domenica 24 novembre 2019

LE SCIURE "RIBELLI"

 Risultati immagini per ACTIVISTA CUBANO RESCATAN A LOS PERROS

 #DENUNCIA Yannier Suárez Tamayo es otro delincuente que acude a la denominada UNPACU en Santiago de Cuba para denunciar presuntas torturas durante su estancia en prisión, argumento que suelen utilizar en sus ridículas campañas mediáticas.
¿Pero quién es Yannier? Eso lo contaremos a continuación.
Se vinculó a la UNPACU hace unos años para escapar de sus recurrentes acciones delictivas, las cuales comenzaron desde los 14 años. En el año 2002, en compañía con Luis Miguel Fuentes Salgado, penetró en la finca de un campesino y robó 2️⃣ bueyes, valorados cada uno en 1200 y 1600 cup respectivamente.
Pero no le fue suficiente y en el 2016 robó un puerco en una vivienda, ubicada en el poblado Jucarito. Fue detenido y procesado.
Tras su estancia en la vivienda de José Daniel Ferrer García en el reparto Altamira el pasado 31 de octubre, fuentes confiables confirmaron que viajó exclusivamente para pedir dinero, pero sólo recibió negativas por parte de Carlos Amel Oliva Torres y Jorge Cervante.

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Miraida Martin Calderín, conocida entre los usuarios de la red de redes como "La Reina de la basura", está aprovechando la ausencia de su jefecito @JoseDanielFerrerGarcia para como buena aprendiz, continuar enriqueciéndose con el dinero que la mafia anticubana de Miami envía a la #UNPACU.
Esta vez, Miraida "a la cara" se quedó con casi todo el dinero del salario correspondiente al mes de octubre de los miembros de su grupito del Reparto Antonio Maceo. Mientras Carlos Oliva Rivery pagó a sus seguidores 40 CUC y hasta 60 CUC, que fue lo que recibió Yordanis Chávez Roll, y por otro lado Carlos Amel Oliva Torres pagó a los trabajadores de la sede entre 30 y 40 CUC.
Miraida solo pagó 10 CUC a cada uno y 20 CUC a algunos de sus más fieles secuaces, tal es él caso de Ernesto Roberto Rivery Gascón, con quien mantiene un vínculo muy especial.
Parece que Miraida está aprovechando que el gato no está en casa para asegurar su capital, aunque ella siempre se ha robado el dinero y todos lo saben.
Ho preso queste due notizie fra le mille che riguardano quella barzelletta che e' la “Contra” antigovernativa cubana.
Se l'opposizione e' questa allora Diaz Canel e quelli che verranno dopo di lui possono dormire fra mille guanciali.
Il primo e' un delinquente comune, mi ricorda alcuni miei conoscenti del parque tunero che si autoproclamano “de la derecha”. Li conosco da 20 anni, oggi ne hanno 45 e possono vantare il prestigioso record di non avere mai lavorato un solo giorno nella loro vita. Ognuno col suo bravo soggiorno nelle patrie galere per reati comuni, soggiorno che, pare, non abbia insegnato loro nulla visto che estan metidos en la misma mierda. La seconda e' la classica ladrona, in rete si trovano decine di video delle “Ladrones en blanco” dove si accusano fra di loro di essersi imboscati i soldi arrivati in qualche modo dal dipartimento di stato Usa e finiti nell'acquisto di una casa, di un carro o en gozadera. La Sanchez...credo vi ricordiate bene il suo trionfale giro fra le capitali europee, dove e' riuscita a farsi lanciare addosso praticamente di tutto...persino i cachi. Pero', malgrado il fatto che Zelig sia finito e che Colorado sia sempre piu' di basso livello si riescono a trovare altre situazioni altrettanto divertenti. L'ultima in ordine di tempo e' stata quella di far passare una protesta animalista per una manifestazione contro il governo cubano. La foto ritrae alcune pacifiche sciure habanere protestare con tanto di cartelli davanti al canile municipale de La Habana, protestando per il trattamento che subiscono i cani randagi che vengono catturati per la calle e vengono abbattuti.
Il problema e' serio e reale. Chi segue il blog conosce il mio amore per los perros, ho un beagle in Italia e in familia abbiamo un pastore tedesco a Cuba, entrambi hanno un posto importante nel mio cuore. Sulla mia pagina Fb, ogni giorno condivido annunci di canili e privati alla ricerca di qualcuno che voglia adottare le povere bestiole. In Italia il 90% dei canili e' in mano a privati, sopravvivono grazie al lavoro dei volontari e alle donazioni, i comuni al massimo danno i terreni in comodato d'uso. A Cuba nessuno puo' permettersi di investire denaro in un settore meritorio ma che non porta un centavos, quindi e' tutto nelle mani dello stato che, come ben sappiamo ha priorita' decisamente piu' importanti che mantenere cani randagi. Non a caso a breve usciranno leggi ad hoc per cercare di porre rimedio a questo problema. E' un bene che si stia creando questa coscienza animalista che pero' non ha nulla a che vedere con la politica. La mia duena della casa Havanera dove soggiorno, lo scorso anno, al canile ne ha ritirati 5, uno lo ha tenuto per lei e 4 li ha fatti adottare dalle sue amiche, il tutto senza clamore, si trattava di un atto umanitario non di una forma di protesta controrivoluzionaria. Quindi occhio alle Fake e....ai controrivoluzionari da cabaret.

10 commenti:

  1. Los activistas y defensores de los derechos de los animales que organizaron una protesta frente a las instalaciones de Zoonosis en La Habana consiguieron detener el sacrificio de los perros callejeros que habían sido recogidos en días anteriores.
    A raíz de la presión que ejercieron los activistas con su protesta, las autoridades de Zoonosis no solo detuvieron el sacrificio de los perros, sino que les permitieron llevarse a los animales que estaban detenidos para que les buscaran un hogar.
    “Lo logramos. Nos llevamos los perritos y no saldrán los carros. Pacíficamente. Aquí la primera que sale”, escribieron junto a una fotografía del primer perro que consiguieron sacar del centro.
    Luego de eso publicaron en las redes sociales más imágenes donde se puede apreciar a todos los perros que fueron rescatados de las instalaciones de Zoonosis en la capital cubana.

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  2. di Pino Arlacchi

    E’ appena avvenuto in Bolivia un colpo di stato che ha messo temporaneamente da parte un presidente molto popolare, che lungo 13 anni di governo ha guidato la fuoriuscita del paese dalla marginalità politica e dalla povertà.
    Ne è risultata un’economia a guida statale, diversificata, robusta e ad alta crescita. Un modello quasi-cinese che rischiava di essere imitato dall’Argentina appena ridiventata “rosa”, e dal Venezuela e dal Cile in cerca di una via di uscita dalla vulnerabilità intrinseca nella dipendenza da un singolo prodotto i cui prezzi fluttuano nei mercati internazionali.
    Un modello socialista avanzato che non poteva essere più tollerato dal risvolto violento del capitalismo neoliberal.
    Se la Bolivia di Morales era così forte, viene allora da chiedersi perché è caduta così rapidamente sotto l’urto della minaccia militare, delle manifestazioni di piazza e del diniego di legittimazione da parte degli USA e delle loro estensioni nella regione?
    In effetti, è stato seguito in Bolivia un copione venezuelano di disordini violenti scatenati da una contestazione pretestuosa di risultati elettorali, un copione di pressioni sulle forze armate per spingerle alla sedizione, e perfino di un presidente designato da Washington che si autoproclama tale in alternativa a quello legittimo.
    Perché ciò che non ha funzionato in Venezuela ha avuto successo in Bolivia?
    La risposta sta in due differenze cruciali, che corrispondono ad altrettanti limiti del modello socialista boliviano.
    Morales ha creduto, in primo luogo, che i benefici delle sue politiche sociali parlassero da soli, assicurandogli un primato elettorale permanente presso la grande maggioranza dei cittadini, senza tenere nel dovuto conto la necessità di strutturare e radicare in profondità i suoi consensi.
    Il suo partito, il MAS, è rimasto un arcipelago rissoso e composito di fazioni, abituate a scendere in piazza al minimo segno di disagio anche contro il loro stesso governo. Nulla di paragonabile alla mobilitazione capillare e all’autogestione ben organizzata di risorse comuni (dai beni alimentari all’educazione musicale) dei colectivos venezuelani, capaci di far scendere in piazza in poche ore centinaia di migliaia di persone a sostegno di Maduro.
    In secondo luogo, il governo Morales non ha curato una riforma della polizia e delle forze armate abbastanza profonda da democratizzarle e renderle parte del progetto socialista. Cultura, addestramento e tattiche di intervento di soldati e ufficiali sono rimasti quelli dei tempi bui delle dittature e dei governi corrotti del passato. Ho conosciuto Morales durante il mio mandato ONU, alla fine degli anni Novanta, quando l’establishment politico e militare lo riteneva un pericoloso capo dei cocaleros di Cochabamba. Diventato presidente, ha preferito glissare in tema di organizzazione della sicurezza nazionale. La nuova costituzione boliviana del 2009 non dice nulla sul tema, e nel momento più cruciale questa omissione è costata molto cara.
    Nulla di simile alla situazione venezuelana, dove esercito e polizia sono immersi nella popolazione chavista e sono un architrave del sostegno a Maduro. Non è facile trasformare entità di questo tipo in una forza golpista e antipopolare in un paese la cui costituzione proibisce alla guardia nazionale di detenere armi da fuoco in servizi di ordine pubblico. Divieto fatto osservare talvolta fino all’assurdo.
    Detto questo, cosa può succedere adesso?
    E’ evidente che, per quanto poco strutturata, la base di consenso a Morales non svanirà tanto facilmente. Anzi, è probabile che la durezza della repressione golpista, i tentativi di smantellare le protezioni sociali dell’era Morales e la crisi economica conseguente contribuiranno tutti ad una sua possibile nuova vittoria alle elezioni di Gennaio 2020.

    Ma vedremo davvero queste elezioni?

    La risposta sta più a Washington che a La Paz.

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  3. Cuba elabora disposiciones jurídicas para bienestar animal

    La Habana, 15 nov (Prensa Latina) Las autoridades cubanas trabajan en la elaboración de disposiciones jurídicas que garanticen el bienestar de los animales, atendiendo al mandato constitucional de la obligación del Estado de proteger y conservar un medioambiente sano.


    Una nota de prensa del Ministerio de Agricultura (Minag) refirió que 'la sanidad del medioambiente seguirá siendo una prioridad estatal', ello en respuesta al debate en torno al cuidado de los animales, sobre todo perros callejeros, generado en las últimas semanas en las redes sociales.

    La información añade que las disposiciones en las cuales se trabaja acogerán como premisa lo indicado por el Código Sanitario para los Animales Terrestres, aprobado por la Organización Mundial de Sanidad Animal.

    Dichas normas explican que el animal experimenta un buen bienestar si está sano, cómodo, bien alimentado, en seguridad, y si no padece dolor, miedo o desasosiego y es capaz de expresar comportamientos importantes para su estado de bienestar físico y mental, agregó la nota.

    Las autoridades cubanas reiteraron también que la nación cuenta con un programa de vigilancia, prevención y control de enfermedades provocadas por animales lo cual incide en las bajas tasas de morbilidad asociadas a la rabia, leptospirosis, toxoplasmosis, entre otras.

    Añadieron que 20 mil personas son lesionadas por animales anualmente en el país, de ellas el 80 por ciento causadas por perros. 

    Varias personas mostraron su desacuerdo en las redes sociales ante la recogida de perros callejeros en algunos puntos de La Habana y reclamaron además la adopción de una ley de Protección Animal.

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  4. I randagi ci sono in tutto il mondo, controrivoluzionari cosi solo a Cuba. Giuseppe

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  5. Ciò non toglie che per le povere bestie le cose devono cambiare.

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  6. Un viadotto lungo la Torino-Savona è crollato. Si tratta di una trentina di metri circa dell'autostrada dei Fiori, pare fortunatamente non vi siano vittime. Il cedimento è avvenuto sulla autostrada A6, gestita dal Gruppo Gavio. Queste tragedie sono anche il risultato delle privatizzazioni. Trasporti, sanità, formazione devono essere pubblici e non lasciati alla bramosia del profitto.
    Marco Rizzo

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  7. BLOGRAMA

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    LE SCIURE 'RIBELLI'

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  8. Milco hai letto questo? Paolo

    Bolivia - Quando la "vittima assume gli obiettivi del suo carnefice"...
    Governo golpista e MAS (partito di Morales) approvano insieme una nuova legge elettorale per indire nuove elezioni. Le elezioni in cui vinse Evo Morales sono annullate insieme al tribunale elettorale che le gestì senza che sia mai stata documentata la supposta frode elettorale… L'approvazione della nuova legge che indice nuove elezioni, a cui potrà partecipare anche il MAS, ma non Evo Morales, ha visto divisioni all'interno del MAS ma che, poi, ha votato unitariamente la legge insieme alle forze politiche golpiste. All’interno del MAS solo una minoranza continua a difendere Morales chiedendo una legge che ne garantisca la sua difesa dai golpisti che, invece, hanno già avviato la sua criminalizzazione giuridica per terrorismo… Le nuove elezioni, con una nuova legge sono state, da subito, uno degli obiettivi voluti da Washington insieme all'avvio di un processo economico di privatizzazioni delle risorse della Bolivia. Infatti, nell'accordo di "pacificazione" raggiunto tra golpisti, MAS ed anche il potente sindacato COB, le elezioni con una nuova legge era uno dei primi punti. Intanto, in tutto il paese continua la repressione delle manifestazioni popolari pro Morales e le persecuzioni contro dirigenti politici e amministrativi che sono stati vicini a Morales. Affinché sia chiaro di chi comanda in Bolivia, l'esercito, sine die, manterrà il controllo fisico degli insediamenti industriali e dei giacimenti di materie prime, lavoratori siete avvisati… Intanto i consiglieri economici di Washington lavorano, alacremente, per supportare la golpista autoproclamata presidente Janina Anez per avviare il processo di privatizzazioni. Janina Anez, prontamente risponde e decreta che la gestione della compagnia aerea boliviana Amaszonas passi in mani private: fatto! E' solo l'inizio.

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  9. Certo.
    E evidente come dentro il MAS c'era chi non vedeva l'ora di fare fuori Evo.

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  10. Premier

    Aston Villa-Newcastle 2-0
    Una boccata di ossigeno....💪

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