venerdì 31 luglio 2020

CUBA E L'ISLAM


Nell'isola caraibica negli ultimi anni c’è stato un incremento di persone che hanno accettato l’Islam come propria religione.

Inizialmente si fa riferimento agli schiavi neri provenienti dal centro dell’Africa che hanno portato la fede sull’isola, ma era un fenomeno molto circoscritto e spesso tra la stessa etnia di provenienza dei primi schiavi. Dopo il 2005, invece c’è stato un aumento di cubani che si sono convertito all'Islam. Questo perché Cuba aiutò il Pakistan portando nel paese asiatico migliaia di medici dopo il terremoto che sconvolse l’intero paese, e per aiutare ancora la popolazione, Castro accettò di offrire un migliaio di borse di studio a ragazzi pakistani a L’Havana.
In questo modo si è avuta la prima grande influenza moderna che ha portato oggi la comunità a contare circa nove mila fedeli.
Uno dei primi a essersi convertito è Yaya Pedro, attuale dirigente della prima e unica sala di preghiera esistente a l’Havana, interamente finanziata dall’Arabia Saudita, che si trova in uno stabile risalente ai primi anni del novecento, ove risiede la “Arab House”, un museo che riporta le testimonianze lasciate dagli arabi vissuti a Cuba durante i primi conflitti mondiali. All’interno di questo stabile in stile andaluso, vi è anche un ristorante completamente halal finanziato questa volta dal Qatar.
La comunità cubana desta molto interesse, sia per la sua particolarità di nascita, e sia per il modo solare che caratterizza i musulmani cubani.
Il regime ha riconosciuto nel 2015 l’Islam come religione, insieme anche alle altre presenti sul suo territorio, e grazie anche all’interessamento e lo scambio commerciale che c’è stato tra il partito comunista cubano e la monarchia regnante alSaud. Ma non solo le monarchie del golfo a interessarsi ai musulmani cubani, di recente Erdogan si recato in visita all’Havana, stringendo accordi commerciali.
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Mi sono imbattuto in questo pezzo quasi casualmente, mi piace cercare notizie originali riguardanti la nostra isola.
Con l'arrivo al potere di Fidel Cuba venne nominata “nazione atea”, sia chiaro i culti religiosi non sono mai stati banditi dall'isola ma diciamo che non venivano visti di buon occhio da parte del potere.
Con la visita del Papa polacco le cose sono cambiate, Cuba e' diventato un paese che accoglieva, sempre senza favorire, le diverse teologie religiose che popolano il mondo.
Da ateo ritengo tutte le religioni il piu' grande inganno della storia dell'umanita' ma mi rendo anche conto che, vista la vita di merda che fa la maggior parte della gente, sperare che “dopo” ci sia qualcosa di meglio e' quasi un diritto.
Fra tutte le religioni quella musulmana e' forse la piu' distante come mentalita' e modo di rapportarsi alla vita dalle abitudini dei cubani.
In un paese dove il rhum e' piu' consumato dell'acqua, il sesso libero una consuetudine e la carne di maiale un dogma e' chiaro che quel tipo di religione faccia una certa fatica.
Detto questo si stima che oggi ci siano dai 4 agli 8 mila musulmani sull'isola compresi i residenti stranieri.
Cuba, avendo disperato bisogno di liquidita' ha aperto ai finanziamenti sauditi per ristrutturare alcuni edifici della capitale zona Malecon e all'Iran sopratutto in chiave antiamericana.
Era quasi naturale che piano piano quel tipo di religione tentasse di mettere becco nel paese.
I principali vettori credo siano sicuramente stati gli studenti arabi e pakistani che frequentano le facolta' di medicina in giro per l'isola.
Cuba aiuto' il Pakistan durante un devastante terremoto in Kashmir nel 2005 inviando medici ed aiuti, da allora i rapporti fra i due paesi sono molto stretti in campo medico ma anche commerciale.
In giro per Tunas capita di vedere questi studenti, con le loro vesti bianche o color crema lunghe e i loro strani berretti.
Capita anche di vedere qualche cubana col velo, ma giurerei che for$e non $i tratta proprio di amore.
In realta' gli storici assicurano che radici islamiche affondano da almeno 4 secoli sotto le piantagioni di canna da zucchero; Rigoberto Mendez cita nel suo libro “Gli Arabi a Cuba” certificati di battesimo di musulmani diventati cristiani verso la fine del 500 e ricorda le preoccupazioni delle autorita' religiose e civili del XVII secolo per la diaspora dei moriscos in direzione dell'isola.
Dal 2002 esiste una lega islamica,
uffcializzata nel 2007 nel registro delle Associazioni della Repubblica.
Nel 2015 il governo ha consentito l'apertura a La Habana di una specie di moschea la Mezquida Abdallah in un vecchio palazzo coloniale convertito al nuovo compito dalla sua antica funzione di museo.
La festa di fine Ramadan viene celebrata in giugno nel centro storico de La Habana, anche se il cibo halal scarseggia la moschea e' attrezzata per fornire abiti musulmani e versioni del corano in
spagnolo stampate a Riad.
Durante la visita di Erdogan a Cuba nel 2015 si parlo' della realizzazione di una grande moschea ma la cosa per ora non ha avuto alcun seguito.

29 commenti:

  1. Andrea Muratore
    30 LUGLIO 2020

    I dati sul commercio dell’Italian Trade Agency sono solo l’ultima stoccata subita dal nostro Paese nel contesto del deterioramento dell’economia legato alla pandemia di coronavirus. Da marzo, quando Roberto Gualtieri rassicurava sulle conseguenze economiche della crisi pandemica dichiarando che non si sarebbero persi posti di lavoro e quote sostanziali di Pil gli effetti recessivi hanno anticipato la capacità degli analisti e dei centri studio di leggere i cambiamenti in atto.

    Adesso le statistiche appaiono meno all’inseguimento della realtà, ma la lettura dei dati fa male: si prevede la perdita di oltre un decimo del Pil, di circa il 12% dell’export e di centinaia di migliaia di posti di lavoro. “Per un paese che conta molto sull’export”, fa notare Dagospia, “avere i nostri principali partner commerciali (Usa, Cina, Russia, Regno Unito) che arrancano e che non comprano più, è durissima. La domanda americana di beni italiani si è contratta del 15%, cifra che da sola vale circa l’1% del Pil”. E secondo molti analisti la tempesta perfetta può scatenarsi più avanti, dall’autunno.

    Perchè si tiene così d’occhio la parte finale dell’anno? In primo luogo perchè con la fine dell’estate avremo il reale impatto delle previsioni con la realtà e alle conseguenti fibrillazioni su mercati e fiducia di imprese e consumatori; in secondo luogo perchè con l’insorgere di difficoltà finanziarie e occupazionali per molti italiani verrà il momento di ridurre al ribasso la quota di reddito allocata su spese e consumi, riducendo in maniera sensibile una componente importante del Pil; in terzo luogo perchè il proseguimento della recessione rischia di sdoganare quella tempesta finanziaria che ha già fatto danni su scala globale a marzo prima di rientrare sulla scia dell’intervento in campo di governi e banche centrali.

    A marzo le piazze semplicemente non potevano crollare ulteriormente perchè per fisiologia la risposta pubblica ha dato uno stimolo favorevole; ma sul lungo periodo le semplici iniezioni di liquidità non bastano, e si parla di ricostruire da zero intere filiere. In Italia, nel frattempo, il governo si trova di fronte a diversi bivi: prorogare blocchi ai licenziamenti e casse integrazione di lungo termine o rilanciare investimenti e spesa produttiva? Aderire al Mes o attendere i denari del Recovery Fund? Affrontare le questioni vitali per la tenuta sociale del Paese, in primo luogo istruzione e sanità, o attestarsi sulle solite misure-bandiera senza visione di lungo periodo?

    C’è poi un convitato di pietra che Dagospia ricorda: “lo smart working, che ha salvato alcune attività ma ne ha condannate altre. Il 40-50% del giro d’affari collegato a uffici e fabbriche rischia di sparire se le persone continueranno a lavorare da remoto”. Autorevoli voci del mondo economico milanese confermano, aggiungendo che il rampante capoluogo lombardo potrebbe pagare in prima persona un duro prezzo all’istituzionalizzazione dello smart working. Un manager attivo nel settore finanziario ci ha dichiarato di aver trovato “un silenzio assordante” al ritorno negli uffici della sua società, e di esser stato colpito dagli analoghi silenzi nei bar, nei ristoranti e nelle strade vicine al suo luogo di lavoro. Fattispecie che chi scrive può confermare, avendo potuto di persona constatare a più riprese il ridotto flusso che attraversa aree della città come Porta Nuova, centro del mondo del business cittadino.

    A Milano, ma non solo, lo sdoganamento dello smart working crea conseguenze a cascata sull’indotto economico: ristorazione, trasporti, servizi al cittadino, mercato immobiliare, affitti, servizi bancari e assicurativi delle maggiori città del Paese sono direttamente impattati; aggiungendo a questo il calo di produttività e le asimmetrie legate all’identificazione di abitazione ed ufficio per i lavoratori, senza un giusto mezzo tra vita ordinaria e telelavoro, si può cogliere appieno la misura di un problema difficilmente quantificabile nell’immediato in termini di minor Pil, ma sicuramente significativo.

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  2. Las Tunas.- Convertida en la segunda provincia con menor tasa de incidencia del nuevo coronavirus en el país, Las Tunas desplegó una estrategia de control y prevención del SARS-CoV-2 que le permitió pasar a las fases de recuperación pos-Covid-19 con 18 casos confirmados, de ellos 17 recuperados y solo un fallecido.

    En el cumplimiento del cronograma nacional para evitar la propagación de la pandemia, esta provincia del oriente cubano decidió adelantarse a la adopción de medidas como el cierre de las fronteras, gestión que la Cruz Roja Cubana realizó con efectividad acompañada del Ministerio del Interior y la Empresa Provincial de Transporte, que constantemente ajustó sus servicios.

    El doctor Jesús Manuel León Silva, a cargo del equipo multidisciplinario que integra el Puesto de Dirección para dar seguimiento a la Covid-19 en Las Tunas, informó a la Agencia Cubana de Noticias que hasta la fecha se han realizado seis mil 66 PCR en tiempo real y más de cinco mil 600 tiras rápidas en busca de la presencia del virus.

    Además, desde que se puso en funcionamiento a mediados del mes de abril, el Sistema de Pesquisa Virtual ha autoregistrado 12 mil 967 personas, según las más recientes cifras que desde este Puesto de Dirección se entregan al Consejo de Defensa Provincial, puntualizó.

    León Silva, quien se desempeña como jefe del Departamento de Enfermedades Transmisibles del Centro Provincial de Higiene, explicó que de los 19 locales que funcionaron como centros de aislamiento en la provincia, actualmente se mantienen activos solo tres: la escuela pedagógica Rita Longa para el ingreso de contactos; el motel Los Laureles, en el municipio de Majibacoa, para sospechosos; y el Club Familiar para los viajeros internacionales.

    Este último -agregó- tiene capacidad para 100 camas, de las cuales solo están ocupadas 18, con colaboradores cubanos que regresaron de Venezuela y otros viajeros que llegaron a Cuba desde Italia, España y Estados Unidos.

    El haber alistado el hospital Guillermo Domínguez López, de Puerto Padre, para recibir a pacientes positivos y la preparación de los equipos integrales de trabajo en cada uno de los ocho municipios, posibilitó que se crearan las condiciones necesarias en caso de que se debilitara el Sistema de Salud.

    En la primera línea del enfrentamiento al nuevo coronavirus estuvieron más de 760 profesionales de Salud, entre galenos, enfermeros y estomatólogos, así como técnicos y tecnólogos, personal de servicio y operarios, subrayó el directivo.

    De igual manera, en este tiempo fue decisiva la participación activa en las pesquisas de tres mil 75 estudiantes de Ciencias Médicas, esfuerzo que hizo posible que se visitaran diariamente alrededor de 150 mil personas.

    Más de dos meses sin casos confirmados validan la efectividad de dicha estrategia, aunque en Las Tunas no se baja la guardia. En las instituciones de Salud continúan activos los protocolos para la atención a las afecciones respiratorias y se enfrenta la fase tres de recuperación bajo el cumplimiento de las medidas establecidas.

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  3. Magari avessimo fatto come l’Italia. La considerazione che unisce un riconoscimento la gestione dell’emergenza Covid nel nostro paese e il rammarico per come la vicenda viene affrontata negli Stati Uniti, è del premio Nobel per l’Economia Paul Krugman. Nel suo ultimo editoriale sul New York Times, l’economista punta il dito contro la Casa Bianca per come sta agendo di fronte alla pandemia. Negli Usa infatti i contagi non accennano a diminuire e viaggiano ormai sopra i 75mila nuovi casi giornalieri. “Perchè l’America di Trump non può essere come l’Italia?” si chiede Krugman. “Qualche giorno fa – scrive l’economista – il Times ha pubblicato un articolo su come l’amministrazione Trump sia riuscita a fallire completamente nella risposta al coronavirus. Il pezzo ha confermato quello che chiunque abbia seguito la debacle sospettava”. Ma su una cosa, prosegue Krugman, non avevamo ancora riflettuto. “il ruolo centrale svolto dall’esperienza dell’Italia”. “L’Italia è stato il primo Paese occidentale ad avere una grande ondata di contagi. Gli ospedali erano sopraffatti e il bilancio iniziale delle vittime terribile. Poi è stato raggiunto il picco ed è iniziato un ripido calo. I funzionari della Casa Bianca erano convinti che anche l’America avrebbe avuto lo stesso percorso. E invece no”, prosegue l’editoriale del Nyt. L’amministrazione Trump infatti, continua Krugman, non ha preso le misure necessarie perché questo accadesse. “A questo punto possiamo solo guardare speranzosi al successo dell’Italia nel contenere il coronavirus: ristoranti e bar sono riaperti, se pur con delle restrizioni la vita è ripresa in modo normale e il tasso di mortalità in Italia è un decimo di quello negli Stati Uniti”.

    “Nonostante Donald Trump si vanti di aver dato la migliore risposta al coronavirus nel mondo e qualche sostenitore credulone possa anche crederci, la mia opinione è che la nostra gestione del virus ha fallito completamente rispetto a quella della Germania, ad esempio. Non è sorprendente che la disciplina e la competenza tedesche abbiano dato i loro risultati. Ma come è possibile che l’America abbia fatto peggio dell’Italia?”, si chiede Krugman scadendo in qualche stereotipo sul nostro Paese come quello dei “cittadini non noti per la disponibilità a seguire le regole”. Subito dopo un tentativo, non riuscitissimo, di correzione: non mi lascio andare a facili stereotipi, nonostante i suoi problemi l’Italia è uno stato serio e sofisticato, non un Paese da operetta come a volte viene raccontato. Certo, i suoi cittadini non sono famosi per il rispetto delle regole né la burocrazia per la sua efficienza. Struttura demografica e debolezza economica sono altri fattori penalizzanti nella lotta al Covid.

    I MERITI DEL GOVERNO – Cosa ha salvato dunque l’Italia secondo Krugman? Il fatto di non avere un governo incapace come quello guidato da Donald Trump. Le autorità italiane hanno infatti saputo muoversi in fretta e con decisione per gestire la situazione, hanno introdotto un blocco severo e sono state giustamente prudenti nelle riaperture. I risultati positivi di questa strategia sono sotto gli occhi di tutti. Gli Usa avrebbero dovuto seguire questo esempio, scrive l’economista, mentre la Casa Bianca ha spinto per una rapida riapertura senza ascoltare gli avvertimenti degli esperti. Anche gli errati messaggi sull’inutilità dell’uso delle mascherine hanno contribuito a far precipitare la situazione. La scommessa di Trump di ignorare i pericoli si è dimostrata disastrosa, sia da un punto di vista sanitario che economico sociale. Milioni di famiglie stanno per esaurire i sussidi per la disoccupazione e la Casa Bianca non sta facendo nulla. Amarissima la conclusione del commento. “Dopo tre anni e mezzo spesi a cercare di rendere l’America di nuovo grande, siamo invece diventati un paese patetico agli occhi del mondo. Possiamo solo invidiare quanto ha saputo fare l’Italia. Spesso il paese è descritto come il malato d’Europa: cosa si dovrebbe dire allora di noi americani?”

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  4. Desde hace unos días el Aeropuerto Intencional José Martí en la Habana se encuentra en los preparativos para recibir algunos vuelos comerciales y aerolíneas extranjeras. La Air France había anunciado un retorno a La Habana en julio, pero debido a que la capital aún se encuentra en la primera fase se vieron obligados a retrasar sus fechas de vuelos.
    La aerolínea informó que estarán disponible boletos desde París hacia la capital de Cuba a partir de septiembre con un precio de 263 euros la ida. Pretende además reanudar sus vuelos a Cancún, México, desde París para el 3 de octubre con 3 vuelos a la semana.


    Air France exige a sus clientes el uso de las mascarillas quirúrgicas en sus vuelos con controles de temperatura como medida higiénica-sanitaria ante la pandemia del coronavirus.



    “Podemos ver que las personas necesitan viajar nuevamente y gradualmente reanudarán(ellos) los servicios a 150 destinos en Francia, Europa y el resto del mundo este verano. Después de este período difícil, estamos encantados de darles la bienvenida a nuestros clientes para que puedan viajar este verano y reunirse con sus seres queridos. Todo el personal de Air France, tanto en tierra como a bordo, se compromete a garantizar a nuestros pasajeros los más altos niveles de salud y seguridad” informó Anne Rigail, CEO de la aerolínea

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  5. In effetti se ne vedono molti di più rispetto ad anni fa. Giuseppe

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  6. Bisogna vedere se sono studenti stranieri o cubani.

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  7. La grande moschea annunciata nel 2015, è finita come il progetto Rockphenia dello stesso anno, non hanno avuto alcun seguito.
    Antonio

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  8. Vero anche se le 2 cose non hanno alcuna attinenza.
    Nel secondo progetto ero pure stato contattato "Antonio".

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  9. hola! come suggerisci penso che sia una questione di intere$$e visto che almeno una volta nella vita un buon credente deve fare un viaggio alla mecca quindi un pretesto para irse para la yuma. La sede dell'associazione islamista è sul prado in un palazzo blu. chao Enrico

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  10. La mia è solo una ipotesi ma proprio non ce le vedo le cubane...

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  11. Amico mio, quando c'è da arraffare non c'è religione o ateismo di stato che tenga.

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    1. Poco ma sicuro....una mia amica, in vista di un matrimonio poi saltato con un israelita si era tatuata una grossa stella di David su una spalla... 🙄

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  12. Morto Eusebio Leal, Historiador de La Habana.
    Hasta siempre

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    1. E.P.D. Un gran hombre admirable
      Yoe Hernandez

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    2. Uomo di grande cultura, appassionato dell' architettura storica della città di Napoli.
      Ivan Corbisiero

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    3. Pace all'anima sua grandissimo
      Franz

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  13. Questo pezzo è stato pubblicato in INTOPIC CUBA
    Grazie ai gestori del sito.

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  14. HATERS... IL LETAME DEL WEB
    Amo il contraddittorio e credo che da ogni critica si può costruire per crescere e migliorarsi... non mi sono mai attorniato di yesman proprio per questo... ben diverso è il lavoro degli Haters...gli odiatori... pronti a denigrare e infamare chi nella vita è riuscito a fare qualcosa... sappiate che quando vi leggo, sul mio profilo FB, nascosti dietro identità improbabili, a sputare cattiverie gratuite, vi blocco e con un click vi elimino... questa è casa mia ed normale che non ami sentire odore di letame intorno a me...
    Red Canzian

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  15. POST SUL BLOG GUASCONE
    LA DOLCE MORTE
    https://milcofasano.blogspot.com/2020/08/la-dolce-morte.html?m=1

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  16. Il problema caro Milco è che tu non ami il contraddittorio ma semplicemente censuri non gli odiatori o i maleducati ma chi non la pensa come te. Sia ben chiaro, son d’accordo che a casa tua puoi fare quello che vuoi ma questa è la verità. Tanto che nonostante questo tuo atteggiamento abbastanza fastidioso poi passò spesso a leggere perché scrivi anche cose interessanti. Alla fine sei un buon vecchio comunista siete fatti così non ci puoi fare niente prendere o lasciare. PG

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  17. Hai centrato il problema Giumi'.
    Casa mia.
    Scrivo che cazzo voglio, posto che cazzo voglio e rispondo a chi cazzo voglio.
    Non piace? Fuori dai coglioni.
    Contradditorio?
    Con chi?
    Chi sei?
    I Contradditori si fanno nella vita reale, cara a cara non sul web cubano dove, non è il tuo caso, è pieno di disadattati e gente che nella vita non ha mai combinato nulla e aspetta la morte della zia per avere i soldi per andare a puttane.
    Malgrado questo sempre più gente segue il blog e i miei video.
    Domandati perché.

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    1. Guarda che non sono io... Io se ti devo dire qualcosa metto sempre il mio nome.. Cmq condivido :-)

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    2. Vabbe' comunque è uno della tua forza... 😅
      Solo che preferisce nascondersi mentre scrive...come tanti... 😎

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    3. Nascondersi che? Anch’io mi firmo sempre quando scrivo. Che motivo avrei di nascondermi? PG sono le iniziali di nome e cognome. PG

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    4. PG....adesso è tutto chiaro.... 😅😅😎😎😄😊

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  18. BOLOGNA (4-2-3-1): Skorupski; Mbaye, Danilo, Medel, Denswil; Svanberg, Schouten; Juwara, Soriano, Barrow; Palacio. All. Mihajlovic

    TORINO (3-4-1-2): Rosati; Izzo, Bremer, Djidji; Berenguer, Lukic, Rincon, Ansaldi; Verdi; Belotti, Zaza. All. Longo

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  19. Gol Bologna su paperonza di Rosati...

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  20. Finita questa merda di campionato.
    Salvo Il Gallo, Sirigu, Bremer qualche giovane e Longo.
    Gli altri devono solo vergognarsi e per primo Cairo.

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