le elezioni e l'occidente grida allo scandalo perche' sono truccate, purtroppo bisogna accettare l'esito delle urne. La verita' e' che per gli USA le elezioni sono valide se vince un candidato a loro gradito!!

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    1. Se va tutto bene per Macri e il Bolso allora deve andare bene anche per Maduro

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  4. Da sempre si parla di agenti dormienti. Giusepoe

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    1. Credo che oggi senza una matrice ideologica la cosa sarebbe inattuabile.

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  5. hola! non è un segreto che la inteligencia cubana g2 sia una delle migliori al mondo addestrata già dagli anni dal kgb, per questo il cordone ombelicale con madre rusia non si spezzerà mai anzi è destinato a consolidarsi sempre di più ma sempre in silenzio come attuano le spie......chao Enrico

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    1. Un popolo cismoso che....tace fa notizia...😂

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  6. BLOGRAMA

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  7. Garantizar productos prioritarios y mantener la regulación sobre los más demandados constituyen los objetivos de las medidas tomadas recientemente por el Ministerio del Comercio Interior (Mincin).

    «Muchas personas apoyan las medidas de control, aun así, la política del país no es incorporar productos a la canasta normada, y sí a los mercados de oferta y demanda. Por lo tanto, esta es una situación coyuntural», explicó la titular del Mincin, Betsy Díaz Velázquez, en la Mesa Redonda.

    Se trata de lograr mayor equidad en la distribución de aquellos productos que presentan inestabilidad en la red comercial y evitar el acaparamiento, ante la compleja situación financiera que  experimenta el país y las dificultades de acceso a mercados tradicionales como resultado del recrudecimiento del bloqueo económico, comercial y financiero de Estados Unidos.

    No obstante, existe estabilidad en la entrega de la canasta básica normada.

    EN CIFRAS

    -  13 000 bodegas en Cuba.

    -  19 productos normados.

    -  + de 125 000 toneladas de productos distribuidas cada mes.

    -  + de un millón de pacientes con dietas médicas.

    Francisco Silva Herrera, director general de Ventas de mercancías del Mincin, aclaró, a raíz de la confusión existente, que los productos de aseo personal no se llevarán a las bodegas y su venta continuará en los mercados liberados, aunque sí se adoptarán medidas de regulación como limitar la cantidad por cliente.

    «Estabilizamos las ofertas de desodorante y frazadas de piso, y en junio y julio ya deben existir todas las condiciones para crear un inventario estable en las tiendas», agregó.

    Para conseguir mayor acceso de los trabajadores por cuenta propia, cada territorio creará los mercados para la venta regulada y diferenciada a ese sector. El proceso debe entrar en funcionamiento en mayo, refirió Silva Herrera. (Redacción Nacional)

    PRECISIONES

    Existe disponibilidad de recursos para garantizar los módulos de canastilla planificados para el año. La industria responde con más de 136 000 módulos y unas 50 000 cunas.

    La distribución del uniforme escolar se realizará próximamente. Se ha postergado para garantizar la organización y producción.

    Entre las prioridades del Mincin está rescatar los 288 centros de elaboración del país.

    Más de 2 100 familias insolventes han sido beneficiadas con la reposición de equipos de refrigeración.

    Se espera que para el segundo semestre se comercialicen 100 000 módulos de inducción en reposición de cocinas eléctricas; actualmente se priorizan los casos del plan Turquino y las personas más vulnerables.

    Para el último trimestre se prevé retomar la venta de gas liberado en los municipios cabeceras.

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  8. È iniziata mercoledì notte negli Stati Uniti la sesta e ultima stagione della serie televisiva The Americans, scritta dall’ex dipendente della CIA Joe Weisberg e trasmessa dall’emittente canadese FX. The Americans è la storia di due spie russe, Mikhail e Nadezhda, addestrate, accoppiate e spedite sotto copertura dal KGB al servizio del direttorato sovietico negli Stati Uniti. In America il KGB li fa diventare i coniugi Phillip ed Elizabeth Jennings, due normali cittadini statunitensi, agenti di viaggio residenti in un tranquillo quartiere di Washington, quando non eseguono i compiti che vengono impartiti loro.

    The Americans, apprezzata fin dall’inizio per il suo modo accurato di raccontare molti aspetti delle vite di due spie durante la Guerra fredda, è liberamente ispirata alla storia di Donald Heathfield e Tracey Foley, una coppia di spie russe che per più di vent’anni si finse una normale famiglia americana.

    La serie segue le attività che Phillip ed Elizabeth – interpretati da Matthew Rhys e Keri Russell – svolgono nei primi anni Ottanta, una decina di anni dopo il loro arrivo negli Stati Uniti. I due fingono in ogni momento della loro vita di essere una normale famiglia americana. La loro storia è quindi un’unica grande contraddizione. Sembrano essere fortunati, dopo tutto, perché pur essendo stati accoppiati da sconosciuti, finiscono per volersi bene in modo sincero. Hanno anche due figli, Paige (Holly Taylor) ed Henry (Keidrich Sellati), e almeno all’apparenza danno l’idea di essere una famiglia felice. Ma il loro legame esiste solo per ordine del KGB. Anche quelle che possono sembrare semplici casualità della vita, dai rapporti con i vicini alle amicizie dei figli, potrebbero essere state architettate dall’Unione Sovietica per favorire un compito. Se poi il direttorato manderà l’ordine di iniziare l’addestramento dei figli, non potranno opporsi. Se uno di loro comincerà a dubitare della fedeltà dell’altro nei confronti del proprio paese, dovrà denunciarlo.

    L’attesa per il finale della serie è cresciuta e si è resa ancora più interessante alla luce degli ultimi avvenimenti riguardanti Stati Uniti e Russia. Fra i diversi scandali e guai capitati all’amministrazione di Donald Trump ci sono infatti i suoi legami con la Russia e col presidente russo Vladimir Putin. Le accuse circolano ormai da un paio di anni, cioè da quando Trump si candidò a sorpresa alle primarie presidenziali del Partito Repubblicano, e riguardano sia Trump che alcuni dei suoi più stretti collaboratori. Di recente il creatore della serie, Joe Weisberg, in quanto ex dipendente della CIA, ha dovuto insistere sul fatto di non essere stato a conoscenza di alcun avvenimento reale quando scrisse la serie.

    La serie non è mai diventata un grande fenomeno televisivo dello spionaggio, probabilmente per l’uso calibrato della suspense e della tensione, che raggiunge dei picchi solo saltuariamente. È stata invece particolarmente apprezzata dalla critica per come racconta le vicende di due persone che vivono due vite parallele, una tranquilla e serena, l’altra fatta invece di azioni estreme e al limite della sopportazione umana, e per le dinamiche narrative che si sviluppano a partire da questi presupposti. Alcuni l’hanno paragonata ai Soprano e a Mad Men per la capacità degli sceneggiatori di trattare problemi e inconvenienti che due persone tutt’altro che ordinarie condividono con moltissime altre persone al mondo, dall’educazione dei figli alla preparazione di pranzo e cena, per dire.

    In The Americans recitano anche Frank Langella, Margo Martindale e Noah Emmerich. La sesta stagione sarà composta da dieci episodi, e non tredici come nelle stagioni precedenti. In Italia verrà trasmessa quest’estate in esclusiva da Fox. Le ultime cinque stagioni sono invece disponibili sul catalogo italiano di Netflix.

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  9. RICEVUTO DA SIMONE PIRAS

    Cubacenter partecipa per la prima volta a FitCuba 2019, che ha avuto come sede per la sua 39 edizione la capitale Havana proprio nell’anno di compimento dei 500 anni della sua fondazione.  «Siamo soddisfatti di questa nuova esperienza – commenta Simone Piras, direttore generale Cubacenter –  la fiera è servita maggiormente a rafforzare i nostri rapporti con i fornitori locali, ma non abbiamo mancato di salutare diverse agenzie di viaggio sia italiane che straniere presenti per l’occasione». Il t.o. specialista nell’organizzazione di tour e viaggi su misura sull’isola maggiore delle Antille, ha rafforzato quest’anno il segmento del noleggio auto, servizio molto richiesto dal turismo Italiano per viaggi Fly & Drive in completa libertà, stipulando un nuovo contratto per la gestione di auto in vuoto per pieno per tutta la stagione 2019-20. «Il noleggio auto a Cuba è sempre molto richiesto e di difficile gestione – commenta il manager  – per questo la possibilità di confermare in autonomia i noleggi ci facilita la gestione delle numerose richieste da parte del trade». La destinazione, che ha raggiunto i 4.750.000 di passeggeri nel 2018, punta a superare la cifra record di 5 milioni di passeggeri nel 2019, grazie anche all’apertura durante il corso dell’anno di 5 nuovi hotel sull’Isola che fanno parte del grande progetto di sviluppo turistico Cuba 2030. «Cubacenter – conclude Piras – vuole essere protagonista nei prossimi anni di questa grande crescita della destinazione essendo sempre di più “il punto di riferimento a Cuba” per le agenzie di viaggio italiane».

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    1. Sempre e comunque un piacere leggere di ns connazionali che , pur con tutte le difficoltà locali che ben conosciamo, a Cuba fanno impresa. Mat.

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    2. Conosco bene Simone, è davvero partito da zero e si merita tutto il successo che ha.

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  10. non mi sembra una agenzia competitiva hanno prezzi troppo alti VERITAS

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  11. Infatti non è per quelli come te...in perenne anno economico sabbatico.

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