sabato 19 ottobre 2019

LA VACANZA




L'ultima volta che ero stato a Cuba, solo a maggio non secoli fa, ero tornato un po' cosi'.
Avevo appena venduto l'attivita' ed anche se era stato un buon affare mi sentivo un po', come dire...orfano di qualcosa.
Succede quando ti appassioni ad un progetto, ma un po' come per i figli (suppongo) ad un certo punto devi lasciarli andare via, per la loro strada.
Poi a maggio a Cuba era un casino, code ovunque, carne complicata da trovare, gente sempre alla ricerca di qualcosa.
Sono ripartito dopo meta' settembre, avevo passato una buona estate e malgrado i casini coi trasporti e qualche pioggia di troppo posso tranquillamente dire di aver trascorso un'ottima vacanza.
Avete presente quelle vacanze dove fila tutto liscio, tutto scorre perfetto, ti si aprono prospettive e situazioni a cui non speravi?
Bene, e' andata proprio cosi'. La mia citta', Las Tunas, e' un posto particolare sopratutto se ti piace un certo tipo di vita, se ami organizzarti la giornata come se ci vivessi da sempre ma senza lavorare, con qualche soldo nel borsillo e nessun cagamento di cazzo in testa.
Poi certo, il sesso, ma non e' che in Italia siano finite le donne...
Come ho detto altre volte, vivo per i cazzi miei, fra sport, amiche, piscina, cena, famiglia e cose varie la mia giornata e' interamente impegnata, i soli italiani con cui ho fatto 4 chiacchiere li ho incontrati a cena nel paladar di Mario, e' stato piacevole ma direi anche sufficiente per il mio modo di vivere.
Che Cuba ho trovato?
Bella, tosta, cazzuta, incazzata col Trumpo, solidale, disciplinata, pronta a non fare un passo indietro e fiduciosa che anche questa...sarebbe passata.
Parlo della Cuba vera, quella che ogni mattina si alza per andare a lavorare, che fa la coda se in quella tienda sale algo nuevo, quella delle poche auto statali circolanti che avevano si l'obbligo di fermarsi alle fermate dei bus per caricare gente ma che lo facevano SEMPRE anche fuori dalle fermate, quella delle auto particular che non avevano nessun obbligo ma che si fermavano sempre anche loro perche' “todos somos cubanos”.
Dall'altra Cuba, quella dei locali per fighetti, francamente non mi importa una cippa, la lascio a chi la merita.
Ha piovuto parecchio a Oriente, non parlo di pioggerelline ma di palos de agua che non finivano piu', parlo di giornate (almeno una decina) dove veniva giu' di tutto.
Mi sono salvato parche' comunque, come dicevo, so riempirmi la giornata ma anche grazie ai mondiali di atletica di Doha che Telerebelde ha trasmesso in diretta, con replica serale, per parecchie ore ogni giorno.
Ho rentato uno scooter, in verita' ne avrei anche gia' preso uno elettrico da un italiano, albergatore romagnolo, che e' giu' da settembre a fine febbraio, lo ha acquistato da poco e quando rientra in Italia siamo gia' daccordo, vorrei solo capire nei prossimi giorni come funziona la faccenda delle targhe che pare sia oramai una cosa fatta.
Di sera quando non cenavo a casa sono sempre andato a mangiare dal Marione, direi sempre con la stessa amica, perche' ci sono donne fatte per ribaltare camas ma che non reggono una serata a cena (o meglio non reggo io...) mentre altre meritano la nostra attenzione ma di queste ultime non ce ne sono molte.
Dopo cena restava solo un traco al Ranchon, per ora....aspetto che “ qualcuno” mi offra una valida alternativa, credo che non dovro' aspettare molto...
I trasporti sono stati, come vi ho gia' detto, il vero problema di questa vacanza.
Una citta' dove non girava un bus e' una citta' dove tutto diventa enormemente complicato, dove per tornare a casa puoi metterci anche 3 ore, dove le faccende del vivere quotidiano di una famiglia possono diventare un'avventura.
Pero' dal 7 ottobre come aveva promesso il Presidente, le cose hanno ripreso una parvenza di normalita', fra l'altro piu' di una volta Diaz Canel stesso ha fatto fermare la sua auto per caricare gente alle fermate dei bus dove la gente, tanta gente, aspettava un qualsiasi mezzo per tornare a casa. Come ha detto Zarlatti, il Trumpo e' riuscito nella non facile impresa di compattare ancora di piu' il popolo cubano. 

17 commenti:

  1. ALESSANDRO ZARLATTI/IL BELLO DELL'AVANA

    Amore, sono andata dal tipo dei noleggi e ho preso un po' di film. Che ne dici di vederceli stasera a letto con pizza e birra? - Ok, mi piace. Che film hai preso? - Boh, quello che aveva... Ho preso anche un film italiano... - Come si chiama? - Boh, una cosa come "stiamo tutti bene", lo conosci? - No... È un film vecchio? - No, non credo... - Vabbè, bisogna stare attenti coi film italiani... - Si lo so, magari gli diamo un'occhiata: se ci piace lo vediamo e se non ci piace ne mettiamo un altro.

    Ore 22. Flabia mette il film italiano. Io vado al bagno e mi perdo i titoli. Comincia. Per le nozze d'oro di due tizi, Stefania Sandrelli e un altro attore senza nome che sopporto il giusto, si riunisce tutta la famiglia su un'isola del napoletano, forse Ischia. Causa maltempo non partono i traghetti per un paio di giorni e quindi escono fuori magagne e ipocrisie dei vari personaggi. Cast folto. Premesse per un affrescone familiare. Inizio a sentire le proteste del sistema simpatico. Sudo leggermente e ho la tachicardia. C'è Favino che mi piace, Ghini che mi piace e poi gettati lì, a tradimento, come ginocchiate sulle palle senza preavviso, Gianmarco Tognazzi e Stefano Accorsi. Uno sta lì per fomentare, credo, la rabbia cieca del teleutente, l'altro "interpreta" lo stesso personaggio dell'Ultimo bacio ma con un ghigno in paresi facciale più profondo e imbambolato. "Ecco, 'sti due me stanno proprio sur cazzo!", sbotto - "Perché amore?" - "Non lo so... Non lo so spiegare, è una cosa che mi viene da dentro, un po' come l'orchite" - "Vabbè, quello (Tognazzi) è simpatico..." - "No, non è simpatico. È che comunque per me è segnato da quando fece quella parte maledetta nel film Ultrà... Poi lo collego troppo al fratello, e - oddio, no, perchè mi torna alla memoria, aiuto, perché?- lo collego alla moglie di Riky Tognazzi, Simona Izzo, che ho sempre sognato di vederla mangiata dalle locuste" - "E l'altro? Perché lo odii?" - "È lunga da spiegare... Era il protagonista dell'Ultimo bacio... Un film che ti resta dentro come l'uranio impoverito. Lo vedi e ti viene voglia di strapparti gli occhi...". 

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  2. Il film prosegue. Confermo: affrescone sulla famiglia moderna, sulle relazioni moderne. Tutto moderno. Ti dà l'idea di un regista che si affanna per rimanere sul pezzo, parla di applicazioni smartphone, strizza l'occhio. Per fortuna Tognazzi e Accorsi vengono centellinati come un lassativo. Mi fa ridere la parte di Ghini ma la buona trovata del malato di Alzheimer che dice stronzate viene stirata troppo. Mi sembra di vedere gli sceneggiatori che dicono: daje, dovemo abbassà un po' er tono emotivo. Metti 'na stronzata de Ghini. N'artra? Sì, daje, je famo fa 'n'antra risata. Finisce per prendere le dimensioni delle gag. Peccato. Mi ricorda il presentatore dell'Ambra Jovinelli - quando ancora era un teatro serio e io ci andavo di pomeriggio a vedere i porno e le riviste di spogliarello - che tra lo spogliarello di Katia Rover e quello di Gipsie Jackson (nomi che corrispondono a due vere professioniste e due splendide donne, una con la stazza di una Land Rover e l'altra con i capelli dei Jackson five) raccontava un paio di barzellette dai contenuti mostruosi e veniva quasi linciato dalla platea di militari in libera uscita che volevano solo annegare la loro malinconia in una teoria di culi e zinne come se non ci fosse stato un domani. Perché sono finito a parlare dell'Ambra Jovinelli? Perché il film un po' mi annoia. Favino tiene in piedi la baracca. Sua moglie la interpreta una tizia che ha anche un nome (che io ignoro), e ti dà l'idea di essere odiosa sia di persona sia nei personaggi. Ti dà l'idea di essere una che dice spesso: "ma dai! Da paura!". È appena meglio di Martina Stella. Martina Stella, chi se la dimentica, è quella che ha qualità espressive appena inferiori a quelle dell'attuale Schumacher. Alcuni dialoghi sono da denuncia. Ogni tanto Tognazzi si mette al piano e canta una canzone e tutti gli altri fanno il coretto. Penso all'uso che spesso si fa nei film delle canzoni del passato e penso sia una lurida furbata. Un conto è metterne una, al massimo due per fare contesto, che ne so. Ma quando diventa l'astuzia per raschiare il fondo del barile delle emozioni del pubblico, diventa una stampella stracciarola alla tua incapacità di suscitarle quelle emozioni. Bravo Cocciante, bravo Battisti, bravo De Andrè, ma tu, caro regista, che ce racconti de bello? Penso: questo sarà un esordiente. Alla fine, poraccio, non ha fatto proprio una totale monnezza. Un po' odiosa la scelta di campo, certo, queste famiglie borghesi e le loro storie, i loro batticuore, ma tant'è. Alla fine non sarà né il primo né l'ultimo. Domando a Flabia: "che altri film abbiamo?" - "Vuoi toglierlo?" - "No, per sapere..." - "La piel que yo abito di Almodovar, ti va bene?" - "Sì, chiaro che mi va bene... Ma vediamo come finisce questo...". Stefania Sandrelli è brava, ma anche lì mi sembra di sentirle le indicazioni del regista: Stefania, tu fai, para para, la vecchia che hai fatto nella Prima cosa bella, d'accordo? Così, me fai la svagata, mossette, giochi coi toni di voce. Te va?

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  3. Il film finisce in un crescendo di irritazione. La finta misura. La finta distanza dalla tendenza didascalica dei finali. Quel fervorino così invadente e grondante seppur nascosto, quel dito puntato contro l'ipocrisia, oddio santo, l'ipocrisia, il male della nostra epoca, via via, brutta l'ipocrisia! Ti viene voglia di essere ipocrita sempre, per contrasto. Finisce. Flabia sta per spegnere e mettere un altro film. Le dico: aspetta, fammi vedere chi era il regista. Dopo il fondale nero mettono di nuovo il titolo e scopro che si chiamava "A casa tutti bene". Poi, a bruciapelo, altra schermata che mi fulmina come un ictus: "Regia di Gabriele Muccino". "E no, porca di quella gran troia! Noooooo..." e la faccia mi si deforma come l'urlo di Munch. Nooooooooo. Dovevo immaginarlo: Tognazzi non lavora più neanche come animatore dei veglioni di San Silvestro e Accorsi è considerato una vergogna nazionale da chiunque, anche da sua madre. Solo un genio del calibro di Muccino poteva riesumarli. Vado verso la cucina. Ricerca febbrile nei cassetti. Dove cazzo è il coltello! Che vuoi fare? Niente, voglio cavarmi gli occhi! Noooo, per l'amor di dio, non farlo, e poi, perché? Avevo promesso a me stesso che non avrei mai più visto niente dei fratelli Muccino. Dov'è il coltello, cazzo! Fermati, Alessandro! Che ti hanno fatto i fratelli Muccino? Cosa cazzo ti hanno fatto, perdio, lascia quel cavatappi! Che mi hanno fatto? CHE MI HANNO FATTO? L'ultimo bacio. Può bastare? Dov'è il cutter, dimmi dov'è il cutter, voglio aprirmi l'addome, voglio farla finita! Fermati! Non farlo. Flabia chiama i vicini. Mi bloccano in due. Mi divincolo. Con il mio corpo faccio quello che voglio! Intesi? Amore, lasciami fare ciò che è giusto, cristo santo, e ricorda bene quello che sto per dirti, è importante: Silvio Muccino è il fratello di questo che pensa di fare il regista ed è forse quanto di peggio ci sia sul pianeta, dopo di lui io credo ci sia soltanto la lebbra. Bene, Silvio Muccino è uno che dice "Non ci credo..." a ripetizione, hai capito? No, non ti capisco. Non importa, è perché non hai visto "Come te nessuno mai"... 

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  4. Comunque, fossero anche le mie ultime parole, ricordati che i fratelli Muccino sono la fine di tutto, come una glaciazione. Venti secondi di silenzio. I vicini mi guardano increduli. Io mi calmo un secondo ma poi sento di nuovo un conato di rabbia: lasciatemi uscire, vi prego, voglio uscire, voglio andare a investire una decina di cani altrimenti non riesco a placare questa sete di sangue. Non c'è verso, i vicini non mi mollano. Allora le tenaglie, per favore passatemi le tenaglie! Voglio staccarmi due dita. Ogni volta che guarderò le due dita tronche sarà il ricordo della sciagura dei fratelli Muccino. Non c'è niente da fare. Mi legano al letto. Mi sedano. Flabia mette una partita di baseball come un'anestesista esperta. Dieci minuti di Industriales contro Santa Clara e possono farmi l'appendicite coi denti. Ogni tanto biascico un Mu-cci-no strascicato, come uno rimasto toccato dopo una stagione di Lsd. Flabia lascia passare minuti poi mette Almodovar con sapienza. Faccio ancora qualche sobbalzo tutto di reni perché mi sembra di vedere la testa di Gianmarco Tognazzi che sbuca dietro il tubo catodico, poi Simona Izzo che fa le vocette. Mi lascio catturare lentamente dal film. Mangio fette di pizza. Penso che bisogna far attenzione a quello che mangiamo ma ancor più a quello che mettiamo negli occhi. Ci vuole un secondo per rovinarsi la vista, e la vita. Basta un film sbagliato e puff. Abbassi la guardia e ti bevi un intero film di Muccino. Poi ti rimane nel corpo per sempre, come una malattia autoimmune all'altezza del colon. Ti rimane di traverso come la guerra.

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  5. Ciao Aston
    una informazione : non esiste più il barrio di cuba, forum su cuba uno dei pochi rimasti ?
    Non riesco più a collegarmi da un mesetto circa.
    ne sa qualcosa qualcuno che legge ?
    Grazie un saluto.
    Guanabo

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  6. Ciao.
    Non chiederlo a me....
    Avrà chiuso i battenti perché nessuno cacciava i pochi pesos per il dominio.
    Era comunque morto, non prevedo suicidi di massa per la sua chiusura.

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  7. Cosa si spende a mangiare? Giuseppe

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  8. Aston Villa-Bringhton 2-1
    Saliamo al 11esimo ppsto.
    Noi Villans ieri si è perso 8-6 peccato...il primo tempo 4-2 per noi.
    Gol dello scriba ma fra jet leg e due linee di febbre dopo 40 minuti non ne avevo più.

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  9. hola! turismo in capitale? chao Enrico

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  10. Lui è Frank Chamizo, campione indiscusso della lotta libera italiana, medaglia d’argento agli ultimi Mondiali del 2019. Un campione, potremmo dire meglio un fuoriclasse, con un palmares di tutto rispetto con la nostra nazionale, con due Mondiali già all’attivo a Las Vegas 2015 e Parigi 2017. In precedenza, un bronzo mondiale con la nazionale cubana sempre ai Mondiali nel 2010 prima di prendere la cittadinanza italiana nel 2015. Soprattutto anche un bronzo alle Olimpiadi di Rio 2016 con l’Italia. Tanti successi quindi per questo atleta che fa parte dei Gruppi sportivi dell’Esercito Italiano, che punta all’oro olimpico di Tokyo 2020. Tante vittorie per di più in categorie diverse della lotta libera che dimostrano tutto il suo valore. Frank Chamizo è un campione multietnico, che fa parte ormai del nostro paese a tutti gli effetti. Sentiremo presto di nuovo parlare delle sue imprese, il Giappone l’attende per farci sognare ancora… Abbiamo sentito proprio Frank Chamizo in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.

    Argento ai Mondiali: hai qualche rimpianto o va bene così? No, va bene così, non posso che essere soddisfatto di questa medaglia d’argento. Del resto non posso lamentarmi perché avevo già vinto due Mondiali con l’Italia nel 2015 e nel 2017.

    Stai già pensando alle Olimpiadi, speri finalmente di vincere l’oro a Tokyo nel 2020? Sicuramente il mio principale obiettivo è vincere l’Olimpiade di Tokyo, conquistare la medaglia d’oro.

    L’esperienza di Rio che cosa ti ha dato, sia dal lato sportivo sia umano? Sono rimasto deluso per aver perso la semifinale dal punto di vista sportivo. Devo dire che partecipare ai Giochi Olimpici però è sempre una cosa bellissima.

    

Quali saranno i tuoi avversari principali?Il russo Sidakov e lo statunitense Burroughs saranno i miei rivali principali all’Olimpiade.

    Nella tua carriera hai cambiato diverse categorie: come si affrontano sfide sempre nuove? Diciamo che dopo aver ricevuto la squalifica quando facevo parte della nazionale cubana per non essere rientrato nella categoria dei 55 kg ho sempre lottato col peso cambiando anche diverse categorie. L’ho fatto sempre nella maniera giusta e ideale.

    Qual è la tua metodologia di allenamento, il tuo modo per far tutto questo? Bisogna sempre lavorare sulla forza, sui pesi, sui muscoli, una cosa che ti permette di passare proprio da una categoria a un’altra.

    Come hai iniziato a fare lotta a Cuba, ci puoi raccontare i tuoi inizi in questo sport?E’ una cosa che mi hanno chiesto spesso in tanti. A 7 anni sono scappato di casa e mi sono ritrovato davanti a una palestra. Sono entrato e ne sono rimasto affascinato. Mi sono detto che questa cosa era proprio per me. Poi quando sono tornato a casa ho preso un po’ di botte per questa mia fuga!

    Ci puoi raccontare qualche aneddoto della tua carriera, magari il più bello? Il più bello è aver vinto il Mondiale a Las Vegas nel 2015 dopo la squalifica che avevo avuto con Cuba. Una grande soddisfazione.

    Ti senti ormai legato al nostro paese?Assolutamente sì. Peraltro, dal 2015 sono un atleta militare del Centro Sportivo Esercito, che ringrazio per il prezioso sostegno che mi consente di gareggiare ad alti livelli.

    
Cubano-italiano, una famiglia multietnica: che significato ha questo per te? Mi sento italiano, ma è sicuramente bello per il significato che ha far parte di una famiglia multietnica. Una cosa molto positiva in tutti i sensi.

    
Hai dei sogni che vorresti realizzare a livello sportivo e umano? Vorrei vincere le Olimpiadi naturalmente, poi sarebbe bello che finalmente gli sport cosidetti “minori” avessero più spazio in Italia, se ne parlasse ancora di più…

    Quali sono i tuoi hobby, le tue passioni, cosa fai nel tempo libero? Mi piace andare al ristorante, mi piace molto la cucina italiana, il piatto che preferisco: i tagliolini al tartufo!

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  11. Udinese (3-5-2): Musso; Opoku, Troost-Ekong, Samir; Ter Avest, Mandragora, Jajalo, De Paul, Sema; Lasagna, Okaka. All. Tudor.

    Torino (3-4-2-1): Sirigu; Izzo, Nkoulou, Lyanco; Ansaldi, Rincon, Baselli, Laxalt; Lukic, Verdi, Belotti. All.Mazzarri.

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  12. 1-0 Udinese.
    Comunque vada non ne posso più di Mazzarri e di 7 difensori....cazzo sono 2 anni che non giochiamo!

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  13. Ciao Milco, bentornato in questa valle di lacrime.
    Ancora un mese scarso e poi tocca a me, sto cominciando a contare i giorni.

    Attendo con ansia i tuoi altri resoconti.

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  14. Ne leggerai ancora molti prima di partire....tieni duro!😀

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