LAS TUNAS-AVANA

Un viaggiatore, in quanto tale, deve mettere l'organizzazione di un viaggio al primo posto, perche' un conto e' girare l'Europa in treno alla cazzo a 20 anni, diverso e' andare in giro per il mondo con aerei, orari, bus, auto, case e appuntamenti da rispettare. Per questa ragione, normalmente, pochi giorni dopo il mio arrivo a Las Tunas mi occupo subito di acquistare il boleto Viazul per il mio ritorno a La Habana e di prenotare la casa dove alloggero' negli ultimi giorni di vacanza. A questo giro non c'era Viazul e la mia intenzione, visto che ci avevo gia' passato 10 giorni, era di non fermarmi nella capitale ma andare direttamente all'aeroporto. Pochi giorni dopo l'arrivo a Tunas, una mattina mentre facevo un po' di ginnastica in casa guardando il Dott.Duran nella sua solita conferenza de prensa sento la responsabile dell'aviazione civile spiegare che, a causa dell'aumento dei contagi, venivano tagliati molti voli e che chiunque entrava nel paese avrebbe dovuto fare la quarantena in hotel. In realta' sui voli dall'Europa cambiava praticamente nulla. Comunque il giorno dopo chiamo Air France a La Habana dove mi confermano che non ci sarebbero stati problemi, essendo in transito a Parigi non serviva il PCR. A quel punto sposto il volo di rientro al 19 febbraio giusto per recuperare qualche giorno della quarantena, il tutto sempre senza costi aggiuntivi. Cinque giorni prima del mio rientro richiamo per sicurezza Air France che mi conferma tutto quanto detto nella precedente telefonata. Un paio di giorni prima di rientrare mi metto d'accordo con lo stesso taxi dell'andata alla stessa tariffa, la sera del 18 passa a prendermi a casa, andiamo all'hotel Tunas dove caricheremo altri 5 passeggeri. Arrivo a La Habana alle 4 del mattino del giorno 19, Gabriele Righetti che ringrazio davvero, mi aspetta nella sua casa de renta ancora chiusa al pubblico: B&B Central Havana. Dormo qualche ora poi me ne vado in giro per la citta' cosa che avevo potuto fare poco all'arrivo causa quarantena. Avevo il volo alle 20.10 quindi il taxi poco dopo le 17 viene a prendermi a casa. Arrivo allo scalo, vado al check, pochissima gente, allungo il passaporto alla negrita di turno, quindi si svolge questo dialogo; “Il PCR?” “Eh?” “Dov'e' il PCR?” “Quale PCR?” “Quello per partire” “non l'ho fatto, me lo avete detto voi di non farlo”...la cosa va avanti alcuni minuti, arriva la capo area, si mettono a smatettare sulla rete per trovare il paragrafo in questione, pare che sia l'Italia a richiederlo, mi fanno notare la cosa a quel punto c'era poco da fare. Ovviamente mi hanno dato una cattiva informazione ma la colpa e' mia, un viaggiatore deve sempre sapere come realmente stanno le cose. A quel punto vado nel ufficio Air France di fronte al desk, il tipo mi dice che potevo andare la mattina successiva, sabato, a Siboney a fare in tampone, se mi davano l'esito potevo partire la domenica stessa, per sicurezza emette un nuovo biglietto per la domenica successiva, non quella in questione, il volo del venerdi successivo era stato soppresso per scarsita' di clienti. Cioe' se riuscivo ad avere il pcr domenica potevo volare il giorno stesso, andavo da lui direttamente in aeroporto, mi anticipava il volo di una settimana, tanto i voli erano mezzi vuoti, altrimenti avevo gia' il volo prenotato per domenica 28. Occorre fare un passo indietro. Quando ho letto che vigliaccamente, il giorno prima della data prevista quei criminali del governo avevano stabilito che gli impianti sciistici non avrebbero riaperto, avevo intuito che difficilmente sarebbe toccata diversa sorte a palestre e piscine, quindi avevo la forte tentazione di prolungare il mio soggiorno a Cuba visto che avevo rinnovato il visto fino al 16 marzo con, eventualmente, un altro mese possibile di proroga. Pero' una piccola speranza di riaprire c'era, avevo voglia di rivedere Birillo, necessita' di riprendere allenamenti seriamente, ultima ma non ultima, i voli diminuivano, i contagi a volte schizzavano oltre i 1000 giornalieri, c'era e c'e' ancora il rischio che Cuba chiudesse tutto. Un conto e' rimanere chiuso dopo 10 giorni di vacanza, un altro dopo quasi 40. Alla fine avevo guadagnato un paio di giorni in piu'a La Habana, al limite anche 9 giorni in piu', non era poi una cosa cosi' da buttare... Torno da Gabriele che quella sera cucina un' ottima pasta italiana con melanzane e parmigiano, un buon trago de Ron. Medito sulla scelta se andare la mattina dopo a fare il pcr oppure fermarmi fino al 28 e andare a farlo a meta' settimana. CONTINUA

POST SUL BLOG GUASCONE

SANITÀ DI PROSSIMITÀ